“La rivoluzione della cura” è in libreria.

Come in un tempo sospeso, in questi ultimi quindici anni siamo passati da una crisi finanziaria a una crisi climatica, da una pandemia a una guerra, senza soluzione di continuità. Ciascuna di queste crisi viene raccontata come priva di contesto, come episodio a sé stante, senza antecedenti né causalità. Sembra di vivere dentro un eterno presente fatto di emergenze a cui rispondere, con l’angosciante sensazione che quella attuale non sarà l’ultima e che sembra essersi innescato un circolo vizioso, senza via d’uscita.
È giunto il momento di guardare la luna oltre il dito e ricostruire una chiave di lettura delle crisi multiple del capitalismo: se lette come insieme concatenato rivelano che la sua ferocia è dovuta alla propria intrinseca debolezza.

Dalle api segnali di un pianeta in pericolo.

“Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”. (Albert Einstein).

Le api, queste straordinarie creature che abitano il Pianeta da oltre 100 milioni di anni, costituiscono il filo conduttore per raccontare diverse sfide ecologiche come quelle della riduzione della biodiversità, del cambiamento climatico, della degradazione del suolo e della transizione energetica. Quando la specie più presuntuosa del Pianeta mette mano al corso della natura provoca gravi danni, alterando la possibilità di sopravvivenza dei non umani, come gli impollinatori, senza comprendere che in realtà si tratta di un ecocidio autodistruttivo. Paradossalmente l’agricoltura, che è una delle attività più strettamente dipendenti da una biosfera sana, è una delle maggiori cause di cambiamenti irreversibili e, quindi, insostenibili come il riscaldamento globale e l’estinzione degli impollinatori da cui trae giovamento e ricchezza. L’impiego massiccio di energie fossili, la distribuzione di veleni come i pesticidi (sono persistenti, tossici e bioaccumulabili), la perdita della fertilità, nelle monocolture di vegetali selezionati per soddisfare esigenze economiche (es.: gli organismi modificati geneticamente), sono alcune delle principali cause di un sistema di produzione alimentare ecologicamente insostenibile. Non c’è più tempo, non possiamo permetterci di sprecare risorse economiche come quelle dedicate alla produzione degli agro-carburanti (mais coltivato per ottenere metano, il biogas) e alle piante modificate geneticamente (es.: quelle rese resistenti agli erbicidi); bisogna fare un passo indietro nel modo di gestire le risorse naturali. Una specie può prosperare solo se godono di salute tutte le altre, dobbiamo sposare questo principio.

Il libro di Giuseppe Zicari, “Agricoltura chimica e impollinatori: segnali di un Pianeta in pericolo. Il biomonitoraggio con le api”, prova a raccontare una visione diversa del Mondo che stiamo costruendo (pardon: distruggendo), una storia piena di retroscena e colma di pericoli sottovalutati. Il file PDF è scaricabile su https://sites.google.com/site/zicari73/, mentre il libro cartaceo è acquistabile su https://www.youcanprint.it/store.

L’impatto climatico dell’industria navale.

La posizione di 12 associazioni e comitati di alcune città portuali  sui 500 milioni che andranno agli armatori per assicurare migliori performance ambientali e un significativo abbattimento delle emissioni delle navi, anche nei porti. Le  soluzioni  controverse proposte nel Decreto governativo che non rappresentano uno strumento efficace per una vera transizione ecologica del settore. Come corollario di questo decreto sarà fondamentale che il Governo attivi l’incremento dei controlli sulle emissioni navali anche ai camini, i monitoraggi dell’aria nei porti, il divieto di utilizzo dell’olio combustibile pesante (HFO), i limiti d’accesso alle navi più inquinanti nei porti.

Una Terra per tutti – Una guida per la sopravvivenza dell’umanità.

