Il parlamento italiano non rifiuta il nucleare.

Il TPAN – Trattato per la proibizione delle armi nucleari è stato adottato nel 2017 in una Conferenza ONU anche grazie alla pressione dal basso di una rete internazionale comprendente oltre 500 organizzazioni pacifiste, insignita per questo contributo di un Premio Nobel per la pace. E’ entrato in vigore il 22 gennaio del 2021, è valido solo per chi lo ratifica. Le ratifiche espresse dai vari paesi sono al momento pari a 69.  L’Italia non l’ha mai ratificato e conferma il suo ruolo di subalterno rispetto alle potenze militari globali. Clicca qui.

Esercitazioni nucleari in Italia.

Pochi giorni fa si è svolta ad Aviano – e in molti altri luoghi d’Italia – Steadfast Noon, una massiccia esercitazione nucleare NATO. In un momento in cui la tensione a livello globale sta raggiungendo picchi allarmanti, questo evento ha sottolineato ancora una volta le criticità e le gravi discrepanze fra la normativa – dai trattati internazionali alla stessa costituzione italiana – e la condotta delle forze armate. Clicca qui Laura Tussi.

Esercitazione nucleare Nato in Puglia.

I Comitati per la Pace della Puglia Bari, Brindisi, Foggia, Gioia del Colle, Gravina in Puglia, Lecce, Manduria, Manfredonia, Ruvo di Puglia, San Severo, Taranto esprimono una profonda preoccupazione per l’annunciata esercitazione militare Steadfast Noon 2023“, che è in svolgimento e che coinvolge le basi aeree di Amendola e Gioia del Colle in Puglia. Questa operazione è finalizzata a testare la capacità di deterrenza nucleare dell’Alleanza Atlantica e rappresenta una scelta irresponsabile mentre il mondo vive sotto la minaccia della guerra. Steadfast Noon getta benzina sul fuoco. Clicca qui il Comunicato Stampa.

Via le armi nucleari in Italia.

Una denuncia che chiede alla magistratura di accertare la presenza di ordigni nucleari in territorio italiano e di accertarne l’illegalità sulla base delle leggi nazionali e internazionali sarà depositata agli inizi di ottobre alla Procura di Roma. La denuncia, la cui precisa articolazione verrà rivelata il 2 ottobre in una conferenza stampa a Ghedi – sede di un campo d’aviazione italiano e della Nato – è composta da diversi allegati ed è firmata da oltre una ventina di organizzazioni. Tra queste, Abbasso la guerra, Donne e uomini contro la guerra, Associazione Papa Giovanni XXIII, Centro di documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale, Tavola della Pace Friuli Venezia Giulia, Rete Diritti Accoglienza Solidarietà Internazionale, Pax Christi, Pressenza, Wilpf, Centro sociale 28 maggio. Tra le singole firme personaggi come Moni Ovadia e Alex Zanotelli. La conferenza stampa si svolge in un giorno evocativo, la Giornata Internazionale della Nonviolenza istituita dall’ONU.

Ghedi in Lombardia, come ad Aviano nel Veneto, sono stipate decine di testate nucleari, quasi quante gli abitanti della cittadina. Bombe sempre più evolute che vengono teleguidate dal casco dei piloti degli F-35 che stazionano nei nuovi hangar allestiti per questi velivoli che si affiancano a due piste di atterraggio, la palazzina di comando, simulatori e polo tecnologico.

Secondo un sondaggio condotto da YouGov, citato in un saggio sul nucleare militare italiano dell’International Association of LawyersAgainst Nuclear Arms), l’87% dei cittadini italiani chiede di firmare il Tpnw (Trattato per la proibizione delle armi nucleari) e il 76% che l’Italia sia tra i primi paesi Nato a sottoscriverlo. Il 74% vuole che le armi Usa dislocate in Italia siano rimosse.

Ultras nuclearista.

Il Ministro Pichetto Fratin si gonfia come la famosa rana e si autodefinisce il Ministro più nuclearista che ci sia mai stato. Il ministro, sedicente all’ambiente, non sembra consapevole che ben due referendum popolari in Italia hanno già detto no al nucleare e dimentica che la Germania ha chiuso definitivamente le sue centrali elettronucleari. Balbetta di un nucleare diverso da quello bocciato dai referendum e fa esempi ridicoli, ignorando che la sostanza del nucleare disponibile oggi è la stessa di prima e che non basta attaccargli un cartellino con un’altra etichetta definendola di “nuova generazione” per renderla più sicura. Clicca qui.

