Delitto perfetto 1. Vicenza.

Grandi manovre attorno ai processi di Vicenza e Alessandria; rispettivamente contro Miteni, (Mitsubishi e Icig) e contro Solvay, con il sospetto che si voglia spegnerli, quando meno impacchettarli.
A Vicenza il processo Miteni, sulle responsabilità del maxi inquinamento da Pfas in Veneto, arriva alle ultime battute: a febbraio inizieranno la requisitoria del pubblico ministero e le arringhe delle parti civili e delle difese. Incombe sempre l’ombra della prescrizione.
In questo contesto si colloca l’allarmato documento dei comitati e delle associazioni ambientaliste del Veneto. L’esplosiva presa di posizione denuncia l’esistenza di “Un tavolo di autorità politiche, istituzionali e giudiziarie che si sta occupando in modo alquanto misterioso della trattativa con le società coinvolte nel processo per disastro ambientale e inquinamento di acque”. E’ più di un sospetto, in quanto precisano:
 “Da una audizione in Commissione parlamentare del procuratore Lino Giorgio Bruno è emersa l’esistenza di un tavolo, oltre quelli istituzionali, di cui non si conosce né la composizione, né i contenuti discussi, le priorità stabilite e i risultati conseguiti.  Incontri promossi dal prefetto di Vicenza vedono la partecipazione dello stesso procuratore, di rappresentanti della Provincia, dei legali delle tre aziende imputate, nonché della Marzotto, la società che oltre quarant’anni fa diede vita alla Rimar, le cui ricerche portarono poi alla costituzione della Miteni, l’origine degli sversamenti chimici”.
L’accusa è precisa: “Riteniamo grave questo modo di agire connotato da poca trasparenza e scarsissima informazione”, che tende a coprire dodici anni di inefficienze e omissioni istituzionali, compresa la magistratura. L’opacità riguarda  “lo stato della bonifica, sia per il terreno che per la falda”; fatto sta che “né la bonifica né la messa in sicurezza del sito sono cominciate”, mentre “non si ha notizia dell’avvio di un’indagine per omessa bonifica, che pur costituisce un reato gravemente punito dalla legge”.
Manca un aggiornamento da parte della Regione della mappa delle zone impattate, anche con campionamenti di terreni e degli alimenti. A loro volta, le indagini epidemiologiche sono ferme a uno studio di cinque anni fa e la mappa delle zone contaminate non viene aggiornata. Tant’è che “allo studio di mortalità nella popolazione veneta (4.000 decessi in più rispetto alla media di altre zone) non è stato dato seguito in termini di misure conseguenti”.
In definitiva, sarebbe un “inciucio”. “Dietro le quinte, un tavolo di autorità politiche, istituzionali e giudiziarie, senza trasparenza  si sta occupando della trattativa con le società coinvolte,  con l’effetto di avvolgere nel silenzio un disastro ambientale di portata epocale irrisolto”. Sapendo che ”l’inquinamento continua inesorabilmente a scendere verso valle e a propagarsi, bioaccumulandosi in ambiente e negli organismi”. In più, sarebbe un “inciucione” se dietro dietro le quinte, ci fosse lo zampino di Solvay,  che ha tutto interesse di instaurare una “pax pfas” in Italia.

Delitto Perfetto 2. Alessandria.

Grandi manovre attorno ai processi di Vicenza e Alessandria; rispettivamente contro Miteni, (Mitsubishi e Icig) e contro Solvay, con il sospetto che si voglia spegnerli, quanto meno impacchettarli.
Ad Alessandria, per il 2° processo Solvay, il nuovo staff legale della multinazionale sta cercando di strozzarlo “in nuce”. Ha proposto il “patteggiamento”,  che ha provocato un ulteriore rinvio delle udienze di altri  sei mesi. La mossa successiva potrà essere la richiesta premiale di “giudizio abbreviato”.  Infine, è pronta la  “rimessione alla sede”  per incompatibilità ambientale (processo a Milano).
Andando per ordine. Circolante in sordina tra avvocati (come rivelammo alcuni mesi fa), oggi, dopo l’udienza dal GUP del 20 dicembre 2024, è ufficialmente avviato un patteggiamento (rectius) premiale da condursi con tavoli di trattative tra gli imputati e le parti civili. La Procura rinuncerebbe  alla celebrazione del processo secondo gli iniziali  capi di imputazione e relative pene e risarcimenti.
Il fine della multinazionale belga sarebbe di alleggerire ulteriormente i reati, ma soprattutto di  prendersi in tranquillità il tempo necessario per la sua strategia post 2026. Soprattutto cioè di allentare il fiato sul collo da parte dell’opinione pubblica che addita Regione, Sindaco e Governo come complici di Solvay, e che chiede biomonitoraggi di massa per la popolazione e addirittura ordinanze di chiusura degli impianti, nonchè una legge nazionale di bando dei pfas.
Non a caso, gli avvocati di Comune, Regione e Governo sono entusiasti del “tavolo di trattative”. Non lo sono le Associazioni, tra cui quelle parti civili presenti al processo, 46 ONG e 40 scienziati, che hanno appena firmato alla Commissione Europea per le restrizione della produzione e dell’uso dei Pfas.
La “tabula rasa” dei patteggiamenti non passerebbe senza colpo ferire fra la popolazione alessandrina, tra le Vittime malati e morti. Immediate le reazioni di Legambiente e Movimento di lotta per la salute Maccacaro. Patteggiare significherebbe impedire ai lavoratori e ai cittadini danneggiati di costituirsi parte lesa in sede civile e chiedere, almeno in quella sede, il risarcimento dei danni subìti invece che elemosine.
A prescindere da etica e morale, l’avallo di patteggiamento o rito abbreviato sarebbero giuridicamente una figuraccia clamorosa per la nuova Procura, dopo le critiche indirizzate alla vecchia che ha istruito i capi di imputazione sui reati di colpa piuttosto che di dolo.
Nessuno, infatti, può nascondersi dietro un dito. Il combinato disposto fra capo di imputazione colposo e patteggiamento chiarirebbe  anche ai più miopi  che questo processo, anche questo processo, non determinerebbe la bonifica del sito chimico di Spinetta Marengo. Il patteggiamento non può essere “venduto” come avvio di una vera bonifica. La “conditio sine qua non” per l’avvio di una vera bonifica è invece la chiusura delle produzioni inquinanti: non può esistere bonifica mentre si sta continuando a inquinare terra-acqua-aria. Per svuotare la vasca bisogna prima chiudere il rubinetto. Altrimenti va avanti eterna l’innocua  manfrina del primo processo Solvay, anno 2009,  per la quale ancora oggi sono in discussione con gli enti locali la “caratterizzazione dl sito” e la “analisi del rischio”, dell’irrisolto micidiale cromo esavalente (e altri 20 veleni tossico cancerogeni), mentre si è aggiunto il dilagare dei Pfas: appena punta dell’iceberg di una realtà territoriale su cui incombe uno “stabilimento a rischio di incidente rilevante”, in pieno centro abitato, oltremodo più pericoloso del deposito Eni di Calenzano.

Mappa interattiva dei Pfas veneti.

ll dott. Vincenzo Cordiano (ISDE Veneto), nel suo blog https://www.vincenzocordiano.i… ha pubblicato una mappa da lui realizzata sulla presenza di PFAS nelle acque del Veneto. La mappa interattiva consente di visualizzare le località nelle quali i tecnici dell’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) del Veneto hanno eseguito la ricerca delle Sostanze perfluoroalchiliche.

