Le Nazioni Unite (ONU) hanno rilasciato un comunicato storico: per il 2045 il buco nello strato di ozono sopra l’Artico si sarà completamente riformato, tornando ai livelli del 1980. Nell’Antarticoinvece questo recupero è previsto entro il 2066 circa. L’ozono è un gas che in atmosfera costituisce uno strato protettivo(l’ozonosfera) che blocca il passaggio dei raggi UV provenienti dal sole e le conseguenti radiazioni ultraviolette che mettono in pericolo la vita sul nostro Pianeta. Clicca qui il blog di Prontobolletta.
La chiusura del buco dell’ozono è un’ottima notizia per il Pianeta, ed è un avvenimento che è potuto accadere grazie anche alle lotte condotte in Italia. Il “buco dell’ozono” nella stratosfera, causa dei tumori maligni melanoma, era soprattutto originato dai clorofluorocarburi CFC, i gas contenuti nei frigoriferi e nelle bombolette spray. Nel 1992, nella fabbrica che li produceva (Montefluos-Ausimont di Spinetta Marengo oggi Solvay), gli attivisti diGreenpeace scalarono le ciminiere con striscioni che chiedevano l’eliminazione dei CFC. In quella vittoriosa campagna con Greenpeace: in prima linea un lavoratore che dal colosso chimico subì rappresaglie (fino al licenziamento) sanzionate dalla Magistratura. Con quella battaglia noi segnammo una crescita della coscienza ecologica su scala mondiale. Per saperne di più: clicca qui stralci da “Ambiente Delitto Perfetto” di Barbara Tartaglione e Lino Balza prefazione di Giorgio Nebbia, e da “L’avventurosa storia del giornalismo di Lino Balza”.
La bonifica della ex Miteni di Trissino, sanzionata dal tribunale e pagata dall’inquinatore, sembra sulla falsariga di quella mai realizzata dalla Solvay di Spinetta Marengo malgrado sentenza di Cassazione. Innanzitutto, in entrambi i casi i reati sono stati dalla magistratura sminuiti a colpa (negligenza e imprudenza) invece che aggravati in dolo (precisa e cosciente volontà di compiere un’azione criminosa). Poi aggiungi che la (blanda) condanna si fermerebbe ai pesci piccoli (direttori lautamente pagati allo scopo) e lascia liberi proprio gli squali amministratori che pur avrebbero in saccoccia la rimpinguata borsa per risarcire i danni e i costi di bonifica. Ciò si ripeterà ad Alessandria nel processo-bis che sta per avviarsi. Però, mentre ad Alessandria sarebbe chiaro chi dovrebbe pagare (Solvay), nel processo di Vicenza la situazione è complicata dal fatto che lo stabilimento, che sta ancora con Pfas contaminando -senza bonifica- tre intere province del Veneto, è stato semi smantellato e rivenduto a indiani (irreperibili in Italia) a seguito del pilotato fallimento della Miteni (tanto milionaria quanto nullatenente). Difficile immaginare nel processo in corso un adeguato risarcimentoda parte dei marginali imputati in caso di condanna. Il disastro ecosanitario resterà sulla pelle e sulle spalle della collettività. Clicca qui.
Un ennesimo delitto perfetto da aggiungere alle 508 pagine del libro “Ambiente Delitto Perfetto.
L’Associazione familiari e vittime dell’amianto chiede all’università statunitense di Yale di revocare la laurea ad honorem al criminale imputato nel processo Eternit-bis. Anzi, la prestigiosa università è accusata di aver aiutato, per soldi, il miliardario dell’amianto a rifarsi un’immagine di “imprenditore verde”. Clicca qui.
Abbiamo effettuato un altro versamento alla Ricerca per la cura del mesotelioma di euro 190, derivati come sempre integralmente dalla vendita dei nostri libri.
Tutti i nostri libri sono stampati a spese degli autori e il ricavato è sempre interamente devoluto a favore della LILT per la Ricerca della cura del mesotelioma.
Purtroppo le nostre finanze attualmente non ci consentono di stampare il Volume secondo di “Ambiente Delitto Perfetto”, anche per il quale abbiamo lanciato una proposta: AAA CERCASI EDITORE (clicca qui).
I Pfas sono alla stessa stregua di amianto, ddt, cfc: non esiste un limite compatibile con la salute e l’ambiente, il limite non può che essere zero. Zero per i Pfas come stabilito (in ritardo!) per amianto, ddt, cfc.
Sono le aziende produttrice e utilizzatrici di Pfas che chiedono “limiti di legge” per ritardarne il più possibile la messa al bando, come fu (in ritardo!) per amianto, ddt, cfc. Benchè ormai ci sia una sterminata letteratura scientifica internazionale che ne documenti i danni tossici e cancerogeni: calamità mondiale per ambiente e salute come per amianto, ddt. Cfc.
In Italia, è Solvay che a Spinetta Marengo (AL) cerca di procrastinare le produzioni con i PFAS (Pfoa, C6O4, ADV). Lo fa benchè già nel febbraio 1980 il ministro Ruffolo annunciava al Comitato Stato Regioni la disponibilità di adottare per lo stabilimento Montefluos lo stesso procedimento usato per l’Acna di Cengio: “chiudere gli impianti per risanare”.
Solvay ha continuato a uccidere grazie alle complicità politiche, degli amministratori comunali provinciali regionali che giocano allo scaricabarile, che si nascondono chiedendo alla scienza la prova della relazione “causa-effetto”: il Pfas della Solvay causa delle malattie pfas. Come se la scienza non avesse già risposto: con tutti gli studi a livello mondiale, con tutte le indagini ambientali ed epidemiologiche a livello locale. Non serve altro (ben venga comunque per determinare i risarcimenti) perchè quanto acquisito è più che sufficiente al sindaco, massima autorità sanitaria locale, per adottare la procedura di Ruffolo: “chiudere gli impianti per risanare”, fermare SUBITO le produzioni per POI seguire tutti gli accertamenti possibili e immaginabili nonché gli eventuali provvedimenti definitivi.
Il sindaco può dunque deve agire, senza invocare una legge nazionale sui Pfas: questa è necessaria (in Senato è presente il disegno di legge Crucioli) per mettere al bando in Italia l’utilizzo dei Pfas, mentre per la fermata delle produzioni Pfas a Spinetta Marengo basta il sindaco. E’ quanto abbiamo chiesto all’attuale sindaco Giorgio Abonante, con lettera aperta trasmessa anche alla Magistratura. Che non si limiti alla marcia indietro dell’allora sindaco Mirabelli.
Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro
Se clicchi qui, l’articolo su La Repubblica ti offre una panoramica sui drammatici danni da Pfas nei vari utilizzi in campo industriale.