L’acqua radioattiva di Fukushima in mare tramite un tunnel sottomarino.

L’acqua radioattiva trattata dalla centrale nucleare distrutta dal devastante tsunami seguito allo spaventoso terremoto dell’11 marzo 2011 sarà scaricata in mare tra la fine di agosto e settembre attraverso un tunnel sottomarino. L’acqua immagazzinata è stata trattata attraverso un processo denominato Advanced Liquid Processing System (ALPS) per rimuovere quasi tutta la radioattività, a parte il trizio, un isotopo radioattivo dell’idrogeno difficile da separare dall’acqua. Circa 1,3 milioni di tonnellate di acqua immagazzinate in enormi serbatoi saranno diluite con acqua di mare, per limitare la concentrazione di trizio, e   gradualmente rilasciate a 1 km dalla costa attraverso un tunnel sottomarino.

Il governo giapponese negli ultimi anni ha lavorato a lungo in diplomazia su un piano di scarico per avere meno critiche possibili. Con il beneplacito di Usa e Corea del Sud, a luglio 2023 è arrivato l’ok dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea). Il via libera è però criticato da Cina e Hong Kong che hanno minacciato di vietare le importazioni di pesce da 10 prefetture giapponesi.

Trattato sulla proibizione delle armi nucleari.

Anniversario del Trattato TPNW: l’Italia agisca concretamente per il disarmo nucleare.

Il 7 luglio è ormai da alcuni anni una data importante per le campagne a favore del disarmo nucleare: è in questa giornata (a due giorni dall’anniversario del Manifesto Russell-Einsteinche si ricorda l’adozione da parte di 122 Paesi del testo elaborato in ambito ONU del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW)Clicca qui.

Gli USA impongono la legge del più forte.

Ma sono ancora il più forte? Per quanto tempo ancora? Per ora, stanno imponendo il loro ordine mondiale incentrato sui  Paesi dell’Unione Europea e dell’Alleanza Atlantica. Cinque sono gli indiscutibili successi.  1. Tutti hanno ritenuto che le minacce all’egemonia occidentale provengano dalla Cina e dalla Russia. 2. I loro partner e alleati hanno accettato di aumentare la spesa militare fino al 2% o più del PIL, con il riarmo della Germania, un triste ricordo per i francesi e altri Paesi europei. 3. Allineare quasi tutti i Paesi della NATO contro l’aggressione russa, estendendola a Svezia e Finlandia. 4. Aumentare l’influenza del comando militare dell’Asia-Pacifico coinvolgendo Australia, Regno Unito e Washington nell’AUKUS, che aggiungerà sottomarini nucleari a Canberra. 5. Il riarmo del Giappone, l’unico Paese che ha subito gli orrori di due bombe atomiche e che preoccupa seriamente la Cina e i coreani a causa del suo passato coloniale, insieme a una maggiore cooperazione militare degli Stati Uniti con le Filippine, oltre alle 30.000 truppe dispiegate dal 1953 in Corea del Sud.

I critici ritengono invece che questi successi della “dottrina Trump” non siano nuovo ordine mondiale bensì disordine. (continua).

Porte aperte al deposito nucleare nazionale in Piemonte.

Legambiente: “Con la discarica Riccoboni a Sezzadio porte aperte al deposito nucleare? Con lo studio dell’Ato6 sulle aree di ricarica delle falde profonde viene meno uno dei motivi fondamentali di obiezione all’individuazione di AL13 come area idonea per il Deposito delle scorie radioattive”.

La guerra fredda è finita sciogliamo la Nato.

Oppure inviamo armi per una guerra sempre più calda, atomica?  

Il “Corriere della Sera” dell’8 maggio, forse con qualche imbarazzo, ha pubblicato un clamoroso articolo dell’ex ambasciatore a Mosca Sergio Romano in cui si chiede lo scioglimento della NATO, oggi priva delle ragioni per cui è nata. L’articolo dell’autorevole esperto di politica internazionale  dice infatti così: “L’Alleanza atlantica ha avuto una parte utile e rispettabile. Ma la Guerra fredda è finita, il comunismo è sepolto, gli Stati Uniti hanno avuto un presidente come Trump e sarebbe giunto il momento di fare a meno di un’istituzione, la Nato, che ha ormai perduto le ragioni della sua esistenza“. Clicca qui.

Perché il nucleare pulito è una chimera.

