Anche noi abbiamo un dissidente.

Alexey Navalny è stato condannato a 19 anni di reclusione per estremismo di matrice politica. L’accusa ne aveva chiesti 20. Navalny è considerato il principale oppositore politico di Putin. Nel mirino del Cremlino da tempo con la sua Fondazione anticorruzione, il dissidente russo è già in carcere da 2 anni e mezzo, da quando, nel gennaio 2021, fu arrestato dopo il rientro da Berlino dove era stato curato per un sospetto avvelenamento.

La Gran Bretagna detiene Julian Assange  dall’ 11 aprile 2019 nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh, noto come la “Guantanamo britannica”, dopo avere “assediato” militarmente l’Ambasciata ecuadoriana in cui si era prima rifugiato. E’ in corso già dal 2019 in Inghilterra il procedimento per l’estradizione negli USA del  giornalista fondatore di Wikileaks, nato in Australia. Egli è accusato di 18 reati contestatigli in larghissima parte in base alle disposizioni dell’Espionage Act del 1917 che punisce, in particolare, le interferenze con le relazioni internazionali e commerciali degli Stati Uniti e le attività di spionaggio: in caso di condanna Assange rischia una pena fino a 175 anni di reclusione.

Il processo a Julian Assange – Storia di una persecuzione.

Con questo libro, Nils Melzer, ex Relatore speciale dell’ONU contro la tortura, documenta come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna abbiano messo illegalmente a tacere il fondatore di WikiLeaks. Un’inchiesta rigorosa e appassionante sullo scandalo legale del secolo. Il resoconto straziante di una giustizia corrotta che attraversa non solo i confini, ma le stesse Nazioni Unite.

Alzate la voce per la libertà di Julian Assange.

Le sofferenze che Julian Assange sta soffrendo per la sua ingiusta detenzione sono provocate dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna che vogliono silenziare e punire un giornalista che ha avuto il coraggio e l’etica professionale di pubblicare informazioni sui crimini commessi dagli Stati Uniti in Iraq e in Afghanistan.

Il trattamento inumano, fisico e psicologico, che sta soffrendo in prigione e gli anni di persecuzione gli hanno provocato un deterioramento fisico e psicologico. L’annuncio della sua estradizione negli Stati Uniti, dove rischia una condanna a 175 anni di carcere, equivale ad una condanna a morte.

Le conseguenze di questa politica repressiva, che viola il diritto alla libertà di stampa, puntano a controllare i mezzi di comunicazione. Si vuole far tacere col terrore i giornalisti che provano a dare informazioni sulle violazioni dei diritti umani commessi dagli Stati Uniti e da altre potenze che fanno parte del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.
Di tutto ciò non si parla, si copre l’impunità dei crimini commessi contro i popoli, minacciando chi li denuncia.

È deplorevole che la Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, presieduta da Michelle Bachelet, non abbia la forza e gli strumenti giuridici per difendere la libertà di stampa, impedire l’estradizione di Assange e chiedere la sua liberazione.
Le Nazioni Unite devono essere trasformate e democratizzate. Attualmente questo organismo non ha la possibilità di agire e di difendere la pace e la vita dei popoli e delle persone. È un faro spento che ha bisogno della forza e della volontà dei popoli per essere nuovamente acceso e tornare ad illuminare l’umanità.

Mi appello ancora con forza alle associazioni di giornalisti, al mondo della cultura, ai giuristi, alle organizzazioni per i diritti umani: non rimanete indifferenti, alzate la vostra voce e chiedete la liberazione di Julian Assange.

Adolfo Pérez Esquivel    (Premio Nobel per a pace)

Rischia 175 anni di carcere per aver rivelato bugie e crimini dell’esercito USA.

