I polmoni distrutti del pianeta.

Il governo di Bolsonaro è stato, secondo i dati ufficiali, il peggiore della storia per la deforestazione in Amazzonia. Nel solo dicembre 2022, che è stato per lui l’ultimo mese di presidenza, sono stati eliminati oltre il doppio degli alberi rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, con un aumento del 150%. Le immagini satellitari mostrano la distruzione di 218,4 chilometri quadrati di vegetazione nella parte brasiliana, circa il 60% della più grande foresta tropicale del mondo. Si tratta del terzo dicembre più distruttivo per il “polmone verde” della terra da quando la situazione viene monitorata, dopo quelli del 2017 e del 2015.

La questione è di estrema importanza per ISDE (clicca qui) i medici che si occupano di ambiente stanno esprimendo forte preoccupazione per ciò che sta accadendo alla foresta amazzonica, il cui stato di salute è direttamente correlato alla crisi globale del clima e che per questo non è patrimonio del solo Brasile ma del mondo intero.

Conservare e preservare le foreste è infatti fondamentale per aiutare il nostro pianeta a ridurre la quantità di anidride carbonica (CO2) presente nell’atmosfera. La CO2 è il principale imputato della crisi climatica tra i gas serra e la sua alta concentrazione è responsabile per il 70% del surriscaldamento globale. Il problema della CO2 si affronta da un lato diminuendo drasticamente le nuove emissioni nell’atmosfera causate dalle attività umane e dall’altra aiutando l’atmosfera a “disintossicarsi” dalla CO2 in eccesso, attraverso il ricorso a ‘strumenti’ in grado di assorbire l’anidride carbonica, come la fotosintesi clorofilliana svolta dai vegetali.

Una nuova berlusconata per le infrastrutture ferroviarie.

ll PNRR nel campo delle infrastrutture di trasporto finanzia quasi solo quelle ferroviarie. Non c’è alcuna analisi per le singole opere che giustifichi questa nuova ondata di grandi opere “berlusconiane”. Il progetto di gran lunga  più rilevante è la nuova linea AV alta velocità Salerno-Reggio Calabria, affiancherebbe quella esistente e ne farebbe risparmiare ben mezz’ora di tempo; i costi risultano essere circa 5 volte maggiori dei benefici sociali. Il secondo per importanza è la “trasversale” Orte-Falconara, i benefici sociali sono un cinquantesimo dei costi, i risultati ambientali  addirittura negativi: il progetto emette in fase di costruzione più CO2 di quanto risparmia lo scarso traffico, dunque genera un danno netto all’ambiente. Un terzo riguarda una serie di miglioramenti sulla linea adriatica da Bologna a Brindisi, e qui i benefici sociali superano i costi. Nel Restiling della Tirrenica prevedibili modesti benefici ambientali netti e il totale dei benefici risulta di poco inferiore ai costi. Clicca qui una analisi di Marco Ponti.

Ilva, prima fonte di CO2 in Italia.

Il nuovo rapporto ONU sul clima è il più dettagliato  allarme mai presentato fino ad ora. Afferma che i cambiamenti climatici sono “inequivocabilmente” causati dalle attività umane e stanno provocando disastrosi effetti “senza precedenti”.

In Italia il simbolo dell’emergenza climatica sono gli altoforni a carbone e le cokerie dell’ILVA di Taranto, gli unici impianti di questo genere ancora rimasti nella nostra nazione. Siamo di fronte, oltre al disastro ecosanitario, anche al disastro climatico. Siamo di fronte a due disastri ecologici, uno locale e uno globale. Quello di Taranto è un ciclo siderurgico insostenibile per gli uomini e per il clima. Va fermato. Clicca qui il cronoprogramma chiesto da Peacelink al Governo.

L’Eni punta a stivare in fondo ai nostri mari 500 milioni di tonnellate di anidride carbonica.

Dopo l’ipotesi di produrre, con fondi pubblici, idrogeno da metano con connessa cattura e stoccaggio di CO2, l’Eni rilancia sull’ipotesi di stivare CO2 a Ravenna in fondo all’Adriatico, tramite un progetto sperimentale di stoccaggio geologico.  Lo stoccaggio di CO2, come hanno dimostrato analoghe attività in altre aree, potrebbe provocare un progressivo incremento della sismicità; cosa molto pericolosa nel territorio ravennate, che già presenta un rischio sismico medio-alto ed è soggetto a significativi fenomeni di subsidenza. Clicca qui il  Coordinamento Nazionale No Triv.

La CO2 nell’atmosfera si avvicina ai livelli di 15 milioni di anni fa.

Secondo gli autori di uno studio pubblicato su Nature, l’attuale quantità di anidride carbonica nella nostra atmosfera si avvicina a livelli mai visti in 15 milioni di anni. Si stima che entro il 2025 il livello di CO2 passerà a 427 parti per milione -ppm-, un valore osservato durante il  Miocene (epoca geologica), in particolare 15 milioni anni fa, quando le temperature erano tra 3 e 4 gradi più alte di quelle attuali ed il livello del mare era 20 metri più alto di oggi…. – Continua.

La produzione di cemento è la terza più importante sorgente di emissione di CO2.

Dopo l’uso dei fossili e il cambio dell’uso del suolo. Rappresenta il 90% delle emissioni globali di tutti i processi industriali. Le grandi opere da molti invocate richiedono molto calcestruzzo (quindi cemento) e anche questo dovrebbe far riflettere ed entrare come fattore determinante nelle scelte politiche.  Clicca qui  Dario Zampieri.