L’ “invisibile” TFA nell’esistenza nebulosa della Solvay di Spinetta Marengo, tra processi e class action.  

Non ci sono solo le sostanze perfluoroalchiliche, PFAS, a contaminare le acque superficiali e quelle delle falde e, quindi, l’acqua potabile e gli alimenti. Esce dall’invisibilità mediatica il TFA, acido trifluoroacetico, che si forma dai PFAS per degradazione: come i Pfas si trova ovunque (ubiquitario), come i Pfas è perenne (forever chemical), come i Pfas tossici e cancerogeni è micidiale per la salute, ma, ancora peggio dei Pfas, a differenza dei Pfas non è ancora normato per legge, e quando avverrà sarà una grana per Solvay.
 
A denunciare la presenza di TFA nelle acque potabili è ora un rapporto della Pesticide Action Network (Pan Europe), nel quale sono stati analizzati 55 campioni di acqua potabile di 11 Paesi (tra i quali non c’era l’Italia) e si è visto che il TFA era presente nel 94% di essi: da 20 a 4.100 nanogrammi per litro (ng/l), per una media di 740 ng/l. Poche le differenze tra campioni di acqua minerale e di acqua di sorgente.  Nelle acque di fiumi e laghi erano state rilevate concentrazioni medie pari a 1.220 ng/l. Soprattutto il TFA costituisce il 98% dei cosiddetti PFAS totali in tutti i campioni. Il fatto non stupisce, visto che il TFA si forma da diversi PFAS.
 
Dunque, il TFA, derivato dai PFAS dei pesticidi e dai gas fluorurati, oggi manca di un quadro legislativo  di riferimento: è nebulosa l’indicazione del valore tollerabile per l’essere umano, manca uno standard di qualità per le acque sotterranee o superficiali, non esiste alcun valore massimo indicato per le acque potabili, la sostanza non è inclusa negli elenchi dei PFAS che entrano a far parte del bilancio totale. Entrerà nel 2026 in Europa, quando sarà in vigore un limite per i PFAS totali (500 nanogrammi per litro per l’insieme dei PFAS?). Se oggi fosse già così, metà dei campioni di acqua del rubinetto analizzati sforerebbe i limiti.
 
Per questi motivi, “PAN Europe” chiede ai governi di agire con misure urgenti:  il divieto immediato dei pesticidi con PFAS, il divieto immediato dei gas fluorurati. Così, per la presidente di Syensqo, Ilham Kadri, si affacciano ulteriori problemi entro il 2026 per lo stabilimento Solvay di Spinetta Marengo (Alessandria), il  cui mix produttivo nei fluorurati è ineludibile [Nota 1].
 
Ilham Kadri, deve pur occuparsi di azioni legali inibitorie risarcitorie.
Dall’Italia fino in Belgio, rimbombano sempre le parole di  Ferdinando Lignola, il Procuratore Generale di Cassazione, quando, nel 2019 nella sua arringa finale contro Solvay, incitò: “Mi auguro che seguano centinaia, migliaia di cause civili per toccare questa gente nel portafoglio”. Perché era pienamente cosciente, come era ed è Kadri, che in sede penale non si va oltre ad una risibile condanna  ai livelli manageriali più bassi di questa gente delittuosa,  e non si va oltre ad una virtuale condanna di bonifica a spese di questa gente. Soprattutto era conscio, inorridito dell’ingiustizia massima: in sede penale neppure le Vittime vengono risarcite per le morti e le malattie provocate dal reiterato delitto ecosanitario di questa gente.
 
Kadri non ha remore etiche ma sta valutando che anche in Italia gli studi legali si apprestino ad avventurasi nella legislazione aprendo cause in sede civile con azioni inibitorie risarcitorie contro questa gente, contro la belga Solvay proprietaria dello stabilimento di Spinetta Marengo: nell’occhio del ciclone per i veleni in aria-acqua-suolo-sangue della popolazione di Alessandria, dei quali i famigerati Pfas sono solo la punta dell’iceberg ecosanitario locale.
 
