
Fare scienza di comunità in materia di ambiente, lavoro, salute.

Movimenti di Lotta per la Salute, l"Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
Nel Dossier de “L’indipendente”, ampi servizi tra cui una intervista a Lino Balza.
Tonnellate di rifiuti fronte mare di tre industrie dismesse devono essere bonificate da più di un ventennio. Il piano esiste dal 2019 ma le scorie sono ancora lì. E la popolazione si ammala di tumore. Clicca qui da Rete Ambientalista.
Altro che armi! L’Europa investa sui farmaci salvavita che non vedono mai la luce per mancanza di fondi: titolo “Ippocrate” , l a newsletter settimanale di Linda Varlese. Per riceverla puoi iscriverti qui (anche adesso).
L’altoforno 1 dell’Ilva avrebbe dovuto essere spento quando è scoppiato l’incendio lo scorso 7 maggio, se solo l’amministrazione straordinaria fosse riuscita a rispettare il cronoprogramma concordato con i sindacati nel luglio dello scorso anno. Il suo spegnimento era previsto tra febbraio e marzo e al suo posto avrebbe dovuto essere in marcia l’altoforno 2. Non è avvenuto, anche perché, come spiegato ai sindacati due giorni fa dai manager di Acciaierie d’Italia, gestore del siderurgico in amministrazione straordinaria, proprio l’impianto che doveva ripartire ha a sua volta problemi. Così l’altoforno 1 ha continuato a produrre per due mesi oltre il momento previsto. Fino all’incidente che ha portato la Procura di Taranto al sequestro senza facoltà d’uso, innescando un nuovo scontro con i commissari e il ministro Adolfo Urso contro i pm.
«Oltre un milione e mezzo di persone con disabilità nell’Unione Europea – vivono ancora segregate in strutture residenziali. Denuncia contro i governi nazionali, affinché abbandonino gli istituti segreganti a favore di servizi per la vita indipendente e basati sulla comunità» Clicca qui Oltre un milione e mezzo di persone con disabilità nell’Unione Europea vivono ancora segregate.
In una delle aree più compromesse d’Italia sul piano ambientale e sanitario, si vuole investire in esplosivi invece che negli ospedali. Così centinaia di manifestanti davanti ai cancelli della ex Winchester di Anagni per protestare contro la riconversione militare della fabbrica. Oggi l’impianto, immerso in una zona vincolata da tutela ambientale e compresa nel SIN della Valle del Sacco, si occupa di demilitarizzazione: smaltisce e ricicla materiali bellici. Ma la multinazionale franco-tedesca KNDS – vuole addirittura trasformarlo in un sito di produzione di nitrogelatina, un esplosivo ad alto potenziale, finanziato con 41 milioni di euro del programma europeo ASAP.
Sul disastro ecosanitario del polo chimico di Spinetta Marengo: un romanzo e un volume storico.
«In questi millenni non abbiamo avuto accesso agli stessi diritti, alle stesse opportunità e servizi. Appare quindi evidente che nel momento in cui dobbiamo rispondere a eventi estremi che richiedono evacuazioni rapide, infrastrutture e informazioni accessibili, la cosa diventa estremamente complicata» «Arriva un’ondata e ti porta via… Clicca qui Sono il 15% della popolazione mondiale e sono i più esposti alle conseguenze del cambiamento climatico
Il 23 aprile tutti i capi della Resistenza del C.N.L. hanno in mano una busta chiusa. Dentro alla busta, c’è un santino , che indica la chiesa dove si terrà l’incontro per prendere decisioni drastiche sulla liberazione di Genova dai nazisti. Al pomeriggio viene dato il via: le buste vengono aperte. Il Santo è San Nicola . Alle 20.30 nella chiesa omonima Taviani presiede la riunione. Passata l’una del giorno successivo si scende dalle alture ed alle quattro si iniziano ad udire in città i primi spari. E’ un attimo ed esplode la rivolta. Frotte di popolo scendono nelle strade, accerchiando il Comune, la Questura, le Carceri. Dai giorni dell’insurrezione del Balilla non si assisteva ad uno spettacolo simile. Il conto dei morti sarà pesantissimo: centinaia, più quelli italiani che quelli tedeschi. La battaglia più dura ed impegnativa si combatte proprio in Piazza De Ferrari. Il comandante tedesco Meinhold, che ha il quartier generale a Savignone, prima minaccia di far bombardare la città da Monte Moro, poi tratta la resa recandosi a bordo di un’ambulanza a Genova dove cede le armi. Intanto Hitler da Berlino freme di sdegno e condanna verbalmente a morte il suo ufficiale. Taviani annuncia “Uccideremo come criminali di guerra tutti i prigionieri tedeschi, non appena la prima cannonata venisse sparata sulla città”. La mattina del 26 aprile 1945 il proclama :”Genova è libera. Genova è libera. Popolo genovese esulta! Per la prima volta nel corso di questa guerra un corpo d’esercito agguerrito e ben armato si è arreso al popolo, al popolo genovese”.
Giornali (in testa Repubblica e Stampa) e tv (innanzi tutti La 7) hanno fatto scomparire l’emergenza climatica dalle prime pagine e dai titoli. Il rapporto annuale su media e clima realizzato per Greenpeace dall’Osservatorio di Pavia evidenzia nel 2024, rispetto al 2023, un calo delle notizie del 47% sui quotidiani (un articolo ogni due giorni) e del 45% sui telegiornali (un servizio ogni 10 giorni). In compenso è aumentato lo spazio pubblicitario proprio delle aziende dei settori più inquinanti, e dei politici “preoccupati per l’impatto economico delle politiche climatiche”. Una coincidenza? Ovviamente non vengono tirate in ballo le responsabilità del riscaldamento globale e vengono oscurate le alternative della transizione energetica, consolidando il patto di potere negazionista tra media, governo Meloni e industrie fossili e nucleari.