La lunga coda segreta del Covid.

Insieme a pochi altri organi d’informazione siamo stati ben lieti di dare recentemente visibilità (a questo e a questo link) alla battaglia delle persone con Long Covid, sindrome multisistemica ancora poco conosciuta e difficilmente diagnosticabile, che si manifesta dopo un’infezione acuta da SARS-CoV-2 con un complesso eterogeneo di sintomi che possono durare anche anni e con un generale peggioramento della qualità della vita.
Recentemente si è svolto a Roma il convegno Long-COVID e malattie neurologiche: analisi degli effetti a lungo termine e strategie di intervento, organizzato dalla RIN (Rete IRCCS delle Neuroscienze e della Neuroriabilitazione), con il patrocinio della SIN (Società Italiana di Neurologia) e in collaborazione con la Società Centro Studi Americani ed Edra nell’àmbito di un progetto del Ministero della Salute coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, ma purtroppo, come segnala la Rete Long Covid Italia, nemmeno in tale occasione si è data visibilità a questa rete diffusa di persone colpite dal problema, se è vero che nessuna di esse vi è stata invitata (continua…)

I Pfas nella Settimana mondiale della tiroide.

Cancro alla tiroide

Le malattie tiroidee derivano da fattori genetici e comportamentali ma anche ambientali. Infatti gli studi scientifici accendono di frequente i riflettori sul ruolo chiave che svolgono i Pfas sulle patologie connesse ad alterazioni ormonali: obesità, diabete, malattie della tiroide, ipotiroidismo giovanile, infertilità, osteoporosi ecc, oltre che  nel cancro e in oltre 400 malattie rare. Cioè, i livelli degli ormoni oscillerebbero semplicemente  in base all’età e al tipo di alimentazione, se, contro natura, non fossero aggrediti dall’avvelenamento da Pfas.

Per l’associazione tra Pfas e tumore della tiroide, in particolare il carcinoma papillare, è incontrovertibile lo studio caso-controllo multicentrico (Usa, Olanda, Israele), pubblicato nel 2023, e replicato dai ricercatori dell’Icahn Scool of Medicine at Mount Sinai di New York.

Questa è la situazione già ampiamente verificabile nei dati epidemiologici dei pazienti colpiti dall’avvelenamento da Pfas nelle aree venete e piemontesi ad opera rispettivamente della Miteni di Trissino e della Solvay di Spinetta Marengo.

L’occasione per focalizzare il ruolo dei Pfas sarà nel corso della “Settimana mondiale della tiroide” che si celebrerà a partire dal 20 maggio e si concluderà il 25 maggio, in occasione della “Giornata Mondiale della tiroide”.

L’iniziativa è patrocinata dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e promossa dalle principali società scientifiche endocrinologiche, mediche e chirurgiche, quali Associazione Italiana della Tiroide (AIT), Associazione Medici Endocrinologi (AME), Società Italiana di Endocrinologia (SIE), Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (SIEDP), Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG), Società Italiana Unitaria di Endocrino Chirurgia (SIUEC), Associazione Italiana Medicina Nucleare (AIMN), European Thyroid Association (ETA), insieme a CAPE Comitato delle Associazioni dei Pazienti Endocrini e sostenuta con un contributo incondizionato da parte di Eisai, IBSA Farmaceutici e Merck Serono».

Speciale Pfas 13. Un disastro ambientale e sanitario.

Secondo Greenpeace “in Piemonte, Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Toscana sono state rilevate concentrazioni di Pfas a volte persino superiori a 500 ng/l. Una situazione allarmante, soprattutto alla luce del fatto che il limite accettabile stabilito dalla Direttiva Europea 2020/2184 è pari a 100 nanogrammi per litro (ng/l)”. In Italia i siti più contaminati sarebbero 1.600, oltre 17mila in tutta Europa.

Clicca qui gli effetti dei PFAS sulla salute umana e sull’ambiente analizzati dagli  studiosi dell’Alma Mater e dell’Università di Padova, e dal Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie dell’Università di Bologna.

Pfas cocktail letale per i vigili del fuoco.

