
Certo che se quasi la metà non sono assicurati all’Inail e quindi non appaiono, si fa presto a dimezzare le statistiche. Clicca qui l’Osservatorio Nazionale di Bologna morti sul lavoro.
Movimenti di Lotta per la Salute, l"Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
Certo che se quasi la metà non sono assicurati all’Inail e quindi non appaiono, si fa presto a dimezzare le statistiche. Clicca qui l’Osservatorio Nazionale di Bologna morti sul lavoro.
Una grande manifestazione nazionale a Roma per il lavoro, contro la precarietà, per la difesa e l’attuazione della Costituzione, contro l’autonomia differenziata e lo stravolgimento della nostra Repubblica parlamentare. È “La Via Maestra. Insieme per la Costituzione”, la mobilitazione lanciata da più di 100 associazioni e reti, che a loro volta raccolgono tantissime realtà della società civile, tra cui anche la Cgil, per sabato 7 ottobre nella capitale. Clicca qui.
Il terzo Convegno Ecologista di Arzignano ha stigmatizzato 50 anni di tolleranza istituzionale alla Miteni e dieci anni di silenzio e minimizzazione dalla scoperta “ufficiale” del CNR: da parte delle autorità, in primis dalla Regione Veneto, sulla più grande contaminazione da PFAS avvenuta in Europa, con stime ufficiali, al ribasso, di 200 chilometri quadrati di tre provincie venete inquinate irrimediabilmente da Miteni, 350.000 persone a rischio. Le istituzioni hanno brillato per la loro assenza e spiccano per il loro assenteismo le associazioni dei medici di famiglia, dei sindacati dei medici ospedalieri e l’Ordine dei Medici, sordo agli appelli. Un muro di gomma di dimensioni ciclopiche, una omertà vergognosa.
I danni sono incalcolabili e le patologie scaturiscono come bombe ad orologeria. E’ necessario costruire una rete dal basso, che difenda concretamente la salute dei cittadini, per introdurre misure di prevenzione e precauzione, controlli sui bambini e donne gravide, sicurezza sugli alimenti, razionalità delle cure, per citare alcune delle misure mai prese in considerazione dal Dipartimento di Prevenzione della Regione Veneto.
Relazione di Giovanni Fazio. Tra gli interventi al Convegno: sulle lotte contro gli inceneritori di Fusina e di Schio, l’azione dei Medici per l’Ambiente (ISDE), la relazione di Gianluigi Salvador sull’avvelenamento delle popolazioni della provincia di Treviso, la relazione di Francesco Bertola sulla importante indagine epidemiologica da lui ideata e diretta che l’ISDE sta svolgendo nel Veneto sui danni agli organi riproduttivi dei giovani nati da mamme contaminate da PFAS durante la gravidanza, una riflessione e testimonianza del rapporto tra contaminazione da PFAS e disabilità nel Veneto.
La Corte d’Appello di Roma ha confermato la condanna dell’INAIL a indennizzare il danno da mesotelioma pleurico (200mila euro di arretrati più una rendita ) insorto in un dipendente di Banca San Paolo filiale di Roma Eur che aveva lavorato per 14 anni respirando fibre di amianto spruzzato anche nelle travi del soffitto, prima della bonifica. Dopo questa condanna, l’ONA, Osservatorio Nazionale Amianto, inizierà la causa contro la Banca Intesa San Paolo per il risarcimento dei danni differenziali.
I dati sugli infortuni pubblicati dall’INAIL ed elaborati dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente di Vega Engineering riscontrano che da gennaio a luglio 2023 il bilancio delle morti sul lavoro è ancora drammatico: sono 559 le vittime di cui 430 in occasione di lavoro e 129 in itinere, con una media di 80 decessi al mese. Clicca qui.
Smettiamola di usare, parlando della strage del lavoro, l’espressione “morti bianche”. Perché l’espressione morte bianca evoca l’immagine di un esodo incruento, di una morte senza spargimento di sangue, in qualche misura una morte “senza autore”. E invece queste sono morti spaventosamente sanguinose, con corpi dilaniati, bruciati, schiacciati. E con responsabilità spesso taciute, inconfessate e inconfessabili, quasi mai seguite da sanzioni adeguate (nessuna tragedia, né quella della Thyssen, né quella dell’Eternit, né quelle, seriali, dell’Ilva di Taranto hanno visto i rispettivi processi concludersi con condanne men che simboliche). Dovremmo definirle “crimini di pace”. Morti che, per il loro numero, e per alcuni aspetti della catena di cause che le hanno provocate, sono simili a quelle dei conflitti bellici. Per i numeri: Carlo Soricelli, che dopo la pensione da metalmeccanico si è dedicato alla cura di un sito web – l’ “Osservatorio nazionale di Bologna” il quale, unico in Italia, monitora tutti i morti sul lavoro dal 1° gennaio 2008 registrando i morti per giorno, mese e anno della tragedia, per identità, età, professione, nazionalità – calcola che da allora le vittime sfiorino le 20.000.
