Le fabbriche della morte a Massa e Carrara.

Da 40 anni Massa e Carrara attendono le bonifiche: metalli pesanti, ammoniaca, benzene, cloruro di vinile, tricloroetano ecc. Resta attivo lo stabilimento di Solvay di Massa: bario ecc., e tricloroetano e tetracloroetilene di origine incerta: forse da Carrara dove sono registrati. superamenti dei limiti per metalli, solfati e composti alifatici clorurati ecc.  A Carrara senza bonifiche anche Ferroleghe (ferro-cromo, carburo di calcio ecc.), Syndial-Eni (arsenico, piombo, fitofarmaci, diossine ecc.), e soprattutto  Farmoplant che  come “Presidio permanente” nell’87 facemmo chiudere con un referendum al 72%. Sommariamente lo studio Sentieri segnala “il rischio neoplastico nelle classi infantili e giovanili, quali l’eccesso di mortalità per leucemie in età pediatrica e l’eccesso di mortalità per tutti i tumori e per leucemie in età giovanile tra i 20 e i 29 anni”. Degli operai morti manca un censimento completo. Clicca qui Maria Cristina Fraddosio

Ilva: conflitto tra lavoro e salute, conflitto tra padroni e operai, conflitto tra operai e popolazione.

Una storia vista tante volte in Italia per le fabbriche della morte.

Accordo con AcelorMittalSmantellare l’impianto, risanare il sito e ricostruirlo altrove? Tenerne in vita solo una parte e cercare soluzioni alternative – il risanamento del sito – per le maestranze “superflue”? Chiuderlo come Icmesa, Acna, Farmoplant ecc.?  Che fare: clicca qui Guido Viale

Nazionalizzare: la macchina assassina non può restare ai privati. Clicca qui Marco Revelli

Tutto l’acciaio del mondo non vale la vita di un bambino. Il dibattito di questi giorni oscura ancora una volta la sentenza della  Corte dei diritti dell’Uomo che condanna lo Stato Italiano. La posizione critica di PeaceLink nella situazione attuale della trattativa Conte-Mittal  clicca qui.