Fanghi, amianto, nichel, pfas nei cassoni della futura diga di Genova.

Salvini s’inventa il Salva-diga: sì all’impiego di fanghi tossici. Dai fanghi portuali tossici all’amianto e al nichel delle fondamenta del cantiere navale di Sestri Ponente: finirà di tutto nei cassoni della nuova diga foranea di Genova, grazie alla facoltà di oltrepassare anche i paletti del Testo unico dell’ambiente appena concessa dal governo al commissario per l’opera Marco Bucci, sindaco di Genova e candidato di continuità alla successione di Giovanni Toti alla presidenza della Regione Liguria. Tutto deciso con il via libera del Consiglio dei ministri al nuovo decreto Ambiente. (clicca qui)

Salvini: manca l’acqua? si bevano un mojito.

Un corteo pacifico e festoso di varie migliaia di persone ha sfilato per le strade di Messina nonostante il caldo torrido . “Vogliamo l’acqua dal rubinetto, non il ponte sullo stretto” a sottolineare l’emergenza idrica che attanaglia la Sicilia e per la quale non vengono stanziati fondi né pensate soluzioni strutturali.
 
“No al ponte delle menzogne”, un altro striscione sottolinea il cumulo di bugie, inesattezze che sottostanno al faraonico progetto. L’irrealizzabilità dell’attraversamento ferroviario, l’assenza di valide prove che attestino la resistenza del fantomatico ponte a vento e terremoti, l’insostenibilità dei cantieri dal punto di vista del consumo di risorse idriche. Comunque NO ad un’opera inutile, soprattutto per calabresi e siciliani, costosissima in termini di denaro e di materie prime, e che devasterebbe un territorio unico al mondo, cancellando ogni prospettiva di futuro per chi ci vive. 

Caro Travaglio, senza i Movimenti la Caporetto fu già nel 2020.

“Caro Lino, capisco tutto. Ma forse ti è sfuggito che i 5Stelle nell’estate del 2019 hanno votato in Parlamento il Tav, ovviamente da soli, anche al costo di far saltare il governo con la Lega. E purtroppo hanno perso.” Così mi rispose Marco Travaglio in uno scambio di opinioni. Gli replicai: “Caro Marco, Il M5S in parlamento ha votato no al Tav Torino-Lione? E’ una aggravante perché non mirava a far cadere il governo con Salvini. Non è che votando in minoranza  contro Tav Valsusa, Tav Terzo Valico, TAP, ILVA, PFAS, Acqua pubblica, F35 eccetera, ti salvi l’anima e i voti. Rischi l’accusa di tradimento. Tutt’al più  dimostri che non conti niente, che avevamo sbagliato a darti fiducia con il voto, quasi identificandoci col M5S.  Per l’universo dei  Movimenti  ecopacifisti che lottano nella vastità dei territori italiani è più importante il taglio dei suddetti nodi piuttosto che il taglio dei parlamentari (fra i quali i Cinquestelle occupa(va)no un terzo del parlamento ma non servono a niente contro Tav Tap Ilva Pfas Acqua e un eccetera ambientalista purtroppo ancora lunghissimo)”.
 
“Caro Marco, i Movimenti ad ogni livello territoriale se l’erano sempre cavata bene o male (anche benissimo: referendum acqua-nucleare) senza e/o contro i Partiti. Si chiama ‘Democrazia diretta’. Questa definizione, ad esempio, compare infinite volte nel mio libro ‘L’avventurosa storia del giornalismo di Lino Balza’: dal ’68 fino (e dopo) all’avvento di Beppe Grillo negli anni 2000. ‘Democrazia diretta” come pratica dei Movimenti: partecipazione e lotta popolare. Grillo aveva chiamato Movimento la sua creatura: ‘Movimento nazionale a cinque stelle’ avente il medesimo programma delle ‘Liste Civiche a Cinque Stelle’, ’La Carta di Firenze’. Oggi, dieci anni dopo, è diventato ‘Partito’: ne prendiamo atto”.
 