Se vuoi approfondire, vai sul Sito www.rete-ambientalista.it del “Movimento di lotta per la salute Maccacaro”: vi troverai 580 articoli che comprendono un arco di tempo di decenni.
Se vuoi leggere la Storia dei Pfoa, dagli anni ‘80 a Spinetta Marengo fino ai processi Solvay e Miteni, chiedimi il Dossier “Pfas. Basta!”, 350 pagine.
Nelle cronache di questi giorni si legge che il sindaco di Alessandria ha dovuto emettere una ordinanza per fare accedere nella gigantesca Tenuta agricola e zootecnica Pederbona (impresa S.G.A) i tecnici a cui era stato vietato il campionamento dei terreni e la realizzazione di un piezometro (pozzo per analisi di falda) sebbene in ottemperanza ad un piano di caratterizzazione predisposto dalle società di consulenza ambientale per conto della stessa Solvay di Spinetta Marengo. Il tentativo di ostacolare le indagini ambientali è comune a molti agricoltori della zona -si pensa- messi lautamente a tacere dalla multinazionale al di fuori dei procedimenti penali nei quali appunto non si presentano quali parti civili per i risarcimenti di legge. E’ quanto avvenne nel processo del 2009 clamorosamente da parte di Pederbona e Paglieri, e descritto in “Ambiente Delitto Perfetto” di Barbara Tartaglione e Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia. (clicca qui).
A pagina 123 del libro, nella sua monumentale testimonianza al processo (J’accuse), Balza evidenzia che tra i pozzi chiusi d’urgenza dal sindaco per inquinamento ci sono quelli di Paglieri e Pederbona. A pagina 137 e a pagina 183 si stigmatizza “Che la Paglieri producesse borotalchi e profumi con l’acqua al cromo esavalente e altri 21 veleni tossici e cancerogeni. Che la Pederbona conferisse latte al cromo e altri 21 inquinanti alla Centrale del latte di Alessandria e Asti”.
Per evidenti ragioni di marchio e bottega, entrambe le aziende si defilarono dall’opinione pubblica e dal processo. Non stupisce più di tanto che ancora oggi la Pederbona tenti di eclissarsi sull’avvelenamento dei pozzi (che addirittura ancora oggi utilizzi per abbeverare il bestiame e irrigare i foraggi?).
L’Arpa ha appena pubblicato i valori della campagna di monitoraggio 2021
La direttrice Marta Scrivanti descrive: “Nelle acque di falda interne alla Solvay ci sono ancora dei punti in cui si registrano per i parametri Cloroformio e Tetracloruro di carbonio concentrazioni superiori agli obiettivi di bonifica specifici. In altri piezometri interni è stata confermata la presenza di composti organo clorurati nonché di inquinanti inorganici, tra cui il cromo esavalente, in concentrazioni superiori alla soglia di contaminazione. All’esterno del polo chimico abbiamo la presenza di inquinanti in concentrazioni superiori ai limiti. Ad esempio cC6O4 e ADV”. L’Arpa d’altronde ha fatto prelievi presso allevamenti nell’area circostante Solvay ritrovando campioni di pfas C6O4 e ADV nel latte e nelle uova. E’ ufficiale: l’acqua del pozzo dell’acquedotto di Montecastello, distante decine di chilometri, non verrà mai più utilizzata.
La Provincia di Alessandria, che per il C6O4 ha addirittura concesso l’estensione dell’ autorizzazione AIA, per bocca di Enrico Bussalino, subentrato nella presidenza all’altro leghista Gianfranco Baldi, ha respinto le censure della Commissione Ecomafie. A Bussalino, da sindaco di un lontano paesino dell’Appennino che nulla conosce di Solvay e di Spinetta, interessa solo che “l’azienda abbia tutela del segreto industriale” piuttosto che i cittadini abbiano il diritto di conoscere l’impatto ambientale.
Un’indagine epidemiologica, un’analisi delle sostanze sprigionate nell’aria, uno studio sulle iniziative per la mobilità sostenibile: sono tre le consulenze tecniche ordinate dalla procura di Torino nell’inchiesta della magistratura sulle responsabilità della pubblica amministrazione per l’inquinamento urbano. Gli specialisti prenderanno in esame la situazione di altre città italiane e anche di altri Paesi. Sarà un passaggio importante per capire se le misure adottate dagli amministratori torinesi e piemontesi sono state sufficienti.
Ad esempio, sul piano sia giuridico che scientifico fa ancora scalpore ad Alessandria, come narrato da “Ambiente Delitto Perfetto” di Barbara Tartaglione e Lino Balza prefazione di Giorgio Nebbia, l’escamotage del PM e l’archiviazione-prescrizione-assoluzione del GIP del procedimento penale da noi promosso contro il sindaco.
Il problema non cambia. Convegno a Trino. Clicca qui Gian Piero Godio. Clicca qui la posizione di Legambiente Piemonte in merito alla localizzazione nazionale del deposito unico nazionale.
“Storia antinucleare” è disponibile on line a chi ne fa richiesta a movimentolotta.maccacaro@gmail.com. In oltre 100pagine racconta quaranta anni di lotte contro il nucleare in Italia. Ovvero il Dossier racconta l’epopea della mobilitazione popolare che contrastò il nucleare civile e ne perseguì la fuoriuscita definitiva anche tramite una sentenza pilota valida come precedente per tutti i siti nucleari italiani. Storia dello strapotere politico-giudiziario che la impedì sulla pelle delle generazioni presenti e future. Ovvero racconta la storia che va da Bosco Marengo (AL) al Forum nazionale dei Movimenti Antinucleari e al Referendum 2011, dal dopo Referendum ai governi “verde-giallo-rossi” e “policromo”, fino all’odierno rilancio del “nuovo nucleare” e all’irrisolto deposito nazionale. E’ Storia -documentata- anche di connivenze complicità corruzioni ignavie, tratta in breve da stralci dei libri “Ambiente Delitto Perfetto” (Barbara Tartaglione – Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia) e “L’avventurosa storia del giornalismo di Lino Balza”, nonché (circa 300 articoli) del Sito “Rete Ambientalista Movimenti di lotta per la salute, l’ambiente, la pace e la nonviolenza” gestito dal “Movimento di lotta per la salute Giulio A. Maccacaro”.
“Storia antinucleare” è disponibile on line a chi ne fa richiesta. In 113 pagine racconta quaranta anni di lotte contro il nucleare in Italia.
Ovvero il Dossier racconta l’epopea della mobilitazione popolare che contrastò il nucleare civile e ne perseguì la fuoriuscita definitiva anche tramite una sentenza pilota valida come precedente per tutti i siti nucleari italiani. Storia dello strapotere politico-giudiziario che la impedì sulla pelle delle generazioni presenti e future.