I tumori provocati dai Pfas.

Luca Chiovato, ordinario di Endocrinologia all’Università di Pavia, membro di lungo corso della Società Italiana di Endocrinologia, della European Society of Endocrinology e la Endocrine Society Americana, è dal punto di vista scientifico uno dei più titolati a parlare di Pfas E’ stato uno dei primissimi, in Italia, ad occuparsi dei Pfas distruttori endocrini, creando all’Irccs Maugeri di Pavia, un Laboratorio di ricerca dedicato già nei primi anni 2000. 
 
In questa intervista (https://gognablog.sherpa-gate.com/lendocrinologo-come-i-pfas-ci-avvelenano/), Chiovato  illustra come i Pfas operino sull’organismo dell’uomo come distruttori endocrino-metabolici. Quale il grado di pericolosità? Diminuzione della fertilità (riduzione numero spermatozoi),  ipertensione arteriosa durante la gravidanza, neonati sottopeso, abbassamento della risposta anticorpale in adulti e bambini, innalzamento dei livelli di colesterolo, obesità, diabete tipo 2, dislipidemia,  aumento dei rischi di malattie ad  assi gonadici e alla tiroide, lesioni al fegato, colite ulcerosa, ipotiroidismo nei giovani (in gravidanza: conseguenze  sullo sviluppo mentale dei neonati  malformazioni congenite, criptorchidismo (mancata discesa dei testicoli nel bambino), pubertà precoce. In particolare le neoplasietumori ai reni e ai testicoli, tumori femminili ormono-dipendenti, come quelli di mammella e utero nelle donne, tumore della tiroide (per anni oggetto di controversie, ma uno studio caso-controllo multicentrico Usa-Olanda- Israele, pubblicato nel 2023, ha stabilito il rapporto tra Pfos e carcinoma papillare della tiroide).
 
Nella stessa intervista, Chiovato sottolinea le caratteristiche di pericolosità  dei Pfas: largamente utilizzati in tutti i prodotti industriali (dalle pentole antiaderenti alle carte igieniche) in quanto respingono sia acqua, sia grassi e resistono al calore, ma  resistono alla degradazione chimica/microbica e hanno elevata solubilità in acqua, non sono biodegradabili quindi sono inquinanti organici persistenti, forever chemicals, la loro emitività,  vale a dire il loro tempo di decadenza:nell’ambiente è di 41-92 anni e l’emivita di eliminazione nell’uomo è di 3-7 anni. Insomma, conviene il professore, siccome non ci sono antidoti per i Pfas, ce ne sarebbe abbastanza per metterli al bando  come la Francia ha fatto. A maggior ragione  perché le grandi compagni chimiche   americane hanno “volontariamente” eliminato l’uso di Pfoa e Pfos nei primi anni 2000.

Il bisfenolo colpisce nell’anonimato.

Già vietato nell’UE per i biberon (nel 2011 !!) e prodotti simili, la Commissione Europea ha adottato il divieto sull’uso del bisfenolo A (BPA) nei materiali che entrano a  contatto con gli alimenti o bevande come il rivestimento su lattine di metallo, bottiglie di plastica riutilizzabili per bevande, refrigeratori per la distribuzione dell’acqua e altri utensili da cucina. Il divieto tiene conto dell’ultima valutazione scientifica dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) dannosi sul sistemi immunitario riproduttivi ed endocrino. Clicca qui.
 
Nell’attualità del 2°processo Solvay in Alessandria, rimarchiamo le responsabilità dei mancati fattuali riscontri agli esposti (PEC, a firma Lino Balza) a Procura-Prefetto-Arpa, a conferma di quanto avevamo denunciato: alla Solvay di  Spinetta Marengo nel cocktail con i PFAS (PFOA, C6O4, ADV) tra gli interferenti endocrini c’è anche il Bisfenolo nelle sostanze in uso.
Ci ricordiamo gli esposti alla Procura di Alessandria, dal 2009, del “Movimento di lotta per la salute Maccacaro”? Oltre ai Pfas in acque e aria, e nel sangue dei lavoratori! denunciavamo -sulla base degli allarmi internazionali- l’utilizzo nella Solvay di Spinetta Marengo anche del Bisfenolo, tossico e cancerogeno. Di cui le autorità sanitarie, Arpa, Asl, e politiche, Comune, Provincia, nulla sapevano o fingevano di non sapere. Sta di fatto che nessuno è intervenuto ad Alessandria, neppure la magistratura.

Pfas anche nell’Adige.

“Operazione fiumi” condotta da Legambiente  con il supporto tecnico di Arpav. Pfas anche nell’Adige. La presenza di Pfas era già emersa nel Po ed il dito si è puntato sullo stabilimento piemontese della Solvay a Spinetta di Marengo. Una presenza di Pfoa confermata nelle acque campionate a Porto Tolle e Zevio.
 
Nel “Monitoraggio delle sostanze perfluoroalchiliche nelle acque superficiali del Veneto 2013 – 2018”, del resto, erano stati trovati anche nello scolo Poazzo, oltre che in Brenta, Fratta Gorzone, Bacchiglione, bacino scolante nella laguna di Venezia, Livenza, Po e Sile.

In Europa crescita di alta concentrazione di PFAS nell’acqua dolce, compresa l’acqua potabile.

Sono state pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea le “Linee guida tecniche sui metodi d’analisi per il monitoraggio delle sostanze per- e polifluoro alchiliche (PFAS) nelle acque destinate al consumo umano”. Nel documento si legge che “si rileva in tutta l’UE la crescita del numero di casi di alta concentrazione di PFAS nell’acqua dolce, compresa l’acqua potabile”, per questo la Commissione, con queste nuove linee guida, vuole imprimere un’accelerazione al monitoraggio dei PFAS con criteri omogenei nell’ambito dell’Unione Europea, in base a quanto stabilito dalla direttiva (UE) 2020/2184, recepita in Italia con il D.Lgs. 23 febbraio 2023, n.18). Clicca qui.

Occhio ai Pfas nelle vongole.

Nuova allerta alimentare per un lotto di vongole del Pacifico surgelate. Il Ministero della Salute ha disposto il  ritiro da un ipermercato di vongole sgusciate e surgelate: “Vongole del Pacifico sgusciate cotte surgelate” da 800 grammi del marchio Coralfish, importate da Panapesca Spa. Il nome del produttore è Ngoc Ha Co food processing and trading, con base in Vietnam. I supermercati dovrebbero aver  provveduto a rimuovere dagli scaffali le confezioni.
 
L’esposizione ai PFAS dunque non avviene solamente nelle zone altamente contaminate, ma anche, magari attraverso imballaggi alimentari, mangiando frutta, verdura, carne e derivati e prodotti ittici. Su questi ultimi lo studio americano condotto nel New Hampshire – tra i principali consumatori di frutti di mare degli Usa – ha evidenziato come il consumo frequente di frutti di mare comporti una maggiore esposizione ai PFAS. Per quanto riguarda frutta e verdura invece, è l’ONG PAN Europe a fare un quadro della situazione, tutt’altro che positivo: negli ultimi 10 anni, c’è stato un aumento del 220% delle tracce di forever chemicals in frutta e ortaggi dell’Ue. Altri studi hanno rilevato le sostanze per-e polifluoralchiliche anche in carne (soprattutto lavorata), uova, riso bianco e caffè.