Dall’esame anche dei flussi elettorali, la caporetto regionali 2020 dei Cinquestelle è già evidente nei territori dove il tradimento degli impegni ecopacifisti (Tav Valsusa, Tav Terzo Valico, TAP, ILVA, PFAS, Acqua pubblica, F35 ecc.) ha direttamente gelato la pelle delle popolazioni, e si estenderà a tutto il territorio nazionale. Il M5S  dalla “alleanza con nessuno”, disinvolto e repentino è passato tra il lusco e il brusco alla “alleanza con chiunque”, a prescindere dai temi identitari ossia dall’alleanza con chi l’aveva votato. Non guardando più in faccia l’interlocutore ecopacifista, ha dato di sé una immagine non sincera e non sicura, inaffidabile anzi traditrice.
 
Perciò, “Caro Marco,  oggi caporetto  2020 io (e penso: tutti i Movimenti) sono di nuovo d’accordo con Beppe Grillo: ‘Non credo più nella rappresentanza parlamentare, preferisco la democrazia diretta che è la sua evoluzione’. Ritorno alle origini? Non credo possibile: oggi il M5S non è più Grillo, oggi dopo la caporetto dell’intesa contro natura con Salvini, oggi  esso sembra quasi tutto impegnato a  discutere per sopravvivere se fare o no una stabile  intesa con il PD (stabile dopo 20 anni di insulti: reciproci e a chi, come Travaglio, o come me che la sostenevo più di 10 anni fa a livello locale), quel PD resuscitato l’anno scorso da quel gran genio di Salvini. Piuttosto (per la seconda volta) che andare alle elezioni anticipate, il vantaggio del governo con il PD è scrutabile: conservare il più a lungo possibile i posti in parlamento che le prossime elezioni taglieranno per effetto del referendum ma soprattutto del consenso”.
 
“Caro Marco, quello che oggi io, che fui antesignano dell’amico Grillo, non ho capito è: se i contrari all’intesa sono per riprendere l’identità di Movimento, per recuperare l’alleanza con il mondo dei ‘Beni comuni’. Spero che l’abbia capito Beppe, e me lo venga a riferire ora che siamo vicini di casa. Personalmente, per quello che conta, gli ondivaghi quanto repentini passaggi da ‘alleanza con nessuno’ ad ‘alleanze con chiunque’ non mi hanno convinto, né nelle vesti di Partito né di Movimento. Magari ce lo spiega Travaglio nell’unico giornale non nemico storico dei Cinquestelle”. Purtroppo Giuseppe Conte, né altri, ripresero l’identità di Movimento, anzi Conte entrò nel governo Draghi (2021). 
 
Dunque, nel 2020, Marco Travaglio mi contestò aver identificato la caporetto dei Cinquestelle come una conseguenza del “tradimento” dell’alleanza programmatica con i Movimenti ecopacifisti, ovvero dell’immolazione della “Democrazia diretta”  sull’altare della “Democrazia rappresentativa”. Anzi, insultò l’appello autocritico di Grillo alla Democrazia diretta. E non mi rispose più quando aggiunsi:
 
“Caro Marco, sono  convinto che il presuntuoso Giuseppe Conte, invece di pretendere una eredità elettorale  che non gli spetta perché non ha mai contribuito al 33% del MOVIMENTO, debba  fondare un suo PARTITO. A maggior ragione perchè ha un suo giornale (il tuo) e che insieme raccoglierete molti parlamentari (ex signori nessuno) e un 5% di voti, anzi (come vi auguro) a scapito del PD anche più del 10%: facile traguardo secondo i tuoi sondaggi di gradimento popolare all’avvocato del popolo”.
 
A parte Conte che fino a tre anni fa si era fatto gli  affari privati per poi improvvisarsi in governi con chiunque Draghi compreso, purtroppo anche tu caro Marco non hai mai creduto nella DEMOCRAZIA DIRETTA: come già ti obbiettai tempo fa (ma non pubblicasti e che riporto a piè di pagina): ‘…Travaglio dimostra di non conoscere o riconoscere il fondamentale pezzo di Storia patria scritto dai Movimenti tramite la prassi della Democrazia diretta, dimostra il limite di un (ottimo) notista della Politica rappresentata esclusivamente dai Partiti, come se la Politica si esaurisse nell’intermittente rapporto fra eletti ed elettori, come se tanta costante sostanza della Politica non la facessimo noi dei Movimenti fuori dai Partiti, anche influenzando le stesse votazioni. Va da sé che Travaglio, all’autocritica di Beppe Grillo: ‘Non credo più nella rappresentanza parlamentare, preferisco la democrazia diretta che è la sua evoluzione’, rischia di fare la caricatura’”. 
 