Beppe Grillo ricorda che celebriamo nel 2022 il cinquantenario dello storico rapporto al Club di Roma  I limiti alla crescita, e chiede innanzitutto che dobbiamo  rivendicare l’italianità del Club di Roma, che il Club di Roma torni dalla Svizzera in Italia. Qui, nel 1972 quel libro infatti svegliò il mondo sul rischio di continuare a raddoppiare l’espansione materiale delle attività umane fino a superare i limiti ecologici planetari. 

Lunedì 28 novembre  il Club di Roma presenterà al CNEL di Roma il suo nuovo progetto e rapporto Una Terra per Tutti – Una guida per la sopravvivenza dell’umanità. Questo rapporto, preparato in dieci anni da un collettivo internazionale di scienziati, analizza con un nuovo modello di simulazione al computer la problematica già affrontata da I limiti alla crescita nel 1972: con quale economia e con quale società la Terra può ospitare una popolazione mondiale crescente senza superare i limiti ecologici planetari? Continua qui a leggere Beppe Grillo.

E di persona appuntamento con Beppe Grillo a febbraio: clicca qui.

La delusione del COP 27.

Non abbiamo parole, si è parlato di tutto, ma l’azione per ridurre l’aumento della temperatura terrestre, questione base per la sopravvivenza delle prossime generazioni, è stata trattata solo marginalmente Alla vigilia del COP 27, il vertice delle Nazioni Unite sul clima, che si è appena concluso a Sharm el-Sheikh, in Egitto, noi di Ecoitaliasolidale avevamo già espresso il timore di assistere ancora una volta a promesse vacue, rinvii di decisioni importanti, come in tante altri summit sul clima che si sono svolti nel passato “Auspicavamo che durante lo svolgimento della COP si potesse giungere finalmente a decisioni efficaci e condivise da tutti, in particolare sulla mitigazione climatica. Abbiamo ribadito come proprio gli scienziati ci stanno informando che stiamo per superare la linea rossa, quella del non ritorno, quella di un clima sempre più rovente e violento, portando la nostra specie verso la tanto temuta “Estinzione di massa”, per l’esattezza la Sesta… in effetti a Sharm el Sheikh, dopo due settimane di trattative, la COP27 si è conclusa con un quasi fallimento e con piccoli ed insufficienti passi in avanti.”

Il documento finale approvato alla Cop27 di Sharm el-Sheikh salva l’obiettivo di mantenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi dai livelli preindustriali, il risultato maggiore della Cop26 di Glasgow l’anno scorso. Va comunque segnalato che il grado e mezzo in più a partire dall’era

Doveva essere un pianeta ricco di vita, peccato che sia finito in questo stato… Sembrerebbe che la colpa di ciò sia dovuta ai suoi abitanti che per la loro cecità mentale non hanno mai voluto capire il fenomeno del riscaldamento planetario, nonostante le varie COP sul clima, come quella del Cairo… preindustriale è stato quasi raggiunto, per cui sarebbe più logico parlare di non superare i + 2,5 gradi… Un risultato minimo è stato comunque raggiunto: il via libera a un fondo per il Loss and damage, i soldi a cui attingere per rimediare ai danni e alle perdite causate dal clima nei Paesi in via di sviluppo più vulnerabili agli eventi meteorologici estremi. Si è sottolineata l’importanza della transizione alle fonti rinnovabili e si è auspicata l’eliminazione dei sussidi alle fonti fossili. Ma il documento chiede soltanto la riduzione della produzione elettrica a carbone con emissioni non abbattute, non l’eliminazione e poi siamo ancora nella logica della “buona volontà” dei Paesi e non nell’impegno obbligatorio. La Cop27 riconosce che per non superare l’obiettivo di 1,5 gradi è necessaria una riduzione delle emissioni del 43% al 2030 rispetto al 2019. Con gli impegni di decarbonizzazione attuali, tuttavia, il taglio di emissioni sarebbe solo dello 0,3% al 2030 rispetto al 2019. Quindi nessuna decisione certa, rapida e sostenibile per l’uscita dai combustibili fossili. Lo stesso problema del mare e del suo inquinamento, come l’aumento del 30% dell’acidità in pochi anni, la diminuzione del 20% delle barriere coralline, l’aumento della temperatura, la perdita di biodiversità, non ha ricevuto adeguati provvedimenti e risposte. by Piergiorgio Benvenuti

Maurizio Pallante al Reggio Calabria Film Fest.

