Un regolamento di messa al bando in Europa di Pfas e Bisfenoli è fortemente avversato dalle lobby industriali, Solvay in testa, malgrado che si aggiunga al parere di ECHA (Agenzia Ue per le sostanze chimiche) l’allarme di AEA (Agenzia Ue per l’ambiente) che ha incrociato il limite aggiornato da EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) con i risultati di uno studio di biomonitoraggio condotto in 11 Paesi europei.
L’impasse della Commissione che porta avanti il nuovo regolamento legislativo, dunque, dovrà trovare approdo davanti alla Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE).
Il “Movimento di lotta per la salute Maccacaro” ha denunciato, anche alla magistratura, con esposti dal 2009, l’utilizzo nello stabilimento Solvay di Spinetta Marengo del Bisfenolo insieme ai Pfas: “…questa sostanza senza autorizzazione AIA è da parte della multinazionale belga -tra i principali produttori nel mondo di Bisfenolo- ben conosciuta da decenni e volutamente non evidenziata per la sua pericolosità all’ARPA”. Abbiamo ripetutamente riproposto la denuncia negli anni: si vedano gli articoli correlati, ma né magistrati né amministratori si sono mossi.
Anche ora, settembre 2023, l’Agenzia Ue per l’ambiente rilancia l’allarme sul bisfenolo A. Secondo l’Aea, l’esposizione della popolazione europea alla sostanza chimica, che viene utilizzata in contenitori alimentari in plastica e metallo, bottiglie riutilizzabili e anche nei tubi dell’acqua potabile, “è ben al di sopra dei livelli accettabili di sicurezza sanitaria” e “rappresenta un potenziale rischio per la salute di milioni di persone“. L’allarme di Aea si aggiunge al parere dell’Agenzia Ue per le sostanze chimiche, l’Echa, che ha classificato il bisfenolo A come tossico per la riproduzione, e alla decisione dell’Efsa di ridurre di oltre 20mila volte la dose quotidiana tollerabile per la sostanza. Aea ha incrociato il limite aggiornato da Efsa con i risultati di uno studio di biomonitoraggio condotto in 11 Paesi europei mettendo in evidenza come fino al 100% del campione era esposto al bisfenolo “al di sopra delle soglie di sicurezza per la salute”.
Il Disegno di Legge del senatore Mattia Crucioli, da noi promosso, vieterebbe l’uso, la commercializzazione e la produzione di Bisfenolo e di PFAS o di prodotti contenenti PFAS, ne disciplinerebbe la riconversione produttiva e le misure di bonifica e di controllo.
Insieme alla “class action”, prepariamo in magistratura una “azione collettiva inibitoria” nei confronti dei comportamenti omissivi e complici di Comune (che non emette ordinanza di chiusura delle produzioni), Provincia (che rilascia le Autorizzazioni) e Regione Piemonte (che non sottopone la popolazione a monitoraggio ematico): è diventata drammatica la situazione ambientale e sanitaria inferta ad Alessandria dalla Solvay di Spinetta Marengo, incurante della condanna in Cassazione per disastro ambientale e omessa bonifica nonchè del nuovo processo, impassibile alle censure di Onu e Commissione Ecomafie. Infatti Pfas e Bisfenolo sono paradossalmente “soltanto” la punta di un immenso iceberg di sostanze tossiche e cancerogene che piovono da 72 ciminiere.
Ancora una volta rilanciamo l’allarme. Avevamo cominciato ad Alessandria anni fa con esposti a Procura-Prefetto-Arpa. L’Arpa aveva confermato quanto avevamo denunciato: alla Solvay di Spinetta Marengo nelcocktail con i PFAS (PFOA, C6O4, ADV) tra gli interferenti endocrini c’è anche il Bisfenolo nelle sostanze in uso. Sul nostro Sito c’è ampia documentazione.
