Un Paese fatto a pezzi in nome dell’autonomia differenziata. L’addendum ecologico.

Le “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario” approvate definitivamente alla Camera trasferiscono anche la competenza sulla tutela degli ecosistemi. La legge prevede che anche per la tutela degli ecosistemi dovranno essere fissati dei Livelli essenziali delle prestazioni. Un meccanismo fatale, denuncia il prof. Paolo Pileri…
 

Record storico di 120 milioni di rifugiati.

Il numero delle persone in fuga nel mondo sono quest’anno 120 milioni, nuova cifra record.

È la conseguenza del mancato mantenimento della pace e dell’assenza di sicurezza in tantissimi Paesi. È quanto emerge dal nuovo rapporto Global Trends dell’Unhcr, Agenzia Onu per i rifugiati, diffuso alla vigilia della Giornata mondiale del rifugiato. In un comunicato, l’Unhcr sottolinea che “nonostante una narrativa dai toni spesso emergenziali e che tende a sovrastimare la portata reale dei flussi verso l’Italia e l’Europa, il 75% dei rifugiati viene accolto nei Paesi a basso e medio reddito. Lo scorso anno, sono state poco meno di 160mila le persone sbarcate sulle coste italiane”.

I paperoni e i paperini.

Poco meno di 50.000 persone in Italia (lo 0,1% degli italiani più ricchi) possiedono una ricchezza tre volte superiore a quella dei 25 milioni di italiani più poveri. 

Diverse fonti autorevoli confermano questa disparità preoccupante. Clicca qui. Le analisi e i dati di organizzazioni come Oxfam Italia e il Manifesto degli Economisti offrono un quadro preoccupante e sottolineano l’urgenza di politiche volte a ridurre le diseguaglianze e garantire una maggiore equità sociale.

La disuguaglianza in Italia rimane una realtà drammatica, con un divario sempre più ampio tra i più ricchi e i più poveri.

La povertà è ai massimi storici.

Il Report statistico Povertà 2024 della Caritas, incontrate e supportate 269.689 persone, registra che in Italia nel 2023 la povertà è ai massimi storici: dal 2019 il numero delle persone che bussano a parrocchie e diocesi in cerca di aiuto è esploso: l’aumento in quattro anni è stato del 40,7%sul 2019, gli Isee familiari medi degli assistiti sono di 4.316 euro, poco più di 350 euro al mese, due persone su tre sono genitori e le famiglie con figli minori sono quasi 151 mila, il 55,9% del totale. “Sono proprio i bambini sino a 3 anni a registrare l’incidenza più alta di povertà assoluta, pari al 14,7% a fronte del 9,8% della popolazione complessiva. Praticamente oggi, più di un bambino su 7 sino a 3 anni è povero in termini assoluti e lo sono ovviamente anche i suoi genitori. Nascere e crescere in una famiglia povera può essere il preludio di un futuro e di una vita connotata nella sua interezza da stati di deprivazione e povertà, anche in virtù del nesso che esiste tra povertà economica e povertà educativa”, osserva la Caritas.

Situazione in Italia secondo Unicef: 1,4 milioni di bambini e adolescenti in povertà assoluta. Clicca qui.

Un mondo di sfollati.

120 milioni di persone sono rimaste senza casa. I dati Unhcr 2024 sulle migrazioni.
 
Fuggono per il clima o per le guerre. Più spesso, per il clima e le guerre insieme. Ma lungi dal riversarsi in massa nel ricco ‘Occidente’, anche se sono sempre di più, quasi sempre sfollano all’interno del proprio Paese o nei Paesi vicini, anch’essi a basso o medio reddito. E quando possono, se possono, tornano a casa, che è ciò che desiderano di più. È la fotografia fatta da Global Trends 2024, ultimo rapporto dell’Unhcr, Agenzia Onu per i Rifugiati.
 
(Continua a leggere)

Biancaneve e i 6 nani.

Sedicenti  “I 7 Grandi”.

Da sinistra verso destra: Scholz (ha appena perso le elezioni), Trudeau (risultati più bassi degli ultimi anni, non sarà rieletto), Macron (ha appena perso le elezioni, non sarà rieletto presidente), Biden (non sarà rieletto), Kishida (indice di gradimento in calo), Sunak (perderà a breve le elezioni).

Mentre a Brindisi  i G7 brindano, gli  attivisti pacifisti  protestano con un cavallo di Troia  anti G7, confidando che nella sua pancia esca fuori Papa Francesco.

Il G7 visto da Pechino.

Nella vignetta di Bantonglaoatang ripresa al Global Times, organo di propaganda del Pcc, si vedono i membri del summit protagonisti di una versione rivista dell’Ultima Cena di Leonardo con teste di animale che si spartiscono una torta a forma di mappa cinese. In alto la scritta: “Così possiamo ancora governare il mondo”. Si vede un’aquila che indossa una bombetta con sopra una bandiera americana e stampa moneta da una piccola macchina che produce banconote, ma con un rotolo di carta igienica, e un debito che sale da 2mila a 8mila miliardi di dollari. Tra gli animali intorno  ci sono il leone britannico , il castoro canadese, lupo italiano…
 
L’immagine, che è diventata virale sui social cinesi, dipinge le sette potenze come un gruppo di affamati sfruttatori pronti a fiondarsi su tutto ciò che può generare profitto per loro, colpendo coloro che ritengono propri nemici sotto la guida degli Stati Unitiprincipale competitor internazionale di Pechino, avvertendo: “Sono finiti i tempi in cui era un ristretto numero di Paesi a governare il mondo”.
 