A Brandizzo, un’altra strage operaia nei lavori di manutenzione esternalizzati, che poteva essere evitata rispettando le normali procedure di prevenzione, informazione, comunicazione tra i vari pezzi della filiera dei lavori in appalto per la manutenzione. COME SI DENUNCIA DA ANNI, LE FASI CARDINE DI OBBLIGO DATORIALE, SULLA SICUREZZA E SALUTE SUL-DEL LAVORO, DI PREVENZIONE E DI INFORMAZIONE, DI FORMAZIONE E ADDESTRAMENTO, SONO SPESSO DISATTESE o effettuate in modo approssimativo e superficiale, anche per quanto riguarda le disposizioni e le indicazioni formative, che la società Sigifer avrebbe dovuto impartire agli operai in casi simili. Così come le INFORMAZIONI E INDICAZIONI OPERATIVE, PER IL PERSONALE VIAGGIANTE, sulla presenza degli operai in appalto durante le ore notturne, i macchinisti e conducenti del locomotore infatti non erano stati avvisati di questi lavori di sostituzione di alcune rotaie sul binario 1.
NEL SISTEMA FERROVIARIO IN ITALIA, GLI INCIDENTI MORTALI di coloro che lavorano nei servizi in appalto, esternalizzati dove la filiera di lavori prevede diversi passaggi tra le società committenti, quelle titolari degli appalti e quelle magari in sub-appalto o che usano manodopera, SONO CONTINUI e non possono essere ricondotti, come se fosse una causa scusante e giustificatrice, a “errori umani”.
E’ il MECCANISMO DEGLI APPALTI CHE GENERA UN AUMENTO DEGLI INCIDENTI, DEGLI INFORTUNI E DEI MORTI SUL LAVORO, QUANDO PER FINIRE I LAVORI PRIMA SI FANNO O IN FRETTA, OPPURE SENZA SEGUIRE E VERIFICARE PASSO DOPO PASSO, SE I PRINCIPI CARDINE DELLE DISPOSIZIONI CODIFICATE DAL D. Lgs. 81 2008 nel nostro Paese, in applicazione di molte direttive europee in materia di salute e sicurezza sul lavoro, SIANO STATE EFFETTUATE E SE SVOLTE IN MANIERA PRECISA, PUNTUALE E COINVOLGENTE TUTTI I VARI SOGGETTI INTERESSATI, proprio in funzione di ELIMINAZIONE E RIDUZIONE AL MINIMO “TECNOLOGICAMENTE E SCIENTIFICAMENTE SOSTENIBILE”, DI OGNI FATTORE DI RISCHIO E PERICOLO per l’incolumità fisica di chi ci lavora o, come nel caso della strage ferroviaria di VIAREGGIO, di cittadini e cittadine.
LA SALUTE E’ CONSIDERATA UNA MERCE E LA SICUREZZA UN COSTO, da ridurre o da comprimere per mantenere quei margini di utile e di profitto per pochi, a danno di tanti, lavoratrici e lavoratori o della cittadinanza. (clicca qui)
Dopo 5726 giorni, dopo tanto correre, scappare dalla giustizia ha varcato la soglia del carcere Harald Espenhahn, il manager tedesco condannato per omicidio colposo (derubricato da doloso, tale era) per la morte di sette operai dello stabilimento ThyssenKrupp di corso Regina Margherita, a Torino, durante un incendio scoppiato nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007. Una sentenza arrivata in via definitiva nel 2016 ma mai eseguita a causa dei continui ricorsi che l’imputato ha fatto alla giustizia tedesca per evitare il carcere. Clicca qui.
L’ 8 agosto è la “Giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo” istituita nel 2001 in memoria della tragedia che proprio in questo giorno, nel 1956, registrò la terribile tragedia nella miniera di carbone del “Bois du Cazier” a Marcinelle in Belgio, dove un incendio causò la morte di 262 minatori di cui 136 italiani. Ebbene, che fa il sindaco di Alessandria? Prende lo spunto per ricordare i morti di casa sua? Invece si produce in una esibizione di ipocrisia. Clicca qui.
L’Osservatorio Nazionale di Bologna Caduti sul Lavoro è stato aperto da Carlo Soricelli per non dimenticare i sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti poche settimane prima. Da 16 anni i morti sui luoghi di lavoro sono tutti registrati in apposite tabelle Excel con l’indicazione di data del decesso, provincia e regione della tragedia, identità della vittima, età, professione, nazionalità e cenni sull’infortunio mortale. Clicca qui il report dei primi sette mesi del 2023.
Film documentario del 2002, regia di Paolo Bonaldi, recentemente scomparso. Film importantissimo ed utilissimo perché è servito a far conoscere in Italia e all’estero la realtà dei fatti e le lotte dei lavoratori e degli ambientalisti in difesa della salute e dell’ambiente.
Film d’inchiesta per raccontare la vicenda del maxiprocesso Petrolchimico di Porto Marghera per la strage di lavoratori addetti ai cicli di lavorazione del CVM e PVC e il disastro ambientale causato nei decenni dal Petrolchimico. Il film imperniato principalmente nel racconto della vita e del lavoro di denuncia di Gabriele Bortolozzo ma ricostruisce attraverso filmati d’epoca e testimonianze di lavoratori del petrolchimico, parenti delle vittime, ambientalisti, la storia e come si è arrivati al processo.
