Gli spermatozoi senza scampo quando aggrediti dai Pfas.

Come i Pfas abbattono la fertilità
L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che l’infertilità oggi colpisca una coppia su sei: siamo giunti ad un vero inverno demografico.
 
Quanto mai attuale è dunque la scoperta dell’Università di Padova presentata ufficialmente al XXXIX Convegno di Endocrinologia e medicina: “I Pfas interferiscono con la proteina che consente allo spermatozoo di fecondare l’ovocita».
 
La ricerca sperimentale è stata condotta dal professor Carlo Foresta, presidente della Fondazione Foresta ETS, in collaborazione con il professor Alberto Ferlin del Dipartimento di medicina dell’università di Padova e il professor Diego Guidolin del dipartimento di neuroscienze. “I risultati ottenuti sono fondamentali nella comprensione del meccanismo che porta a infertliità nelle popolazioni esposte ai PFAS”, commenta Foresta. “Dopo le pluriennali ricerche che avevano evidenziato diverse alterazioni a carico degli spermatozoi, quest’ultimo tassello permette di comprendere come queste sostanze siano in grado non solo di ridurre il numero di spermatozoi e di legarsi ad essi riducendone la motilità, ma, anche qualora uno spermatozoo riuscisse a raggiungere comunque l’ovocita, per via naturale o tramite tecniche di fecondazione in vitro, la sua capacità di fecondarlo sarebbe comunque significativamente ridotta per effetto del legame dei PFAS a questa fondamentale proteina”.
 
Quasi in contemporanea, a Lonigo si è tenuto, sul tema “Salute riproduttiva maschile”, un convegno (organizzato dal Comune e da un gruppo di associazioni) che ha fatto il punto sullo studio che Isde – medici per l’ambiente sta conducendo per valutare, tra le altre, la infertilità dei Pfas sui ragazzi della cosiddetta zona rossa. Lo studio,  dell’ematologo Francesco Bertola e dell’endocrinologo Enrico Ioverno, coordinati da Annibale Biggeri dell’Università di Firenze, si è avvalso della collaborazione di un migliaio di giovani con  visite e raccolta dei campioni di liquido seminale. La complessa  lettura ed  elaborazione dei dati potrebbe vedere la luce durante l’estate del prossimo anno.

I Pfas di Arzignano.

“Seguo il caso PFAS da molti anni. Ho dimostrato, con documenti, perché è inquinata la città di Arzignano, che si trova dalla parte opposta della Valle dell’Agno, però stesso livello dell’Agno alla Barchesse di RIMAR/MITENI; che si trova a 110 metri sul livello del mare. Il caso inquinamento, si scopre anni dopo…” Continua qui la storia, che riceviamo da Vittorio Rizzoli.

PFAS bomba ad orologeria in Svizzera.

Le acque sotterranee e l’acqua potabile in tutta la Svizzera sono contaminate da PFAS. L’acido trifluoroacetico (TFA), che appartiene al gruppo PFAS, creato dalla decomposizione di pesticidi e gas refrigeranti, è presente ovunque, soprattutto nelle acque sotterranee delle pianure e delle aree urbane, come riferisce la televisione svizzera romanda RTS riportando i dati dell’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM). Le dimensioni microscopiche dei TFA rendono impossibile la rimozione con i sistemi di filtraggio convenzionali, ha spiegato l’UFAM.

PFAS, ovvero TFA, nelle acque minerali. Le 7 marche più contaminate d’Europa.

Un’indagine svizzera di cui abbiamo parlato, aveva già rilevato la presenza di Pfas in alcune marche di acqua minerale. Ancora più noto è il recente scandalo che ha colpito la Francia, dove diverse inchieste sulle acque minerali Nestlé hanno evidenziato gravi anomalie legate alla contaminazione da PFAS (e non solo).
 
Ora, una nuova conferma arriva da un’indagine condotta da Pan Europe che segnala un quadro allarmante per quanto riguarda la presenza di “inquinanti eterni”, appunto PFAS, nell’acqua minerale. Tra questi, è in particolare il TFA (acido trifluoroacetico), prodotto della degradazione di pesticidi e gas fluorurati, a rivelarsi un contaminante significativo. Per condurre il test, tra maggio e giugno 2024, sono stati acquistati campioni di acque minerali da vari paesi europei: Francia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Ungheria, Austria e Germania. Le acque sono state inviate al Water Technology Centre di Karlsruhe per l’analisi. I test hanno analizzato la presenza di acido trifluoroacetico (TFA), utilizzando un metodo con limite di quantificazione di 50 ng/l.
 
Le acque più contaminate sono risultate, in ordine alfabetico: Gasteiner, Ordal,SPA, Villers, Vittel, Waldquelle.
L’Unione Europea ha fissato un nuovo limite cumulativo per i PFAS nelle acque potabili a 0,5 µg/l, che entrerà in vigore nel 2026. Gli Stati membri sono stati invitati a implementarlo.

Vietare PFAS ovvero TFA nei pesticidi.

L’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha concluso che “l’acido trifluoroacetico (TFA) è uno PFAS ultra-breve rilevato nelle acque sotterranee, nell’acqua potabile e persino in fonti idriche incontaminate in tutta Europa”.
 
Sulla base delle conclusioni dell’EFSA, l’associazione ambientalista francese Générations Futures insieme a PAN Europe e ad altre 48 associazioni (tra cui 4 italiane) ha lanciato un appello urgente alla Commissione Europea per il ritiro dal mercato di tutti i prodotti contenenti flufenacet, un erbicida appartenente alla famiglia dei PFAS, che  provoca concentrazioni inaccettabili di TFA  nelle acque sotterranee, con livelli superiori a 10 µg/L. Il flufenacet non è l’unico pesticida a rappresentare un rischio per la salute e l’ambiente: anche il fluopyram, un fungicida, genera TFA durante la sua degradazione nel suolo.
 
Le evidenze scientifiche indicano che tutti i pesticidi della famiglia degli PFAS hanno il potenziale di rilasciare TFA nell’ambiente,

Travaglio grande opinionista, Conte grande opportunista. Ai Movimenti poco frega.

Travaglio è un grande opinionista, e per lui anche la matematica è un’opinione. Gli attivisti M5S erano rimasti in 90mila: l’altra metà era stata esclusa come avente diritto, ovvero si era auto esclusa. Di questi 90mila attivisti, 60mila hanno votato, 30mila no: si sono auto esclusi. Dei 60mila: 45mila si sono chiaramente espressi a favore di Conte e -negandogli il titolo di garante- contro Grillo. La base, conclude Travaglio, decreta vincitore Conte. Ebbene. 180mila diviso due fa 90mila; 90mila diviso due fa 45mila. Non è una grande base. Tradotta in numeri elettorali. 30% voti diviso 2 uguale 15%.  15% diviso 2 uguale 7,5%. Questa è la base elettorale di Conte.  Quella di Conte (osannata da Travaglio) è una vittoria di Pirro. Non di Pirlo, come è stato ironizzato: perché Conte si è appropriato di una eredità altrui. Un partitino: piccola parte di un grande movimento. Ma per un nullatenente è un bel gruzzolo. Così è per i sopravissuti “ex signori nessuno” che riusciranno per un po’ a conservare le poltrone. Per quanto riguarda Travaglio: chi si accontenta gode, ma evitando di esultare  come dalla vetta raggiunta del K2. Per quanto attiene quello che a noi riguarda, cioè ai Movimenti Ecopacifisti: era e resta un brutto momento storico.   

