Come mi guadagno il premio nobel per la pace in America Latina.

Il governo degli Stati Uniti si è sempre intromesso negli affari interni dell’America Latina. Questa non è una novità.

Secondo una ricerca condotta dallo storico della Columbia University John Coatsworth, gli Stati Uniti hanno rovesciato almeno 41 governi in America Latina dal 1898 al 1994. Negli ultimi trent’anni, Washington ha sostenuto decine di altri colpi di stato, tentativi di colpo di stato, operazioni di cambio di regime e “rivoluzioni colorate” nella regione Secondo i dati del Congressional Research Service, l’ esercito statunitense è intervenuto in ogni singolo paese dell’America Latina (l’unica eccezione è la Guyana francese, che è una colonia francese).

Nel primo anno del secondo mandato presidenziale di Donald Trump, il governo degli Stati Uniti :

– ha ucciso decine di persone senza accuse né processo durante attacchi militari statunitensi su imbarcazioni nei Caraibi e nel Pacifico orientale, giustiziando umili pescatori non solo del Venezuela, ma anche della Colombia e di Trinidad e Tobago ;

– ha imposto sanzioni al presidente di sinistra democraticamente eletto della Colombia, Gustavo Petro;

– colpito il Brasile con tariffe del 50% , una delle più alte al mondo, per cercare di destabilizzare il presidente di sinistra democraticamente eletto Lula da Silva;

– minacciato di “prendere il controllo” e colonizzare con la forza il Canale di Panama , violando la sovranità della nazione centroamericana;

– ha rafforzato il blocco illegale imposto a Cuba per sei decenni ; e

– ha condotto una guerra per un cambio di regime mirata a rovesciare il governo del Venezuela e hanno ordinato alla CIA di rapire o addirittura assassinare il suo presidente Nicolás Maduro .

Sono questi i punti fermi della nuova politica del “Big Stick” di Trump, rivolta ai leader di sinistra dell’America Latina.

Per quanto riguarda le carote, Trump si è impegnato a salvare economicamente gli alleati di destra degli Stati Uniti nella regione.

Ad esempio, l’ amministrazione Trump ha offerto 40 miliardi di dollari per cercare di salvare il presidente libertario argentino Javier Milei , stretto alleato di Trump che ha supervisionato una grave crisi economica.

Continua cliccando qui Benjamin (Ben) Norton, giornalista investigativo e analista. Ben è il fondatore e direttore di Geopolitical Economy Report. Ha vissuto e lavorato come corrispondente in America Latina per diversi anni .

La finta pace del finto nobel per la pace.

Il premier israeliano Netanyahu ha ordinato all’esercito di effettuare «raid massicci» sulla Striscia, accusando Hamas di violazione delle intese dopo che i miliziani palestinesi hanno consegnato i resti di un ostaggio il cui corpo era stato già recuperato in precedenza. Per questa “truffa di cadavere”, in un solo giorno i bombardamenti hanno causato 104 morti, di cui 46 bambini e 20 donne. Trump ha applaudito. 

Premio Nobel per la Pace a Machado.

Il premio Nobel per la pace va a Maria Corina Machado, leader dell’opposizione in Venezuela, quale “riconoscimento alla paladina coraggiosa e impegnata che tiene accesa la fiamma della democrazia“.  Machado ha ringraziato per questo “stimolo per portare a termine il nostro compito: raggiungere la libertà. Siamo alle soglie della vittoria e oggi più che mai contiamo sul presidente Trump. Il Venezuela sarà libero! E non solo”.
 
Oltre a Trump, il premio a Machado ha suscitato dichiarazioni entusiastiche perfino nella “sinistra radicale”, mentre alcune inchieste dicono che oltre l’84% dei venezuelani e venezuelane si ritiene indignato per il Nobel, e solo il 2% lo approva, e gli altri non si pronunciano, ma respingono un’invasione armata del Venezuela.
 
