XXVII congresso nazionale del Movimento Nonviolento.

Il titolo del Congresso “Obiezione alla guerra, oggi! Priorità della nonviolenza”, Roma, dal 23 al 25 febbraio. Al Congresso parteciperanno anche i rappresentanti delle Reti di cui il Movimento Nonviolento fa parte (Rete italiana Pace e Disarmo, Conferenza nazionale Enti di Servizio Civile, Beoc – Ufficio Europeo Obiezione di Coscienza, War Resisters International, ecc.), delle Campagna “Obiezione alla guerra”, “Un’altra difesa è possibile”, “La via Maestra per la Costituzione”, e delle Associazioni con cui collabora (da Un Ponte per ad Archivio Disarmo, da Cgil a Fondazione Langer, da Acli a Fondazione Capitini, ecc.). Sabato: dibattito pubblico “Elezioni Europee e l’aggiunta nonviolenta”. Partecipazione attiva alla giornata di mobilitazione nazionale del 24 febbraio “Fermiamo la criminale follia della guerra” lanciata da Europe for Peace e AssisiPaceGiusta.

Tra i pacifisti ci sono anche i nonviolenti.

Il Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera:

“Alle competenti magistrature affinchè intervengano  per quanto di competenza. Esposto contro la decisione del governo italiano di inviare armi in Ucraina, così contribuendo alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, in flagrante violazione dell’articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana.

Una decisione incostituzionale ed assassina. La decisione del governo italiano di inviare armi in un paese in cui una guerra è in corso, armando una delle parti belligeranti (la parte aggredita che legittimamente resiste all’invasione ma che ha commesso l’errore di aver scelto una sanguinosa resistenza armata anzichè una resistenza nonviolenta che sola avrebbe potuto essere efficace e vittoriosa, ed avrebbe salvato innumerevoli vite ed impedito immani distruzioni) è immorale e illegale. Tale sciagurata decisione contribuendo alla guerra, rendendo quindi lo stato italiano effettivamente partecipe della guerra e delle uccisioni di cui essa consiste, invece di adoperarsi per la pace e per salvare le vite che la guerra minaccia e distrugge, costituisce una flagrante violazione dell’articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana.

Sia chiaro una volta per tutte: soccorrere le vittime è un dovere, provocare ulteriori uccisioni è un crimine. Inviando armi l’Italia non salva le vite, contribuisce alle stragi ed estende la guerra, una guerra che può facilmente diventare un conflitto mondiale che potrebbe porre fine all’umanità, come ha più volte denunciato in queste settimane la voce tanto autorevole quanto inascoltata del pontefice cattolico.

(continua)

Da Barbiana ad Assisi per dire con don Lorenzo Milani: “I care!”

Quest’anno la Marcia PerugiAssisi parte il 4 settembre da Barbiana con il motto di don Lorenzo Milani: I Care! Mi importa, mi sta a cuore, mi sento responsabile, voglio fare la mia parte. Clicca qui.  E il 10 ottobre daremo vita ad una nuova Marcia PerugiAssisi della pace e della fraternità a 60 anni dalla prima convocazione fatta da Aldo Capitini.

Aldo Capitini maestro della Nonviolenza.

Filosofo e pensatore religioso, è stato attivo nella vita pubblica italiana dagli anni Trenta fino agli anni Sessanta mantenendo una dialettica aperta tra teoria e prassi e presentandosi con un profilo di “indipendente” rispetto a qualsiasi appartenenza filosofica, politica o religiosa. Teorico della “nonviolenza”, si è opposto al fascismo senza partecipare alla Resistenza; animato da un profondo sentimento religioso, si è schierato contro ogni forma di dogmatismo teologico e contro le gerarchie ecclesiastiche. Clicca qui vita ed opere.

Non pace ma spada: Aldo Capitini e Gesù Cristo.

Per l’anniversario della morte di Aldo Capitini, il filosofo antifascista fondatore del Movimento Nonviolento, riproponiamo la lettura di due suoi scritti. Clicca qui. E’ un errore credere che la nonviolenza predichi  pace, ordine, lavoro e sonno tranquillo, matrimoni e figli in grande abbondanza, nulla di spezzato nelle case, nessuna ammaccatura nel proprio corpo. La nonviolenza non è pace. E’ invece guerra anch’essa, o, per dir meglio, lotta, una lotta continua contro le situazioni circostanti, le leggi esistenti, le abitudini altrui e proprie, contro il proprio animo e il subcosciente, contro i propri sogni, che sono pieni, insieme, di paura e di violenza disperata. Dal Vangelo secondo Matteo 10:34-11:1 In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada.”

Oggi come il 24 settembre 1961.

Il coronavirus non può fermare l’impegno dei costruttori di pace. Oggi come il 24 settembre 1961. Domenica 11 ottobre diamo voce a chi non ha né mascherine, né disinfettanti, né cure. Ai bambini e alle bambine, alle donne, agli uomini, agli anziani, alle persone con disabilità torturate dal morso della fame e dalle malattie, abbandonati sotto le bombe e l’occupazione, nelle mani di dittatori, sfruttatori, carnefici senza coscienza e senza pietà. A tutte le persone che sono in fuga dalle guerre, dall’oppressione, dalla fame e dai cambiamenti climatici. Clicca qui.

Verona non è solo cori razzisti.