Questa volta riprendiamo un articolo dalla Toscana (clicca qui) dal titolo: “Allarme contenitori cibi: c’è il bisfenolo A”
Il Bisfenolo è ingrediente chiave per plastiche e resine. Come è noto, dopo i nostri esposti a Procura-Prefetto-Arpa, l’Arpa aveva confermato quanto avevamo denunciato: alla Solvay di Spinetta Marengo nelcocktail con i PFAS (PFOA, C6O4, ADV) tra gli interferenti endocrini c’è anche il Bisfenolo nelle sostanze in uso. In un quarto esposto, clicca qui, avevamo segnalato la risposta della sorpresa Arpa: la Solvay ammetteva l’uso del Bisfenolo AF (non si sa se autorizzato e tanto meno monitorato n.d.r) ma non del Bisfenolo A. A nostra volta, ribadivamo che “Dal punto di vista di danni alla salute, non vi è alcuna differenza tra Bisfenolo A e Bisfenolo AF [tra 2,2-Bis(4-idrossifenil) propano e 2,2-Bis(4-idrossifenil) esafluoropropano, secondo la Nomeclatura IUPAC International Union for Pure and Applied Chemistry]”.
Ebbene, dopo un accurato esame delle evidenze scientifiche e alla luce dei contributi ricevuti da una pubblica consultazione, le conclusioni della nuova valutazione dell’ Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) hanno confermato l’allarme tossico e cancerogeno del Bisfenolo A e hanno abbassato la Dose giornaliera di tollerabilità (Dgt ovvero la quantità che può essere ingerita quotidianamente per tutta la vita senza rischi sensibili per la salute) di circa 20mila volte. Dai 4 microgrammi (4 milionesimi di grammo) per chilogrammo di peso corporeo al giorno stabiliti nel 2015 a 0,2 nanogrammi (2 miliardesimi di grammo).
La UE aveva già vietato la produzione di biberon in policarbonato. Alcuni stati europei avevano già introdotto ulteriori restrizioni nazionali: la Francia ha bandito il Bisfenolo in tutti gli imballaggi e i materiali a contatto con gli alimenti, Danimarca e Belgio hanno bandito il bisfenolo A in materiali a contatto con alimenti per lattanti e bambini piccoli, la Svezia lo ha vietato in rivestimenti e vernici di articoli e imballaggi per alimenti destinati a lattanti e bambini piccoli.
In Italia il bisfenolo è utilizzabile nella fabbricazione industriale di prodotti in policarbonato per beni di consumo comuni, quali stoviglie di plastica riutilizzabili, bottiglie per bevande, attrezzature sportive, CD e DVD, ovvero in resine epossidiche per il rivestimento interno dei tubi dell’acqua e dei contenitori in latta di alimenti e bevande, e anche nel rivestimento degli scontrini di vendita.
Nel riconoscersi nel disegno di legge depositato dal senatore Mattia Crucioli “Norme relative alla cessazione della produzione e dell’impiego delle sostanze poli e perfluoroalchiliche”(clicca qui), l’Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia ha inteso ribadire la netta presa di posizione su Pfas e Bisfenolo con la quale aveva investito Governo e Parlamento già il dicembre scorso (clicca qui lettera ISDE Governo su Direttiva acque). Nella lettera inviata alle istituzioni italiane, ISDE è perentoria: “Come evidenziato da una copiosa e consolidata letteratura scientifica nazionale e internazionale, il Bisfenolo A, le Microcistine-LR, i PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) e l’Uranio sono sostanze tossiche, dotate di azione di interferenza endocrina, cancerogene, mutagene e i PFAS hanno anche attività immunotossica e neurotossica, particolarmente nell’età evolutiva. Dunque chiediamo che queste sostanze siano sempre ricercate nelle analisi di controllo per le acque a uso potabile e che il loro valore limite sia fissato in zero”.
