Congresso di Medicina democratica. No comment.

 

Piergiorgio Duca, presidente di Medicina Democratica, ha inviato mail a “Rete Ambientalista Movimenti di lotta per la Salute, l’Ambiente, la Pace e la Nonviolenza”. La Rete è un Blog di informazione nazionale che non applica mai la censura. Dunque pubblica anche la lettera di Duca che ci accusa di avere come “principale occupazione la denigrazione di Medicina Democratica”. E’ una affermazione falsa ma anche futile: basta scorrere il Blog per contare la qualità e la quantità (4.192) dei Post e la qualità e la quantità (600) degli Argomenti trattati. A Duca suscita invidia -se ne faccia il mea culpa- e talvolta può dare fastidio -se ne faccia una ragione- che il Blog raggiunga 2.000.000 di utenti, tra cui i Soci di Medicina democratica, e che ciascuna mailinglist settimanale sia ricevuta da 18.500 contatti, tra cui i Soci di Medicina democratica. I quali Soci, sia affermato per inciso, sono stati privati della loro mailinglist con la quale potevano interloquire liberamente fra di loro. Dunque pubblichiamo la lettera di Duca necessariamente preceduta dai documenti ai quali Duca replica.
Riassumendo. In funzione del Congresso nazionale di Medicina democratica (Napoli 20 aprile), le Sezioni di Alessandria e Livorno, nonché una Assemblea autoconvocata di Soci, trasmettono al presidente Duca (clicca qui) tre Verbali. Dalla loro lettura è evidente la descrizione dello stato in cui versa questa Associazione di cui appunto rivendicano addirittura la rifondazione, e altrettanto è evidente l’attribuzione della responsabilità alla dirigenza al cui radicale cambio collegano tre precise proposte di modifiche dello Statuto. Dunque non aggiungiamo commenti. E’ altrettanto evidente (dunque ci asteniamo da commenti) che a sua volta il presidente Duce (clicca qui) risponde picche: ne rifiuta la discussione al Congresso con burocratiche motivazioni procedurali, le quali di fatto escludono la partecipazione al Congresso di un numero considerevoli di Soci: così protestano i responsabili delle Sezioni che accusano di “golpe” e rivendicano un Referendum tra i Soci (clicca qui).
Se ci limitiamo a commentare che esiste una profonda rottura: denigriamo?
Prossimamente pubblicheremo un commento personale del Responsabile del Blog. Ne ha diritto anche lui, o no?

Fissato l’Appello del processo Solvay di Spinetta Marengo.

A 10 anni dall’avvio del procedimento. Il Pubblico Ministero impugna il primo grado e ribadisce il reato di avvelenamento doloso delle falde sotterranee: 127 anni e sette mesi per gli 8 imputati. Con il PM impugnano gli avvocati delle parti civili fisiche, ad eccezione dell’avvocata di Medicina democratica che chiede la conferma della derubricazione a disastro colposo: cioè l’assoluzione per i vertici e 10 anni complessivi per 4 imputati minori (ben presto prescritti). Contro questa traditrice decisione della presidenza di Medicina democratica -che danneggia le vittime e la bonifica- la Sezione di Alessandria si è opposta strenuamente con tutti mezzi possibili, al punto che Lino Balza ha rassegnato le dimissioni dal Consiglio Direttivo: clicca qui la lettera pubblicata su Ambiente Delitto Perfetto.

Clicca qui Silvana Mossano “Disastro al polo chimico, dal 7 febbraio il processo in Appello”

Giovanni Cesareo è morto.

Clicca qui Sergio Bologna “Giovanni Cesareo, un ‘nobile’ della sinistra”

ricordo di Piergiorgio Duca, presidente di Medicina democratica Movimento di lotta per la salute. “Ho conosciuto Giovanni Cesareo attraverso Giulio Maccacaro…”
Ho conosciuto Giovanni Cesareo attraverso Giulio Maccacaro, credo che abbia svolto un ruolo fondamentale sapendo e volendo coniugare la sua capacità organizzativa editoriale e redazionale (di critico oltre che di politico)
con la vulcanica produzione di idee e progetti che caratterizzò Maccacaro in quegli anni, con la sua riconosciuta leadership in campo medico, scientifico ed etico.
Giovanni parlava della sua relazione con Giulio come di “un’amicizia adolescenziale”, quelle nelle quali condividi profondamente quello che l’animo esprime, compresi
i dubbi, le speranze, l’entusiasmo, gli obiettivi che ti proponi di “realizzare da grande”.
Questo è il frammento di Giovanni che porto dentro me e questa è la riconoscenza che ho nei suoi confronti per quanto ha saputo fare nella redazione di Sapere e oltre:
contribuire a dare gambe al progetto che ancora oggi ci ispira.
Ma certamente più rilevante, e più complessa di quella che appariva a me allora neolaureato, è la figura professionale di Giovanni Cesareo politico, intellettuale, editorialista,
critico, giornalista dell’Unità che altri avranno avuto modo di conoscere e ora vorremmo tutti fossero indotti a ricordarci.
Un caro saluti a tutti ed un pensiero a Giovanni
Giorgio