Non alza bandiera bianca chi fa la guerra con le vite altrui.

“Non abbiate vergogna di negoziare prima che la cosa sia peggiore. Il più forte è chi vede la situazione, chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca. La parola negoziare è coraggiosa. Non è una resa. Se vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, devi avere il coraggio di negoziare. Sì, hai vergogna, ma con quante morti finirà? Negoziare in tempo, cercare qualche Paese che faccia il mediatore. Nella guerra in Ucraina ce ne sono tanti. La Turchia, altri… E io sono qui… La guerra è una pazzia… C’è chi dice: è vero, ma dobbiamo difenderci. E poi ti accorgi che hanno la fabbrica degli aerei per bombardare gli altri. Difendersi no: distruggere… C’è sempre qualche situazione geografica o storica che provoca una guerra… Può essere una guerra che sembra giusta per motivi pratici. Ma dietro una guerra c’è l’industria delle armi che significa soldi. Guardiamo la storia, le guerre che abbiamo vissuto: tutte finiscono con l’accordo”. Possibilmente prima del  martirio di questo popolo.

Zelensky chiede liste di proscrizione.

Numerosi organi di stampa hanno riportato le parole del Presidente ucraino Zelensky nella conferenza stampa al margine del G7: “Sappiamo però che in Italia ci sono tanti filo-putiniani e in Europa anche. Stiamo preparando una loro lista, non solo riguardo all’Italia, da presentare alla Commissione europea. Riuscirete a zittirli?” Non abbiamo visto sostanziali reazioni politiche o giornalistiche alle parole pericolose di Zelensky, che sono un attacco evidente alla libertà di espressione e di dissenso. Con la scusa dello stato di guerra il governo ucraino ha messo fuori legge numerosi partiti dell’opposizione, ha messo sotto processo gli obiettori di coscienza alla guerra. Adesso pensa di agire all’estero?

Pericoloso il Patto militare Meloni-Zelensky.

Stipulare un’alleanza militare con un paese in guerra, che prevedibilmente per molti anni rimarrà in una situazione di conflitto con la Russia, anche se domani intervenisse il cessate il fuoco, è quanto di più insensato e pericoloso si possa immaginare.

L’esperienza storica ci insegna che l’Italia è precipitata nella tragedia della Prima e della Seconda guerra mondiale a seguito della stipula di due trattati di alleanza militare, il Patto di Londra del 26 aprile 1915 ed il Trattato bilaterale con la Germania, stipulato il 23 maggio 1939, più noto come “Patto d’acciaio”. Il Patto di Londra fu negoziato in gran segreto dal Ministro degli esteri Sidney Sonnino, con l’accordo del Re, e rimase segreto perché il Parlamento, la grande maggioranza del popolo italiano ed il Vaticano erano contrari all’entrata in guerra dell’Italia. Oggi viviamo in una situazione di fervore bellico delle classi dirigenti e dei media, non condiviso dalla stragrande maggioranza della popolazione italiana, ma non siamo nel 1915 e non possiamo consentire di essere coinvolti in una guerra per procura contro la Russia, combattuta sulla pelle del popolo ucraino.

Certamente il Patto Meloni-Zelensky più che un “Patto d’acciaio” è un “Patto di latta”, data la natura dei contraenti, però è ugualmente pericoloso.

Domenico Gallo continua su https://www.domenicogallo.it/2024/02/il-patto-meloni-zelensky/ 

Avevamo ragione noi pacifisti.

L’Ucraina sta perdendo la guerra. Concluderà un compromesso che sarà peggiore di quello che era  possibile evitando lo scoppio del conflitto  con  sicure morti e distruzione dell’Ucraina. Ora gli Usa, che hanno trascinato nella guerra l’Occidente, grazie ad un presidente irresponsabile come Zelensky, abbandoneranno l’Ucraina come hanno già fatto in Vietnam, Iraq e Afghanistan ecc.

Nelle ultime settimane, analisti e commentatori americani e europei hanno fotografato l’andamento della guerra in Ucraina giungendo a conclusioni concordanti con le previsioni, avanzate già all’inizio del conflitto, di poche (e inascoltate) Cassandre, talvolta liquidate con il sospetto di filoputinismo. In sintesi, l’Ucraina sta perdendo la guerra, nonostante la coraggiosa resistenza, gli aiuti finanziari, armamenti occidentali ed enormi perdite civili e militari. Continua sul Corriere della Sera.

Morire per l’ONU

L’interpretazione ufficiale americana dei rapporti internazionali come di una “competizione strategica” per il dominio mondiale, la determinazione degli Stati Uniti a vincerla debellando tanto per cominciare la Russia e la Cina, il “fai da te” di Putin mediante la guerra per mettere in sicurezza i confini con l’Ucraina, la prima reazione di Zelensky che ha chiesto lo scioglimento dell’ONU, la perversa azione terroristica di Hamas del 7 ottobre e la vendetta dello Stato d’ Israele contro tutta la popolazione  palestinese e l’intero territorio di Gaza, hanno fatto a pezzi l’ordine internazionale, esacerbando la “guerra mondiale a pezzi” già denunciata dal Papa. La prima e più importante vittima di questa catastrofe è l’ONU… Clicca qui una riflessione di Raniero La Valle

Sdoganamento del neonazismo ucraino.