Evidentemente riferendosi al disastro ecosanitario determinato ad Alessandria dalla Solvay di Spinetta Marengo, dove Pfas (Pfoa, C6O4 e Adv) e Bisfenolo si mescolano in suolo-aria-acqua con gli altri tossici e cancerogeni (tipo i solventi organo alogenati tetracloruro di carbonio e cloroformio), ISDE specifica: “Si deve infatti considerare, per queste come per altre sostanze già normate, il cosiddetto effetto cocktail, relativo a sostanze tossiche e/o cancerogene e/o mutagene e con azione di interferenza endocrina che, se anche rilevate singolarmente entro le concentrazioni previste dalla nuova Direttiva, possono tra loro realizzare effetti di sinergia e amplificazione tali da configurare rischio per la salute umana. Pertanto, qualoravenissero riscontrati valori superiori allo zero le acque in questione dovranno essere considerate come inadatte all’uso umano e si dovranno prendere tutti i provvedimenti necessari per il loro disinquinamento e protezione”.
Dunque: LIMITI ZERO. E’ quanto recepito dal Disegno di Legge del senatore Crucioli: si realizzerebbero gli obiettivi di ISDE e di tutte le forze che da anni si stanno battendo: Greenpeace, Movimento di lotta per la salute Maccacaro, Mamme No Pfas, Comitato Stop Solvay, Friday for Future, Legambiente. Infatti il DDL stabilisce –con termini temporali precisi e senza ambiguità- che “I limiti di scarico in aria, in acqua e nel sottosuolo dei PFAS siano portati allo zero tecnico, al pari delle acque potabili”; ovvero: “È vietato l’uso, la commercializzazione e la produzione di PFAS o di prodotti contenenti PFAS”. Infine esso “Detta norme per la realizzazione di misure di decontaminazione e di bonifica delle aree interessate dall’inquinamento da PFAS, per la ricerca finalizzata alla individuazione di materiali sostitutivi, alla riconversione produttiva e per il controllo sull’inquinamento”.
Impreciso e ambiguo è stato invece giudicato (clicca qui) il Disegno di Legge presentato dalla senatrice VilmaMoronese. Infatti, a differenza dei Movimenti, che chiedono immediati limiti zero alle micidiali emissioni di queste sostanze in suolo aria acqua, e dunque chiedono la drastica fermata degli impianti nocivi (della multinazionale Solvay di Spinetta Marengo AL e di altre aziende in Italia soprattutto conciarie) invece il DDL Moronese blandamentesi limita a “ridurre, e se possibile annullare, l’immissione di Pfas nell’ambiente”, con tanto di “periodo transitorio di adeguamento”. In altre parole dà il via libera legale alle aziende (Solvay) per un tempo indeterminato di produrre e inquinare.
Vieta l’uso, la commercializzazione e la produzione di PFAS o di prodotti contenenti PFAS, ne disciplina la riconversione produttiva e le misure di bonifica e di controllo. Insomma assumele istanze di tutti i Movimenti, Associazioni e Comitati, che da anni si battono per eliminare questi cancerogeni bioaccumulabili e persistenti, praticamente indistruttibili, dalle acque, dall’aria, dagli alimenti, insomma dal sangue dei lavoratori e dei cittadini altrimenti ammalati e uccisi. Pfas e Bisfenolo sono dichiarati dalla scienza una calamità mondiale da mettere al bando come fu per il DDT che si ritrova ancora fra gli orsi dell’Artico, per l’amianto che esplode in mesotelioma anche venti anni dopo, per i clorofluorocarburi che non hanno ancora finito di bucare l’ozono, per i bicromati che hanno smesso di bucare da parte a parte i nasi degli operai (tutti prodotti nell’alessandrino ed eliminati dopo anni di lotte). I primi beneficiari di questa legge saranno le popolazioni toscane e venete (concerie ed ex Miteni di Trissino), lombarde (Solvay di Bollate) e piemontesi (Solvay di Spinetta Marengo). D’altronde gli scarichi della Solvay in Bormida raggiungono la foce del Po.
Il nodo della chiusura Solvay.