Ovvero racconta la storia che va da Bosco Marengo (AL) al Forum nazionale dei Movimenti Antinucleari e al Referendum 2011, dal dopo Referendum ai governi “verde-giallo-rossi” e “policromo”, fino all’odierno rilancio del “nuovo nucleare” e all’irrisolto deposito nazionale.
E’ Storia -documentata- anche di connivenze complicità corruzioni ignavie, tratta in breve da stralci dei libri “Ambiente Delitto Perfetto” (Barbara Tartaglione – Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia) e “L’avventurosa storia del giornalismo di Lino Balza”, nonché (circa 300 articoli) del Sito “Rete Ambientalista Movimenti di lotta per la salute, l’ambiente, la pace e la nonviolenza” gestito dal “Movimento di lotta per la salute Giulio A. Maccacaro”.
Tutti i nostri libri sono stampati a spese degli autori. Il ricavato è interamente devoluto alla Ricerca per la cura del mesotelioma di Casale Monferrato. Questo Dossier è esaurito in stampa. Per la versione digitale, occorre comunicare a movimentolotta.maccacaro@gmail.com l’indirizzo mail e l’avvenuto versamento (minimo euro 20) sul conto IBAN IT68 T030 6910 4001 0000 0076 215 (specificando causale) oppure tramite PayPal lubaja2003@yahoo.it.
Dalla memoria ad un nuovo futuro possibile. Clicca qui la presentazione di questo libro di Navarra, Tussi, Cracolici.
Il Dossier “Pfas. Basta!” è disponibile on line a chi ne fa richiesta. In oltre 300 pagine racconta la storia in Italia delle lotte contro gli inquinatori Solvay e Miteni, dalle denunce degli scarichi in Bormida degli anni ’90 fino ai processi 2021 ad Alessandria e Vicenza. Una lunga storia di mobilitazioni anche contro connivenze, complicità, corruzioni, ignavie di Comune, Provincia, Regione, governo, Asl, Arpa, sindacati, magistratura e giornali. Tutti inostri libri sono stati stampati a spese degli autori. Il ricavato è stato interamente devoluto alla Ricerca per la cura del mesotelioma di Casale Monferrato. Il Dossierè esaurito in stampa. Per la versionedigitale, occorre comunicare a movimentolotta.maccacaro@gmail.com l’indirizzo mail e l’avvenuto versamento (minimo euro 20) sul conto IBAN IT68 T030 6910 4001 0000 0076 215 (specificando causale) oppure tramite PayPal lubaja2003@yahoo.it.
<<Il Movimento per la pace ‘seconda potenza mondiale’ sbaragliato nella ‘terza guerra mondiale’>>: così titola un capitolo di “Ambiente Delitto Perfetto” di Barbara Tartaglione e Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia **, che in 518 pagine di esempi analizza la fase storica che caratterizza i Movimenti popolari italiani: dal fallimento del Movimento operaio degli anni ’80 il cui patrimonio -di partecipazione conflitto protagonismo di massa democrazia dal basso- risorge con l’ascesa dei Movimenti ecologisti e pacifisti, fino alla sconfitta epocale dello stesso ecopacifismo paradossalmente all’indomani della grande vittoria dei referendum acqua-nucleare del 2011. Dunque in questa sconfitta furono definitivamente appiattiti in Italia anche i vacillanti Movimenti pacifisti, che nel 2003 (come ricorda Fabrizio Burattini: clicca qui) avevano pur raggiunto l’apice internazionale, al punto che il New York Time li aveva definiti “la seconda potenza mondiale”. Dopo di che è proseguita con Afghanistan Iraq ecc. la “terza guerra mondiale”, come l’ha definita papa Francesco, che si combatte in tante ancor più sanguinose guerre locali. In Italia appresso le grandissime e memorabili, quanto perdenti, manifestazioni No Dal Molin, contro la guerra c’è stato “un calo di interesse pauroso” commenta sul libro Alex Zanotelli che però annuncia di non demordere soprattutto avendo dopo i D’Alema di fronte i Renzi e le Pinotti. Altrettanto fiducioso nella resistenza Mao Valpiana che assicura: “Il movimento pacifista e non violento persegue una propria strategia, anche contro il terrorismo, conduce le proprie campagne, costruisce e allarga reti di relazioni, agisce dentro i conflitti reali”. Troppo ottimismo?
** Il libro è stato stampato in un migliaio di copie a spese degli autori e il ricavato è stato interamente devoluto alla Ricerca per la cura del mesotelioma.
Dopo 20 anni, ennesima pietra tombale da parte della Cassazione sul processo amianto del Petrolchimico di Mantova per la morte di 72 operai per tumori professionali. Per l’ennesima volta la motivazione della sentenza è che la relazione causa-effetto non è stata dimostrata, al di là di ogni ragionevole dubbio. Unici beneficiari gli avvocati mentre per i risarcimenti alle Vittime la migliore via sarebbe il ricorso in sede civile. Infatti questi processi in sede penale, alcuni avviati da oltre 10 anni, hanno tutti la stessa conclusione, prevedibile prossimamente a Novara e a Napoli per l’Eternit bis, a Lecce per l’Ilva di Taranto, a Milano per il Teatro Scala, e per un’altra trentina in tutta Italia. Ingrosseranno il volume di “Ambiente Delitto Perfetto” di Barbara Tartaglione e Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia.
La chimica chiede troppo all’ambiente e alla salute.