Lula sferza i leader del G7: mentre banchettano aumenta la fame nel mondo.

Voce fuori dal coro al G7 quella di Lula Da Silva, il presidente del Brasile: è urgente la necessità di aiutare i più bisognosi, in particolare quelli affamati e dimenticati dai leader del G7. La sua proposta di creare una task force per combattere la fame nel mondo è un passo importante verso una maggiore giustizia e solidarietà globale.
 
E’ ora di tassare i super ricchi per finanziare questi sforzi.  Occorre agire subito perché per la prima volta in questo secolo la fame, invece di arretrare, avanza. E questo spiega perché tanti migranti affrontino la morte in mare piuttosto che rassegnarsi a una vita priva di futuro. Occorre agire energicamente e non solo attraverso soffici discorsi di circostanza sulla lotta alla fame, fra un buffet e l’altro, nel chiacchiericcio da salotto sulle smorfie e i sorrisi di circostanza dei grandi della Terra nei resort di lusso o asserragliati nel castello svevo di Brindisi a brindare, protetti dai cecchini appostati sui tetti.
 
Tassare i super ricchi è dunque la cosa giusta da fare oggi. Ma proprio oggi Biden volerà negli Stati Uniti dai super ricchi per farsi finanziare la campagna elettorale e spedire armi per far massacrare gli ucraini. 

Un G7 dove cresce la violenza mafiosa, la Cnn stronca la scelta della Puglia.

Reportage alla vigilia del vertice dei leader mondiali: “La violenza di tipo mafioso è in aumento nella stessa regione italiana dove i leader del G7 si incontreranno”. 
 
Tutta la gestione economica del G7 di Puglia a partire da Borgo Egnazia è dentro un sistema economico/politico affaristico, oggi legato mani e piedi al Governo Meloni.

Contro Forum G7 in Puglia.

La Puglia per un mondo di pace e giustizia. È questo lo slogan scelto dal Comitato promotore del Contro Forum G7 che ha organizzato per venerdì 14 giugno una conferenza stampa presso il municipio di Fasano con a seguire una manifestazione. 
Conferenza stampa venerdì 14 giugno a partire dalle ore 16.30 presso la Sala di Rappresentanza del municipio di Fasano. A seguire, concentramento alle ore 18 in Largo Martinelli.  la manifestazione che si concluderà in Parco delle Rimembranze/Via Collodi con i comizi conclusivi.
Comitato promotore del Contro Forum G7: ANPI, ARCI, CGIL, Comitato Io Accolgo Puglia, Libera, Forum del Terzo Settore, Greenaccord, Legambiente, Link, Missionari Comboniani, Movimento Nonviolento, Rete dei Comitati per la Pace di Puglia, Pax Christi, Peacelink, Radici Future, Rete degli Studenti Medi, Rete della Conoscenza, Unione degli Studenti, Unione degli Universitari, Un Ponte Per, S.Confin.Arti.
Clicca qui Laura Tussi.

E’ l’economia che “costringe” gli Stati alle guerre.

Assai più delle religioni e delle ideologie, o delle ambizioni personali, o dell’odio-essenza-umana (Cioran), è sempre l’economia il motore della storia, anche nella versione di conflitto di classe (Marx). Le guerre ne sono la conferma, come lucidamente ha denunciato papa Francesco.

Lo Stato che nell’ultimo secolo ha fatto più guerre sono gli Stati Uniti. Perché? Perché è lo Stato che produce più armi: nel 2023 hanno raggiunto i 916 miliardi di euro, oltre un terzo del totale. L’industria militare è un perno dell’economia americana. Sono le “multinazionali della difesa”, i loro profitti,  che trascinano i governi alle guerre. Le aziende statunitensi occupano i primi 5 posti della classifica globale dei gruppi del settore. In vetta c’è la Lockheed Martin con incassi da 55 miliardi di euro l’anno. Seguono la Raytheon (37 miliardi), e la divisione militare di Boeing (31 mld), quindi Northrop Grumman (30 mld) e General Dynamics (27 mld). La prima europea è la britannica Bae System (25,8 miliardi). In ottava posizione c’è l’italiana Leonardo con un giro d’affari di 11,5 miliardi di euro e in 25esima Fincantieri (2 miliardi).

Chi c’è dietro a queste aziende? C’è la finanza. Ci sono i colossi della gestione del risparmio e della finanza globali, per lo più statunitensi: Blackrock, VanguardState Street, Jp Morgan Capital reserch, Fidelity, Wellington. Ad esempio, Blackrock possiede il 6,8% di Lockheed Martin, il 6,5% di Raytheon, il 4,7% di General Dynamics, il 4% di Bae Systems ecc. Vanguard l’8% di Northrop Grumman, il 9% di Lockheed Martin o l’8,1% di Boeing ecc. E’ la finanza che spinge i governi alle guerre. Nel nostro piccolo, oltre al ministero dell’Economia, l’italiana Leonardo ha tra i suoi azionisti vari fondi americani e la banca centrale norvegese. Gli armamenti militari, come tutte le merci, come tutti i business, vanno continuamente rinnovati, dunque le armi vecchie sostituite da nuove e sofisticate. Vanno distrutte tramite guerre. 