L’Onu a novembre approvò l’annuale risoluzione russa per la “lotta alla glorificazione del nazismo, del neonazismo e di altre pratiche che alimentano razzismo e xenofobia” con soli 106 Sì (contro i 121 dell’anno precedente), incluso quello di Israele. Contrari, come sempre, Usa e Ucraina; e, per la prima volta, tutti i Paesi Nato e alleati, esclusa la Turchia e inclusa l’Italia.

La Camera del Canada ha tributato una “standing ovation” a Yaroslav Hunka “l’eroe” ucraino e canadese della Seconda guerra mondiale che combatté per l’indipendenza dell’Ucraina contro i russi, che sedeva sugli spalti per applaudire Zelensky. L’eroe prestò servizio nella 14ª divisione Waffen Grenadier delle SS naziste i cui crimini contro l’umanità durante l’Olocausto sono ben documenta.

E’ in corso uno strisciante sdoganamento del neonazismo ucraino iniziato il 24 febbraio ’22 con l’invasione russa?  Fino ad allora media e politici occidentali, Onu, Osce e Amnesty denunciavano i partiti neonazisti in Ucraina e i crimini delle loro milizie in Donbass. Clicca qui le prove.   Poi è scattata la sordina e infine la beatificazione degli “eroi” del battaglione Azov con le rune stilizzate e le svastiche tatuate. D’altronde in Ucraina venerano come eroe nazionale “combattente per la libertà” il collaborazionista delle SS Stepan Bandera, criminale di guerra coinvolto nella deportazione e uccisione di migliaia di ebrei, eleggono partiti neonazisti in Parlamento e vantano milizie neonaziste nelle forze armate, mentre Zelensky loda le milizie neonazi e arringa il Parlamento greco in tandem con un figuro dell’Azov.  

A Milano l’Associazione dei giovani ucraini allestisce una mostra fotografica, “Eyes of Mariupol – Uno sguardo negli occhi dei difensori”, che omaggia i neonazi di Azov noti per le stragi commesse non solo a Mariupol ma in tutto il Donbass.

La posta in gioco dell’Ucraina.

Perché nella guerra in Ucraina l’ultima cosa che conta è il destino di quel Paese e dei suoi abitanti? Lo scontro militare poteva terminare a poche settimane dal suo inizio, in quanto nel marzo dell’anno scorso Putin e Zelensky si erano quasi accordati sul ritiro delle truppe russe in cambio di un impegno per la neutralità permanente dell’Ucraina da inserire nella sua Costituzione. Perché allora la proposta di pace – redatta e firmata dal capodelegazione di Kiev – fu stracciata e la popolazione stritolata? (clicca qui)

Giorgia e Volodymyr “con tutto il rispetto per il Papa”.

Indossano la stessa divisa

Il Papa  ha donato a Zelensky la piccola scultura di un ramoscello d’ulivo, simbolo della pace. Zelensky gli ha messo nelle mani un’icona della Madonna dipinta sui resti di un giubbotto antiproiettile, simbolo di guerra. I due doni hanno  appunto simboleggiato la distanza tra i due. Zelensky ha rifiutato  l’intento del Papa di accreditarsi come mediatore, ci ha tenuto a far sapere  di aver consegnato al Papa il suo “piano di pace”, l’unico percorribile: “Con tutto il rispetto per il Papa, la questione è che non abbiamo bisogno di mediatori fra l’Ucraina e l’aggressore che ha occupato i nostri territori, noi dobbiamo fare e scrivere un piano di azione per una pace giusta in Ucraina. Ho invitato il Papa come uno dei leader per lavorare alla formula della pace ma non possiamo invitare la Russia che bloccherebbe tutto. Con Putin non parlo. La via d’uscita è la controffensiva”. Cioè la fantomatica vittoria, cioè  la guerra fino all’ultimo ucraino. Con il pieno appoggio “a 360 gradi” di tutti gli italiani, perché Meloni rappresenta tutti gli italiani.  Si chiamano per nome “cara Giorgia, “caro Volodymyr”. Cari italiani.

Uscendo dal Vaticano, Zelenski si è sbattuto la porta dietro.

Nel suo sito, Costituente Terra (Raniero La Valle) pubblica l’articolo dell’ambasciatore Romano e il testo del discorso di Putin sulla Piazza Rossa nella ricorrenza del 9 maggio, che non è stato fruibile sulla stampa d’informazione. Se è un nemico, perché non sapere quello che dice? Come sostiene il Papa: Credo che la pace si faccia sempre aprendo canali, mai si può fare una pace con la chiusura. Invito tutti ad aprire rapporti, canali di amicizia”. Dopo il suo incontro con papa Francesco, Zelenski ha dichiarato di rifiutare ogni mediazione con Putin. Pieno sostegno di Meloni e Mattarella. Invece per il Vaticano il primo punto è smettere di sparare, poi smettere di armare, infine accettare la mediazione. Non puntare dunque  ad un trattato di pace definitivo tra la Russia e l’Ucraina, ma a un cessate il fuoco che permetta a ognuno di mantenere le proprie posizioni, e cominciare a mediare su alcuni punti. 

Meloni e Zelens’kyi Premi Attila 2022.

Clicca qui l’Attestato,

comprensivo dei Secondi Più Votati: Amadeus, Roberto Benigni, Sergio Mattarella, Consiglio di Stato, Italia, MSC Crociere, Giampiero Veronesi, Letizia Moratti, Daniele Capezzone, Enrico Letta, Joe Biden, Comitato Nobel Pace, Matteo Renzi, Mario Draghi, Roberto Cingolani, Giorgio Abonante.

Per ciascuno di essi sono state assemblate le Motivazioni di merito che hanno accompagnato il voto.