Lo spiega il “Gruppo di ricerca Energia per l’Italia”: clicca quiPerché allora l’Italia si aggancia al treno del cosiddetto nucleare pulito e sicuro, seguendo il miraggio della produzione di energia elettrica da fusione nucleare? Semplicemente perché questa è una ulteriore mossa di Eni per sottrarre risorse alle già mature ed efficienti tecnologie del fotovoltaico e dell’eolico. L’Eni (il governo) sa infatti benissimo che la storia della fusione nucleare, dagli anni Cinquanta a oggi, dimostra che questa tecnologia non riuscirà a produrre elettricità a bassi costi e in modo attendibile in un futuro ragionevolmente vicino. Nonostante ciò, l’Italia si sta impegnando  in un quadro industriale e finanziario favorevole per progetti nucleari: piccoli reattori modulari  insieme alle grandi centrali nucleari. Esattamente il contrario della Germania, che  ha appena spento i suoi ultimi tre reattori nucleari ancora in funzione mentre ha privilegiato la produzione elettrica da fonti rinnovabili: nel primo trimestre del 2023, queste hanno infatti coperto il 51% del fabbisogno di energia elettrica, con  l’obiettivo al 2030 ancora più ambizioso: ottenere un mix energetico composto per l’80% da rinnovabili.

Fukushima: il peggio deve ancora arrivare.

Forse non sarà necessario aspettare una guerra atomica fra russi e americani, per goderci le piacevoli conseguenze di una contaminazione nucleare. Basterà aspettare che i giapponesi riversino in mare 1 milione e 300.000 tonnellate di acqua contaminata che fino ad oggi è stata stipata nelle centinaia di cisterne che circondano la vecchia centrale (le vedete tutte nella foto del titolo).

I giapponesi sostengono che ormai le cisterne hanno raggiunto la capacità limite, e che bisognerà iniziare a rovesciare in mare il loro contenuto. Questo naturalmente ha scatenato le proteste dei cinesi, dei coreani, dei russi, e della confederazione delle isole del Pacifico, che saranno i primi paesi a vedere il proprio mare contaminato dalle acque radioattive. Si calcola infatti che nell’arco di tre anni l’intero oceano Pacifico sarà contaminato, mentre nell’arco di 10 anni la contaminazione dovrebbe raggiungere tutti gli altri oceani del mondo.

Le conseguenze disastrose sull’ecosistema possono essere solo vagamente immaginate.

Leggi tutto…

No ai piccoli sì al grande reattore a fusione nucleare.

La marcia verso il rilancio dell’energia nucleare procede e vede come protagonisti da un lato i gruppi industriali interessati e dall’altro parte dello schieramento politico che rappresenta quegli stessi gruppi e il modello economico in cui operano. L’interesse prevalente di questi soggetti non è quello di fronteggiare la crisi energetica e men che meno quella climatica, bensì quello di fare utili realizzando, a spese pubbliche, dei nuovi impianti e poi vendendo energia in quantità crescenti. La prospettiva è il “qui e ora”.

Ansaldo Energia -Ansaldo Nucleare (lo Stato italiano), Edf e Edison hanno sottoscritto una lettera di intenti per collaborare allo sviluppo del “nuovo nucleare” in Europa e favorirne la diffusione, in prospettiva anche in Italia. Il governo applaude. Dodici anni dopo, siamo ancora a parlare di nucleare, nonostante il risultato di due referendum. Nonostante l’Italia, dopo 27 anni di produzione e 32 di decommissioning, non è stata ancora in grado di individuare il sito del Deposito Nazionale per le scorie radioattive.

Il nucleare di “nuova generazione”: i “nuovi” impianti distribuiti qua e là su tutt’Italia: i “piccoli” reattori sfruttano la fissione nucleare, dunque la durata della radioattività dei depositi delle scorie distribuiti qua e là è: plutonio 239 più di 100.000 anni (dimezzamento poco più di 24.000 anni), cesio 137 più o meno 150 anni (dimezzamento 30 anni), stronzio 90 idem. Nel caso di miscelazione: le durate vanno moltiplicate almeno per 10.

Eppure tutti sappiamo che possediamo il più grande “reattore a fusione nucleare” esistente. Il Sole.  E’ già disponibile per la produzione di energia rinnovabile e fornisce ogni anno 15mila volte l’energia di cui l’umanità ha bisogno. La ricerca scientifica ha sviluppato le tecnologie necessarie.

Clicca qui e  Clicca qui.