Chi paga queste spese militari? I governi, cioè i governati. La spesa pro capite che grava su ogni italiano, neonati compresi, è 1,5 euro al giorno, circa 550 euro ogni anno. L’Italia ha un budget per la difesa pari all’ 1,6% del Pil. Se dovesse salire fino al 2% chiesto dalla Nato, il nostro paese dovrebbe spender ogni anno circa 8 miliardi in più ogni anno: la spesa annua per il reddito di cittadinanza, ora abolito. Ci dovremmo consolare perchérispetto ai nostri 1,5 euro per la spesa pro capite in vetta troviamo Israele (8,2 dollari) e gli Usa (7,4 dollari)e rispetto al Pil in vetta si trova ora l’Ucraina (36,7%)? Invece la realtà è tragica.  

La realtà tragica è che nel 2023 la spesa globale per la difesa ha raggiunto il massimo storico di 2.443 miliardi di dollari, con un incremento del 6,8% rispetto al 2022: ogni giorno, nel mondo si spendono 6,7 miliardi per armi, munizioni ed eserciti. La realtà tragica di queste guerre distruttive –a tacere dei milioni di morti e feriti- è che i budget militari si gonfiano sempre più a beneficio sempre più di lusinghiere performance azionarie e di bilancio delle grandi multinazionali della difesa: nei soli primi tre mesi del 2024 i titoli della difesa hanno visto mediamente il loro valore aumentare del 22%, ovvero il triplo rispetto all’indice azionario globale. La tedesca Rheimetall in 90 giorni ha quasi raddoppiato il suo valore di borsa (+82%). Ma anche Leonardo se la cava: +56%. Il ministro della difesa Guido Crosetto ha spiegato che non vi è alcun conflitto di interesse fra la sua attuale carica governativa e quella trascorsa di presidente dell’Aiad, la Federazione delle Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza (Leonardo Rheimetall ecc.), definita “lobby delle armi”.  

Guai ai vinti.

Tra le guerre possiamo annoverare quella mai sopita contro chi non ha niente: Guai ai poveri. Il capitale fa la guerra ai poveri  tutti i giorni, all’interno dello stesso sistema capitalistico. La guerra ai poveri nasce, da sempre, dall’assunto che alla fine se lo meritano di essere nullatenenti: gli editti per cacciare i mendicanti e i vagabondi sono antichissimi, presenti in ogni regno, stato e nazione antica e moderna. Il libro spiega perfettamente come la povertà, e l’odio verso di essa, sia veicolata da leggi, ordinanze, decreti, sentenze: l’avversione ai poveri diventa istituzionale, coinvolgendo anche chi si ribella e prova ad assistere chi ha meno, grazie a divieti e multe dirette a chi distribuisce pasti, presta terreni per dormire, sostiene umanamente le persone meno fortunate; in diversi stati diventa proibito dormire in macchina, oltre che nei parchi pubblici, raccogliere rifiuti da rivendere per ottenere i soldi necessari a un pasto o una doccia; il rischio è la prigione. Contemporaneamente, la classe lavoratrice continua a perdere drammaticamente salario e potere di acquisto. l’1 per cento della popolazione più ricca accumula più ricchezza del restante 90% più povero; il 10 per cento dei ricchi detiene, nei primi anni del nuovo millennio il 77,2% della ricchezza totale. Dopo, tutto è andato ancora peggio. Anche in Italia la povertà è in costante crescita, Clicca qui

Seminare dubbi, non raccogliere certezze.

Su www.smips.org  S.M.I.PS SCIENZA MEDICINA ISTITUZIONI POLITICA SOCIETA’, trovate, fra gli altri questi articoli:

Migliorare il processo di riforma del sistema di cura della non Autosufficienza (di cui alla legge 33/2023)

Quello sterminio di persone con disabilità è un monito per i tempi presenti

Autonomia differenziata: chi i soldi li ha, li avrà; chi non li ha, avrà meno

Italia: medici più anziani d’Europa, 55% ha più di 55 anni

Aumentano in Europa le diagnosi di tumore, colpita 1 persona su 20

40% dei tumori evitabili

Oms: previsti 35 milioni di nuovi casi di tumore nel 2050 (+77%), 1/4 a rischio di contrarlo

In Italia tubercolosi in aumento, ma se ne parla poco

Il 5% delle famiglie possiede quasi il 50% della ricchezza totale.

Il 5% delle famiglie italiane possiede circa il 46% della ricchezza netta totale”. È quanto si legge nell’analisi della Banca d’Italia nell’ambito Bce secondo cui “i principali indici di disuguaglianza sono rimasti sostanzialmente stabili tra il 2017 e il 2022, dopo essere aumentati tra il 2010 e il 2016”. Lo studio evidenzia come le famiglie meno abbienti possano contare principalmente sul possesso dell’abitazione mentre quelle più benestanti detengano un portafoglio più diversificato in azioni, depositi, polizze. L’analisi ricorda come “metà della ricchezza degli italiani sia rappresentata dalle abitazioni” e “tale percentuale varia tuttavia fortemente in base alla ricchezza: le abitazioni raggiungono i tre quarti della ricchezza per le famiglie sotto la mediana, si attestano poco sotto il 70% per quelle della classe centrale mentre scendono a poco più di un terzo per quelle appartenenti alla classe più ricca. Per le famiglie più povere, i depositi sono l’unica componente rilevante di ricchezza finanziaria (17%).