Si parla di Cambiamento climatico con Maurizio Pallante al  Green Talk organizzato in collaborazione con SAVE YOUR GLOBE per il Green Day della XVI edizione del Reggio Calabria Film.  Il talk show condotto da Elena Presti presso il Waterfront cittadino e patrocinato dall’Ordine provinciale dei dottori agronomi e dei dottori forestali e da SEquS, si intitola “Cambiamento climatico e transizione ecologica – Ultima chiamata” e prende spunto proprio dal libro “Ultima chiamata” del prof. Maurizio Pallante. Libro  sarà presentato per l’occasione alla presenza dell’autore, noto per le numerose pubblicazioni a tema economico, sociale ed ambientale e per essere stato il fondatore del Movimento della decrescita felice.  Clicca qui.

Mentre il Po evapora sotto i nostri occhi, il G7.

L’Agenzia internazionale dell’energia (espressione degli stessi paesi industrializzati dell’Ocse) è categorica: per avere una qualche speranza di contenere l’incremento della temperatura globale sarebbe necessario non estrarre un grammo di carbone e una goccia di petrolio, ovvero è necessario azzerare da subito qualsiasi nuovo investimento in combustibili fossili. Invece il “Club del clima” del G7 va in direzione esattamente opposta: riattivazione di centrali a carbone e sostegno pubblico a nuovi investimenti nel settore del gasAnzi, i primi 12 gruppi petroliferi al mondo (tra cui l’ENI) si avviano a spendere 100 milioni di euro al giorno da qui al 2030 per sviluppare nuovi giacimenti di gas e petrolio.

Fridays for future: governo sordo cieco e muto davanti alla siccità.

L’esecutivo era stato avvisato da marzo che avremmo  vissuto una delle siccità peggiori di sempre, complice la crisi climatica, ma non ha fatto nulla, impegnato nel Pitesai (Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee) e nel TAV che, oltre ad avere un bilancio climatico devastante, porterebbe alla perdita di decine di miliardi di litri d’acqua di falda, corrispondenti al fabbisogno idrico annuo di una città di 600.000 abitanti, e anche nel collocare l’Eni nel più grande progetto al mondo di gas naturale liquefatto (Gnl) in Qatar, una bomba climatica.

Di conseguenza i razionamenti d’acqua saranno all’ordine del giorno se il governo non affronterà  il problema alla radice e continuerà  a pensare alla crescita economica come dogma assoluto. Invece deve efficientare la rete idricafare delle  fonti rinnovabili  il pilastro del nostro sistema energetico, puntare al  totale ripensamento del settore alimentare che porti a prediligere gli alimenti vegetali non destinati agli allevamenti animali. Clicca qui.

Il Piano di emergenza energetica e climatica

All’assemblea annuale di “Elettricità Futura” il ramo di Confindustria che rappresenta il gotha delle imprese elettriche italiane, proposto dal Gruppo scientifico “Energia per L’Italia”, clicca qui, se attivato da subito e fino al 2030, vuole  eliminare l’attuale dipendenza grave dell’Italia dalle fonti fossili russe:

“3,5 milioni di case coibentate e senza più caldaie, 3 milioni di nuove auto elettriche a batteria al posto di altrettante a petrolio, e il raddoppio della quota di corrente elettrica attualmente prodotta da fonti rinnovabili. Questa trasformazione radicale andrebbe anche a cancellare almeno 27,4 milioni di tonnellate di anidride carbonica ogni anno, dando un contributo sostanziale e stabile agli obiettivi climatici nazionali e internazionali”.