Valutazione opportuna perché, fuori dall’Italia, è proprio la Solvay, e proprio per i Pfas, a doversi mettere le mani al portafoglio. Infatti, Solvay Specialty Polymers USA ha accettato di pagare 1,3 milioni di dollari per chiudere una class action sulla contaminazione da Pfas delle riserve idriche del Parco nazionale di West Deptford ad opera del suo impianto di produzione di Leonard Lane. [Nota 2]. Kadri ha  concordato di raggiungere l’accordo “per evitare l’onere e le spese di un contenzioso continuo“.
 
Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro.
 
[Nota 1]
Ricerca e Sviluppo di Polimeri fluorurati, Produzione e Fornitura di perfluoroolefine, fluoro, acido cloridrico, acido fluoridrico, cloruro ferrico, idroclorodifluorometano, fluoroelastomeri, politetrafluoroetilene, fluoropolimeri termoplastici, perfluoropolieteri con l’ausilio di Centrale Termoelettrica alimentata a gas naturale. Gestione per conto del ‘Consorzio Trattamento Effluenti Polo Chimico Spinetta’ dell’impianto di trattamento delle acque reflue di tutte le conferenti del polo chimico. Gestione discarica di gessi fluoritici. Ricerca e sviluppo di sostanze organiche fluorurate (perfluoroolefine, fluoroplastomeri, fluoroelastomeri, fluidi fluorurati).”
 
[Nota 2]
La causa è stata intentata per conto dei residenti del Parco Nazionale nel giugno 2020, risarciti per ora con 8.000 dollari ciascuno, ma l’accordo prevede il pagamento degli esami del sangue per tutte le persone che hanno vissuto nel distretto dal 1° gennaio 2019 al 28 febbraio 2024: il fondo include 784.000 dollari per la “classe di biomonitoraggio”. Anzi, “Non è incluso il costo di qualsiasi potenziale interpretazione del risultato dell’esame del sangue da parte di medici o professionisti sanitari.” Dunque restano aperti i risarcimenti per le patologia sofferte.
Il fondo inoltre comprende circa 244.000 dollari per le spese legali e gli onorari degli avvocati. Nonché l’accordo  prevede addirittura pagamenti (200.000 dollari) alle persone che hanno posseduto o affittato immobili residenziali nel distretto nello stesso periodo.
Solvay ha concordato di raggiungere l’accordo “per evitare l’onere e le spese di un contenzioso continuo“, si legge nella sua dichiarazione. D’altronde Solvay deve affrontare numerose cause legali per l’inquinamento da PFAS nel South Jersey, nel suo stabilimento della contea di Gloucester.

La Senna non ripulita dai Pfas.

Secondo le analisi del laboratorio tedesco DVGW-Technologiezentrum Wasser di Karlsruhe,  il fiume di Parigi, in cui si nuoterà alle Olimpiadi, ha un’alta concentrazione di acido trifluoroacetico (TFA), usato per pesticidi e refrigerazioni, una tra le sostanze note collettivamente come PFAS tossici e cancerogeni: poco lontano dalla cattedrale di Notre-Dame 2,9 microgrammi per litro (un microgrammo è un milionesimo di grammo), mentre 0,5 è già indicato come limite massimo per la Cee. Jacob de Boer, tossicologo della Vrije Universiteit di Amsterdam e Ian Cousins, professore di chimica ambientale dell’ Università di Stoccolma, sconsigliano: «Non raccomanderei di nuotarci regolarmente».

In Francia sono stati investiti quasi 1,5 miliardi di euro per risanare le acque della Senna in modo da renderla balneabile per le Olimpiadi di quest’anno e, dal 2025, per chiunque ci voglia nuotare. L’obiettivo degli interventi è abbattere la presenza di batteri legati allo smaltimento delle acque reflue, quelli appartenenti ai generi Escherichia ed Enterococcus. Non agiscono invece sui Pfas,  chiamati “forever chemicals”, “inquinanti perenni”: uno studio del 2016 ha stimato che ai reni umani servano dai 10 ai 56 anni per eliminare i PFAS più persistenti.

