E’ un movimento di cittadini impegnati a costruire una nuova pratica politica, nell’ obiettivo che chiama a raccolta tutti i cittadini e tutte le associazioni civiche impegnate a difendere l’immenso patrimonio ambientale, civico, culturale e simbolico di Venezia. clicca:
Il dossierdel procuratore di Isernia Carlo Fucci è anchesulla scrivania del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin: evidenzia la presenza su oltre 120 mila metri quadri di terreno destinato anche alla produzione di grano e olive -oltre che abitato dai suoi residenti- dicadmio e altri metalli pesanti pericolosi per la salute pubblica. Pozzilli, Venafro e Sesto Campano è il triangolo di questo inquinamento per il quale il procuratore ha chiesto la bonifica, dopo quattro anni di indagini scaturite anche dall’impegno sul territorio del comitato ‘Mamme per la salute’ che lotta da tempo contro le fonti di inquinamento correlato ai numerosi casi di tumore e malattie cardiovascolari.
Manie di grandezza per gigantismo portuale? Follie ingorde verso non ben documentati vantaggi e profitti? Ad operare su contesti già saturi di cemento e fabbricati portuali, in una città collinare senza aree piane per logistiche aggiuntive.
Ulteriore e sicuro aggravamento condizione ambientale della città? già congestionata e intasata dal traffico viabilistico parossistico. Clicca qui le accuse sull’opera.
Mobilità sostenibile (o no?) a Genova: ecco l’inchiesta di GoodMorning Genova, realizzata in poco più di un mese, sulle trasformazioni della città, sui diversi progetti che puntano a cambiare il volto dei quartieri dal punto di vista urbanistico, della viabilità, del trasporto pubblico. Idee, proposte e “visioni” che spesso contrappongono proponenti a residenti, progetti infrastrutturali a vivibilità del territorio, sviluppo turistico a qualità della vita, amministrazione a cittadinanza, Comune a comitati. Clicca qui.
Il presidente di Regione Piemonte, Alberto Cirio e l’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati, hanno emesso il decreto di nomina del nuovo direttore generale di Arpa Piemonte: Secondo Barbero, che fino ad oggi ha ricoperto il ruolo di Direttore del Dipartimento “Rischi Naturali e Ambientali” in seno ad Arpa. Sostituisce Angelo Robotto: il timore per Alessandria è che addirittura venga rimpianto, se nelle prime dichiarazioni l’attenzione di Barbero è rivolta all’inquinamento da traffico piuttosto che al disastro ambientale della Solvay di Spinetta Marengo, tant’è che neppure era presente al Convegno sulla spinosa questione della Fraschetta trattato dalle commissioni distrettuali Ambiente e Sostenibilità del Rotary.
Il Ponte sullo Stretto sarebbe senz’altro costruito con criteri rigorosamente anti sismici, perciò su di esso potrebbero salvarsi gli abitanti di Messina e Reggio Calabria.
Il progetto SIOT, società della multinazionale TAL, punta all’efficientamento del trasporto del greggio tramite l’oleodotto da Trieste all’Austria, con l’obiettivo di “riscaldare” il greggio per ridurne la viscosità, utilizzando motori cogenerativi di alta potenza. I Sindaci denunciano: sul territorio carnico stazionerà una nuvola tossica persistente contenente monossido di carbonio, anidride carbonica e polveri sottili con conseguenti piogge acide dannose; è assicurato l’inquinamento acustico per il funzionamento continuo dei motori. Clicca qui il volantino del Comitato.
Un migliaio di agenti della polizia tedesca sta tentando di sgomberare i manifestanti ambientalisti che ormai da mesi hanno occupato il piccolo paese di Lützerath, nello stato tedesco del Nord Reno-Westfalia. Gli ambientalisti protestano contro l’espansione della locale miniera di carbone di Garzweiler, che comporterà fra le altre cose la demolizione integrale del paese per fare posto alle cave dove estrarre carbone. Per sgomberare del tutto Lützerath potrebbero volerci settimane. Gli ambientalisti hanno costruito decine di case sugli alberi, si sono nascosti nei lunghissimi tunnel sotterranei della miniera e imbozzolati in alcune amache costruite fra i pali della luce.