Si può evitare la catastrofe nucleare, ecco come.

Durante questo anno si è insistito sul mis-fatto che non esistano alternative alla guerra e al disastro. Invece le alternative ci sono ed è una vera follia che non si vogliano prendere in considerazione. Il generale Fabio Mini propone cinque Principi e dieci Piani d’azione: realizzabili alla condizione imprescindibile che partano  da un accordo tra le parti di fatto in guerra: Stati Uniti e Russia in maniera bilaterale o nell’ambito del Consiglio di sicurezza dell’Onu.

Cinque Principi1. Riaffermare i diritti dei popoli all’autodeterminazione, al rispetto delle loro identità, libertà, idee, fedi e proprietà. 2. L’Ucraina ha diritto al ripristino della propria sovranità territoriale nel pieno rispetto della volontà dei propri cittadini inclusi quelli delle entità che reclamano l’indipendenza o l’autonomia nonché la salvaguardia dei diritti delle minoranze di qualsiasi genere. 3. La soluzione del conflitto deve permettere d’instaurare un nuovo assetto della sicurezza in Europa che non poggi esclusivamente sulle minacce armate e che tenda alla rimozione di tutte le cause e i pretesti di conflitti territoriali. 4. Le istituzioni plurinazionali e le alleanze presenti in Europa devono rispettare e ribadire i propri impegni e standard riguardanti l’estensione geografica e le modalità di azione. 5. Necessità di un fondo internazionale di ricostruzione delle aree interessate dai conflitti in Europa che non curi soltanto gli interessi dei “donatori” ma anche quelli degli assistiti.

Piani di azione1.  (continua)

Oggi l’Italia è un possibile bersaglio nucleare.

Una eventualità oggi non più così remota: in questi mesi le autorità russe hanno manifestato la possibilità di impiegare bombe nucleari tattiche. Noi, di fatto, siamo in guerra contro la Russia, ovvero la Russia potrà dirsi in guerra contro di noi.

Ebbene, stanno per arrivare dagli Stati Uniti anche a Ghedi (Brescia) e Aviano (Pordenone) le bombe nucleari di “nuova generazione” B61-12. Sostituiranno le vecchie B61-11 dislocate da anni nelle basi militari in Belgio, Germania, Paesi Bassi, Turchia e Italia nell’ambito della cosiddetta dottrina del nuclear sharing, la “condivisione nucleare” della Nato. Vengono definiti “ordigni nucleari tattici”, ma non sono meno pericolose delle “bombe nucleari strategiche” presenti negli arsenali di Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Regno Unito, India, Pakistan, Israele e Corea del Nord. Clicca qui.

Il ministro Pichetto non è in grado di gestire la pesante eredità dell’era nucleare.

Mentre il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, si trastulla a insistere sull’energia dell’atomo puntando sulla quarta generazione, affidati alla commissariata Sogin procedono a rilento lo smantellamento e la messa in sicurezza degli impianti nucleari italiani, dunque la realizzazione del deposito nazionale che dovrebbe definitivamente ospitare 95mila metri cubi di rifiuti radioattivi. Inoltre l’Italia non è più in grado di riprendersi le migliaia di tonnellate di scorie radioattive inviate per riprocessamento all’estero.

Lo smantellamento riguarda le centrali nucleari di Trino (Vercelli), Caorso (Piacenza), Latina e Garigliano, il reattore Ispra-1 (Varese), l’Eurex di Saluggia, Opec e Ipu di Casaccia (Roma) e l’Itrec di Rotondella (Matera), mentre la dismissione dell’impianto FN di Bosco Marengo (Alessandria) si è conclusa a giugno 2022. In particolare l’Eurex è una bomba ecologica irrisolta da decenni.

Per quanto concerne il mitico deposito azionale, finalmente è pronta, ma non approvata, la bozza della Carta nazionale delle aree idonee (Cnai): i siti potenzialmente idonei sarebbero 57, in sei regioni. Nessuna delle aree indicate vuole ospitare il deposito.

Clicca qui

In prospettiva: bombe a fusione nucleare.

La fusione nucleare, quand’anche avesse un bilancio energetico positivo (cioè non consumasse più energia di quella che produce), genera radiazioni e produce rifiuti radioattivi, quindi meglio lasciarla comunque sul sole, ed utilizzare la sua energia con il fotovoltaico e l’eolico!