Per una multinazionale come Solvay, l’Italia è solo un tassello. Lo sta seguendo il country manager nazionale Marco Colatarci, da Bruxelles guidato dall’ADIlham Kadri, preoccupati non solo per i provvedimenti giudiziari di Livorno e Alessandria ma anche in parallelo per il processo di Vicenza (prossima udienza il 13 aprile) “gemello” di quello piemontese. Ciò che lega Piemonte e Veneto sono i Pfas, presenti in tutti i settori merceologici e indistruttibili in acqua suolo aria, tossici cancerogeni teratogeni nel sangue dei lavoratori e dei cittadini: una calamità ambientale e sanitaria mondiale. Denunciata in Italia (Alessandria) fin dagli anni ’90. –>(1)
Hanno sempre goduto la politica omissiva e complice delle istituzioni tanto la Miteni di Trissino (chiusa nel 2018) quanto, malgrado le nostre ripetute denunce, la Solvay di Spinetta Marengo. Quest’ultima è sgusciata via perfino da un processo per avvelenamento doloso delle acque e omessa bonifica, anzi gode dell’autorizzazione provinciale all’ampliamento del Pfas C6O4 malgrado i tragici rilievi epidemiologici e idrogeologici. –>(2)
Solvay è incurante degli ulteriori gravi allarmi Pfas che giungono dal mondo scientifico, ma è sotto la spada di damocle dell’imminente nuovo processo per reati continuati di disastro ambientale e omessa bonifica, per quanto si senta al riparo dello scudo protettivo della Provincia e amnistiata dai governi che non fissano limiti zero ai Pfas. –>(3)
Il colosso chimico non ha argomenti per controbattere le drammatiche risultanze scientifiche ed epidemiologiche, perciò “investe” nel mecenatismo affidandosi alle compiacenze dei giornali per dare “grande” risalto alla propria immagine pubblica. –>(4)
Ma la questione PFAS in Italia ha ormai assunto dimensioni strategiche. Infatti Legambiente ha presentato al Governo dieci opere-faro sulle quali concentrare i fondi del Recovery Plan, per avviare una vera transizione ecologica. Tra queste, la bonifica dei territori e delle falde inquinate dai PFAS in Veneto e Piemonte. Che, per quanto riguarda lo stabilimento Solvay di Spinetta Marengo, si traduce nell’eliminazione della fonte dell’inquinamento, cioè nella cessazione degli impianti che producono e usano il Pfas C6O4, come rivendicano con le lotte ComitatoStopSolvay, Legambiente e Movimento di lotta per la salute Maccacaro. –>(5)
Finalmente si sono mossi gli indifferenti sindacati. Quanto meno nel Veneto, dove pur tardivamente hanno conseguito l’importante riconoscimento dell’Inail della malattia professionale per gli ex lavoratori che, ancor prima di migliaia di cittadini, hanno altissime concentrazioni di PFAS nel sangue. Nella misura che in Piemonte abbiamo -prove alla mano- denunciato, inutilmente, fin dal 2008. Studi sui lavoratori morti sono assenti a Spinetta Marengo. –>(6)
La storia dei Pfas in Italia cominciammo a scriverne per Alessandria negli anni ’90 del secolo scorso. Nel 2021 si apre a Vicenza il processo contro Miteni di Trissino che si concluderà in Cassazione speriamo prima del 2031. Speriamo con risarcimenti alle Vittime e bonifiche, a prescindere dalle prescrizioni delle pene. Speriamo che entro quella data si concluda anche il secondo processo ad Alessandria contro Solvay di Spinetta Marengo, con esiti più consoni alla Giustizia di quelli del primo. Sia per il Veneto che per il Piemonte i Pfas hanno determinato, in concorso con altri veleni, due dei più grandi crimini ecosanitari italiani. Anche a Vicenza i reati sono avvelenamento delle acque e mancata bonifica, e sempre con l’aggravante che gli imputati sapevano dell’inquinamento e lo nascondevano, dunque dovrebbero essere reati di dolo (il massimo della pena): il condizionale è d’obbligo in quanto la giustizia in campo ambientale è giustizia di classe come documentato in “Ambiente Delitto Perfetto” (di Barbara Tartaglione e Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia). –> (7)
La storia giudiziaria tra Alessandria e Vicenza, per Solvay si intreccia con quella di Livorno, dove sono ben tre gli esposti in magistratura (WWF, Bluebell e M5S). Per procurarsi uno scudo penale e non affrontare i costi della bonifica del centennale disastro ecosanitario, Solvay ha infatti annunciato per Rosignano lo scorporo delle attività tramite bad company:struttura legale separata controllata dalla capogruppo. Lo stesso strumentoè ora studiato anche per Spinetta Marengo, come peraltro fu per la stessa Miteni. –>(8)
Si spiega allora perché Bruxelles abbia messo in campo il pezzo da novanta italiano, il Marco Colatarci che nel 2013 si presentò in aula al processo di Alessandria per avvelenamento doloso delle acque e omessa bonifica, e da testimone giurò, in qualità di direttore generale di Solvay Italia, che tutte le relazioni nascoste nei sotterranei che descrivevano almeno dal ’92 le discariche abusive, il cromo esavalente ecc., l’inquinamento delle falde ecc., erano tutti documenti che l’Ausimont venditrice e truffaldina aveva taciuto all’acquirente Solvay, cioè proprio a lui. Si dichiarò ingenuo, cioè fesso per non pagare dazio processuale. Anche ora non si limita a tessere sempre più solide relazioni con le sudditanze politiche, ma ci mette apertamente la faccia ad Alessandria e Livorno, scarpe grosse e cervello fino. E a Vicenza, nel processo gemello di Spinetta Marengo, da vicepresidente della Federchimica, allunga la mano con consulenze legali e tecniche. –>(9)
Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro.
E’ dimostrato nelle centinaia di pagine de “L’avventurosa storia del giornalismo di Lino Balza” che i morti e gli ammalati elargiti dal polo chimico di Spinetta Marengo stanno sulla coscienza (se ce l’hanno) di molti: non solo di manager (che in fondo fanno il loro sporco mestiere) ma anche di politici (ignoranti o briganti) e di giornalisti (ignavi o prostituti). Anche i magistrati hanno fatto la loro parte: quelli inquirenti che hanno buttato nei cassetti i nostri esposti e quelli giudicanti che hanno lasciato a piede libero gli assassini e rilasciato all’azienda ulteriore licenza di uccidere (si legga “Ambiente delitto perfetto” di Barbara Tartaglione e Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia).
Nel 2019 si è concluso in Cassazione il processo al culmine personale di tanti successi parziali di una lotta che mi è costata quasi mezzo secolo di battaglie (e rappresaglie). A questo processo, deludente sotto l’aspetto delle pene agli inquinatori e dei risarcimenti alle Vittime, è rimasta la coda della bonifica.
Dal 2019 abbiamo come associazioni e comitati tempestato la Procura di esposti (gli ultimi cinque del “Movimento di lotta per la salute Maccacaro” al procuratore capo Enrico Cieri:clicca qui), finchè in questi giorni è stato aperto un fascicolo per disastro ambientale e omessa bonifica con relativi perquisizioni in stabilimento, cartelle cliniche top secret dei lavoratori, avvisi di garanzia e perizie. Altro che bonifica, un filone dell’inchiesta riguarda l’inquinamento che senza soluzione di continuità avvelena suolo aria acque di falda e acquedotti, e gonfia le pur parziali indagini epidemiologiche di morti per cancro. Nelle analisi sono state tracciate nuove sostanze cancerogene (i Pfas C6O4 e ADV): bella scoperta! è da almeno il 2008 che le abbiamo denunciate negli esposti!