Allineandosi dietro il muro di gomma del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, nessuna presa di posizione da parte del prefetto di Alessandria, Alessandra Vinciguerra, al monito indirizzatole dal sindacato di base USB in merito al massiccio utilizzo dei Pfas sia nelle miscele anti-fiamma sia negli indumenti tecnici come tute e giubbotti dei vigili del fuoco. Approfonditi studi condotti negli Stati Uniti e nei i Paesi Ue, infatti,  hanno  segnalato i pompieri come una categoria di lavoratori ad alto rischio di tumori, come il cancro ai testicoli o alla prostata, il mesotelioma e il linfoma non Hodgkin.

Seminare dubbi, non raccogliere certezze.

Su www.smips.org  S.M.I.PS SCIENZA MEDICINA ISTITUZIONI POLITICA SOCIETA’, trovate, fra gli altri questi articoli:

Migliorare il processo di riforma del sistema di cura della non Autosufficienza (di cui alla legge 33/2023)

Quello sterminio di persone con disabilità è un monito per i tempi presenti

Autonomia differenziata: chi i soldi li ha, li avrà; chi non li ha, avrà meno

Italia: medici più anziani d’Europa, 55% ha più di 55 anni

Aumentano in Europa le diagnosi di tumore, colpita 1 persona su 20

40% dei tumori evitabili

Oms: previsti 35 milioni di nuovi casi di tumore nel 2050 (+77%), 1/4 a rischio di contrarlo

In Italia tubercolosi in aumento, ma se ne parla poco

Pfas letali ancora più cotti che crudi.

Basta bollire gli alimenti per eliminare i Pfas? Tutt’altro. Nel cibo cotto i Pfas sono presenti in misure decine di volte superiori a quanto avviene nello stesso alimento crudo. A dimostrarlo è uno studio condotto dall’Istituto di ricerca sulle acque del Cnr, principale ente pubblico di ricerca italiano. I ricercatori hanno prelevato acqua dalla falda inquinata tramite il pozzo di un’abitazione della zona rossa del vicentino. Con l’acqua prelevata sono stati lessati pasta, riso, carote, patate e carne di manzo. Tutto questo analizzando acqua e cibi prima e dopo la cottura. Ebbene la concentrazione di pfas nell’acqua aumenta al crescere del tempo di ebollizione, invece di calare come molti credevano, e gli inquinanti, con la cottura, passano negli alimenti. In proporzione più alta per pasta e il riso, che assorbono più acqua.

Secondo Greenpeace Italia  «per tutelare la collettività non basta erogare alla popolazione acqua pulita, è necessario il divieto dell’uso e della produzione dei perfluorati sull’intero territorio nazionale». 

Pfas motori di crescita del cancro al colon.

La progressione del cancro è confermata dallo studio pubblicato sulla rivista scientifica Environmental Science & Technology da un team di epidemiologi dell’Università di Yale, che ha esposto cellule di cancro al colon a livelli di PFAS comparabili a quelli presenti nel sangue dei vigili del fuoco (a rischio per la frequente esposizione ai ritardanti di fiamma). I Pfas hanno indotto le cellule cancerose a migrare in nuove posizioni, una caratteristica tipica delle cellule responsabili di metastasi.

Studi legali e associazioni ambientaliste non tutelano i risarcimenti alle Vittime.

Quando si tratta di reati ambientali e sanitari, gli avvocati in Italia non vanno  oltre le cause in sede penale, trovando più facile accodarsi alle iniziative dei Pubblici Ministeri, piuttosto che impegnare risorse e rischi per cause in sede civile. Tali processi però propiziano insignificanti benefici per l’ambiente (vedi il libro Ambiente Delitto Perfetto), e ancor meno risarcimenti alle persone fisiche Vittime degli inquinamenti.

Non così è in altri Paesi, soprattutto negli Stati Uniti dove il fenomeno delle “class actions” costituisce uno dei punti fondamentali del sistema processuale perché fornisce efficaci forme di tutela alle varie situazioni a rilevanza sovra individuale. In Italia, diversamente dall’esperienza statunitense, l’introduzione delle azioni collettive nell’ordinamento giuridico è recente e ha avuto una scarsa applicazione. Il motivo è dovuto all’assenza di studi legali con professionalità adeguata, con attitudini imprenditoriali, con l’anticipazione delle spese della consulenza. Alla stregua degli avvocati disincentivati, le stesse Associazioni ambientaliste trovano più comodo presentarsi in penale come parti lese e fare cassa con i risarcimenti a loro dedicati.

