La SNAM non rinuncia al rigassificatore.

La nave rigassificatrice da posizionare davanti all’isola di Bergeggi, tra Vado Ligure e Spotorno, assorbirebbe  18 milioni di litri d’acqua all’ora, che contengono uova di molluschi e piccoli pesci, plancton e così via, che dopo il processo vengono scaricati in mare senza vita dopo il trattamento con il cloro. Parliamo, in un anno, di milioni di miliardi di litri. La nave è a soli cinque chilometri dall’area marina protetta. Delicatissimo il  problema del Santuario dei cetacei e dell’impatto dei rumori .

16mila in catena per 6 chilometri.

Da Savona a Vado e poi Bergeggi fino a Spotorno: catena umana, lunga sei chilometri di litorale, in protesta contro l’arrivo della nave rigassificatrice Golar Tundra, attualmente a Piombino, che verrebbe posizionata entro il 2026 in rada nello specchio acqueo antistante Vado Ligure, ad un passo da Savona e dalle coste del Ponente.

A preoccupare i cittadini di una delle aree con le spiagge più conosciute e frequentate della Liguria non solo l’arrivo della nave, a circa 4 km al largo di Vado, ma anche le opere propedeutiche all’installazione. Golar Tundra, con una capacità di stoccaggio pari a circa 170.000 metri cubi, dovrà infatti essere accompagnata dalla costruzione di una condotta sottomarina per il trasporto del gas da 4,2 km di lunghezza, e 30 km di gasdotto a terra, che riguarderanno il territorio non solo della costa ma anche dell’entroterra fino alla bassa Valbormida.

Il gas naturale estratto dai giacimenti e inviato al rigassificazione, viene trasformato in una forma utilizzabile. Il processo di rigassificazione comprende principalmente la separazione dei componenti del gas naturale, come il metano, l’etano, il propano e l’azoto. Successivamente, il gas viene trattato per adattarlo alle esigenze dei clienti finali. Il gas viene quindi inviato ai mercati di distribuzione attraverso una rete di tubazioni a pressione costante.

Gli impianti, usati per trasformare il metano liquefatto (LNG) in gas naturale, rilasciano in mare grandi quantità di acqua marina raffreddata, arricchita di ipoclorito di sodio, che è un disinfettante dagli effetti ambientali. Oltre ai rischi di incidenti di vario tipo (perdite di gas, incendi, esplosioni ed emissioni di sostanze inquinanti nell’ambiente circostante.)  si tratta di impianti industriali emittenti inquinanti, soprattutto ossidi di azoto (NOx), in concentrazioni non affatto trascurabili (centinaia di milligrammi/metro cubo), per il trattamento di alcuni miliardi di metri cubi di gas/anno.

La legislazione include perciò la creazione di un sistema di allarme per la popolazione nelle vicinanze di un impianto di rigassificazione in caso di incidente.

Il rigassificatore incombe su Ravenna.

Ravenna non ha ancora elaborato il lutto delle “vecchie” nocività industriali  che hanno violentato il territorio negli ultimi 50 anni che, ecco, vengono “regalati” dai decisori politici, subalterni al potere economico, ulteriori gravi rischi, clicca qui Rete Nazionale Lavoro  SicuroAEA- associazione esposti amianto e rischi per la salute.

No al rigassificatore a Punta marina di Ravenna.

Perpetuerebbe una perniciosa dipendenza dalle fonti fossili di energia. Non comporterebbe un aumento della autonomia energetica dell’Italia. Rappresenterebbe un obiettivo militare nel caso malaugurato di un prolungamento del conflitto bellico. Sarebbe un danno per l’ambiente, l’ecosistema e la salute pubblica. Il progetto non risponde agli interessi della collettività e sarebbe imposto a una comunità totalmente esautorata da decisioni e scelte maturate fuori dalle più elementari norme della democrazia. Il progetto è da respingere con contestuale rottamazione della nave BW Singapore. Clicca qui Vito Totire, medico del lavoro e portavoce della «RETE NAZIONALE LAVORO SICURO.

Messaggeri del mare nuotano per un mare più pulito a Piombino.

