Non è giustificabile né accettabile, che, a parità di condizioni, i processi in materia di amianto davanti alla IV sezione della Cassazione si concludano sistematicamente con l’assoluzione dei responsabili, mentre i pochi, che giungono davanti alla III Sezione si concludano con sentenze di condanna, come nel caso dell’ILVA di Taranto.
Annamaria Moschetti, presidente della Commissione per l’ambiente dell’Ordine dei medici di Taranto, è una pediatra che si occupa delle malattie d’inquinamento che colpiscono i più piccoli. E’ l’Ambientalista dell’anno 2022: ha ricevuto a Casale Monferrato (Alessandria) il Premio Luisa Minazzi, promosso – all’interno del Festival della virtù civica – da Legambiente e dalla rivista La Nuova Ecologia insieme al Comitato organizzatore composto da esponenti di diverse associazioni della cittadina piemontese. Casale Monferrato è città martire dell’Eternit come Taranto è città martire dell’Ilva.Clicca qui.
L’Associazione familiari e vittime dell’amianto chiede all’università statunitense di Yale di revocare la laurea ad honorem al criminale imputato nel processo Eternit-bis. Anzi, la prestigiosa università è accusata di aver aiutato, per soldi, il miliardario dell’amianto a rifarsi un’immagine di “imprenditore verde”. Clicca qui.
Abbiamo effettuato un altro versamento alla Ricerca per la cura del mesotelioma di euro 190, derivati come sempre integralmente dalla vendita dei nostri libri.
Lunedì 12 dicembre alle 9.30 nella sala Laudato si’, al Campidoglio, a Roma, l’Osservatorio Nazionale Amianto e la Fondazione E-Novation saranno insieme in un convegno dal titolo “ESG – Stati Generali della Sostenibilità – ambiente e amianto, infortuni sul lavoro, governare la sostenibilità” durante il quale saranno sviscerati i temi degli infortuni sul lavoro, delle malattie professionali e più in generale della tutela dell’ambiente. Clicca qui.
All’Isochimicadi Avellinodove i lavoratori lavoravano a mani nude e con pochi e insufficienti attrezzi di protezione, a scoibentare e ricoibentare i vagoni dei treni delle Ferrovie dello Stato: 2276 tonnellate di amianto dal 1982 al 1988 smaltite ovunque. 231 lavoratori si sono ammalati e 11 hanno perso la vita. Il tribunale di Avellino ha condannato Rete Ferroviaria Italiana e Isochimica a 10 anni di reclusione e al risarcimento ai familiari delle persone uccise da patologie tumorali e respiratorie causate dalla inalazione di amianto.
Coloro che si erano illusi di una ordinanza del sindaco per la chiusura delle produzioni della Solvay di Spinetta Marengo hanno già ricevuto la risposta. L’ha data chi è più autorevole di Giorgio Abonante: Renzo Penna, già senatore e segretario generale della Camera del lavoro di Alessandria. Questa direttiva del PD merita di essere letta attentamente: clicca qui. Lo slogan di Penna “La storia industriale di questo Paese ci insegna che la chiusura delle aziende non porta mai alla bonifica”, per essere credibile dovrebbe a supporto offrire esempi di bonifiche senza la chiusura delle fabbriche dei veleni. Esempio è invece Casale Monferrato con l’Eternit, che non sarebbero mai state bonificate con una fabbrica tenuta aperta: come difendevate voi sindacalisti insultando sui giornali (scripta manent) il solito ambientalista (come me) che ne chiedeva la chiusura. Da buon sindacalista, oggi come allora, come il suo omologo Giorgio Bertolo per l’Acna di Cengio (scripta manent), Penna contrappone, per ricatto, i lavoratori ai cittadini. Noi invece equipariamo la salute di tutti. Cosa che, ad esempio, non ha fatto fino in fondo la CGIL, che fu la prima a denunciare nel 2002 (scripta manent) i danni tossicocancerogeni dei Pfas nel sangue dei lavoratori di Spinetta, senza poi chiederne l’eliminazione.