Per quanto riguarda il filone della bonifica, omessa anzi aggravata da Solvay e di nuovo negletta dalle complici Amministrazioni (anzi, la Provincia ha appena ri-autorizzato il C6O4), il Ministero dell’Ambiente, in esecuzione della sentenza della Cassazione, dovrebbe a maggior ragione imporre a Solvay tempi modi costi della bonifica. Se non l’ha fatto finora il ministro grillino dell’Ambiente, figuriamoci il superministro industrialista della transizione ecologica.
<< In prima elementarecon le suore, ricordo di aver conosciuto il grande papillon di Raoul Follereau. Sta animando la campagna “il costo di un giorno di guerra per la pace”, rivolta all’ONU, a cui aderiscono in 125 paesi 4 milioni di giovani. Io tra essi. Ci racconta che, giornalista in Africa, la jeep con la quale viaggiava è costretta a fermarsi presso uno stagno: in quel momento dal fitto della foresta emergono i lebbrosi, dai visi impauriti e dai corpi distrutti e rovinati dalla malattia, con un disperato bisogno di cibo. Questo incontro aveva cambiato la sua vita. Follereau spiega che la lebbra si potrebbe curare con medicinali che costano pochissimo, allarga il discorso a quelle che lui chiama le “altre lebbre”: l’indifferenza, l’egoismo, l’ingiustizia. Prendo consapevolezza che la malattia non sarà mai vinta fino a quando milioni di persone saranno colpite dalla povertà, dallo sfruttamento, dalla fame, dalla guerra. Grazie ad un cattolico apprendo i primi rudimenti del marxismo. Follereau sta girando il mondo con conferenze: morirà nel ’77 dopo essere riuscito a guarire un milione di lebbrosi, avendo percorso due milioni di chilometri e raccolto e distribuito ai malati milioni di dollari. Altro ricordo con le suore: il baciamano che rifiuto al vescovo perché aveva un enorme anello al dito. Me lo sognai negli anni a venire mentre glielo rubavo con la bocca. Nel suo piccolo, un esproprio proletario>>. (da Frammenti, di Lino Balza). Oggi la lebbra è stata ridimensionata ma colpisce ancora 200mila persone all’anno (continua…)
Una operazione propagandistica del governo sulla pelle dei tarantini e dei contribuenti italiani. Vincono le condizioni poste da ArcelorMittal: senza il dissequestro degli impianti inquinanti se ne andrà senza pagare penali. Torna l’acciaio di Stato? Tramite una operazione in perdita economica, senza prospettive di riconversione e di tutela della salute. Addirittura ci sarà la somma degli inquinamenti degli impianti vecchi con quelli nuovi. Intanto il Processo Ilva si concluderà come l’ennesimo Delitto Perfetto consumato nel tribunale (vedi il libro omonimo di Barbara Tartaglione e Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia) e perpetrato dalla classe politica connivente e collusa? Clicca qui l’intervista di PeaceLink a Radio Radicale.
Riprendendola dal nostro libro “Luigi Mara & Medicina democratica” (disponibile a chi ne fa richiesta), riproponiamo, perchè la consideriamo quanto mai attuale, la relazione di Giulio Alfredo Maccacaro al convegno costitutivo di Medicina democratica Movimento di lotta per la salute. Bologna, 15-16 maggio 1976. Clicca qui. Nel libro, essa è preceduta dalla presentazione del “Movimento di lotta per la salute Maccacaro” nato a seguito della scissione dall’associazione da lui fondata e accusata, 40 anni dopo, di intercorsa “mutazione genetica” ai principi originari.
Clicca qui anche un commento del “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera”, direttore Peppe Sini.
Un’altra splendida realizzazione di Michele Boato: “Arcipelago verde- dal 68 all’ecologia..il passo è breve“. Il libro prosegue il cammino nell’ambientalismo italiano iniziato l’anno scorso col libro La lotta continua (che arrivava alle Tre giornate di Marghera dell’agosto 1970) e tratta il periodo dal 1970 al 1985, anno dell’irruzione mediatica e politica dell’ambientalismo. Questo irrinunciabile libro è fratello maggiore, su scala nazionale, della storia narrata, per lo stesso periodo, nella prima parte del secondo volume de “L’avventurosa storia del giornalismo di Lino Balza”. Il periodo storico è assai controverso: la Nostra storia non si ferma alla sconfitta del Movimento Operaio e risorge la voglia di partecipazione, il conflitto, il protagonismo di massa, la democrazia diretta e partecipata, dal basso dei Movimenti ecopacifisti. La democrazia per non zoppicare deve poggiare su due gambe: il consenso e il conflitto, ovvero la politica e il movimento, la democrazia delegata e la democrazia partecipata.
Se clicchi qui, scorri gli indici dei capitoli di “Arcipelago verde” e delle associazioni e dellepersone citate. Puoi acquistarlo (10 euro) contattando Michele Boato: micheleboato@tin.it
In occasione della pubblicazione del libro (clicca qui) che documenta la storia del nucleare – da Bosco Marengo (AL) al Forum Nazionale dei Movimenti Antinucleari e al Referendum 2011, dal dopo Referendum ai governi verde-giallo-rossi – alcuni ci hanno chiesto di ricordane i protagonisti. Lo facciamo volentieri. Cliccando qui, trovi in ordine di apparizione i personaggi e gli interpreti del libro (segnalati con asterisco se classificati come buoni o cattivi o ignavi. Nonché in ordine alfabetico, tra i buonissimi, l’elenco dei sottoscrittori dei Ricorsi Amministrativi.
Sugli oltre 12 mila siti individuati come contaminati dall’Ispra(Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale) 58 sono stati classificati come “gravemente inquinati e a elevato rischio sanitario”. Sarebbero da bonificare. Tra questi, 41sono considerati siti di interesse nazionale (Sin), quindi sotto diretta responsabilità della bonifica da parte del Ministero dell’Ambiente. Tra i 41 in attesa di bonifica definitiva, emblematico è il caso dell’Acna di Cengio, chiusa nel 1999 dopo 117 anni di lotte (clicca quiLino Balza dal libro “Quelli delle cause vinte”), è ancora al livello di progetto di M.I.S.P messa in sicurezza permanente (quindi non bonifica) che di permanente ha solo il rischio di disastro ambientale per l’intera valle, che ricadrà inesorabilmente anche sulle future generazioni.
Sono ancora disponibili poche decine di ciascuno dei quattro volumi di “L’avventurosa storia del giornalismo di Lino Balza”, le ultime copie di “Ambiente Delitto Perfetto” e le ultimissime di “Luigi Mara&Medicina democratica”. I libri sono stampati a spese degli autori, la sottoscrizione è interamente devoluta a Ricerca Cura Mesotelioma.