Usare carta da forno solo se con l’etichetta “pfas free”.

L’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente (ISDE Italia), ha pubblicato un position paper che raccoglie ricerche e documenti che analizzano gli effetti sulla salute dei PFAS tossici e cancerogeni.
 
Alternative alla carte da forno sono i tappetini riutilizzabili in silicone alimentare, che possono essere usati centinaia di volte, ma è  importanza cruciale affidarsi ad aziende che espongono nelle confezioni i marchi sulla sicurezza alimentare.
 
L’alternativa semplice è l’uso di grassi naturali (come l’olio d’oliva), oppure di foglie naturali, come quelle di banano, di vite o di cavolo.
 
L’alternativa globale è chiudere le produzioni Pfas si Spinetta Marengo e vietare per legge l’uso e il consumo di tutti i prodotti contenenti Pfas.

L’Italia cuoce nei Pfas a fuoco lento.

Sono passati più di vent’anni da quando, già licenziato e riassunto di nuovo dal pretore, stavo facendo campagna in Italia contro l’uso delle ormai famose “padelle antiaderenti” ai cibi, antiaderenti grazie al miracoloso Teflon prodotto dalla Solvay di Spinetta Marengo (AL), azienda di cui ero dipendente. Eppure vedo ancora oggi esposte nei negozi padelle antiaderenti senza il marchio “Pfas free”, e malgrado che nel frattempo la cancerogenicità del PFOA sia ormai scientificamente assodata e allertata. E malgrado che siano tranquillamente disponibili pentole e padelle in acciaio inox, ghisa, titanio, vetro e ceramica certificata. C’è da trasecolare, infine, a pensare  in chissà quante cucine si stiano  cuocendo Pfas  a oltre 260 gradi addirittura in padelle consumate e graffiate. D’altronde nessuna legge vieta alla Solvay la produzione di Pfas “forever chemicals” e in suo uso in una infinità di prodotti agricoli, alimentari, industriali, chimici, farmaceutici ecc. 

No al nuovo invio di armi italiane in Ucraina.

Campagna: No al nuovo invio di armi italiane in Ucraina Promossa da: Alex Zanotelli e altre personalità (vedi elenco). 
Chiediamo ai parlamentari italiani – ai sensi dell’articolo 50 della Costituzione Italiana – di formulare un atto di indirizzo contrario ad alimentare la guerra in Ucraina mediante la ulteriore fornitura di armi e di rifiutare la conversione in legge del decreto legge 200/2024. Riteniamo che questo nuovo invio vada contro gli interessi stessi della popolazione ucraina, che in sempre maggior numero rifiuta di andare a combattere (800.000 renitenti alla leva, secondo la stima del presidente della commissione Affari economici del Parlamento ucraino, Dmytro Natalukha, riferito al quotidiano “Financial Time”).

I morti sul lavoro nell’intero 2024 a cura dell’Osservatorio di Bologna morti sul lavoro.

Clicca qui il Report a cura di Carlo Soricelli. Tutti dati sono scandalosi, per le donne, gli stranieri, gli autotrasportatori ecc.  Fra tutti, è incredibile la strage di anziani che muoiono lavorando: sono oltre il 30% degli ultrasessantenni e di questi sempre sui luoghi di lavoro 157 hanno addirittura più di 70 anni. E’ davvero incredibile non fare nessuna distinzione sull’età per andare in pensione tra chi svolge un lavoro pericoloso e chi no.

Anche a colpi di espropri illegittimi.

ll movimento No-Tav denuncia l’illegittimità degli espropri avvenuti nel terreno di San Giuliano coinvolgendo attivisti ed eredi. «Le convocazioni di Nicoletta Dosio, per la quota eredita dal marito, e di altri eredi dei 1054 proprietari originari del terreno di San Giuliano dimostrano che il violento sgombero del presidio Sole e Baleno nell’ottobre scorso, e la conseguente occupazione da parte di Telt, sono avvenute in modo totalmente illegittimo, violando i diritti dei comproprietari» denuncia il movimento No-Tav, che nella frazione alle porte di Susa ha dato vita ad una mobilitazione accanto all’area dove a ottobre sono partite le procedure di esproprio per permettere di acquisire il terreno lungo la ferrovia Susa-Bussoleno destinato ad accogliere parte del futuro cantiere per la costruzione della stazione internazionale della Torino-Lione.
 
Insieme a Nicoletta Dosio, lei anche altri eredi di alcuni dei 1054 proprietari dell’appezzamento acquistato collettivamente dagli attivisti nel 2012, in occasione della campagna “acquista un posto in prima fila” lanciata dal movimento ambientalista valsusino. «Io oggi non ho firmato nulla, come non l’avevo fatto a ottobre per la mia quota di proprietà, e non sono andata a constatare lo stato dei luoghi perché l’area del presidio è stata devastata in questi mesi, e c’è solo da constatare che dove un tempo c’erano orti e pascoli oggi resta solo un cumulo di ferraglia e asfalto» sottolinea Nicoletta Dosio, chiamata stavolta a cedere la proprietà della quota ereditata in seguito alla scomparsa del marito, Silvano Giai, lo scorso anno.
 
Nei prossimi mesi si passerà poi all’esproprio delle tre abitazioni che sorgono lì vicino, destinate all’abbattimento per far spazio ai cantieri della Torino-Lione: «L’ennesimo scempio in una Valle già devastata ai tempi della costruzione dell’autostrada» conclude il movimento No-Tav, che ribadisce di «aver già denunciato, con due diversi esposti presentati in procura nei mesi scorsi, l’illegittimità delle operazioni portate avanti in questi mesi nell’area un tempo occupata dal presidio Sole e Baleno».

L’Italia tagliata a fette di Meloni.

Sempre migliori le notizie per i fabbricanti di armi in tutto il mondo. Nel 2024, le fabbriche per il terzo anno consecutivo, hanno marciato a pieno ritmo. Dal 2025, con Donald Trump,  la corsa al riarmo sarà ancora più forsennata, specie in Europa. Trump vuole infatti che i paesi Nato aumentino la spesa militare al 5% del Pil. Per l’Italia, ferma all’1,5%, vorrebbe dire spendere 50 miliardi in più all’anno, rispetto a una spesa che per l’anno prossimo è fissata in 32,2 miliardi, un nuovo record peraltro.  Ottime prospettive dunque anche per Fincantieri, Avio e Leonardo. Quest’ultima appena in undicesima posizione nella classifica (clicca qui) del settore che mostra che le cinque più grandi del mondo sono tutte statunitense: Lockheed Martin, Rtx-Raytheon, Northrop Grumman, General Dynamics e Boeing.  Per le famiglie, rincaro ovviamente per le tariffe energetiche, bollette luce e gas, code negli ospedali, calcinacci nelle scuole…

Lettera aperta di matematici contro il genocidio di Israele.

I 1.078 firmatari denunciano il genocidio e chiedono di tagliare i ponti con le istituzioni israeliane che non lo condannano.
 