Gian Piero Godio

Sono sgomento di fronte alla campagna, internazionale, di disinformazione e mistificazione sul “grande” risultato sulla fusione nucleare! E non da ora. Al di là della questione generale della fusione, in questo caso tutti i commenti, anche di specialisti, celano a un’opinione pubblica che non è in grado di valutare (o non ha gli elementi) alcuni fatti cruciali che cambiano radicalmente le cose. Solo alcuno fatti:

— la National Ignition Facility è un impianto MILITARE (poi concesso anche ad esperimenti di fisica fondamentale) dei Livermore laboratories, uno dei tre grandi laboratori (con Los Alamos e Sandia) di RICERCA SULLE ARMI NUCLEARI;

— la fusione per confinamento inerziale – radicalmente diversa dal confinamento magnetico – anche se arriverà alla fusione “one shot” di un insieme di nuclei leggeri più piccolo di un grano di pepe, non è idonea alla realizzazione di impianti di produzione di energia: ma è la strada che perseguono i militari (dopo il trattato di bando dei test nucleari del 1996, ancorché mai ratificato dagli USA) per studiare il perfezionamento delle bombe a fusione, magari nella prospettiva di realizzare micro testate a fusione. Stiamo cercando di scrivere articoli ma ovviamente non raggiungeremo le grandi testate. Gli scienziati, in generale, ci inzuppano il pane: del resto sono loro che hanno realizzato la bomba atomica!

Angelo Baracca

Nuove bombe tattiche nucleari a Ghedi e Aviano.

Gli Stati Uniti hanno deciso di accorciare i tempi del dispiegamento delle nuove bombe nucleari tattiche B61-12 potenziate in Europa sostituendo le B61 più “vetuste”. Dunque anche in Italia ed in particolare nelle basi militari di Ghedi (Brescia) ed Aviano (Pordenone). Le nuove bombe dovrebbero essere consegnate alle basi NATO in Europa entro dicembre e non più nella primavera del 2023 come precedentemente previsto. A segnalarlo è il giornale statunitense Politico, citando un cablogramma diplomatico statunitense che rivela quanto riferito da funzionari statunitensi agli alleati della NATO durante una riunione a porte chiuse svoltasi a Bruxelles nei giorni scorsi. La sostituzione delle vecchie bombe nucleari con quelle nuove richiederebbe l’autorizzazione del Parlamento, ma non sembra che siano venute – nè dal governo nè dalle opposizioni – avvisaglie in tal senso. (Continua)

Chi può, si faccia un bunker. Resistere un minuto in più di Putin.

Anche se il ricorso al nucleare dovesse limitarsi alle armi «tattiche» più volte citate dal Cremlino, le conseguenze sarebbero «catastrofiche». A lanciare l’allarme è Iriad – Archivio Disarmo, che fa notare come le bombe russe potrebbero puntare su obiettivi strategici in Italia. Per esempio, basi aeree e navali e comandi Nato. Prime nel mirino sarebbero le basi Nato di Ghedi (Brescia) e Aviano (Pordenone) che ospitano insieme circa 40 testate nucleari. Ma altri bersagli a rischio sono rappresentati da altre basi e comandi militari Nato a Vicenza (Caserma del Din e Caserma Ederle), Livorno (Camp Darby), GaetaNapoli (Naval Support Activity), TarantoSigonella (Naval Air Station). Almeno 55mila morti e oltre 190mila feriti.  Effetti collaterali a cascata. Blocco di infrastrutture e di centri nevralgici, oltre al danno ambientale provocato dal fall out nucleare e dalla persistenza delle radiazioni. Secondo il modello di scenario elaborato da Alex Wallerstein e applicato dall’Università di Princeton, in caso di un conflitto nucleare generalizzato le vittime ammonterebbero a una cifra di circa 34 milioni soltanto nelle prime ore. 

Fonte: https://www.open.online/2022/10/15/italia-armi-nucleari-cosa-succede-simulazione/amp/

C’è chi propone qualche Zaporizhzhia in Italia.

In quale parte dell’Italia le volete mettere?

La campagna elettorale vede il tema del ritorno al nucleare promosso dal centrodestra e non solo, quando in Ucraina un impianto nucleare civile è utilizzato in un conflitto armato, come potenziale minaccia di catastrofe. La favoletta del nuovo nucleare imprescindibile per le emissioni zero viene presentata come una “proposta seria”. Ma è solo una patacca. La “nuova generazione di centrali ” (la quarta, oggi, dopo 20 anni di investimenti, è ancora allo stadio di prototipo e comunque ben lontana dalle nostre tasche) fa solo  parte della campagna contro le fonti energetiche rinnovabili. Clicca qui Greenpeace.