Genova la città più verde d’Italia.

Genova, col suo 72% di suolo composto da aree naturali, “è la città più verde d’Italia”. A dirlo, attraverso la piattaforma Element-E Platform”, che dà l’opportunità a municipalità, imprese e parchi naturali di monitorare impatti e dipendenze dalla natura, è la società “3Bee nature-tech company”. I dati, estrapolati dall’analisi sull’impiego del suolo delle città che contano oltre 200 mila abitanti, prendono in esame l’impatto dell’urbanizzazione e delle attività agricole sul suolo urbano: il territorio più libero da infrastrutture risulta essere Genova, seguita da Messina. Milano la metropoli con il più alto tasso di urbanizzazione.
 
Italia Nostra contesta: Il territorio comunale è moto esteso, comprende aree inabitate, altre del tutto inaccessibili come vallate, pendii montuosi, addirittura si arriva in cima al Beigua: tutto questo è conteggiato come parte della città usufruibile, mentre di tutto il verde conteggiato solo una minima parte ha una ricaduta concreta sulla qualità di vita di chi risiede nei quartieri cittadiniche sono ad alta densità abitativa, gravati da una forte carenza di parchi e viali alberati (il poco verde disponibile nei quartieri è quello ereditato dalle ex ville nobiliari: Villa Rossi, Villa Scassi, Villa Bombrini, etc. ). Inoltre il verde presente nel tessuto urbano locale è in grande sofferenza: viali con alberi mancanti, tagliati e non sostituiti, mozzati a un metro d’altezza e lasciati lì per anni in attesa di una procedura di sostituzione che non viene applicata nei tempi previsti, o in quelli che sarebbe lecito attendersi.
 
Legambiente rincara la dose: “A Genova ci sono 5 metri quadrati di verde a persona, mentre la media nazionale è di 23: quello di contorno serve a poco”.  Secondo l’Istat, Genova è all’88° posto come numero di alberi per 100 abitanti, al 65° per metri quadri di verde per abitante e all’85° per superfici pedonalizzate.
 
A dare il colpo di grazia arriva lo scienziato di fama mondiale Stefano Mancuso che, per effetto del surriscaldamento globale, ipotizza per Genova un cambio di clima, in appena 50 anni, che la porterebbe a essere come Marrakech.

Amnesty International: una organizzazione fanatica.

Colpito un comandate di Hamas.
“La deplorevole e fanatica organizzazione Amnesty International ha ancora una volta prodotto un rapporto inventato, completamente falso e basato su menzogne”, ha affermato il ministero degli Esteri israeliano in una nota, aggiungendo che è invece l’attacco senza precedenti di Hamas contro Israele del 7 ottobre 2023 a dover essere considerato “genocida”. “Israele si sta difendendo, agendo nel pieno rispetto del diritto internazionale”, ha affermato il ministero.
 
L’organizzazione per i diritti umani invita la comunità internazionale a non agire come “complice” di questi crimini.
Con un documento di 300 pagine, il rapporto di Amnesty “dimostra che Israele ha commesso atti proibiti dalla Convenzione di Ginevracon l’intento deliberato di distruggere i palestinesi a Gaza. Questi atti includono uccisioni, lesioni fisiche o mentali graviinfliggere deliberatamente ai palestinesi di Gaza condizioni di vita calcolate per portarli infine alla distruzione fisica. Mese dopo mese, Israele ha trattato i palestinesi di Gaza come un gruppo subumano indegno di diritti umani e dignità, dimostrando il suo intento di distruggerli fisicamente”, dichiara Agnès Callamard, segretario generale di Amnesty International.Amnesty International denuncia “attacchi deliberati contro civili e infrastrutture civili (…) L’uso di armi ad alto potenziale esplosivo in aree densamente popolate”, ostacoli alla consegna di aiuti umanitari nel territorio e lo sfollamento forzato del 90% della sua popolazione.
 
Cosa viene definito genocidio?
La Convenzione di Ginevra  sulla prevenzione e la repressione del crimine di genocidio, adottata nel 1948, definisce il genocidio come “atti commessi con l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso”.
Questa non è la prima volta che lo Stato a maggioranza ebraica si trova ad affrontare accuse di aver commesso un “genocidio” a Gaza, provenienti dall’Onu, da alcuni governi, come il Sud Africa, e da altre indagini da parte di organizzazioni civili, tra cui Human Rights Watch. Almeno quattro rapporti hanno concluso che Israele ha perpetrato il genocidio a Gaza.

L’accerchiamento politico, mediatico e giudiziario alla Valsusa.

Il Controsservatorio Valsusa, nato a Torino nel 2013 per volontà di singole persone e associazioni che denunciando l’accerchiamento politico, mediatico e giudiziario della ormai trentennale opposizione popolare al Tav, decide di costituirsi in associazione per promuovere iniziative alla ricerca di nuovi spazi di democrazia. Uno di questi eventi è stato organizzato sabato 30 novembre a Torino presso l’Alma Mater. L’incontro del Controsservatorio aveva come titolo: “Ambiente e grandi opere. Tra politica, movimento e informazione” e una grande ambizione: rimettere insieme, almeno per un giorno, pezzi significativi di lotte territoriali..
Clicca qui Chiara Sasso. 

Il traghetto italiano dei Pfas: Solvay studia come salvare capra e cavoli.

Si sono autodefiniti désamorceurs » i vertici di Ilham Kadri, amministratrice delegata Solvay Syensqo, con Marco Apostolo, country manager in Italia (Ricatto occupazionale della Solvay a Spinetta Marengo), e con il nuovissimo team legale di Guido Carlo Alleva e Riccardo Lucev, nel merito del possibile scenario sulle sorti dello stabilimento di Spinetta Marengo, “champ de mines”, che comprende il processo avviato presso il GUP di Alessandria (Solvay gongola. Con Greenpeace, Lino Balza escluso come parte civile. Cosa c’è dietro. ) e anche le paventate azioni inibitorie e class action di risarcimenti danni. Si è di recente aggiunta la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea: Edison coimputata con Solvay? Di questi “Vertici dei disinnescatori del campo minato”, pomposamente convocati come Riunioni strategiche per tracciare la rotta della navigazione aziendale”, si potrebbero già intravvedere i riflessi nella imminente udienza GUP del 20 dicembre.  

Utile spunto di riflessione a Bruxelles, per le relative “azioni pianificate e strutturate”, verte attorno alle risoluzioni  in USA del sito Solvay di West Deptford. Qui, da Solvay è stato raggiunto un accordo con il “Dipartimento per la Protezione Ambientale (DEP)” dello Stato del New Jersey, poi che la multinazionale belga  è stata portata in tribunale nel 2020.  Esso segue la cessazione, dopo trenta anni, delle miscele Pfas  compreso l’ADV dal 2010 importato da Spinetta Marengo quale sostituto del PFOA. Discusso dallo Stato con Comuni-Organizzazioni-Cittadini, garantirebbe  la tempestiva bonifica di PFAS e sostanze pericolose nelle adiacenze del sito nella Contea di Gloucester, e risarcirebbe la cittadinanza per i danni. Infatti, l’accordo di transazione, prevede  azioni di risanamento ambientale più impegni finanziari di 392,7 milioni di dollari: “finanziare le indagini ambientali critiche, le attività di bonifica e i progetti di ripristino qualità ambientale nelle comunità di Gloucester e Camden County”.