Nella Mostra del Cinema di Venezia del 2002, il film è stato presentato fuori concorso nella sezione “Nuovi Territori”. Nessuna televisione italiana ha voluto trasmetterlo grazie alle pressioni delle multinazionali della chimica e dei politici a loro servizio. In compenso è passato in molte altre tv europee (Spagna, Germania, Svizzera). In moltissime città italiane è stato proiettato in dibattiti ed iniziative pubbliche organizzate da associazioni preoccupate dalla presenza di industrie chimiche. E’ stato proiettato anche in diverse rassegne cinematografiche indipendenti e ha ricevuto diverse attestazioni e premi.
Questa attività ha servito moltissimo a preparare i successivi ricorsi e le successive fasi del processo che hanno ribaltato la sentenza di primo grado per arrivare alla condanna di diversi imputati molti anni dopo con le sentenze del 15 dicembre 2004 (Appello), 20 maggio 2006(Cassazione) e la conferma finale con la sentenza della Corte di Appello il 5 maggio 2012.
Su youtube si può vedere il film che è pero diviso in 6 parti caricato 13 anni fa da Lino Balza
Per vedere la prima parte di 9 minuti cliccare sul link https://www.youtube.com/watch?v=dIGG60lq7l4
seconda parte https://www.youtube.com/watch?v=7SNmXx_B-F4
terza parte https://www.youtube.com/watch?v=wI30VraZ2Uw
quarta parte https://www.youtube.com/watch?v=LWdPCkeOyFM
quinta parte https://www.youtube.com/watch?v=NxVMCtCGoJ4
sesta parte https://www.youtube.com/watch?v=8EV1ywNxq8U
Su 334 cantieri ispezionati, l’80% risulta irregolare. 116 provvedimenti di sospensione delle attività d’impresa, 100 per sicurezza lavoro e 56 per lavoro nero. Su 723 aziende ispezionate e 1.795 posizioni lavorative, 349 di queste trovate irregolari. “Più nel dettaglio, sono state 568 prescrizioni per violazioni in materia di sicurezza e 166 le sospensioni, con 289 persone deferite per D. Lgs. n.81/08, per un totale di 3.038.828 euro in sanzioni e ammende”.
I padroni se la cavano con qualche multa e qualche fermo produttivo. Tra gli operai che ogni giorno lavorano tanti non torneranno più a casa. Questi i risultati prima che i Consulenti entrassero nell’Ispettorato. (continua)
Un anno fa –dall’impulso dello storico nucleo dei macchinisti delle ferrovie- è nata la RETE NAZIONALE LAVORO SICURO ; l’anniversario cade in un momento tragico per la vita delle persone e per l’ambiente; si è giunti al disastro in diverse aree del territorio italiano anche se concentrato in E-R perché sono fallite: la prevenzione primaria , quella secondaria e quella terziaria. Con modestia ma con tenacia stiamo continuando a lavorare pur dovendo prendere atto che abbiamo realizzato poco rispetto ai nostri programmi ; un lavoro certo da “formichine” ma lucido, costante e nella direzione giusta. Clicca qui.
Sotto il profilo della sicurezza e della salute sul lavoro, il settore dell’edilizia presenta i più alti livelli di rischio per gli addetti e di enormi costi umani e finanziari per la società e le imprese del settore. Un incidente mortale ogni tre giorni è il dato più significativo. E diventa ulteriormente drammatico in quanto accompagnato alla crescente incidenza delle malattie professionali, soprattutto le malattie osteomuscolari. Tra le malattie di origine professionale l’incidenza dei disturbi muscoloscheletrici è molto alta, in particolare per mal di schiena, problemi muscolari nella regione del collo e delle spalle, disturbi muscoloscheletrici agli arti superiori e inferiori, eccetera. A questo proposito c’è una branca della scienza che studia come affrontare, prevenire e attenuare la problematica del dolore articolare e neurologico in questi lavoratori tramite un buon percorso di osteopatia. Clicca qui. Purtroppo questa esigenza non è adeguatamente assunta dalla struttura pubblica.
Assemblea pubblica a Genova: clicca qui la locandina. Salute e Sicurezza: questioni essenziali per lavoratori e lavoratrici che ogni giorno muoiono sul lavoro, o subiscono danni permanenti, sacrificati sull’altare del profitto. Aspetti legati alla precarietà e ai bassi salari. Per necessità e ricatto si accettano attività rischiose, carichi e orari di lavoro disumani. Repressione: Salute e sicurezza non sono “neutre”, ma parte dello scontro fra le classi, fra salari e profitti, fra operai e padroni. Centinaia le rappresaglie aziendali contro lavoratori attivi e militanti sindacali che denunciano violazioni delle norme antinfortunistiche. La lotta per salute e sicurezza e contro la repressione deve essere complementare alla lotta per il salario, per condizioni di lavoro umane e contro la precarietà.
Clicca qui la bozza di ipotesi di Modifica dell’articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori.