Invece Beppe Grillo, come Movimento, è arrivato al 33% sulla propria linea politica. Grillo non voleva fare un partito, neanche un movimento qualunque, bensì un Movimento a Cinque Stelle, Movimento che nuota nel firmamento dei Movimenti, che FA POLITICA come Movimento. Perché Grillo predicava e praticava la Democrazia diretta.  Mentre Giuseppe Conte (che Grillo definì “senza visione strategica”) come Partito sulla propria linea politica è arrivato quasi al 10%. Non lo schioderà Marco Travaglio, stante la sua interpretazione dell’astensionismo in questa Caporetto 2024.
 
Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro.  

Servizio militare obbligatorio per ragazzi e ragazze.

Presentato ufficialmente alla Camera il progetto di legge leghista per  reintrodurre la leva universale. Leva militare obbligatoria, cosa prevede la proposta di legge di Salvini e della Lega | Sky TG24
 
Applaudono i vertici militari: il generale Carmine Masiello: “L’Italia deve diventare una nazione con una capacità di deterrenza reale e credibile… È stata la guerra Russia-Ucraina ad aver insegnato che occorre recuperare i cambiamenti e stare al passo con i tempi. Infatti, il conflitto ha rivoluzionato i paradigmi sul campo, da una parte si ha un ritorno all’uso di artiglierie, carri armati e al confronto fra unità corazzate. Dall’altra invece è diventata una guerra cibernetica che ha usato – e sta usando – la disinformazione per orientare le opinioni pubbliche e il morale dei combattenti… Per farsi trovare preparati occorre puntare sui giovani. Sono quelli che sanno intercettare i cambiamenti e le evoluzioni tecnologiche… “.  
 
Meloni non deve rischiare di fare la fine di Zelensky, che non era sufficientemente preparato per la guerra: ora si trova a corto di  giovani, vuoi anche perchè ha centinaia di migliaia morti o “traditori” all’estero. Clicca qui.

Modello Genova.

Avanti con le grandi opere!
La Diga? È sostanzialmente per Spinelli”. L’ammissione è di Giovanni Toti, colta dagli inquirenti in ascolto. Il presidente ligure parlava (intercettato) con l’ex presidente del porto di Genova, Paolo Emilio Signorini (ora in carcere). Il tema è la diga foranea di Genova, l’opera più importante del Pnrr. Il principale beneficiario, dunque, secondo il duo sarebbe Aldo Spinelli (detenuto ai domiciliari). L’opera consentirebbe l’accesso al porto delle navi di grandissime dimensioni. I lavori sono affidati senza gara al gigante WeBuild di Pietro Salini. Dovevano avanzare fino al 12% del completamento entro la fine del 2023, invece sono fermi al 2,5%. Il costo era stimato in 300 milioni ma è lievitato fino a 1,3 miliardi. 
 
Non stupisce il faro acceso dall’Anac: l’autorità anticorruzione a marzo scorso ha pubblicato un documento denunciando scarsa trasparenza e l’esplosione dei costi; poi ha consegnato le carte alla procura di Genova e a quella europea. Oggi il presidente Anac Giuseppe Busia ha presentato la relazione annuale sull’attività dell’Autorità. Un passaggio è dedicato alla diga di Genova, con un nuovo allarme sull’aumento della spesa pubblica. 
 
Intanto, la Lega si sgola per salvare le grandi opere, non solo in Liguria. “Verrò a inaugurare la posa in acqua del primo cassone della diga di Genova – ha dichiarato Salvini – Spero che nessuno usi le inchieste per bloccare lo sviluppo del Paese, da Nord a Sud”. Il Capitano pensa anche al Ponte di Messina. Vorrebbe replicare il modello Genova: affidamento diretto, senza gara, al consorzio Eurolink capeggiato sempre da WeBuild. “Il  Fatto” di domani racconterà nuovi retroscena sulla grande opera.