Conclusione: le Vittime in Italia non sono neppure risarcite per i danni alla salute. Negli Usa, invece, nel corso di circa due secoli di vita le class actions hanno avuto un successo straordinario. Lo conferma, ad esempio, la recente (seconda) condanna al Gruppo Monsanto, filiale del colosso tedesco Bayer, a risarcire 857 milioni di dollari di danni a studenti e genitori volontari di una scuola esposta ai policlorobifenili (pcb), i cosiddetti inquinanti ‘eterni’ tipo PFAS.

Piano Sanitario Ligure da rifare.

IL FRONTE COMUNE LIGURE PER LA DIFESA DELLA SANITA’ PUBBLICA invita a partecipare il 21 novembre dalle ore 10 al Presidio davanti all’ingresso del Consiglio Regionale di Via D’Annunzio, in occasione della votazione del Piano socio sanitario regionale 2023-2025.

LA SANITA’ PUBBLICA E’ AL COLLASSO mentre quella privata accumula ricchezze sulla nostra salute e sulla carenza di cura.

DICIAMO NO!!! alla volontà privatizzatrice della Regione, alla rinuncia alle cure per chi non può spendere, al progetto di Autonomia Differenziata appoggiato dalla Regione. La salute e la sanità pubblica sono un diritto, difendiamolo. LA SALUTE NON E’ UNA MERCE, SI DIFENDE NON SI SVENDE. Associazioni, Circoli, Comitati: Ambulatorio Internazionale Città Aperta. Cooperativa Ce.Sto, Liguria a Sinistra, Attac Genova, Banca Etica, Arci Barabini di Trasta, Arci Zenzero, Oltre il Giardino, Cittadinanza Attiva, Comitato Banchelle, Comitato Liberi Cittadini di Certosa, Comitato Malinverni, Comitato Sanitario Val Bormida, Comitato Parco delle Mura, Comitato Via Vecchia, Comunità di San Benedetto al Porto, Eco Istituto Reggio Emilia Genova, Rete Genovese” Insieme per la salute di tutti”, ISDE Medici per l’ambiente, Istituto per le Materie e le Forme Inconsapevoli- MFI, Istituto per le Materie e le Forme Inconsapevoli- MFI, Italia Nostra Onlus, Rete “Manifesto Società Spezzina”, Medicina Democratica, Movimenti Cooperazione Educativa- MCE, Movimento di Lotta per la salute Maccacaro – Rete ambientalista, Non una di meno – NUDM, Patto per la salute mentale, Quelli del Ponte Morandi, Rete di donne per la politica, Rinascimento Genova, SOS Salute Pubblica Liguria, Società della Cura Genova, Unione Donne Italiane UDI. Organizzazioni sindacali: CGIL, SPI CGIL, CUB Organizzazioni politiche: Alleanza Verdi – Sinistra italiana, Gruppo Consiliare Regionale PD, Linea Condivisa, Lista Sansa, Movimento 5 Stelle, Partito Comunista Italiano, Partito Comunista dei Lavoratori, Possibile, Sinistra Anticapitalista.

Fronte Comune in Val Bisagno.

Il Fronte comune ligure “Insieme per la sanità pubblica”, composto da circa 50 associazioni, tra cui il Movimento di lotta per la salute Maccacaro, ha avviato il suo percorso di partecipazione popolare con una assemblea in Val Bisagno per illustrare la piattaforma rivendicativa  verso governo e regione, clicca qui

Laudato sì, Laudato qui.

Seminario di approfondimento sulle questioni più importanti sul tappeto oggi, tra esperti di crisi climatica e ricadute ambientali, sociali, economiche e esponenti di movimenti, associazioni e singoli attivistiche, a diverso titolo, sono impegnati in azioni di conversione ecologica.

Casacomune

Laudato si’, Laudato qui

Non possiamo più indugiare, dobbiamo riflettere e agire: fare e per fare dobbiamo capire: informarci e formarci, ascoltare…

Clicca qui il Programma e come iscriversi.

Le tematiche affrontate sono molteplici, come molteplici sono gli aspetti della crisi ambientale e sociale dei nostri tempi: ecomafie, agricoltura, migrazioni ambientali, lavoro, etica del profitto e sanità pubblica, qualità della vita, ruolo dei movimenti e delle ONG, ecofemminismo, economia e spiritualità.