A  prescindere dai rilievi  economici, a complicare la  disamina -tattica e strategica-  dei nuovi  avvocati c’è la diversa giurisdizione penale americana che consente alla Solvay di affermare che “l’indennizzo non va considerato come una ammissione di colpa”; ovvero c’è che la complice latitanza dello Stato italiano -inteso come centrale e locale- ora sarebbe più proficua  se si trasformasse in una edulcorata legge Pfas ispirata dalla Solvay proiettata a dopo il 2027 (l’opposto della messa al bando con il  Disegno di Legge ex Crucioli). La legge “ralenti” sarebbe utile a disinnescare, fra tutte, almeno questa mina: perché Ilham Kadri a Spinetta non  intende cessare a breve le produzioni di Pfas, proprio mentre cresce l’allarme sociale nell’intero territorio alessandrino per  l’avvelenamento acqua-aria-suolo di PFOA C6O4 e ADV -a tacere gli altri 20  tossici e cancerogeni- evidente anche nel biota acquatico e selvatico  e nei  prodotti alimentari raccolti proprio nei suoli implementati di “nuovi” composti a catena mediocorta precipitanti dalle ciminiere: ancor più bioaccumulabili  dei “vecchi” e ovviamente con standard analitici occultati da opportuni diritti brevettuali, al pari dei Fomblin e Aquivion.

In più, non può essere rallentato all’infinito un monitoraggio di massa della popolazione aperto a tutti gli standard analitici. Che potrà aprire il vaso di pandora sui risarcimenti alle Vittime, leggi class action. Il raffronto per gli avvocati va di nuovo alla Solvay di West Depford che, “per evitare l’onere e le spese di un contenzioso continuo” (si legge nella sua dichiarazione), ha accettato di pagare 1,3 milioni di dollari per chiudere una class action sulla contaminazione da Pfas delle riserve idriche del Parco nazionale di West Deptford, intentata per conto dei residenti del Parco nel giugno 2020, prevedendo gli esami del sangue gratuiti a tutti i cittadini, i risarcimenti individuali e per gli immobili residenziali, le spese legali e gli onorari. Inezie per la multinazionale, salvo che restino aperti i risarcimenti per le patologie sofferte.

A proposito di mine, infine, secondo fonti informate, serviranno a Bruxelles altre riunioni (in gergo: operational meetings, réunions opérationnelles) per affrontare l’impatto di una « azione inibitoria », la questione che è stata alla base del cambio del team di avvocati.

Non ti puoi più fidare di nessuno.

Quando hai i soldi puoi permetterti di essere difeso in tribunale dai più costosi luminari sul mercato. Trovi anche chi è disposto a farti una perizia che affermi che la concentrazione di Pfas nell’acqua potabile accertata nella “zona rossa” (i Comuni più inquinati del Veneto) “è protettiva per la salute umana”. Dunque l’allarme è spropositato tanto più, hanno sostenuto, che non esiste nemmeno una correlazione certa tra Pfas e patologie mediche, come le malattie cardiovascolari, la malattia ischemica del cuore, le malattie cerebrovascolari, l’ipertensione arteriosa, l’ipertensione gravidica, il diabete e il cancro; al massimo hanno ammesso  una limitata associazione tra Pfoa e tumori al rene e al testicolo.
 
Per arrivare a tanto, i due accademici, hanno abbattuto di 70 volte la presenza dei Pfas contenuti nell’acqua potabile e di conseguenza il rischio per la salute umana. E’ bastato, per sputtanarli, un avvocato con una calcolatrice in mano.   E’ accaduto al processo in Corte di Assise di Vicenza. dove si è svolto il contro esame dei due illustri docenti universitari, entrambi citati dai difensori dei manager di Icig Miteni di Trissino, Paolo Boffetta, epidemiologo e ordinario di Medicina del Lavoro all’università di Bologna, e Claudio Colosio, docente all’Università statale di Milano. La firma di entrambi è apposta in calce a una “Relazione di consulenza tecnica” (81 pagine!) che ha per oggetto la “revisione critica dell’evidenza sugli effetti sulla salute esercitati da sostanze Pfas”.
 
Se non fosse stato scoperto, “l’errorino”,  di scambiare la “dose massima consentita per ogni chilogrammo di peso” con “la dose massima consentita al giorno”, avrebbe voluto dimostrare come la quantità di Pfas ingeriti (con la sola acqua, ma ci sono anche quelli contenuti negli alimenti) nei Comuni della “zona rossa” fosse perfettamente compatibile con i limiti Efsa Autorità europea per la sicurezza alimentare. Invece hanno provato il contrario.
 
Solvay si è annotata i nomi di Boffetta e Colosio da cancellare  dal carnet dei consulenti al processo di Alessandria.

I Pfas nelle schiume antincendio sono ancora più pericolose di quanto si conosceva.

«Le concentrazioni di PFOA ramificato nella schiuma antincendio raddoppiano dopo un certo periodo di tempo nell’ambiente»: lo rileva il nuovo studio “Characterization of PFOA isomers from PFAS precursors and their reductive defluorination”, pubblicato su Water Research da un team di ricercatori australiani guidato da Denis O’Carroll e Michael Manefield dell’University of New South Wales (UNSW).
 
I ricercatori avvertono che è “importante capire che non c’è un solo PFAS nella schiuma antincendio o in altre fonti come padelle antiaderenti, indumenti, cosmetici, insetticidi ecc. Esiste una combinazione di fattori, ma la versione ramificata del PFOA si forma a partire dai precursori del PFAS attraverso le condizioni ambientali. E’ essenziale riconoscere che un’efficace bonifica dei PFAS richiederà delle combinazioni di trattamenti, poiché è improbabile che una singola tecnologia produca prodotti rispettosi dell’ambiente”.
 
A sua volta,  lo studio Underestimated burden of per- and polyfluoroalkyl substances in global surface waters and groundwaters” pubblicato su Nature Geoscience da un team di ricercatori dell’UNSW e dell’università dell’Oklahoma, ha valutato i livelli di contaminazione da PFAS nelle acque superficiali e sotterranee in tutto il mondo e ha scoperto che gran parte dell’acqua potabile supera i limiti di sicurezza per il consumo di PFAS.

I colpevoli sono gli uomini che i Pfas producono e consumano.

I gabbiani trasportano nel sangue e nelle piume elevate concentrazioni di Pfas, durante loro peregrinazioni in tutto il mondo, Polo Nord compreso. Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Environmental Science & Technology, ricerca, condotta da un team internazionale di scienziati guidato da Don-Jean Léandri-Breton della McGill University, ha analizzato i dati di tracciamento GPS e i campioni di sangue di 64 gabbiani tridattili che nidificano alle Svalbard, un arcipelago norvegese nell’Oceano Artico. I risultati sono allarmanti: i gabbiani che svernavano più a sud, in zone con maggiore presenza di inquinanti, presentavano livelli di PFAS significativamente più elevati, con concentrazioni fino a dieci volte superiori rispetto a quelli che svernavano più a nord.
 