Glifosato, spunta un rapporto nascosto.

“I test utilizzati per valutare la tossicità sono insufficienti”: lo sapevano da almeno 8 anni. Si tratta di un documento richiesto, e successivamente nascosto, dall’Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare, ambientale e sanitaria sul lavoro (ANSES) in Francia. l rapporto si concentrava sulla genotossicità dei prodotti contenenti glifosato, ovvero sulla loro capacità di danneggiare il DNA e potenzialmente causare mutazioni cancerogene. Solo dopo una battaglia legale intrapresa da Le Monde, il quotidiano francese, l’ANSES ha deciso di rendere pubblico il rapporto.  Générations Futures, un’organizzazione ambientalista francese, ha condannato questa pubblicazione tardiva e ha richiesto la sospensione dell’autorizzazione europea al glifosato in attesa dei risultati dei nuovi test. Basterà questo nuovo documento a far cambiare le sorti del glifosato in Europa? Temiamo proprio di no.

Non si tutela l’Ambiente se non si tutelano le Vittime.

Ferdinando Lignola, procuratore generale della Suprema Corte di Cassazione, nella sua requisitoria del 2019 ha parole durissime contro  i dirigenti Solvay e invita i nostri avvocati dell’accusa a muoversi: «Mi auguro che seguano centinaia, migliaia di cause civili per toccare questa gente nel portafoglio”.

Sì, perché l’irrisolto drammatico problema è che in sede penale le Vittime, le persone fisiche, decedute e ammalate, non sono risarcite per danni subiti. Ecco perché si parla di cause civili, class action, azioni inibitorie.

Quando si tratta di reati ambientali e sanitari, gli avvocati in Italia non vanno  oltre le cause in sede penale (peraltro con deboli benefici per l’ambiente). Non così è in altri Paesi, soprattutto negli Stati Uniti dove il fenomeno delle “class actions” costituisce uno dei punti fondamentali del sistema processuale perché fornisce efficaci forme di tutela alle varie situazioni a rilevanza sovra individuale. Negli Usa, nel corso di circa due secoli di vita le class actions hanno avuto un successo straordinario. Lo conferma, ad esempio, la recente (seconda) condanna al Gruppo Monsanto, filiale del colosso tedesco Bayer, a risarcire 857 milioni di dollari di danni a studenti e genitori volontari di una scuola esposta ai policlorobifenili (pcb), i cosiddetti inquinanti ‘eterni’ tipo PFAS.

Lo conferma ancora pochi mesi fa l’accordo che in Michigan le società DuPont, Chemours e Corteva hanno raggiunto di pagare 1,18 miliardi di dollari attraverso un fondo che istituiranno, in modo da risolvere le denunce di inquinamento da Pfas in molti sistemi di acqua potabile degli Stati Uniti. Analogamente avverrà per la  città di Stuart, in Florida. La città è una delle circa 300 comunità negli Stati Uniti che dal 2018 hanno intentato cause equivalenti contro le aziende che producevano schiuma antincendio o il PFAS contenuto nella schiuma. I casi sono pendenti presso il tribunale distrettuale degli Stati Uniti a Charleston, nella Carolina del Sud. In una dichiarazione, gli studi legali che rappresentano i querelanti hanno affermato: “Questo accordo rappresenta il primo di molti passi per iniziare a riparare i danni della contaminazione da PFAS nelle forniture di acqua potabile in America”.

A sua volta 3M recentemente  ha raggiunto un accordo da 10,3 miliardi di dollari (9,4 miliardi di euro) per pagare i test e la bonifica delle sostanze chimiche dalle forniture di acqua negli Stati Uniti, senza ammettere la responsabilità. Ora è alle prese un’azione legale collettiva risarcitoria a causa dei Pfas  nell’isola britannica  di Jersey sul Canale della Manica. Non solo, in Belgio la 3M ha concordato con il governo fiammingo un programma da 571 milioni di euro di risarcimenti  a favore dei residenti di Zwijndrecht, alle porte di Anversa.

