Sdoganamento del neonazismo ucraino.

L’Onu a novembre approvò l’annuale risoluzione russa per la “lotta alla glorificazione del nazismo, del neonazismo e di altre pratiche che alimentano razzismo e xenofobia” con soli 106 Sì (contro i 121 dell’anno precedente), incluso quello di Israele. Contrari, come sempre, Usa e Ucraina; e, per la prima volta, tutti i Paesi Nato e alleati, esclusa la Turchia e inclusa l’Italia.

La Camera del Canada ha tributato una “standing ovation” a Yaroslav Hunka “l’eroe” ucraino e canadese della Seconda guerra mondiale che combatté per l’indipendenza dell’Ucraina contro i russi, che sedeva sugli spalti per applaudire Zelensky. L’eroe prestò servizio nella 14ª divisione Waffen Grenadier delle SS naziste i cui crimini contro l’umanità durante l’Olocausto sono ben documenta.

E’ in corso uno strisciante sdoganamento del neonazismo ucraino iniziato il 24 febbraio ’22 con l’invasione russa?  Fino ad allora media e politici occidentali, Onu, Osce e Amnesty denunciavano i partiti neonazisti in Ucraina e i crimini delle loro milizie in Donbass. Clicca qui le prove.   Poi è scattata la sordina e infine la beatificazione degli “eroi” del battaglione Azov con le rune stilizzate e le svastiche tatuate. D’altronde in Ucraina venerano come eroe nazionale “combattente per la libertà” il collaborazionista delle SS Stepan Bandera, criminale di guerra coinvolto nella deportazione e uccisione di migliaia di ebrei, eleggono partiti neonazisti in Parlamento e vantano milizie neonaziste nelle forze armate, mentre Zelensky loda le milizie neonazi e arringa il Parlamento greco in tandem con un figuro dell’Azov.  

A Milano l’Associazione dei giovani ucraini allestisce una mostra fotografica, “Eyes of Mariupol – Uno sguardo negli occhi dei difensori”, che omaggia i neonazi di Azov noti per le stragi commesse non solo a Mariupol ma in tutto il Donbass.

Amnesty sollecita un’inchiesta per crimini di guerra a Gaza.

Solo in quest’anno almeno 160 palestinesi sono stati uccisi dalle forze israeliane nella Cisgiordania occupata e nella Striscia di Gaza. Amnesty International ha sollecitato la Corte Penale Internazionale (CPI) ad indagare su possibili crimini di guerra relativi agli “illegittimi attacchi” condotti nel corso della letale aggressione di Israele alla Striscia di Gaza. “Oltre ad indagare sui crimini di guerra, la CPI dovrebbe prendere in considerazione, all’interno della sua attuale inchiesta nei Territori Palestinesi Occupati, il crimine contro l’umanità di apartheid”, ha affermato. Clicca qui

Amnesty International: gli scudi umani ucraini.

Nel tentativo di respingere l’invasione russa iniziata a febbraio, le forze ucraine hanno messo in pericolo la popolazione civile collocando basi e usando armamenti all’interno di centri abitati, anche in scuole e ospedali. Queste tattiche violano il diritto internazionale umanitario perché trasformano obiettivi civili in obiettivi militari. Gli attacchi russi che sono seguiti hanno ucciso civili e distrutto infrastrutture civili.

È quanto ha dichiarato Amnesty International al termine di una ricerca durata diverse settimane, tra aprile e luglio, nelle regioni di Kharkiv, del Donbass e di Mykolaiv. L’organizzazione ha visitato luoghi colpiti dagli attacchi, ha intervistato sopravvissuti, testimoni e familiari di vittime, ha analizzato le armi usate e ha svolto ulteriori ricerche da remoto.

I ricercatori di Amnesty International hanno riscontrato prove che le forze ucraine hanno lanciato attacchi da centri abitati, a volte dall’interno di edifici civili, in 19 città e villaggi. Per convalidare ulteriormente queste prove, il Crisis Evidence Lab dell’organizzazione per i diritti umani si è servito di immagini satellitari.

Clicca qui  il testo del rapporto pubblicato da Amnesty International il 4 agosto 2022 ignorato dai mezzi di informazione..

Amnesty International denuncia sei aziende farmaceutiche produttrici del vaccino contro il Covid.

Il rapporto di Amnesty International ha denunciato che AstraZeneca plc, BioNTech SE, Johnson & Johnson, Moderna Inc., Novavax Inc. e Pfizer Inc., stanno alimentando una crisi dei diritti umani senza precedenti, in quanto si rifiutano di cedere i diritti di proprietà intellettuale e di condividere la tecnologia necessaria e, nella maggior parte dei casi, non dando priorità alla distribuzione dei vaccini negli stati più poveri. Clicca qui.