A causa dei comportamenti omissivi e complici di Comune, Provincia e Regione Piemonte, è diventata drammatica la situazione ambientale e sanitaria inferta ad Alessandria dalla Solvay di Spinetta Marengo, incurante della condanna in Cassazione per disastro ambientale e omessa bonifica nonchè del nuovo processo, impassibile alle censure di Onu e Commissione Ecomafie. Infatti Pfas e Bisfenolo sono paradossalmente “soltanto” la punta di un immenso iceberg di sostanze tossiche e cancerogene che piovono da 72 ciminiere. Con la nuova legge Crucioli sarà ancor più palese che gli Enti politici sono fuorilegge al pari dell’azienda.
Per il polo chimico la parola chiusura è sempre meno un tabù, espressa senza remore dai Movimenti, è presa in esame dal segretario della CGIL e non esclusa dalla stessa multinazionale belga.
A questo punto gli ecopacifisti non sapranno più chi votare alle prossime elezioni. Pare definitivamente perso il loro appoggio che era stato determinante nelle ultime trionfali elezioni con il 33% (oggi ridotto nei sondaggi ad un terzo). In questi cinque anni, sono stati dagli ecopacifisti accusati di essere dei traditori, o quanto meno degli impotenti, su Tav Valsusa, Tav Terzo Valico, Ponte Morandi, fanghi tossici, PNNR, TAP, Ilva, trivelle, nucleare, energie rinnovabili, pace, Nato, spese militari, inceneritori, reddito di cittadinanza, terra dei fuochi, migranti, eccetera. Ora sopra i Cinquestelle, “governisti ad oltranza incollati alle poltrone”, piomba fatale l’ultima tegola: per PFAS e bisfenoli, i famigerati tossici e cancerogeni, bioaccumulabili e indistruttibili, che sono messi al bando in quasi tutto il mondo, con eccezione proprio dell’Italia.
Per i Pfas, il M5S infatti ha avviato la discussione in Senato il Decreto Legge (prima firmataria Vilma Moronese) che invece aveva trovato la più ferma opposizione – “E’ispirato dalla Confindustria” – da parte dei movimenti in lotta dal Veneto al Piemonte, Comitati e associazioni: Movimento di lotta per la salute Maccacaro, Mamme No Pfas, ISDE, Comitato Stop Solvay, Greenpeace, Fryday For Future.
Infatti, a differenza dei Movimenti, che chiedono immediati limiti zero alle micidiali emissioni di queste sostanze in suolo aria acqua, e dunque chiedono la drastica fermata degli impianti nocivi (della multinazionale Solvay di Spinetta Marengo AL e di altre aziende in Italia soprattutto conciarie) invece il DDL Moronese blandamente si limita a “ridurre, e se possibile annullare, l’immissione di Pfas nell’ambiente”, con tanto di “periodo transitorio di adeguamento”. In altre parole dà il via libera legale alle aziende (Solvay) per un tempo indeterminato di produrre e inquinare.
Dopo uno studio nel 2015 della EWG, associazione di consumatori americani sulla responsabilità del Bisfenolo A per l’insorgenza di tumori, disturbi del sistema endocrino e riproduttivo, diabete e malattie cardiache, il BPA è scomparso dagli imballaggi esterni e dai biberon per bambini, mentreè ancora usato per il rivestimentointerno delle lattine per alimenti. Ora unaricerca, portata avanti per otto anni dagli uffici investigativi per il controllo alimentare e la salute degli animali di Baden-Wuerttemberg in Germania, ha analizzato più di 400 cibi in scatola e rilevato quantità preoccupanti di BPA, utilizzato per rivestimento delle lattine onde evitare che gli alimenti entrino in contatto direttamente con il metallo, rendendolo resistente alle elevate temperature in fase di sterilizzazione dei cibi. Poi però il Bisfenolo viene rilasciato negli alimenti stessi, per poi essere ingerito. Il Bisfenolo è in uso alla Solvay di Spinetta Marengo, ma senza AIA e controlli ambientali e sanitari.
