L’assorbimento dei POPS (inquinanti persistenti non biodegradabili ) comincia per il bambino già nel ventre materno, e prosegue dopo la nascita ed oltre l’adolescenza, con effetti tanto più devastanti quanto più l’organismo è in via di sviluppo: sistemi nervosi e endocrini ecc. Le associazioni locali dei genitori hanno raccolto migliaia di firme. 350 Organizzazioni di 90 paesi (40milioni di sanitari) accusano di morte e malattie gli inceneritori. Clicca qui l’appello alla lotta.
Categoria: Inceneritori
Mantova, 100mila tonnellate di rifiuti che minacciano la salute, le falde e il lago.

Il primo obiettivo era fare l’inceneritore, con il quale poi convertire lo stabilimento e cambiare il fine ultimo della fabbrica. Dopo il no della conferenza di servizi provinciale, l’affare è saltato e le tonnellate di cadmio e arsenico e solventi e piombo sono rimaste lì”. Clicca qui Pietro Mecarozzi.
Climate Camp blocca l’inceneritore di Fusina.

Clicca qui il comunicato stampa del Comitato Opzione Zero – Assemblea permanente contro il rischio chimico Marghera.
La Regione Toscana non molla sull’inceneritore.
Dopo la bocciatura del Consiglio di Stato al “termovalorizzatore” di Sesto Fiorentino (FI), grazie alle lotte del Comitato contro l’inceneritore, la Regione Toscana non molla l’osso e tenta un inceneritore a Collesalvetti (LI). Continua.
A Capannori nuovo piano regionale sui rifiuti.
Assemblea dei Movimenti, delle Associazioni e dei Comitati no inceneritori, no discariche, verso rifiuti zero. Clicca qui.
Mobilitazione No inceneritori e discariche verso Rifiuti Zero.
Verso un progetto alternativo e una manifestazione a Livorno. Clicca qui il Coordinamento Comitati per la Salute della Piana di Prato e Pistoia.
Il costo che la Terra sostiene a causa dell’inquinamento atmosferico derivante dalla combustione di combustibili fossili.

E le soluzioni. Clicca qui il rapporto Greenpeace Southeast Asia e CREA (Centre for Research on Energy and Clean Air). Per l’Italia si stimano ogni anno di circa 56mila morti premature .
No inceneritore a Fusina.
Assemblea a Mestre il 4 febbraio.
La raccolta differenziata di plastica va all’inceneritore.
Il caso Parma-Pizzarotti riaccende i riflettori su limiti e inganni dell’industria del riciclo che si presenta come “green“. In Italia viene avviato al riciclo il 51% della plastica che i cittadini raccolgono. La raccolta dei Comuni è scorretta. Non tutte le plastiche sono riciclabili. Obbiettivi: aumentare l’efficienza della filiera del riciclo e soprattutto ridurre il consumo di plastica. Clicca qui Luisiana Gaita.
Parte il processo PFAS contro Miteni e rimbomba per Solvay in Alessandria, tra mancate bonifiche, possibili inceneritori, allarmi per alimenti e contenitori, licenziamenti e omertà sindacali. Allarme nazionale.
Alla vigilia del processo PFOA contro la Miteni di Trissino (11 novembre),
dopo le critiche del “Movimento di lotta per la salute Maccacaro” nella costituzione delle Vittime parti civili nel procedimento penale e il sopraggiungere di nuove testimonianze: clicca qui,
si infittisce la polemica in merito alla bonifica, questione che sarà centrale nel corso del processo: clicca qui.
All’orizzonte della bonifica compare addirittura un inceneritore che la società Ecoprogetto Venezia intende realizzare anche a quello scopo nel sito di Fusina-Venezia: clicca qui.
D’altronde, quando si parla di Pfas si intende anche il C6O4 (Pfas a catena più corta) anche esso trovato nel sangue. A sua volta, l’Istituto superiore di sanità ISS ha divulgato i dati che dentro il corpo dei bambini stanno arrivando “dosi settimanali” di Pfoa, segno che il veleno bioaccumulabile viene assunto tanto negli alimenti che dalle confezioni degli alimenti. L’allarme dunque è nazionale: clicca qui.
L’attenzione dunque si sposta di nuovo sulla Solvay di Spinetta Marengo dove il C6O4 ha sostituito il Pfoa, per anni scaricato in Bormida/Tanaro/Po.