Gli infortuni sul lavoro nel 2022 sfiorano quota 698mila e segnano un +25,7% rispetto al 2021. Di questi, 1.090 i casi mortali denunciati: 970 uomini e 120 donne, in aumento tra i più giovani. Aumentano anche le patologie di origine professionale denunciate: 60.774 (+9.9%).
Lunedì 12 dicembre alle 9.30 nella sala Laudato si’, al Campidoglio, a Roma, l’Osservatorio Nazionale Amianto e la Fondazione E-Novation saranno insieme in un convegno dal titolo “ESG – Stati Generali della Sostenibilità – ambiente e amianto, infortuni sul lavoro, governare la sostenibilità” durante il quale saranno sviscerati i temi degli infortuni sul lavoro, delle malattie professionali e più in generale della tutela dell’ambiente. Clicca qui.
GIORNATA NAZIONALE PER IL DIRITTO ALLA SALUTE E ALLA VITA DEI LAVORATORI, per fare cessare l’epidemia di morti e feriti sul lavoro in fabbrica e in ogni luogo di lavoro.
“….Nel nostro Paese i soli infortuni sul luogo di lavoro od in itinere causano più di 1400 morti l’anno. Diciannovemila dal 2009.
E ancora più elevata è la mortalità da malattie da lavoro, difficili da quantificare perché il loro riconoscimento segue un iter lungo e tortuoso alla fine del quale spesso restano ingiustamente disconosciute. Dati disastrosi cui aggiungere ora i giovani colpiti nel corso della scuola lavoro e le tante donne penalizzate dalla mancata valutazione del rischio di genere….
A ciò si aggiungano i tagli deliberati nel corso degli anni che hanno ridotto così tanto il personale addetto ai controlli sul rispetto delle norme di prevenzione e sicurezza da spingere le imprese a risparmiare sui costi relativi con la quasi certezza dell’impunità….
Per questo riteniamo indispensabile la ricostruzione nel paese e nel mondo del lavoro di una cultura della sicurezza oggi assente e il rilancio delle lotte per: la ricostruzione dei sistemi di prevenzione e controllo; l’inasprimento delle sanzioni penali a carico del datore di lavoro e dei dirigenti per il mancato adempimento degli obblighi relativi alla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori; l’istituzione di una apposita Procura Nazionale sulla salute e sicurezza sul lavoro; l’introduzione nel codice penale del reato di omicidio sul lavoro; il ripristino del testo originale del D.lgs. 81/08, eliminando le modifiche peggiorative per la salute e la sicurezza dei lavoratori introdotte dalle successive modifiche (D. Lgs.106/09, Decreto del fare, Decreto semplificazioni, Decreti attuativi del Jobs Act. Le altre notizie No Tav sulla mailinglist di Doriella&Renato: clicca qui.
Clicca qui Carlo Soricelli, curatore dell’«Osservatorio nazionale di Bologna morti sul lavoro»
All’Isochimica di Avellino dove i lavoratori lavoravano a mani nude e con pochi e insufficienti attrezzi di protezione, a scoibentare e ricoibentare i vagoni dei treni delle Ferrovie dello Stato: 2276 tonnellate di amianto dal 1982 al 1988 smaltite ovunque. 231 lavoratori si sono ammalati e 11 hanno perso la vita. Il tribunale di Avellino ha condannato Rete Ferroviaria Italiana e Isochimica a 10 anni di reclusione e al risarcimento ai familiari delle persone uccise da patologie tumorali e respiratorie causate dalla inalazione di amianto.
Dal 1 gennaio 2008, l’Osservatorio nazionale di Bologna è l’unico in Italia che monitora realmente i morti sul lavoro. Chiuderà alla fine di quest’anno per il fallimento di questa iniziativa: cioè per l’insensibilità dello Stato, della Politica e di chi se ne dovrebbe occupare e non lo fa. Il numero REALE di morti è quello rilevato dall’Osservatorio: il 30% in più di quello falso diffuso da INAIL, in questi 15 anni invece sono morti complessivamente per infortuni oltre 20.000 lavoratori. Dall’inizio di questo anno sono morti 1186 lavoratori. Carlo Soricelli, fondatore dell’Osservatorio, scrive al presidente della Repubblica, clicca qui.
Il 28 agosto, nell’esposto (clicca qui) che ho depositato presso il Tribunale di Alessandria, ho allegato (clicca qui) il report ufficiale del Centre Hospitalier Universitaire de Liège SERVICE DE TOXICOLOGIE Professeure Dr Corinne CHARLIER – C.Charlier@chuliege.be Cheffe de Service, Professeure ordinaire – Experte judiciaire.
Infatti, con la nostra collaborazione, l’emittente televisiva belga Investigation (RTBF) ha affidato al laboratorio di tossicologia dell’Ospedale Universitario di Liegi la determinazione di diversi PFAS, tra cui PFOA e PFOS, in campioni di sangue: da un lato prelevati da abitanti di Spinetta Marengo nelle vicinanze del sito industriale Solvay (sito produttivo di fluoropolimeri), e dall’altro a qualche chilometro più lontano da abitanti di Alessandria. L’obiettivo era quello di oggettivare il sospetto di un’esposizione particolarmente elevata ai PFAS nelle vicinanze di Solvay, legata alle attività e alle emissioni dell’azienda, e quindi di una maggiore contaminazione da PFAS di questa popolazione.
