Contro Draghi a Taranto insorge il Comitato per la salute e l’ambiente.

Draghi rivuole la grande Ilva: “Il governo intende riportare l’Ilva a quello che era quando era competitiva, era la più grande acciaieria d’Europa, non possiamo permetterci che non produca ai livelli a cui è capace di fare, a cui produce anche oggi”. Evidentemente Draghi non ha neppure sfogliato il Rapporto di valutazione di impatto sanitario dell’acciaieria di Taranto, condotto dall’Organizzazione mondiale della sanità su richiesta della Regione Puglia. L’Oms ha calcolato, infatti, che la grande Ilva che Mario Draghi ancora sogna e auspica ha avuto un impatto devastante: fra le 27 e le 43 morti premature ogni anno a causa delle sue emissioni. Il premier ignora che sono nati 600 bambini con malformazioni congenite, tra il 2002 e il 2015. Inoltre la Valutazione danno sanitario fornisce una previsione di rischio sanitario inaccettabile non solo a 8 milioni di tonnellate/anno di acciaio, ma anche a 6 milioni di tonnellate/anno allo stato delle attuali tecnologie. E persino scendendo a 4,7 milioni di tonnellate/anno di acciaio il rischio sanitario viene valutato come inaccettabile nell’ambito dello studio Valutazione integrata di impatto ambientale e sanitario. Clicca qui il comunicato stampa del Comitato.