Dopo uno studio nel 2015 della EWG, associazione di consumatori americani sulla responsabilità del Bisfenolo A per l’insorgenza di tumori, disturbi del sistema endocrino e riproduttivo, diabete e malattie cardiache, il BPA è scomparso dagli imballaggi esterni e dai biberon per bambini, mentre è ancora usato per il rivestimentointerno delle lattine per alimenti. Ora una ricerca, portata avanti per otto anni dagli uffici investigativi per il controllo alimentare e la salute degli animali di Baden-Wuerttemberg in Germania, ha analizzato più di 400 cibi in scatola e rilevato quantità preoccupanti di BPA, utilizzato per rivestimento delle lattine onde evitare che gli alimenti entrino in contatto direttamente con il metallo, rendendolo resistente alle elevate temperature in fase di sterilizzazione dei cibi. Poi però il Bisfenolo viene rilasciato negli alimenti stessi, per poi essere ingerito.
Non facciano pubblicità PER queste pentole ma CONTRO queste sostanze tossiche e cancerogene, bisfenolo e pfas pfoa, che vengono prodotte (da Solvay a Spinetta Marengo) e usate in Italia per tanti prodotti: dalle pentole ai tessuti goretex. Presenteremo una Legge che le vieti.
L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), l’ente comunitario che si occupa della valutazione del rischio degli alimenti per il consumo umano e dei mangimi, ha invitato ad un’importante diminuzione (almeno 100.000 volte ) di bisfenolo A (BPA) usato in diverse tipologie di contenitori per alimenti e bevande, dai quali passa al consumo umano.
Gli studi scientifici indicano nel bisfenolo A una sostanza dannosa, al pari dei Pfas, per il sistema riproduttivo, nervoso e immunitario soprattutto nei feti; inoltre, poiché alcuni tumori hanno una relazione con i sistemi ormonali, esiste il sospetto che questa sostanza, come altri interferenti endocrini, possa avere un ruolo nell’origine di alcuni tipi di cancro, come il tumore mammario.
Uno studio degli scienziati dell’Università del Missouri ha dimostrato che la trasmissione diretta del bisfenolo A (BPA) da una madre al suo bambino in via di sviluppo, attraverso la placenta, può avere un impatto negativo sullo sviluppo cerebrale del feto e conseguenze dannose sulla salute più avanti nella vita: disturbi neurologici, disturbi neurocomportamentali, diabete,obesitàe varie carenze riproduttive.
Il Bisfenolo è utilizzato in molti articoli per la casa come bottiglie d’acqua in plastica, contenitori per alimenti e nel rivestimento epossidico di lattine per alimenti in metallo. L’esposizione può verificarsi durante il semplice atto di cuocere il cibo nel microonde all’interno di contenitori per alimenti in plastica di policarbonato.
Nota bene. Il Movimento di lotta per la salute Maccacaro ha denunciato, anche con esposti alla magistratura (clicca qui), l’utilizzo -senza autorizzazione- nello stabilimento Solvay di Spinetta Marengo del Bisfenolo, e la sua dispersione nell’ambiente.
Il Movimento di lotta per la salute Maccacaro ha denunciato, anche con esposti alla magistratura https://www.edocr.com/v/rkl0edx8/bajamatase/esposto-4-bisfenolo , l’utilizzo nello stabilimento Solvay di Spinetta Marengo del Bisfenolo: “…questa sostanza senza autorizzazione AIA è da parte della multinazionale belga -tra i principali produttori nel mondo di Bisfenolo- ben conosciuta da decenni e volutamente non evidenziata per la sua pericolosità all’ARPA, la quale infatti non l’ha mai cercata nelle analisi a tutela (ASL) della salute delle popolazioni”.
Orbene, la recente Direttiva UE 2020/2184, concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano, cambia la normativa per l’analisi delle acque potabili al fine di monitorare sostanze e composti classificati come contaminanti emergenti che rappresentano rischio per la salute umana.
