Corruzione e traffico illecito di rifiuti attorno al depuratore di Alessandria.

8 mila metri cubi rovesciati a pochi metri dal Tanaro. Imputato principale, anche per corruzione di un consigliere, Lorenzo Repetto ex presidente della municipalizzata AMAG e braccio destro del sindaco Piercarlo Fabbio.

Clicca qui Silvana Mossano “Discarica abusiva vicino al Tanaro”. 

Per vincere il Premio Attila 2015, basterà l’ultimo posto in classifica nazionale sindaci (Il Sole24Ore) di gradimento dei concittadini?

Rita Rossa ci sta tentando da anni di vincere il Premio Attila ma non va mai oltre il secondo posto. Eppure nel suo curriculum enumera il feeling con Solvay e il Premio Attila Carlo Cogliati, la solidarietà al Premio Attila Angelo Riccoboni, la nomina del Premio Attila Bruno Binasco al vertice della Slala. Ora vi ha aggiunto il viaggio a Genova allo stadio di Marassi, in auto e autista a spese del Comune, per assistere al Tim Cup Genoa Alessandria. Niente di paragonabile con l’Airbus A340-500 di Matteo Renzi. E neppure con le creste di carburate Amag di Lorenzo Repetto e con i riffa raffa di Maurizio Grassano pluricondannato e ovviamente onorevole. Potrebbero essere concorrenti nel 2016 Massimo Berruti, Paolo Lantero e Davide Sandalo? Vediamo (continua)

Clicca qui La Stampa “Rita, la meno amata d’Italia.Ultima fra i sindaci secondo il Sole”.
Clicca qui Il Piccolo “Sindaci, Rita Rossa ancora all’ultimo posto”.

Se la condanna di Repetto è giusta, è ingiusta quella di Solvay.

Se è giusta quella di Solvay, è ingiusta quella di Repetto. Ci dovrebbe essere una proporzione nelle pene. Gli imputati della multinazionale (avvelenamento doloso della falda: 18 anni di reclusione) con tanto di parti civili morti e ammalati hanno (alcuni, neppure tutti) preso 2 anni e 6 mesi . Mentre il presidente Repetto 2 anni e 10 mesi… per aver fatto la cresta sui rimborsi chilometrici Amag! Nessun pietismo per il braccio destro del sindaco Fabbio, anzi, fosse per noi saremmo più pesanti. Però che dire della sentenza Solvay, anzi meglio non dire. Comunque, candidati al “Premio Attila Alessandria 2015” sono sia Repetto (curriculum infinito) che il Tribunale di Alessandria (sentenze Solvay, Michelin, Fabbio, Italsider).
Clicca qui Silvana Mossano “Condannato l’ex presidente dell’AMAG. Truffa sui rimborsi spese. A Repetto 2 anni e 10 mesi. Assolto invece dall’accusa di abuso d’ufficio per 34 assunzioni”.

L’inquinamento in falda si sta espandendo, a nord e sul Bormida. Altri pozzi dell’acquedotto sono in chiusura. Acqua imbevibile per altri 30-40 anni, salvo vera bonifica.

Il tre consulenti di Medicina democratica, Fulvio Baraldi geologo, Luigi Mara biologo, Bruno Thieme ingegnere, hanno ampiamente dimostrato la fondatezza dei capi di accusa formulati dal Pubblico Ministero con le richieste di condanna degli imputati. E, siccome nella dimostrazione hanno utilizzato documenti aziendali, hanno altresì dimostrato che Solvay sapeva. Clicca qui per continuare a leggere.
Clicca qui il testo delle conclusioni dei tre consulenti
Clicca qui Pennatagliente “Udienza del 22 gennaio”
Clicca qui La Stampa “Al polo chimico colpevoli ritardi”
Clicca qui Il Piccolo “Inquinamento importante, difficilmente recuperabile”
Clicca qui La Stampa “Battaglia tra consulenti su potabilità dell’acqua scaturita dal pozzo8”
Clicca qui Alessandrianews “Processo polo chimico: danni ambientali per 50 milioni di euro”

Rischia si saltare la quinta colonna che Solvay aveva piazzato in AMAG.