Il 7 ottobre 2023 Hamas ha compiuto un attacco terroristico in Israele, uccidendo più di 1.200 persone su una popolazione di 9,5 milioni, tra cui oltre 800 civili e almeno 33 minorenni, e ferendone altri 5.400. L’attacco ha portato anche alla cattura di 248 ostaggi, circa 100 dei quali ancora detenuti a Gaza. Da allora il governo israeliano ha lanciato una violenta risposta di genocidio contro la popolazione palestinese di Gaza, sotto gli occhi della comunità internazionale.
 
Alla fine di ottobre 2024 le vittime identificate avevano raggiunto quota 43.061, tra cui oltre 13.735 bambini, 7.216 donne e 3.447 anziani, con oltre 100.000 feriti, su una popolazione di 2,3 milioni. Migliaia di altre vittime rimangono disperse, sepolte sotto le macerie. L’esercito israeliano sta infliggendo ai civili palestinesi non meno che l’equivalente di un 7 ottobre ogni dieci giorni, e lo fa da più di un anno.
 
Il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres  (continua su  https://zeitun.info/2024/12/20/lettera-aperta-di-matematici-contro-il-genocidio-a-gaza/ )

Boicottaggio natalizio alla Carrefour.

Si è tenuta la giornata nazionale di boicottaggio a Carrefour, un’iniziativa lanciata da BDS Italia* per denunciare le complicità di Carrefour con il genocidio in corso a Gaza e il sistema di apartheid israeliano. L’obiettivo è sensibilizzare l’opinione pubblica e fare pressione affinché Carrefour interrompa collaborazioni con aziende coinvolte nella colonizzazione illegale israeliana.
 
Carrefour è accusata di complicità attraverso partnership con aziende israeliane come Electra Consumer Products e Yenot Bitan, entrambe coinvolte nella colonizzazione illegale. Una filiale Carrefour risulta aperta a Modi’in-Maccabim-Re’ut, una colonia illegale secondo il diritto internazionale. Inoltre, a maggio 2023, Carrefour ha stretto collaborazioni con sei start-up israeliane che operano nei settori dell’intelligenza artificiale e della cybersecurity. Non solo: l’azienda è accusata di sostenere l’esercito israeliano fornendo gratuitamente razioni alimentari, aggravando il genocidio in corso a Gaza.
* BDS Italia – sezione italiana per il movimento a guida palestinese per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele.
 

Un utile regalo di natale.

La Regione Lombardia, molto previdente, ha disposto 30 microdepositi sul territorio regionale dedicati allo stoccaggio di Ioduro di potassio, quale “antidoto da distribuire alla popolazione”: lo iodio, infatti, assiste il funzionamento della tiroide nel caso di esposizione alle radiazioni nucleari. La delibera è, appunto,  “in considerazione delle crescenti preoccupazioni per il potenziale rilascio di sostanze radioattive causate dagli scontri in Ucraina”. Per un bresciano, infatti, è evidente la connessione tra un attacco missilistico russo e il grande deposito di bombe nucleari americane a Ghedi – in provincia – da poco ammodernate e rese aviotrasportabili. Ma anche altre Regioni dovrebbero attrezzarsi in tal senso.

Non sappia la mano destra…

Il direttore Stefano Colosio alla celebrazione della beneficenza.
L’ufficio Pubbliche Relazioni di Solvay Syensqo ha informato i giornali che in occasione del Natale ha donato alla mensa dei poveri di Casa San Francesco di Alessandria mille chili di derrate alimentari a lunga conservazione e un bonifico di 3.100 euro.
 
Ad analoga trasgressione al precetto evangelico (Matteo 6:3 “Ma quando tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra quel che fa la destra”) la multinazionale belga è disponibile per una “donazione” ad alcune Vittime decedute o ammalate, costituendi Parti Civili al procedimento penale per il disastro eco sanitario dello stabilimento di Spinetta Marengo. La condizione è che la Procura, tramite patteggiamento premiale, rinunci alla celebrazione del processo secondo gli iniziali capi di imputazione e relative pene e risarcimenti. Ovvero la “donazione” impedirebbe ai lavoratori e cittadini danneggiati di costituirsi parte civile nel processo penale e chiedere, almeno in quella sede, il risarcimento dei danni subiti e derivanti dal reato commesso.

Il presepe morente.

A Genova è stato installato un “presepe morente”, durante un flashmob, che ha voluto commemorare i più degli 800 neonati uccisi nella Striscia di Gaza in quattordici mesi. I neonati sepolti sotto le macerie che cercano l’ultimo respiro e quelli morti per mancanza di cure, per malnutrizione e malattie respiratorie a causa dei bombardamenti israeliani sugli ospedali nella totale violazione del diritto internazionale.
 
Sono stati sparsi fagottini bianchi macchiati di pittura rosso sangue ancora fresca, nella piazza principale della città, tra il Palazzo Ducale, la Regione Liguria coperti di luminarie e il classico mercatino natalizio di baite che, con i cartelloni pubblicitari che invitano agli acquisti, hanno provocato un grande contrasto con il presepe morente.

Summit mondiale premi Nobel per la pace.

Dopo quattro giorni dinamici e stimolanti, il 19esimo Vertice mondiale dei premi Nobel per la Pace a Monterrey nel Messico si è chiuso con successo. E nel 2024 il premio Nobel per la pace è assegnato all’organizzazione giapponese Nihon Hidankyo, organizzazione formata dai sopravvissuti delle devastazioni avvenute ad Hiroshima e a Nagasaki, per un mondo libero dalle armi nucleari.
 

Non possiamo più dirci cristiani.

Betlemme, presepe di macerie.
La dimensione della misericordia, dell’accoglienza e della pace, è stata messa da parte nel mondo occidentale: ha scelto sciaguratamente la via delle armi per la soluzione dei conflitti, ha privilegiato il riarmo al disarmo, tagliando le spese sociali, in particolare quelle per l’istruzione e per la salute.
 
Ha preferito chiudere i porti e le frontiere, respingere i profughi che fuggono dalle guerre e i migranti costretti a lasciare le loro dimore a causa delle carestie, dei cambiamenti climatici, della devastazione delle foreste. L’Europa chiusasi in fortezza, come se fosse assediata da eserciti, ha fatto sì che il Mediterraneo diventasse un enorme cimitero.
 
Il Parlamento italiano ha emanato leggi che riducono il migrante irregolare a delinquente, e creato i CpR, centri di detenzione peggiori delle carceri. Un ministro del governo ha impedito a navi piene di naufraghi, salvati da morte sicura, di approdare al porto più vicino, lasciandoli per giorni e giorni in condizioni disumane. Salvini, Il ministro del nostro Paese che “difende i confini” dall’ “invasione” di naufraghi, negando il diritto umano al soccorso in mare e sequestrando persone innocenti che non hanno commesso alcun crimine, è assolto dal giudizio di un tribunale umano. Non potranno essere assolti, tuttavia, lui e il Paese che rappresenta, da ogni coscienza umana che crede nella giustizia.
 
Un’ Europa che non si adopera per mettere fine al massacro genocida che si perpetua nella Striscia di Gaza, dove decine di migliaia di bambine/i sono vittime innocenti, come può dirsi cristiana, come può celebrare il Natale?
 

La guerra continua.