Di cosa parliamo quando parliamo di Gaza.

Vita a Gaza Di cosa parliamo quando parliamo di Gaza. La superficie della Striscia di Gaza è di 360 chilometri quadrati. Roma, per fare un confronto, con i suoi 1.285 chilometri quadrati è tre volte e mezzo più grande. Gli abitanti di Gaza sono 2.098.389, quelli di Roma sono 2.748.109. Il 71 per cento degli abitanti di Gaza ha lo status di rifugiato. A Gaza le persone tra 0 e 14 anni sono il 39 per cento della popolazione (in Italia sono il 12 per cento); quelle con più di 65 anni il 2,9 (in Italia sono il 23 per cento). A Gaza l’età media è di 18 anni, in Italia di 46 anni. Il tasso di crescita della popolazione è dell’1,9 per cento, mentre in Italia è negativo: -0,1 per cento. A Gaza il tasso di mortalità infantile è di 14 morti ogni mille bambini nati vivi, da noi è di 3 morti ogni mille. La speranza di vita alla nascita è di 75 anni a Gaza, di 82 anni in Italia. A Gaza nel 2022 l’elettricità c’è stata in media per 13 ore al giorno. E il 96 per cento dell’acqua dell’unica falda acquifera non è adatta al consumo umano: 1,8 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria per l’acqua, i servizi igienico-sanitari e l’igiene. A Gaza la densità di letti ospedalieri è di 1,3 ogni mille abitanti, in Italia è quasi il triplo. A Gaza nel 2022 più di ventimila pazienti hanno chiesto un permesso per potersi curare all’estero; Israele ha respinto o ritardato il 34 per cento di queste richieste. A Gaza ci sono 32 alunni e alunne per ogni insegnante. L’aspettativa di vita scolastica è di 13 anni a Gaza, di 16 anni da noi. Il tasso di disoccupazione tra i giovani di Gaza è del 75 per cento, in Italia del 21 per cento. Il pil pro capite di Gaza è di circa 900 euro, quello italiano è di 30.855 euro. L’80 per cento degli abitanti di Gaza dipende dagli aiuti umanitari e le persone che vivono sotto la soglia di povertà sono l’81 per cento della popolazione, il 9,4 per cento in Italia. Gli abitanti della Striscia di Gaza non possono andar via né tornare liberamente.

Giovanni De Mauro www.internazionale.it

Laudato sì, Laudato qui.

Seminario di approfondimento sulle questioni più importanti sul tappeto oggi, tra esperti di crisi climatica e ricadute ambientali, sociali, economiche e esponenti di movimenti, associazioni e singoli attivistiche, a diverso titolo, sono impegnati in azioni di conversione ecologica.

Casacomune

Laudato si’, Laudato qui

Non possiamo più indugiare, dobbiamo riflettere e agire: fare e per fare dobbiamo capire: informarci e formarci, ascoltare…

Clicca qui il Programma e come iscriversi.

Le tematiche affrontate sono molteplici, come molteplici sono gli aspetti della crisi ambientale e sociale dei nostri tempi: ecomafie, agricoltura, migrazioni ambientali, lavoro, etica del profitto e sanità pubblica, qualità della vita, ruolo dei movimenti e delle ONG, ecofemminismo, economia e spiritualità.

Al nostro fianco, avremo relatori di grande professionalità e competenza del mondo accademico e di organizzazioni da sempre in prima linea su queste tematiche. Non mancheranno testimonianze di attivisti, sindacalisti, associazioni ed altri attori impegnati quotidianamente che sono la vera spinta al cambiamento perché mossi da passione e dalla cura per il bene comune, capaci di guardare lontano, capaci di futuro.

Ecologia politica: il salario minimo.

Piero Fassino piange miseria  ma sulla base del suo criterio di stipendio parlamentare, l’Italia era  al primo posto in Europa già nell’inchiesta del 2016 con i 10.435 lordi mensili di indennità di base ai suoi deputati. A questa base si aggiunge la “diaria”, il rimborso delle spese di soggiorno a Roma che è fissata in 3.503,11 euro se si partecipa almeno al 30 per cento delle votazioni effettuate nell’arco della giornata. Poi c’è  “rimborso delle spese per l’esercizio del mandato”, 3.690 euro al mese, che può essere speso per stipendiare i collaboratori oppure trattenuto. C’è poi anche il rimborso per le spese di trasporto e di viaggio che ammonta a 1.107 o 1.331 euro al mese a seconda che la distanza da Roma. Oltre alla gratuità di tutti gli spostamenti in treno, aereo e autostrade. E poi, ciliegina sulla torta, un rimborso di 1.200 euro annui per le spese telefoniche, 100 euro al mese. Sommando il tutto viene fuori un compenso complessivo mensile, lordo, per i deputati pari a 19.059,11 o 18.835,11 euro.

Chi vuole può esercitarsi a calcolare il rapporto tra questo stipendio e il salario minimo di 9 euro all’ora lordi.

Gli accordi del governo che uccidono nel deserto.