Al nostro fianco, avremo relatori di grande professionalità e competenza del mondo accademico e di organizzazioni da sempre in prima linea su queste tematiche. Non mancheranno testimonianze di attivisti, sindacalisti, associazioni ed altri attori impegnati quotidianamente che sono la vera spinta al cambiamento perché mossi da passione e dalla cura per il bene comune, capaci di guardare lontano, capaci di futuro.

Piattaforma sanità pubblica Fronte comune ligure.

Conferenza stampa di presentazione della PIATTAFORMA PER LA DIFESA DEL SERVIZIO SANITARIO REGIONALE PUBBLICO a cura delle Associazioni, Movimenti, Reti, Organizzazioni promotrici del “Fronte comune ligure. Insieme per la sanità pubblica”. Clicca qui Principi di fondo, i Presupposti indispensabili, le Proposte e le Rivendicazioni.

PFAS emergenza sanitaria mondiale: perché non ligure?

La Regione Liguria sottovaluta colpevolmente i costi umani (morti e malattie) e i conseguenti costi economici (cure mediche) derivanti dall’emergenza ambientale e sanitaria provocata dai tossici e cancerogeni PFAS.

Perciò al Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti chiediamo

Che, nell’immediato, disponga che l’Asl si attrezzi per effettuare a ciascun cittadino le analisi del sangue atte ad accertare e determinare la presenza di composti perfluorurati PFAS.

Che, in tempi brevi, programmi le indagini sanitarie collettive per dette analisi tramite campionamenti di sangue a beneficio della popolazione tutta, individuando progressivamente le fasce più a rischio (esempio lavoratori e gestanti) e i sottogruppi statistici dell’indagine epidemiologica (esempio età).

Che, contemporaneamente, predisponga affinchè Arpal esegua indagini ambientali con monitoraggi periodici tramite campionamenti delle acque di superficie e di falda, compreso acquedotti e impianti di depurazione, atte a determinare la presenza di dette sostanze perfluorurate.

Che, contemporaneamente, individui con le organizzazioni sindacali i settori produttivi per l’estensione delle indagini ambientali anche alle emissioni atmosferiche.

Le motivazioni di queste allarmate e urgenti rivendicazioni ambientali e sanitarie in merito ai PFAS sono state compiutamente esposte ai giornalisti nella Conferenza stampa. Clicca qui

La terza edizione della Carovana dei Mutualismi.

La Carovana dei Mutualismi, il festival diffuso a cui aderiscono le diverse realtà che praticano il mutualismo, si concluderà il 14 e 15 ottobre a Pinerolo, al termine della staffetta  iniziata 16 e 17 giugno a Bari, passando per Firenze, Partinico, Mantova, Corridonia, Milano ,Torino. A Pinerolo, sede della prima Società Operaia di Mutuo Soccorso d’Italia fondata il 12 ottobre 1848 e del Museo Storico del Mutuo Soccorso, l’assemblea plenaria di tutti i partecipanti alla Carovana sarà chiamata ad approvare il Manifesto dei mutualismi, che raccoglierà i risultati del percorso condiviso dei mesi precedenti. Clicca qui.

PFAS emergenza sanitaria mondiale: perché non ligure?

La Regione Liguria sottovaluta colpevolmente i costi umani (morti e malattie) e i conseguenti costi economici (cure mediche) derivanti dall’emergenza ambientale e sanitaria provocata dai tossici e cancerogeni PFAS.

Perciò al Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti chiediamo

Che, nell’immediato, disponga che l’Asl si attrezzi per effettuare a ciascun cittadino le analisi del sangue atte ad accertare e determinare la presenza di composti perfluorurati PFAS.

Che, in tempi brevi, programmi le indagini sanitarie collettive per dette analisi tramite campionamenti di sangue a beneficio della popolazione tutta, individuando progressivamente le fasce più a rischio (esempio lavoratori e gestanti) e i sottogruppi statistici dell’indagine epidemiologica (esempio età).

Che, contemporaneamente, predisponga affinchè Arpal esegua indagini ambientali con monitoraggi periodici tramite campionamenti delle acque di superficie e di falda, compreso acquedotti e impianti di depurazione, atte a determinare la presenza di dette sostanze perfluorurate.

