Categoria: CO2
La Cina per Solvay non è più la terra promessa.
Allarme per le auto elettriche che usano i Pfas. Allarmissimo per la popolazione di Alessandria.
Il rischio è sempre quello di cadere dalla padella nella brace. Le auto elettriche riducono le emissioni di CO2 (anidride carbonica). Però utilizzano i Pfas per rendere le batterie meno infiammabili e resistenti: in pratica durano più dell’auto. I Pfas sono tossici e cancerogeni. Non si degradano mai e si accumulano sempre più nell’ambiente e negli organismi. Secondo uno studio pubblicato su Nature Communications e condotto dall’Università del Texas e dalla Duke University, sono stati rilevati livelli ingenti di Pfas in aria, acqua, neve e suolo nelle vicinanze degli impianti produttori in Stati Uniti, Francia e Belgio.
Il problema è ancora più grosso. La diffusione crescente di auto elettriche porterà ad una significativa quantità di batterie da smaltire: ad esempio in Italia si stimano entro 8 anni in 9,2 milioni di unità, con un costo previsto di 11,5 miliardi di euro per il loro stoccaggio. Attualmente, solo circa il 5% di queste batterie agli ioni di litio viene riciclato, dunque i Pfas, “forever chemicals”, a tempo indeterminato possono contaminare l’ambiente anche attraverso le discariche. Insomma, la riduzione delle emissioni di CO2 comporterebbe un parallelo aumento dell’inquinamento da Pfas.
A proposito di cadere dalla padella nella brace: per la popolazione di Alessandria veniamo alla Solvay di Spinetta Marengo. Commentammo due anni fa: “”Considerando che i Pfas sono solo la punta dell’iceberg del disastro eco sanitario di Alessandria, nei Movimenti e da Legambiente alla CGIL ci si sta sempre più arrendendo alla ineluttabilità della chiusura del polo chimico piemontese, e orientando a proposte di riconversione. (Vedi Chiusura della Solvay di Alessandria: come salvaguardare l’occupazione). Proprio Ilham Kadri, amministratore delegato della multinazionale belga aveva preso in esame l’opportunità di chiusura con l’alternativa di realizzare a Spinetta Marengo le nuove ‘batterie green’, cioè con lo sviluppo della prossima generazione di elettroliti allo stato solido per le batterie delle auto elettriche. Poi, invece, su pressione di Macron e Ursula von der Leyen, e mercè i finanziamenti regionali, ha scelto che la tecnologia sarà sviluppata in Francia, già nel 2022 con la linea pilota di La Rochelle””.
“”Però, scartata la prima tesi, a Ilham Kadri resterebbe il secondo obiettivo per Spinetta Marengo: il riciclo, attraverso processi di idrometallurgia, di tutti gli elementi (litio, cobalto, manganese, rame, nickel) che costituiscono la ‘batteria green’ che oggi rappresenta fra il trenta e il quaranta per cento del costo dell’intero veicolo. Un business miliardario per Solvay, ma sarebbe come cadere dalla padella nella brace per la popolazione di Alessandria.””.
Commentando la strategia, volutamente confusa, di Solvay (Syensqo), poi scrivemmo (Il Piemonte finanzia i Pfas ma non tutela la salute dei suoi cittadini) anche: “”[…] Solvay non molla ed ecco che arriva il sostituto dei sostituti pfas: ‘a catena cortissima’ il polimero fluorurato ‘Aquivion’, annunciato (come i predecessori d’altronde) innocuo: ‘emissione in atmosfera di semplice vapore acqueo’ . ‘Al più tossiche se maneggiate inopportunamente’, le ‘Membrane Aquivion Pfas’ sono garantite come DOCG, anche se il brevetto è segreto, gelosamente custodito nella banca brevetti europea. […]. Raccogliendo le tesi e gli studi internazionali, il nuovo, ovvero vecchio Aquivion è descritto come ‘fondamentale per la trasmissione di energia a scambi ionici, con innovativa tecnologia di produzione di materiali per membrane polimeriche, che si integra in una filiera dell’idrogeno verde sostenibile, rinnovabile e carbon free, che punta anche allo sviluppo per l’automotive’.”” […]
[…] “”Per produrre Aquivion, nel 2019, Solvay Speciality Polymers ha depositato al Governo la richiesta di finanziamenti (inizialmente 22 milioni di euro) per il suo nuovo piano industriale, (denominato ‘Progetto per sviluppo di materiale per celle a combustibile e batterie a flusso con realizzazione di impianto pilota’) sfruttando abilmente l’enorme contenitore finanziario ‘Green Deal’ della Comunità Europea a incentivare l’energia pulita, prodotta cioè da fonti rinnovabili, dunque dall’idrogeno verde. […] La Regione Piemonte, da par suo aggiungendo altri milioni (sottratti alla sanità), inneggia all’impatto sul territorio: ‘L’impianto Aquivion si inserisce in una ampia sinergia: dalla creazione entro giugno 2026 di tre stazioni di rifornimento a base di idrogeno rinnovabile previste a Tortona, Arquata e Belforte, alla ricerca nella nostra provincia di un’area dismessa destinata a produrre idrogeno verde, fino agli investimenti per il retroporto di Genova’””.
Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro
Ilva, l’indagine si allarga: “Associazione a delinquere per disastro ambientale. Non facevano le manutenzioni”. Inoltre: “Truffa ai danni dello Stato”.
Sono le nuove accuse mosse a Lucia Morselli, ex amministratrice delegata di Acciaierie d’Italia, la società che ha in gestione la fabbrica tarantina, e ad altre otto figure di vertice, già indagati per truffa ai danni dello Stato. Si allargano così le ipotesi di reato, facendosi pesantissime: “Associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale e all’inquinamento ambientale”, ha messo nero su bianco la procura di Taranto. Per quanto riguarda il filone della truffa ai danni dello Stato, già noto come anche l’accusa di inquinamento nei confronti di Morselli e Labile, tutto ruota intorno alla restituzione delle quote CO2 consumate nell’anno 2022 e all’assegnazione di quelle a titolo gratuito per l’anno 2023.
Ilva. Esposto alla procura per bloccare migliaia di morti.
Stima dei morti per CO2 dell’Ilva di Taranto.
I polmoni distrutti del pianeta.
Il governo di Bolsonaro è stato, secondo i dati ufficiali, il peggiore della storia per la deforestazione in Amazzonia. Nel solo dicembre 2022, che è stato per lui l’ultimo mese di presidenza, sono stati eliminati oltre il doppio degli alberi rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, con un aumento del 150%. Le immagini satellitari mostrano la distruzione di 218,4 chilometri quadrati di vegetazione nella parte brasiliana, circa il 60% della più grande foresta tropicale del mondo. Si tratta del terzo dicembre più distruttivo per il “polmone verde” della terra da quando la situazione viene monitorata, dopo quelli del 2017 e del 2015.
La questione è di estrema importanza per ISDE (clicca qui) i medici che si occupano di ambiente stanno esprimendo forte preoccupazione per ciò che sta accadendo alla foresta amazzonica, il cui stato di salute è direttamente correlato alla crisi globale del clima e che per questo non è patrimonio del solo Brasile ma del mondo intero.
Conservare e preservare le foreste è infatti fondamentale per aiutare il nostro pianeta a ridurre la quantità di anidride carbonica (CO2) presente nell’atmosfera. La CO2 è il principale imputato della crisi climatica tra i gas serra e la sua alta concentrazione è responsabile per il 70% del surriscaldamento globale. Il problema della CO2 si affronta da un lato diminuendo drasticamente le nuove emissioni nell’atmosfera causate dalle attività umane e dall’altra aiutando l’atmosfera a “disintossicarsi” dalla CO2 in eccesso, attraverso il ricorso a ‘strumenti’ in grado di assorbire l’anidride carbonica, come la fotosintesi clorofilliana svolta dai vegetali.