Governo di scafisti.

La “garanzia finanziaria” di quasi 5 mila euro, prevista per i richiedenti asilo nel decreto a firma del ministro dell’Interno Piantedosi di concerto con i ministri Nordio (Giustizia) e Giorgetti (Economia), come alternativa al trattenimento in un Cpr (Centro di permanenza per il rimpatrio) in attesa delle pratiche per il diritto d’asilo,  è una richiesta simile, e anche peggiore, a quella che pretendono gli scafisti in Libia, Tunisia per far partire i migranti. Non solo per l’entità della somma, da dare per altro in un’unica soluzione, ma anche per l’ignobile  ricatto: ‘se non li dai vai a finire nei Cpr, e per quello che ne consegue: essere rinchiuso per un anno e mezzo, almeno, nei lager dei Cpr, dove la pratica delle torture c’è eccome: violenze verso chi si ribella, divieti di comunicare con l’esterno, trattamenti disumani in fatto di sanità, alimentazione, condizioni di detenzione. Meloni, all’Onu – per quanto ha potuto e voluto partecipare, tra banchetti e intrattenimento con la figlia – ha fatto la morale sulla non attenzione degli altri paesi alla lotta contro i trafficanti, alla condizione disumana dei “migranti”, ecc.; poi torna in Italia e si sostituisce ai trafficanti, pretendendo il pizzo con i guanti bianchi  della “legalità” di un decreto, ma in aperta violazione della Costituzione. E’ il governo che si fa usuraio, che vuole fare cassa anche sulla pelle dei migranti. Clicca qui.

Premio Attila al ballottaggio.

Da alcune settimane si sta votando per il Premio Attila 2022, la più alta onorificenza italiana a incoronare vincitori i nostri figli peggiori: industriali, politici, amministratori che nel corso dell’anno si sono particolarmente distinti a danno dell’ambiente, della salute e della pace.

Avevamo già fornito un primo elenco di candidati votati (in ordine alfabetico): AmadeusCalderoli Roberto, Cingolani Roberto, Crosetto Guido, Denaro Messina Matteo, Draghi Mario, Meloni Giorgia, Moratti Letizia, MSC Crociere, Comitato Nobel Pace, Nordio Carlo, Renzi Matteo, Salvini Matteo, Veronesi Giampiero, Zelensky Volodymyr.

Sono stati aggiunti (tra parentesi la sintesi delle motivazioni di merito):

Biden Jr. Joseph Robinette (Per Joe stomaco-duro, morti e distruzioni sono un fatto normale).

Capezzone Daniele (Il più ex degli ex figli di Pannella).

Mattarella Sergio (Parla di “negoziati di pace” e firma gli aumenti delle armi).

Balza Lino (mancano le motivazioni, il proponente è pregato di uscire dall’anonimato e di fornirle).

Come è evidente, vi è una forte dispersione di voti, perciò dovremo proporre il ballottaggio tra i due più votati per Ambiente e i due più votati per Pace.

Ricordiamo ancora che sono ammessi max due voti. Uno per l’ambiente, l’altro per la pace. Entro e non oltre il 14 febbraio 2023 le espressioni di voto dovranno pervenire a  movimentodilottaperlasalute@reteambientalista.it; movimentolotta.maccacaro@gmail.com; o con SMS a 3470182679. Si possono indicare le motivazioni di merito, possibilmente nei limiti di un foglio di word, saranno pubblicate.

Premio Attila riconosciuto anche in Ucraina.

Da martedì otto marzo in Italia ci sono un paio di “eroi” in più: si tratta di due fotografi piacentini – Sergio Ferri e Marco Salami – presenti a quella che avrebbe dovuto essere la conferenza stampa congiunta del Premio Attila con il sindaco della città polacca di Przemyśl, Wojciech Bakun, conclusasi con una figura di merda  di proporzioni colossali di Capitan Mojito.

La storia viene raccontata bene dall’edizione telematica del quotidiano piacentino Libertà, dove campeggia un articolo che dà la parola ai due operatori dell’informazione presenti in stazione, dove avrebbe dovuto tenersi il momento topico della visita di Matteo Salvini,  rivelatosi un clamoroso autogol.