Sul suolo americano, la stessa Solvay doveva affrontare 25 cause legali. Si riferiscono tutte all’uso di PFAS. Il tribunale ha emesso una ordinanza che permette di intentare un’azione collettiva per milioni di persone il cui sangue contiene PFAS. Al punto che il 20 giugno 2022, Solvay ha annunciato con grande clamore la sua intenzione di eliminare gradualmente l’uso di PFAS a livello globale entro il 2026. Decisione fasulla per Spinetta, abbiamo già drasticamente commentato: senza il Disegno di legge Crucioli che mette al bando i Pfas in Italia, la strategia della Solvay è per la resistenza ad oltranza.

Dunque, fatta salva la strada delle cause risarcitorie individuali, nei confronti di Solvay altre vie sono la class action e l’azione inibitoria.

L’azione di classe (class action)  è esperibile collettivamente da tutti coloro, persone e organizzazioni/associazioni, che avanzino pretese risarcitorie  in relazione alla lesione di diritti individuali omogenei.

È inoltre prevista la possibilità, per chiunque vi abbia interesse, di esperire, accanto alla class action, un’azione inibitoria  collettiva  nei confronti di chi pone in essere condotte pregiudizievoli per una pluralità di individui o enti, ovvero al fine di ottenere una pronuncia del giudice che ordini alla Solvay la cessazione o il divieto di reiterare una condotta commissiva od omissiva realizzata nello svolgimento delle attività.

Monsanto risarcisce 2,25 miliardi di dollari ad una Vittima del glifosato.

Monsanto, filiale del gigante tedesco Bayer, è stata condannata da un tribunale statunitense a pagare 2,25 miliardi di dollari di danni a un uomo che ha accusato il diserbante Roundup, il cui principio attivo è il glifosato, di avergli causato il linfoma non-Hodgkin, un cancro del sistema linfatico.  Già dal  2015, il glifosato è stato classificato come “probabile cancerogeno” dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).

Non è la soia a provocare leucemia ma sono i pesticidi usati nelle coltivazioni di soia.

Il Brasile è diventato il principale produttore di soia al mondo, ma anche il maggior consumatore di pesticidi ed erbicidi, che inquinano il suolo e le falde acquifere. La coltivazione sempre più intensiva di soia in Brasile e il conseguente uso di pesticidi è correlata a un aumento dei casi di leucemia nei bambini. A dirlo è un nuovo studio condotto dall’Università dell’Illinois – Urbana-Champaign, in collaborazione con l’Università di Denver e l’Università di Wisconsin – Madison.

Rischi del glifosato per le donne incinte.

Denuncia penale contro la Bayer per aver nascosto i rischi del glifosato per le donne incinte e i neonati: in un esposto presentato  alla Procura di Vienna, GLOBAL 2000 e altre organizzazioni membri della European Pesticide Action Network ( tra cui l’italiana ISDE, Associazione Medici per l’Ambiente) hanno rivelato che il consorzio guidato da Bayer – prima Monsanto – non ha presentato studi e/o dati sfavorevoli sugli effetti cancerogeni e neurotossici del glifosato nella domanda di riapprovazione del glifosato. Clicca qui.

Al bando il glifosato.

Scienza Medicina Istituzioni Politica Società 

L’Unione Europea vorrebbe autorizzare l’uso del glifosato per altri 15 anni, malgrado le pericolose conseguenze per il pianeta e per la nostra salute. Chiedi ai leader europei di vietare subito il glifosato! Firma ora. Il glifosato, il pesticida tossico di Bayer-Monsanto che stermina le api, sta per essere autorizzato in Europa… Leggi tutto L’UE vorrebbe autorizzare l’uso del glifosato per altri 15 anni, malgrado le pericolose conseguenze per il pianeta e per la nostra salute. Chiedi ai leader europei di vietare subito il glifosato! Firma ora

Milioni di morti premature all’anno.