Per quanto inchieste pilotate, in effetti il timore è che gli Stati Uniti avranno la copertura mediatica di questa paladina per provocare un golpe e l’invasione del Venezuela. D’altronde, il “programma di governo” presentato l’anno scorso da Machado per la cosiddetta “transizione”, è stato stilato a Washington, con evidente chiarezza neoliberista in economia e autoritaria in politica. D’altronde la sua collocazione è ben visibile dall’essere fondatrice, insieme agli spagnoli di Vox, ai francesi di Le Pen, ai Fratelli d’Italia di Meloni eccetera, di quella nuova internazionale “nera”, nata con la Carta di Madrid, e già arrivata al suo terzo congresso in Europa.
 
Si sta infatti delineando un nuovo scenario di guerra estremamente inquietante che è quello caraibico, dove gli Stati Uniti hanno schierato, con la risibile scusa della lotta al narcotraffico, una flotta da guerra che comprende sottomarini nucleari e fregate lanciamissili, col chiaro intento di aggredire e invadere la Repubblica Bolivariana del Venezuela. Tant’è che, con una mossa che ricorda i periodi più audaci della Guerra Fredda, Trump ha autorizzato la Central Intelligence Agency (CIA) a condurre operazioni segrete in Venezuela. Uno Stato, quest’ultimo, vittima da oltre vent’anni dei complotti dei potentati pubblici e privati occidentali, che vorrebbero appropriarsi delle sue ricchissime risorse, petrolio e non solo. Machado, nel suo “programma di transizione” ha promesso a Trump di spalancargli le porte sulle immense risorse petrolifere del paese.
 
“Quando il presidente Maduro cadrà, vedremo come cadrà il regime cubano e come cadrà il regime del Nicaragua e avremo tutte le Americhe libere dalla tirannia, dalle dittature”, ha vaticinato Machado nel suo programma di pace da Nobel. Sarà ripulito il “cortile di casa” degli Usa. Non dimentichiamo il Brasile, per ora sotto i dazi.

Trump merita il premio Nobel.

La Striscia di Gaza è un paesaggio di rovine. Due anni di distruzioni dell’esercito israeliano hanno lasciato un territorio devastato e una popolazione esausta. Secondo il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP), l’84% delle infrastrutture di Gaza è stato distrutto, con una devastazione che in alcune aree ha raggiunto il 92%. Il bilancio umano è ancora più sconcertante: oltre 67.000 morti, 170.000 feriti – 40.000 dei quali con lesioni debilitanti – e 5.000 bambini che hanno subito amputazioni. A questa tragedia si aggiungono circa 14.000 corpi che rimangono sotto le macerie, impossibili da recuperare.

La portata del disastro è senza precedenti in un territorio già devastato da blocchi e guerre consecutive. Jaco Cilliers, Rappresentante Speciale dell’UNDP per i palestinesi, stima che la ricostruzione di Gaza costerà circa 70 miliardi di dollari (circa 60,4 miliardi di euro) e richiederà almeno quindici anni. Ma un modello di gestione controllato da potenze straniere può accelerare l’arrivo di fondi, ma non consoliderà una pace duratura perchè non rispetta l’autodeterminazione palestinese.

Hiroshima e Nagasaki.

Alla vigilia dell’Hiroshima day 2025 – 80esimo anniversario – nelle chat “pacifiste” stranamente (?) quasi non esistono post che ricordano i funghi sulle città giapponesi che hanno cambiato il paradigma storico del mondo, inaugurando l’era della possibile autodistruzione dell’umanità.
A testimoniare il ricordo dell’orrore di Hiroshima e Nagasaki sono rimasti meno di 100.000 “Hibakusha”: i sopravvissuti alla violenza di Little Boy e Fat Man (nomignoli che vennero attribuiti alle due bombe, la prima all’uranio e la seconda al plutonio).
 