Nel frattempo, si accumulano altre prove che Gaza non sta subendo solo un assalto che viola la legge e i diritti umani, ma uno storico genocidio. Secondo Airwars, un’organizzazione che monitora le vittime civili: “Il danno ai civili dal primo mese della campagna israeliana a Gaza è incomparabile con qualsiasi campagna aerea del 21° secolo”. La visione di diversi mesi di sforzi di ricerca è integrata dalle confessioni e dalle testimonianze del personale militare israeliano. Il quotidiano israeliano Haaretz ha pubblicato resoconti di soldati dell’IDF che hanno prestato servizio a Gaza, affermando che i civili, persino i bambini, vengono trattati come combattenti. Il regime di uccisioni arbitrarie, persino competitive, è stato descritto come “il selvaggio West sotto steroidi”.
Queste descrizioni non si limitano a descrivere metodi di combattimento legali e militari, ma descrivono anche uccisioni, carestie, mutilazioni, torture e traumi psicologici impossibili da comprendere.
Queste indagini rivelano le permutazioni del dolore che può essere inflitto a una popolazione civile. Piccoli corpi spezzati, bambini in putrefazione, cadaveri appiattiti, fosse comuni, quartieri rasi al suolo e il dolore selvaggio, selvaggio dei parenti in lutto. È uno spettacolo di massacro. Tutto si svolge in bella vista, trasmesso in streaming e pubblicato da cittadini e giornalisti palestinesi, assistito da estranei e descritto dagli stessi israeliani.
Nonostante le prove schiaccianti che abbiamo davanti a noi, ancora nulla cambia. La guerra continua. Cose che sembravano delle svolte, come la prima udienza della Corte internazionale di giustizia (ICJ), ora sembrano esercizi di osservazione. Perfino il Papa viene tacciato di antisemitismo. 

Aspettando Trump. Guerra fino all’ultimo. All’ultimo ucraino.

Fake news su X. 

I ministri degli Esteri dell’Unione europea  hanno varato il 15° pacchetto di aiuti per l’Ucraina e nuove sanzioni per Mosca. Per la guerra, iniziata ormai quasi tre anni fa con l’invasione russa, non sembra ci siano prospettive di tregua. Per la prima volta, il Consiglio Ue ha deciso oggi di imporre misure restrittive contro 16 persone e tre entità per rispondere alle attività destabilizzanti della Russia contro l’Ue, i suoi Stati membri e i suoi partner. Tra le designazioni si conta anche l’Unità GRU 29155, un’unità segreta dell’agenzia di intelligence militare russa (GRU), nota per il suo coinvolgimento in omicidi stranieri e attività di destabilizzazione come attentati e attacchi informatici in tutta Europa. Sul fronte opposto, il presidente russo Putin accusa Kiev di compiere un nuovo “crimine” abbassando l’età della leva dai 25 ai 18 anni, come chiesto dagli Usa. “Anche se l’abbassassero a 14 anni, non cambierà la situazione sul campo di battaglia”. Putin ha anche puntato il dito contro gli Stati Uniti: “Nella loro volontà di indebolire il nostro Paese, di infliggerci una sconfitta strategica, gli Usa continuano a pompare il regime illegittimo di Kiev di armi e soldi, inviano mercenari e consulenti militari, incoraggiando l’escalation del conflitto”. 

Anche il DDL sicurezza non ci fermerà.

Per le associazioni che si occupano di ambiente, il bilancio del 2024 è disastroso: crisi climatica, eventi estremi, diseguaglianze sociali, repressione del dissenso, decreto sicurezza. 
Clicca qui Extinction Rebellion, Fridays for Future, Ultima Generazione, Greenpeace Italia, Rete Italiana Pace e Disarmo, Coordinamento FreeItalia solare, Isde, Associazione Medici per l’Ambiente, Cittadini per l’Aria.
 
E clicca sempre il Sito del Movimento di lotta per la salute Maccacarowww.rete-ambientalista.it 

Obiezione di coscienza in arabo e ebraico.

È scritta in arabo, ebraico, italiano, la Dichiarazione congiunta dei tre movimenti (CPT – Palestine, Mesarvot – Israel e Movimento Nonviolento – Italia) che lavorano insieme come gruppo misto per l’obiezione alla guerra.
Da oggi il documento (che non è il solito appello, ma un’assunzione di responsabilità e impegno) viene diffuso a livello internazionale anche in inglese. Clicca qui

Delitto perfetto in quel di Alessandria.

Non fu un ossequio alla Giustizia italiana il titolo “Ambiente Delitto Perfetto” (Barbara Tartaglione – Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia, pagg. 518) del primo volume. Il titolo è stato mantenuto anche nel secondo volume (pagg. 444), interamente dedicato al processo Solvay. Il titolo del  presente terzo volume era nell’ordine delle cose, non fatale ma inevitabile. Così va la giustizia. Esso  riferirà del  prossimo e forse ultimo processo alla Solvay di Spinetta Marengo. 

 A qualunque storico o giornalista, e non solo, che volesse seguire il prossimo procedimento in  Corte di Assise di Alessandria sarebbe estremamente utile la conoscenza della genesi storica, contenuta già nel primo e soprattutto nel secondo volume di “Ambiente Delitto Perfetto”.  

Il quale, infatti, comprende la documentazione riferita al processo in  Corte di Assise di Alessandria del  2012, nonché in Corte di Assise d’Appello di Torino del  2018 e infine in Corte di Cassazione del 2019. Inoltre, include i 20 Esposti alla Procura della Repubblica dal 2008 al 2023 presentati da Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro e mai respinti con archiviazione: i 9 depositati presso il procuratore capo Michele Di Lecce, e culminati con l’azione penale del 2012 condividendo in toto il reato di dolo per tutta la catena di comando, e gli 11 presso il P.R. Enrico Ceri e sfociati (insieme all’esposto di Legambiente e a quello del WWF) nel prossimo processo ma, purtroppo, ristretti al reato di colpa e per due imputati minori

Per completare il compendio, a qualunque storico o giornalista, e non solo, sarebbe anche utile la

conoscenza del  Dossier “Pfas. Basta!”:  una piccola enciclopedia che (“work in progress” prossimo alle 1.000 pagine in 3 volumi, disponibile anch’esso “on line”) racconta la storia in Italia delle lotte contro gli inquinatori Solvay e Miteni, dalle denunce degli scarichi in Bormida degli anni ’90 fino ai processi 2021-2023-2024 ecc. ad Alessandria e Vicenza. Una lunga storia di mobilitazioni anche contro connivenze, complicità, corruzioni, ignavie di Comuni, Province, Regioni, Governi, Asl, Arpa, Sindacati, Magistratura e Giornali. La lunga storia dei PFAS (PFOA e C6O4 e ADV e…) è tratta in breve da stralci dei libri “Ambiente Delitto Perfetto”, volume primo e secondo e terzo  e “L’avventurosa storia del giornalismo di Lino Balza”, nonché dal Sito “Rete Ambientalista Movimenti di lotta per la salute, l’ambiente, la pace e la nonviolenza” gestito dal “Movimento di lotta per la salute Giulio A. Maccacaro”.

Clicca qui l’INDICE  delle prime 66 pagine del VOMUME TERZO di AMBIENTE DELITTO PERFETTO.

Il Sito www.rete-ambientalista.it seguirà tutte le fasi del nuovo processo e della vecchia battaglia per la messa al bando dei PFAS. Mailinglist settimanale, libri e documenti sono disponibili a chi ne fa richiesta a lino.balza.2019@gmail.com

Clara pacta, amicitia longa.