Che, contemporaneamente, individui con le organizzazioni sindacali i settori produttivi per l’estensione delle indagini ambientali anche alle emissioni atmosferiche.

Le motivazioni di queste allarmate e urgenti rivendicazioni ambientali e sanitarie in merito ai PFAS sono compiutamente esposte ai giornalisti nella Conferenza stampa. Clicca qui

Restituire il diritto alla salute.

Tre anni dopo l’apparizione del Covid (e relativi oltre 4,3 miliardi per vaccini Big Pharma) restano ancora 178mila interventi chirurgici da recuperare, oltre a quasi un milione di screening oncologici e a 5 milioni di visite mediche da calendarizzare. All’emergenza si arrivò impreparati.  Quando si sottrae denaro al Servizio Sanitario pubblico e lo si sperpera regalandolo ai privati, non restano i soldi per pagare personale, esami e interventi, oltre naturalmente le cure.

E’ il dramma che sta rivivendo la sanità pubblica: mancano 29mila figure professionali, di cui 4.311 medici, non c’è una Regione che si salvi.  Nei Pronto soccorso della Sicilia mancano 372 medici (il 60% di quelli previsti dalle piante organiche), nel Lazio 375, circa il 40%, così come in Emilia-Romagna. In Piemonte ce ne dovrebbero essere 297 in più, in Calabria 90, in Friuli-Venezia Giulia 62, in Campania 420, in Puglia 200, in Veneto 232. Poi c’è la questione dell’ondata di privatizzazioni del servizio, con l’appalto a cooperative esterne. Ondata che è arrivata in Piemonte – dove le cooperative sono presenti in 17 ospedali –, nel Lazio, in Friuli-Venezia Giulia. E poi ancora Liguria, Emilia-Romagna, Veneto, Marche, Lombardia, Regione quest’ultima dove mancano tra i 450 e i 550 medici.

La sanità è solo formalmente gratuita per tutti, invece sempre più i cittadini, quelli che possono permetterselo, ricorrono alla sanità privata causa le interminabili liste di attesa: in media 1.700 euro a famiglia/anno. Il 5,2% dei nuclei familiari versa in disagio economico per le spese sanitarie; 378.627 nuclei (l’1,5%) si impoveriscono per le spese sanitarie e 610.048 (il 2,3%) sostengono spese sanitarie cosiddette “catastrofiche”. Il finanziamento per il Servizio Sanitario Nazionale previsto dalla nuova Legge di Bilancio nel 2023 non tiene nemmeno il passo dell’inflazione.

Superando torna dopo Ferragosto.

La redazione di «Superando.it» si prende alcune settimane di pausa. Riprenderà le pubblicazioni con regolarità dal 17 agosto, ma nel frattempo, naturalmente, lascia a disposizione dei Lettori e delle Lettrici  ampi archivi, sempre divisi per settore (Diritti – Autonomia – Salute – Lavoro – Studio – Sport e Turismo – Società) (continua…)

L’articolo 32 della Costituzione prevede il diritto alla salute quale pilastro fondamentale del sistema Paese.

La sanità è solo formalmente gratuita per tutti, invece sempre più i cittadini, quelli che possono permetterselo, ricorrono alla sanità privata causa le interminabili liste di attesa: in media 1.700 euro a famiglia/anno. Il 18mo Rapporto Sanità del Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità dell’Università di Roma Tor Vergata riferisce che il 5,2% dei nuclei familiari versa in disagio economico per le spese sanitarie; 378.627 nuclei (l’1,5%) si impoveriscono per le spese sanitarie e 610.048 (il 2,3%) sostengono spese sanitarie cosiddette “catastrofiche”. Il finanziamento per il Servizio Sanitario Nazionale previsto dalla nuova Legge di Bilancio nel 2023 non tiene nemmeno il passo dell’inflazione.

Fermare la privatizzazione della sanità e della salute.