Ebbene, ad Alessandria Solvay ha contemporaneamente inaugurato un nuovo impianto e annunciato che intende aumentare del 30% la capacità produttiva di fluoroelastomeri, cioè il Tecnoflon, perciò estendere la produzione e l’uso di C6O4: clicca qui l’autorizzazione AIA Autorizzazione Integrata Ambientale chiesta alla Provincia,
e contemporaneamente ha annunciato la procedura di licenziamento per 28 persone.
Insomma si offre ai sindacati di convertire i licenziamenti in prepensionamenti in cambio di continuare come struzzi a non sollevare problemi insormontabili sull’utilizzo del C6O4: emissioni in atmosfera, emissione di liquidi e reflui, e relativi effetti sulla salute di lavoratori e cittadini.
Per quanto riguarda liquidi e reflui, altra coincidenza, la notizia di un inceneritore (tra Alessandria e Asti) grazie ad un colossale finanziamento regionale ad una società mista pubblico-privata. Coincidenza, solo temporale? con l’inceneritore veneto?
Il tutto sta avvenendo coperto dal massimo silenzio delle Istituzioni e dei Sindacati. Silenzio che rompiamo.
DOCUMENTO TRASMESSO A TUTTI GLI ORGANI DI INFORMAZIONE DAL “MOVIMENTO DI LOTTA PER LA SALUTE MACCACARO”
“Risorgimento Vallebormida”. Avviso ai naviganti. Né Nimby né Oinby.

Talvolta i Comitati ambientalisti soffrono di una delle due sindromi. Per la NIMBY Not In My Back Yard, lett. “Non nel mio cortile”, il Comitato vuole impedire a casa propria ad es. l’inceneritore ed è indifferente se esso viene rifilato ad un altro cortile. Per la OIMBY “Solo io nel mio cortile”, il Comitato vuole fare da solo ed evita alleanze con altri Comitati come fossero interferenze. Il “Movimento di lotta per la salute Maccacaro”, che gestisce il Sito “Rete ambientalista. Movimenti di lotta per la salute l’ambiente la pace e la nonviolenza”, non ammette orticelli. Ad esempio, ritiene che la valle del Bormida e affluenti da tutelare inizi alle sorgenti e duri fino alla confluenza con il Tanaro, anzi oltre. Dunque ritiene che la rinascita della Valle Bormida non possa che passare dall’unità delle lotte di Cengio, Acqui Terme, Sezzadio, Spinetta Marengo eccetera. Non a caso titoliamo queste lotte sotto la dizione “Risorgimento Vallebormida”.

Neoplasie e termocombustore di Acea a San Vittore di Frosinone, gemellino di Acerra.
Secondo la denuncia alla Procura dell’associazione “Fare Verde”, la consistente diffusione di neoplasie nella zona, potrebbe essere ricondotta alle emissioni nocive in acqua, aria e suolo. Dallo studio dei medici dell’ospedale Regina Elena di Roma, risulterebbe, tra la popolazione che vive nell’area, un alto indice di incidenza tumorale alle vie respiratorie e al sistema digerente. Una relazione dell’Ispra (l’Istituto superiore per la ricerca ambientale) sul biennio 2014/2015 anni in cui tale inceneritore, non ha bruciato soltanto rifiuti solidi urbani, ma anche materiali “altri”, che hanno prodotto ceneri pericolose finite anche su Ferentino e Patrica, a oltre 70 km di distanza. Il tutto si accompagnerebbe a numerose e gravi irregolarità inerenti l’ iter autorizzativo.
La rinascita della Valbormida ve la porta Eni/Syndial.
Da mesi annunciato da una campagna tambureggiante su giornali e tv https://youtu.be/OxYvDXyc5_U , a Cengio l’Eni/Syndial propone di realizzare l’impianto Waste to Fuel (W2F): un processo rivoluzionario (termoliquefazione) che permette di trasformare la frazione umida dei rifiuti solidi urbani (l’organico) in bio-olio, che si può impiegare direttamente come oliocombustibile oppure raffinare come biocarburanti per automobili. Clicca qui.
Assemblea pubblica no raddoppio inceneritore a San Zeno.

No inceneritore Case Passerini Firenze.
Depositata nei consigli regionale e comunale una mozione per chiedere l’immediato stralcio dell’inceneritore dal piano regionale rifiuti. Clicca qui.
Gli inceneritori costano tre volte il riciclo e danno lavoro ad un quarto degli addetti.
Clicca qui il rapporto scientifico che stronca la tecnologia.
Perché Brescia detiene il record di PM10.