Gli ambienti forensi avevano dato per certo (e noi prima di loro: clicca qui Solvay gongola. Con Greenpeace, Lino Balza escluso come parte civile. Cosa c’è dietro. – RETE Ambientalista) che il Procuratore Capo di Alessandria, Enrico Cieri, era favorevole ad un patteggiamento con Solvay. Essendo Cieri stato trasferito, ci si chiede quale possa essere in merito la posizione del subentrante Procuratore Aggiunto,  Enrico Arnaldi Di Balme. Balme in sé è un debole indicatore: un salubre comune di 100 abitanti nelle Valli di Lanzo, che deve la sua notorietà alla presenza di sorgenti d’acqua considerata di gran pregio; ogni casetta del luogo è dotata di una propria fontanella zampillante acqua fresca e sana. Grazie alle sue proprietà l’acqua dell’altopiano rifornisce l’equipaggio americano della Stazione Spaziale Internazionale. A confronto, Arnaldi sarà rimasto scandalizzato dalle condizioni idriche dei dintorni provinciali del sobborgo di Spinetta Marengo. A tacere di quelle atmosferiche. Per non dire di quelle sanitarie.
 
Però, a fronte dell’evidenza, è difficile arguire se Arnaldi sia rimasto perplesso sul capo di imputazione impostato da Cieri: sui reati di colpa piuttosto che di dolo e per i soli due direttori. Avrà avuto il tempo di studiare il fascicolo, i miei 20 esposti ignorati da Cieri ? Infatti, è stato nominato procuratore ad Alessandria solo a febbraio. Tant’è che era presente Cieri e non lui questa estate a Roma nella sconcertante audizione  davanti alla Commissione  parlamentare d’inchiesta sugli illeciti ambientali (clicca qui).
 
Infine, c’è che chi tra gli avvocati attribuisce o nega  ad Arnaldi la propensione al patteggiamento in base al suo curriculum di procuratore  a Torino: magistrato molto preparato, autore di numerose inchieste su mafie italiane (ha fatto parte del pool che ha messo in cantiere la maxi-operazione Minotauro) ma anche straniere (con particolare rilievo su quella nigeriana e albanese).
 
Certo, l’azione della Procura nel patteggiamento farebbe scalpore. Intanto, voci danno già in corso con parti civili l’approccio di un patteggiamento (rectius nel linguaggio forense) premiale per l’imputato e le parti civili. I nuovi avvocati Solvay, Riccardo Lucev  e Guido Carlo Alleva, avranno valutato se si allenterebbe il fiato sul collo da parte dell’opinione pubblica che addita Regione e Sindaco come complici di Solvay, e che chiede biomonitoraggi di massa per la popolazione e addirittura ordinanze di chiusura degli impianti. A Solvay il patteggiamento servirebbe a derubricare ulteriormente i reati, ma soprattutto a prendere in tranquillità il tempo necessario per la sua strategia post 2026. Un modesto patteggiamento, condiviso con Edison (clicca qui) potrebbe essere un’alternativa all’incertezza della richiesta di trasferimento (“rimessione alla sede”) del processo (trasmissione degli Atti a Milano) “per incompatibilità ambientale”: eventualità che gli avvocati della difesa vedono con preoccupazione.  La richiesta di patteggiamento può essere formulata fino alla presentazione delle conclusioni in udienza preliminare, e fino alla dichiarazione di apertura del dibattimento. Dunque, le risposte potrebbero venire già nella imminente udienza del 20 dicembre  davanti al GUP Andrea Perelli.  
 
Una cosa è già certa. Il combinato disposto fra capo di imputazione colposo e patteggiamento chiarirebbe  anche ai più miopi  che questo processo, anche questo processo, non determinerebbe  la bonifica del sito chimico di Spinetta Marengo. D’altronde, per noi è sempre stato chiaro che la “conditio sine qua non” per l’avvio di una vera bonifica non sono le aule penali bensì  la preventiva  chiusura delle produzioni inquinanti: non può esistere bonifica mentre si sta continuando a inquinare terra-acqua-aria. Per svuotare la vasca bisogna prima chiudere il rubinetto. Altrimenti va avanti eterna l’innocua  manfrina del primo processo Solvay, anno 2009,  per la quale ancora oggi sono in discussione con gli enti locali la “caratterizzazione dl sito” e la “analisi del rischio”,  dell’irrisolto micidiale cromo esavalente (e altri 20 veleni tossico cancerogeni), mentre si è aggiunto il dilagare dei Pfas: appena punta dell’iceberg di una realtà territoriale che -Calenzano dovrebbe rammentare-  ospita uno “stabilimento a rischio di incidente rilevante”, in pieno centro abitato, oltremodo più pericoloso del deposito Eni. Ci si dimentica facilmente  che decenni fa titolavo sui giornali “Inodore, insapore, incolore, una bomba chimica che può annientare la città senza scalfire un muro”; e che nei decenni i consigli comunali erano dai Movimenti costretti ad ordini del giorno per “situazione ad alto rischio chimico e di catastrofe industriale”, salvo poi non prendere provvedimento alcuno.  

Bei tempi.

Foto tratta dal libro “Frammenti riavvicinati”.

Andrea Perelli, GUP nel processo Solvay bis ad Alessandria, per averLo descritto in “acchittata compostezza con papillon” ha arricciato il naso. Quale antitesi alla scompostezza della Sua ordinanza, “Solvay gongola. Con Greenpeace, Lino Balza escluso come parte civile. Cosa c’è dietro”, egli in effetti ha letto giusto: non è  ironia dei bei tempi passati, bensì contestazione: 6 (+ 1) ragioni affinchè Lino Balza debba partecipare al processo per rinchiodare 39 prove che condannano Solvay e imputati.

Guerra totale contro la Russia.

Il Parlamento europeo ha approvato una seconda risoluzione sull’Ucraina dal titolo marziale “Rafforzare il sostegno incrollabile dell’UE all’Ucraina contro la guerra di aggressione della Russia e la crescente cooperazione militare tra Corea del Nord e Russia”. Questa risoluzione è stata adottata dalla maggioranza dei gruppi politici di conservatori, socialisti, liberali e verdi. Le richieste in essa contenute fanno gelare il sangue anche a un osservatore neutrale.

A luglio, il parlamento aveva approvato una risoluzione che sostanzialmente chiedeva una guerra totale contro la Russia. Ma questa nuova risoluzione va ancora oltre: è una richiesta virtuale per la Terza Guerra Mondiale. Clicca qui.

Se anche noi avessimo le assicurazioni sanitarie private.

A cosa risponde la legge sull’Autonomia differenziata appena bocciata dalla Consulta, se non al preciso progetto di creare una Sanità di serie A per i ricchi, dove far approdare le migliori professionalità, e una sotto-Sanità pubblica per pazienti indigenti, con meno medici, verosimilmente più scadenti, e più morti precoci (e quindi meno pensioni. Sull’esempio della sanità degli Usa, dove un assassino è diventato un eroe sui social per aver “giustiziato” uno dei beneficiari diretti del sistema spietatamente feroce per cui negli Stati Uniti può curarsi, e dunque sopravvivere, solo chi ha un’assicurazione sanitaria o un datore di lavoro che gliela fornisca.
 