Per la tutela del diritto alla Salute, per un Servizio Sanitario Nazionale e un sistema socio sanitario – pubblico, solidale e universale – a cui garantire le necessarie risorse economiche e organizzative ma soprattutto il personale: operatori e professionisti che possano realmente garantire il diritto alla cura di tutte e tutti, con salari adeguati, per contrastare il continuo indebolimento della sanità pubblica, recuperare i divari nell’assistenza effettivamente erogata, a partire da quella territoriale e dalle liste d’attesa, e valorizzare il lavoro di cura; serve, per questo, un piano straordinario pluriennale di assunzioni che vada oltre le stabilizzazioni e il turnover, superi la precarietà della cura e di chi cura; per garantire la salute e la dignità delle persone non autosufficienti; per la tutela della salute e sicurezza sul lavoro, rilanciando il ruolo dei servizi della prevenzione, ispettivi e di vigilanza. Avere una sanità pubblica vuol dire garantire le cure per tutte e tutti, in tutto il Paese, e fermare la privatizzazione della sanità e della salute.

Quattro milioni rinunciano alle cure.

Trovano i soldi per le armi ma: nel sistema sanitario pubblico è necessario attendere 720 giorni per una mammografia, 375 per un’ecografia, un anno per una TAC, 6 mesi per una risonanza magnetica. Per visite diabetologiche, dermatologiche o reumatologiche non si scende sotto i 10 mesi. Non va meglio per gli interventi chirurgici: in cardiologia e ortopedia bisogna attendere almeno un anno. Fino a 6 mesi per un intervento oncologico. (continua)

Cinque condizioni necessarie per difendere il Servizio Sanitario Nazionale.

Aggiornamento periodico e monitoraggio costante dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), eliminazione delle liste di attesa, diritto alla sanità digitale, garanzia di percorsi di cura e di assistenza dei malati cronici e rari e, in particolare, delle persone non autosufficienti, attuazione della riforma dell’assistenza territoriale: sono le cinque condizioni sottolineate dall’organizzazione Cittadinanzattiva, a tutela del Servizio Sanitario Nazionale, in sede di presentazione del “Rapporto civico sulla salute 2023”, inserita nella più generale iniziativa di mobilitazione “Urgenza Sanità” (continua…)

Referendum per la sanità pubblica e contro l’invio di armi in Ucraina.

Sono organizzati dal Comitato di Generazioni Future presieduto dal giurista Ugo Mattei e da influenti personalità del mondo accademico e culturale. 500mila firme entro luglio. I cittadini possono firmare ai banchetti organizzati nelle principali città italiane (clicca qui generazionifuture.org), ovvero presso gli uffici elettorali dei comuni di residenza, oppure digitalmente sulla piattaforma Itagile.it

Attraverso il primo quesito, in cui si denuncia il progressivo indebolimento della sanità pubblica in favore delle spese militari, si intende escludere le strutture private da alcuni piani sanitari territoriali e porre fine al conflitto di interessi nell’allocazione dei fondi pubblici per la sanità. Il secondo quesito è invece volto a cancellare le attuali basi giuridiche del trasferimento di armi in Ucraina. Con il terzo quesito, presentato dal Comitato Ripudia la Guerra, si vuole togliere all’Esecutivo il potere di derogare il divieto di esportazioni di armi ai Paesi coinvolti nei conflitti. 

Meloni garantisce l’immunità penale all’Ilva.

Creando leggi ad hoc a tutela dei gestori dell’industria inquinante benchè siano noti i gravi danni alla salute ed all’ambiente causati dalle emissioni del siderurgico, la conversione del decreto legge  rappresenta l’aggressione del governo allo stato di diritto ed alla giustizia italiana: priva i cittadini di Taranto  del principio di uguaglianza garantito dalla Costituzione, solleva lo Stato dall’obbligo di tutelare la salute dei propri cittadini, è l’ennesimo insulto alla memoria delle innumerevoli vittime dell’inquinamento e delle loro famiglie . Ma i cittadini non si arrendono a questa barbarie: clicca qui il Coordinamento Ambientale Taranto.

Italia prima in Europa per i tagli alla Sanità.

Tra il 2008 e il 2019  la spesa sanitaria pro capite è aumentata del 34,5% in Francia, del 40,1% nel Regno unito, dell’81,4% in Germania e solo del 15,4% in Italia. Appare quindi evidente che il problema è strutturale. Il Covid, è andato ad incidere su un sistema che già da anni scontava una situazione di sottofinanziamento, con liste d’attesa infinitecure non erogate e una carenza cronica di risorse umane. Basta guardare all’andamento della spesa sanitaria in rapporto al Pil che, sempre tra il 2008 e il 2019, in Italia si è ridotta dello 0,2%, passando dal 6,6% al 6,4%. Nello stesso lasso di tempo, Francia, Germania e Regno Unito, invece, l’hanno aumentata in media di quasi due punti percentuali, portandola, nel 2020, su valori pari o superiori al 10%.