In particolare, stabilisce: “Il Bisfenolo (A) è una sostanza chimica usata per produrre plastiche e resine. E’ da anni classificato come interferente endocrino in grado di alterare l’equilibrio ormonale e il metabolismo dell’organismo. L’esposizione a questa sostanza chimica di sintesi è stata correlata in alcuni studi con la comparsa di malattie o disturbi quali infertilità, obesità diabete e cancro. Il limite è stato fissato a 2.5 ug/l” (2,5 milionesimi di grammo per litro d’acqua).
“In ossequio al Dettato Costituzionale in materia di salute e prevenzione e al Principio di Precauzione, come sancito dal Trattato di Maastricht dell’Unione europea, chiediamo che il BisfenoloA, la Microcistina-LR, i PFAS e l’Uranio siano sempre ricercati nelle analisi di controllo per le acque ad uso potabile ma che il loro valore limite sia fissato in zero”: l’Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia al Governo e al Parlamento. Clicca qui.
Ora l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), rivalutando gli effetti negativi del Bpa sul sistema immunitario a lungo termine, allarma di abbassare in modo drastico la dose giornaliera tollerabile per il (Bpa) BisfenoloA: da 4 nanogrammi a 0,04 nanogrammi per kg di peso corporeo.
Blitz della Procura alla Solvay di Spinetta Marengo
Le indagini epidemiologiche fanno rizzare i capelli in testa prima ancora di essere completate. Eppure, con un opuscolo a tappeto distribuito a dipendenti e residenti, Solvay afferma: “Facciamo chiarezza su salute e ambiente: Solvay non è responsabile delle morti di Spinetta Marengo”.
Solvay nega che acido cloridrico (HCL), acido fluoridrico (HF), tetrafuoroetilene (C2F4) e perfluoroisobutene PFIB), che fuoriescono dalle ciminiere di Spinetta Marengo, ovvero tramite fughe di gas dagli impianti stessi, ammalino sangue e polmoni di bambini e adulti in quanto tali concentrazioni tossico oncogene sarebbero sotto i livelli di tolleranza: “sotto le soglie di non effetto”, praticamente innocue. Tolleranza quanto meno presunta. Presunta vuoi perché la centralina di controllo HCL e HF non viene fatta funzionare, come attestano le relazioni ARPA da noi prodotte in Procura. Presunta vuoi perché C2F4 e PFIB, altrettanto cancerogeni ma altresì letali in fase acuta, sono addirittura controllati dalla stessa Solvay: controllato e controllore coincidono. A tacere dei PFAS. Alla faccia di “trasparenza e condivisione”.
Ad eccezione di Solvay, non c’è più nessuno al mondo che neghi che i Pfas siano tossici cancerogeni mutageni. Esempio: nel latte materno Pfas nel 100% nei campioni testati, clicca qui). Per quanto ci riguarda, abbiamo documentato gli attestanti studi internazionali già dall’esposto alla Procura della Repubblica di Alessandria nel 2009, e negli anni seguenti, fino agli ultimi sei esposti depositati nelle mani dell’attuale magistrato responsabile. Sono consultabili sul Dossier “Pfas Basta!” (chiedilo a lino.balza.2019@gmail.com).
Neppure Solvay può negare che le falde del territorio alessandrino sono impregnate di Pfas (Pfoa, C6O4, ADV) mescolati a Bisfenolo nonché a cromo esavalente e altre 21 sostanze cancerogene non bonificate malgrado la sentenza di disastro ecosanitario della Cassazione, e che un acquedotto è già stato chiuso. Né riesce a negare che i Pfas scaricati in Bormida nuotano nel Po tra i pesci che cambiano sesso fino all’Adriatico.
Neanche Solvay può negare che i Pfas sono a livelli inusitati nel sangue dei lavoratori (fino a 2.000 milligrammi per litro), e presumibilmente dei cittadini, né può più nascondere le relative cartelle cliniche in quanto la Procura finalmente le ha sottoposte a sequestro poi che l’abbiamo imposto a colpi di esposti fin dal 2009 con tanto di prove (fotocopiate) accluse. Va da sé che il monitoraggio del sangue -abbiamo sempre denunciato- andasse e vada garantito dall’Ente pubblico.