Le foto di adulti e bambini morti di sete, di stenti e di caldo nel deserto tra Tunisia e Libia inquietano il sonno e la coscienza. Non possiamo restare indifferenti di fronte alla deportazione di migranti operata dalle forze armate tunisine in quel deserto e in quell’altro alle porte d’Algeria. Pensavano di lasciarli morire fuori dallo sguardo indiscreto del mondo lasciandoli senz’acqua e senza un tozzo di pane e invece oggi abbiamo consapevolezza che i denari di Europa e d’Italia sempre di più verranno impiegati per operazioni di questo tipo. Abbiamo appaltato le esecuzioni capitali verso chi si è macchiato dei reati di povertà o di guerra subìta o di minacce ai propri diritti. È impensabile che noi si resti inerti di fronte a governi che si comportano come chi arma la mano di un sicario. Non saprei con quali altre metafore descrivere questo orrore di morti anonime che oggi Nello Scavo dalle pagine di Avvenire riesce a strappare in qualche modo alla connivenza del silenzio colpevole e dell’anonimato acquietante. Davanti al deserto africano non ci sia anche il deserto della nostra umanità. Facciamo qualcosa. (Tonio Dell’Olio) Clicca qui

Flat tax sotterra i principi della Costituzione.

La tassazione  “flat tax” sarebbe ad aliquota unica sia per il povero che per il ricco, mentre la nostra Costituzione sancisce la progressività delle aliquote: aliquota bassa sui redditi bassi, aliquota elevata sui redditi alti, cioè se “tutti” concorriamo alla spesa pubblica in ragione della propria capacità (art. 53), adempiamo all’obbligo di solidarietà sociale ed economica (art. 2) e consentiamo alla Repubblica di rimuovere gli ostacoli economici che limitano la dignità (art. 3). Clicca qui.

Rosa Luxemburg, una donna con disabilità nel cuore della rivoluzione proletaria.

«Assai di rado tra le donne che hanno fatto la storia della politica si trova il nome di Rosa Luxemburg, figura di spicco del socialismo rivoluzionario, filosofa, riformatrice ed economista, per la quale la disabilità che avrebbe potuto relegarla ai margini non fu che un dettaglio. Una personalità sfaccettata, sempre coerentemente dalla parte degli oppressi, che seppe «gettare con gioia la propria vita sulla grande bilancia del destino – come scrisse in uno dei suoi periodi di prigionia -, ma nel contempo gioire di ogni giorno di sole e di ogni bella nuvola”» (continua…)

2% del PIL in armi oppure in ospedali e scuole?

Non sono affatto gratis le armi che inviamo all’Ucraina, che acquistiamo per sostituirle e che aggiungiamo per raggiungere il traguardo (“da pazzi” secondo il Papa, urgente per Meloni&Crosetto) del 2% di Pil di spesa militare, cioè 13 miliardi in più all’anno in aggiunta agli attuali 30. O meglio, sono gratis per gli ucraini, ma non per noi, che le paghiamo care e salate con le tasse e i tagli ai servizi pubblici: nella Finanziaria ci sono già meno scuole e meno fondi alla sanità. In un anno l’Italia ha già inviato a Kiev aiuti militari per “circa un miliardo” (Tajani). Le scorte militari sono in esaurimento per via degli aiuti militari all’Ucraina. L’arsenale va riempito subito: non si possono prenotare sistemi d’armi e averli tra venti mesi.  Comprare nuove armi non sarà gratis. Secondo le stime di Milex, costerà alle casse pubbliche circa un miliardo di euroAnche per spendere meno, l’Inghilterra ha deciso di inviare a Kiev munizioni con l’uranio impoverito. L’uranio infatti arriva dagli scarti delle centrali nucleari, riciclarli nelle munizioni consente di risparmiare sullo smaltimento. Migliaia di reduci, anche italiani si sono ammalati di tumore dopo aver combattuto in Iraq e nei Balcani, dove l’uranio impoverito fu usato nelle munizioni della Nato. C’è una correlazione tra l’aumento dei pazienti (e dei morti) e l’uso di quest’arma.  Quando esplodono, le munizioni rilasciano metalli pesanti cancerogeni. 7.600 militari italiani in missione dalla Bosnia alla Somalia all’Iraq si sono ammalati di cancro per l’esposizione all’uranio impoverito, rilasciato da proiettili Nato; e 400 sono morti di leucemia o altri tumori.

La strage infinita non riguarderà solo i soldati ucraini e russi, ma anche i civili filo ucraini e filo russi. L’esplosione sprigiona nell’aria polveri sottilissime che si depositano sul terreno e vengono inalate da uomini e animali, entrano nell’organismo per via respiratoria o tramite gli alimenti e viaggiano nel sangue da un organo all’altro: un veleno invisibile che uccide anche a distanza di decenni.

Dmitry Medvedev, attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza nazionale, afferma che proiettili all’uranio impoverito dati alle forze ucraine “aprirebbero il vaso di Pandora” delle reazioni (nucleari) russe. Bombe atomiche appostate in Bielorussa come già in Italia.  Bombe atomiche sganciate sull’Ucraina porterebbero al 100% la maggioranza pacifista degli italiani, terrorizzati di fare la stessa fine. Troppo tardi.  

Le tasche dei lavoratori piangono.