“Le politiche di contenimento della spesa sanitaria condotte attraverso i Piani di rientro regionali e aziendali e la spending review”, attesta la Corte dei Conti,  “sono state nel corso del decennio passato assai efficaci”. I governi di ogni colore che si sono succeduti hanno scelto di tagliare quelle che ritenevano, evidentemente, uscite superflue. Clicca qui.

Il collasso della sanità viene da lontano.

Tra ospedale e territorio mancano più di 20 mila medici, 4.500 nei pronto soccorso, 10 mila nei reparti ospedalieri, 6 mila medici di medicina generale”. Mentre un parlamentare o un ministro sono in grado di spendere magari ventimila euro in una clinica e senza il bisogno di sorbirsi tre-sei mesi in lista d’attesa, la sanità è al collasso, falcidiata da tagli e inflazione, medici e infermieri costretti a turni massacranti e ridotti allo stremo, i bilanci risicati delle aziende ospedaliere non riescono neppure a fare fronte alle richieste di materiale sanitario e di nuove tecnologie, insomma anche questo governo è indirizzato a favorire la sanità privata.

A svendere la sanità sono state le controriforme del ‘92 e del ‘99 targate Pd nelle quali sono state protagoniste l’Emilia Romagna (che sul campo anticipò le Aziende prima della legge) e la ministra Bindi alla quale dobbiamo la creazione della vera “seconda gamba”, cioè una sanità privata che non si limita ad essere integrativa ma che è autorizzata, per legge, a sostituire quella pubblica. Contro il riproposto modello di controriforma neoliberista, clicca qui Il Manifesto.

Il ghetto per anziani non autosufficienti.

In continuità con Draghi, il governo Meloni ha approvato il Disegno di Legge Delega sulla Non Autosufficienza, ovvero il DdL Delega sulle “Politiche in favore delle persone anziane”, che è in realtà una controriforma epocale che esclude dalle cure sanitarie e socio-sanitarie i malati cronici non autosufficienti (per ora anziani, ma con prevedibile estensione a tutti coloro che sono giudicati assimilabili). Si tratta di un testo inaccettabile per le persone malate non autosufficienti e le loro famiglie: un provvedimento che – se approvato – non concederà un solo nuovo diritto alle persone anziane malate croniche non autosufficienti (e alle persone con disabilità grave) e, anzi, sottrarrà clamorosamente diritti a queste categorie di italiani, emarginandole rispetto ai servizi cui hanno diritto gli altri cittadini, in violazione della Costituzione. Clicca qui  il Coordinamento per il Diritto alla Sanità per le Persone Anziane malate e non autosufficienti – CDSA.

Non siamo nelle condizioni fisiche di poter scendere in piazza.

Siamo coloro che si sono ammalati a causa dell’inquinamento, i primi a subire sulla nostra pelle le sue conseguenze. Abbiamo tutti subìto il trapianto di midollo osseo in seguito alla diagnosi di Leucemia e, chi più chi meno, sono anni che lottiamo per sopravvivere. Ovviamente di Leucemia ci si ammala ovunque ma qui a Taranto i numeri sono da strage. Per non parlare dei bambini.

Abbiamo deciso di aderire al Coordinamento Tarantocontrastare la recente decisione del Governo di dare nuovamente l’immunità penale a chi gestisce l’ex Ilva. Non siamo nelle condizioni fisiche di poter scendere in piazza a protestare e l’unico modo che abbiamo è unirci simbolicamente alla mobilitazione, firmando i comunicati come è già stato fatto o inviando dei messaggi sui nostri profili social che sono ormai la nostra finestra sul mondo, esprimendo quella che è la nostra posizione Per questo invitiamo la cittadinanza a partecipare con noi.

Non avrei messo al mondo mio figlio.