I PFAS, una volta rilasciati nell’ambiente artico attraverso gli escrementi e le uova dei gabbiani, contaminano la catena alimentare, mettendo a rischio la salute di volpi artiche, girifalchi, orsi polari e di tutte le specie che si nutrono di questi uccelli o delle loro uova. La contaminazione sale lungo la catena alimentare, perciò gli orsi sono più a rischio. Infine, sono noti i danni sulla  salute umana: insorgenza di tumori, interferenza con il sistema endocrino, alterando la produzione di ormoni e compromettendo il sistema immunitario, rendendo gli organismi più vulnerabili alle malattie.
 
Questo fenomeno, definito “migrazione di inquinanti”, non è nuovo per la scienza, ma lo studio sui gabbiani tridattili fornisce ulteriori prove sul ruolo degli uccelli marini nella diffusione globale dei PFAS. Soprattutto anche esso rileva come ormai i Pfas rappresentino un problema globale per il pianeta.

Analisi del linguaggio nella propaganda di guerra.

Approfondirò le motivazioni che hanno portato alla sentenza della Corte Penale Internazionale. Motivazioni che dovrebbero essere sempre oggettive e non di natura politica. Un punto resta fermo per questo governo: non ci può essere una equivalenza tra le responsabilità dello Stato di Israele e l’organizzazione terroristica Hamas”.
Dante Barontini analizza, clicca qui, alcuni titoli giornalistici ovvero dichiarazioni di esponenti politici quali impatto politico-mediatico dei mandati di cattura per crimini di guerra emessi dalla Corte Penale Internazionale contro Netanyahu, Gallant e uno dei pochi capi militari di Hamas forse ancora in vita.
“Non possiamo equiparare Israele ed Hamas”.
“Non possiamo mettere sullo stesso piano un premier eletto a un capo terrorista” –
Netanyahu all’Onu: “siete solo una palude antisemita”.
Netanyahu: “il segretario dell’Onu Guterres è  persona non grata,  vietato l’ingresso in Israele”
“La sentenza è politica”.
Giornali come Haaretz” (israeliano) “sono pericolosi perché diffondono odio e menzogne antisemite”.

Manca la terra sotto i piedi.

 
Presentato a Roma il Rapporto SNPA “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” 2024. Il consumo di suolo continua ad avanzare al ritmo di 20 ettari al giorno, ricoprendo nuovi 72,5 km2. In calo costante la disponibilità di aree verdi. Si continua a costruire nelle aree a pericolosità idraulica e nelle zone a pericolosità da frana. Per la logistica ricoperti altri 504 ettari in un solo anno…
 

Gli avverbi grillini che terminano in -mente.

Come noto [Tra Grillo e Conte (e il suo vate) mettere il dito.]  non sono un tifoso sfegatatamente tipo Travaglio contro Grillo, bensì sostengo, amabilmente, dal 2020 che il Movimento Cinque Stelle poteva considerarsi già evaporato: [La caporetto dei Cinquestelle.] [Marco Travaglio vs Beppe Grillo e la Democrazia diretta.] [Caro Travaglio, senza i Movimenti la Caporetto fu già nel 2020.] [Travaglio Vs Grillo. In palio il Premio Attila.]  [Balza (per quel che conta) Vs Travaglio.]  Beppe Grillo, nel 2024, ne ha, platealmente, celebrato il funerale. Giustamente, invita  Giuseppe Conte con quanti stanno, legittimamente, difendendo le proprie poltrone, a creare un proprio partitino con nome e simbolo: clicca qui il video.
 
Lo faranno, inevitabilmente, nel riconteggio del 15 dicembre, ma, dopo che la precedente consultazione aveva già misurato che se il 60% per cento degli iscritti votanti ha votato Conte, allora  il 40% degli iscritti e dei non-iscritti non voterà il nuovo Partito: non attraente il maggioritario astensionismo e, irreparabilmente, dimagrante senza l’improbabile travaso dal PD.
 
Due settimane fa, avevo posto a Grillo la domanda [Ex grillini e neo contiani.]: Rifarai di nuovo un Movimento Cinquestelle? Personalmente, da coetaneo e amico, te lo sconsiglio ”. Ebbene, al termine del funerale ha riposto: “Non finirà qui, il Movimento avrà un altro percorso”. Chi te lo fa fare, Beppe, alla nostra età?
 
Vuoi vedere che avrà nuovamente ragione lui.

2 + 2, microplastiche + pfas, non fa 4 ma 8.

Quando le microplastiche e i PFAS sono presenti contemporaneamente nell’acqua (il che avviene quasi sempre: i Pfas servono a realizzare le microplastiche), avviene una sinergia devastante. L’hanno sperimentato, utilizzando la pulce d’acqua (Daphnia magna) come animale sentinella, i ricercatori dell’Università di Birmingham, come illustrato su Environmental Pollution.
 
Le miscele, infatti, rallentano lo sviluppo sessuale, e l’accrescimento, diminuiscono la fertilità e causano aborti di nidiate, in misura più marcata nelle pulci d’acqua già esposte in passato agli stessi contaminanti. E, soprattutto, microplastiche e PFAS hanno un effetto sinergico e additivo in parametri fondamentali quali la crescita, la sopravvivenza e la riproduzione, e non si neutralizzano a vicenda in nessuno dei parametri controllati. I cambiamenti osservati, inoltre, sono sicuramente sostenuti da mutazioni genetiche.
Gli studi  degli scienziati cinesi, su “ScienceDirect” hanno evidenziato  le  combinazioni di additivi plastici per il loro assorbimento di Pfas, con i conseguenti effetti tossici sinergici, in particolare come tossicità riproduttiva per l’apparato femminile: interruzione del normale ciclo riproduttivo e della fertilità alterando la produzione ormonale e le mestruazioni,  effetto di disruption endocrina dei PFAS sull’endometrio mediato dal progesterone, interferenza con la normale segnalazione riproduttiva e ormonale e lesione dell’ovaio eccetera.  

La SNAM non rinuncia al rigassificatore.

La nave rigassificatrice da posizionare davanti all’isola di Bergeggi, tra Vado Ligure e Spotorno, assorbirebbe  18 milioni di litri d’acqua all’ora, che contengono uova di molluschi e piccoli pesci, plancton e così via, che dopo il processo vengono scaricati in mare senza vita dopo il trattamento con il cloro. Parliamo, in un anno, di milioni di miliardi di litri. La nave è a soli cinque chilometri dall’area marina protetta. Delicatissimo il  problema del Santuario dei cetacei e dell’impatto dei rumori .

Divieto uova in Francia. Avvelenate da Pfas. E in Italia?

In Francia le analisi le hanno fatte. In Italia no, ad accezione di Alessandria: dove appunto sono stati trovati i Pfas. Ma il sindaco non ha emesso divieto. I negozianti apporranno il cartello: qui non vendiamo prodotti a chilometro zero?
 
A Verneuil-en-Halatte e Villers-Saint-Paul  a Chemours produce e inquina Pfas quasi quanto la Solvay a Spinetta Marengo. Infatti,  le uova provenienti da piccoli pollai domestici, dove le galline possono razzolare liberamente e sono alimentate in modo ottimale, è scattata l’allerta e il consumo di uova da allevamenti casalinghi è ora vietato: i livelli di Pfas nel 66% dei campioni, quattro pollai su sei, sono fino a 20 volte superiori a quelli consentiti.
 