Giampiero Borsi, PSI, un passato da dipendente dello stabilimento spinettese come uomo di collegamento con i politici e le amministratori locali, rischia di essere estromesso dal consiglio di amministrazione dell’AMAG (municipale acqua gas) dove l’azienda chimica era riuscita a inserirlo addirittura come amministratore delegato. E’ un momento delicato : saltato il truffaldino primo piano di bonifica Solvay-Amag (made by Lorenzo Repetto), ora si sta discutendo il secondo.
Clicca qui La Stampa “Affonda la corazzata Amag. Il sindaco Rossa azzera il cda”
Clicca qui M. Massone “Dovevamo discutere del processo Solvay”

Repetto perseguitato dai magistrati per il suo dono dell’ubiquità.

Questo blog è stato costretto spesso a prendere di mira Lorenzo Repetto, braccio destro dell’ex sindaco Piercarlo Fabbio, per le sue vicissitudine giudiziarie soprattutto a danno dell’ambiente. La moltitudine di reati di cui è imputato probabilmente è dovuta al dono di ubiquità di cui gode: ne può compiere contemporaneamente due in due posti diversi. Nel processo per truffa all’AMAG, di cui era presidente, ad esempio ha dimostrato che a Roma aveva viaggiato contemporaneamente in auto e in aereo, dunque aveva chiesto due rimborsi. Clicca qui.
Clicca qui Pennatagliente “al processo contro Repetto ex AD di AMAG emerge come lui e la sua cricca abbiano portato il comune in dissesto” 

60 pagine di storia e cronaca

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Modesto esempio di giornalismo militante -militante per la salute e l’ambiente- questi articoli, pubblicati su la rivista “Medicina democratica”, sui giornali locali e nazionali, carta stampata e on line, nonché su innumerevoli blog, sono stati raccolti nel
dossier in ordine cronologico: dall’esposto-denuncia di Medicina democratica fino al dicembre 2013. Le cronache delle udienze del clamoroso processo Solvay in Corte di Assise, “politicamente scorrette”, impietose per i carnefici e partigiane per le vittime, offrono, al di là delle responsabilità penali e delle miserie e nobiltà umane rappresentate, il filo conduttore della lunga storia dell’insediamento industriale di Spinetta Marengo (Montedison, Solvay, Edison, Arkema) che ha assicurato lavoro e morte ad Alessandria, che diede lustro ad una classe operaia leader nel sindacato non solo locale, che ha sempre intrecciato privilegiati rapporti con amministratori e partiti, che è superstite testimone di una distrutta chimica italiana e che rischia il futuro produttivo e occupazionale se non risolve l’inquinamento della bomba ecologica.

Ora non resta che tagliare i costi… del personale.

“Il turboespansore Amag non funziona e non funzionerà mai” oggi afferma Pietro Bianchi, il già affossato assessore alle finanze del Comune di Alessandria e attualmente, appunto, presidente dell’AMAG in odore di revoca. Quando noi avvertimmo che l’ “avveniristico” impianto per estrarre energia dal salto di pressione del gas era uno spreco di soldi pubblici e sospetto, l’intero codazzo di politici e giornalisti applaudiva al bidone di Lorenzo Repetto.

L’allegra gestione dell’azienda acqua e gas

Cacciato da assessore al bilancio del Comune di Alessandria e subito nominato presidente dell’AMAG, Pietro Bianchi si è sbilanciato a promettere azioni penali per danni contro il predecessore Lorenzo Repetto (350 mila euro all’anno di stipendio). Tra le accuse: le consulenze d’oro… 1,7 milioni di euro al geometra… 24 mila alla giornalista… 154 mila all’avvocato…. 24 mila all’ingegnere ecc., le sponsorizzazioni sportive… molto sportive ,i viaggetti all’estero, le colazioni da 1.000 euro, i contratti esterni capestro, gli impianti “turboespansori” fasulli ecc.