Il governo di Bolsonaro è stato, secondo i dati ufficiali, il peggiore della storia per la deforestazione in Amazzonia. Nel solo dicembre 2022, che è stato per lui l’ultimo mese di presidenza, sono stati eliminati oltre il doppio degli alberi rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, con un aumento del 150%. Le immagini satellitari mostrano la distruzione di 218,4 chilometri quadrati di vegetazione nella parte brasiliana, circa il 60% della più grande foresta tropicale del mondo. Si tratta del terzo dicembre più distruttivo per il “polmone verde” della terra da quando la situazione viene monitorata, dopo quelli del 2017 e del 2015.
La questione è di estrema importanza per ISDE (clicca qui) i medici che si occupano di ambiente stanno esprimendo forte preoccupazione per ciò che sta accadendo alla foresta amazzonica, il cui stato di salute è direttamente correlato alla crisi globale del clima e che per questo non è patrimonio del solo Brasile ma del mondo intero.
Conservare e preservare le foreste è infatti fondamentale per aiutare il nostro pianeta a ridurre la quantità di anidride carbonica (CO2) presente nell’atmosfera. La CO2 è il principale imputato della crisi climatica tra i gas serra e la sua alta concentrazione è responsabile per il 70% del surriscaldamento globale. Il problema della CO2 si affronta da un lato diminuendo drasticamente le nuove emissioni nell’atmosfera causate dalle attività umane e dall’altra aiutando l’atmosfera a “disintossicarsi” dalla CO2 in eccesso, attraverso il ricorso a ‘strumenti’ in grado di assorbire l’anidride carbonica, come la fotosintesi clorofilliana svolta dai vegetali.
“Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”. (Albert Einstein).
Le api, queste straordinarie creature che abitano il Pianeta da oltre 100 milioni di anni, costituiscono il filo conduttore per raccontare diverse sfide ecologiche come quelle della riduzione della biodiversità, del cambiamento climatico, della degradazione del suolo e della transizione energetica. Quando la specie più presuntuosa del Pianeta mette mano al corso della natura provoca gravi danni, alterando la possibilità di sopravvivenza dei non umani, come gli impollinatori, senza comprendere che in realtà si tratta di un ecocidio autodistruttivo. Paradossalmente l’agricoltura, che è una delle attività più strettamente dipendenti da una biosfera sana, è una delle maggiori cause di cambiamenti irreversibili e, quindi, insostenibili come il riscaldamento globale e l’estinzione degli impollinatori da cui trae giovamento e ricchezza. L’impiego massiccio di energie fossili, la distribuzione di veleni come i pesticidi (sono persistenti, tossici e bioaccumulabili), la perdita della fertilità, nelle monocolture di vegetali selezionati per soddisfare esigenze economiche (es.: gli organismi modificati geneticamente), sono alcune delle principali cause di un sistema di produzione alimentare ecologicamente insostenibile. Non c’è più tempo, non possiamo permetterci di sprecare risorse economiche come quelle dedicate alla produzione degli agro-carburanti (mais coltivato per ottenere metano, il biogas) e alle piante modificate geneticamente (es.: quelle rese resistenti agli erbicidi); bisogna fare un passo indietro nel modo di gestire le risorse naturali. Una specie può prosperare solo se godono di salute tutte le altre, dobbiamo sposare questo principio.
Il libro di Giuseppe Zicari, “Agricoltura chimica e impollinatori: segnali di un Pianeta in pericolo. Il biomonitoraggio con le api”, prova a raccontare una visione diversa del Mondo che stiamo costruendo (pardon: distruggendo), una storia piena di retroscena e colma di pericoli sottovalutati. Il file PDF è scaricabile su https://sites.google.com/site/zicari73/, mentre il libro cartaceo è acquistabile su https://www.youcanprint.it/store.
All’ingresso del tribunale, striscioni e bandiere No Triv per ricorrere le pesanti responsabilità di Eni, delle altre multinazionali del fossile, del drammatico condizionamento dei livelli di salute ed ambiente subìto dai cittadini lucani e degli abitanti delle regioni limitrofe. Lo sversamento di oltre 400 tonnellate di petrolio al Centro Oli di Viggiano ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di 13 persone tra dirigenti ENI e membri del CTR (Comitato Tecnico Regionale), nonché all’arresto di un dirigente ENI, con le accuse, fra le altre, di disastro ambientale, abuso d’ufficio, falso ideologico commesso da pubblico ufficiale. Clicca qui.