Nei primi 10 anni dopo la strage in Giappone era un tabù parlarne: il dolore era immenso e scottante e bisognava anche tenere conto dell’occupazione americana, da non infastidire con argomenti scomodi.
Nel 2024 il Nobel per la pace è stato assegnato proprio ad una organizzazione rappresentante gli Hibakusha: la Nihon Hidankyo. Questo riconoscimento è stato definito “tardivo ma fondamentale” per onorare la memoria e la resilienza di chi ha vissuto l’orrore nucleare e ha trasformato la propria esperienza in un impegno attivo per il disarmo e la pace. Il Comitato norvegese ha voluto sottolineare come gli Hibakusha abbiano contribuito a mantenere vivo il tabù nucleare, evitando l’uso di armi atomiche in guerra.

Summit mondiale premi Nobel per la pace.

Dopo quattro giorni dinamici e stimolanti, il 19esimo Vertice mondiale dei premi Nobel per la Pace a Monterrey nel Messico si è chiuso con successo. E nel 2024 il premio Nobel per la pace è assegnato all’organizzazione giapponese Nihon Hidankyo, organizzazione formata dai sopravvissuti delle devastazioni avvenute ad Hiroshima e a Nagasaki, per un mondo libero dalle armi nucleari.
 

Presto per attribuire… il premio Nobel per la pace a Trump.

I precedenti di Donald Trump nel primo mandato della sua presidenza (2017-2021)
 
Ritiro degli Stati Uniti dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (UNESCO);
minacce contro gli stati membri che hanno votato a favore di risoluzioni anti-israeliane;
tagli ai fondi destinati a un’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, fondata 72 anni fa;
ritiro dall’accordo di Parigi del 2016 sui cambiamenti climatici, definiti una bufala;
 minaccia di “distruggere totalmente” uno stato membro delle Nazioni Unite, la Corea del Nord;
riduzione del  bilancio annuale delle Nazioni Unite di 285 milioni di dollari per il 2018-2019;
tentativo di  far saltare l’accordo nucleare iraniano del 2015.
 
Le promesse elettorali
Ritiro  dal trattato di Parigi sul clima;
drastico taglio del sostegno alla guerra in Ucraina;
definizione dell’ONU come un’istituzione corrotta, defunta e paralizzata;
notevole indebolimento delle Nazioni Unite e delle sue agenzie;
seguendo l’esempio di Israele, taglio di  tutti gli aiuti all’UNRWA nelle attuali terribili condizioni di Gaza;
opposizione anche al più piccolo collegamento con la Palestina;
forte sostegno filo-israeliano;
confronto bellicoso con l’Iran.

Premio Nobel per la Pace detenuta in Iran.

Sosteniamo Narges Mohammadi, Premio Nobel per la pace, detenuta in Iran per la sua lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani e per l’abolizione della pena di morte.
Sosteniamo la lotta nonviolenta delle donne in Iran per la dignità umana di tutti gli esseri umani.
Sia liberata Narges Mohammadi e tutte le prigioniere e tutti i prigionieri di coscienza, tutte le detenute e tutti i detenuti politici, tutte le persone innocenti perseguitate e sequestrate, in Iran come ovunque.
Cessi l’oppressione delle donne in Iran come ovunque nel mondo, siano rispettati i diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Chiediamo al Parlamento e al governo italiano, al Parlamento Europeo, al Consiglio Europeo e alla Commissione Europea, al Segretario Generale e all’Assemblea Generale dell’Onu, di premere sul governo iraniano affinchè a Narges Mohammadi sia restituita la libertà e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
*
Donna, vita, libertà. 

Ennesimo premio Nobel per la Pace fasullo.

Theodor Roosevelt, Woodrow Wilson, Menachem Begin, Michail Gorbaciov, Aung San Suu Kyi, Barack Obama, eccetera, Oleksandra Romantsova.
 