Caro Penna, l’alternativa alla chiusura non può essere giammai il sacrificio della salute. L’alternativa occupazionale, a sua volta, è una preoccupazione legittima, però la devi chiedere agli inquinatori (a scapito dei profitti) e non agli inquinati. I quali, anzi, proposte di riconversione le hanno avanzate, ad esempio Claudio Lombardi, a tacere Franco Armosino attuale segretario generale della CGIL. D’altronde, la storia del polo chimico spinettese (puoi sempre rileggerla sui miei libri) dovrebbe insegnarti il susseguirsi di lotte contro le produzioni nocive, e non sempre con il sindacato dalla parte giusta, esempio i famigerati Pigmenti di cui come cellula PCI chiedemmo la chiusura contro il Consiglio di fabbrica.
Lotte che trovano i politici, sempre, dalla parte dei padroni. Purtroppo è quanto emerge, di fatto, dall’intervento di Renzo Penna, il quale infine invita ComitatoStopSolvay (Legambiente, Movimento di lotta Maccacaro, eccetera) a subordinarsi al “pieno” sostegno delle Istituzioni: comune, provincia, regione, asl, arpa, sindacato. Cioè di quelli, in testa il PD, che in questi anni hanno determinato -con il metodo dello scaricabarile- la catastrofe ecosanitaria di Alessandria.
Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro.
Proseguono le udienze (la prossima per il 25 ottobre 2022) davanti al tribunale di Matera del processo contro MATERIT” nel quale sono imputati cinque ex dirigenti dell’omonimo stabilimento di Ferrandina Scalo , accusati di aver cagionato malattie professionali e decessi causati dall’esposizione all’amianto. Il processo ha avuto inizio grazie all’incessante e complesso lavoro di indagine della Procura della Repubblica di Matera da parte del sostituto procuratore della Repubblica Rosanna Defraia. Il 24 febbraio 2020 si è tenuta la prima udienza istruttoria con l’audizione dei primi testimoni, tutti ex operai della fabbrica affetti da malattie professionali. Le fibre di amianto presenti nell’area del sito industriale per anni si sono disperse nel territorio circostante e nelle acque del fiume Basento adiacente allo stabilimento, la stessa acqua, lungo il percorso del fiume, era ed è impiegata per irrigare i campi. L’amianto, insieme con altre sostanze inquinanti sicuramente entrava e potrebbe continuare ad entrare, direttamente nel ciclo alimentare di tutto il territorio. I problemi di bonifica della Materit s.r.l. hanno inizio ufficialmente nell’ottobre 1994 quando la Regione Basilicata prende atto della presenza di amianto stoccato nel piazzale dello stabilimento e ordina e autorizza la società a procedere allo smaltimento. Dopo svariate autorizzazioni allo stoccaggio provvisorio, e svariate proroghe, la bonifica non è mai arrivata a conclusione. Clicca qui una breve cronistoria.
Il Tribunale di Milano, confermando il 1° grado: “il fatto non sussiste” e “il fatto non costituisce reato”, ha assolto in 2° grado nove managers della Pirelli di viale Sarca (Milano), imputati di omicidio colposo di 28 operai dello stabilimento morti per mesotelioma da amianto, cancerogeno ben noto fin dai primi del ’90. Nel tribunale di Milano – V sezione – sono stati celebrati diversi processi (Breda, Pirelli, Scala di Milano ecc. ), tutti senza colpevoli e con le parti civili condannate a pagare le spese processuali. Clicca qui il commento del “Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio” .
La Procura di Pavia ha mandato la Guardia di finanza a sequestrare un’area di circa 140 mila metri quadrati: sono i terreni della ex Fibronit di Broni, nell’Oltrepò pavese, che ha diffuso morte dal 1932 al 1994 producendo manufatti per edilizia in amianto. Così come la più famosa Eternit di Casale Monferrato, che nella provincia di Alessandria ha provocato almeno 2.500 morti. La Fibronit continua a produrre morti: i lavori di bonifica sono compiuti da anni in maniera inadeguata e truffaldina: le società che dovrebbero ripulire l’area dei veleni incassano i soldi pubblici – più di 8 milioni di euro pagati dal ministero dell’Ambiente e dalla Regione Lombardia – ma lasciano che l’amianto continui a fare i suoi danni. Clicca qui Gianni Barbacetto.