L’inquinamento da prodotti chimici industriali e pesticidi causa almeno nove milioni di morti premature ogni anno in tutto il mondo. L’esposizione ai pesticidi nel nostro cibo, aria, acqua potabile e ambiente aumenta il rischio di tumori e infertilità, danneggia lo sviluppo sano dei bambini e interrompe i nostri ormoni. I costi sanitari associati all’esposizione a pesticidi e altre sostanze chimiche superano il 10% del PIL globale. Su scala europea, i costi sociali direttamente attribuibili ai pesticidi sono stati di circa 2,3 miliardi di euro . Il micidiale glifosato è l’erbicida più utilizzato al mondo: per vietarlo la campagna internazionale è in corso. Clicca qui HEAL (Health and Environment Alliance), di cui ISDE (Associazione Medici per l’Ambiente) è membro italiano.

PFAS nei pesticidi, allarme alimentare “di proporzioni epiche”.

Allarme degli scienziati. Secondo i test portati avanti dal gruppo ambientalista americano Public Employees for Environmental Responsibility (Peer), e confermati dall’Agenzia statunitense per l’ambiente (Epa), negli erbicidi e insetticidi liberamente venduti sono presenti i PFAS, in particolare il PFOA.  Ciò avviene perché introdotti intenzionalmente come additivi “inerti” o tramite la contaminazione accidentale dalle apparecchiature utilizzate per produrre o trasportare i pesticidies.barili di polietilene ad alta densità. Secondo gli scienziati, questa contaminazione alimentare dalle sostanze cancerogene e interferenti endocrine “è un problema di proporzioni epiche”.

Oltre il 70% della frutta contiene pesticidi.

Dossier Stop pesticidi di Legambiente: quasi la metà dei campioni analizzati contiene residui di pesticidi, nella frutta oltre il 70%. l business dell’agricoltura intensiva non cede il passo. Va meglio l’agricoltura biologica. Urge la messa al bando del glifosato. Occorre liberare l’agricoltura dalla dipendenza dalla chimica per diminuire i carichi emissivi e favorire un nuovo modello, che sposi pienamente la sostenibilità ecologica come asse portante dell’economia made in Italy, diventando un settore strategico per il contrasto della crisi climaticaLegambiente torna a chiedere che l’Italia allinei le sue politiche al Green deal e a quanto previsto dalle strategie europee Farm to fork e Biodiversità che ambiscono a ridurre entro il 2030 del 50% l’impiego di pesticidi, del 20% di fertilizzanti, del 50% di antibiotici per gli allevamenti, destinando una percentuale minima del 10% di superficie agricola ad habitat naturali. Ritiene, inoltre, strategico approvare la legge sull’agricoltura biologica. Clicca qui.

La libertà di espressione è un diritto! Il “processo dei pesticidi” deve essere fermato!

Hanno trascinato me e altri in Tribunale a Bolzano, perché abbiamo criticato l’impiego massiccio di sostanze pesticide nelle monocolture del melo presenti in Südtirol / Alto Adige. Questo attacco alla libertà di opinione non è rivolto soltanto contro la mia persona ma anche contro tutti gli attivisti ambientali e chiunque critichi l’impiego di pesticidi. E non solo in Südtirol / Alto Adige, bensì in tutta Europa. Clicca qui la petizione.

La senatrice a vita tenta di riabilitare il glisofato.

La mozione parlamentare  di Elena Cattaneo  va rigettata. Anche recenti studi dell’Istituto Ramazzini hanno messo in evidenza che il glifosato e il suo formulato Roundup, a dosi equivalenti alla ADI degli Stati Uniti, procurano formazione di micronuclei (genotossicità), effetto androgenico e aumento del testosterone nel sangue sia nei maschi che nelle femmine (interferenza endocrina), alterazione del microbiota intestinale durante le prime fasi della vita. Clicca qui ISDE e Istituto Ramazzini.

I Pfas abbassano le difese immunitarie e riducono la risposta ai vaccini, a partire dai bambini.