“Se l’Ucraina non vince, la Russia diventa un vostro problema”. È la provocazione con cui il premio Nobel per la Pace Oleksandra Romantsova, intervistata dalla Stampa, ha chiuso l’intervento al Pordenone Docs Festival. “Lo scenario che viviamo non lo ha prodotto Putin – dice – Stalin non è mai stato giudicato per i danni che ha fatto, il sistema di oggi ha ereditato il suo mondo e ogni stortura è diventata norma”. Per Romantsova “dire basta guerra è futile, voglio sentir dire: l’Ucraina deve vincere, giustizia deve essere fatta”.
Fonte: Rainews.
 
Oleksandra Volodymyrivna Romantsova (nata nel 1985), è attivista ucraina per i diritti umani e ha ricevuto il premio Nobel per la Pace 2022. È direttrice esecutiva del Centro per le libertà civili di Kiev.

Libertà per la Premio Nobel per la pace Narges Mohammadi.

Sosteniamo Narges Mohammadi, Premio Nobel per la pace, detenuta in Iran per la sua lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani e per l’abolizione della pena di morte. Sosteniamo la lotta nonviolenta delle donne in Iran per la dignità umana di tutti gli esseri umani. Sia liberata Narges Mohammadi e tutte le prigioniere e tutti i prigionieri di coscienza, tutte le detenute e tutti i detenuti politici, tutte le persone innocenti perseguitate e sequestrate, in Iran come ovunque. Cessi l’oppressione delle donne in Iran come ovunque nel mondo, siano rispettati i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Chiediamo al Parlamento e al governo italiano di premere sul governo iraniano affinchè a Narges Mohammadi sia restituita la libertà e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte. Chiediamo al Parlamento Europeo, al Consiglio Europeo e alla Commissione Europea di premere sul governo iraniano affinchè a Narges Mohammadi sia restituita la libertà e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte. Chiediamo al Segretario Generale e all’Assemblea Generale dell’Onu di premere sul governo iraniano affinchè a Narges Mohammadi sia restituita la libertà e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo a tutte le persone di volontà buona, a tutti i movimenti democratici, a tutte le istituzioni sollecite del bene comune e della dignità umana, a tutti i mezzi d’informazione impegnati per la verità e la giustizia, d’impegnarsi a sostegno di Narges Mohammadi e delle donne iraniane.

“Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo

L’oppressione delle donne in Iran.

Il Premio Nobel per la Pace 2023 è stato assegnato dall’Accademia di Oslo all’attivista iraniana per i diritti delle donne Narges Mohammadi.

Vice presidente del Centro per la difesa dei Diritti Umani imprigionata dalle autorità iraniane dal maggio 2016. Il comitato afferma che ha ricevuto il premio per la sua lotta contro l’oppressione delle donne in Iran e per i suoi sforzi nella promozione dei diritti umani e della libertà per tutti. La coraggiosa lotta di Narges Mohammadi ha comportato enormi costi personali: il regime iraniano l’ha arrestata 13 volte, condannata cinque volte e condannata a un totale di 31 anni di carcere e 154 frustate. Mohammadi è ancora detenuta nel famigerato carcere di Evin e il comitato ha espresso l’auspicio che l’Iran rilasci l’attivista. 

Premio Nobel per la Pace all’attivista iraniana Narges Mohammadi.

Vice presidente del Centro per la difesa dei Diritti Umani imprigionata dalle autorità iraniane dal maggio 2016, Mohammadi è ancora in prigione. Il comitato afferma che ha ricevuto il premio per la sua lotta contro l’oppressione delle donne in Iran e per i suoi sforzi nella promozione dei diritti umani e della libertà per tutti.

Il comitato per il Nobel ha affermato che “la coraggiosa lotta di Narges Mohammadi ha comportato enormi costi personali. Il regime iraniano l’ha arrestata 13 volte, condannata cinque volte e condannata a un totale di 31 anni di carcere e 154 frustate”. Mohammadi è ancora detenute nel famigerato carcere di Evin e il comitato ha espresso l’auspicio che l’Iran rilasci l’attivista. 