Ricordiamo agli inizi della pandemia di covid gente ricoverata in terapia intensiva con polmoniti bilaterali che si vedeva recapitare a casa fatture per decine di migliaia di dollari. Malati che vanno in ospedale per operarsi a un organo e poi vengono lasciati in sala operatoria perché solo lì apprendono che la polizza non copre interventi per patologie in cui sia stato compromesso un organo limitrofo. Anziani che muoiono da soli privi di assistenza; puerpere povere lasciate agonizzare nelle roulotte. Se non hai un’assicurazione sanitaria sei uno scarto. Clicca qui.

Le Unioni Montane della Valsusa chiudono sui Pfas la bocca al Consiglio Nazionale delle Ricerche.

I Presidenti delle Unioni Montane, su mandato dei sindaci e di concerto con i Comitati, avevano deciso di affidare al CNR (Consiglio nazionale delle Ricerche) un Piano di Monitoraggio degli acquiferi e delle acque superficiali sul territorio per indagare le fonti inquinanti dei Pfas con concentrazioni vicine al limite di legge nelle acque di diversi Comuni. Si consideri che i Pfas non sono  prodotti da alcuna industria valsusina, bensì per tutta l’Italia dallo stabilimento Solvay di Spinetta Marengo (AL) detentrice del brevetto C6O4 ritrovato in Valsusa.
 
A tale fine era stata concertata la presenza al tavolo del ricercatore CNR-IRSA, il dottor Stefano Polesello, massimo esperto in Italia della problematica, per l’attribuzione formale dell’incarico. Però c’è stato  un improvviso cambiamento di programma da parte dei rappresentanti delle Unioni Montane, imbeccati dalla Regione Piemonte, che hanno comunicato che nessun incarico per il piano sarebbe stato affidato a Polesello, presente in sala. Ancora una volta la Regione non si smentisce. Clicca qui.

Mostra sui morti sul lavoro con 100 opere su queste tragedie.

Carlo Soricelli è il fondatore dell’Osservatorio morti sul lavoro di Bologna, http://cadutisullavoro.blogspot.it, attivo dal 1° gennaio 2008, e molto più preciso e veritiero dell’Inail. Pittore e scultore da oltre 50 anni, come potete vedere in allegato allestirà una mostra importantissima con un centinaio di opere sui morti e infortuni sul lavoro, tema che egli tratta con le opere fin dal 1980. La mostra presso la Carisbo di Bologna dal 20 dicembre, con inaugurazione alle ore 16, presso la sede della Fondazione in Via Farini 15, mostra che durerà fino al 19 gennaio 2025, E’ sotto gli occhi di tutti la strage che c’è sul lavoro e occorrerebbe sensibilizzare i nostri giovani sulla Sicurezza. Sarebbe bello, dice Soricelli, che gli studenti delle scuole venissero a vederla: c’è tra l’altro il “muro delle farfalle bianche” dove ci sono le foto di lavoratori e lavoratrici morti sul lavoro. Spero che vengano organizzate visite, soprattutto rivolte agli studenti delle ultime classi, che tra poco entreranno nel mondo del lavoro, mi auguro che i dirigenti delle scuole portino gli studenti a visitarla, così si rendono conto che la Sicurezza è fondamentale quando andranno nel mondo del lavoro.

Abbasso Assad viva Jolani.

Meloni festeggia la caduta in Siria di Assad per mano dei “ribelli”,  fino a ieri:  “jihadisti”, o “macellai dell’Isis”, o “terroristi di al Qaeda”; guidati dallo statista Ahmed al Shara, fino a ieri: Abu Mohammed al Jolani con una taglia da terrorista di 10 milioni di dollari, criminale di guerra al pari di Milosevic e Putin, forse molto forse di Netanyahu, giammai sia detto di Clinton, Bush jr., Blair,  Aznar, Obama, D’Alema e (bestemmia! ) Berlusconi.
 
Con estrema prontezza di riflessi, Meloni festeggia con l’Europa la possibilità di rimandare in Siria quanti più emigrati possibili: l’Austria annuncia 100.000 profughi, la Germania sospende 47.000 richieste di asilo, la Grecia ne blocca 9.000, al via Belgio, Francia e Italia modello d’Europa. Rimandarli a morire di fame in Siria.

La dieta per le popolazioni avvelenate dai Pfas.

Altro che “dieta mediterranea”. Se vivi nella “zona rossa”, quella più contaminata da Pfas in Veneto, devi stare attento anche alle uova delle galline dietro casa e ai prodotti a chilometro zero. Un recente studio realizzato dai dottori Armando Olivieri Mario Saugo, in collaborazione con il professor Hyeong-Moo Shin della Baylor University di Waco in Texas, ha dimostrato che, per la popolazione già con precedente presenza  di Pfas nel sangue, il consumo di alimenti locali vegetali e animali è un’ulteriore accumulo di Pfas: “inquinanti eterni”. Insomma, i residenti veneti dovrebbero fare una dieta priva di prodotti locali per almeno 10-20 anni, mentre si curano  le patologie contratte già prima della chiusura della Miteni di Trissino.
A maggior ragione, la dieta dovrebbe soprattutto essere d’obbligo per la popolazione di Alessandria, dove, nel sobborgo di Spinetta Marengo, la fabbrica Solvay, unica produttrice di Pfas in Italia, inquina da decenni terra-aria-acqua di Pfas e altri 20 veleni tossico cancerogeni.
 
Di quali patologie stiamo parlando?
 
L’esposizione ai PFAS comporta una regressione del metabolismo e del trasporto dei lipidi e di altri processi correlati allo sviluppo ovarico, alla produzione di estrogeni, all’ovulazione e al funzionamento fisiologico del sistema riproduttivo femminile; dunque i PFAS sono dannosi per la fertilità e lo sviluppo fetale. L’esposizione produce una sovraregolazione del gene ID1, coinvolto nello sviluppo di vari tipi di tumore, tra cui tiroide, leucemiacancro al seno e al pancreas. Inoltre, dai dati emerge che gli individui affetti da neoplasie maligne dei tessuti linfatici ed ematopoietici, come milza, fegato e midollo osseo, hanno più probabilità di andare incontro a esiti fatali se esposti continuativamente a questi composti. L’esposizione provoca l’indebolimento delle reazioni immunitarie, della produzione di anticorpi e delle risposte alle vaccinazioni, osservato nei bambini esposti ai PFAS durante il periodo prenatale e postnatale; entrare in contatto con Pfas aumenta anche la concentrazione nel siero dei marcatori di stress infiammatorio e ossidativo, favorendo lo sviluppo di malattie sistemiche, come il danno epatico e le malattie cardiovascolari, tra cui l’aterosclerosi e gli eventi tromboembolici.
L’analisi complessiva di tutti gli studi condotti sul tema è stata realizzata dai ricercatori dell’Università di Bologna e dell’Università di Padova che hanno comparato i diversi lavori, pubblicando i risultati in un’analisi comparativa trascrizionale sulla rivista Toxics., con il titolo “Cross-Species Transcriptomics Analysis Highlights Conserved Molecular Responses to Per- and Polyfluoroalkyl Substances”. Questo studio del Dipartimento di farmacia e biotecnologie dell’Università di Bologna e del Dipartimento di scienze cardiache, toraciche, vascolari e sanità pubblica dell’Università di Padova, è la più ampia analisi della risposta trascrizionale ai PFAS mai realizzata.

La dieta anti pfas per tutti.