In questi momenti di mortalità e povertà del Crononavirus2020, molti (non tutti) si stanno rendendo conto delle responsabilità del passato. Eppure lo stato disastroso della sanità pubblica era palese. Lo si ammette soltanto oggi. Eppure gli effetti e i rischi della privatizzazione erano denunciati da anni: meritano di essere riletti e meditati sul nostro “Sito” gli esemplari “Post” di tempi non sospetti. Per esempio del 2016: cliccali qui tratti da un capitolo del libro “L’avventurosa storia del giornalismo di Lino Balza”.
A proposito, i volumi terzo e quarto stanno per andare in stampa. Siccome sono editati a spese dell’autore, siccome il ricavato viene come sempre integralmente devoluto alla Ricerca per la cura del mesotelioma, siccome le mie attuali disponibilità economiche sono ridotte più del solito, siccome dunque devo contenere al minimo la tiratura: per prevederla è assolutamente necessaria la prenotazione dei volumi all’indirizzo lino.balza.2019@gmail.com
“Occorre rivedere la bonifica e il danno ambientale” commenta Ilvo Barbiero nella recensione al il libro “Veleni di stato” di Gianluca de Feo, che ha esaminato documenti dei Servizi Segreti inglesi, contenuti nei National Archives, desecretati dopo la fine della guerra fredda, che si riferiscono al periodo che va dagli anni ’20 alla fine della seconda guerra mondiale. Clicca qui.
Ennesima assoluzione. Senza colpevoli e senza risarcimenti in Cassazione per la morte di 12 lavoratori dell’Olivetti di Ivrea. Prosciolti i 13 imputati, da Carlo e Franco De Benedetti all’ex ministro Corrado Passera. Una storia già scritta in “Ambiente Delitto Perfetto” di Barbara Tartaglione e Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia.
Come invece si affronta l’emergenza amianto fuori dalle aule giudiziarie: clicca qui il report di Vito Totire portavoce Aea-associazione esposti amianto e rischi per la salute.
Alba, oggi come ieri è al centro della lotta per la rinascita della Valle Bormida. Clicca qui una nota su un recente incontro in città e alcuni stralci d’epoca tratti da “L’avventurosa storia del giornalismo di Lino Balza”.
Nella foto di repertorio, coadiuvato dal futuro capogruppo Lega alla Camera (Riccardo Molinari) e dal futuro sindaco di Alessandria (Gianfranco Cuttica), il futuro esperto per la sicurezza nazionale Matteo Salvini insegna ai dirigenti Solvay come si tiene in sicurezza la fabbrica di Spinetta Marengo. Il direttore Stefano Bigini gli mostra il libro “Ambiente Delitto Perfetto”, prefazione di Giorgio Nebbia (che nessuno dei presenti mostra di conoscere). Il capo del personale Paolo Bessone gli chiede l’espulsione dall’Italia degli autori Barbara Tartaglione e Lino Balza.
Codice fiscale 96030940066. Ricordiamo che alla Sezione Lilt di Alessandria, in particolare per la Ricerca della cura del mesotelioma, continuiamo a destinare integralmente le sottoscrizioni che ci pervengono da chi fa richiesta dei nostri libri “Ambiente Delitto Perfetto” di Barbara Tartaglione e Lino Balza prefazione di Giorgio Nebbia, “L’avventurosa storia del giornalismo di Lino Balza” e “Luigi Mara & Medicina democratica”.
Dopo la spaccatura fra “giuristi” e fra “sigle” se avviare una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare basata sul testo scaturito dieci anni fa dalla Commissione Rodotà. Si apra infine una consultazione popolare via web affinché sia il popolo dei beni comuni a decidere. La Rete Ambientalista mette a disposizione i propri mezzi. I termini della discussione sono ormai noti. Li riproponiamo: clicca qui “La proposta Rodotà è ancora valida?” clicca qui “Sui beni comuni la bussola resta la Commissione Rodotà” clicca qui. “Al via i banchetti per la raccolta di un milione di firme.” clicca qui. “La proposta di legge è pericolosa” clicca qui. “Ma per favore…” clicca qui. “Limiti e riserve sul metodo e sul merito” clicca qui. “Una questione di metodo e tre di merito” Il “Movimento di lotta per la salute Maccacaro”: si eviti l’epilogo della diaspora post referendum del 2011 che è descritta da pag. 41 su “Ambiente Delitto Perfetto” di Barbara Tartaglione e Lino Balza: clicca qui la sconfitta epocale.
Al via i banchetti per la raccolta di un milione di firme: clicca qui. Però non tutti sono d’accordo: “La proposta di legge è pericolosa”, clicca qui. Aspra la replica: “Ma per favore…” clicca qui. Che non convince il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua: clicca qui. Anche Attac Italia non aderisce: clicca qui.Insomma si ripete la diaspora post referendum del 2011 che è descritta da pag. 41 su “Ambiente Delitto Perfetto” di Barbara Tartaglione e Lino Balza: clicca qui la sconfitta epocale.
Chiesta dal PM e sentenziata dal tribunale di Padova. La Marina militare è innocente per la strage di oltre mille morti e ammalati: “il fatto non sussiste”. Un altro capitolo da inserire nel libro “Ambiente delitto perfetto”. Processi penali inutili, senza risarcimenti, per le Vittime. Mentre il governo non vara un piano nazionale per l’eliminazione dell’amianto: questa sì che sarebbe una “grande opera” di prevenzione di altre decine di migliaia di morti.
Di norma i “grandi processi” in sede penale corrispondono a delitti perfetti contro l’ambiente e la salute, garantiti da una impunità sicura nelle aule dei tribunali. Si pensi a quelli sull’amianto. Tralascio tutta la rovente tematica giuridica ed etica già trattata in alcuni libri (“Ambiente Delitto Perfetto”, “Luigi Mara & Medicina democratica”) per estrapolare un aspetto aberrante: questi procedimenti penali servono né a condannare gli assassinii né a risarcire le Vittime e l’Ambiente, bensì unicamente ad ingrassare la lobby degli avvocati d’accusa&difesa e ad impinguare le casse delle parti civili non fisiche (associazioni e amministrazioni) che accorrono ogni volta come avvoltoi sulle carcasse ambientali. Ne è il paradigma Medicina democratica nel processo Solvay: di cui le sentenze assolutorie del disastro ecosanitario della Fraschetta, uno dei maggiori in Italia. Ebbene (continua)
La V Sezione Penale del Tribunale di Milano motiva l’ennesima assoluzione per le morti amianto: sono rilevanti solo le prime esposizioni della fibra killer, le esposizioni successive non hanno alcuna rilevanza nella storia del mesotelioma. Altro capitolo da aggiungere al nostro libro “Ambiente Delitto Perfetto”.
