I lavoratori si ribellano allo schiavismo e vincono in tribunale.

I lavoratori, costretti dai padroni Lazzaro a lavorare fino a 13 ore al giorno nei campi a raccogliere ortaggi, senza essere pagati per mesi, dopo aver proclamato uno sciopero ad oltranza, avevano allestito un presidio di tende ai bordi della statale, durato tre mesi, e avviato un boicottaggio dei supermercati Bennet, acquirenti dai Lazzaro, si erano inoltre   opposti al crumiraggio nei campi, in questo sostenuti da decine di cittadini e solidali. Il tribunale di Alessandria ha dato a loro ragione e affermato la legittimità del diritto allo sciopero.

Da quella straordinaria lotta di dieci anni fa, è nato il Presidio Permanente di Castelnuovo Scrivia, realtà autogestita, composta da braccianti e solidali, che oggi organizza lotte e vertenze sul territorio. Clicca qui.

Sono i padroni a denunciare gli schiavi.

Il presidio davanti al tribunale di Alessandria

Prende avvio il processo contro 26 braccianti, attivisti, militanti e sindacalisti accusati di aver procurato nell’anno 2012, durante gli scioperi, danni morali e materiali, ai due padroni dell’azienda agricola Lazzaro Bruno e Mauro di Castelnuovo Scrivia che, dopo averli sfruttati, licenziati, non pagati, li hanno pure denunciati chiedendo loro un risarcimento danni di 1.533.635 euro! Una vicenda incredibile, messa sotto silenziatore dai media e dalla politica che conta. Necessario il sostegno alle spese: clicca qui.

Prima schiavi, poi licenziati, infine denunciati.

Sono tre le organizzazioni di “caporalato” scoperte e denunciate finora nel territorio alessandrino. Dopo la straordinaria lotta dei braccianti marocchini dell’azienda agricola Lazzaro Bruno e Mauro e la nascita del Presidio permanente di Castelnuovo Scrivia si sono accesi i riflettori. Dunque sono stati denunciati a loro volta: (clicca qui). Per la cassa di resistenza: Clicca qui.

Una lotta esemplare che cambiò la condizione bracciantile.

Se oggi i braccianti immigrati che lavorano nelle campagne alessandrine possono vantare salari un po’ più alti, versamenti contributivi abbastanza regolari, possibilità di accedere all’indennità di disoccupazione, tutto questo è grazie a quei lavoratori che hanno osato alzare la testa e ribellarsi, pagando anche di persona. Clicca qui.

Ancora lavoro nero, ancora sfruttamento e schiavismo nelle campagne.

Non al Sud, non in Calabria, non in Sicilia, ma nel ricco Piemonte, questa volta in Alessandria, ma la ragnatela dello sfruttamento si estendeva anche alle province di Cuneo e di Asti.

Dopo le vicende che hanno visto coinvolte le aziende agricole dei Lazzaro di Castelnuovo Scrivia, dei Balduzzi di Isola S. Antonio, degli Angeleri di Guazzora (continua).

Condannati, i Lazzaro hanno citato in giudizio 26 tra braccianti, attivisti e sindacalisti, con una richiesta danni di euro 1.533.685 (più danni morali e d’immagine da quantificare!) per gli scioperi e i presidi di sei anni fa quando i lavoratori schiavi, stanchi di essere maltrattati e non pagati decisero di ribellarsi e proclamarono gli scioperi (continua)

I braccianti schiavi di Castelnuovo Scrivia denunciati dagli schiavisti.

Pranzo benefit per far fronte alle spese legali necessarie per sostenere le cause intentate dai Lazzaro contro i braccianti e i solidali denunciati nel 2012 per violenza privata e tentativo di occupare l’azienda. Denunce ovviamente false, mentre purtroppo erano vere le condizioni di lavoro di grave sfruttamento e di semi schiavitù a cui erano costretti a sottostare, come dimostra la recente sentenza emessa dal Tribunale di Alessandria contro i Lazzaro e una sua impiegata.

No sfruttamento, no schiavismo.

Mercoledì 25 ottobre ore 9,00 appuntamento per tutti davanti al Tribunale di Alessandria per un Presidio di Solidarietà con sindacalisti e braccianti denunciati dai padroni Lazzaro di Castelnuovo Scrivia, nel 2012, in occasione delle lotte organizzate dai braccianti marocchini per il pagamento dei salari e per il riconoscimento di condizioni di lavoro dignitose. (continua)

Un contributo per i braccianti di Castelnuovo che rifiutano di essere schiavi.

