Premio ONU alla famiglia Benetton. Oltraggio alle Vittime.

I Benetton, dopo avere letteralmente spremuto senza manutenzioni  le autostrade italiane in concessione, che hanno all’attivo due tragedie come quella di Avellino e Genova, assumono ora il ruolo di filantropi. Alessandro Benetton ha ricevuto dalle mani del segretario ONU, Antonio Guterres, il Global advocate of the year 2023“, per la dedizione e leadership nella promozione di politiche sostenibili (tre miliardi di euro investiti nella sostenibilità per indirizzare il processo di decarbonizzazione del trasporto aereo mondiale) in qualità di presidente di Edizione Spa, una delle principali holding europee”. Edizione, che racchiude i patrimoni dei quattro rami della famiglia Benetton, è la storica cassaforte attraverso cui la famiglia di Treviso per anni ha controllato Atlantia, holding che a sua volta era azionista di maggioranza di Autostrade per l’Italia (Aspi). Dopo aver annunciato l’avvio di una procedura di revoca della concessione, il governo italiano si è ricomprato Aspi, attraverso una cordata guidata da Cassa depositi e prestiti, liquidando i Benetton con oltre otto miliardi di euro. A Genova, al processo, i Benetton neppure sono imputati.

Ponte Morandi, la strage ancora in attesa di giustizia: 182 udienze, per 58 imputati e 170 testimoni. La sentenza (forse) nel 2024.

Commentano i famigliari dei 43 morti del crollo del ponte Morandi: “La risonanza  del premio Onu stride come il rumore del cemento frantumato del ponte  sotto il peso degli utili stellari. Nessun premio, nessun riconoscimento potrà cancellare quello che è stato, sarebbe necessario molto di più, sarebbe necessario che la Giustizia italiana liberasse definitivamente il vaso di Pandora che è stato aperto dalla tragedia del ponte Morandi, ma purtroppo questa via al momento sembra sbarrata”. Clicca qui.

 

Premio Attila 2018.

Il procuratore capo di Genova, Nicola Piacente, alla fine della manifestazione  del 14 agosto 2023 ha ammesso : “Bisogna essere chiari, le ipotesi più datate di omissione di atti d’ufficio e falso sicuramente andranno in prescrizione. Ci sono lungaggini di carattere procedurale che possono portare all’estinzione dei reati“. Tradotto vuol dire che almeno una parte dei  reati che hanno portato alla morte di 43 persone è destinata a non essere mai punita. I tempi richiesti da un’indagine iper-complessa (due incidenti probatori, quasi sessanta terabyte di materiale informatico raccolti) e da un processo con 58 imputati e oltre duecento parti civili sono troppo lunghi per sfuggire del tutto alla mannaia della prescrizione (anche senza che Nordio ci metta lo zampino col modello Cirielli-Orlando)Ma con o  senza prescrizione la famiglia Benetton non aveva  penalmente nulla da temere.

Il “Premio Attila” Benetton sapeva del rischio di crollo del ponte Morandi.

Gilberto Benetton sapeva del Ponte Morandi a rischio: è la dichiarazione al tribunale di Genova di Gianni Mion, per 30 anni l’uomo di fiducia al vertice delle holding Edizione e Atlantia. Secondo l’ex manager, i vertici di Autostrade per l’Italia (Aspi) e di Atlantia conoscevano il “difetto di progettazione”. Ne parlarono in una riunione con il fondatore del gruppo – Gilberto – e l’amministratore delegato di Aspi Giovanni Castellucci (oggi imputato). Un incontro “memorabile”, per Mion, che partecipò “terrorizzato” ma silente: “Avrei dovuto fare casino, ma non l’ho fatto. Forse perché tenevo al mio posto di lavoro”, ha ammesso in udienza.

Benetton: più che meritato il Premio Attila.

Aggiorniamo le motivazioni che accompagnarono la votazione per il 2018 del Premio Attila che incoronò la famiglia Benetton. Se clicchi “Più utili, meno manutenzioni. La carta che inguaia i Benetton” apprendi l’informativa inedita (che sarà discussa nelle prossime settimane al processo) che mostra le impressionanti scelte orientate sistematicamente a tagliare sempre di più i costi di manutenzione e a incassare sempre più ricchi dividendi; dunque come ancora  nel 2017 si sono spartiti 2,6 miliardi di euro, mentre -in continuità con gli anni precedenti- le spese di manutenzione  erano ulteriormente diminuite. Anzi, il flusso di denaro non si interrompe di fronte alla strage di Genova: l’anno dopo Atlantia ai quattro rami della famiglia Benetton distribuisce oltre 220 milioni.

La Rassegna dei Premi Attila dal 2004 (pagine 176) è disponibile a chi ne fa richiesta.

Grazie a chi i Benetton invece di pagare hanno riscosso.