Siamo ad un passo dalla guerra nucleare.

Putin: schiacceremo le nuove armi missilistiche Usa come noci. Fino a quando tutti useranno i noccioli delle atomiche. Clicca qui padre Ernesto Balducci, quando rifletteva che dinanzi alla prospettiva della catastrofe atomica si fa più serrato il confronto tra gli utopisti, noi, secondo i quali è possibile, in ragione della stessa smisuratezza del pericolo, uscire una volta per sempre dalla civiltà della guerra, e i realisti, secondo i quali il bene della pace, anche oggi come sempre, può essere custodito solo dall’equilibrio delle forze in campo.

Via il nucleare USA dall’Italia.

Dopo il disastroso incidente avvenuto nella centrale di Chernobyl nel 1986, abbiamo votato a larghissima maggioranza contro la presenza del nucleare civile in Italia, distogliendo lo sguardo dall’evidenza che fin dal 1957 il nostro Paese era utilizzato dagli Stati Uniti per lo schieramento di missili rivolti contro l’Urss e i Paesi dell’Est europeo riuniti nel Patto di Varsavia, con  il compito di rispondere a un eventuale attacco contro i Paesi Nato sganciando testate nucleari americane su Praga e Budapest. Ancora oggi, a 85 chilometri da Milano nel caso della base Usa di  Ghedi, a 95 chilometri da Venezia nel caso di Aviano,  ospitiamo un arsenale atomico  con una forza di distruzione superiore a tre bombe di Hiroshima che ci può anche scoppiare sotto il culo. Clicca qui in quotidiano cattolico  “Avvenire” in merito all’iniziativa di ventidue associazioni pacifiste  che hanno commissionato un Parere giuridico sulla presenza delle armi nucleari in Italia alla sezione italiana di Ialana, l’Associazione internazionale degli avvocati contro le armi nucleari, con status consultivo presso le Nazioni Unite. Lo studio che ne è risultato è una chiara denuncia dell’illegalità della presenza degli ordigni nucleari sul suolo italiano, in violazione del Trattato di pace del 1947 e del Trattato di Non Proliferazione del 1968, ratificato dal nostro Paese nel 1975, oltre che di varie norme nazionali e internazionali.  

Perché dire no a inserire il nucleare tra le fonti verdi.

L’appello agli eurodeputati si articola su 10 punti: 1) L’energia nucleare non è una fonte di energia rinnovabile. 2) Non è vero che l’energia nucleare sia priva di emissioni di CO2. 3) I rischi di incidenti nucleari sono già stati gravi e catastrofici. 4) Le scorie nucleari restano radioattive per decine o centinaia di migliaia di anni. 5) Il costo dell’energia nucleare è oggi più del doppio di quello da fotovoltaico. 6) L’energia da nucleare costituisce comunque una fonte marginale e senza futuro. 7) La prospettiva dei “mini e micro” reattori nucleari è ancora più dannosa. 8) Gli studi sulla quarta generazione di reattori sono solo all’inizio. 9)  I tempi per costruire una centrale nucleare sono in media di 10 anni. 10) Ultimo e non da ultimo, in un mondo di guerre e di conflitti, la diffusione dell’energia nucleare favorisce la proliferazione di armamenti nucleari e di prodotti fissili e/o radioattivi utilizzabili a fini terroristici, con conseguenze gravissime per l’intera umanità. Clicca qui.

Il governo volta le spalle all’ambiente e alla scienza.

L’International Panel on Chemical Pollution ha lanciato la proposta di creare un board tecnico per realizzare strumenti specifici per l’abbattimento della contaminazione da sostanze nocive. L’iniziativa – che sarà presentata all’Assemblea Onu sull’Ambiente che si apre il 28 febbraio a Nairobi, in Kenya – è supportata da oltre 2500 tra scienziati di livello mondiale e ministri dell’Ambiente: tra loro il premio Nobel per la Fisica, Giorgio Parisi. L’invito è stato inviato anche al ministro per l’Ambiente Roberto Cingolani che, però, nonostante il dossier sia da alcune settimane sul suo tavolo, non ha ancora aderito. Attraverso l’ufficio stampa ha risposto “In questi casi non si esprime una singola posizione nazionale, ma c’è un’unica posizione a livello europeo”.

La Commissione Ue ha presentato la tassonomia pro nucleare e pro gas.