Il Comitato del Nobel ha una curiosa concezione della parola ‘pace’.

Nell’album dei Premi Nobel per la Pace (dal 1901: 105 persone tra cui16 donne, in stragrande maggioranza angloamericani) annoveriamo nomi di personaggi che suonano un po’ come antinomie del termine “pace”. Tra cui: Theodore Roosevelt, Austen Chamberlain, George Catlett Marshall, Henry A. Kissinger, Menachem Begin, Mohamed Anwar El Sadat, Yasser Arafat, Shimon Peres, Yitzhak Rabin, Barack Obama, Unione europea. “Ho detto tutto”: commentava Peppino nel duetto con Totò. Nel 2022 il premio è stato conferito a Irina Lazarevna Ščerbakova, scrittrice e dissidente russa, che così esprime il suo concetto di pace: clicca qui. Ho detto tutto.

Giornalisti, parlate delle cause del cambiamento climatico, e delle sue soluzioni.

Il monito, in realtà  rivolto al Governo, è  firmato da 100 scienziati e studiosi italiani, fra i quali il Premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi, Antonello Pasini, Nicola Armaroli, Stefano Caserini, Enrico Giovannini, Luca Mercalli, Telmo Pievani. Infatti “Omettere queste informazioni condanna le persone al senso di impotenza, proprio nel momento storico in cui è ancora possibile costruire un futuro migliore”, insomma alimenta la rassegnazione e la negazione della realtà, cioè fa il gioco dell’inazione del Governo. Clicca qui.

Meeting Mondiale sulla Fraternità Umana.

Il  10 giugno in Piazza San Pietro e, in contemporanea, in altre otto piazze del mondo, il Meeting Mondiale sulla Fraternità Umana, dal titolo “Not alone” (#notalone) In Piazza anche 30 Premi Nobel e migliaia di giovani provenienti da tutto il mondo. Evento  organizzato dalla Fondazione vaticana Fratelli tutti, in collaborazione con la Basilica di San Pietro, il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale e il Dicastero per la Comunicazione. Iniziativa, ispirata all’Enciclica Fratelli tutti e occasione per promuovere la fraternità e l’amicizia sociale tra le persone e tra i popoli come antidoto alle molte forme di violenza e alle guerre in corso nel mondo. 

Premio Nobel per la pace a chi sostiene la guerra.

L’ONG Center for Civil Liberties (Ucraina) ha ricevuto  il Premio Nobel per la Pace insieme ai difensori dei diritti umani russi e bielorussi. Qual è il segreto del suo successo? Insistere sul fatto che la guerra è necessaria e che non sono possibili negoziati. Clicca qui. 

Il Comitato per il Nobel (Norvegia) ha assegnato ancora una volta un premio per la pace che viola la volontà di Alfred Nobel e lo scopo per cui il premio è stato creato, selezionando destinatari che palesemente non sonola persona che ha fatto di più o meglio per promuovere la fratellanza tra le nazioni, il abolizione o riduzione degli eserciti permanenti e istituzione e promozione di congressi di pace.” Dal 1901, non è la prima volta che viene sputtanato questo premio. Ricordiamo: 1906, Theodore Roosevelt. 1919, Woodrow Wilson. 1978, Menachem Begin. 1990, Michail Gorbaciov. 1991, Aung San Suu Kyi. 2009, Barack Obama. Clicca qui.

NON ha ricevuto il premio Nobel per la Pace Mahatma Gandhi. Il paese pacifista più premiato sono gli Stati Uniti (23 volte), Seguono Regno Unito (12), Francia (10), Nazioni Unite (9)….. Italia (0). 105 persone sono state insignite, tra cui solo 16 donne. Per 19 anni non è stato assegnato.

Senza il Disegno di legge Crucioli, la strategia della Solvay è vincente.

La più grossa delle “bufale Pfas” propinate a giornali e istituzioni  dalla multinazionale Solvay è sempre stata l’inverosimile innocuità sanitaria di PFOA e poi di C6O4 e ADV ovunque prodotti.