La messa al bando dei Pfas, nel Disegno di Legge del senatore Mattia Crucioli, riecheggia dopo anni la messa al bando di Amianto, CFC clorofluorocarburi, DDT, Arsenico, Solfato di rame, Canfora, Cromati e Bicromati, Pigmenti:sostanze cancerogene tutte prodotte -tragica fatalità- nell’alessandrino, in particolare nel polo chimico di Spinetta Marengo.
Andando indietro nel tempo, in questo maledetto territorio detto Fraschetta, a Spinetta si produceva DDT, il cui utilizzo fu vietato nel 1969 (ma già dal 1962 negli USA era il bersaglio dei movimenti ambientalisti): oggi dilaga ancora nelle falde di Alessandria! Insieme all’Arsenico! Nella foto del 1944: l’impianto di macinazione e miscelazione del reparto arseniati. Per inciso, era una fabbrica da sempre utilizzata per scopi
bellici: già nella prima guerra mondiale produceva gas di acido cloridrico, chiamato “mostarda” che dava il tempo di assaporare il profumo prima di restare stecchiti. Nella seconda, con le ossa degli ebrei fabbricava fosfati e azotati. Ancora nel 1993, dai giornali era stato attribuito l’attentato nello stabilimento come monito dei servizi segreti israeliani su impianti produttori di armi chimiche usate da Saddam Hussein nella guerra in Irak. D’altronde avevo più volte allarmato l’opinione pubblica sul rischio di catastrofe industriale: “i gas di algofloninodore incolore insapore sono in grado di annullare la vita di Alessandria senza scalfire un muro”; basta la caduta di un aereo civile o di un missile incivile. La contaminazione di composti organici clorurati, ancora prima delle battaglie del ’68, era già famosa per il sistema di allarme adottato: quando i canarini in gabbia al suolo cominciavano a reclinare il capo era il momento per gli operai di darsela a gambe.
Il cromo esavalente ancora oggi sguazza non bonificato con altri venti tossico cancerogeni nella falde pur dopo la messa al bando da più di 50 anni degli impianti Montecatini Edison di solfato di rame, canfora, cromati e bicromati.Per questi ultimi era famosa la “tribù dei nasi forati”: i lavoratori colpiti dalla perforazione del setto nasale destinati tutti ad una precoce ecatombe di tumori. Piombo e cromo erano prerogative dei reparti del ciclo pigmenti inorganici(biossido di titanio, solferro, acido solforico, latte di calce, acido fluoridrico, solfonazione-rol, agoflon 27, biossido di cromo, pigmenti colorati), la cui chiusura negli anni ‘80 era stata dal sindacato addirittura ritardata malgrado la furiosa polemica della nostra Cellula del PCI. D’altronde ci fu l’episodio dell’operaio buonanima che per contestare i comunisti addentò il panino dopo averlo imbottito di pigmento, ed erano i tempi in cui Montedison risarciva le grondaie e le auto bucate da solforicoe fluoridrico, anticipando Solvay che risarcirà regalando l’acqua… al cromo esavalente, mentre le spighe sono vuote di grano e nevica a cielo sereno.
La messa al bando dei CFC Clorofluorocarburi della Montefluos, che stavano procurando il buco dell’ozono nella stratosfera e i conseguenti tumori della pelle, fu merito delle clamorose manifestazioni di Greenpeace con cui organizzai la scalata delle ciminiere del 1992. Questo salvataggio del pianeta Terra neppure limitò il mercato degli spray e dei frigoriferi, per i quali l’industria fu costretta a sostituire i CFC con altri gas propellenti e refrigeranti.
Analogamente, la messa al bando (1992) dell’Amianto non fece crollare l’edilizia bensì l’Eternit e la strage per mesotelioma a Casale Monferrato. Piuttosto, senza un piano nazionale di bonifica, a decenni di distanza in tutta Italia le morti (impunite) viaggiano ancora alla velocità di duemila l’anno.