L’Agenzia Regionale della Salute (ARS) ha emesso un avviso urgente: i risultati confermano le preoccupazioni già avanzate dalla ONG Générations Futures.

Ex grillini e neo contiani.

Se il 60% per cento degli iscritti ha votato Conte, il 40% non ha votato Conte. Cioè il 40% degli iscritti e dei non-iscritti non voterà un Partito che non si chiamerà più Cinquestelle (non può esistere un “grillismo” senza Grillo).
 
Quanti voti dovranno trasmigrare dal PD affinchè il neo Partito di Conte non scenda troppo sotto il 10%?
 
Ultima domanda: Grillo rifarà di nuovo un Movimento Cinquestelle?
 
Personalmente, da coetaneo e amico, glielo sconsiglio da anni. Magari i Movimenti Ecopacifisti ridarebbero fiducia.

Il governo in ritardo rispetto alla Germania.

L’Albania, oltre a importare migranti, offre in vendita migliaia di bunker abbandonati. 
La Germania ha deciso di stilare una lista di bunker che potrebbero fornire un rifugio d’emergenza ai civili in caso di guerra. Lo ha annunciato il Ministero degli Interni alla luce delle crescenti tensioni con la Russia, spiegando che dell’elenco faranno parte stazioni della metropolitana e parcheggi sotterranei, nonché edifici statali e proprietà private come garage e scantinati. “Sarà creato un elenco digitale di tutti i bunker in modo che le persone possano trovarli rapidamente tramite il cellulare”, ha aggiunto il portavoce del Ministero nel corso di una conferenza stampa.
 
I cittadini saranno anche incoraggiati a creare bunker sotto le loro case, sistemando cantine o garage e adattandoli all’eventualità che possano dover accogliere persone in fuga dai bombardamenti.

Continua su Fanpage 

Dopo 30 anni, il sindacato in rivolta?

Dida: il peccato originale.
C’è chi non ha apprezzato l’ironia dell’articolo Vota “P.D.P.P. e P.”, però, se è pur vero che in Italia non v’è partito che ambisca a rappresentare il mondo del lavoro dipendente, a suo nome e per suo conto vi è ancora chi agisce nella società. Ed è il sindacato. Due sindacati, Cgil e Uil hanno proclamato uno sciopero generale per il 29 novembre. Dovrebbe -è auspicabile- reggersi e consolidarsi  su due questioni principali: la “questione salariale” e la “questione fiscale”, due facce della stessa medaglia, dalle quali discendono poi la crisi dell’occupazione e l’irreperibilità di risorse nella  sanità, nella scuola, nei servizi pubblici  eccetera.
 
Ebbene, per queste questioni, per queste crisi sociali, per questa stagnazione salariale, per questo declino economico italiano, il sindacato ha grosse responsabilità. L’Italia è l’unico Paese Ocse in cui in trent’anni, a partire dal 1990, i salari reali siano diminuiti: non quelli nominali bensì quelli reali, in rapporto all’aumento dei prezzi, all’inflazione. La contrazione del salario medio annuo è stata del -2,9% contro l’aumento del +31,1% della Francia e del +34% della Germania.
 
Lo sciopero è, giustamente, contro il governo Meloni (aumento dei prezzi del 17% contro l’aumento dei salari del 5,7%, alle stelle i profitti e le rendite), però il macigno che oggi pesa sulle spalle di lavoratori cominciò a gravare tre decenni fa. Il “peccato originale”, porta la data 1992: governo Amato, tagli alla spesa pubblica, privatizzazioni. E quell’“accordo sul costo del lavoro”: abolizione della “scala mobile”, rinuncia alla contrattazione, impegno alla moderazione salariale a oltranza con riferimento alla “inflazione programmata”. Insomma, la cosiddetta “concertazione” fu il disarmo unilaterale del sindacato, la riduzione certa del tenore di vita dei lavoratori, in cambio di promesse generiche e in malafede per i successivi governi. Grazie a questa politica dei redditi, l’exPCI veniva accolto dal padronato nell’area di governo, ma veniva lacerato in profondità il rapporto già in crisi tra sindacati e lavoratori. Le critiche a questa scelta furono durissime già allora. Si ricordano i bulloni ai comizi sindacali e gli “autoconvocati”. La storia successiva del centrosinistra conferma licenziamenti di massa, privatizzazioni pubbliche, spostamento della ricchezza verso rendite e profitti e  diseguaglianza dei redditi. A maggior ragione del centrodestra.
 
Il circolo vizioso economico e sociale, oggi, è enfatizzato dalla  riduzione del potere contrattuale del sindacato, dall’allargamento del precariato, dall’involuzione produttiva verso settori a basso valore aggiunto (turismo, ristorazione e servizi alla persona), bassa innovazione e competizione basata su contenimento dei costi e intenso sfruttamento. E si drammatizza nei soggetti più fragili: minori in famiglie a basso reddito, persone anziane e con disabilità, migranti, penalizzazione delle donne nel mercato del lavoro…

Questi bambini pensano che sia genocidio.

44.000 uomini, donne e bambini, non pensano più. Amen. Ma questi tre bambini pensano che sia genocidio, e con loro intere future generazioni di palestinesi. E noi con loro. E con noi l’umanità tutta. Invece Benjamin Netanyahu dice che non è genocidio questo israeliano, bensì sono genocidio i 1.200 israeliani uccisi il 7 ottobre 2023 da Ḥamās. Cioè il genocidio non si misura in quantità bensì in qualità. Di conseguenza, dice Bibi, che lui non è criminale di guerra  da  catturare, come vorrebbe all’unanimità la Corte penale internazionale dell’Aia, per “crimine di guerra con uso della fame come metodo bellico; e crimini contro l’umanità di omicidio, persecuzione e altri atti inumani”; non  solo autorizzato attacchi indiscriminati contro civili: li hanno anche, intenzionalmente, ridotti alla fame, alla sete e alla morte per mancanza di cure”; “privato la popolazione civile a Gaza di oggetti indispensabili per la loro sopravvivenza, tra cui cibo, acqua, medicinali e forniture mediche, carburante ed elettricità”.
 
Come si fa, dice Bibi, a confronto dell’olocausto di ebrei a  Auschwitz o Dachau, definire genocidio  appena  2,3 milioni di palestinesi internati per decenni nel campo di concentramento a cielo aperto di Gaza? definire genocidio l’invasione a 2,3 milioni di palestinesi con appena 1,9 milioni di sfollati (peraltro tutti complici di Hamas bambini compresi) necessariamente devastando da un anno quartieri, ospedali, moschee e chiese cristiane, scuole, università e infrastrutture essenziali? definire genocidio appena 44.000 (finora)  uccisi anche se, inevitabilmente, con la più ampia percentuale di morti fra zero  e 14 anni? Mica valgono un rabbino a  Abu Dhabi (moldavo ma pur sempre ebreo).
 