Quello proposto dal governo:

Conferenza nazionale per lo Sviluppo Sostenibile.

A 50 anni dalla Conferenza di Stoccolma e 30 dalla Conferenza di Rio, il 2022 rappresenta un momento importante per la centralità dello sviluppo sostenibile in Italia. Sarà infatti l’anno di avvio dell’attuazione della nuova Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS22), nonché l’anno che vedrà l’Italia presentare alle Nazioni Unite il proprio percorso per l’attuazione dell’Agenda 2030 presso il Foro Politico di Alto Livello.

Clicca qui per il programma della Conferenza 21 giugno, dalle 9:30 alle 16:30  Qui per la diretta streaming.

Se Draghi non interviene, Cingolani ci lascia in mezzo al guano.

Cingolani  ha parlato chiaro ed evidenziato che tutti i suoi detti e non detti del passato sono riconducibili ad un Ministro che sta alle politiche per l’ambiente come la volpe nel pollaio. E’ chiaro perché da quando è in carica ha parlato molto, spesso a sproposito e in modo ondivago, ma ha combinato ben poco, basta pensare che le semplificazioni proposte dopo ben due decreti legge hanno lasciato la situazione praticamente immutata. Insistiamo. Draghi deve intervenire per superare la confusione e l’inazione  del Ministro, altrimenti diventerebbero privi di effetti gli appelli in sede internazionale – anche recentissimi – affinché le crisi incombenti (energia/grano) causate dall’invasione dell’Ucraina non facciano passare in secondo piano la gravissima crisi climatica. Draghi convochi al più presto una conferenza nazionale per presentare al paese le proposte del Governo italiano per un nuovo piano energia/clima all’altezza delle sfide attuali e degli obiettivi UE, da costruire in un confronto con tutti i soggetti interessati. Clicca qui.

Lo spettro della chimica si aggira per l’Italia.

Mentre i sindacati (in anticipo sulla scadenza per condizionare pesantemente le trattative per tutti gli altri accordi collettivi) firmano il nuovo contratto nazionale di lavoro del settore chimico, senza dire nulla su ambiente e sicurezza, diamo uno sguardo in giro. 

ROSIGNANO. Il disastro ambientale al vaglio del Parlamento Europeo (clicca qui). Il nostro ministro della ‘finzione ecologica’ si era addirittura affrettato a rinnovare l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) alla multinazionale Solvay, consentendole così di continuare a sversare i residui della propria produzione chimica in mare per altri 12 anni. 

SPINETTA MARENGO. Si va verso il razionamento. La chiusura del  pozzo dell’acquedotto a Montecastello, per l’inquinamento di Pfas (C6O4) della Solvay distante 16 chilometri, da due anni sta provocando l’emergenza idrica in quanto il Comune era stato costretto ad allinearsi con una vecchia linea, che a sua volta non è in grado di fornire l’approvvigionamento al territorio di Montecastello e Pietra Marazzi abitato a oltre mille famiglie. Clicca qui Emergenza idrica da Pfas in Alessandria.

VENETO. Prosegue il processo PFAS che vede imputati 15 manager Miteni Mitsubishi per avvelenamento delle acque, disastro ambientale innominato, gestione di rifiuti non autorizzata, inquinamento ambientale e reati fallimentari. Inquinamento che tocca le province di Vicenza, Verona e Padova. Il medico che occultava l’avvelenamento del sangue dei lavoratori era lo stesso di Spinetta Marengo. Clicca qui.

PRIOLO. Il provvedimento della magistratura di Siracusa sul depuratore industriale, con effetti deflagranti sull’intero Polo petrolchimico, è un sequestro annunciato perché da quattro anni la società consortile doveva adeguare gli impianti di trattamento alle normative ambientali indicate dalla Procura. Un gioco di scatole cinesi fra società consortili a capitale pubblico, ingranaggi di una Regione ostaggio della politica da veti e interessi incrociati, alla fine si sono bloccati da soli inceppando quel delicatissimo meccanismo a orologeria della raffinazione petrolifera, sulla quale si regge l’economia di un’intera provincia. Clicca qui.