Già decine di anni fa il MISE – non un centro studi di ecologisti radicali – stimò l’entità della spesa necessaria a mettere in sicurezza il paese dai rischi sismico, idrogeologico, incendi, inquinamenti. Essa ammontava a circa 190 miliardi di Euro. Sfumò ogni programma quando ci si accorse che servivano soprattutto tanti piccoli progetti “ a grana fine” di ripristino e riterritorializzazione, e non le Grandi Opere dal sicuro effetto politico-mediatico. Lo stesso PNRR rappresenta un’enorme occasione sprecata; se si pensa che sono destinati al risanamento del territorio appena 4,5 miliardi di Euro, il 2% del totale spendibile. Un paradosso a fronte dei 31 miliardi di euro dedicati ad alta velocità e grandi opere ad alto impatto ambientale, che diventano 81 con il Collegato Infrastrutture. Sarebbe necessaria una svolta reale quanto drastica nelle politiche ecologiche e territoriali. Siamo scettici che questo possa accadere per improvvise “illuminazioni” di un ceto politico-istituzionale, bloccato da incapacità e soprattutto interessi estranei a questi temi. Appare necessaria l’azione di quelle numerosissime soggettività che anche nel Belpaese lavorano ogni giorno per la tutela di ambiente e territorio, ma anche per produrre ricchezza da beni autosostenibili; e costituiscono ormai una realtà economica da decine di miliardi di euro all’anno. La transizione che urge parte da loro. (Continua).
Gli scarti cancerogeni delle lavorazioni delle pelli venivano sversati nei canali e nei campi. Gli stessi materiali, insieme a ceneri e fanghi tossici, sono stati mischiati in modo clandestino agli inerti e utilizzati per riempire fondamenta e strade (come la regionale 429 di Val D’Elsa), edifici residenziali e persino aeroporti. Così – facendo sparire otto tonnellate di keu, i residui della concia contaminati da cromo, arsenico, borio e selenio – hanno avvelenato un pezzo di Toscana. La manovalanza, secondo la Direzione distrettuale antimafia di Firenze, era affidata alla ’ndrangheta: il lavoro sporco lo facevano personaggi legati per gli inquirenti al clan Grande Aracri di Cutro. Per gli interventi di alto livello – “deroghe ed elusioni”, approvazioni compiacenti, erogazioni a fondo perduto, nomine ai vertici degli organi di controllo gradite ai controllati, e neutralizzazione dei funzionari che volevano applicare la legge – la potente lobby dei conciatori avrebbe avuto un canale privilegiato con i più alti livelli della politica regionale toscana. Il ruolo del PD. Continua…
Corso naturalistico novembre – dicembre 2022 on line. 5 incontri, a partire dal 16 novembre, i mercoledì dalle ore 20.30-21.45 su piattaforma Google Meet. Partecipazione gratuita per i soci CAI. Per iscrizioni compilare il form: https://forms.gle/fX1Hg6pFy4iVx2679 per informazioni: venezia@cai.it oppure chiamare il 3487678126
Polemico il libro di Maurizio Pallante, contro coloro che detengono le leve del potere economico e politico e cercano di far credere che si stanno impegnando per contrastare la crisi ecologica, mentre fanno il contrario confondendo le idee con slogan che apparentemente sono ambientalisti, e in realtà sono la negazione dell’ambientalismo. Ma anche un monito agli ambientalisti storici affinché smascherino questi imbrogli e indichino le proposte politiche, economiche e culturali, di cui è ricco il libro, che consentono di evitare l’estinzione della specie umana, aprendo una fase storica più evoluta di quella che stiamo vivendo. Insomma, il concetto di sviluppo sostenibile non è forse la negazione della sostenibilità? La biosfera può continuare a sostenere lo sviluppo economico? Clicca qui l’autore.
Il bosco di via Friburgo a Padova morirà per costruire barriere fonoassorbenti di 6 metri, meno efficaci degli stessi alberi alti 30 metri! Clicca qui.
WWF e Legambiente sui tagli dei pioppi lungo il torrente Lavino. Gli alberi, trasformati in cippato e bruciati, arricchiranno di tanta CO2 e polveri sottili l’atmosfera. E quella prodotta verrà conteggiata come “energia pulita”: una truffa di cui stiamo già pagando il prezzo, giorno dopo giorno. Clicca qui.