In conclusione, anche per i PFAS, già come la Storia ha dimostrato per AMIANTO, DDT, CFC eccetera, le alternative produttive ci sono ma sono rifiutate dall’avidità criminale delle multinazionali. Dunque vanno imposte con la loro messa al bando tramite il Disegno di Legge del senatore Mattia Crucioli, che implica la chiusura delle produzioni a Spinetta Marengo, il divieto dell’utilizzo su tutto il territorio nazionale in particolare nelle concerie e la bonifica dei territori in particolare piemontesi e veneti.
L’amianto, pur messo al bando da decine di anni, provoca in Italia ogni anno più di 1.600 mortali mesotelioma pleurici per responsabilità dei governi che non approntano un piano nazionale di bonifica (e neppure finanziano la Ricerca per diagnosi precoci e cure).
Il tribunale di Palermo ha condannato due ex vertici Fincantieri a 2 anni, 8 mesi e 3 anni ciascuno per omicidio colposo plurimo (21 morti). Alcuni capi di imputazione sono stati dichiarati prescritti. I familiari delle vittime dovranno adire il giudice civile per i risarcimenti.
Stephan Schmydheiny se la cava di nuovo , già in primo grado, con una condanna a 3 anni e 6 mesi. Il processo Eternit di Napoli è nato da uno dei rivoli della maxi-inchiesta della Procura di Torino, avviata nel 2009 dopo l’azione legale collettiva di circa 6.000 persone che chiedevano giustizia e risarcimenti per le 3.000 persone morte dopo aver lavorato o vissuto nei pressi degli stabilimenti Eternit in Italia. Già nel 2014 la prescrizione in Cassazione aveva salvato Schmydheiny da una condanna a 18 anni per disastro ambientale doloso e per omissione volontaria di cautele antinfortunistiche. Ora la storia si ripete.
Si ripete la storia descritta su “Ambiente Delitto Perfetto, di Barbara Tartaglione e Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia.
L’oligarca svizzero Stephan Schmidheiny in tribunale di Novara è accusato di omicidio volontario con dolo eventuale per 392 vittime dell’amianto. Si difende affermando che esse non si sono ammalate durante la sua gestione ma sicuramente prima che diventasse lui padrone dell’Eternit di Casale Monferrato. Malgrado questi espedienti dei suoi strapagati avvocati, Schmidheiny era stato condannato per disastro ambientale doloso, reato prescritto in Cassazione nel 2014. Ora è sotto processo in seguito della “spacchettamento” deciso dai giudici di Torino, che avevano inviato i fascicoli alle procure italiane competenti territorialmente. Quella di Torino si accontenta di confermare quattro anni di carcere, quella di Napoli chiede 23 anni e 11 mesi.
Decine e decine di operai dell’Isochimica di Avellino, alcuni poco più che ragazzini, mandati allo sbaraglio a coibentare i treni delle Ferrovie dello Stato e poi a seppellire l’amianto nel terreno lì intorno. Clicca qui.
E’ la volta della Corte di Cassazione che ha confermato la sentenza assolutoria della Corte d’Appello di Milano, con la solita motivazione: non si può stabilire il momento in cui le fibre di amianto, penetrate nella pleura si trasformano e danno origine al mesotelioma e/o carcinoma, pertanto non è possibile attribuire responsabilità di omicidio colposo ai 4 manager dell’Alfa Romeo di Arese per la morte di 15 lavoratori.
L’amianto rimane la causa della maggiore morbilità e mortalità per i lavoratori ed aumenta anche la quota dei cittadini inermi e inconsapevoli che per trasmissione familiare o ambientale vengono colpiti dalle patologie causate dall’amianto. L’unico modo per ridurre, interrompere questa strage silenziosa, è accelerare la bonifica dell’amianto in tutti gli ambienti di vita e di lavoro e garantire una migliore assistenza sanitaria e tutela sociale. Clicca qui la lettera aperta al governo per interventi immediati.