Ora più che mai è necessaria solidarietà concreta con chi lotta e, mentre difende i suoi diritti, difende anche quelli di tutti gli altri. Per questo, per sostenere le spese legali di questa vertenza ti chiediamo un contributo che potrai versare sul conto postapay del Presidio permanente al seguente numero: 4023 6006 6943 9400. Clicca qui il comunicato.

Perchè il Tribunale di Alessandria è candidato al Premio Attila 2015. Altro episodio.

Altro episodio che si aggiunge a quelli illustrati sul libro Ambiente Delitto Perfetto. Vi ricordate dei braccianti dell’azienda agricola Lazzaro che per due anni non hanno percepito retribuzioni, né TFR, né ferie, né straordinari, né festivi, dopo essere stati licenziati con un cartello appeso ad un palo della luce? Ebbene, rispetto al contenzioso economico, di cui ai conteggi e ai ricorsi fatti dalla Cgil, le domande dei lavoratori sono state finora rigettate!
Clicca qui il comunicato del Presidio permanente di Castelnuovo Scrivia.

Al voto! Al voto! Premio Attila Alessandria 2015.

Premio Attila Alessandria 2015
Ad imperitura memoria dei nostri figli peggiori
Bisogna scegliere tra questi candidati, i più votati:

Maria Rita Rossa, sindaco di Alessandria Tribunale di Alessandria
Claudio Lombardi
, assessore ambiente Comune di Alessandria Gianfranco Gazzaniga, sindaco Bosco Marengo Bruno e Mauro Lazzaro, cascina di Castelnuovo Scrivia Angelo Riccoboni, discarica Sezzadio Alessandro Guarini, direttore Tazzetti Casale Monferrato

Inviate 1 ( una sola) preferenza a b.tartaglione@tiscali.it

Processo ad Alessandria per gli schiavi del tortonese.

Anche in molte altre aziende agricole della zona sono praticate condizioni di lavoro non solo di grave sfruttamento ma anche di vera e propria riduzione in schiavitù.

Clicca qui Stefano Brocchetti “Processo per gli schiavi di Castelnuovo”.
Clicca qui Pennatagliente “Presidio di solidarietà al palazzo di giustizia”.
Clicca qui Maria Teresa Marchese “Licenziati per aver scioperato. Non laciamo soli i braccianti”

Ancora lavoro “nero” nelle campagne della Bassa Valle Scrivia.

Il Presidio permanente va avanti, nonostante, in questi anni, molti abbiano cercato di silenziarci con numerose denunce a carico di braccianti e attivisti solidali. Nella stessa zona si muovono le mafie del Terzo Valico e si trovano diverse cave sotto sequestro nell’ambito dell’indagine “Triangolo” sul traffico e lo smaltimento di rifiuti tossici tra Liguria, basso Piemonte e Lombardia. In tutti e tre i casi, sfruttamento dei braccianti in agricoltura, cave e Terzo Valico, la zona interessata è sempre la stessa: Sale – Castelnuovo Scrivia – Tortona… Sarà un caso? Continua.

Il Presidio permanente dei braccianti di Castelnuovo Scrivia è tuttora attivo.

Sono in corso nel tribunale di Alessandria le vertenze di 40 braccianti della Lazzaro, vertenze per importi di 20 – 30 – 40 mila euro cadauno, i Lazzaro hanno inviato a braccianti e solidali qualcosa come 14 (quattordici!) denunce, mentre delle cause penali nei confronti dei Lazzaro, a tutt’oggi, si sa poco e nulla..ma noi non molliamo..Aiutateci! Continua.

Episodi di schiavismo nella nostra provincia.

Clicca qui lettera del Presidio permanente e dei lavoratori a Prefettura e Provincia, sulla grave situazione dei braccianti dell’azienda agricola Bruno e Mauro Lazzaro di Castelnuovo Scrivia e altre aziende della Valle Scrivia, dove si oltrepassa la soglia dello sfruttamento in forma di vero e proprio schiavismo (orari di lavoro insostenibili, fino a 13 – 14 ore; un salario da fame, prima di 5 euro all’ora, poi sempre meno, infine solo acconti; condizioni di lavoro subumane, costretti a bere acqua dai canali dell’irrigazione; niente guanti, né stivali, né vestiario per lavorare…).
In programma anche un incontro con i Sindaci di Tortona, Castelnuovo Scrivia, Sale.