20 anni fa, il 15 febbraio 2003, più di 100 milioni di persone scesero nelle piazze delle città del mondo per dire NO alla guerra all’Iraq e a tutte le guerre senza se e senza ma. Una generazione di attivisti e attiviste aveva preso la parola in nome dell’umanità. Si è trattato della più grande manifestazione di sempre, si parlò del pacifismo come della seconda potenza mondiale. A 20 anni di distanza, proviamo a riflettere sul significato e la portata di quella manifestazione, sul fallimento del pacifismo, e sulla terza guerra mondiale a pezzi a cui stiamo assistendo: Convegno internazionale davanti alla sede del Ministero della Difesa 15 Febbraio 2023 – ore 16:30 Chiesa Evangelica Metodista Via XX Settembre (angolo via Firenze) Roma. Diretta e registrazione online su facebook (https://www.
Categoria: Un ponte per…
L’Italia al comando della Nato in Iraq. Meglio di no.
La prossima assunzione da parte italiana del comando della Missione Nato allargata in Iraq rappresenta un rischio concreto che l’Italia rimanga invischiata nella lotta per il controllo dell’Iraq, per conto di potenze che, come si è visto già drammaticamente in Afghanistan, non sono in grado di favorire lo sviluppo della democrazia e dei diritti umani; anche con la conseguenza di nuovi rischi più gravi per la sicurezza delle organizzazioni umanitarie italiane che operano in Iraq. “Un Ponte per” invita ad una presa di posizione, che anche noi firmiamo: clicca qui.
L’Iraq è uscito dall’attenzione dei pacifisti.
Alla vigilia della guerra del Golfo oltre 110 milioni di persone manifestarono in tutto il mondo, per cercare di evitarla. Non ci riuscirono. Da allora (nella foto, invii di aiuti nel 1992) l’Iraq è uscito dall’attenzione dell’opinione pubblica, ma gli iracheni e le irachene ne hanno pagato per decenni le conseguenze. Clicca qui.
Non lasciamo soli i ragazzi della Mesopotamia. Fermiamo gli squadroni della morte in Iraq.
I ragazzi e le ragazze della “rivolta di ottobre” sono tornati in piazza, in tutto l’Iraq a centinaia di migliaia, per rivendicare ancora un futuro diverso, un paese normale, senza truppe straniere e milizie armate sul territorio, la fine della corruzione del “condominio iraniano-statunitense”, del sistema delle quote settarie, e chiedere giustizia nei confronti degli oltre 700 loro fratelli e sorelle uccise dalla repressione poliziesca e dalle milizie armate. Solo negli ultimi mesi sono stati 35 gli attivisti uccisi o fatti sparire in Iraq per mano di veri e propri squadroni della morte. Ancora oggi lo Stato iracheno non è in grado nemmeno di erogare acqua potabile ed energia elettrica a tutta la popolazione della capitale. Clicca qui l’appello di “Un Ponte Per”.
“Un Ponte Per” nella Giornata internazionale per la difesa della libertà di stampa.
Continua il ciclo di conferenze da remoto per i “30 anni di Un Ponte Per”. Clicca qui.
Il genocidio della guerra in Nord Est Siria non è più una notizia.
Anche se 1 milione e 800mila persone hanno assolutamente bisogno di assistenza. Clicca qui cosa puoi fare.
Costruiamo ponti. Non muri.
La Missione di “Un Ponte Per” nel Nord Est della Siria prosegue il suo lavoro e continua ad essere operativa insieme alla Mezzaluna Rossa Curda. La situazione in Siria è drammatica. Restiamo nelle zone del conflitto al confine turco-siriano per continuare a portare soccorso alle centinaia di civili colpiti dall’aviazione militare turca. Aiutaci. Clicca qui.
Costruiamo ponti, non muri.
Aiuti medicinali all’Iraq nel 1992
UN PONTE PER… continua a costruire pace, dialogo e solidarietà tra i popoli. E a dare voce a chi non ha voce. Clicca qui.
Siria: scegli da che parte stare.
C’è urgente necessità di medicinali e strumentazioni adeguate. Noi stiamo dalla loro parte: puoi farlo anche tu. (continua)
Un ponte per…
Costruiamo insieme Ponti. Non muri.
E’ uscito il notiziario di “Un ponte per”.
Nel numero di novembre: Non c’è sicurezza senza pace. Karrada è nostra, Bagdad è nostra. Costruire convivenza con i giovani. Un fumetto per raccontare l’altro Iraq. La prossima emergenza umanitaria. Difendere chi difende i diritti umani. Rivoluzioni violate. Superare le frontiere con l’educazione. C’era una volta un principe…
Un ponte per…
Nella foto all’aeroporto, l’aiuto in medicinali che portammo in Iraq dopo la prima guerra del Golfo e nel corso dell’embargo. In seguito l’associazione “Un ponte per Baghdad” è diventata “Un ponte per…“, in quanto è stata costretta, purtroppo, ad occuparsi di aiuti anche di Gaza, Siria, Giordania, Libano… In Iraq, tra giugno e agosto, 24.910 persone assistite, distribuiti: acqua, pasti, latte, pannolini, materassi, lenzuola a 5.914 famiglie. Cosa puoi fare anche tu. Clicca qui