PORTO MARGHERA. La chiusura del cracking di Eni è solo l’ultima voce di una lista di chiusure dopo Caprolattame, Vinyls, Dow Chemical, Montefibre: stabilimenti abbandonati tra promesse di bonifiche senza seguito. Lo stop del cracking  crea un effetto domino sui processi a valle degli impianti di Ferrara, Mantova e Ravenna. Si tratta di una riduzione delle emissioni come si fregia l’Eni? O solo di un taglio di risorse? Il dubbio è lecito. I sindacati lamentano che Porto Marghera ha bisogno di un progetto complessivo di re-industrializzazione” ma la conciliazione con le associazioni ambientaliste resta problematica. Clicca qui. 

Sardegna la più colpita dalla siccità.

La drammaticità della desertificazione (1 miliardo di esseri umani senza accesso all’acqua) comincia (non da quest’anno per la verità) a manifestarsi sempre più gravemente anche nel nostro Paese. Razionamenti sono in corso in buona parte d’Italia e nel “ricco” nord-ovest si intende chiedere lo stato d’emergenza. Clicca qui l’ONU nella Giornata mondiale contro la desertificazione.

La causa del secolo. seconda udienza in tribunale.

Si terrà il 21 giugno la seconda udienza dell’azione legale intentata da 203 ricorrenti (24 associazioni, 193 individui e 17 minori) contro lo Stato italiano per inazione climatica. La causa è stata depositata esattamente un anno fa, nel giugno del 2021. L’udienza arriva proprio nei giorni in cui si fa sentire la morsa del caldo torrido, con temperature anomale e ben al di sopra delle medie stagionali e un’emergenza idrica che sta mettendo in ginocchio il comparto agricolo, soprattutto in nord Italia, tanto da paventare per l’estate alle porte il rischio di razionamento idrico anche per l’uso domestico. Continua

Da Ostuni Climate Camp 2022 alla COP27 Sharm el-Sheikh.

Clicca qui l’organizzazione e il programma dal 30/7 al 8/8 del Camp di Ostuni. E’ organizzato dalla Campagna Nazionale Per il Clima Fuori dal Fossile, dalla Confederazione COBAS, dal Movimento No TAP/SNAM di Brindisi e dagli studenti di EmergenzaClimatica.it. E’ una chiamata per tutte le associazioni e movimenti italiani ed europei sull’Emergenza Climatica, contro l’estrattivismo e l’”economia di guerra”. Sappiamo bene in che direzione ci stanno portando i Governi col loro capitalismo verde, megaprogetti, transizione col gas fossile, guerre e promesse non mantenute. Vogliamo organizzare la lotta per la prossima Cop27 di Sharm el Sheik: la 27a Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2022.

Dopo il Climate Camp Ostuni 2021 e la Cop26 di Glasgow molte cose sono cambiate: la speculazione post covid sui prezzi del gas, la guerra in Ucraina, l’indipendenza dal gas russo e le nuove politiche energetiche dei governi europei e della UE. Le solite compagnie Oil&Gas hanno fatto extraprofitti enormi (ENI ultimo quadrimestre + 4700%) e tutti i Governi hanno peggiorato la loro politica climatica promessa per il 2030: ritorno al carbone, potenziamento dei gasdotti esistenti (TAP, Algeria, Libia) e nuovi gasdotti (Poseidon); nuovi rigassificatori (Brindisi e Taranto) e tanto GNL, carissimo, da paesi democratici “amici”: USA, Quatar, EAU, Mozambico, Congo, poi nuovi inceneritori, impianti a biomasse e nuove trivelle del Pniec. Paghiamo tutto noi con le bollette dal benzinaio. Un passo indietro di 10 anni. E intanto le emissioni di gas climalteranti come il metano sono stati ai massimi storici nel 2021.