La dieta per le popolazioni che sono o sono state direttamente colpite  aria-acqua-suolo dalle aziende produttrici di Pfas (ieri Montedison e Miteni, oggi Solvay) deve essere addirittura drastica. Ma tutta la popolazione in generale deve stare attenta a cosa  mangia, a come limitare dalla propria dieta questi  interferenti endocrini  associati a forme di tumore e infertilità.
Quali consigli?
 
Non acquistare alimenti dalle suddette zone piemontesi e venete, né dalle zone dove i fanghi di depurazione vengono usati come alternativa al fertilizzante sui terreni agricoli, dove l’acqua per le colture e per il bestiame può risultare contaminata, così come i mangimi per animali, né dalle zone con fabbriche che usano Pfas, esempio concerie.
In cucina  non usare imballaggi e prodotti per la casa contenenti Pfas, a cominciare dagli utensili da cucina, primi fra tutti le padelle antiaderenti che non contengono l’etichetta “pfas free”. Per la scelta di cibi confezionati meglio preferire il vetro alla plastica.
Tra gli alimenti, come spiega The Guardian, ce ne sono alcuni che possono essere più ricchi di PFAS, come quelli trasformati e quelli da asporto o quelli sfusi contenuti nei contenitori per lo stoccaggio, spesso appunto trattati con gli inquinanti eterni. Dunque è raccomandata una dieta ricca di frutta e verdura fresca, che ha minori impatti sulla contaminazione da confezionamento e lavorazione. Meglio il biologico, purchè garantito. Anche un maggior consumo di uova, caffè e riso bianco sono stati associati a livelli più alti di PFAS nel sangueOcchio anche al pesce e ai frutti di mare. Una ricerca condotta nel New Hampshire, negli USA, ha rilevato la presenza di PFAS in tutte e 26 le tipologie di pesce analizzate, con i livelli più alti nei gamberi e nell’aragosta.
 
Insomma, è possibile solo una dieta che riduca l’esposizione da Pfas. Fino a quando non intervenga una legge di messa al bando di produzione e uso di Pfas, a cominciare dalla chiusura delle uniche produzioni in Italia della Solvay di Spinetta Marengo. 

Questo panettone è esente da Pfas?

Questo panettone è senz’altro ottimo, ma la carta e i cartone che l’avvolgono: sono esenti da Pfas?
Ci permettiamo di rivolgere la domanda a “il fatto alimentare” che ha annunciato in corso la pubblicazione di alcuni test sui panettoni firmati da Altroconsumo, Dissapore, il Gambero Rosso e forse Il Salvagente.

Gli spermatozoi senza scampo quando aggrediti dai Pfas.

Come i Pfas abbattono la fertilità
L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che l’infertilità oggi colpisca una coppia su sei: siamo giunti ad un vero inverno demografico.
 
Quanto mai attuale è dunque la scoperta dell’Università di Padova presentata ufficialmente al XXXIX Convegno di Endocrinologia e medicina: “I Pfas interferiscono con la proteina che consente allo spermatozoo di fecondare l’ovocita».
 
La ricerca sperimentale è stata condotta dal professor Carlo Foresta, presidente della Fondazione Foresta ETS, in collaborazione con il professor Alberto Ferlin del Dipartimento di medicina dell’università di Padova e il professor Diego Guidolin del dipartimento di neuroscienze. “I risultati ottenuti sono fondamentali nella comprensione del meccanismo che porta a infertliità nelle popolazioni esposte ai PFAS”, commenta Foresta. “Dopo le pluriennali ricerche che avevano evidenziato diverse alterazioni a carico degli spermatozoi, quest’ultimo tassello permette di comprendere come queste sostanze siano in grado non solo di ridurre il numero di spermatozoi e di legarsi ad essi riducendone la motilità, ma, anche qualora uno spermatozoo riuscisse a raggiungere comunque l’ovocita, per via naturale o tramite tecniche di fecondazione in vitro, la sua capacità di fecondarlo sarebbe comunque significativamente ridotta per effetto del legame dei PFAS a questa fondamentale proteina”.
 
Quasi in contemporanea, a Lonigo si è tenuto, sul tema “Salute riproduttiva maschile”, un convegno (organizzato dal Comune e da un gruppo di associazioni) che ha fatto il punto sullo studio che Isde – medici per l’ambiente sta conducendo per valutare, tra le altre, la infertilità dei Pfas sui ragazzi della cosiddetta zona rossa. Lo studio,  dell’ematologo Francesco Bertola e dell’endocrinologo Enrico Ioverno, coordinati da Annibale Biggeri dell’Università di Firenze, si è avvalso della collaborazione di un migliaio di giovani con  visite e raccolta dei campioni di liquido seminale. La complessa  lettura ed  elaborazione dei dati potrebbe vedere la luce durante l’estate del prossimo anno.

I Pfas di Arzignano.

“Seguo il caso PFAS da molti anni. Ho dimostrato, con documenti, perché è inquinata la città di Arzignano, che si trova dalla parte opposta della Valle dell’Agno, però stesso livello dell’Agno alla Barchesse di RIMAR/MITENI; che si trova a 110 metri sul livello del mare. Il caso inquinamento, si scopre anni dopo…” Continua qui la storia, che riceviamo da Vittorio Rizzoli.

PFAS bomba ad orologeria in Svizzera.

Le acque sotterranee e l’acqua potabile in tutta la Svizzera sono contaminate da PFAS. L’acido trifluoroacetico (TFA), che appartiene al gruppo PFAS, creato dalla decomposizione di pesticidi e gas refrigeranti, è presente ovunque, soprattutto nelle acque sotterranee delle pianure e delle aree urbane, come riferisce la televisione svizzera romanda RTS riportando i dati dell’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM). Le dimensioni microscopiche dei TFA rendono impossibile la rimozione con i sistemi di filtraggio convenzionali, ha spiegato l’UFAM.

PFAS, ovvero TFA, nelle acque minerali. Le 7 marche più contaminate d’Europa.

Un’indagine svizzera di cui abbiamo parlato, aveva già rilevato la presenza di Pfas in alcune marche di acqua minerale. Ancora più noto è il recente scandalo che ha colpito la Francia, dove diverse inchieste sulle acque minerali Nestlé hanno evidenziato gravi anomalie legate alla contaminazione da PFAS (e non solo).
 
Ora, una nuova conferma arriva da un’indagine condotta da Pan Europe che segnala un quadro allarmante per quanto riguarda la presenza di “inquinanti eterni”, appunto PFAS, nell’acqua minerale. Tra questi, è in particolare il TFA (acido trifluoroacetico), prodotto della degradazione di pesticidi e gas fluorurati, a rivelarsi un contaminante significativo. Per condurre il test, tra maggio e giugno 2024, sono stati acquistati campioni di acque minerali da vari paesi europei: Francia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Ungheria, Austria e Germania. Le acque sono state inviate al Water Technology Centre di Karlsruhe per l’analisi. I test hanno analizzato la presenza di acido trifluoroacetico (TFA), utilizzando un metodo con limite di quantificazione di 50 ng/l.
 
Le acque più contaminate sono risultate, in ordine alfabetico: Gasteiner, Ordal,SPA, Villers, Vittel, Waldquelle.
L’Unione Europea ha fissato un nuovo limite cumulativo per i PFAS nelle acque potabili a 0,5 µg/l, che entrerà in vigore nel 2026. Gli Stati membri sono stati invitati a implementarlo.