Organizzato da Comitato NO RIGASSIFICATORI, ITALIA NOSTRA Sezione Arcipelago Toscano domenica 9 ottobre alle ore 11 al Porticciolo di Marina a Piombino i Messaggeri del Mare, Pierluigi Costa e Lionel Cardin, conosciuti in tutto il mondo per il loro impegno nella ricerca continua di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di salvaguardare il mare, si immergono per dare vita ad una nuotata dimostrativa per Piombino e per l’Elba, con quanti condividono l’entusiasmo e la volontà di sottolineare come e quanto il mare debba essere rispettato e non sottoposto a progetti impositivi che ne minano la natura.

Rigassificatore nel porto di Piombino.

Il governo (Draghi) con procedure raffazzonate e autoritarie pretende di autorizzare un rigassificatore galleggiante di 300 metri dal porto di  Piombino trafficatissimo per navi merci e passeggeri, con le abitazioni a soli 800 metri, in cui arriverebbero decine di navi metanifere per conferire il gas liquido. Nella regione delle stragi della Moby Prince e della stazione di Viareggio,  il rigassificatore e le navi metanifere , senza una fascia di rispetto di qualche chilometro, potrebbero diventare una bomba in caso di incidenti. Infatti il  vicino rigassificatore di Livorno in mare ha attorno una zona di interdizione totale della navigazione per la sicurezza di 3,7 km e poi ulteriori 2 miglia di limitazione al solo passaggio delle altre navi.

Da Ostuni Climate Camp 2022 alla COP27 Sharm el-Sheikh.

Clicca qui l’organizzazione e il programma dal 30/7 al 8/8 del Camp di Ostuni. E’ organizzato dalla Campagna Nazionale Per il Clima Fuori dal Fossile, dalla Confederazione COBAS, dal Movimento No TAP/SNAM di Brindisi e dagli studenti di EmergenzaClimatica.it. E’ una chiamata per tutte le associazioni e movimenti italiani ed europei sull’Emergenza Climatica, contro l’estrattivismo e l’”economia di guerra”. Sappiamo bene in che direzione ci stanno portando i Governi col loro capitalismo verde, megaprogetti, transizione col gas fossile, guerre e promesse non mantenute. Vogliamo organizzare la lotta per la prossima Cop27 di Sharm el Sheik: la 27a Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2022.

Dopo il Climate Camp Ostuni 2021 e la Cop26 di Glasgow molte cose sono cambiate: la speculazione post covid sui prezzi del gas, la guerra in Ucraina, l’indipendenza dal gas russo e le nuove politiche energetiche dei governi europei e della UE. Le solite compagnie Oil&Gas hanno fatto extraprofitti enormi (ENI ultimo quadrimestre + 4700%) e tutti i Governi hanno peggiorato la loro politica climatica promessa per il 2030: ritorno al carbone, potenziamento dei gasdotti esistenti (TAP, Algeria, Libia) e nuovi gasdotti (Poseidon); nuovi rigassificatori (Brindisi e Taranto) e tanto GNL, carissimo, da paesi democratici “amici”: USA, Quatar, EAU, Mozambico, Congo, poi nuovi inceneritori, impianti a biomasse e nuove trivelle del Pniec. Paghiamo tutto noi con le bollette dal benzinaio. Un passo indietro di 10 anni. E intanto le emissioni di gas climalteranti come il metano sono stati ai massimi storici nel 2021.

Solvay, non ci sono solo Bussi e Spinetta, c’è anche Rosignano.

Maurizio Marchi da Livorno ricorda ” A noi Seveso ci fa un baffo …. le bonifiche si rimandano sine die” e ci aggiorna la cronostoria (clicca qui) degli incidenti e impatti rilevanti sulla salute dei lavoratori e della popolazione.

Medicina democratica denuncia le speculazioni dell’era Renzi-Merkel relative al contestatissimo rigassificatore off-shore al lago della costa pisano-livornese. Edison intanto prova a fare il suo rigassificatore.
Clicca qui Il Manifesto “Grandi opere inutili. Medicina democratica denuncia: fermo il rigassificatore? Paga lo Stato”.