Una nuova berlusconata per le infrastrutture ferroviarie.
ll PNRR nel campo delle infrastrutture di trasporto finanzia quasi solo quelle ferroviarie. Non c’è alcuna analisi per le singole opere che giustifichi questa nuova ondata di grandi opere “berlusconiane”. Il progetto di gran lunga più rilevante è la nuova linea AV alta velocità Salerno-Reggio Calabria, affiancherebbe quella esistente e ne farebbe risparmiare ben mezz’ora di tempo; i costi risultano essere circa 5 volte maggiori dei benefici sociali. Il secondo per importanza è la “trasversale” Orte-Falconara, i benefici sociali sono un cinquantesimo dei costi, i risultati ambientali addirittura negativi: il progetto emette in fase di costruzione più CO2 di quanto risparmia lo scarso traffico, dunque genera un danno netto all’ambiente. Un terzo riguarda una serie di miglioramenti sulla linea adriatica da Bologna a Brindisi, e qui i benefici sociali superano i costi. Nel Restiling della Tirrenica prevedibili modesti benefici ambientali netti e il totale dei benefici risulta di poco inferiore ai costi. Clicca qui una analisi di Marco Ponti.
Ilva, prima fonte di CO2 in Italia.
Il nuovo rapporto ONU sul clima è il più dettagliato allarme mai presentato fino ad ora. Afferma che i cambiamenti climatici sono “inequivocabilmente” causati dalle attività umane e stanno provocando disastrosi effetti “senza precedenti”.
In Italia il simbolo dell’emergenza climatica sono gli altoforni a carbone e le cokerie dell’ILVA di Taranto, gli unici impianti di questo genere ancora rimasti nella nostra nazione. Siamo di fronte, oltre al disastro ecosanitario, anche al disastro climatico. Siamo di fronte a due disastri ecologici, uno locale e uno globale. Quello di Taranto è un ciclo siderurgico insostenibile per gli uomini e per il clima. Va fermato. Clicca qui il cronoprogramma chiesto da Peacelink al Governo.
L’Eni punta a stivare in fondo ai nostri mari 500 milioni di tonnellate di anidride carbonica.
Dopo l’ipotesi di produrre, con fondi pubblici, idrogeno da metano con connessa cattura e stoccaggio di CO2, l’Eni rilancia sull’ipotesi di stivare CO2 a Ravenna in fondo all’Adriatico, tramite un progetto sperimentale di stoccaggio geologico. Lo stoccaggio di CO2, come hanno dimostrato analoghe attività in altre aree, potrebbe provocare un progressivo incremento della sismicità; cosa molto pericolosa nel territorio ravennate, che già presenta un rischio sismico medio-alto ed è soggetto a significativi fenomeni di subsidenza. Clicca qui il Coordinamento Nazionale No Triv.
La CO2 nell’atmosfera si avvicina ai livelli di 15 milioni di anni fa.
Secondo gli autori di uno studio pubblicato su Nature, l’attuale quantità di anidride carbonica nella nostra atmosfera si avvicina a livelli mai visti in 15 milioni di anni. Si stima che entro il 2025 il livello di CO2 passerà a 427 parti per milione -ppm-, un valore osservato durante il Miocene (epoca geologica), in particolare 15 milioni anni fa, quando le temperature erano tra 3 e 4 gradi più alte di quelle attuali ed il livello del mare era 20 metri più alto di oggi…. – Continua.
La produzione di cemento è la terza più importante sorgente di emissione di CO2.
Dopo l’uso dei fossili e il cambio dell’uso del suolo. Rappresenta il 90% delle emissioni globali di tutti i processi industriali. Le grandi opere da molti invocate richiedono molto calcestruzzo (quindi cemento) e anche questo dovrebbe far riflettere ed entrare come fattore determinante nelle scelte politiche. Clicca qui Dario Zampieri.
Canal Grande è più inquinato della tangenziale di Mestre.
Una grande nave (da crociera o mercantile) inquina come 14.000 automobili. Scatta l’allarme rosso a Venezia… ma non i divieti. Clicca qui Luciano Mazzolin.
Gli scienziati sono preoccupati per il rapido aumento delle emissioni di CO2 in concomitanza con la loro stabilizzazione: sono cambiate le spugne naturali che assorbono le nostre emissioni del gas serra CO2.
E’ la sintesi fatta dal New York Times dell’articolo firmato da Justin Gillis di cui troverete il link in fondo dopo il riassunto di Nadia Simonini. (clicca qui).