Oltre alle patologie già conosciute: interferenti endocrini, tumori dei testicoli e dei reni, ipertensione in gravidanza, aumento del colesterolo ecc. Li assumiamo attraverso il cibo e l’acqua potabile contaminati. Sono impiegati , con diverse composizioni molecolari, nelle schiume antincendio, nei rivestimenti metallici antiaderenti per padelle,  negli imballaggi per alimenti, nelle creme e nei cosmeticinei tessuti per mobili e abbigliamento per esterni, fino ai pesticidi e ai prodotti farmaceutici. Ma ad Alessandria Solvay chiede alla Provincia l’autorizzazione al C6O4. Clicca qui.

I diritti al benessere, alla tutela dell’ambiente e della biodiversità in Puglia annullati per decreto governativo.

Utilizzare pesticidi per il controllo della xylella è ingiustificato, pericoloso e fonte di discriminazione per il Salento.  Giuseppe L’Abbate, neo-sottosegretario alle politiche agricole,  invece sostiene l’utilità dei pesticidi , senza rendersi conto dell’effetto biocida sugli insetti utili, dell’alterazione dell’ecosistema capace di generare pericolosi effetti biologici (immunosoppressione, alterazioni istologiche epatiche e spleniche, alterazioni riproduttive e dello sviluppo embrionale, alterazioni neurologiche) anche a concentrazioni basse.  Clicca qui  Associazione Medici  per l’Ambiente – ISDE Italia. 

1 miliardo di persone ha fame. Oltre 3 miliardi soffrono di malattie croniche legate all’alimentazione.

Il 75% della distruzione planetaria del suolo, dell’acqua, della biodiversità, e il 50% delle emissioni di gas serra proviene dall’agricoltura industriale, che contribuisce anche al 75% delle malattie croniche legate al cibo. Contribuisce per il 50% dei gas serra che inducono i cambiamenti climatici. L’agricoltura chimica non restituisce materia organica e fertilità al suolo; sta, al contrario, contribuendo alla sua desertificazione. Richiede anche più acqua, poiché distrugge la naturale capacità del suolo di trattenerla. I sistemi alimentari industriali hanno distrutto la biodiversità del pianeta sia attraverso la diffusione delle monocolture, sia attraverso l’uso di tossine e veleni che stanno uccidendo api, farfalle, insetti, uccelli, portando alla sesta estinzione di massa. L’agricoltura industriale basata su monoculture ad alta intensità di combustibili fossili usa il 75% della terra, ma produce solo il 30% del cibo che mangiamo; e allo stesso tempo piccole fattorie che promuovono la biodiversità utilizzano il 25% della terra fornendo il 70% del cibo.  Clicca qui Vandana Shiva.

Italia dei veleni. Depuratori, pesticidi, smog.

Alcune cifre tratte da il dossier ambiente de Il Fatto. In 74 città nel 2018 non sono stati completati i lavori di raccolta e trattamento delle acque reflue urbane: multa della Corte europea di giustizia. Nel 2016 sono stati analizzati dall’Ispra i pesticidi nelle acque: su 35mila campioni sono presenti nel 67% delle acque superficiali e nel 33,5% delle sotterranee; con punte del 90% in Friuli, Piemonte e Veneto. A causa smog, l’Agenzia europea dell’ambiente ha nel 2017 stimato 84mila vittime, 230miliardi di costo per la collettività.

Ma gli ambientalisti sanno dire solo no?

Giuseppe Teti, sindaco di Vignole Borbera (AL), chiede
“Cosa sono tutti sti no no no parliamo di inquinamento o di chiudere delle aziende ?”

Il sindaco si riferisce alla mailinglist dal titolo: “PER LA PREVENZIONE PRIMARIA I MOVIMENTI NO No solvay, No pfoa, No benetton, No tav, No ilva, No muos, No tap, No carbone, No nucleare, No dal molin, No glifosato, No amianto, No acqua privata, No razzismo, No guerra, No violenza…….”.

