

Meloni: «Non strumentalizzate questi morti». Piantedosi: «L’unica cosa che va affermata è che non devono partire». Clicca qui un commento.
Movimenti di Lotta per la Salute, l"Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
Meloni: «Non strumentalizzate questi morti». Piantedosi: «L’unica cosa che va affermata è che non devono partire». Clicca qui un commento.
Dopo l’ennesima strage in un Mediterraneo diventato un cimitero, il professor Salvatore Palidda sviluppa il concetto di tanatopolitica: l’approdo dell’ex-sinistra (Minniti-Gentiloni ) alle scelte reazionarie (baratto coi libici per gli interessi dell’Eni) ha continuato a rinnovarsi in Italia come nel resto d’Europa. Non stupisce, quindi, che oggi il governo delle destre e il suo ministro dell’interno Piantedosi si sentano assolutamente legittimati a perseguire la scelta di ‘far morire o lasciar morire’ i migranti, insieme alla criminalizzazione di chi vuole soccorrerli. Questa scelta di tanatopolitica è di fatto coerente con ciò che sembra più opportuno chiamare “fascismo democratico” di un governo legittimato da solo 27% di aventi diritto al voto, una minoranza che passa per maggioranza. È quanto da decenni auspicano i partito delle destre e dell’ex-sinistra perché così ci sono meno elettori da controllare o coltivare come clientela. Clicca qui il saggio del professor Palidda.
Creando leggi ad hoc a tutela dei gestori dell’industria inquinante benchè siano noti i gravi danni alla salute ed all’ambiente causati dalle emissioni del siderurgico, la conversione del decreto legge rappresenta l’aggressione del governo allo stato di diritto ed alla giustizia italiana: priva i cittadini di Taranto del principio di uguaglianza garantito dalla Costituzione, solleva lo Stato dall’obbligo di tutelare la salute dei propri cittadini, è l’ennesimo insulto alla memoria delle innumerevoli vittime dell’inquinamento e delle loro famiglie . Ma i cittadini non si arrendono a questa barbarie: clicca qui il Coordinamento Ambientale Taranto.
Clicca qui l’Attestato,
comprensivo dei Secondi Più Votati: Amadeus, Roberto Benigni, Sergio Mattarella, Consiglio di Stato, Italia, MSC Crociere, Giampiero Veronesi, Letizia Moratti, Daniele Capezzone, Enrico Letta, Joe Biden, Comitato Nobel Pace, Matteo Renzi, Mario Draghi, Roberto Cingolani, Giorgio Abonante.
Per ciascuno di essi sono state assemblate le Motivazioni di merito che hanno accompagnato il voto.
Da alcune settimane si sta votando per il Premio Attila 2022, la più alta onorificenza italiana a incoronare vincitori i nostri figli peggiori: industriali, politici, amministratori che nel corso dell’anno si sono particolarmente distinti a danno dell’ambiente, della salute e della pace.
Avevamo già fornito un primo elenco di candidati votati (in ordine alfabetico): Amadeus, Calderoli Roberto, Cingolani Roberto, Crosetto Guido, Denaro Messina Matteo, Draghi Mario, Meloni Giorgia, Moratti Letizia, MSC Crociere, Comitato Nobel Pace, Nordio Carlo, Renzi Matteo, Salvini Matteo, Veronesi Giampiero, Zelensky Volodymyr.
Sono stati aggiunti (tra parentesi la sintesi delle motivazioni di merito):
Biden Jr. Joseph Robinette (Per Joe stomaco-duro, morti e distruzioni sono un fatto normale).
Capezzone Daniele (Il più ex degli ex figli di Pannella).
Mattarella Sergio (Parla di “negoziati di pace” e firma gli aumenti delle armi).
Balza Lino (mancano le motivazioni, il proponente è pregato di uscire dall’anonimato e di fornirle).
Come è evidente, vi è una forte dispersione di voti, perciò dovremo proporre il ballottaggio tra i due più votati per Ambiente e i due più votati per Pace.
Ricordiamo ancora che sono ammessi max due voti. Uno per l’ambiente, l’altro per la pace. Entro e non oltre il 14 febbraio 2023 le espressioni di voto dovranno pervenire a movimentodilottaperlasalute@reteambientalista.it; movimentolotta.maccacaro@gmail.com; o con SMS a 3470182679. Si possono indicare le motivazioni di merito, possibilmente nei limiti di un foglio di word, saranno pubblicate.
All’interno del fasto della Scala di Milano nessuno è inzaccherato di uova marce come succedeva in altra epoca; all’esterno qualche bidone di vernice lanciato sui muri del teatro era stato prontamente ripulito e perseguito, la piazza è presidiata da polizia e carabinieri in assetto antisommossa che si accontentano di fronteggiare cori e slogan contro quelli che sono dentro: la casta dei Robin Hood alla rovescia.
Oltre a discutere per un nuovo soggetto politico, i Movimenti ambientalisti e pacifisti stanno preparando la piattaforma di confronto con il nuovo esecutivo italiano, prevedibilmente di scontro perché così era già con i governi precedenti, a maggior ragione perché si appesantiranno i groppi della vera transizione ecologica e delle disuguaglianze sociali. Il nodo scorsoio che al momento serra l’economia è la guerra in Europa (le altre guerre ci sembrano lontane). Si aggrovigliano le esortazioni alla pace, alcune sono addirittura esaltazioni di guerra camuffate. Quelle nobili, pur accese in magnifiche manifestazioni, se non si consolidano in precise rivendicazioni da porre alle forze politiche, al parlamento e al governo, rischiano l’ennesima sconfitta del pacifismo, la peggiore.
Concretamente cosa significano le parole d’ordine “Immediato cessate il fuoco” e “Avvio di negoziati verso una Conferenza internazionale di pace”? Quale deve essere, secondo i Movimenti, la posizione internazionale dell’Italia? Dato per scontato che non è quella che la Russia si dichiari sconfitta e, senza ricorrere alle armi atomiche, si ritiri nei confini antecedenti il 2022. Né quella che l’Ucraina si arrenda allo statu quo nunc dell’occupazione e rinunci a velleitarie riconquiste territoriali (Crimea compresa). Neppure quella che gli Usa sostengano Zelensky in una infinita guerra di logoramento della Russia, a spese economiche e sociali soprattutto delle popolazioni europee.
Dunque, allo stato drammatico dei fatti, per dare innanzitutto concretezza nelle manifestazioni all’appello del cessate il fuoco e della conferenza di pace, per fissare soprattutto uno spartiacque tra le forze politiche, è necessario investire direttamente il governo con precise rivendicazioni. Non possono essere solo la fine delle (auto)sanzioni e dell’invio di armi. Si deve rivendicare al governo una iniziativa in campo europeo atta a favorire un percorso di compromesso negoziabile in ambito Onu. Su quali linee di utopia concreta.
1) L’autodeterminazione. Dunque, effettuare nuovamente i referendum nelle regioni di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia sotto la supervisione dell’Onu, così da fugare ogni dubbio avanzato dall’occidente circa la loro validità. Eventualmente la Russia dovrà andarsene se questa è la volontà del popolo.
2) Il riconoscimento. Riconoscere formalmente la validità del referendum del 2014 dunque la Crimea come parte della Russia, come lo è stata dal 1783 (fino all’errore di Krusciov del 1954).
3) La neutralità. L’Ucraina continui a stare fuori dalla Nato, neutrale.