In tanti stavano ad applaudire Repetto

Pesantissima l’eredità che Lorenzo Repetto ha lasciato nella sua gestione dell’Amag: da impropria cassaforte tuttofare del Comune capoluogo ad azienda in crisi finanziaria, dagli innumerevoli lavori lasciati a metà alla foresta di rose d’oriente, alla legittimità giudiziaria ed economica di lavori e progetti e assunzioni ecc. Emblematico l’enfatizzato turbo espansore dell’Aulara sul quale si era ascoltata la sola voce dissenziente di Medicina democratica, mentre applaudivano politici e sindacalisti e giornalisti. Si dimostra un catorcio sempre rotto, una bidonata di acquisto, un buco economico a costi crescenti, un inganno per agricoltori (che avrebbero dovuto produrre… olio di colza) e cittadini (che avrebbero dovuto beneficiare di spropositata energia elettrica e termica).

la banda del buco

Questi due sono stati spesso nel mirino di questo blog per le loro malefatte ambientali (Fabbio ad es. è indagato per inquinamento urbano dopo il nostro esposto). L’ex sindaco di Alessandria, Piercarlo Fabbio, è infatti imputato per il dissesto del Comune sia dalla Magistratura che dalla Corte dei Conti. Ora ha perso il suo braccio destro, Lorenzo Repetto: è stato buttato fuori da presidente del gruppo Amag (include Alenergy, Ream, Alegas), potrebbe dedicarsi a tempo pieno alle sue magagne giudiziarie ma è prevedibile che si opporrà con le unghie e coi denti a perdere 148 mila euro all’anno. La prossima testa sotto la scure della neo sindaca Rossa dovrà essere Piercarlo Bocchio, altro nemico dell’ambiente che, a forza di incarichi (Amiu, Aral ecc.) è il recordman dei paperoni pubblici: 188 mila euro.

truffa e assunzioni facili all’amag

Nessuno tiene più il conto dei guai giudiziari di Lorenzo Repetto, presidente Amag e braccio destro del (l’ormai ex) sindaco di Alessandria. Due le nuove accuse della Procura. “Truffa aggravata” ai danni dell’Amag: per anni si è concesso rimborsi chilometrici per tragitti più lunghi di quelli effettivi e superiori alle tariffe. “Abuso di ufficio” per aver fatto assumere 34 persone senza rispettare le procedure.

un mazzo di 100 mila rose di repetto a fabbio… e io pago

Lorenzo Repetto, presidente dell’Amag e braccio destro del sindaco di Alessandria, è accusato di rischiare il fallimento appunto per favorire il Comune di Alessandria a scapito degli altri Comuni. Denunce anche per la gestione dell’azienda, dei conti in rosso e del personale. Gli altri sindaci pronti per le vie legali.
Clicca qui La Stampa.

sempre dalla parte dei più deboli

Il tribunale di Alessandria ha condannato (tanto per cambiare) Lorenzo Repetto, presidente dell’AMAG, a versare 500.000 euro all’Autorità delle acque dell’alessandrino Ato6, per contributi pagati dai cittadini in tariffa e non versati alle Comunità montane e alla Cooperazione internazionale con i paesi più poveri e carenti d’acqua.

repetto in procura per la fogna carlo alberto

La Procura della Repubblica ha aperto un procedimento penale (l’ennesimo) contro Lorenzo Repetto, presidente dell’Amag e braccio destro del sindaco di Alessandria Fabbio. Il canale Carlo Alberto infatti è una fogna a cielo aperto come abbiamo denunciato e documentato anche con inequivocabili immagini, con grave pericolo per la salute pubblica.
Clicca qui il precedente servizio sul blog.
Clicca qui La Stampa.

altre bugie di repetto

L’abbiamo documentato con le immagini. L’abbiamo denunciato pubblicamente:
clicca qui Il Piccolo.
Ma il presidente Amag, Lorenzo Repetto, il plurindagato braccio destro del sindaco, è abituato alle bugie: clicca qui La Stampa. E’ inammissibile che dal punto di vista dell’igiene pubblica ci sia in Alessandria, in piena città, in luogo frequentatissimo, una fogna a cielo aperto che, senza alcun sistema di depurazione, sfocia nel Tanaro. Bisogna chiudere tutti gli scarichi sul canale Carlo Alberto, a cominciare da quello dell’AMIU, e convogliarli nel normale sistema fognario. Chi è responsabile della rete fognaria? Il sindaco, massima autorità sanitaria comunale, non interviene. Perchè non lo fa l’ASL o la Procura?

