Alla vigilia della guerra del Golfo oltre 110 milioni di persone manifestarono in tutto il mondo, per cercare di evitarla. Non ci riuscirono. Da allora (nella foto, invii di aiuti nel 1992) l’Iraq è uscito dall’attenzione dell’opinione pubblica, ma gli iracheni e le irachene ne hanno pagato per decenni le conseguenze. Clicca qui.
Categoria: Iraq
Impegno di “pace” in Iraq.
1.100 militari, 270 mezzi terrestri e dodici mezzi aerei; dal Kuwait con Eurofighter, tanker e velivoli pilotati a distanza per raccolta intelligence. Addestriamo e organizziamo i Peshmerga curdi e le forze irachene. Impegno finanziario annuo: 260 milioni di euro. L’Iraq è il nostro primo fornitore di greggio. Sebbene le autorizzazioni parlamentari continuino ad autogiustificarsi con motivazioni umanitarie, nel 1991 lo abbiamo bombardato con i Tornado. Siamo poi ritornati con Antica Babilonia, stabilendoci, seduti su un invisibile lago di petrolio, nella provincia del Dhi Qar. Abbiamo anche combattuto, e dopo Nassiriya ricordiamo la “battaglia dei ponti” per difenderci dagli irregolari dell’Esercito del Mahdi. Poi ci siamo ritornati per la terza volta, e in forze, con l’attuale missione Prima Parthica. Clicca qui.
Un ponte per…
Nella foto all’aeroporto, l’aiuto in medicinali che portammo in Iraq dopo la prima guerra del Golfo e nel corso dell’embargo. In seguito l’associazione “Un ponte per Baghdad” è diventata “Un ponte per…“, in quanto è stata costretta, purtroppo, ad occuparsi di aiuti anche di Gaza, Siria, Giordania, Libano… In Iraq, tra giugno e agosto, 24.910 persone assistite, distribuiti: acqua, pasti, latte, pannolini, materassi, lenzuola a 5.914 famiglie. Cosa puoi fare anche tu. Clicca qui