Bruxelles ha impiegato più di un anno per decidere se il gas e l’energia nucleare debbano essere considerati investimenti verdi nella tassonomia dell’UE, un corpus di regole per gli investitori progettato per aiutare a raccogliere enormi quantità di capitale privato per raggiungere gli obiettivi dell’UE in materia di cambiamenti climatici. (clicca qui) . Proteste in Italia e altri Paesi europei: c’è ancora la possibilità di fermarli.

Deposito Nazionale di scorie radioattive: commissariata la Sogin.

A più di vent’anni dalla sua creazione, e dopo essere costata finora – a chi paga le bollette – 4 miliardi di euro, la Sogin – la Società Gestione Impianti Nucleari – si avvia al commissariamento da parte del Ministro della Transizione ecologica. Quella di Sogin è una storia di tempo e denaro perso per mettere in sicurezza, senza riuscirci, i rifiuti nucleari italiani. Un compito affidatogli dopo che nel 1987 un referendum popolare aveva deciso l’abbandono dell’energia nucleare. Dei 4 miliardi finora pagati dai cittadini, più della metà sono serviti a coprire gli stipendi del personale e dei dirigenti; auto di alta gamma, benefit e bonus compresi (sono perfino scattate  perquisizioni della Guardia di finanza nella sede dell’azienda).

Nucleare e gas non sono energie rinnovabili.

A questo link https://chng.it/52bC5wSRHf è possibile firmare la petizione (che ha già raccolto più di 100mila firme) contro la proposta della Commissione Europea di inserire nucleare e gas nell’elenco europeo delle energie verdi, proposta che vuol dire in sostanza usare i soldi del Next Generation EU (in Italia PNRR) per queste fonti pericolose e inquinanti. Il nucleare è già stato bocciato da ben due referendum popolari in Italia (1987 e 2011). L’Europa invece  deve sviluppare fonti di energie veramente rinnovabili come eolico, fotovoltaico, geotermico, idraulico. Nucleare e gas fossile non lo sono.

Nessun sindaco vuole il deposito nucleare tranne quello di Trino.

Matteo Salvini propone un referendum per costruire nuove centrali nucleari in Italia. Nel nostro sondaggio nessuna realtà  territoriale si è dichiarata favorevole ad ospitare  un impianto. Nel contempo  nessuno dei sindaci dei cento comuni individuati dal governo come idonei  e sicuri  si dice disponibile ad ospitare il deposito unico nazionale delle scorie radioattive del nucleare pregresso. Trino non era tra quei cento sventurati, eppure -primo paradosso-  è proprio il sindaco di Trino ad offrire l’ospitalità del proprio territorio. Il secondo paradosso è che a Trino c’è già un consistente deposito ex centrale nucleare, pericoloso e inidoneo, proprio uno di quelli che dovrebbero essere bonificati e trasferiti nell’ultrasicuro deposito nazionale. A questo punto Trino è candidato sia ad accogliere il vecchio che il nuovo nucleare. Una pioggia di miliardi. Si presume in accordo con Salvini. Daniele Pane deve proprio la sua fulminea carriera alla Lega. Delle due l’una: o Salvini realmente pensa di non perdere il terzo referendum nucleare, oppure a Pane è stata promessa adeguata  compensazione  in vista della mancata rielezione a sindaco.

Governo succube dei poteri economici e della speculazione finanziaria legati alle energie fossili e al nucleare.

La decisione della Commissione Europea di forzare la mano inserendo nelle energie rinnovabili anche nucleare e gas fossile va fermata. E’ un grave errore che contraddice le scelte  per dare alla questione ambientale e climatica la centralità che devono  avere per la transizione ecologica verso le energie rinnovabili. Il Ministro Cingolani e l’insieme del Governo hanno gravi responsabilità straparlando di nucleare di quarta generazione al solo fine di strizzare l’occhio alla pressione francese sul nucleare, dimenticando che ben 2 referendum hanno bocciato il nucleare in Italia. Clicca qui l’Osservatorio sulla transizione ecologica-PNRR  promosso da Coordinamento per la democrazia costituzionale, Laudato sii e Nostra.

Contro la tassonomia pro atomo e gas.