I quattro ex dirigenti del Teatro alla Scala di Milano sono stati assolti con la formula «perché il fatto non sussiste», erano imputati per omicidio colposo nel processo a Milano sulla morte di ventisette lavoratori esposti ad amianto al Piermarini, prima delle bonifiche dei locali. Quelle penali non sono le sedi più adatte per tutelare le Vittime.
Dopo 20 anni, ennesima pietra tombale da parte della Cassazione sul processo amianto del Petrolchimico di Mantova per la morte di 72 operai per tumori professionali. Per l’ennesima volta la motivazione della sentenza è che la relazione causa-effetto non è stata dimostrata, al di là di ogni ragionevole dubbio. Unici beneficiari gli avvocati mentre per i risarcimenti alle Vittime la migliore via sarebbe il ricorso in sede civile. Infatti questi processi in sede penale, alcuni avviati da oltre 10 anni, hanno tutti la stessa conclusione, prevedibile prossimamente a Novara e a Napoli per l’Eternit bis, a Lecce per l’Ilva di Taranto, a Milano per il Teatro Scala, e per un’altra trentina in tutta Italia. Ingrosseranno il volume di “Ambiente Delitto Perfetto” di Barbara Tartaglione e Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia.
Nel periodo 2020-24 attesi in Italia altri 7.000 decessi, in aumento da decine di anni. Una strage dimenticata dai governi. I processi non risarciscono mai le Vittime. La prevenzione sarebbe semplice: un piano nazionale di rimozione dei 400mila manufatti di amianto: privati, scuole, ospedali, tubature. Questo sì che sarebbe una grande opera!
La LILT, Lega Italiana Per La Lotta Contro I Tumori, ringrazia e certifica le donazioni ricavate dai nostri libri: anche esse consentono di proseguire le attività di prevenzione, diagnosi precoce e ricerca oncologica sul mesotelioma pleurico maligno, finanziamenti per borse di studio post dottorato, servizi di psiconcologia ecc.
I nostri libri sono stampati a spese degli autori. Il ricavato è interamente devoluto alla Ricerca per la cura del mesotelioma di Casale Monferrato. La sottoscrizione parte da un minimo di 20 euro a libro. Clicca qui i nostri libri.
Sono disponibili in formato cartaceo per spedizione:
“L’avventurosa storia del giornalismo di Lino Balza” Vol. quarto pagg. 460. Vol. terzo pagg. 318.
Sono esauriti in formato cartaceo, disponibili in digitale tramite Wetransfer:
“Ambiente Delitto Perfetto” pagg. 518.
“L’avventurosa storia del giornalismo di Lino Balza” Vol. primo pagg. 212. Vol. secondo pagg. 315.
“Luigi Mara & Medicina democratica” pagg. 90.
“Pfas. Basta!” pagg. 170
“Storia del nucleare ad Alessandria” pagg. 120.
“Rassegna dei Premi Attila dal 2004” pagg. 124
Dunque, per il cartaceo o versione digitale, occorre comunicare a lino.balza.2019@gmail.com indirizzo postale o indirizzo mail, e l’avvenuto versamento sul conto IBAN IT68 T030 6910 4001 0000 0076 215 (specificando causale) oppure tramite PayPal lubaja2003@yahoo.it.
Facciamo il punto sulla partita a scacchi che si gioca sulla pelle degli alessandrini. Manifestazione il 13 marzo.
La falda che scorre sotto Spinetta Marengo, compromessa dal disastro ambientale acclarato dalla sentenza della Cassazione del dicembre 2019, rilascia in superficie i cancerogeni cloroformio, tetracloruro di carbonio, tetracloroetilene, tricloroetilene ecc. E lo fa introducendo i suoi “vapori” anche attraverso le fondamenta delle abitazioni. Gli accertamenti dell’Arpa sono iniziati l’anno scorso. La popolazione avvelenata è quella del sobborgo alessandrino. Questi accertamenti sono nell’ambito delle campagne di monitoraggio dei composti fluorurati in aria e ambiente, che il “Movimento di lotta per la salute Maccacaro” da mesi chiede (formalmente via PEC) all’Arpa di rendere pubblici per tutto il 2020, e non solo fino a luglio. (Clicca qui).