<<Luigi Mara compare spesso nei miei libri in quanto il nostro sodalizio è durato più di quaranta anni, interrompendosi bruscamente qualche mese prima della sua morte. Della sua vita terrena e postuma, questo taccuino raccoglierà aspetti nel bene ma anche nel male, perciò non li leggerete mai nelle rituali commemorazioni dei cortigiani e degli pseudoaccademici: incapaci di affrontare un confronto-scontro di idee e, nel contempo, di rendersi conto che in questa epoca “web al quadrato” ogni censura è velleitaria.>>.
La seconda e definitiva edizione del libro, che ha integrato i capitoli già pubblicati sul Blog (clicca qui l’ultimo), sarà spedita in forma cartacea all’indirizzo di chi comunicherà a balzamd@gmail.com di aver fatto un bonifico di almeno 20 euro su IBAN IT25R0558410400000000002329, oppure su Paypal lubaja2003@yahoo.it . Tutte le sottoscrizioni saranno, come sempre – interamente – devolute alla Ricerca per la cura del mesotelioma.
Dopo la scissione, abbiamo stilato una “carta di identità”. La trovate (cliccando qui) sulla sesta parte di “Luigi Mara & Medicina democratica” “Luci e ombre di un grande protagonista. Il filo rosso che lega il ‘sessantotto’ alla nascita dell’Associazione di Maccacaro e, passando per la mutazione genetica, fino alla sua scissione”. La prima parte del libro è stata pubblicata sul Blog l’8/11/18: clicca qui. La seconda il 15/11: clicca qui. La terza il 22/11: clicca qui . La quarta il 29/11 (clicca qui). La quinta il 6/12 (clicca qui).
La Sezione di Alessandria “Movimento di lotta Giulio A. Maccacaro” (clicca qui) pubblica la parte quinta di “Luigi Mara & Medicina democratica” (clicca qui): “Luci e ombre di un grande protagonista. Il filo rosso che lega il “sessantotto” alla nascita dell’Associazione di Maccacaro, e passando per la mutazione genetica, fino alla sua scissione in “Movimento di lotta per la salute Giulio A. Maccacaro”. La prima parte del libro è stata pubblicata l’8/11/18 sul Blog: clicca qui. La seconda il 15/11: clicca qui. La terza il 22/11: clicca qui . La quarta il 29/11 (clicca qui). La parte quinta (Lo spettro della scissione) inizia con “A tutti è chiaro che la crisi dell’Associazione va al di là dello scandalo dell’attacco congiunto Caldiroli-Solvay a Marchi- Livorno. Dall’anamnesi dello stato di salute rileviamo una mutazione genetica accentuata negli anni duemila: l’attività si sposta prevalentemente sul versante dei processi penali, dunque sul centro lombardo, mentre trascura la partecipazione ai Movimenti di lotta sui territori, dunque il ruolo delle Sezioni diventa superfluo e marginale, anzi un intralcio, scompaiono Sezioni e Soci. Rileviamo che della mutazione genetica è figlio legittimo il golpe avviato al Congresso di Napoli: un esiguo numero di Soci bypassa le Sezioni e si autonomina grande elettore e consegna definitivamente le leve del potere economico e” [continua]
La Sezione di Alessandria (clicca qui) pubblica la parte quarta di “Luigi Mara & Medicina democratica” (clicca qui): “Luci e ombre di un grande protagonista. Il filo rosso che lega il “sessantotto” alla nascita dell’Associazione di Maccacaro, e passando per la mutazione genetica, fino alla sua scissione in “Movimento di lotta per la salute Giulio A. Maccacaro”. La prima parte del libro è stata pubblicata l’8/11/18 sul Blog: clicca qui. La seconda il 15/11: clicca qui. La terza il 22/11: clicca qui . La quarta inizia da pag. 48 : <<Con l’autoconvocazione di Rosignano del 7 aprile 2018, i Soci di Alessandria, Livorno, Cecina, Ferrara, Genova, Firenze, sottopongono a tutti i Soci un documento dal titolo: “” L’esigenza di rifondare Medicina Democratica quale Movimento lotta per la salute è assai diffusa tra i Soci e si esprime con apatia e anche con spinte a scissione. Ma anche con [continua]
Luci e ombre di un grande protagonista. Il filo rosso che lega il “sessantotto” alla nascita dell’Associazione di Maccacaro, e passando per la mutazione genetica, fino alla sua scissione in “Movimento di lotta per la salute Giulio A. Maccacaro”. La prima parte del libro è stata pubblicata l’8/11/18 sul Blog: clicca qui. La seconda il 15/11: clicca qui. Da pag. 33 la terza parte: clicca qui
LA QUESTIONE SEZIONI L’avventurosa storia del giornalismo di Lino Balza” vol. 2 pag. 312: “” In questa tristissima vicenda di stupro politico del processo Solvay ci sono, è vero, responsabilità personali, di una presidenza che andrebbe rimossa come chiederò al Congresso. Ma non basterebbe: purtroppo è la struttura apicale di Medicina Democratica che induce a disconoscere il ruolo e i diritti delle Sezioni territoriali, senza le quali però perde la caratteristica di Movimento di Lotta. La ‘questione Sezioni’ è il grosso problema che ha di fronte Medicina Democratica. Questione ribadita dalla Sezione di Alessandria quando infine ha reso pubblica la sua totale divaricazione con la Presidenza proprio con una decisa rivendicazione del ruolo delle Sezioni: ‘La Continua la lettura. Chi intende prenotare il libro in forma cartacea deve comunicare a balzamd@gmail.com di aver fatto un bonifico di almeno 10 euro su IBAN IT25R0558410400000000002329, oppure su Paypal lubaja2003@yahoo.it. Tutte le sottoscrizioni saranno, come sempre, interamente devolute alla Ricerca per la cura del mesotelioma.
Un libro di Marina Forti (ed Laterza) con il racconto dei principali casi di inquinamento massiccio del territorio : Seveso, Brescia e la Caffaro, valle del Sacco e cianuri, Ilva e Taranto, porto Marghera, Montichiari (BS) e le sue mille discariche, Sicilia e i petrolchimici, Portoscuro e il piombo in sardegna, Bagnoli a Napoli.
Luci e ombre di un grande protagonista. Il filo rosso che lega il “sessantotto” alla nascita dell’Associazione di Giulio Alfredo Maccacaro, e passando per la mutazione genetica, fino alla sua scissione. La prima parte del libro è stata pubblicata l’8/11/18 sul Blog. Clicca qui. Da pag. 20 la seconda parte:
MACCACARO TRADITO
L’articolo censurato (L’avventurosa storia del giornalismo di Lino Balza vol. 2 pag. 308) proseguiva: “” Intestardirsi a voler conservare la Rivista negli anni 2000 come un feticcio del passato ha rappresentato il secondo grande errore di Luigi. Ma forse è stato inevitabile se è vero che la Rivista altro non è che lo specchio dell’Associazione, della sua natura. Infatti Il primo errore non è scaricabile tutto addosso a Luigi Mara, ma va distribuito fra altri, me compreso. Continua la lettura.