A  causa dell’aumento del costo della vita, innescato anche dalle ben note sanzioni antirusse, nel 2022 gli occupati italiani hanno subìto una pesante perdita di potere d’acquisto: la differenza tra l’incremento dei prezzi al consumo e quello delle retribuzioni è arrivato a quota 7,6 punti, mai così alto dal 2001. Sono  6,2 milioni i dipendenti nel nostro Paese con il contratto di lavoro scaduto, quasi la metà del totale. Siamo l’unico Paese Ocse in cui le retribuzioni reali sono scese nell’ultimo trentennio, ma in questi mesi viviamo un’ulteriore emergenza data dall’inflazione. A differenza dell’Italia, gli altri Stati stanno rinforzando le reti di protezione sociale. La Germania ha riformato il reddito minimo riducendo le sanzioni per chi non accetta lavori. La Spagna è intervenuta sia con una stretta contro il precariato sia con norme per contrastare il dumping salariale nelle catene degli appalti. In Italia, invece, a luglio sarà sottratto il Reddito di cittadinanza a 400 mila famiglie e a breve saranno allentati i vincoli sui contratti a tempo determinato. Questo indebolimento delle tutele rischia di riversarsi sui salari, poiché fa crescere il potere negoziale delle imprese. Peraltro, essendo tolto agli “occupabili”, il Rdc non potrà più svolgere un’altra funzione svolta finora: quella di integrare le buste paga più basse.

Noi non paghiamo.

“Noi non paghiamo” è una campagna di disobbedienza civile nonviolenta che punta ad ottenere la riduzione dei costi delle bollette ai valori precedenti l’inflazione post-covid e la guerra. È una campagna che nasce in Inghilterra, si è diffusa in Francia e ora anche in Italia grazie ad una rete di organizzazioni e forze sociali presenti sui territori, che punta ad 1 milione di adesioni entro il 30 Novembre, data in cui se il governo non avrà messo in atto garanzie per far fronte all’aumento dei prezzi dell’energia, inizierà l’autoriduzione o il non pagamento delle bollette

Fermate le guerre, tutte.

Clicca qui Papa Francesco. “La guerra in Ucraina ha messo le coscienze di milioni di persone dell’Occidente davanti alla cruda realtà di una tragedia umanitaria che già esisteva da tempo e simultaneamente in vari paesi, Yemen, Libia o la Siria, per citare alcuni esempi contemporanei. Oggi assistiamo a una terza guerra mondiale a pezzi, che tuttavia minacciano di diventare sempre più grandi, fino ad assumere la forma di un conflitto globale. Vedo quanti rivendicano le loro radici cristiane ma poi fomentano conflitti bellici come modi per risolvere gli interessi di parte, tramite cosiddette “guerre preventive o “guerre manipolate”, nelle quali per giustificare attacchi ad altri paesi sono creati falsi pretesti e contraffatte le prove. E’ tanto più immorale che paesi tra i cosiddetti sviluppati sbarrino le porte alle persone che fuggono dalle guerre da loro stessi promosse con la vendita di armamenti (per ogni 100 dollari spesi nel mondo, 2,2 siano stati destinati alle armi). Dobbiamo trovare vie che non ci lascino appesi a una imminente catastrofe nucleare causata da pochi. La prima organizzazione a cui pensiamo è quella delle Nazioni Unite (l’Onu) e, in particolare, il suo Consiglio di sicurezza.”

Il tradimento della Costituzione.

“….La politica considera evidentemente “accettabile” la condizione materiale ed esistenziale in cui vive la maggior parte delle persone nel nostro Paese: 5,6 milioni di persone in povertà assoluta e 8,8 milioni in povertà relativa; 4 milioni di lavoratori e lavoratrici povere; 8 contratti di lavoro su 10 precari; 3 milioni di giovani NEET; dispersione scolastica al 13%; analfabetismo di ritorno oltre il 30%; 10 milioni di persone non riescono più a curarsi e una persona su tre è a rischio esclusione sociale. Tutto questo mentre dal 2008 a oggi il numero dei miliardari è passato da 12 a 51 e tra marzo 2020 e novembre 2021 il valore dei patrimoni dei super-ricchi è cresciuto del 56%. L’aumento senza precedenti nella storia della Repubblica delle disuguaglianze e dell’esclusione sociale rappresenta un enorme tradimento della nostra Costituzione e un gigantesco rischio per il funzionamento della democrazia. Ma nonostante le prospettive continuino a peggiore, l’impegno a sconfiggere disuguaglianze ed esclusione per garantire “pari dignità sociale” come stabilisce la nostra Costituzione sembra non rappresentare la priorità di nessun Governo e Parlamento degli ultimi 15 anni. Stiamo assistendo a una svolta autoritaria e tecnocratica che sta erodendo i principi della nostra democrazia……”.

Continua a leggere “Rete dei Numeri Pari” sulla newslettera notav Valsusa di Doriella@Renato.

Spese sanitarie diminuite nonostante la pandemia. Aumentate le diseguaglianze.

La stragrande maggioranza dei governi ha tagliato le proprie quote di spesa per la sanità, l’istruzione e la protezione sociale. Allo stesso tempo, si sono rifiutati di aumentare le tasse sui profitti eccessivi e sull’aumento della ricchezza. Il Commitment to Reducing Inequality Index (CRI Index) del 2022 è la prima analisi dettagliata sul tipo di politiche e azioni contro la disuguaglianza che 161 paesi potrebbero aver perseguito durante i primi due anni della pandemia. L’indice mostra che, nonostante la peggiore crisi sanitaria in un secolo, metà dei paesi a basso e medio reddito ha tagliato la propria quota di spesa sanitaria nei propri bilanci. Quasi la metà di tutti i paesi ha tagliato la propria quota andando alla protezione sociale, mentre il 70 per cento ha tagliato la propria quota andando all’istruzione. Poiché i livelli di povertà sono aumentati a livelli record e i lavoratori hanno lottato con prezzi elevati da decenni, due terzi dei paesi non sono riusciti ad aumentare il salario minimo in linea con la crescita economica. Nonostante l’enorme pressione sulle finanze pubbliche, 143 paesi su 161 hanno congelato le aliquote fiscali sui cittadini più ricchi e 11 paesi le hanno persino abbassate. (Continua

Bollette, ospedali travolti: rincari fino al 372%.