Un atto di vigliaccheria nei confronti della libertà di informazione.

La Camera ha respinto la mozione dei deputati di Alternativa (il gruppo formato in gran parte da ex M5s fuoriusciti alla nascita del governo Draghi) che impegnava il governo italiano a concedere lo status di rifugiato politico a Julian Assange, il fondatore di Wikileaks di cui gli Stati Uniti chiedono l’estradizione al Regno Unito, dov’è detenuto dal 2019. Il testo – su cui il governo aveva espresso parere contrario – è stato bocciato con 225 no, 22 sì e 137 astenuti. Ad astenersi sono stati i parlamentari di Liberi e uguali, 5 Stelle e Fratelli d’Italia, contro si sono espressi tutti gli altri gruppi. “In nome di un’inesistente fratellanza atlantica, il Parlamento ha consumato l’ennesimo atto di vigliaccheria nei confronti della libertà di informazione. La totale subalternità a Washington che detiene italiani falsamente accusati e si è sempre fatta beffe della giustizia italiana, come nel caso della strage del Cermis, ha spinto la gran parte dei deputati a disinteressarsi della persecuzione che Assange sta subendo da anni dalla democrazia di Guantanamo”. Clicca qui Amnesty International: La richiesta di estradizione da parte degli Usa si basa su accuse che derivano direttamente dalla diffusione di documenti riservati nell’ambito del lavoro giornalistico di Assange con Wikileaks. Rendere pubbliche informazioni del genere è una pietra angolare della libertà di stampa e del diritto dell’opinione pubblica ad avere accesso a informazioni di interesse pubblico. Tutto questo dovrebbe essere oggetto di protezione e non di criminalizzazione.

Gli USA non tocchino Julian Assange.

Gli Stati Uniti d’America devono annullare tutte le accuse contro Julian Assange, incluse quelle di spionaggio relative alle attività di pubblicazione di documenti nell’ambito del suo lavoro con Wikileaks. Se estradato negli Usa, Assange potrebbe affrontare 18 capi d’accusa: 17 ai sensi della Legge sullo spionaggio e uno ai sensi della Legge sulle frodi e gli abusi informatici.  Rischierebbe gravi violazioni dei diritti umani tra cui condizioni detentive, come l’isolamento prolungato, che potrebbero equivalere a maltrattamento o tortura. Assange è stato il primo soggetto editoriale a essere incriminato ai sensi della Legge sullo spionaggio. La richiesta di estradizione da parte degli USA  si basa su accuse che derivano direttamente dalla diffusione di documenti riservati nell’ambito del lavoro giornalistico di Assange con Wikileaks. Rendere pubbliche informazioni del genere è una pietra angolare della libertà di stampa e del diritto dell’opinione pubblica ad avere accesso a informazioni di interesse pubblico. Tutto questo dovrebbe essere oggetto di protezione e non di criminalizzazione. Clicca qui Amnesty International. 

Reati di opinione.

Dopo 7  mesi, Dana Lauriola esce dal carcere. Il Tribunale di Sorveglianza ha accolto la richiesta di misure alternative e disposto la detenzione domiciliare. Diversi artisti, musicisti ed esponenti della società civile avevano lanciato un appello per la sua liberazione. Dana deve scontare una pena di due anni di detenzione dopo una sentenza definitiva per un episodio avvenuto nel 2012 durante un’azione dimostrativa pacifica sull’autostrada Torino-Bardonecchia. Gli attivisti avevano bloccato con il nastro adesivo l’accesso ad alcuni tornelli del casello, facendo passare le auto senza pagare. Lauriola spiegava al megafono le ragioni della manifestazione, e indirizzava le macchine. Amnesty International: “Chi esprime il proprio dissenso pacificamente non può essere punito con il carcere. L’arresto di Dana è emblematico del clima di criminalizzazione del diritto alla libertà d’espressione e di manifestazione non violenta, garantiti dalla Costituzione e da diversi meccanismi internazionali”. Clicca qui.

Botte e torture della polizia italiana su uomini, donne e bambini. Denuncia di Amnesty International.

Raccolte le testimonianze di 174 migranti: calci, pugni manganellate, mani e dita storte, scariche elettriche, botte sui genitali. No problem: in Italia non esistono nè codice di identificazione degli uomini in divisa nè legge contro la tortura.

Clicca qui Rachele Gonnelli “Torture sui migranti. Scariche elettriche e calci. Per il Viminale: cretinaggini”.