stavolta è l’amianto

Si apre il processo, l’ennesimo, contro Lorenzo Repetto, braccio destro del sindaco di Alessandria e presidente dell’Amag, stavolta nella veste di consigliere del Teatro Comunale, indagato insieme ad altri tre per abuso di ufficio a seguito dell’inquinamento da amianto del teatro. La ditta scelta dai quattro, per l’appalto di bonifica colpevole di avere disperso le fibre di amianto, è casualmente di Castelletto d’Orba.

la bufala dell’asfalto che “mangia” le PM10

Altro che isola pedonale, blocco del traffico. Il duo Fabbio-Repetto, sindaco di Alessandria e presidente Amag, sarà famoso anche per l’ultima bufala: la pavimentazione “miracolosa ed ecologica” di alcune vie cittadine che, a loro dire, “si autopulisce e pulisce addirittura l’aria, elimina l’inquinamento urbano, converte le sostanze organiche e inorganiche nocive in composti innocui, insomma si mangia le micidiali PM10 polveri sottili. Non preoccupa tanto la bufala, una delle tante in clima già elettorale, quanto il costo della stessa.

tutti gli uomini del sindaco

Certo che il sindaco di Alessandria i suoi uomini li sa scegliere. Nei tribunali e in carcere. Lorenzo Repetto, l’onnipotente dell’AMAG, tra le tante incriminazioni giudiziarie, ha collezionato l’ultima di abuso di ufficio che ha causato anche l’invasione di fibre di amianto dentro il teatro di Alessandria. Giuseppe Caridi, consigliere comunale a capo della commissione attività produttive e dell’ndrangheta locale, è ancora ospite delle patrie galere. Sono tutti il volto del potere della giunta di Piercarlo Fabbio. “Un faccendiere”: l’ha appena definito il giudice condannandolo a 4 anni per truffa miliardaria a danno del Comune. Si tratta dell’ “onorevole” Maurizio Grassano.
Clicca qui per leggere Emma Camagna.

Repetto Ha Più Grane Che Capelli

Confessiamo: se noi avessimo la potenza di fare una campagna di stampa contro Lorenzo Repetto, uomo di fiducia del sindaco di Alessandria Fabbio, ebbene la faremmo volentieri. Infatti il presidente dell’AMAG non si lamenta di noi, bensì de La Stampa. In realtà, come gli risponde il direttore del giornale, si (s)parla tanto di lui perchè ha più cause in tribunale che capelli in testa. E tra quelle elencate (tre delle tante) manca ancora il processo Solvay.
Clicca qui per leggere la replica de La Stampa.

Perchè È Impossibile Che Il Sindaco Dimissioni Il Presidente Amag

L’amianto cancerogeno insegna: attenti al cromo. Lo scrive Claudio Lombardi (SEL): “L’intervento di “bonifica” ha causato lo spargimento della pericolosa fibra di amianto in tutto il teatro comunale di Alessandria. Pulviscolo respirato dai lavoratori e dagli spettatori. Lo sciagurato intervento fu ritenuto necessario dal presidente [Lorenzo Repetto] dell’AMAG, membro del consiglio di amministrazione del teatro, che con procedura d’urgenza si fece carico della scelta dell’impresa alla quale affidare il lavoro. [Impresa di fiducia di Repetto, oggi indagato per abuso di ufficio]. Sia almeno la vicenda del Comunale di Alessandra di qualche utilità: ad esempio a diffidare del progetto di “bonifica” rapidamente proposto dal presidente dell’AMAG [sempre il Repetto, ] nei riguardi della falda inquinata da cromo esavalente dalla Solvay di Spinetta. Non vorremmo che il cromo si spargesse in tutta la Fraschetta come il polverino di amianto nel teatro di Alessandria!”. Più che diffidare, bisognerebbe dimissionare Repetto, dovrebbe farlo il sindaco Fabbio. Perchè è impossibile? Ve lo dimostreremo, anzi documenteremo, nel prossimo clamoroso servizio sul blog.