Perché “ospita” il mega inceneritore e l’unica centrale a carbone operante in un grande centro urbano. Clicca qui Marino Ruzzenenti che sbugiarda le frottole raccontate da A2A e dall’Amministrazione comunale. La beffa per i bresciani è doppia: diventati bravi nel fare la raccolta differenziata (70%), , subiscono lo scorno che i minori rifiuti da smaltire vengono sostituiti da rifiuti speciali importati e più inquinati, procurando maggiori profitti drogati alla monopolistica A2A, cioè agli azionisti privati.
Le realtà autoconvocate a Trebisacce (CS) per le urgenze ambientali della Calabria.
E’ diventata la pattumiera d’Italia e, nel contempo, territorio vergine da sfruttare e conquistare (trivelle, discariche, inceneritori, grandi impianti inutili e dannosi, ecc.). A fare cassa i soliti gruppi nazionali ed internazionali (Astaldi, Impregilo, Cmc, Eni, Total, ecc.); a farne le spese l’intera comunità calabrese e, tra essa, le fasce sociali povere e precarie. (continua)
Serve l’economia eco-circolare, altro che inceneritori e biodigestori.
Clicca qui la video-intervista di Massimo Piras, coordinatore nazionale del Movimento Legge Rifiuti Zero per l’Economia Circolare.
Vergognosa bagarre: “fermiamo i roghi tossici con gli inceneritori dei rifiuti urbani”.
La lobby politico mafiosa dei rifiuti cerca di alimentare il proprio business. Innanzitutto i roghi tossici sono alimentati da rifiuti industriali e non da rifiuti urbani (continua)
Da tempo non si vedeva una campagna propagandistica pro-incenerimento su così larga scala.
Qualche dato sugli inceneritori: clicca qui Agostino Di Ciaula, direttore scientifico di ISDE Italia.
Campagna contro l’incenerimento in tutta Europa.
Raccolta fondi per coprire le spese legali e le trasferte necessarie per il ricorso alla Corte europea di Lussemburgo: clicca qui.
No all’inceneritore della Valle del Serchio.
Per revocare il Decreto attuativo dello “Sblocca Italia” per vecchi e nuovi inceneritori.
Dobbiamo fare molto di più. Clicca qui la petizione.
I Comitati manifestano contro l’ennesimo inceneritore. A Bari. Business cinese da 20 milioni.
Primo al mondo, con un processo di ossicombustione senza fiamma (e senza inquinamento: secondo Ansaldo) trasformerebbe in perle vetrose, da impiegare in edilizia, 117mila tonnellate annue di rifiuti speciali e pericolosi. Otto Comuni invece rivendicano la raccolta differenziata.
Clicca qui Maria Cristina Fraddosio.
Forum Rifiuti Zero del Veneto per il riciclo totale, contro ogni incenerimento.
Incontro pubblico il 9 giugno a Padova sulla proposta di Piano/legge “Veneto verso Riciclo Totale – Rifiuti Zero” con la relazione introduttiva di Nicola Longo, coordina Michele Boato. (clicca qui)
Campagna “Sblocca Italia Gameover” per la liberazione dagli inceneritori.
Clicca qui Massimo Piras Coordinatore nazionale del Movimento Legge Rifiuti Zero per l’Economia Circolare
Clicca qui la Mozione al parlamento italiano ed europeo volta a stabilire per tutti i paesi dell’U.E. il ruolo prevalente del riutilizzo e del riciclaggio con recupero di materia rispetto all’incenerimento.
Per aumentare l’occupazione ci vuole una rivoluzione ecologica.
Ecologia e occupazione non sono esigenze antitetiche. Partire da acqua ed energia. Tav e inceneritori sono sprechi. Clicca qui Maurizio Pallante, teorico della “decrescita felice”.
La Valle Scrivia contro il “biodigestore”.
Forum Rifiuti Zero del Veneto.
Per il riciclo riuso totale, contro ogni incenerimento. Tre incontri pubblici a Padova: clicca qui.
Pubblicità elettorale ambientalista.
Daniele Borioli è candidato PD al Senato. Ottimi motivi per non votarlo: è strenuo avversario dei No Tav e degli antinuclearisti, nonché ostinato sostenitore degli inceneritori. Numerosi episodi del suo infausto carrierismo politico si trovano documentati sia sul primo che sul secondo volume di “L’avventurosa storia del giornalismo di Lino Balza”.
Riaffermiamo la centralità dei territori.
Il business dei rifiuti tossici della Solvay.