Dunque, dice Bibi, considerato tutto ciò, è vergognoso che la Corte penale internazionale dell’Aia ce l’abbia con lui, anzi con Israele, certamente non perché autori di massacri e torture, bensì per antisemitismo. Chi è contro Israele, Papa compreso, è automaticamente antisemita, mosso unicamente da odio razzista. Di ceppo semitico sono sia gli ebrei che i palestinesi, però, dice Bibi, il genocidio esiste solo se commesso contro il popolo eletto da Dio (Yahweh e non Allāh), incarnato nella Grande Israele, dal Giordano al Mediterrraneo.    
 
Eppoi, dice Netanyahu, noi, Israele e Stati Uniti, ce ne sbattiamo dell’ONU: sono 49 i veti Usa alle bozze di risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’ONU relative a Israele. Noi neppure riconosciamo la giurisdizione della Corte penale internazionale dell’Aia, dei 124 Stati che la compongono. Fra cui l’Italia. Il cui governo sempre si genuflette a USA e dunque a Israele: Salvini rifiuta l’obbligo arrestarmi e mi invita in Italia a braccia aperte,  sfidando le piazze… “antisemite”.   

Vota “P.D.P.P. e P.”.

La maggioranza degli italiani non va più a votare. Prima andava, poi sempre meno. Un gran vaffà. Se ci fosse il “P.D.P.P. e P.” tornerebbe a votare. Anzi, attirerebbe i voti di quelli che pur vanno a votare turandosi il naso. Avrebbe la potenzialità di un partito di maggioranza relativa, anzi di maggioranza assoluta. Infatti, chi non lo voterebbe? Secondo l’Istat, non lo voterebbero -in gran parte- imprenditori, ristoratori, macellai, parrucchieri, meccanici, estetisti, ecc. a cui aggiungiamo medici, notai, professionisti, avvocati, peraltro ampiamente rappresentati in Parlamento (alcuni siedono proprio in Parlamento). Cioè quelli che non pagano le tasse, evasori riottosi perfino a pagare oboli di sanatorie, condoni, concordati, cioè legalmente ladri che continuano a usufruire di servizi collettivi come scuole, strade, ospedali, lamentandosi pure se i Pronto soccorso non funzionano. Tanto gli altri pagano per loro.
 
Chi paga le tasse? Gli altri: i dipendenti pubblici e privati, e i pensionati, le cui tasse sono trattenute alla fonte. Ecco che cosa manca: il Partito dei lavoratori dipendenti pubblici e privati, e dei pensionati,  il “P.D.P.P e P.”.  Un partito molto  meno di destra dei partiti di destra, e molto più di sinistra dei partiti di sinistra. Ecco la soluzione? Mettere insieme i pubblici con i privati. Uniti con i pensionati. In fondo, i pubblici si sentono sempre più privati. Ma i privati li vedono ancora privilegiati. Troppi anche i precari tra i privati. E i pensionati? Loro almeno non si ricordano più se  erano stati pubblici o privati. Anche quelli con pensione al minimo non godono di non pagare le tasse.
 
Insomma, si tratta solo di mettere insieme tutti quelli che possiedono una condizione in comune: i soli che pagano le tasse, i soli che reggono lo Stato. Compartecipi, dovrebbero votare il “P.D.P.P e P.”. Per logica. Magari si assocerebbero anche i 5,7 milioni in povertà assoluta, che rinunciano perfino a farsi (malamente) curare. Sarebbe un gran partito di massa. Ma ci sta un partito classista in una società interclassista? Ora che è evaporato il Movimento Vaffà e il primo partito è l’astensionismo? Secondo il comico Daniele Luttazzi “L’illusione è che  un partito  possa risolvere la pochezza umana. Questa è demagogia“.

Ricatto occupazionale della Solvay a Spinetta Marengo.

Solvay: “I sindacati ci dormono su”.
Puntuale come un orologio belga, cala sulla tragica vicenda ecosanitaria del polo chimico alessandrino il tradizionale ricatto occupazionale. Nella sua telefonata, ci confida il Segretario chimico, Marco Apostolo non ha usato mezzi termini: voi  sindacati dovete uscire dal letargo, non potete mostravi silenziosi neutralisti  mentre ci stanno mettendo in croce, mentre ci vogliono mettere al bando in Italia con una legge, mentre chiedono al sindaco la chiusura di impianti o addirittura della fabbrica di Spinetta Marengo, dovete mettervi in gioco perché il taglio dell’occupazione è affar vostro prima che nostro.
 
Chi sta ponendo il ricatto occupazionale è il direttore (“Country Manager”) di Syensqo in Italia dopo lo scorporo (“spin off”) dalla casa madre Solvay, a complemento dell’annuncio della “CEO” (amministratore delegato), Ilham Kadri, di un taglio in Europa di 300-350 dipendenti. Alla base del provvedimento, come vi avevamo preannunciato più volte, ci sta il  “work in progress offshoring” (trasferimento) di  produzioni in Cina, in particolare  relativo all’unità produttiva di Spinetta Marengo e al centro ricerca di Bollate. Al termine di questo percorso, avverte il vertice Syensqo, si porrà il problema occupazionale per queste due unità: però più durerà a lungo questo percorso meglio sarà (per i profitti Solvay n.d.r), ritardarlo dipenderà anche da voi se vi darete un po’ da fare a frenare questa ondata distruttiva. Ondata distruttiva: Apostolo, a buon intenditor poche parole, si riferisce alla nostra campagna nazionale per la messa al bando dei Pfas in Italia, alla fatidica data 2026 per il  divieto Europeo all’uso di siffatte sostanze, al processo (il secondo) avviato presso il tribunale di Alessandria, alla Regione Piemonte che non riesce più a decelerare il drammatico monitoraggio sanitario della popolazione: “pistola fumante” nelle cause di risarcimento per le Vittime, morti e ammalati.
 
Per mettervi sulla buona strada interventista, ha predicato l’Apostolo al discepolo Segretario, noi porremo da subito l’anticipo di un esubero di una trentina di persone tra Spinetta e Bollate. “Vi consulteremo nelle sedi preposte e voi datevi da fare nelle sedi opportune, non presentatela come un ricatto perché noi siamo guidati dai principi di dignità e empatia” (sic). In questa capacità di mettersi nei panni altrui, tipica della politica, c’è sempre un sindacato più empatico dell’omologo.  

Bonifica impossibile: Solvay inquina come prima, più di prima.

Solvay nel 2019 è stata condannata definitivamente dalla Cassazione a bonificare a Spinetta Marengo un mare di  cromo esavalente, pfas ecc.  Nel 2024 è di nuovo sotto  processo  per aver omesso la bonifica. Si difende dicendo che ci vogliono anni per farla. Avrebbe ragione, perché ci vogliono, ad esempio, non meno di quattro decenni per permettere a una falda acquifera contaminata di liberarsi dagli PFAS (sostanze perfluoro alchiliche), i contaminanti perenni e ubiquitari che hanno gravi conseguenze sulla salute umana e sull’ambiente. Ma avrebbe ragione se avesse smesso di inquinare, e invece inquina terreni, acque e atmosfera come prima e più di prima. Dunque ogni bonifica è impossibile  se non si fermano le produzioni. Inutile chiudere il tappo ad una vasca se si lascia il rubinetto aperto.  Bisogna chiudere, subito,  il “rubinetto” e, poi,  ci vogliono 40 anni per svuotare  la “vasca”.  
 