 Cominciò a contraddirla  con l’annuncio del “Lancio di nuove tecnologie non fluorotensioattive  che saranno in piena produzione presso lo stabilimento di Solvay a West Deptford, NJ entro la fine di giugno 2021. A quel punto, Solvay non utilizzerà più coadiuvanti di processo fluorotensioattivi in qualsiasi parte degli Stati Uniti. Le nuove tecnologie consentono lo sviluppo di prodotti che i clienti utilizzano in una varietà di applicazioni che supportano una società più sostenibile”. Obtorto collobasta Pfas negli Stati UnitiE in Italia? L’Italia è considerata terzo mondo, la Provincia di Alessandria per Spinetta Marengo infatti autorizza addirittura l’ampliamento del C6O4.

Perciò annuncia un’altra truffa mediatica: quella dei presunti filtri che sarebbero in grado a Spinetta  di  rilevare e trattare, gestire e monitorare i contaminanti Pfas nelle falde e  nelle reti idriche, ovviamente non nell’atmosfera. La multinazionale promette “zero tecnico” delle emissioni di Pfas (C6O4, ADV) negli scarichi di acqua con tecnologie al carbone attivo granulare (GAC), allo scambio ionico (IO) e alle tecnologie di osmosi inversa (RO (metodo di filtrazione meccanica in uso dagli anni ’50 del secolo scorso): diventerebbe “acqua distillata” e addirittura riutilizzata e non scaricata in Bormida, insomma “ciclo chiuso”. Premio nobel per la chimica alle giovanissime ricercatrici? insegniamo agli americani?  Tutto risolto? Niente affatto. Innanzitutto non c’è la ben che minima garanzia che rimuovano il 100% dei PFAS contaminanti. Inoltre prevedono costi insopportabili data l’ampiezza del territorio inquinato e inquinante, si pensi solo alla vastità di frequenti cambi di membrane filtranti. A tacere dello smaltimento a loro volta dei solidi e dei liquidi di questi trattamenti, cioè incenerimento. I Pfas fanno parte del cocktail di tossici cancerogeni presenti a Spinetta in atmosfera e nelle falde, i filtri dell’osmosi inceneriti manderebbero altri Pfas in atmosfera e falde. Inoltre -attenzione- i Pfas sono utilizzati per produrre tantissimi materiali (padelle, imballaggi, vestiti): come verrebbero bonificati?

Stanti ad Alessandria i disastri ambientale (in acqua e atmosfera) e sanitario (nel sangue), non c’è altra alternativa etica che chiudere le produzioni. Subito, nel 2022 (DDL Crucioli). Ma Solvay scrolla le spalle, e manda l’opinione pubblica sulla luna (nel pozzo): Volontariamente, Solvay entro il 2026 realizzerà quasi il 100% dei suoi fluoropolimeri senza l’uso di fluorotensioattivi presso il suo stabilimento di Spinetta Marengo,  per eliminare pressoché totalmente le emissioni di fluorotensioattivi”.

Quasi e pressoché sono tradotti: “Una piccola linea di prodotti, strategica per i settori industriali dei semiconduttori e dell’energia che rappresenta meno dell’1% del volume produttivo, richiederà ulteriori attività di ricerca per eliminare completamente l’uso dei fluorotensioattivi. Per questa linea verrà utilizzato un processo di produzione a ciclo chiuso, strettamente controllato, a zero reflui”. Cioè la fantomatica “osmosi inversa”. Dunque NON c’è impegno a fermare gli impianti entro il 2026. 

Dei sostituti dei Pfas, presunti quasi e pressoché a impatto zero, non si fa menzione tossicologica, altri segreti industriali, non autorizzati da nessuno, tutti da verificare se si sta cadendo dalla padella alla brace. Verifica rinviata a dopo il 2026, nel mentre gli impianti con Pfas staranno  marciando e inquinando a pieno volume.