Dimissioni del Presidente e del Progetto Cromo dell’Amag


I reati ambientali, nonché di corruzione e peculato, che la Procura di Alessandria contesta al presidente dell’AMAG, Lorenzo Repetto, sono scaturiti dalle perquisizioni effettuate tramite i carabinieri del NOE durante le indagini sullo scandalo cromo esavalente della Solvay a Spinetta Marengo.
Repetto era stato oggetto di pubbliche contestazioni da parte di Medicina democratica in occasione del “piano Amag Fraschetta” che egli aveva presentato in linea, come si vede, con le sue competenze professionali e non. E’ auspicabile che con le sue dimissioni da presidente AMAG anche il finto progetto di bonifica si infogni. Su questo, che avevamo definito “business privato con soldi pubblici”, avevamo scritto ai giornali: a Repetto, presidente dell’AMAG, contestiamo il riproposto progetto di megadepuratore che dovrebbe “lavare” le acque inquinate del polo chimico spinettese. Si tratta di una ipotesi tecnicamente inefficace e costosa. Per l’impossibilità di captare completamente la massa d’acqua, il fiume che scorre sotto la Fraschetta. E per l’incapacità di eliminare non solo il cromo esavalente ma l’altra ventina di sostanze tossiche e cancerogene. Sarebbe come aver proposto di lavare il fiume Bormida dagli scarichi dell’Acna di Cengio! I veleni vanno invece eliminati a monte e non a valle. L’area di Spinetta Marengo va bonificata all’origine, i veleni vanno tolti dal suolo altrimenti per centinaia di anni continueranno incontrollabili a scendere e inquinare le falde. Ancor peggio dell’Ecolibarna di Serravalle Scrivia. A maggior ragione perché Repetto dichiara di realizzarlo in tutto o in massima parte con i soldi pubblici, il progetto del megadepuratore è ovviamente caldeggiato dalla Solvay altrimenti costretta a sopportare -come sosterrà Medicina democratica quale parte civile al processo- l’onerosità della bonifica integrale del sito. Piacerà anche a tutti gli inquinatori della Fraschetta che si sentiranno ancor più esentati dal contenere e purificare gli scarichi.


Il gravissimo inquinamento del suolo e delle acque nella avvelenatissima (anche nell’aria) zona Fraschetta di Alessandria è tutt’altro che affrontato e risolto dal piano AMAG benedetto tanto dal Comune che dalla Provincia. Si tratta di un piano faraonico, dal finanziamento incerto, per un costo già sottostimato a 52 milioni di euro ma, come sempre nelle grandi opere, destinato a lievitare negli anni, senza contare poi gli enormi oneri di gestione e di smaltimento. Un business che, invece di eliminare gli inquinanti all’origine e a totale carico dell’inquinatore, li scarica all’esterno a spese della collettività inquinata. Una spesa iperbolica che lascia i veleni dove sono sepolti, non li asporta dal terreno sotto la Solvay di Spinetta Marengo per la bonifica,ma cerca di raccoglierli quando sono già penetrati nelle falde acquifere. Però gli 11 pozzi spurgo, cosiddetta “barriera”, non riusciranno mai a “succhiare” l’intera falda, ad intercettare ed eliminare totalmente i veleni di cromo e solventi clorurati. Mai nei 20 anni previsti, previsione quanto mai ottimistica visto che, non avendo mai fatto capillari carotaggi, neppure sanno la quantità vera di veleni sotterrati sotto lo stabilimento. Con questo piano, ammesso che verrà mai alla luce e nei 18 mesi previsti, la Solvay potrà continuare a inquinare per altre decine di anni, anzi all’infinito, e la riduzione del danno sarà scaricata sulle casse pubbliche, finanziata da comune, provincia, regione, governo, sempre che si trovino i fondi, e con un “contributo” simbolico dell’azienda inquinatrice previsto al massimo per un decimo dei costi. Un business privato, uno spreco di denaro pubblico. Che dovrebbe invece essere utilizzato per una vera e completa indagine epidemiologica che renda finalmente giustizia e risarcisca le centinaia, forse più, di vittime dell’inquinamento della Fraschetta, dove non c’è famiglia che non sia stata colpita da tumori. Perciò, piuttosto che ai politici, ci affidiamo alla Magistratura, nel processo dove Medicina democratica sarà parte civile, per imporre secondo giustizia alla Solvay inquinatrice l’onere della bonifica e il risarcimento dei danni fisici e materiali agli inquinati.