Per i disabili promuovere la ginnastica e non lo sport?

A commento di un nostro articolo Le Paralimpiadi servono ad accendere una luce, non sprechiamole. siamo stati invitati clicca qui a “promuovere la ginnastica e non lo sport, per promuovere la sanità ideologica”. Replichiamo allora segnalando il volume “Ribelli. Personaggi e storie della paralimpiade”, nel quale il giornalista Claudio Arrigoni presenta gli atleti e le atlete con disabilità non come “eroi ed eroine”, “superuomini e superdonne”, ma come persone che si sono ribellate agli stereotipi, ai luoghi comuni e alle discriminazioni che ancora purtroppo esistono nei confronti delle persone con disabilità. Certo, la loro ribellione sconfina nell’eccellenza, e sarebbe inappropriato aspettarsi tanto da chiunque, ma c’è certamente qualcosa di affascinante in chi riesce a spostare il senso del limite, nello sport, come nella vita (continua…)

Quando Bebe Vio aveva 15 anni e incominciò a pensare alle Paralimpiadi di Rio.

«Ha solo 15 anni e una grinta rara. Di certo sentiremo ancora parlare di lei»: si concludeva così una nostra intervista a Bebe Vio, pubblicata il 2 aprile 2012, e mai quella  profezia sarebbe stata più felice, per la giovane che sabato scorso ha vinto per la seconda volta la medaglia d’oro nella scherma alle Paralimpiadi di Tokyo, confermando quella del 2016 a Rio de Janeiro. E già a 15 anni Bebe aveva le idee molto chiare, sottolineando, ad esempio, la sua «fierezza di essere un’atleta con disabilità, incarnando ben volentieri il messaggio che lo sport è di tutti e fa bene a tutti» (continua…)