 La data 2026 è una promessa, in fede di una “scelta” assunta da Solvay volontariamente, non in forza di una legge.

Solvay invita l’opinione pubblica e le istituzioni a guardare la luna nel pozzo, per distogliere l’attenzione dal Disegno di Legge Crucioli, il solo strumento concreto  che metterebbe -da subito- al bando in Italia la produzione, l’uso e il consumo dei Pfas. I quali, ribadiamolo, sono solo la punta d’iceberg del disastro ecosanitario del polo chimico di Spinetta Marengo. Purtroppo la strategia della multinazionale belga è vincente.

Lino Balza Movimento di lotta per la salute

Libertà per Assange, libertà per la verità.

Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks che ha reso possibile la conoscenza di centinaia di migliaia di documenti, di fatti e misfatti altrimenti nascosti, (basti pensare alle immagini del trattamento inumano dei prigionieri trattenuti nella base americana a Guantanamo), si trova ancora in un carcere di massima sicurezza in Inghilterra e potrebbe essere consegnato agli USA. Clicca qui la mobilitazione internazionale e la petizione.  Il premio Nobel per la Pace Mairead Maguire ha nominato, Julian Assange, Chelsea Manning ed Edward Snowden per il Premio Nobel per la Pace 2021: “Se Assange viene estradato negli USA per essere processato e incarcerato per aver detto la verità, nessun reporter, giornale o editore sarà al sicuro dallo stesso trattamento da parte degli USA o altri governi repressivi contrari alla responsabilità e allo scrutinio pubblici”. Clicca qui.

Se il dogma è la crescita dell’economia, saranno irrisolvibili i cambiamenti climatici.

In merito alle proposte del neo Nobel per l’economia, William Nordhaus, per attenuare le cause dei cambiamenti climatici (surriscaldamento globale), Giorgio Nebbia esprime un commento critico: “Finora nessun rimedio della scienza economica o della tecnica ha mostrato di essere efficace nell’attenuare la crisi climatica… se si volesse rallentare l’aumento della concentrazione di gas serra nell’ atmosfera che sta portando ad un riscaldamento planetario crescente, occorrerebbero misure drastiche tali da compromettere la base stessa dell’economia, il dogma della crescita. Alcuni credono che una qualche attenuazione si potrebbe ottenere con energiche azioni sui consumi in modo da diminuire quelli dei paesi ricchi e spreconi pur assicurando un minimo decente livello di vita ai poveri. E’ un po’ quello che ripete l’enciclica ‘Laudato si’, ma a Papa Francesco pochi governanti danno retta, non è mica un premio Nobel”. Clicca qui Giorgio Nebbia.

Dell’ICAN fanno parte 486 organizzazioni di 101 paesi, ed anche l’Italia ha membri attivi e partecipanti all’attività nazionale ed internazionale.

Speriamo che questo premio serva, almeno in parte, a rompere il muro del silenzio che impedisce all’opinione pubblica italiana di essere a conoscenza dei gravi pericoli che corre. Sono necessarie scelte di disarmo unilaterale del nostro Paese: lo sganciamento dal nuclear sharing della NATO rispedendo al mittente le “atomiche” che gli USA dispiegano nelle nostre basi o fanno transitare nei nostri porti.

Clicca qui Alfonso Navarra.

Un Nobel contro il pericolo della guerra atomica.

Il premio Nobel per la Pace 2017 è stato assegnato alla Campagna Internazionale contro le Armi Nucleari (ICAN), come riconoscimento per il ruolo nell’approvazione del Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari, adottato il 7 luglio con il voto favorevole di 122 Stati. ICAN è una coalizione di organizzazioni non-governative di 100 paesi. Questo premio rende omaggio agli sforzi di milioni di attivisti e cittadini in tutto il mondo che, fin dai primi anni dell’era atomica, hanno alzato la voce contro le armi nucleari.

Cicca qui la Dichiarazione di ICAN