Una delegazione del Coordinamento Taranto che si batte contro il nuovo scudo penale concesso all’ILVA ha incontrato il Prefetto di Taranto. Nell’incontro ha parlato una mamma affetta da una grave leucemia: Se io potessi tornare indietro non avrei messo al mondo mio figlio in queste condizioni per la paura che si ammali. Continua qui la sua testimonianza. Il Prefetto si è avvicinato e le ha dato la mano. E’ stata accompagnata anche dalla Digos giù fino all’auto. Aveva le gambe deboli e malferme. I giornalisti hanno chiesto una dichiarazione, lei ha abbassato il finestrino e ha parlato, rilasciando la sua testimonianza di portavoce dei pazienti del suo reparto. Poi l’auto si è allontanata fra due ali di manifestanti che la applaudivano.

II governo ripristina l’immunità penale con un nuovo decreto salva-ILVA.

Ripristinando con decreto legge lo scudo penale per l’ILVA di Taranto, questo governo tocca il fondo del cinismo. Un cinismo che non è mai mancato ai governi precedenti ma che oggi, dopo la sentenza di Ambiente Svenduto, suona come una dichiarazione di guerra alla magistratura. Questo governo dimostra indifferenza alla vita e ostilità alle leggi che tutelano l’ambiente e la salute. Invece di portare speranza e conforto nelle case degli ottomila malati di cancro a Taranto, porta l’annuncio di un terribile nuovo decreto che molti interpreteranno come una nuova infausta condanna. Continua su https://www.peacelink.it/ecologia/a/49323.html

Insufficiente l’argine europeo ai Pfas negli alimenti. E nei farmaci?

l rischio non è circoscritto ai lavoratori e ai cittadini limitrofi alle produzioni, esempio Solvay di Spinetta Marengo. Infatti i cibi, frutta, verdura, latte, uova, pesce, crostacei, molluschi bivalvi, carne di animali d’allevamento e selvatici, eccetera, possono essere contaminati da Pfas sia da terreni e acque inquinate utilizzate per coltivarli, sia dall’uso diretto di materiali (durante la lavorazione) e di imballaggi contenenti Pfas a contatto con gli alimenti. Infatti i Pfas sono utilizzati per rivestimenti antimacchia e resistenti all’acqua per tessuti e tappeti, rivestimenti resistenti all’olio per carta e cartone, materiali a contatto con gli alimenti, lucidanti per pavimenti, formulazioni di insetticidi, schiume antincendio ecc.

La Commissione europea Efsa ha concluso che i perfluoroalchilici, chiamati anche “sostanze chimiche per sempre” o “eterne”, in quanto la loro composizione chimica tossica e cancerogena non ne consente la degradazione, causano danni sullo sviluppo del feto, sul colesterolo, sul fegato e sul sistema immunitario nonché sul peso alla nascita ecc., stabilendo una dose settimanale tollerabile della somma delle sostanze pari a 4,4 nanogrammi per chilogrammo di peso corporeo a settimana. Si tratta di norme poco efficaci, che scontano il limite che ci sono pochi laboratori in Europa in grado di svelare la presenza di quantità più piccole di PFAS, ma già nocive prima dell’accumulo.

Infine, riferendosi ai prodotti di consumo, Isde Medici per l’Ambiente ci informa sulla stesura di un capitolo che rivela che “ci sono un centinaio di farmaci anche di uso comune, come antidiabetici e gastroprotettori che sono pfas; addirittura l’unico farmaco per la fibrosi cistica è una pfas (ha un giro d’affari solo negli USA è di 5,6 miliardi di dollari). Un sacco di articoli che i medici usano quotidianamente (protesi foli di sutura macchine per la respirazione artificiale e l’anestesia) contengono pfas”.

Niente libertà senza giustizia sociale e niente giustizia sociale senza libertà.

«L’inclusione sociale delle persone con disabilità continua a restare una ferita aperta e mi riferisco ai diritti inalienabili di milioni di persone alle quali occorre, urgentemente, assicurare l’assistenza sanitaria e sociale, il diritto a una vita indipendente e, più in generale, ad essere inclusi nella società, con tutte le opportunità di cui godono gli altri cittadini e cittadine»: lo scrive Salvatore Cimmino, commentando la notizia della condanna a quattro mesi di otto persone con disabilità, per avere manifestato in difesa dei propri diritti (continua…)