Guadagna due volte: vende il bicarbonato “vergine” agli inceneritori, e lo riprende inquinato. Presenta un progetto di raddoppio dell’impianto per trattamento dei prodotti sodici derivanti dal trattamento dei fumi degli inceneritori, delle centrali elettriche a carbone, degli impianti siderurgici e di altre attività ad elevato impatto. La Sezione di Medicina democratica di Livorno chiede la Valutazione di impatto ambientale: “I rifiuti contengono elevate contaminazioni di metalli pesanti e microinquinanti organici (tra cui possibili diossine e furani), nel caso dei residui delle centrali a carbone e degli inceneritori con il rischio di singole partite con radioattività” (continua)
Gli inceneritori nuocciono alla salute?
Indagine sulla salute dei residenti in relazione all’esposizione alle principali fonti di inquinamento atmosferico realizzata dal Cnr. Conclusioni? Gli inceneritori nuocciono alla salute. Clicca qui
In Puglia un impianto di co-incenerimento
che ha ottenuto l’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) per un impianto di ossicombustione che potrà bruciare i rifiuti -pericolosi e non- provenienti dall’impianto di bio-stabilizzazione di AMIU Bari. Allarme (continua)
Bloccato dal Presidio il trasporto eccezionale con le nuove parti meccaniche per gli inceneritori di Colleferro.
All’assemblea del Presidio, oltre ai sindaci di Colleferro, Paliano e Genazzano, si sono poi aggiunti i primi cittadini di Valmontone, Piglio e Serrone, i consiglieri di Segni e Ferentino. Clicca qui.
Forum Rifiuti Zero del Veneto per il riciclo totale, contro ogni incenerimento.
15 dicembre 2017, alle ore 17.30, presso i Beati costruttori di Pace, a Padova in via Da Tempo 2 (Stanga). Il Forum è il referente per il Veneto della campagna nazionale contro gli incentivi all’incenerimento (anche nelle centrali a biomasse e nei cementifici); da collegare a quella per far abolire l’art.35 del decreto “Sblocca Italia” (continua)
Avvio della Campagna nazionale CAMBIAMO L’ARIA.
Fanghi industriali usati come fertilizzanti.
Il sospetto viene a veder circolare tante autobotti in orari strani, che sversano liquidi che non puzzano di letame. E’ una certezza in Calabria: la ’ndrangheta del clan dei Piromalli di Gioia Tauro in complicità con istituzioni e imprenditori gestisce lo smaltimento rifiuti (inceneritore) e la depurazione delle acque.
Il traffico di rifiuti cambia rotta: da Sud a Nord per seppellirli o bruciarli. Coinvolti i dirigenti dei colossi Hera, A2A Ambiente e Aral.
Inchiesta dei carabinieri del Noe di Milano con la Direzione distrettuale antimafia di Brescia. Per la prima volta emerge che un flusso di immondizia smaltita illegalmente arriva da Campania e Lazio per finire non trattata anzi interrata o bruciata in Piemonte e Lombardia. Traffico illecito e associazione a delinquere finalizzata al traffico di rifiuti. Indagate 26 persone dei colossi Herambiente (gruppo Hera) e A2A Ambiente e della Aral di proprietà dei Comuni della provincia di Alessandria. La custodia cautelare è subito scattata per l’imprenditore lombardo dei rifiuti Paolo Bonacina e per il responsabile tecnico di Aral, Giuseppe Esposito. Ma l’inchiesta è destinata ad allargarsi. Bonacina era il fulcro del sistema che ha fruttato almeno 10 milioni di euro, coinvolgendo sindaci, intermediari, responsabili commerciali, trasportatori, gestori di inceneritori e discariche, nonché provocando inquinamento ambientale, alterazione del mercato, danni alle casse pubbliche.
Clicca qui tutti i particolari nel servizio di Veronica Ulivieri.
Tra le ripercussioni, per lo stop dei conferimenti all’impianto di smaltimento Aral di Castelceriolo: allarme emergenza rifiuti per 148 Comuni della provincia di Alessandria. Dove si è già dimesso l’indagato presidente-direttore Aral, Fulvio De Lucchi, “l’uomo banda”. Chieste anche le dimissioni da consigliere e capogruppo PD dell’ex sindaca di Alessandria (non rieletta il mese scorso) Rita Rossa, essendo il marito Ezio Guerci (già vicesindaco) indagato per aver ricevuto mazzetta (un Suv) quale “consulente” Aral, A2a e inceneritore di Acerra. Il “conflitto di interessi” era determinato dal fatto che Aral è posseduta al 93,52% dal Comune di Alessandria. Il Comune ora rischia un secondo dissesto.
Le complicità del Comune per l’inceneritore di Cremona.