Le nostre motivazioni contro l’inserimento di nucleare e gas tra le “fonti sostenibili”. In difesa, in Italia, dei referendum del 2011 sui beni comuni. Convegno con Andrea Bulgarini, Alfonso Navarra, Mario Agostinelli, Moni Ovadia, Alex Zanotelli, Edo Ronchi, Massimo Scalia, Marco Bersani, Luciana Castellina, Eleonora Evi, Federico Butera, Massimo Serafini, Haidi Gaggio Giuliani, Vittorio Bardi, Ennio La Malfa, Guido Viale, Antonio De Lellis, Keivan Motavalli, Gian Piero Godio, Maurizio Bucchia, Antonella Nappi, Marco Zinno, Rocco Altieri, Sabina Santovetti, Luciano Benin, Antonia Sani, Patrizia Sterpetti, Ennio Cabiddu, Daniele Barbi, Oliviero Sorbini, Laura Tussi, Fabrizio Cracolici e Luigi Mosca. Clicca qui la locandina.

Salvini vuole inaugurare una nuova stagione dell’atomo in Italia. Il sondaggio dice che…

In vista del Referendum annunciato da Salvini per reintrodurre le centrali nucleari in Italia, abbiamo anticipato la mappa dei territori che il futuro governo di centrodestra  proporrebbe  papabili ad ospitarle.

Matteo Salvini riteneva  che il suo referendum avrebbe vinto a mani basse, a differenza di quelli antinucleari del 1987 e del 2011. Abbiamo così promosso un sondaggio per verificare quali popolazioni siano maggiormente entusiaste ad accogliere le nuove centrali e il deposito nazionale delle scorie radioattive vecchie e nuove. Ebbene, ad oggi, dalle comunità locali non ci è pervenuta nessuna autocandidatura, neppure una (solo insulti). Il leader leghista allora si impegnerà in un lungo tour regione per regione per convincere una anzi più cittadinanze che non dobbiamo perdere l’occasione dei miliardi europei che pioverebbero dall’inclusione del nucleare (e del gas fossile) nell’elenco degli investimenti sostenibili, la cosiddetta “tassonomia UE” appena proposta. In questa campagna nazionale, che promette anche il taglio delle bollette fra dieci anni, si è offerto di accompagnarlo il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, che, con l’autorevolezza che gli deriva da Mario Draghi, da tempo sostiene  nucleare  e gas fossile come soluzione alla crisi climatica.

Il capogruppo della Lega onorevole Riccardo Molinari che, in coppia con Federico Fornaro l’altrettanto capogruppo LeU peraltro ex fervente nuclearista, sta battendo il territorio alessandrino opponendosi all’ubicazione quivi del deposito scorie nazionale, nega ogni disaccordo col suo capitano spiegando di essere anche lui a favore delle centrali PURCHE’ distanti dal suo collegio elettorale.

Anticipiamo il referendum nucleare di Salvini.

In anteprima nazionale anticipiamo i siti destinati da Salvini ad ospitare le nuove centrali nucleari proposte tramite Referendum.

Sulla base di questa mappa (è solo una ipotesi di lavoro!)  invitiamo le popolazioni locali, tramite voto, ad esprimere le preferenze per la localizzazione delle centrali. Il sondaggio, ci assicura il prossimo governo di centrodestra, sarà tenuto in rispettoso riguardo. Votate, votate movimentolotta.maccacaro@gmail.com. (Una avvertenza: saranno considerati validi i votanti che specificano l’indirizzo, ad evitare i generosi favoritismi).  

Ennesimo grave incidente in Francia per la centrale nucleare alla frontiera con l’Italia.

Dalla centrale nucleare del Tricastin, nella regione del Rodano-Alpi cioè alla frontiera con l’Italia, una enorme quantità de tritium, un isotopo radioattivo d’idrogeno, é stato misurato nelle acque sotterranee dell’unità di produzione d’elettricità EDF. Le autorità di sicurezza dicono che la fuga è circoscritta ma i liquidi contaminati si ritrovano inevitabilmente in tutto l’ambiente circostante … e il rischio di estensione della contaminazione è alto! Clicca qui. E’ scandaloso che non sia previsto alcun controllo UE.

Scorie radioattive in Francia stoccate nel sottosuolo.

Via libera della Commissione d’inchiesta costituita ad hoc per sotterrare 85.000 metri cubi di scorie radioattive a medio-alta attività, in 200 mila contenitori, a 500 metri di profondità nei pressi di Bure, un comune del dipartimento della Meuse, regione Grand Est, nel bel mezzo di una zona rurale e agricola e tra le proteste degli abitanti. Inutile il parere contrario dell’Autorità di sicurezza nucleare.