20 anni dal Forum Sociale Europeo.

10.11.12.13 NOVEMBRE 2022 Firenze

QUALE EUROPA AL TEMPO DELLA GUERRA, DEL COLLASSO ECO-CLIMATICO, DELLE DISEGUAGLIANZE, DELLA CRISI DEMOCRATICA:

il ruolo e le responsabilità degli attori sociali di fronte alle emergenze dell’oggi.

Clicca qui il senso dell’iniziativa, il programma, come aderire e partecipare.

Rivolta del mondo accademico contro i governi.

E’  la più grande mobilitazione di accademici sul tema del cambiamento climatico mai verificatasi. In occasione della pubblicazione della terza parte del sesto rapporto del Gruppo internazionale di studio sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite (International Panel on Climate Change), il gruppo di Scientist Rebellion (Ribellione degli scienziati) ha indetto una settimana internazionale di disobbedienza civile: più di mille tra ricercatori, professori universitari e cittadini coinvolti in proteste ed eventi pubblici di informazione scientifica in 25 Paesi.  In Italia significative azioni di protesta a Venezia, Torino e Roma aventi nel mirino in particolare Eni e Leonardo. Le manifestazioni disobbedienza civile non-violenta sono state represse dalla polizia. Clicca qui.

Arrogante e colonialista il ministro della cosiddetta transizione energetica.

il Piano di Cingolani della transizione energetica e sostenibile delle aree idonee – PITESAI – afferma che l’intera superficie regionale della Sicilia e una ampia area marina dal Tirreno meridionale all’estremo lembo sud del Canale di Sicilia, sarebbero IDONEE per le attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi. Clicca qui.

Extinction Rebellion tira palloncini di vernice contro il vandalo “Ministro della Truffa”.

Il movimento Extinction Rebellion ha promosso un’azione di disobbedienza civile nonviolenta, lanciando dei palloncini di vernice ad acqua gialla e rossa contro la sede del ministero per la Transizione Ecologica. L’azione fa parte della campagna “Ultima Generazione – Assemblee cittadine ORA!”, che ha due obiettivi: il primo è ottenere un incontro pubblico con il governo sul futuro dell’Italia nel collasso climatico; il secondo è l’istituzione di un’Assemblea Cittadina deliberativa e vincolante che guidi la transizione ecologica tenendo conto dell’interesse di tutta la popolazione.

[Guarda il video Ultima generazione: “Blocchiamo le strade contro il collasso del clima”  su Fq Extra]

Sulle pareti del MiTE sono comparse anche le scritte “Ministero della truffa” e “Ministero delle bugie”. Il ministro Cingolani ha definito tali manifestazioni come “vandalismo”. Eppure Extinction Rebellion è un movimento nonviolento. Le persone dopo l’azione si sono lasciate portare via dalla Polizia senza opporre alcuna resistenza, assumendosi le proprie responsabilità. Il vandalo che non si assume responsabilità a favore dell’ambiente, come abbiamo più volte dimostrato,  è semmai Roberto  Cingolani, vice “Premio Attila” del vincitore 2021 Mario Draghi.

Anzi, Extinction Rebellion è stato oggetto  di una repressione dura e strisciante: le 14 persone coinvolte nelle azioni hanno subito pedinamenti pressanti, fermi in questura, fogli di via, sanzioni di varia natura amministrativa e penale. Sono accusate di aver causato… 7000 euro di danni. Farsesco! Il dramma invece,  che non ha spazio nella comunicazione pubblica,  è che nel 2021 i danni causati dalla crisi climatica hanno superato i 170 miliardi di dollari. Secondo l’ONU, negli ultimi 50 anni gli eventi meteorologici catastrofici sono quintuplicati, causando la morte di oltre 2 milioni di persone.

Appello di 25 sindaci delle città del Mediterraneo.