La ministra dell’Interno del Regno Unito ha autorizzato l’estradizione di Julian Assange negli Usa. Il cofondatore australiano di Wikileaks è accusato di spionaggio. Ma la sua vera colpa è di aver rivelato le bugie di guerra e i crimini dell’esercito americano, fornendo un grande contributo alla libertà di informazione, così come fecero i giornalisti americani che rivelarono i crimini di guerra Usa nel Vietnam. “Questa decisione pone Assange in grande pericolo e invia un messaggio agghiacciante ai giornalisti in ogni parte del mondo”ha dichiarato Amnesty International. Insieme  a tutte le associazioni pacifiste  ci uniamo al  coro di proteste verso questa grave violazione dei diritti fondamentali dell’uomo che ferisce e impaurisce tutti coloro che in guerra cercano di raccontare la verità, spesso venendo sospettati di spionaggio e di violazione del segreto militare. La decisione del governo di Londra di consentire l’estradizione di Assange,  che ha semplicemente divulgato documenti relativi a questioni di grande interesse pubblico, è un attacco alla libertà di informazione e rappresenta un precedente pericoloso e poco edificante per qualsiasi Paese che si professi democratico..

Il caso Assange per capire la libertà di informazione in Italia.

La manifestazione a Genova

Torniamo in piazza per Julian Assange mentre osserviamo   che anche in Italia la libertà di stampa  e d’informazione sta vivendo un grave momento. Ce lo dimostrano i gravi  colpi inferti  ai giornalisti che lavorano per la  trasmissione REPORT (e perfino nel nostro piccolo siamo stati oggetto di minacce). Chi cerca di dare una informazione veritiera su questioni fondamentali  che possono  responsabilizzare e rendere più consapevoli cittadine e cittadini viene intimorito, ostacolato, infangato. Stiamo assistendo  a una situazione che ci porta a Julian Assange. Julian ha vissuto e sta vivendo tutto questo. Il carcere si aggiunge, con la promessa che se verrà estradato negli Stati Uniti  di anni di carcere ce ne saranno per lui, 175 da scontare. Non ha commesso crimini. Li ha denunciati. Come giornalista d’inchiesta  ha svelato verità  ritenute molto scomode dagli Stati Uniti. Queste Verità contengono crimini, delitti commessi da un esercito in ‘missione di pace. Julian per aver fatto bene il suo lavoro, sta pagando duramente dal 2010. E ora l’estradizione  con quest’ultima firma del ministro  dell’interno inglese, può essere imminente

Ora che sta succedendo  qui da noi, in Italia, capiremo  meglio il meccanismo infernale per cui la libertà di stampa  disturba chi ce la vuole togliere, chi vuol punire coloro che fanno un giornalismo autentico, professionale? Vogliamo provare ad immaginarci una stampa soggiogata totalmente dai  poteri forti? La nostra Rete dei Movimenti Ecopacifisti fa argine.

Un atto di vigliaccheria nei confronti della libertà di informazione.

La Camera ha respinto la mozione dei deputati di Alternativa (il gruppo formato in gran parte da ex M5s fuoriusciti alla nascita del governo Draghi) che impegnava il governo italiano a concedere lo status di rifugiato politico a Julian Assange, il fondatore di Wikileaks di cui gli Stati Uniti chiedono l’estradizione al Regno Unito, dov’è detenuto dal 2019. Il testo – su cui il governo aveva espresso parere contrario – è stato bocciato con 225 no, 22 sì e 137 astenuti. Ad astenersi sono stati i parlamentari di Liberi e uguali, 5 Stelle e Fratelli d’Italia, contro si sono espressi tutti gli altri gruppi. “In nome di un’inesistente fratellanza atlantica, il Parlamento ha consumato l’ennesimo atto di vigliaccheria nei confronti della libertà di informazione. La totale subalternità a Washington che detiene italiani falsamente accusati e si è sempre fatta beffe della giustizia italiana, come nel caso della strage del Cermis, ha spinto la gran parte dei deputati a disinteressarsi della persecuzione che Assange sta subendo da anni dalla democrazia di Guantanamo”. Clicca qui Amnesty International: La richiesta di estradizione da parte degli Usa si basa su accuse che derivano direttamente dalla diffusione di documenti riservati nell’ambito del lavoro giornalistico di Assange con Wikileaks. Rendere pubbliche informazioni del genere è una pietra angolare della libertà di stampa e del diritto dell’opinione pubblica ad avere accesso a informazioni di interesse pubblico. Tutto questo dovrebbe essere oggetto di protezione e non di criminalizzazione.