Dopo che il leader leghista era stato umiliato dal borgomastro della cittadina al confine tra la Polonia e l’Ucraina – che ad un certo momento rifiuta pubblicamente di ricevere l’ospite, invitando lo stesso a seguirlo oltre il confine per condannare il presidente della Federazione Russa – i due hanno apostrofato il parlamentare italiano definendolo «Pagliaccio! Buffone!» ed invitandolo ad indossare di nuovo la maglia con l’effigie di Putin.

Salvini vuole inaugurare una nuova stagione dell’atomo in Italia. Il sondaggio dice che…

In vista del Referendum annunciato da Salvini per reintrodurre le centrali nucleari in Italia, abbiamo anticipato la mappa dei territori che il futuro governo di centrodestra  proporrebbe  papabili ad ospitarle.

Matteo Salvini riteneva  che il suo referendum avrebbe vinto a mani basse, a differenza di quelli antinucleari del 1987 e del 2011. Abbiamo così promosso un sondaggio per verificare quali popolazioni siano maggiormente entusiaste ad accogliere le nuove centrali e il deposito nazionale delle scorie radioattive vecchie e nuove. Ebbene, ad oggi, dalle comunità locali non ci è pervenuta nessuna autocandidatura, neppure una (solo insulti). Il leader leghista allora si impegnerà in un lungo tour regione per regione per convincere una anzi più cittadinanze che non dobbiamo perdere l’occasione dei miliardi europei che pioverebbero dall’inclusione del nucleare (e del gas fossile) nell’elenco degli investimenti sostenibili, la cosiddetta “tassonomia UE” appena proposta. In questa campagna nazionale, che promette anche il taglio delle bollette fra dieci anni, si è offerto di accompagnarlo il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, che, con l’autorevolezza che gli deriva da Mario Draghi, da tempo sostiene  nucleare  e gas fossile come soluzione alla crisi climatica.

Il capogruppo della Lega onorevole Riccardo Molinari che, in coppia con Federico Fornaro l’altrettanto capogruppo LeU peraltro ex fervente nuclearista, sta battendo il territorio alessandrino opponendosi all’ubicazione quivi del deposito scorie nazionale, nega ogni disaccordo col suo capitano spiegando di essere anche lui a favore delle centrali PURCHE’ distanti dal suo collegio elettorale.

Anticipiamo il referendum nucleare di Salvini.

In anteprima nazionale anticipiamo i siti destinati da Salvini ad ospitare le nuove centrali nucleari proposte tramite Referendum.

Sulla base di questa mappa (è solo una ipotesi di lavoro!)  invitiamo le popolazioni locali, tramite voto, ad esprimere le preferenze per la localizzazione delle centrali. Il sondaggio, ci assicura il prossimo governo di centrodestra, sarà tenuto in rispettoso riguardo. Votate, votate movimentolotta.maccacaro@gmail.com. (Una avvertenza: saranno considerati validi i votanti che specificano l’indirizzo, ad evitare i generosi favoritismi).  

Avevamo annunciato la caporetto dei Cinquestelle.

Come avevamo avvertito, la caporetto dei Cinquestelle è già evidente nei territori dove il tradimento degli impegni ecopacifisti (Tav Valsusa, Tav Terzo Valico, TAP, ILVA, PFAS, Acqua pubblica, F35 ecc.) ha direttamente gelato la pelle delle popolazioni, e si estenderà a tutto il territorio nazionale. Il M5S  dalla “alleanza con nessuno”, disinvolto e repentino è passato tra il lusco e il brusco alla “alleanza con chiunque”, a prescindere dai temi identitari ossia dall’alleanza con chi l’aveva votato. Non guardando più in faccia l’interlocutore ecopacifista, ha dato di sé una immagine non sincera e non sicura, inaffidabile anzi traditrice. Appunto: tra il lusco e il brusco. Ora la questione grillina sembra diventare: “sì o no ad una intesa stabile con il PD?”. Assieme al  PD,  resuscitato l’anno scorso dal miracolo di quel genio di Salvini, arroccarsi al governo infatti garantirebbe il più a lungo possibile i posti in parlamento che le prossime elezioni taglieranno per effetto del referendum ma soprattutto del consenso. “La questione grillina” è invece un problema di contenuti, di alleanze, sì, ma di alleanza con quel mondo dei Beni Comuni che  credette di aver finalmente identificato i propri temi con quelli del movimento di Grillo. Insomma la sopravvivenza è la questione del recupero di una identità.