I risultati di queste ricerche scientifiche permettono di affermare che la popolazione di Spinetta Marengo è significativamente contaminata sia dai cosi detti “vecchi” che dai “nuovi “ PFAS : PfOA – C6O4, – ADV, tutti tossici e cancerogeni.
In particolare, rilevo nell’esposto, i risultati delle analisi dei composti perfluorurati (Pfas) nel mio sangue, consegnatimi dall’Università di Liegi. Misurano le seguenti concentrazioni in µg/l (microgrammi per litro): PFOA: µg/l 11,48 e PFOS: µg/l 9,65. Invito il Procuratore capo Enrico Cieri, tralasciando per il momento la riflessione sul PFOS che ufficialmente non sarebbe stato lavorato dalla Solvay, e in attesa dei risultati delle analisi su ADV e C6O4, invito a soffermarsi sul PFOA.
Dunque la mia misurazione nel 2022 è µg/l 11,48 : sono considerati dall’Università un livello di rischio attuale (sotto i 2 µg/l. non ci sarebbero rischi per la salute, beninteso secondo le attuali conoscenze). Dunque, se è vero che ottimisticamente il PFOA dimezza la sua presenza nel sangue ogni 3,7 anni, nel 2002 , 20 anni fa, quando mi sono allontanato dallo stabilimento, il livello di PFOA nel mio sangue era di 598,80 µg/l. Se l’ASL mi avesse sottoposto a prelievo di sangue, come richiesi per me e per tutta la popolazione, l’ASL avrebbe misurato 598,80 µg/l. Enorme. Nel frattempo infatti ho subìto l’asportazione totale della tiroide per cancro maligno (limitandoci alla malattia, finora più importante, tra quelle attribuite dagli scienziati ai PFAS).
Al Procuratore capo ho inoltre sottolineato che nel 2013, anno in cui Solvay dice di aver concluso la produzione di PFOA (sostituendolo con C6O4 e ADV), il mio livello sarebbe stato 100 µg/l. Tra i trenta spinettesi analizzati dall’Università di Liegi, i dati più alti riguardano ex operai Solvay che adesso hanno 39 µg/l, un valore che se fosse stato estrapolato (con il sistema del dimezzamento ogni 3,7 anni) nel 2013 avrebbe superato quota 300 µg/l. Tre volte il mio, considerando che io non ero addetto alle produzioni ma impiegato amministrativo. Per tutti sono valori stratosferici.
Nell’esposto ho di nuovo sottolineato che da sempre Solvay effettuava privatamente i prelievi del sangue agli operai e li secretava (come denunciato in Procura già nel 2009), dunque Solvay sapeva. Non è questa una condotta dolosa? In tutti i 15 esposti abbiamo sostenuto senza reticenze questa condotta della Solvay, sia per la sua lunga conoscenza internazionale dei rischi derivanti dai PFAS, sia localmente per la consapevolezza altrettanto prolungata dei danni provocati all’ambiente addirittura verificati nel sangue dei propri dipendenti, reati a nostro giudizio senza soluzione di continuità quanto meno dalla data di acquisizione della proprietà in Italia.
Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro
Potrebbe interessarti
Vergognosa ordinanza del sindaco di Alessandria.
Avvelenamento da Pfas. I Comitati accusano. La Solvay è “stupita”. Il sindaco fa lo slalom.
Rete Ambientalista: “La popolazione di Spinetta Marengo è contaminata da Pfas”.
Solvay: tutte le istituzioni sapevano del sangue contaminato dei lavoratori.
Aumentano da Nord a Sud gli incidenti sul lavoro e purtroppo anche quelli mortali. Sono 364 i lavoratori che hanno perso la vita nei primi cinque mesi del 2022, con una media di oltre due morti sul lavoro al giorno. In netto aumento, inoltre, le denunce di infortunio (+48%), che rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso aumentano del 48%. Lo rivela l’osservatorio Vega Engeneering su dati Inail.
In questo tragico bilancio la provincia di Alessandria è la prima in classifica. Clicca qui.
Guarda il video Sopravvivere sotto l’ex Ilva, Tamburi di morte a Taranto
Lo Stato Italiano continua a non tutelare la salute e i diritti dei tarantini. La nuova condanna della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo è una sorta di conferma a quanto già contenuto nella prima sentenza che sulla gestione della vicenda dell’ex Ilva, inchiodò il governo di Roma. A quasi quattro dalla condanna della Cedu e a quasi dieci dal sequestro degli impianti, insomma, la salute dei tarantini è ancora a rischio. Siamo di fronte a una vergogna nazionale. Clicca qui Peacelink. Domenica 22 maggio a Taranto saremo di nuovo in piazza Garibaldi alle ore 17 per riaffermare il diritto alla vita e alla dignità dei cittadini esposti a rischi sanitari inaccettabili.