Chi intende prenotare il libro in forma cartacea deve comunicare a balzamd@gmail.com di aver fatto un bonifico di almeno 10 euro su IBAN IT25R0558410400000000002329, oppure su Paypal lubaja2003@yahoo.it. Tutte le sottoscrizioni saranno, come sempre, interamente devolute alla Ricerca per la cura del mesotelioma.
Il secondo grado per 32 imputati del disastro che nel 2009 provocò 32 morti. Non solo sarà “cancellato” il reato di incendio colposo, ma, se la corte non dovesse riconoscere l’aggravante del disastro sul lavoro, cadranno pure l’omicidio colposo plurimo e le lesioni gravi e gravissime. Intanto il dispositivo anti-deragliamento è ancora “facoltativo”, dopo 10 anni nulla è cambiato in tema di sicurezza. Un altro capitolo da aggiungere su “Ambiente Delitto Perfetto” di Barbara Tartaglione e Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia, pagg. 518. Tutti processi che ingrassano solo gli avvocati. Clicca quiIlaria Lonigro.
In primo grado il processo penale è durato 10 anni per i 3 prescritti dirigenti accusati di omicidio colposo plurimo e lesioni gravissime a 10 operai. Per il risarcimento dei quali occorrerà attendere il processo civile. Altri 6processi a Palermo sono in corso (di prescrizione) per il decesso di centinaia di operai ammalatisi di mesotelioma pleurico e asbestosi.
Insomma, ennesimo capitolo da aggiungere a “Ambiente Delitto Perfetto” di Barbara Tartaglione e Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia, pagg. 518 terza edizione. La sottoscrizione dei libri, editi dagli autori, è interamente devoluta alla Ricerca della Cura del mesotelioma.
Sarà il libro che i compagni distribuiranno al Convegno altrimenti apologetico e nostalgico di Milano, dal quale sono state escluse le voci dissidenti dell’Associazione, che non sono poche bensì comprendenti intere Sezioni in un delicato momento storico sull’orlo della scissione. Questo libro analizza nel corso di alcuni decenni, come recita il sottotitolo, luci e ombre di un grande protagonista dell’Associazione fondata da Giulio Maccacaro. Purtroppo, prima ancora di averlo letto, vi è chi vorrebbe aggiungere una ottava fattispecie del reato di vilipendio, a tacere del clima di caccia streghe o, peggio, di sasso in bocca. Invece si tratta di un libretto modesto ma onesto, dettagliato storicamente, che invita alla riflessione non solo sul presente dell’Associazione mutata geneticamente, ma anche sul futuro dell’ambientalismo. C’è un filo rosso che lega il “sessantotto”… (continua). Clicca quiSalvatore Palidda
Per prenotare il libro bisogna comunicare a balzamd@gmail.com di aver fatto un bonifico di almeno 10 euro su IBAN IT25R0558410400000000002329, oppure su Paypal lubaja2003@yahoo.it
Tutte le sottoscrizioni saranno, come sempre, interamente devolute alla Ricerca per la cura del mesotelioma.
Si terrà a Taranto, nella sede della più grande acciaieria d’Europa, dal 20 al 26 agosto e avrà l’obiettivo di formare 20 giovani attivisti nel campo della comunicazione sociale a comprendere i meccanismi chiave della in-giustizia ambientale e a trovare forme innovative ed efficaci per raccontarle al grande pubblico. La scuola è organizzata da Mani Tese in collaborazione con Peacelink, Centro Giustizia, Pace e Integrità del Creato e Genitori Tarantini ed è finanziata dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Per iscrizioni: ecg@manitese.it. Raccomandiamo come testo “Ambiente Delitto Perfetto” di Barbara Tartaglione e Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia (al quale si potrebbe chiedere una lectio magistralis)
Sentenza definitiva della Cassazione a favore della Pirelli di Milano e contro 11 operai. Altro capitolo da aggiungere al libro “Ambiente Delitto Perfetto” (Barbara Tartaglione e Lino Balza, prefazione Giorgio Nebbia, pagg. 518). Questi processi in sede penale non risarciscono né le Vittime né l’Ambiente, trascinati per anni fino al terzo grado servono solo a impinguare schiere di avvocati adepti di Sisifo.
Neanche un giorno dei 17 anni di reclusione chiesti per gli amministratori : per la Corte d’Assise l’avvelenamento doloso delle falde non sussiste. Nessuna consapevolezza dell’inquinamento storico neppure per i tre imputati minori: ridotte le pene a 1 anno e 8 mesi con doppi benefici di condizionale e non menzione, in pratica totale assoluzione per tutti. Non esistono malattie e morti per tumore. Si tratta, ha accusato la Sezione provinciale di Alessandria di Medicina democratica Movimento di lotta per la salute, dell’ennesima scandalosa sentenza che esclude il dolo, dell’ennesimo capitolo da aggiungere al nostro voluminoso libro “Ambiente Delitto Perfetto”, sottotitolo “Non esiste Giustizia in campo ambientale”. I processi in sede penale non portano nulla alle Vittime e all’ambiente… (continua)
Per il disastro ecosanitario del polo chimico di Spinetta Marengo (Alessandria) si è svolto il più importante processo italiano imperniato sul disatteso art. 439 del codice penale: “avvelenamento doloso delle falde acquifere”. In 36 pagine di memoria (clicca qui) Lino Balza, l’unico titolato da mezzo secolo di storia e lotte a rappresentare nel processo Medicina democratica Movimento di lotta per la salute, ha replicato a ciascuno dei 13 avvocati difensori fornendo alla Corte (presidente Fabrizio Pasi, giudice a latere Paola Dezani) le prove del “dolo” di ciascuno degli 8 amministratori e dirigenti imputati per pene che vanno dagli 11 ai 17 anni di reclusione. La sentenza il 20 giugno.
Dedicato alla memoria della Divisione Acqui che nel 1943 a Cefalonia e Corfù, col proprio sacrificio dette avvio alla lotta armata di Liberazione dal nazifascismo. Alla cinquantunesima edizione, per la Sezione storico divulgativa, partecipa “L’avventurosa storia del giornalismo di Lino Balza”. Esaurito il primo, il secondo volume è disponibile a chi ne fa richiesta (balzamd@gmail.com) e sottoscrive per la “Ricerca per la cura del mesotelioma. Alla stessa sarà devoluto anche l’eventuale Premio.