Un esempio ci viene dalla Carolina del Nord dove c’era un impianto di produzione di PFAS dell’azienda Fayetteville Works. I ricercatori dell’Università Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston hanno voluto verificare a che punto fossero le acque più profonde visto che, dal 2019, in teoria, la contaminazione è cessata. Per questo hanno raccolto una serie di campioni in due bacini vicini agli impianti e hanno messo a punto un modello per verificare non solo la situazione attuale, ma anche l’andamento della qualità delle acque nel tempo. Quindi hanno identificato e quantificato diversi tipi di PFAS e, in più, hanno utilizzato dei traccianti radioattivi che riescono a datare le acque, e hanno combinato i dati con quelli dei rilevamenti delle concentrazioni di PFAS in atmosfera, e con quelli della cinetica dei flussi delle acque. Così hanno ottenuto delle formule che permettono di stabilire quantitativamente e temporalmente la presenza di PFAS nelle acque. Come hanno poi riportato su Environmental Science & Technology, i risultati sono stati sconvolgenti, perché hanno mostrato che alcuni PFAS erano lì da almeno 43 anni, con concentrazioni pari a 229 e 498 nanogrammi per litro, mentre la soglia limite per l’acqua potabile per l’HFPO-DA stabilita dalla US Environmental Protection Agency (EPA) è di dieci nanogrammi per litro.

Piuttosto che chiudere, “inventa” filtri seta/cellulosa miracolosi per bere acqua senza Pfas.

Piuttosto che fermare le lucrose produzioni, e avviare la costosissima bonifica, cioè eliminare a monte l’ecocidio, Solvay preferirebbe tamponare a valle…  se qualcuno inventa un filtro da applicare ai rubinetti. Sarebbe una soluzione demenziale, anzi criminale. Perché, ammesso e non concesso di risolvere l’acqua  domestica peraltro a costi inusitati per i cittadini, resterebbe contaminato tutto l’ambiente e dunque avvelenata la catena alimentare da cui dipende la salute umana. Eppure Solvay ci sta pensando in alternativa ai filtri a carbone, di cui noi abbiamo documentato l’assurdità (clicca qui).
 
Ecco che verrebbe utile, almeno sul piano della distrazione propagandistica, lanciare l’Università di Alessandria, giustificando così i finanziamenti di cui gode da parte della multinazionale belga. Dovrebbe inventare una membrana tramite la proteina di cui è costituita la seta, la fibroina, unendola  alla cellulosa in forma cristalli nanometrici, creando appunto una pellicola con potere filtrante nei confronti in particolare dei PFAS: che possiedono una carica elettrica fatta apposta per attaccarsi ai filtri con carica opposta opportunamente un po’ potenziata. Favolosi filtri, detto per inciso, che dovrebbero poi essere bruciati negli inceneritori… ma l’università poi dovrebbe studiare filtri per inceneritori… e poi e poi all’infinito. Un business mondiale.
 
Ma ci sarebbe di più. Per risparmiare nell’uso domestico, potrebbe essere sufficiente la seta raccolta come scarto dalle lavorazioni industriali, mentre per un impiego più esteso si possono cercare proteine simili, ma disponibili in quantità più elevate. L’università candidata al nobel.

La carta da forno senza etichetta “PFAS FREE” è tossica e cancerogena.

I Pfas hanno la capacità di respingere l’acqua, il grasso e le alte temperature, quindi sono perfetti per creare nella carta da forno  quella comoda superficie antiaderente. Però, soprattutto quando riutilizzata o ad alte temperature, la carta fa diventare tossici e cancerogeni i cibi. Poi, tramite i  rifiuti diventa ulteriormente nociva nell’ambiente. Infatti, i Pfas sono definiti “forever chemicals”, sostanze eterne che si accumulano nell’organismo e si collegano  a gravi malattie che interessano il fegato, gli apparati riproduttivi, la tiroide, con anche possibili patologie tumorali e compromissione del sistema immunitario. 
 
Dunque. Consiglia l’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente (ISDE Italia): utilizzare carta da forno ecologica, cioè con etichetta “PFAS FREE”, esente da Pfas, ovvero tappetini garantiti riutilizzabili in silicone alimentare, o meglio ricorrere al tradizionali e gustosi metodi: un filo di olio d’oliva steso sulla teglia, magari con una manciata di farina, o foglie di vite o di cavolo, perfino di banano.

UE contro i cosmetici fuori legge per Pfas.

L’ispezione è stata condotta in 13 paesi europei, tra novembre 2023 e aprile2024, dall’Agenzia europea delle sostanze chimiche (Echa) su 4500 cosmetici, provenienti da vari venditori e a tutte le fasce di prezzo.
Oltre il 6% è risultato fuori legge come tossiche e cancerogene.  Le violazioni più frequenti hanno riguardato  eyeliner e matite labbra, in forma di matita o crayon,  balsami e maschere per capelli, quindi principalmente in prodotti da risciacquo. 
 
Le ispezioni sono state effettuate principalmente attraverso il controllo dell’elenco degli ingredienti, azione che può essere effettuata facilmente anche dai consumatori. L’elenco su Il Salvagente.

Veleni che arrivano nell’organismo dai contenitori tramite il cibo.

In merito alla contaminazione dei cibi a contatto con i contenitori, uno studio pubblicato sulla rivista del gruppo Nature Journal of Exposure Science & Environmental Epidemiology dalle ricercatrici e dai ricercatori della Food Packaging Forum Foundation di Zurigo, in Svizzera, fa il punto su quanto scoperto finora in cinque programmi di biomonitoraggio di popolazione, e sui dati contenuti in tre grandi database dedicati a ciò che accade nei campioni biologici di persone esposte a sostanze chimiche. 
 
Al di là dei numeri, ciò che emerge è la sorprendente quantità di sostanze chimiche a contatto con gli alimenti che entrano nel corpo umano, arrivando direttamente dagli alimenti: PFAS, bisfenoli,  ftalati, perclorati ecc.

Divieti di pesca in Svizzera causa Pfas.

In Ticino è da 10 anni che si controlla la presenza dei Pfas tossici e cancerogeni nei pesci dei laghi. E un ultimo studio effettuato per conto della Commissione internazionale per la protezione delle acque italo-svizzere,  ha evidenziato che la loro concentrazione negli agoni (21 microgrammi al chilo) è nettamente superiore ai limiti appena introdotti dall’ordinanza federale (2 microgrammi). Sono in corso da parte del Laboratorio cantonale analisi preposte a fissare un divieto di pesca dell’agone.
 
 C’é anche un’analisi nazionale, la quale afferma che i pesci, soprattutto quelli a monte della catena alimentare, come il coregone e il cavedano, accumulano  queste sostanze persistenti e bioaccumulabili  ad elevato livello di rischio per la salute. Tant’è che si rileva ancora una forte presenza di Pfos benché  sia stato limitato e vietato dal 2011 in Svizzera, ma anche in Europa. 

Papa e Onu: è genocidio.

“A detta di alcuni esperti, ciò che sta accadendo a Gaza ha le caratteristiche di un genocidio”, scrive il Papa in “La speranza non delude mai. Pellegrini verso un mondo migliore”, il libro in uscita per Piemme in occasione del Giubileo 2025.  La frase coincide quasi precisamente con quella utilizzata dalla Commissione speciale dell’Onu in una relazione che presentata al Palazzo di vetro: i sistemi di guerra israeliani contro i palestinesi sono “coerenti con le caratteristiche del genocidio”.