Nel 2021 le denunce presentate all’INAIL sono state 448.110 e sono morti 1404 lavoratori per infortuni sul lavoro, con un aumento del 18% rispetto all’anno 2020. Senza considerare il lavoro nero, i morti per covid e le malattie professionali. La mancanza di sicurezza e la ricerca del massimo profitto come per la strage di Viareggio o il crollo del ponte Morandi a Genova e le altre numerose stragi definite fatalità aumentano ancora di più questo tragico bilancio. Le responsabilità del Premio Attila 2021. Clicca qui il programma delle lotte.
E’ un colosso dai fatturati gonfi di guadagni, con la coscienza carica di licenziamenti e cassa integrazione e ricatti occupazionali. La tedesca Italcementi Heidelberg, una delle più importanti cementerie d’Italia, usa la Sardegna come una colonia e a ridosso del centro abitato di Samatzai sotterra oltre 200 mila metri cubi di arsenico, cadmio, piombo, selenio e tallio, coprendo di rifiuti i pascoli e persino le sorgenti e i corsi d’acqua. C’è forte timore di rappresaglie. Eppure c’è chi denuncia la multinazionale ai carabinieri fornendo testimonianza, prove e campioni, fotografie e video. Prove inconfutabili per uomini del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri che arrivano con gli escavatori della Procura di Cagliari. All’udienza del prossimo 22 febbraio compaiono imputati eccellenti: Salvatore Grimaldi Capitello, Ignazio La Barbera, Lorenzo Metullio, Giuseppe Cataldo , Basilio Putzolu. Clicca qui.
Per il direttore Capitello sono stati disposti gli arresti domiciliari. Chi ha avuto il coraggio di denunciare? Chi subisce minacce di morte? Chi è il solo che osa presentarsi in tribunale come parte civile? Omar Cabua. A ridosso del processo ha subìto un’aggressione (“Sono stato bloccato con la mia auto da degli sconosciuti che sono scesi dalla loro macchina e mi hanno picchiato, dicendomi di farmi gli affari miei”): è l’ultimo pesante avvertimento di una serie iniziata tre anni fa, quando si è trovato una molotov sul portoncino di casa. Come vive da allora? “Vivo con uno stato d’ansia pesante. Ogni rumore è un incubo, non c’è più serenità. Io ho deciso di denunciare lo stato delle cose qui a Samatzai perché non tollero che per un pugno di posti di lavoro abbiano devastato il territorio. Per fortuna la Giustizia sta facendo il suo corso. Hanno svenduto il territorio e a noi restano solo macerie, malattie, inquinamento e devastazione. Andrò avanti nella mia battaglia. Non mi fermo”. Clicca qui.
Omar ha sempre al suo fianco Giulia Moi, ex europarlamentare nella Commissone Ambiente e Salute, con la sua associazione Progresso Sostenibile.
Omar ha fiducia nella Giustizia. Ci auguriamo di non aggiungere un capitolo al nostro libro “Ambiente Delitto Perfetto” (di Barbara Tartaglione e Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia)
Infatti l’Italia è passata da un crollo del PIL dell’8,9% del 2020 al +6,4% del 2021. Un rimbalzo accompagnato da lavoro povero, precario e insicuro. Lavoro che uccide: nel 2021 ci sono state 1.404 morti sul lavoro, a causa dei mancati controlli per mancanza di ispettori, e quei pochi effettuati sono risultati irregolari per l’86% delle aziende.
La posizione dello SLAI Cobas di Taranto: clicca qui. Non solo le bonifiche interne alla fabbrica se li carica lo Stato, nella classica legge del sistema capitalista: socializzazione delle perdite e privatizzazione dei profitti, ma ora anche i soldi per la decarbonizzazione vengono presi da quelli per le bonifiche della città.
Gli interventi previsti sono solo dei palliativi ipocriti: clicca qui.
Nella GIORNATA NAZIONALE IN MEMORIA DELLE VITTIME DEI DISASTRI INDUSTRIALI E AMBIENTALI. Unire le lotte ambientali a quelle dei morti sul lavoro, unire le vittime di tutte le stragi con il movimento dei lavoratori per la difesa della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro e nel territorio significa è l’unico modo per difenderci. Sulla newslettera di Doriella&Renato altre iniziative No Tav: clicca qui.
Nelle motivazioni si distingue tra «rischio lavorativo» e «rischio ferroviario», prosciogliendo gli imputati dai reati legati alla sicurezza sul lavoro. Una sentenza reazionaria che fa arretrare di cinquant’anni la cultura giuridica. Ma che non rispettando le direttive comunitarie apre ad un ricorso alla Corte europea. Clicca qui.