Domanda retorica, altrimenti strana da parte di un sindaco coraggioso ed encomiabile, come ha dimostrato in alcune occasioni: clicca qui Giornale7 e clicca qui La Stampa.

Tutti quei NO dei rispettivi Movimenti di lotta intendono affermare la PREVENZIONE PRIMARIA, cioè impedire a monte il realizzarsi di gravi attentati all’ambiente e alla salute, ciascuno dei quali era trattato sul Blog della Rete ambientalista. Il NO difficilmente si riferisce alla chiusura di un’azienda, semmai intende prevenire l’apertura di nuove fonti di rischio.

Sentenza storica sul glifosato e gli altri erbicidi Monsanto.

La Corte della California ha condannato la Monsanto Bayer a risarcire con 289 milioni di dollari un giardiniere per aver contratto un tumore utilizzando erbicidi a base di glifosato, in quanto era al corrente dei rischi per la salute umana del prodotto messo in commercio. Invece alla fine del 2017, nonostante 1,3 milioni di firme raccolte, la Commissione Europea aveva prorogato l’autorizzazione all’utilizzo del glifosato per altri cinque anni. Clicca qui Giuseppe Onufrio.

II glifosato e gli interferenti endocrini diminuiscono l’intelligenza.

Il glifosato, che quotidianamente assumiamo come residuo dai prodotti OGM ( carne, cereali, soia ecc.), noto come cancerogeno, è considerato un interferente endocrino. come il suo metabolita AMPA, entrambi presenti sia nelle acque superficiali che profonde, laddove siano stati cercati, come in Lombardia e Toscana (vedi rapporto ISPRA sui pesticidi nelle acque).
Clicca qui José Eli da Veiga.

Cosa avvelena la Puglia e uccide gli Ulivi secolari.

Clicca qui Giuseppe Altieri. Cure agroecologiche e non campi di sterminio chimico della biodiversità o distruzione degli Ulivi secolari. Fondi europei a disposizione per tutti gli agricoltori, obbligatori e prioritari per l’agricoltura biologica. Siano i Sindaci a imporre il divieto dei Pesticidi chimici dichiarando i territori biologici con ordinanze sanitarie:

Albert Einstein: quando l’ultima ape morirà all’uomo resteranno 4 anni di sopravvivenza.

 

 
Imidacloprid, thiamenthoxam, clothianidin. Si tratta di pesticidi neonicotinoidi impiegati abitualmente dagli agricoltori, in quanto più forti di qualsiasi altro antiparassitario. Il loro utilizzo, però, ha una gravissima conseguenza: mettere a serio rischio la permanenza delle api sul nostro pianeta. Salvarle non significa solo preoccuparsi dell’estinzione di una specie. Significa, anche, allarmarsi per la mancanza di un tassello fondamentale nella catena alimentare. Il loro lavoro ha un apporto sulla produzione agricola totale del 75% e le conseguenze per la nostra alimentazione sarebbero drastiche. Salvare le api dunque significa salvare noi stessi. Dunque è vitale l’eliminazione dei neonicotinoidi. E’ quanto ha deciso l’Unione Europea (http://journal.cittadellarte.it/arte-societa/arrivato-lo-stop-ai-pesticidi-dannosi-le-api). Invece il governo italiano fa l’opposto (http://www.labottegadelbarbieri.org/il-regalo-di-martina-alla-bayer/). 

Aderite alla Campagna Sindaci contro l’uso dei pesticidi chimici.

Fate pressione verso i vostri Sindaci affinché emettano un’ordinanza sanitaria di divieto territoriale dei Pesticidi, in qualità di tutori della salute ambientale dei cittadini. Dal momento che non vi sono ostacoli economici grazie ai Pagamenti Agroambientali europei dei Piani di Sviluppo Rurale regionali, che coprono tutti i mancati ricavi e i maggiori costi degli agricoltori per la riconversione biologica. Cui si aggiunge un 30% di maggiorazione se il Sindaco attua un’azione collettiva dichiarando il TERRITORIO COMUNALE BIOLOGICO. Clicca qui