“Sono nato a Verona, dove abito e vivo. A Verona c’è la Casa per la Nonviolenza, ci sono i Comboniani, c’è l’istituto don Calabria, c’è il Cestim, c’è Nigrizia e c’è Azione nonviolenta. A Verona abbiamo realizzato le Arene di Pace e ieri, in tanti, abbiamo celebrato il 4 novembre dedicato ai Disertori della prima guerra mondiale. Il problema di Verona sono i veronesi che sostengono politicamente, e con il voto, una destra fascistoide (dedita agli affari, alle speculazioni, ai soldi facili), che si avvale del lavoro sporco di gruppi estremisti che crescono anche nel brodo di coltura del tifo calcistico. Minimizzare questi fenomeni razzisti e violenti (ci sono stati anche morti) equivale ad esserne complici.  Verona non è né la città dell’odio, né la città dell’amore. E’ la città opulenta dell’ignavia. Verona è bellissima vista da lontano, è meschina vista da vicino. Questi sono i due volti della città. La via d’uscita non è la contrapposizione, ma il lavoro culturale, educativo, solidale, che può trovare nuova espressione politica proprio nella pratica nonviolenta. ‘Non esiste mondo fuor dalle mura di Verona’. E’ qui che dobbiamo agire.”. La riflessione è di Mao Valpiana: clicca qui il profilo.

Pacifismo è antifascismo.

Aldo Capitini , docente universitario, è stato il più grande pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia, infaticabile promotore di iniziative per la nonviolenza e la pace. Così si rivolse ai giovani studenti: “Posso assicurare i giovani di oggi che il mio rifiuto fu dopo aver sentito le premesse del fascismo proprio nell’animo adolescente, e dopo averle consumate; sicchè i fascisti mi apparvero dei ritardatari. Continua

La nonviolenza non penalizza mai il Movimento di Lotta.

 

Siamo apertamente schierati con i Movimenti di lotta contro i Tav, compreso il Tav Terzo Valico: inutile, costoso e dannoso, dannoso per l’ambiente e la salute ma anche per le casse dello Stato (tangenti). Però dissentiamo da sempre –come controproducenti la giusta lotta- con i metodi di lotta violenti, quali ipotizzati nelle notifiche della Procura di Alessandria nei confronti di 50 (o 150?) attivisti: “scontri”, “lancio di pietre e bombe carta”, “ferimento di poliziotti e carabinieri”. La nostra personale storia di lotte è condensata nel titolo del nostro Blog “Rete ambientalista. Movimenti di lotta per la salute, l’ambiente, la pace e la nonviolenza”. La nonviolenza attiva, ghandiana, è rifiuto di ogni atto di violenza ma è tutt’altro che codardia, non è rassegnazione passiva, è conflitto, è rivolta, è rivoluzione permanente, è l’equivalente morale della guerra, è un metodo di lotta politica e sociale molto più efficace della violenza, la quale invece di regola si risolve nel duplicare la violenza altrui, nel giustificarla, nel favorire la repressione e la reazione popolare, nella sconfitta finale delle cause giuste (come avviene anche con il terrorismo internazionale). La non violenza non è passività, tutt’altro. Ha come unico limite non ledere fisicamente i rappresentanti e i sostenitori diretti e indiretti del potere cui si oppone (compreso chi a casaccio ti sferra una manganellata in testa). Per il resto tutti gli strumenti (198 tecniche) sono ammessi. Da quelli individuali: preghiera, persuasione, dialogo, digiuno, autoincendio religioso, obiezione di coscienza, non collaborazione. A quelli collettivi: non collaborazione sociale economica politica, disobbedienza civile, marcia, corteo, sciopero, resistenza passiva, boicottaggio economico, blocco della circolazione stradale e ferroviaria, blocco dei cantieri, occupazioni, sabotaggio… E se vengono ritenuti atti illegali dal potere, pazienza, paghiamo sulla nostra pelle. Sì, anche sabotaggio: danno o distruzione contro il funzionamento di un servizio o di un’industria, oltre il limite della legalità. “E’ una tecnica della nonviolenza?” si chiede Aldo Capitini. “È una misura estrema” risponde “ la quale esige che il danno procurato sia inferiore al danno apportato dal servizio, e che non vi sia nessun rischio per esseri viventi, particolarmente umani”. Tra i reati ipotizzati dalla Procura di Alessandria dunque riteniamo rientrino nelle tecniche della nonviolenza alle quali hanno partecipato migliaia di persone: “distruzione di reti con pinze, tronchetti e flessibili a batteria”, “occupazione di proprietà privata”, “occupazioni di consigli comunali” et similia , sicuramente non “scontri”, “bombe carta”, “ferimento di poliziotti e carabinieri”.

Clicca qui Massimo Numa “Gli scontri tra 2014 e 2015, coinvolte decine di attivisti”
Clicca qui Agorà Magazine “Quale ambiente muove in campagna elettorale? Ilva e terzo valico, processi e silenzi”
Clicca qui Pennatagliente “La nonviolenza non penalizza mai il Movimento di Lotta”
Clicca qui La Stampa “Contro il Terzo Valico ma anche contro la violenza”
Clicca qui Gianpiero Carbone “Area cantiere fu occupata. In cinquanta sott’inchiesta”.
Clicca qui Mao Valpiana “A 70 anni dalla morte di Ghandi e 50 di Capitini”