Mentre si continua a scavare nell’alveo del Varenna per capire fino a che punto è arrivato il greggio sversato dai depositi di idrocarburi di Multedo, Genova si scopre fragile e poco preparata a gestire l’emergenza: insieme a quello dell’impianto di Eni, infatti, in tutta la provincia sono nove gli impianti a rischio di incidente rilevante (rir) ad essere sprovvisti di un piano di emergenza esterno (Pee) aggiornato secondo le prescrizioni di legge.
Degli undici Pee vigenti relativi agli altrettanti impianti rir presenti sul territorio della provincia di Genova, solo due sarebbero in regola (A-Esse di Carasco, e raffineria Iplom di Busalla) ma in scadenza, mentre gli altri nove invece risulterebbero ‘fuori legge’ perchè scaduti, non aggiornati, vecchi. Oltre a quello dei depositiEni di Multedo, l’irregolarità si verifica anche per i depositi di oli combustibili Esso di calata Stefano Canzio (Porto di Sampierdarena), i depositi di chimici e petrolchimici Silomar (Sampierdarena), i depositi di oli minerali GetOil (nei pressi di calata Bettolo, Sampierdarena), il deposito di prodotti chimici Eni (sempre a Sampierdarena), i depositi Iplom (Fegino), i depositi chimici di Multedo, sia Superba che Carmagnani e i depositi di prodotti raffinati derivati dal petrolio come gasolio e benzina di Sigemi (San Quirico).
Gravissimo il fatto non sono state ancora convocate le assemblee pubbliche per coinvolgere la popolazione, come previsto dall’articolo 21, comma 11 della legge 105 del 2015. Clicca qui.
Prendendo le distanze da certo ambientalismo razzista xenofobo e neofascista, per l’Italia c’è chi afferma autorevolmente (clicca qui) che “Erroneamente la causa ambientalista è fatta passare per uno degli asset ideologici della sinistra,” mentre “L’ambiente non è di destra né di sinistra. E se è vero che è mancata una collaborazione tra destra e i temi ambientali, etichettare i conservatori come negazionisti del cambiamento climatico è sbagliato”. “Diciamo sì al profitto, ma solo nel rispetto dei diritti dei lavoratori, dei diritti umani e dell’ambiente”. Il “nemico” del conservatorismo ambientale è senz’altro, nelle parole degli ambientalisti di destra, quella che viene definita un’ideologia ambientale “de-umanizzata, globalista, antinazionale, secolarizzata”, a favore di interventi legislativi dall’alto e sovranazionali e di una riconversione industriale radicale e a scapito dei lavoratori e delle identità nazionali. I ragazzi dei Fridays For Future (e ancor più quelli di Extinction Rebellion) finiscono nel mirino, per manifestazioni definite “sessantottine” e ideologiche, a cui la destra contrappone “un’educazione culturale ed educativa che nasca dalle scuole e dalla famiglia”. Invece l’ambientalismo di destra è senz’altro un ambientalismo che ha le sue radici nel cattolicesimo, mentre papa Francesco è accusato di “flirtare”… con culture pagane.
La vera transizione ecologica deve passare attraverso l’abbandono dei progetti inquinanti e obsoleti come le 120 infrastrutture a fonti fossili in valutazione presso il Mite. E bisogna smetterla di parlare di nucleare. Clicca qui cento proposte di riforme e interventi per la prossima legislatura suddivise in 20 ambiti tematici: dalle politiche climatiche all’economia circolare, dalla mobilità all’agroecologia, dall’inquinamento delle acque allo smog, dalle aree protette alla tutela della biodiversità, dalla riconversione industriale al turismo, dalle politiche sulle città ai piccoli comuni, dalle bonifiche dei siti inquinati alla lotta all’illegalità, dalla rigenerazione urbana alla ricostruzione post terremoto, fino alla scuola, solo per citarne alcuni. Al centro: la lotta alla crisi climatica, l’innovazione tecnologica, il lavoro, l’inclusione sociale e tre fari a cui guardare: Europa, riconversione ecologica del tessuto produttivo, giusta transizione. Gli interventi in questione si traducono in nuove leggi da approvare, come ad esempio quelle sull’eliminazione dei sussidi alle fonti fossili, sul consumo di suolo, sul riordino dei bonus edilizi, in materia di lotta alla gestione illecita dei rifiuti, alle illegalità lungo le filiere agroalimentari, e per la tutela della fauna e della flora protette; semplificazioni; velocizzazione degli iter autorizzativi a partire dagli impianti a fonti rinnovabili e dell’economia circolare; approvazione di decreti attuativi mancanti, da quelli sull’end of waste per il riciclo a quelli della legge di recepimento della direttiva RED II sulle rinnovabili, sull’agricoltura biologica o sui controlli del Sistema nazionale a rete per la protezione dell’ambiente (SNPA), solo per citarne alcuni. E poi, non ripetere gli errori del governo Draghi … (continua).