Il Circolo “AmbienteScienze” con le altre associazioni ha condotto una dura battaglia, perdendola, perché si chiudesse in tempi brevi e certi l’inceneritore. Ora è fallita anche l’ingenua e debolissima richiesta dell’Amministrazione comunale di anticipare al 2024.
Clicca qui un commento di Benito Fiori
Tutta la Valle Scrivia contro il biodigestore di Isola del Cantone (Genova).
Gli amministratori dei paesi alessandrini con gli ambientalisti liguri contrari all’impianto di trattamento rifiuti di 33mila tonnellate l’anno in riva agli acquedotti dello Scrivia. Medicina democratica presente con Carmelo Ciniglio, presidente dell’Osservatorio ambientale di Tortona.
Clicca qui Giampiero Carbone “Tredici sindaci della Valle Scrivia con i colleghi liguri alla manifestazione di protesta”.
Tera e Aqua: il No ambientalista, in marcia a difendere la foresta del Cansiglio.
Se clicchi qui: ecco Tera e Aqua di novembre 2016 con:
– un ottimo intervento di Enzo Di Salvatore (Coord.naz No Triv) sul nostro NO ambientalista al Referendum e uno di Francuccio Gesualdi (C.Nuovo Mod.di Sviluppo) sui motivi politici (la “crescita”) della Riforma costituzionale.
– Marcia della Palantina in Cansiglio domenica 13 novembre,
– Gaia Fiera del 24 e 25 ottobre,
– No Gpl a Chioggia e inceneritori a Marghera e Monselice,
– La soluzione alle Grandi Navi in bocca di porto del Lido.
Assalto all’ambiente. Trivelle e inceneritori, Parchi addio.
Il Tar del Lazio respinge i ricorsi contro l’uso dell’airgum (dannosa tecnica di ispezione dei fondali marini) e dal ministero arriva una ondata di pareri positivi. Clicca qui Virginia Della Sala.
Clicca qui Il Fatto Quotidiano “Rifiuti, gli otto inceneritori sono ufficiali: così il governo ha scavalcato le Regioni”.
Le Associazioni ambientaliste si schierano: la riforma rischia di svendere i parchi. Clicca qui Giovanna Borrelli.
Tera e Aqua con il No ambientalista.
Se clicchi qui: Tera e Aqua di ottobre-novembre 2016 con un ottimo intervento di Enzo Di Salvatore (Coord.naz No Triv) sul nostro NO ambientalista al Referendum e uno di Francuccio Gesualdi (C.Nuovo Mod.di Sviluppo) sui motivi politico-economici (la “crescita”) della Riforma costituzionale. Poi Cansiglio (13.11), Gaia Fiera (24 e 25 .10 scorsi) No Gpl a Chioggia e inceneritori a Marghera e Monselice, la soluzione alle Grandi Navi in bocca di porto del Lido, ecc.
Impianto di riciclo carta a fianco di Santa Croce a Bosco Marengo.
Rischi di incendi per il complesso monumentale protetto dal FAI.
Clicca qui Giampiero Carbone “Allarme in paese. La cartiera vuole trattare i suoi rifiuti accanto al sito”
Trecentomila firme raccolte per i referendum sociali.
Ne servono altre 200 mila per far sì che nella primavera prossima i cittadini e le cittadine italiane possano esprimersi su temi cruciali come scuola, ambiente e beni comuni (per abrogare gli aspetti peggiori della legge 107 la cattiva scuola di Renzi, per bloccare il piano nazionale che prevede la costruzione di altri 15 inceneritori, per evitare la concessione di nuove trivellazioni in mare o in terra, per contrastare la direttiva ministeriale di privatizzazione dei servizi pubblici). Giugno è l’ultimo mese di raccolta: ai banchetti e presso i municipi.
No a inceneritori e impianti di pirolisi per il recupero dei materiali da rifiuti.
Il documento redatto da Carmelo Ciniglio, presidente dell’Osservatorio ambientale di Tortona.
Clicca qui “L’Osservatorio chiede il veto a inceneritori e pirolisi”
Puoi leggere “Tera e Aqua” febbraio – marzo.
cliccando qui
Assemblea nazionale contro le devastazioni ambientali e sociali.
Movimenti/comitati/associazioni che si occupano di ambiente e di territorio e che stanno combattendo le scelte che il Governo vuole imporre ai territori in tutte le regioni italiane, dagli inceneritori alle trivelle, dalla TAV ai grandi elettrodotti, in generale, quelle grandi opere che devastano l’ambiente e uccidono la democrazia e la partecipazione.
Clicca qui.