“Chiediamo l’istituzione di una zona ECA (Emission Control Area) nel Mediterraneo per lottare contro l’inquinamento dell’aria provocato dalle navi, e ridurre le piogge acide che si abbattono sul nostro mare e sulle nostre coste. Non possiamo più accettare l’inquinamento massiccio generato da navi obsolete e pericolose, che nuoce gravemente alla salute della popolazione, contribuisce al riscaldamento climatico e alla perdita della biodiversità e mina l’attrattività dei nostri territori”. Clicca qui.

Salvini vuole inaugurare una nuova stagione dell’atomo in Italia. Il sondaggio dice che…

In vista del Referendum annunciato da Salvini per reintrodurre le centrali nucleari in Italia, abbiamo anticipato la mappa dei territori che il futuro governo di centrodestra  proporrebbe  papabili ad ospitarle.

Matteo Salvini riteneva  che il suo referendum avrebbe vinto a mani basse, a differenza di quelli antinucleari del 1987 e del 2011. Abbiamo così promosso un sondaggio per verificare quali popolazioni siano maggiormente entusiaste ad accogliere le nuove centrali e il deposito nazionale delle scorie radioattive vecchie e nuove. Ebbene, ad oggi, dalle comunità locali non ci è pervenuta nessuna autocandidatura, neppure una (solo insulti). Il leader leghista allora si impegnerà in un lungo tour regione per regione per convincere una anzi più cittadinanze che non dobbiamo perdere l’occasione dei miliardi europei che pioverebbero dall’inclusione del nucleare (e del gas fossile) nell’elenco degli investimenti sostenibili, la cosiddetta “tassonomia UE” appena proposta. In questa campagna nazionale, che promette anche il taglio delle bollette fra dieci anni, si è offerto di accompagnarlo il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, che, con l’autorevolezza che gli deriva da Mario Draghi, da tempo sostiene  nucleare  e gas fossile come soluzione alla crisi climatica.

Il capogruppo della Lega onorevole Riccardo Molinari che, in coppia con Federico Fornaro l’altrettanto capogruppo LeU peraltro ex fervente nuclearista, sta battendo il territorio alessandrino opponendosi all’ubicazione quivi del deposito scorie nazionale, nega ogni disaccordo col suo capitano spiegando di essere anche lui a favore delle centrali PURCHE’ distanti dal suo collegio elettorale.

Venezia affonda.

Dal 1741 al 2002 Venezia ha perso 77cm tra subsidenza ed eustatismo (dal 1900 al 2000 ha perso 23 cm) e non è finita perché dalle previsioni dell’IPCC entro il 2100 i livelli del mare aumenteranno di altri 80 cm! Clicca qui un nuovo Dossier della storica associazione AmbienteVenezia dedicato alla Laguna e  ai  Cambiamenti Climatici, cioè alle lotte che si stanno conducendo.

Le dimissioni del ministro Cingolani.

La Tassonomia europea sarebbe una classificazione gerarchica delle attività ritenute sostenibili dal punto di vista ambientale: tecnologie adatte a garantire la neutralità climatica, dunque finanziabili. Invece l’Italia si è schierata coi dieci Paesi, capitanati dalla Francia, che chiedono di considerare “verde” anche il nucleare a fissione vecchio di decenni. L’introduzione del nucleare (small modular reactors e fusione) nella tassonomia, e a promuovere l’uso del gas come soluzione alla crisi climatica: sono due follie da un punto di vista climatico e di impatto ambientale sostenute dal ministro Roberto Cingolani  nonostante la precisa volontà dei cittadini espressa in ben due referendum nazionali. Il parere favorevole espresso alla UE da Cingolani, in modo autoritario e senza confronto democratico, indurrebbe (soprattutto i Cinquestelle che lo hanno nominato) a chiedere le dimissioni del ministro detto  della transizione ecologica.

I cambiamenti climatici visti dallo spazio.