Carola e Matteo bulli sulla pelle dei poveri 42 profughi.

Per provocazione mediatica la Sea Watch punta sempre e solo sull’Italia perché sa che in Italia trova il nemico perfetto, il Salvini che per la sua politica elettorale avrebbe bisogno di una  Sea Watch al giorno, e trova una sinistra che non sa fare altro che fare il tifo da stadio pro la capitana e contro il capitano, sulla pelle dei profughi.  Clicca qui Nicola Quatrano, ex PM di Tangentopoli.

La sicurezza al primo posto.

Nella foto di repertorio, coadiuvato dal futuro capogruppo Lega alla Camera (Riccardo Molinari) e dal futuro sindaco di Alessandria (Gianfranco Cuttica), il futuro esperto per la sicurezza nazionale Matteo Salvini insegna ai dirigenti Solvay come si tiene in sicurezza la fabbrica di Spinetta Marengo. Il direttore Stefano Bigini gli mostra il libro “Ambiente Delitto Perfetto”, prefazione di Giorgio Nebbia (che nessuno dei presenti mostra di conoscere). Il capo del personale Paolo Bessone gli chiede l’espulsione dall’Italia degli autori Barbara Tartaglione e Lino Balza.    

Premio Cemento Armato 2019.

Per aver  realizzato il potenziamento e l’ampliamento degli impianti sciistici da discesa del Monte Acuto e dell’impianto di risalita a fune Caprile – Rifugio Le Cotaline: impianti  a 1400 metri di altezza e a 50 km dal mare! continua a leggere

Quest’anno il voto per  il Premio Attila  indetto dal Movimento di lotta per la salute Maccacaro, invece ha coronato Matteo Salvini per la Sezione Pace e la Famiglia Benetton per la Sezione Ambiente: clicca qui.   

Il “Premio Attila 2018” a Salvini e Benetton.

L’edizione 2018 del Premio è stata curata dal “Movimento di lotta per la salute Maccacaro” sezione di Genova.

Il voto si è svolto tramite la “Rete Ambientalista – Movimenti di Lotta per la Salute, l’Ambiente, la Pace e la Nonviolenza”.

Clicca qui il diploma.  

Premio Attila sezione “Pace nonviolenza” vince Matteo Salvini.

Per la sezione “ Ambiente e salute”  è necessario un riconteggio dei voti nel ballottaggio fra le famiglie Benetton e Riva. Per Matteo Salvini invece non c’è stata partita. Il volto è quello del ministro dell’Interno , ma il corpo è di una donna intenta ad allattare due spaventosi gemelli, simbolo di razzismo e nazionalismo. Il carro allegorico è stato tra i protagonisti della tradizionale sfilata di Carnevale a Düsseldorf. La raffigurazione è  accompagnata da due bandiere tricolore recanti il messaggio “Brutta Italia” e da un tatuaggio a forma di cuore, stampato sulla spalla sinistra, riferito alla mafia. 

Per i No Tav non ci sono governi amici.

19 maggio 2018 in Valsusa marcia Rosta – Avigliana
 

Neppure il governo Salvini – Di Maio è considerato tale: condividono migliaia di manifestanti in Valsusa alla marcia da Rosta ad Avigliana, dopo la controversa interpretazione del ‘contratto di governo’: “Tav-Torino Lione ridiscusso nel quadro dell’intesa tra Italia e Francia”.  
Clicca qui Il Manifesto: “No Tav contro l’accordo di governo”. Analogo il giudizio del Movimento No Tav Terzo Valico (clicca qui) prima di riscontrare che nel ‘contratto’ non compare più né il ‘sì’ né il ‘no’ alla realizzazione della linea ferroviaria ligure piemontese. Secondo La Stampa invece: “Dietrofront di Di Maio: la Tav è Inutile. Andrò da Macron per spiegarglielo. Salvini: O si rispetta il contratto o salta tutto”.
Insomma, eravamo stati preveggenti nella vignetta di gennaio?