Oltre 60 foto che ritraggono Taranto in ogni angolazione. In ogni scatto ci sono i fumi dell’ex Ilva. Ora quelle fotografie dell’inquinamento sono sul tavolo dei Ministri. Sono state inviate dall’Associazione dei genitori tarantini che da sempre chiedono la chiusura dello stabilimento. Si tratta di immagini raccolte da semplici cittadini negli ultimi 3 mesi che evidenziano la colorazione rossastra del cielo o nubi grigie che sovrastano l’area degli impianti siderurgici. Con riferimento alla chiusura delle aree di produzione a caldo di Genova e Trieste, si legge nella lettera, si chiede come il Governo intenda giustificare la continuazione della produzione di acciaio, per mezzo del carbone, a Taranto. Quando si potrà tornare a credere nelle istituzioni che dovrebbero prendere seriamente in considerazione come tutto l’acciaio del mondo non vale la vita di un bambino? E chi pagherà i danni? – Scrivono i genitori tarantini. Clicca qui.
Che ha come protagonisti familiari di stragi e morti sul lavoro, lavoratori e lavoratrici, Rsu e Rls, attivisti/e che lottano e proprio per questo sono colpiti dalla repressione, esperti che mettono a disposizione conoscenze e competenze a sostegno di chi subisce rappresaglie fino al licenziamento e di chi, dovunque, conduce la lotta per l’unità della classe.
4 raffinerie, una fabbrica di cloro a celle di mercurio e un’altra di magnesio, un inceneritore, un cementificio, 3 centrali termoelettriche e un depuratore: il “quadrilatero della morte” che si estende tra i comuni di Augusta, Priolo Gargallo e Melilli fino alle porte di Siracusa, è famoso per il numero impressionante di tumori maligni che colpiscono soprattutto gli uomini al colon retto e le donne ai polmoni.. Fin dagli anni 90 è dunque famoso padre Palmiro Prisutto per aver fatto battaglie per la tutela della salute, del lavoro e dell’ambiente. Più volte ha chiesto l’intervento delle istituzioni, con lettere indirizzate ai diversi capi di Stato, premier e politici perché intervenissero sulle mancate bonifiche e sull’inquinamento.
Ebbene, l’arcivescovo di Siracusa, Francesco Lomanto, gli contesta gli articoli canonici 1740 e 1741, perché avrebbe “arrecato grave danno o turbamento alla comunione ecclesiale”, “la perdita della buona considerazione da parte di parrocchiani”, “grave negligenza o violazione dei doveri parrocchiali”, e la “cattiva amministrazione delle cose temporali con grave danno della Chiesa”. Durante la messa padre Palmiro infatti ha il vizio di leggere i nomi dei morti di tumore, la lista ormai supera gli 800 nomi. Per questo il prete verde dovrà lasciare la guida della chiesa madre, malgrado che in poco meno di una settimana sono state raccolte più di 3 mila firme contro l’arcivescovo. Irremovibile. Che ci sia una pressione dell’area industriale per la sua rimozione? Ma daiii!
600.000 all’anno. Tre omicidi al giorno. 130.000 incidenti con invalidi. A questo crimine di pace aggiungiamo le malattie professionali, ad esempio i morti per amianto. Milioni di imprese e soli 4.500 ispettori del lavoro spesso costretti in ufficio piuttosto che in ispezioni. (Quanti dei 10.000 poliziotti inviati di rinforzo in Valsusa contro i NoTav potevano essere riqualificati ispettori?). E nei pochi controlli effettuati oltre l’80% delle imprese risultano fuorilegge, anzi in nero, dunque anche in evasione fiscale e collusioni con le mafie, sulla pelle di milioni di lavoratori soprattutto immigrati. Tant’è che il 35% del PIL si nutre di economie sommerse, e delle loro vittime che tanto commuovono pochi politici. Clicca qui due commenti.
La sentenza è la grande vittoria della cittadinanza attiva che con le sue lotte e le sue denunce ha saputo raccogliere le prove del disastro ambientale. E ancora una volta la domanda al governo è: per la chiusura servono ulteriori certezze sull’impatto che questa industria ha avuto e avrebbe in futuro sulla salute della popolazione tarantina? Clicca qui.
Il drammatico caso della morte di Luana D’Orazio, ha acceso nuovamente i riflettori sugli omicidi bianchi in Italia. Clicca qui.
Tanto i costi delle stragi operaie vengono scaricati sulla collettività. Morti, feriti e ammalati al lavoro. Niente prevenzione, niente sicurezza, ma tante polizie. Perché non si riqualifica metà del personale delle polizie e lo si destina alla prevenzione e il controllo dell’insicurezza e delle irregolarità nelle molteplici attività economiche? Clicca qui.
Come riportato in consiglio comunale, i dati mettono in luce forti rischi per l’ambiente e per la salute dei lavoratori e dei residenti. clicca qui.
Consideriamo che lo Stato è ri-entrato nel capitale dell’azienda dell’acciaio. Ebbene, nell’ArcelorMittal di Taranto, di fatto statale, un lavoratore è stato licenziato dalla direzione perché aveva pubblicato un post su Facebook, col quale invitava a seguire una fiction televisiva che faceva eco alla grave situazione ambientale della fabbrica e della città
Negli anni cinquanta Giuseppe Di Vittorio chiamava fascismo aziendale quel regime autoritario nei luoghi di lavoro che non solo imponeva alle lavoratrici ed ai lavoratori l’oppressione di durissime condizioni di sfruttamento, ma colpiva la libertà di pensiero e di espressione, imponendo loro di non manifestare e di nascondere le loro opinioni. Oggi quel fascismo aziendale sta tornando e si sta diffondendo in questo clima politico. Clicca qui.
