Crollano le scuole e i ponti ma si sprecano altri soldi per nuove “grandi opere”.

Sono 113, clicca qui,  le gallerie incriminate dal Consiglio superiore dei lavori pubblici come prive di sicurezza, compresa la galleria Bertè sulla A26 dove sono crollate due tonnellate di cemento.  Nella mappa invece sono tracciati i viadotti a rischio in Italia (praticamente tutti). I principali proprietari delle autostrade sono: Gavio (A6, A10, A12),  Benetton (A26, A3,A16, A14, A1) e Toto (A24), i quali sono responsabili delle manutenzioni e dei crolli. I responsabili delle manutenzioni e dei crolli delle scuole sono invece i governi (locali e nazionali). Negli edifici scolastici si registra un crollo ogni tre giorni di scuola; 276 dal 2013; nell’anno scolastico 2018-2019 si contano 70 episodi di crolli di cui 29 al Nord (soprattutto Lombardia), 17 al Centro (in testa il Lazio) e 24 al Sud (prima la Campania) che hanno provocato il ferimento di 17 studenti. Cosa si aspetta a varare un piano straordinario di investimenti per mettere in sicurezza e ristrutturare gli edifici scolastici? Questo sì che sarebbe una grande opera utile! Invece, per nulla pentiti del via a Tav Valsusa e Tav Terzo Valico, perfino i Cinquestelle esultano per i miliardi di altre “5 grandi opere buone” senza calcolarne i benefici: clicca qui l’analisi di Marco Ponti.

Crollano i ponti autostradali ma non i Benetton e i Gavio che li gestiscono.

Prima di avventurarsi sui viadotti ormai gli autisti si fanno il segno della croce, o altri gesti. Le due dinastie invece sono salde come rocce. Infatti sono vincitrici, a furor di popolo, degli ambìti Premi Attila. L’ultimo l’ha meritato la famiglia Benetton: clicca qui.  E’ più vecchio il Premio Attila per i Gavio (clicca qui)  perché fu dedicato  al capostipite, perciò alleghiamo un aggiornamento riferito agli eredi: clicca qui.  

Metti un sera a cena con Romano.

Qual è, di chi è la spinta che ha portato avanti  un’opera come il Tav Terzo Valico bocciata infine anche dall’analisi costi-benefici? Coloro che non l’hanno ancora capita si divertano, tra il serio e il faceto, a seguire la conversazione intercorsa nel 2006  nel residence più “in” a cavallo tra Piemonte e Liguria durante la cena, a dream, offerta da Marcellino Gavio a Romano Prodi. Quando Prodi disse: Il Terzo Valico non si può fare.  Scorrano l’elenco degli invitati e avranno chiarito ogni dubbio residuo. (continua)

Gli eredi del Premio Attila 2004 Marcellino Gavio grandi finanziatori di Matteo Renzi.

Contendono il secondo posto all’altro alessandrino Guido Ghisolfi, impreditore politico PD.  Cene di finanziamento crownfunding con intrattenimento del premier: offerta minima 1.000 euro. Brut Ferrari ecc. Prenotatevi.  Ci sono ancora sedie libere.

Post Scriptum. Overbooking. Tutto esaurito: oltre mille gli imprenditori e finanzieri prenotati, portafoglio alla mano. We’re sorry…Siamo spiacenti…

Clicca qui il Premio.
Clicca qui Il Fatto Quotidiano “La dinastia Gavio”

La procura indaga ma i giornali tacciono

Dei defunti non bisognerebbe mai parlare male. Sarà per questo che i giornali tacciono che Marcellino Gavio, per l’interposta persona di Bruno Binasco, suo braccio destro e amministratore delegato, è dentro all’inchiesta aperta dalla Procura di Monza per un giro di tangenti. Per il controllo del pacchetto azionario dell’autostrada Milano-Serravalle, Gavio rivendette alla Provincia di Milano per 9 euro ogni singola azione che 18 mesi prima aveva comprato per 2,9 euro. La Provincia (Penati, PD) pagò in più rispetto al valore di mercato 76,4 milioni di euro (di cui 50 servirono a Gavio nella scalata bancaria BNL, finita anch’essa regolarmente sotto inchiesta). La Corte dei Conti fiutò il marcio ancor prima della Procura che ora indaga sui giri di mazzette, in particolare sui 2 milioni di euro versati da Binasco a Di Caterina, e che presume destinati a Penati come tangente per l’affare Serravalle.
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