Per il crollo del ponte Morandi (costato la vita a 43 persone il 14 agosto 2018) la holding Atlantia, controllata dalla famiglia Benetton, è stata “punita” comprandole a prezzo più che pieno (8,2 miliardi) la concessionaria Autostrade per l’Italia anziché con la revoca della concessione che era nei voti del governo gialloverde guidato da Giuseppe Conte e, notate, della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. L’osceno regalo è stato imposto a Conte, che ha eseguito in silenzio, dalla ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli (oggi capolista del Pd per la Camera a Piacenza) e dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, oggi sindaco di Roma. Mentre Luigi Di Maio, l’uomo che suggeriva a Conte di obbedire a De Micheli, è candidato con il Pd all’uninominale di Napoli-Fuorigrotta. All’origine di tutto ci sono le elezioni del 2006, vinte di misura dall’Ulivo di Romano Prodi. In quella tornata la società Autostrade è il principale finanziatore dei maggiori partiti: 150 mila euro ciascuno ai Ds, alla Margherita, al Comitato per Prodi, a Forza Italia, alla Lega Nord, a Alleanza nazionale e all’Udc di Pier Ferdinando Casini candidato PD a Bologna e Bruno Tabacci candidato nell’uninominale per il Pd a Milano. Continua con Andrea Martella capolista per il Pd al Senato nella circoscrizione Veneto 1, Matteo Salvini,  Matteo Renzi, Graziano Delrio, Enrico Letta e compagnia bella.

Quanto hanno guadagnato i Premi Attila Benetton dalla vendita di autostrade allo Stato.

La plusvalenza realizzata con la cessione al consorzio capitanato da CDP è di ben 5,31 miliardi di euro. tutto messo nero su bianco nella semestrale di Atlantia – per la famiglia di magliari veneti, che possiede il 30% della holding, il guadagno pro-quota sfiora 1,8 miliardi…  La beffa per lo Stato. Ha restituito ad Atlantia tutti i soldi incassati dalla privatizzazione

La notizia è passata sottotraccia, quasi fosse una questione di ordinaria amministrazione. Ma qui di ordinario c’è ben poco (continua)

Autostrade per l’Italia sguscia via dal processo del Ponte Morandi.

Con un patteggiamento di quasi 30 milioni di euro, già accettato dalla Procura di Genova, Autostrade per l’Italia si prepara a uscire dal processo per il crollo del Ponte Morandi. Con questa mossa la società scongiura guai peggiori, in caso di condanna in dibattimento: sanzioni che potevano arrivare fino al commissariamento o addirittura all’interdizione dei rapporti con lo Stato. L’ Aspi (ex Benetton) esce dal processo e non rende vita semplice agli ex dipendenti imputati, a cominciare dall’ex ad di Atlantia e Aspi Giovanni Castellucci,

Ponte Morandi, con Draghi siamo ancora un paese normale?

A proposito di “metodo Genova”,  con Autostrade per l’Italia, lo Stato rischia di perderci due volte perché dopo la tragedia del Ponte Morandi non solo si accinge a sborsare fior di miliardi alla Atlantia della famiglia Benetton per comprare la concessionaria prima che il processo faccia chiarezza sulle sue responsabilità nel crollo. Ma rischia pure di essere esposto al pagamento dei risarcimenti dovuti in caso di condanna della stessa. Lo scrive la Corte dei Conti al ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, che aveva sottoposto alla magistratura contabile l’atto transattivo sottoscritto dal governo con Aspi per chiudere il contenzioso aperto dopo la tragedia, ricevendo come risposta una sonora bacchettata, per non dire una bocciatura. “Il crollo del Morandi avrebbe dovuto imporre allo Stato un rigore esemplare nel punire chi, per avidità, ha consentito quella tragedia. Invece siamo di fronte ad accordi poco trasparenti tra chi ha la responsabilità del crollo e lo Stato.” è il commento del senatore di Alternativa Mattia Crucioli “In un Paese normale, i vertici di un ministero che mente su una cosa come questa sarebbero costretti a dimettersi. Se poi mentissero per nascondere accordi lesivi per lo Stato, il loro operato sarebbe oggetto di attenzione da parte della magistratura. Vediamo se dopo la cura Draghi siamo ancora un Paese normale”. Clicca qui.

L’ipocrisia del governo e della politica dopo la strage del Ponte Morandi.

Le privatizzazioni e i regali ai Benetton nel commento di Maurizio Acerbo.