Marco Rubio un disastroso Segretario di Stato.

L’unica area in cui potrebbe esserci qualche speranza è di porre fine alla guerra in Ucraina, dove Rubio si è avvicinato alla posizione di Trump. Ma in tutti gli altri punti caldi del mondo, è probabile che Rubio renda i conflitti ancora più accesi o ne dia inizio a nuovi:
 
1.       La sua ossessione per il cambio di regime a Cuba affonderà ogni possibilità di migliori relazioni con l’isola.
2.       Applicare il suo modello anti-Cuba al resto dell’America Latina renderà nemici molti dei vicinUSA.
3.        Crede che gli Stati Uniti e Israele non possano sbagliare e che Dio abbia dato la Palestina a Israele.
4.       La sua profonda inimicizia verso l’Iran alimenterà la guerra di Israele contro i suoi vicini e potrebbe portare a una guerra con l’Iran.
5.       È debitore dei grandi capitali, dall’industria delle armi alla lobby israeliana.
6.        È così ostile nei confronti della Cina che la Cina lo ha sanzionato due volte.
7.       Sa che le sanzioni sono una trappola, ma non sa come uscirne.
8.        Vuole reprimere la libertà di parola negli Stati Uniti.
 
Clicca qui commentatori su OtherNews.

Verso la guerra atomica: dove in Italia.

L’Ucraina ha “capacità a lungo raggio e useremo tutto questo”, ha esultato il presidente Volodymyr Zelensky. Lanciati i Missili Atacms sul Bryansk. Ma il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, dal G20 di Rio de Janeiro, ha affermato che si è trattato in sostanza di un attacco diretto americano, e questo fa fare al conflitto un salto “qualitativo”. “E’ impossibile usare questi missili ad alta tecnologia senza gli americani e riteniamo che non un singolo Atacms possa essere usato senza la partecipazione di specialisti statunitensi, reagiremo in modo appropriato”, ha avvertito il capo della diplomazia russa. Che poi ha detto di sperare che in Occidente venga letta la nuova dottrina nucleare russa. Continua qui.
 
Dove avverrebbe l’attacco russo in Italia: le 120 strutture della Nato, gestite dagli Stati Uniti o controllate dall’Italia ma in cui operano anche militari statunitensi, nonchè le altre 20 basi segrete statunitensi. Clicca qui
 
Meloni ha applaudito il via libera di Biden di colpire il territorio russo. 

Dissesto idrogeologico e aiuti agli alluvionati. A chi il merito.

Una prevedibile grande protesta. La maggioranza degli elettori dell’Emilia Romagna, post alluvioni, non va a votare. Gli alluvionati hanno penalizzato di più il governo centrodestra nazionale rispetto al governo di centrosinistra regionale. In attesa della prossima alluvione: “patto repubblicano” tra il neo governatore De Pascale e la neo premier Meloni.

Biden autorizza missili Nato sulla Russia.

22 miliardi di euro italiani per cacciabombardieri in cinque mesi. Meloni giustifica di aver sottratto fondi a istruzione, sanità e ambiente, per destinarli a spese militari necessarie perché… la Russia potrebbe attaccare e conquistare l’Europa. Bastano i seguenti numeri per rispondere alla falsità.
 
Nel 2023, la spesa militare totale della NATO ha raggiunto circa 1.341 miliardi di dollari, rappresentando circa il 55% della spesa militare globale, che ammonta a 2.443 miliardi di dollari. Per quanto riguarda la Russia, nel 2023 la spesa militare è stata di circa 109 miliardi di dollari, che corrisponde al 4,5% della spesa militare mondiale. La Nato è 12 volte superiore militarmente rispetto alla Russia.
 
Cicca qui Peacelink.
 
Conte al vetriolo: “Meloni guerrafondaia, ci porterà ad un scontro nucleare”. Voto favorevole del Partito Democratico.

Presto per attribuire… il premio Nobel per la pace a Trump.

I precedenti di Donald Trump nel primo mandato della sua presidenza (2017-2021)
 
Ritiro degli Stati Uniti dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (UNESCO);
minacce contro gli stati membri che hanno votato a favore di risoluzioni anti-israeliane;
tagli ai fondi destinati a un’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, fondata 72 anni fa;
ritiro dall’accordo di Parigi del 2016 sui cambiamenti climatici, definiti una bufala;
 minaccia di “distruggere totalmente” uno stato membro delle Nazioni Unite, la Corea del Nord;
riduzione del  bilancio annuale delle Nazioni Unite di 285 milioni di dollari per il 2018-2019;
tentativo di  far saltare l’accordo nucleare iraniano del 2015.
 
Le promesse elettorali
Ritiro  dal trattato di Parigi sul clima;
drastico taglio del sostegno alla guerra in Ucraina;
definizione dell’ONU come un’istituzione corrotta, defunta e paralizzata;
notevole indebolimento delle Nazioni Unite e delle sue agenzie;
seguendo l’esempio di Israele, taglio di  tutti gli aiuti all’UNRWA nelle attuali terribili condizioni di Gaza;
opposizione anche al più piccolo collegamento con la Palestina;
forte sostegno filo-israeliano;
confronto bellicoso con l’Iran.

Mattarella “non conosce” l’art. 74 della Costituzione.

Sergio Mattarella: “Ho adottato decisioni che non condivido, è capitato più volte, il presidente promulga leggi ed emana decreti, ma ha delle regole che deve rispettare. Più volte ho promulgato leggi che non condivido, che ritenevo sbagliate e inopportune. Ma erano state votate dal Parlamento e io ho il dovere di promulgare a meno che non siano evidenti incostituzionalità. Ogni tanto sentirete appelli al Presidente della Repubblica ‘non firmi questa legge perché è sbagliata’ oppure ‘l’ha firmata vuole dire che la condivide’: sbagliano entrambi”.
 
Mattarella avrebbe invece la facoltà di bloccare, almeno provvisoriamente, provvedimenti che ritiene sbagliati, rinviandoli alle Camere per una revisione delle stesse, in seguito alla quale possono venire approvati degli emendamenti che gli darebbero – in teoria – la facoltà di continuare a non firmare. Questa attribuzione gli deriva dall’articolo settantaquattro che recita testualmente: «Il Presidente della Repubblica, prima di promulgare la legge, può con messaggio motivato alle Camere [cfr. art. 87 c.2] chiedere una nuova deliberazione. Se le Camere approvano nuovamente la legge, questa deve essere promulgata».

Alla cortese attenzione di Schillaci.

In attesa della (scontata) approvazione di Elon Musk, messaggio al ministro della Salute Orazio Schillaci da parte di Robert Kennedy Jr, nuovo ministro della Salute Usa: Hiv non è causa Aids. I vaccini causano autismo. Ivermectina e idrossiclorochina contro il Covid. Ma anche promozione del consumo di latte crudo, nonostante i rischi di aviaria, e guerra alle scie chimiche. Kennedy Jr ha già annunciato la volontà di licenziare… Continua Robert Kennedy Jr, nuovo ministro della Salute: “Hiv non è causa di Aids, vaccini causano autismo, ivermectina e idrossiclorochina contro il Covid”