Altro commento alla sentenza della Cassazione: dal Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio. Clicca qui.
In sede penale i crimini ambientali sono cause perse per le Vittime. Viareggio è l’ennesimo degli esempi (vedi “Ambiente Delitto Perfetto” di Barbara Tartaglione e Lino Balza prefazione di Giorgio Nebbia). Nel lontano 29 giugno 2009 persero la vita 32 persone, oltre a 17 feriti orribilmente ustionati, investite dalle fiamme mentre stavano dormendo nelle loro case: il deragliamento di un treno merci con 14 carri pieni di gas gpl aveva provocato l’esplosione. Anche a Viareggio i treni con carichi pericolosi viaggiavano ad alta velocità anche in prossimità di centri densamente popolati, in violazione di norme sulla sicurezza pur risalenti agli anni ’30, senza vero piano di rischio, i macchinisti sprovvisti di allerta antincendi, le carrozze senza carri scudo. Soprattutto questi immani rischi ruotavano intorno alla carenza di manutenzione (infatti fu un perno arrugginito dell’assile, più volte riverniciato invece che sostituito ad avviare la tragedia): figlia delle politiche di risparmio di Ferrovie dello Stato, cioè di un sistema di compressione dei costi e parcellizzazione della manutenzione comune a tutte le società italiane ed estere (vedi sempre il citato libro). Ebbene, la Corte di Cassazione ha fatto cadere, per Ferrovie e società collegate, l’aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza del lavoro per far sì che le accuse per omicidio colposo siano tutte prescritte, come restano comunque prescritte le pur miti condanne per disastro ferroviario. Le accuse di incendio doloso e lesioni gravissime erano già state prescritte in appello. Ripetiamo di nuovo: in sede penale i crimini ambientali sono cause perse per le Vittime: questi processi infatti si rivelano utili solo per le parcelle di avvocati e consulenti. Della difesa, ma anche dell’accusa: su ogni processo sistematicamente si gonfia un mucchio di associazioni ed enti lucrando come parti civili per danni inesistenti (ha fatto eccezione questa sentenza di Cassazione che ha annullato le statuizioni civili per le 22 organizzazioni condannandole a pagare le spese processuali). Così tacitamente è accettata la macchina della giustizia di classe con tutti i suoi costi di strutture e stipendi, e di ingiustizie.
Dunque più sfruttamento padronale. Nei primi dieci mesi dell’anno calano gli infortuni sul lavoro, ma aumentano i casi mortali. Lo rileva l’Inail. Tra gennaio e ottobre le denunce di infortunio sono state 421.497 (- 21,1% pari a circa 113mila in meno rispetto alle 534.314 dello stesso periodo del 2019), 1.036 delle quali con esito mortale (+ 15,6% pari a 140 casi in più rispetto agli 896 dei primi dieci mesi del 2019). In diminuzione le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 36.619 (- 28,3%). Clicca qui Pennatagliente.
Riconosce che l’accumulo di queste sostanze, rilevabili nella concentrazione sierica, provoca gravi danni all’organismo. Clicca qui. Ora è il momento della Magistratura, soprattutto per sentenziare le patologie di migliaia di cittadini con i Pfas nel sangue.
L’Inail ha certificato a giugno oltre 49.000 denunce di contagi sul lavoro e sottostimato 236 morti. La categoria più colpita è quella dei lavoratori della sanità. Complessivamente, nei primi 6 mesi dell’anno sono morti oltre 900 lavoratori (senza il dato degli infortuni mortali in itinere) E’ una carneficina alimentata da competitività, precarietà e modelli flessibili dell’organizzazione del lavoro e della produzione, utilizzando anche l’arma del ricatto occupazionale. Salute e sicurezza sono sempre di più subordinate alla salute dei bilanci e alla sicurezza dei profitti. Non è sufficiente limitarsi a esprimere l’indignazione di fronte a casi eclatanti o invocare più controlli. Clicca qui.
1) E’ impossibile rendere competitiva una fabbrica viziata da gigantismo. Il punto di pareggio costi/ricavi a Taranto è a 7 milioni di tonnellate/anno mentre nel 2018 ne ha prodotti 4,7.
2) ArcelorMittal richiede una “cura da cavallo” che non risolleverà lo stabilimento ma che lo farà definitivamente stramazzare morto per terra.
E allora la domanda è: possibile che questa cosa chi governa non l’abbia capita?
L’impressione è che nessuno la voglia capire per mera convenienza politica. Occorrerebbe prendere atto che l’ILVA sta affondando e che l’unico modo per salvare i lavoratori è preparare le scialuppe di salvataggio, non rimanere sulla nave che si inabisserà.
12° anniversario della strage alla ThyssenKrupp: 7 operai bruciati vivi. A Torino presidio e assemblea per salute e sicurezza sul lavoro: è un massacro quotidiano. Clicca qui.