 Nell’anniversario della strage del Ponte Morandi ci indigna l’ipocrisia del governo e della politica. Con quale faccia promettono giustizia i rappresentanti di un governo che ha premiato i Benetton e gli altri azionisti di Atlantia ricomprando le loro azioni invece di riprendersi la concessione?
Con quale faccia si fingono commossi i responsabili della privatizzazione delle autostrade e delle regole tutte a favore della concessionaria privata che non ha garantito la manutenzione e la sicurezza del ponte?
Il Presidente Draghi non si è presentato a Genova perchè ben ricorda quando si occupava delle privatizzazioni al Ministero del Tesoro?
Gli esponenti del centrosinistra portano la responsabilità politica della privatizzazione, quelli della destra di aver poi confezionato norme scandalosamente a tutela di Benetton.
Ricordo che la responsabilità della privatizzazione fu dei governi Prodi e D’Alema e che con il governo berlusconi IV fu approvata con legge la vergognosa clausola che ha garantito ai Benetton il diritto a un indennizzo in qualunque ipotesi di scioglimento del rapporto concessorio.
Il parere dei giuristi del gruppo di lavoro istituito dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti diceva a chiare lettere che ASPI era inadempiente rispetto agli obblighi di custodia, restituzione e manutenzione previsti dal codice civile e dalla convenzione, sottolineava che la gravità di tali inadempimenti, e che lo Stato aveva “il potere di risolvere autonomamente la concessione”.
I giuristi mettevano in guardia dal contenzioso – in cui il concessionario avrebbe potuto fasi forte dell’approvazione con legge della Convenzione e della clausola berlusconiana – ma comunque ritenevano che non vi fossero le condizioni per cui il concessionario potesse ottenere facilmente un forte indennizzo. La via perseguita dai governi Conte e Draghi è stata quella di tutelare il rating della società concessionaria più che gli interessi della Repubblica Italiana.
Come Rifondazione Comunista rivendichiamo di esserci opposti fin dall’inizio alla privatizzazione delle autostrade e finchè siamo stati in parlamento di aver contestato la mancanza di controlli e convenzioni tutte a favore dei privati.

Maurizio Acerbo

La “punizione” per il crollo del ponte Morandi garantisce miliardi ai Benetton.

Nello sfondo dei 43 morti del crollo del ponte Morandi, la vicenda Autostrade si chiude con l’uscita dei Benetton, cioè con il pasticcio del governo  che risolve di  premiare anziché punire la gestione targata Atlantia responsabile del disastro secondo gli stessi  esperti del ministero oltre che per la Procura di Genova e i familiari delle Vittime che protestano vivacemente. Clicca qui.

Autostrade, il governo inganna gli italiani e favorisce gli speculatori.

La vicenda Autostrade si è risolta in un maggiore esborso a carico degli italiani, i Benetton accollano ai risparmiatori italiani i loro debiti e gli oneri di ristrutturazione delle autostrade da loro lasciate cadere in rovina,  insomma non solo non perdono nulla, anzi guadagnano anche l’occasione di entrare in una società di maggior respiro. Clicca qui Paolo Maddalena(Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale).

Benetton United colors of predator.

A ruota di FCA, anche Benetton chiede 1,8 miliardi di finanziamenti a totale garanzia dello Stato. Eppure al gruppo Atlantia (che controlla Autostrade per l’Italia guadagnando 10 miliardi di dividendi) è stata revocata la concessione dopo il crollo del ponte Morandi, la cui ricostruzione è interamente pagata dallo Stato. Clicca qui il commento di Marco Bersani.

Crollano le scuole e i ponti ma si sprecano altri soldi per nuove “grandi opere”.

Sono 113, clicca qui,  le gallerie incriminate dal Consiglio superiore dei lavori pubblici come prive di sicurezza, compresa la galleria Bertè sulla A26 dove sono crollate due tonnellate di cemento.  Nella mappa invece sono tracciati i viadotti a rischio in Italia (praticamente tutti). I principali proprietari delle autostrade sono: Gavio (A6, A10, A12),  Benetton (A26, A3,A16, A14, A1) e Toto (A24), i quali sono responsabili delle manutenzioni e dei crolli. I responsabili delle manutenzioni e dei crolli delle scuole sono invece i governi (locali e nazionali). Negli edifici scolastici si registra un crollo ogni tre giorni di scuola; 276 dal 2013; nell’anno scolastico 2018-2019 si contano 70 episodi di crolli di cui 29 al Nord (soprattutto Lombardia), 17 al Centro (in testa il Lazio) e 24 al Sud (prima la Campania) che hanno provocato il ferimento di 17 studenti. Cosa si aspetta a varare un piano straordinario di investimenti per mettere in sicurezza e ristrutturare gli edifici scolastici? Questo sì che sarebbe una grande opera utile! Invece, per nulla pentiti del via a Tav Valsusa e Tav Terzo Valico, perfino i Cinquestelle esultano per i miliardi di altre “5 grandi opere buone” senza calcolarne i benefici: clicca qui l’analisi di Marco Ponti.

La Corte dei Conti: inequivocabili le responsabilità del doloso crollo del ponte Morandi.