L’Osservatorio astronomico di Genova (OAG) ha organizzato per il 4 dicembre a Villa Bombrini (Cornigliano) un’aggiornatissima e originalissima conferenza sui cambiamenti climatici rilevabili con le più recenti tecnologie e informazioni. Un’occasione unica per porre domande e ascoltare risposte che solo chi impiega queste tecnologie spaziali può fornire. Clicca qui.

Tribunale Internazionale sui Diritti della Natura – sessioni di Glasgow.

Clicca qui per firmare la  petizione internazionale per la creazione di un Tribunale Internazionale sulla Giustizia Climatica ed i diritti della  Natura, proposta contenuta nella Dichiarazione dei Popoli sul Clima e la Madre Terra a conclusine del Summit dei Popoli di Cochabamba del 2010. La sessione del Tribunale,  in occasione della COP di Glasgow, verterà su due tematiche: le false soluzioni ai cambiamenti climatici e l’ecocidio in Amazzonia, clicca qui.

Salviamo il clima con il disarmo e senza il nucleare.

A Glasgow in preparazione della Cop26 si respira un clima di boicottaggio della partecipazione degli attivisti provenienti dall’estero. Ciò conferma le premesse negative poste dagli incontri preparatori, ad esempio la preCOP di Milano: non vi sono grandi speranze riponibili rispetto alla incisività delle conclusioni previste per la conferenza ONU che si terrà a Glasgow a novembre. Il bla bla bla denunciato da Greta Thunberg è la verità. In particolare merita evidenziare  il tema dell’impatto delle attività militari sull’ambiente e sul clima e quindi il disarmo come soluzione del problema, ovvero portare alla Cop26 l’obiettivo di sbarramento al rientro in gioco della lobby nucleare. Clicca qui Peacelink.it

A Genova il 24% degli edifici costruito in aree a rischio esondazione.

Inoltre il 18,6% degli stabili  sono in aree soggette a rischio di incendio di interfaccia e l’1,95% in aree soggette a rischio frana: secondo la Protezione civile in collaborazione con l’Università di Genova. In questa situazione si collocano le costruzioni alla foce del Bisagno Fiera del mare e la prospettiva di una mastodontica diga.

Allarme innalzamento del mare: in 20-30 anni rischio porti sommersi.

Venezia è il caso limite e il più famoso, ma a rischio in Italia ci sono molte altre città costiere come Napoli, Cagliari, Palermo, Genova, Livorno e Brindisi. Clicca qui.

Il mare si alzerà mediamente di 30 centimetri, mettendo a rischio la funzionalità di quasi tutti i nostri porti. A lanciare l’allarme è stato il presidente di Federlogistica conftrasporto Luigi Merlo, nel corso della presentazione, a Firenze, del progetto europeo Co.Cli.Co.

Voi G20, noi il futuro.

Il 30 ottobre a Roma, si riuniscono i governi del G20 sotto la presidenza italiana Draghi: gli stessi poteri, le stesse ricette, gli stessi interessi, la stessa ingiustizia che ci hanno portato nella crisi e nella pandemia. Martedì 19 ottobre ore 18:00 Roma, giardini di Piazza Vittorio,  assemblea pubblica verso il G20;  venerdì 22 ottobre ore 18:00 riunione nazionale verso il G20 online. Clicca qui altre giornate di mobilitazione.

Due incontri su Zoom su temi energetici

– 9 ottobre, h.10 Energie Rinnovabili: a che punto siamo in Italia e nel mondo? con Massimo Mazzer CNR-Parma sul Fotovoltaico e Claudio Lugni CNR-Roma sull’Eolico

–  22 ottobre, h.21 L’Italia ad un bivio: il futuro non è nel fossile con Maria Rita D’Orsogna docente di geologia in California e Francesco Stoppa docente di geologia a Pescara, su Petrolio, metano e ambiente (Trivellazioni, “seppellimento” CO2, Rigassificatori; TAP, …).

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