Julian Assange un eroe del giornalismo.

Il 27 e 28 ottobre si decide l’estradizione di Julian Assange chiesta dagli Stati Uniti. Il giornalista australiano rischia 175 anni di carcere per aver rivelato crimini di guerra. E’ una operazione intimidatoria nei confronti di tutti i giornalisti investigativi. Clicca qui.

Da “Presa Diretta”, per la liberazione di Assange appello dell’ONU e di numerose organizzazioni per la difesa dei Diritti umani e del diritto d’informazione. Clicca qui

Su Byoblu24, approfondimento  con Berenice Galli (Pangea) e Germana Leoni che spiega l’operazione rivoluzionaria fatta da Assange con WikiLeaks nel mondo dell’informazione. Le reazioni più brutali cominciarono ad arrivare dopo la pubblicazione dei “War diaries” (diari di guerra) Iracheni e Afgani. Clicca qui.

Gli USA non tocchino Julian Assange.

Gli Stati Uniti d’America devono annullare tutte le accuse contro Julian Assange, incluse quelle di spionaggio relative alle attività di pubblicazione di documenti nell’ambito del suo lavoro con Wikileaks. Se estradato negli Usa, Assange potrebbe affrontare 18 capi d’accusa: 17 ai sensi della Legge sullo spionaggio e uno ai sensi della Legge sulle frodi e gli abusi informatici.  Rischierebbe gravi violazioni dei diritti umani tra cui condizioni detentive, come l’isolamento prolungato, che potrebbero equivalere a maltrattamento o tortura. Assange è stato il primo soggetto editoriale a essere incriminato ai sensi della Legge sullo spionaggio. La richiesta di estradizione da parte degli USA  si basa su accuse che derivano direttamente dalla diffusione di documenti riservati nell’ambito del lavoro giornalistico di Assange con Wikileaks. Rendere pubbliche informazioni del genere è una pietra angolare della libertà di stampa e del diritto dell’opinione pubblica ad avere accesso a informazioni di interesse pubblico. Tutto questo dovrebbe essere oggetto di protezione e non di criminalizzazione. Clicca qui Amnesty International. 

Libertà per Assange, libertà per la verità.

Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks che ha reso possibile la conoscenza di centinaia di migliaia di documenti, di fatti e misfatti altrimenti nascosti, (basti pensare alle immagini del trattamento inumano dei prigionieri trattenuti nella base americana a Guantanamo), si trova ancora in un carcere di massima sicurezza in Inghilterra e potrebbe essere consegnato agli USA. Clicca qui la mobilitazione internazionale e la petizione.  Il premio Nobel per la Pace Mairead Maguire ha nominato, Julian Assange, Chelsea Manning ed Edward Snowden per il Premio Nobel per la Pace 2021: “Se Assange viene estradato negli USA per essere processato e incarcerato per aver detto la verità, nessun reporter, giornale o editore sarà al sicuro dallo stesso trattamento da parte degli USA o altri governi repressivi contrari alla responsabilità e allo scrutinio pubblici”. Clicca qui.

Per nascondere il proprio fallimento devono attaccare i pacifisti.

Guerra, verità e impatto sulle popolazioni: il ruolo del giornalismo e della società civile. A cura della Rete Italiana Pace e Disarmo, video del dibattito fra Stefania Maurizi, Riccardo Iacona, Mao Valpiana e Francesco Vignarca. Si parla della prigionia di Assange che ha svelato la vera guerra in Afghanistan e i narcotrafficanti al governo. Clicca qui il link.

Clicca qui per firmare l’appello per la liberazione di Assange