Per dire NO a opere dannose e imposte. Perché la marcia clicca qui.
Quitrovate tutte le informazioni sulla marcia partita da Ponticelli (BO) presso la Casa del Popolo il 2 Settembre e che arriverà al Corno alle Scale l’11 Settembre, e sulle tappe previste.
Valter Cammelli, amministratore delegato di Amat, e Valerio Chiarelli, direttore esecutivo di Rivieracqua, sono indagati nell’ambito dell’inchiesta della Guardia Costiera, coordinata dalla Procura della Repubblica, per i continui sversamenti in mare del depuratore, oggetto nei mesi scorsi di un’inchiesta del giornale ImperiaPost.Le indagini hanno permesso di ricostruire la natura illecita della gestione delle lavorazioni di riparazione del rilancio in mare del depuratore e lo sversamento prolungato dei reflui non depurati direttamente in mare, causando una significativa compromissione dell’importante matrice ambientale delle coste imperiesi. Le eccezionali indagini sono state condotte su tre livelli dimensionali:dal mare, dall’aria e da terra.
Dei 730 milioni di euro previsti ne sono stati spesi 260, due dei sette impianti in programma realizzati, la centrale a biomasse naufragata, le bonifiche ancora in corso, il sogno di integrare il mondo della chimica con quello dell’agricoltura al momento è incompiuto. Clicca qui la CGIL.
Manifestazione domenica 5 giugno da Passo Falzarego a Passo Giau. Clicca quiMANIFESTO AMBIENTALISTA delle Olimpiadi e Paralimpiadi Invernali Milano – Cortina 2026
Non si può pensare di promuovere le eolico e fotovoltaico senza un piano di dove e come installare gli impianti, altrimenti rischiamo di devastare il paesaggio, impattare negativamente sul turismo, consumare suolo e ridurre la nostra autonomia alimentare. Continua.
il Piano di Cingolani della transizione energetica e sostenibile delle aree idonee – PITESAI – afferma che l’intera superficie regionale della Sicilia e una ampia area marina dal Tirreno meridionale all’estremo lembo sud del Canale di Sicilia, sarebbero IDONEE per le attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi. Clicca qui.
Anche la meravigliosa capacità di trarre dall’acqua l’energia più pregiata che conosciamo senza nemmeno produrre emissioni nocive, si può trasformare in un mezzo di sfruttamento indiscriminato dell’ambiente e della popolazione. Clicca qui.
Clicca qui la lettera di AmbienteVenezia al Prefetto di Venezia, al Direttore Generale ARPAV, Al Comandante dei Vigili del Fuoco, Al Comandante della Capitaneria di Porto, alla Direzione ULSS 3; sulla incompatibilità dell’attività crocieristica nelle banchine commerciali di Marghera con il Piano Emergenza Esterna PEE, nonché sulle problematiche anche procedurali relative al Rischio Industriale Rilevante nell’area di Porto Marghera dove si vorrebbe far arrivare già dal mese di aprile le navi da crociera.
Bisogna superare le attuali divisioni fra sindaci per non sprecare l’opportunità di miglioramento della tutela della biodiversità e del patrimonio storico-culturale. Clicca qui.
Il movimento Extinction Rebellion ha promosso un’azione di disobbedienza civile nonviolenta, lanciando dei palloncini di vernice ad acqua gialla e rossa contro la sede del ministero per la Transizione Ecologica. L’azione fa parte della campagna “Ultima Generazione – Assemblee cittadine ORA!”, che ha due obiettivi: il primo è ottenere un incontro pubblico con il governo sul futuro dell’Italia nel collasso climatico; il secondo è l’istituzione di un’Assemblea Cittadina deliberativa e vincolante che guidi la transizione ecologica tenendo conto dell’interesse di tutta la popolazione.