Malgrado tutto ciò Solvay, nell’opuscolo patinato di verde che invitiamo a leggere: (clicca qui), azzarda due affermazioni che rappresentano le sue linee di difesa nel prossimo (2°) processo per disastro ambientale e omessa bonifica: “Non è vero che a Spinetta si muore di più” e “Non è dimostrato il rapporto causa-effetto”. Consulenti disponibili a sostenere le tesi non sarà difficile trovarli, basta pagare. Nell’opuscolo viene citato, come previsto, il prezzato cattedratico che per mestiere fa il consulente a difesa nei processi delle maggiori industrie inquinatrici italiane: emblematico il suo curriculum su internet (o vedi sul nostro Sito). Il responsabile della Comunicazione di Solvay gli ha raccomandato: guarda che l’opuscolo è destinato al volgo (così lo chiama). Ed Enrico Pira va giù di grosso e “argomenta” che siccome maschi e femmine non muoiono nella stessa misura per gli stessi tipi di tumore si dimostra che “chi vive più vicino al polo chimico e vi rimane più a lungo non ha più probabilità di ammalarsi di altri”. “In ogni caso le relazioni degli inquinanti con le esposizioni ambientali non sono dimostrate”. Scusa, ma i tumori per entrambi i sessi sono proprio quelli caratteristici delle sostanze immesse nell’ambiente. “Una casualità geografica, una variante statistica”. Non è proprio perché è invece dimostrato il rapporto causa-effetto, che tu, prof. Pira, nascondi al “volgo” che i Pfas sono considerati una calamità mondiale e vietati, sanzionati con miliardi di risarcimenti come ben sa in USA la stessa Solvay? Naturalmente non è per la parcella che ti offri a misurarti in tribunale con studiosi veri, come Philippe Grandjean o Linda Birnbaum o Amina Salamova o Carlo Foresta o Alberto Zolezzi eccetera lungamente citati sul nostro Sito e negli esposti in Procura (che ci legge anche in codesta breve nota): vedi Dossier.
Tramite decine di migliaia di copie e recensioni giornalistiche, fattachiarezza su salute e ambiente e stabilito che Solvay non è responsabile delle morti di Spinetta Marengo, l’opuscolo implicitamente conclude affermando l’innocuità del Pfas C6O4, la legittimità dell’autorizzazione AIA della Provincia e l’assurdità di chi, come noi, chiede la chiusura degli impianti inquinanti e la più severa condanna in tribunale.
Acqua DOC Solvay distribuita davanti al Tribunale di Alessandria.
Con un sesto esposto al Procuratore capo Enrico Cieri (clicca qui il testo integrale), il “Movimento di lotta per la salute Maccacaro” sollecita l’apertura del procedimento penale ad Alessandria contro Solvay per disastro ecosanitario continuato e omessa bonifica, in violazione della sentenza 2019 della Cassazione (clicca qui), con l’evidenza dei reati relativi alla produzione e all’uso dei Pfas (PFOA – C6O4 – ADV) commessi – in concorso con le Autorità pubbliche – senza soluzione di continuità dagli anni ’90 ad oggi ad opera dello stabilimento di Spinetta Marengo.