Profitti alti e investimenti minimi. Il “Comitato nazionale per la gestione pubblica delle autostrade” ribadisce:  revoca di Autostrada Italia dei Benetton, restituire i beni pubblici sottratti ai cittadini negli ultimi 30 anni, ritorno delle autostrade in concessione  alla gestione pubblica. Clicca qui Giorgio Ragazzi.

Clicca qui Autostrade, un altro pezzo di galleria in A26 si è staccato 

Nell’Italia dei ladri e degli inquinatori vanno in galera i pacifisti.

Prima di una galleria e di un ponte anche gli atei si fanno il segno della croce. Benetton si dichiara “parte lesa” e chiede -lui- i risarcimenti dallo Stato. I Riva si sono ingozzati con l’Ilva. La mafia si rimbocca le maniche per il Tav. E in galera chi ci va? Nicoletta Dosio che impugna uno striscione in una manifestazione pacifica: sblocco  per 40 minuti di un casello che ha inferto alle autostrade (proprio ai miliardari!) un danno di… ben 700 euro per mancato introito dei pedaggi. Ma 49 milioni di euro truffati dalla Lega saranno restituiti (?) in… 80 anni. Garzia presidenziale a Bossi. Ai pacifisti un anno di galera, neppure un minuto per bancarottieri e grandi evasori e per gli avvelenatori di Eternit, Solvay, Ilva eccetera. Vergogna. Manifestazioni in tutta Italia.

Clicca qui Paolo Frosina e Sarah Buono “A26. Crolla il soffitto di una galleria: nuovo caso per i PM”. “La prof No Tav finisce in cella a 73 anni”.

Clicca qui Sandra Amurri: “Taranto, mancano i pediatri per i bambini malati di tumore”

Clicca qui Nicoletta Dosio “Contro l’ingiustizia la resistenza è un dovere”.

Clicca qui Pennatagliente: Fanno i danni e pretendono di essere risarciti.

Clicca qui le manifestazioni contro l’arresto di Nicoletta Dosio e altre iniziative NoTav in Valsusa.

Crollano i ponti autostradali ma non i Benetton e i Gavio che li gestiscono.

Prima di avventurarsi sui viadotti ormai gli autisti si fanno il segno della croce, o altri gesti. Le due dinastie invece sono salde come rocce. Infatti sono vincitrici, a furor di popolo, degli ambìti Premi Attila. L’ultimo l’ha meritato la famiglia Benetton: clicca qui.  E’ più vecchio il Premio Attila per i Gavio (clicca qui)  perché fu dedicato  al capostipite, perciò alleghiamo un aggiornamento riferito agli eredi: clicca qui.  

Via i Benetton dalle Autostrade. Nazionalizziamole.

Neanche lo scandalo dei report truccati basterà a togliergli le concessioni?  Il Pd adesso sembrerebbe disponibile alla revoca, ma – udite, udite… – solo per il tratto genovese della A10! Cioè, tu metti a rischio consapevolmente la vita di milioni di utenti autostradali (le irregolarità emerse non riguardano solo la Liguria, ma anche altre regioni) ed io ti dò un buffetto! Una posizione che grida vendetta. Clicca qui Leonardo Mazzei.

Il vincitore del Premio Attila per il crollo anche dell’Alitalia.

Dopo il crollo del Ponte Morandi, di cui il 14 agosto si celebra l’anniversario e per il quale la famiglia Benetton era stata insignita del Premio Attila (clicca qui). All’indomani della tragedia (43 morti), il Vicepremier Di Maio aveva garantito -entro il primo anniversario-  il ritiro delle concessioni autostradali ai Benetton (Atlantia).  Lo stesso Di Maio fino a ieri  ha definito Atlantia “Un’azienda decotta che farebbe perdere valore ad Alitalia”. Oggi i Benetton sono  addirittura tornati in ballo come probabili azionisti della compagnia di bandiera. Si misura l’ipocrisia politica e morale di Di Maio.

Premio Cemento Armato 2019.

Per aver  realizzato il potenziamento e l’ampliamento degli impianti sciistici da discesa del Monte Acuto e dell’impianto di risalita a fune Caprile – Rifugio Le Cotaline: impianti  a 1400 metri di altezza e a 50 km dal mare! continua a leggere

Quest’anno il voto per  il Premio Attila  indetto dal Movimento di lotta per la salute Maccacaro, invece ha coronato Matteo Salvini per la Sezione Pace e la Famiglia Benetton per la Sezione Ambiente: clicca qui.   

Il “Premio Attila 2018” a Salvini e Benetton.

L’edizione 2018 del Premio è stata curata dal “Movimento di lotta per la salute Maccacaro” sezione di Genova.

Il voto si è svolto tramite la “Rete Ambientalista – Movimenti di Lotta per la Salute, l’Ambiente, la Pace e la Nonviolenza”.

Clicca qui il diploma.