Sulle pareti del MiTE sono comparse anche le scritte “Ministero della truffa” e “Ministero delle bugie”. Il ministro Cingolani ha definito tali manifestazioni come “vandalismo”. Eppure Extinction Rebellion è un movimento nonviolento. Le persone dopo l’azione si sono lasciate portare via dalla Polizia senza opporre alcuna resistenza, assumendosi le proprie responsabilità. Il vandalo che non si assume responsabilità a favore dell’ambiente, come abbiamo più volte dimostrato, è semmai Roberto Cingolani, vice “Premio Attila” del vincitore 2021 Mario Draghi.
Anzi, Extinction Rebellion è stato oggetto di una repressione dura e strisciante: le 14 persone coinvolte nelle azioni hanno subito pedinamenti pressanti, fermi in questura, fogli di via, sanzioni di varia natura amministrativa e penale. Sono accusate di aver causato… 7000 euro di danni. Farsesco! Il dramma invece, che non ha spazio nella comunicazione pubblica, è che nel 2021 i danni causati dalla crisi climatica hanno superato i 170 miliardi di dollari. Secondo l’ONU, negli ultimi 50 anni gli eventi meteorologici catastrofici sono quintuplicati, causando la morte di oltre 2 milioni di persone.
Per il Forum della Convergenza dei Movimenti dal 25 al 27 febbraio a Roma, per una Società capace di cura e di sviluppo (clicca qui il programma), si terranno riunioni preparatorie delle sessioni tematiche in cui si articolerà il Forum: clicca qui il calendario e le indicazioni per partecipare on line.
che invita a richiedere a consiglieri del proprio Comune di presentare una specifica Mozione per un “Corretto calcolo in bilancio dei costi derivanti da consumo di suolo”. A questo link si trovano le informazioni e il link per scaricare la bozza di OdG da presentare a consiglieri ambientalmente sensibili
La Proposta di legge del nostro Forum “Norme per l’arresto del consumo di suolo e per il riuso dei suoli urbanizzati“ è ormai “congelata” da mesi in Commissione Ambiente/Agricoltura al Senato e neppure il nuovo Rapporto sul consumo di suolo redatto dall’ISPRA pare indurre a risolvere un’emergenza eppure così evidente.
Aiutateci a continuare a farvi sognare!!! Accendiamo insieme il nuovo Planetario di Genova. La grande Aula Didattica Planetario dell’Osservatorio Astronomico sarà una struttura di 8 metri di diametro e 6 metri di altezza. La grande cupola di proiezione posta al suo interno avrà un diametro di 6 metri e potremo ospitare fino a 50 ospiti per volta. Un moderno proiettore digitale specifico per cupole ed un classico proiettore “meccanico” di stelle, ci daranno la possibilità di viaggiare nel tempo e nello spazio con voi poiché un Planetario è una vera e propria macchina del tempo che, sicuramente contribuirà grandi e piccoli ad appassionarsi ai misteri del nostro immenso Universo. Per contribuire al completamento della struttura: clicca qui.
Cavatori, partiti e sindaci pro cave spingono per annullare il Piano in Consiglio Regionale che chiuderebbe alcune cave in zone ad altissimo pregio ambientale. Non permettiamolo. Clicca la petizione.
Petizione on line da sottoscriverecontro la nuova pista da bob, la cementificazione, lo spreco di denaro pubblico. In difesa delle Dolomiti e per un’olimpiade invernale 2026 realmente sostenibile.
Il sindaco Marco Bucci annuncia il trasferimento dell’attuale polo chimico di Superba, attualmente a Multedo, a Ponte Somalia a Sampierdarena , molo sì ubicato in un contesto portuale ma a meno di 300 mt dalle case del popoloso quartiere ( vicino a scuole, municipio, strutture sportive, tangenziale e negozi). Sampierdarena in rivolta contro il “Modello Genova”. Leggi l’aggiornamento completo.
ll PNRR nel campo delle infrastrutture di trasporto finanzia quasi solo quelle ferroviarie. Non c’è alcuna analisi per le singole opere che giustifichi questa nuova ondata di grandi opere “berlusconiane”. Il progetto di gran lunga più rilevante è la nuova linea AV alta velocità Salerno-Reggio Calabria, affiancherebbe quella esistente e ne farebbe risparmiare ben mezz’ora di tempo; i costi risultano essere circa 5 volte maggiori dei benefici sociali. Il secondo per importanza è la “trasversale” Orte-Falconara, i benefici sociali sono un cinquantesimo dei costi, i risultati ambientali addirittura negativi: il progetto emette in fase di costruzione più CO2 di quanto risparmia lo scarso traffico, dunque genera un danno netto all’ambiente. Un terzo riguarda una serie di miglioramenti sulla linea adriatica da Bologna a Brindisi, e qui i benefici sociali superano i costi. Nel Restiling della Tirrenica prevedibili modesti benefici ambientali netti e il totale dei benefici risulta di poco inferiore ai costi. Clicca qui una analisi di Marco Ponti.