Il quale, ancora di proprietà Montedison, già nel 1990 era stato sottoposto a processo a seguito delle mie denunce di ricorrenti scarichi PFOA in Bormida, ma dal 2009 al 2017 per i Pfas esso diventa l’oggetto principale dei miei esposti contro Solvay alla Procura della Repubblica di Alessandria al fine “di sanzionare le emissioni e le perdite; di vietare gli scarichi in atmosfera e acque; di vietare d’urgenza la pesca in Bormida e Tanaro e Po; di vietarne l’uso potabile, di vietare le donazioni del sangue ai lavoratori della Solvay esposti ai PFAS. Ritenendo che ci siano danni ambientali e umani per scarichi per tutto il bacino del Po, emissioni e perdite, dunque reati della cosciente Solvay che neppure ora elimina i Pfas dalle lavorazioni, allego copiose risultanze del mondo scientifico internazionale nonché gli esami del sangue della Fondazione Maugeri di Pavia e della Medizinisches Labor Bremen attestanti valori di PFOA superiori ai limiti di legge addirittura in lavoratori non adibiti a reparti produttivi ma in laboratori di ricerca, e addirittura in una dipendente non esposta a lavorazioni che prevedono l’utilizzo della sostanza: con il sospetto perciò che anche gli abitanti della Fraschetta sono esposti ai danni del PFOA ”.
Abbiamo poi integrato questo volume di documentazione con i sei esposti al nuovo procuratore capo Cieri e ai procuratori Eleonora Guerra e Fabrizio Alessandria, per conoscenza e competenza inviati a Prefetto e Commissione interparlamentare ecomafie. Complessivamente i volumi del depositato in Tribunale sono ragguardevoli, per fortuna l’informatica ci consente di sostituire il cartaceo: se ne immagini la mole valutando gli effetti matrioska dei “clicca qui” addirittura dentro ciascun “clicca qui”. Ad esempio, compresi nelle oltre 230 pagine del Dossier “Pfas. Basta!” (clicca qui) che tratteggia la lunga storia dei Pfas (PFOA e C6O4 e ADV), a partire dagli anni ’90 dallo stabilimento Montedison – Solvay di Spinetta Marengo , tratta in breve da stralci dei libri “Ambiente Delitto Perfetto” (Barbara Tartaglione – Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia) e “L’avventurosa storia del giornalismo di Lino Balza”, nonché degli oltre 400 articoli sul Sito www.rete-ambientalista.it gestito dal “Movimento di lotta per la salute Maccacaro”. La lunga storia delle connivenze, complicità, corruzioni, ignavie di Comune Provincia Regione Governo Asl Arpa Sindacati Giornali Magistratura.
L’intervento della Magistratura è sollecitato a maggior ragione per almeno sette ordini di urgenze.
Per l’aggravarsi della situazione sanitaria e idrogeologica.
Per la violazione della sentenza della Cassazione: reati di omessa bonifica e disastro ambientale continuato.
Per obbligare Solvay a rendere pubblici gli standard analitici di Pfas e Bisfenolo senza i quali è vanificata l’identificazione delle sorgenti di contaminazione nonché della mancata risoluzione delle perdite.
Per contrastare le connivenze della Provincia e bloccare la produzione e l’utilizzo del C6O4.
Per arginare la manovre seguenti i ricorsi di Solvay al Tar del Piemonte.
Per collegare le sinergie con il processo in corso a Vicenza contro Miteni.
Uno dei sei esposti depositati presso la Procura della Repubblica di Alessandria riguarda il Bisfenolo, per il quale avevamo denunciato: alla Solvay di Spinetta Marengo nel cocktail con i PFAS (PFOA, C6O4, ADV) tra gli interferenti endocrini c’è anche il Bisfenolo nelle sostanze in uso. Clicca qui il testo dell’esposto.
Aggiungiamo (clicca sopra l’audio) la storia di questo sostanza, che nacque come medicinale provocando malformazioni natali per trasformarsi nell’industria in altrettanto o peggior veleno. Infatti ha iniziato una carriera da ingegnere nelle fabbricazioni dei policarbonati con una grande virtù: permette di ammorbidire la plastica, il che ne fa un candidato ideale per palloncini, anatroccoli da vasca e altri giochi per bambini, se ne producono non meno di 3 milioni di tonnellate l’anno. I Bisfenoli sono da tempo considerati dagli studi scientifici estremamente pericolosi per la loro bioaccumulabilità in acqua aria suolo soprattutto quali interferenti del sistema endocrino, dunque teratogeni tossici e cancerogeni