Sottotitolo: “Sacrifici necessari per fare la guerra”. Tra i “beni primari” travolti dal caro energia ci sono anche gli ospedali. Da Nord a Sud. E il sistema sanitario non troverà una boccata d’ossigeno neanche con l’incremento di due miliardi stabilito per il 2022 del fondo nazionale, denaro che verrà in larga misura assorbito dall’impennata della bolletta energetica a discapito degli investimenti per l’assunzione di personale, per nuove tecnologie e dell’abbattimento delle interminabili liste d’attesa, eredità dell’emergenza sanitaria. Viaggio in 11 grandi strutture da Torino a Palermo. Clicca qui.

God save the

Cordoglio per la scomparsa della regina dell’impero britannico. Cordoglio per le oltre mille persone che nel 2022 sono scomparse nel Mediterraneo centrale cercando di raggiungere l’Europa.

Così si affronta l’autunno.

Riscaldamento, luci spente, docce fredde: così si affronta la crisi

Gas, ultima lite tra Draghi e i partiti. Ora la destra parla già di razionamento

Sanzioni, propaganda Usa e Ue: però Mosca non sta collassando

Più negoziati con Mosca e meno armi: 40 politici Spd si ribellano

Pure gli Usa chiudono i rubinetti: “Diminuire l’export del petrolio”

Ora la Fed vota recessione: “Tassi su, ci sarà da soffrire”

Boom di spese belliche dopo l’Ucraina.

Il governo di  Mario Draghi ha annunciato che il budget militare verrà portato al 2% del Pil entro il 2028. Secondo le stime dell’Osservatorio Milex sulla spesa militare (che differiscono parzialmente da quelle del ministero della Difesa), si passerà dai 25,8 miliardi di euro spesi attualmente a 38 miliardi di euro, con un aumento di oltre 2 miliardi all’anno. Vedi questa e le altre tabelle all’interno della Mappa della spesa militare nel mondo pubblicata da Il Fatto Quotidiano: clicca qui.

L’invio armi alimenta guerra, razzismo e fame.

“Nella sua dichiarazione per la Giornata mondiale dell’ambiente il Presidente della Repubblica tra l’altro ha detto: ‘La scellerata guerra che sta insanguinando l’Europa con l’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina sta provocando una conseguenza inevitabile sulla capacità di rispettare l’agenda degli impegni assunti per contrastare il cambiamento climatico ed evitare così le ulteriori crisi umanitarie conseguenti’ E ha detto bene. Peccato che non si sia opposto all’illegale, incostituzionale invio di armi italiane ad alimentare quella guerra, quelle stragi, quella criminale follia. Peccato che Mattarella  non si sia opposto alle insensate, scellerate, catastrofiche iniziative guerresche e razziste del governo italiano e dell’Unione Europea che invece di contrastare la guerra e le stragi le favoreggiano, le incrementano, le estendono, contribuendo a far morire innumerevoli innocenti e mettendo nel più  grave pericolo l’umanità intera.”  (Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera).

Draghi di Comòdo e Draghi di còmodo.

Con l’accento sulla seconda  o, “kizawi” soffre una cattiva reputazione nell’isola indonesiana.  Con l’accento sulla prima o, “Mario” gode un incomparabile prestigio nella  penisola italiana. Draghi di còmodo per il Gruppo Eni che ha chiuso l’ultimo quadrimestre con un utile di 2 miliardi di euro (+ 3.870% sul 2020), segnando profitti per 4,7 miliardi per il 2021. Mentre famiglie e piccoli medi imprenditori sono in ginocchio per le bollette luce gas. Draghi di còmodo per gli Agnelli che, dopo aver incassato 10 miliardi fino al 2012, ritirano 3-4 miliardi in 8 anni, non pagano 2-3 miliardi per l’Exit Tax  del trasloco in Olanda, ma si accordano con il Fisco per 1 miliardino. Draghi di còmodo sempre per gli Agnelli (Stellantis): 370milioni per la gigafactory delle batterie  a Termoli, 1  miliardo l’anno di incentivi per auto elettriche. Draghi di còmodo per la famiglia Benetton (Premio Attila 2018) che, dopo aver macinato profitti stellari (9 miliardi)  tramite il grande manovratore Giovanni Castellucci lesinando manutenzione e sicurezza (43 morti sul ponte Morandi), ottiene una buonuscita di 2,5 miliardi e uno sconto sugli indennizzi alle Vittime. Eccetera.

Ma di quale crescita sta parlando Draghi?

Quasi sei milioni di persone in povertà assoluta. Quasi 11 milioni gli italiani a rischio povertà. Un occupato su 10 è povero e 1 su 4 ha un basso salario. Di contro la ricchezza delle famiglie italiane durante la pandemia è aumentata, più 100 miliardi nel solo 2020, ricchezza netta pari a 8,7 volte il reddito disponibile, più di paesi come Canada, Germania, Regno Unito e Usa.