Riteniamo che la nostra regione debba dare il proprio contributo per raggiungere il 30% di aree protette sul territorio delineando definitivamente la superficie del Parco Nazionale di Portofino. La situazione è critica anche per altre aree protette regionali: il Parco del Beigua e il Parco dell’Aveto, dove si stanno rispettivamente organizzando manifestazioni e ricorsi al TAR, e osservazioni al Ministero della Transizione Ecologica. Il territorio del Comune di Urbe (SV) deve essere integrato nell’area protetta del Beigua. Alle aree marine protette di Portofino, Cinque Terre, Isola Gallinara, Bergeggi, Capo Mortola e Porto Venere, bisogna aggiungerne una nell’imperiese nell’area delle Rateghe. Valorizzare il progetto Stonewallsforlife nel Parco delle Cinque Terre, il parco più piccolo d’Italia nonché il più densamente popolato. Clicca qui.
Le conversazioni si potranno anche seguire in diretta nella pagina Facebook di Ecoistituto di Reggio Emilia e Genova. Centro di Diritto Ambientale #transizioneecologica. Trovate i link per i collegamenti Zoom nei siti: www.ecoistitutorege.org e www.zenzero.org
Nicola Armaroli (chimico, ricercatore del CNR) presenta a Ecoistituto di Reggio Emilia e Genova il suo ultimo libro “Emergenza Energia. Non abbiamo più tempo”: clicca qui.
Per decidere il sito del futuro Deposito nazionale delle scorie nucleari, Sogin (la società pubblica per lo smantellamento degli impianti nucleari) aveva annunciato l’avvio del Seminario nazionale previsto nel processo di consultazione pubblica per la realizzazione dell’impianto (legge 31 del 2010). Dovrebbe aver discusso le osservazioni (di enti locali, aziende, associazioni e cittadini) arrivate dai territori dove -secondo la Cnapi del 5 gennaio scorso, la Carta delle aree potenzialmente idonee- dovrebbe sorgere il Deposito: 67 siti in 7 regioni, Piemonte, Toscana, Lazio, Basilicata, Puglia, Sicilia e Sardegna. Dovrebbe essersi tenuto un webinar con manager Sogin, esperti e operatori stranieri. Dovrebbero essersi tenuti incontri nelle regioni coinvolte.
Sogin aveva annunciato che il Seminario si conclude il 24 novembre, dunque fra pochi giorni, in modo che il 15 dicembre siano pubblicati gli atti finali. Dunque, sulla base dei lavori del Seminario, la Sogin ha già pronta a Carta definitiva delle aree idonee per il deposito, la Cnai. In base a questa, spetta al governo individuare il sito definitivo. Tale Carta dovrebbe già essere nelle mani dei ministri di Mario Draghi. Se ne sta discutendo?
Dentro il consiglio dei ministri, le posizioni sul nucleare sono sufficientemente contrapposte. Il ministro per la Transizione ecologica Cingolani con le sue dichiarazioni (a parte gli insulti agli ecopacifisti) non ha trovato di meglio che contraddire il risultato dei referendum popolari del 1987 e del 2011. Il “nuovo nucleare” riacceso da Stefano Cingolani – fissione e mini-reattori di ultima generazione (Smr, Small Modular Reactors) – non dispiace a Matteo Salvini tentato dalla lobby degli interessi del nucleare e della conservazione nel campo delle politiche innovative nell’ambiente e nell’energia.
Di opposto avviso dovrebbe essere il Movimento Cinque Stelle. Il condizionale è d’obbligo, anche se le posizioni di Beppe Grillo sono chiare. Si veda a proposito il libro “Storia del nucleare” di Lino Balza (disponibile a chi ne fa richiesta). Vero è che Cingolani è stato voluto da Grillo, ma pregnante resta il ruolo decisivo che il fondatore M5S svolse a sostegno delle lotte dei Movimenti nel 2011, coadiuvati dall’allora giovane avvocato Mattia Crucioli, oggi senatore.
Lino Balza. Movimento di lotta per la salute Maccacaro.