Liliana Segre senza parole o senza ragioni?

“Sono senza parole di fronte a gioventù ignorante della storia che va in università a gridare l’accusa di genocidio nei confronti  di Israele, è una bestemmia” : sostiene   la senatrice a vita Liliana Segre.

Invece per gli studenti, e non solo, con  genocidio, secondo la definizione adottata dall’ONU, si intendono «gli atti commessi con l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso». A parte 75 anni di atti di sterminio  in Palestina, replicano gli studenti, non bastano gli attuali numeri di morti (in maggioranza bambini) e di distruzioni nella strisciolina di Gaza? Quale è il numero minimo per Segre?

Vergogna mondiale la scorta per l’antisemitismo contro Liliana Segre.

Arrivano al ritmo  di 200 al giorno gli insulti social alla senatrice sopravvissuta ad Auschwitz e testimone dell’Olocausto. Da destra le giungono solidarietà pelose. In generale, c’è grande confusione con l’uso dei termini. Tra Antisemitismo” (è l’odio culturale e razziale nei confronti di chi professa la religione ebraica o discende dai fedeli della suddetta religione) e “Antisionismo (oggi è il rigetto di una Palestina  occupata e sempre più usurpata da Israele, vittime i popoli arabi che la possedevano da più di un millennio). Inoltre identificare  “israeliani” con “ebrei” è come “italiani” con “cattolici”.  Mentre c’è perfetta consonanza fra nazifascismo razzismo e antisemitismo.