Però al 10% delle famiglie più ricche vanno più del 20% delle risorse distribuite (1,6 miliardi), nulla invece per gli ultimi tra gli ultimi, i più fragili, quelli con reddito inferiore alla no-tax area (8.150 euro), tra questi lavoratori che hanno pagato in modo feroce la crisi: donne, giovani, part-time involontari, intermittenti. Clicca qui Tommaso Faccio.

 

Inizia a costruire nella tua città una rete contro lo spreco e la povertà.

Prima di Natale la “Comunità San Benedetto al porto”, quella di don Gallo, è andata in piazza, insieme a Fridays For Future – Genova e Extinction Rebellion Liguria per il lancio di una campagna per sensibilizzare i cittadini e il Comune di Genova ad aprire un Tavolo Comunale per le politiche del cibo. Solo a Genova ogni anno si sprecano 10.000 tonnellate di cibo ma ci sono più di 29.000 persone in stato di bisogno. Spreco e povertà sono due facce di una stessa medaglia e sono la fotografia di una città non sostenibile. Esiste una Rete di associazioni, Ricibo, (coordinata dalla Comunità San Benedetto al porto che ne è stata co-fondatrice con altri cinque partners : Caritas, Croce rossa, Sole e Luna onlus, Arciconfraternita M.e O. di Voltri e Borgo solidale onlus) che quest’anno ha recuperato più di 300 tonnellate di eccedenze alimentari in città e le ha ridistribuite alle persone in stato di bisogno. Il valore di questa azione? 1.200.000 euro circa, 778 tonnellate di CO2 e 1.780.000 m3 di H2O non sprecate. In altre parole per ogni euro investito in questo sforzo ne sono ritornati sulla città 10!
Se l’investimento diventasse strutturale, potremmo smettere di inseguire l’ennesima emergenza pandemica e avere una città davvero sostenibile.
Per questo chiediamo al sindaco Marco Bucci l’impegno ad aprire un Tavolo di lavoro sulle Food Policy dove tutti i portatori di interesse possano lavorare insieme per ridurre lo spreco e creare un sistema urbano sostenibile.

Se vuoi sostenere Ricibo o capire come iniziare a costruire una rete nella tua città clicca sul link qui sotto 

www.ricibo.org

Contadini in lotta per i diritti, contro la fame e la violenza.

Nel primo anniversario della storica protesta dei contadini e delle contadine indiani, La Via Campesina si unisce ad altri movimenti sociali per esprimere  solidarietà e sostegno. Tutti i movimenti uniti nella lotta verso la sovranità alimentare a livello globale traggono ispirazione da questo anno di lotta che ha dimostrato cosa si può ottenere con l’unità della classe lavoratrice, anche di fronte alle avversità. Leggi il testo completo sul nostro sito.

La riforma delle Cure Primarie in Italia.

 clicca qui per scaricare la locandina del convegno. La pandemia ha messo a nudo gli elementi di maggiore fragilità e inefficienza del nostro sistema sanitario e assistenziale, tra questi in particolare il complesso dei servizi territoriali, dalla prevenzione e igiene pubblica alle cure primarie alla medicina di famiglia. Il Servizio Sanitario pubblico, gratuito e universalistico, va difeso contro privatizzazioni, dismissioni e impoverimento. In questa fase di drammatiche transizioni occorre un cambio di paradigma culturale e politico, con la partecipazione di tutti i cittadini.

Draghi all’assalto dei servizi pubblici locali.

Era atteso da tempo. Faceva parte delle stringenti “condizionalità” richieste dalla Commissione Europea per accedere ai fondi del Next Generation Eu. Era uno degli assi portanti per i quali Draghi è stato definito da Confindustria “l’uomo della necessità”. Era fortemente voluto dalle lobby finanziarie. Ed è arrivato il disegno di legge sulla concorrenza e il mercato. Un nuovo bastimento carico di privatizzazioni. I media mainstream ancora una volta dirottano l’attenzione dalla sostanza del provvedimento, concentrata nell’art. 6: la privatizzazione dei servizi pubblici locali e la definitiva mutazione del ruolo dei Comuni. Continua qui.

Cresce la povertà e il governo aumenta le spese militari.

Il governo italiano fa la sua di parte nella spartizione del mondo, nel rafforzare l’economia di guerra, nella difesa di un sistema economico che è letale per lo sviluppo e il progresso sociale. In Italia oggi, secondo i dati ISTAT, vivono in condizioni di povertà assoluta “poco più di due milioni di famiglie (7,7% del totale da 6,4% del 2019) e oltre 5,6 milioni di individui (9,4% da 7,7%)”. Ciò significa che quasi il 10% della popolazione italiana non ha le risorse sufficienti per condurre una vita che possa definirsi accettabile. Per non parlare poi del Meridione in cui il tasso di povertà supera il 42 %. Eppure Draghi programma l’aumento delle spese militari, secondo il Recovery Fund… continua

Oggi più che mai un altro mondo è necessario e possibile.

La trasformazione ecologica sarà terreno di forte conflitto sociale, soprattutto grazie a un ministro che non fa velo di voler considerare l’ecologia una semplice possibilità di innovazione e stabilizzazione del modello capitalistico. Si apre una partita impegnativa in autunnoNelle prossime settimane si terranno in Italia grandi mobilitazioni nazionali e internazionali: clicca qui.