A sua volta, il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Regione Piemonte, Sean Sacco, completa il quadro dell’ecocatastrofe con ulteriori dati (clicca qui) evidenziando i drammatici risultati dell’indagine epidemiologica (incrementi di rischio del + 75% per mesoteliomi pleurici, + 90% per i sarcomi ecc. ) che va appunto completata oltre ai confini comunali. Si pensi che in Veneto si sta studiando anche l’associazione tra l’esposizione ai Pfas e le competenze cognitive e socio emotive dei bambini residenti nella zona rossa: è più che un sospetto di danni se consideriamo le rovinose evidenze già accertate in gravidanze ed esiti neonatali. (clicca qui)
Al culmine dei nostri esposti (clicca qui), la Procura di Alessandria ha finalmente avviato procedimento penale contro Solvay in violazione della sentenza di Cassazione per disastro ambientale e omessa bonifica. Per questo ultimo reato è evidente il fallimento, ad esempio, del Progetto operativo di bonifica per fasi riduzione cromo esavalente (terreni insaturi Area 2 Sottoarea 2b) approvato dal Comune di Alessandria e certificabile dalla Provincia, per il quale Solvay ha fornito garanzie finanziarie.
Con provvedimento immediato, insieme a ComitatoStopSolvay e Legambiente abbiamo chiesto almeno di fermare le produzioni del pfas C6O4 (appena autorizzato dalla Provincia). Solvay stessa ammette la chiusura, addirittura della fabbrica, ma non subito: il tempo di spremerla fino in fondo, basta che gli avvocati menino per le lunghe il processo e il ministero della transizione… transiga sui “Limiti zero pfas”. Clicca qui.
Alcuni politici e sindacalisti fingono di accettare perfino la chiusura dello stabilimento in cambio della localizzazione nell’alessandrino del deposito nucleare nazionale. In realtà puntano alla contemporanea presenza. Clicca qui.
Intanto alla procura di Livorno Vittorio Spallasso, che segue il processo di Alessandria, con il fondo ambientalista Bluebell Capital Partners e M5S ha presentato esposto contro Solvay per l’inquinamento della costa tirrenica di Rosignano. Il processo Pfas contro Miteni riprenderà a Vicenza il 22 marzo. Il prossimo 13 marzo ad Alessandria manifesteremo in piazza contro la squallida partita a scacchi che si sta giocando sulla pelle di lavoratori e cittadini.
Mentre i processi si concludono tutti senza risarcimenti per le Vittime, non risulta un piano di incentivi e risarcimenti per la rimozione dell’amianto sul territorio nazionale. L’amianto non è un problema del passato ma del presente e del futuro, e senza le necessarie bonifiche le persone continueranno ad ammalarsi e morire. Ogni anno 6.000 persone perdono la vita a causa delle malattie asbesto-correlate, altre decine di migliaia per tumori professionali, più di 1.400 per infortuni sul lavoro. Sono presenti ancora più di 40 milioni di tonnellate di materiali contenenti amianto, 33 in matrice compatta e 7 friabile, in un milione di siti, di cui 50.000 industriali e 40 di interesse nazionale e ci sono ancora circa 2.400 scuole a rischio, con un bacino di 350.000 alunni e 50.000 insegnanti. Per non parlare degli edifici privati.
Solvay dice di essere costretta chiudere Spinetta Marengo: senza i Pfas le produzioni gamma algoflon non sono più economicamente competitive. Non c’è ragione per non crederle osservando il mercato e soprattutto la bufera che si sta scatenando nel mondo contro i tossici e cancerogeni PFAS che imperversano in tutti i settori merceologici, dai biberon all’astronautica. Ovvio il parallelo con Eternit e Ilva. Dunque la chiusura è una eventualità reale e non una minaccia, come sembrano interpretarla i succubi sindacati con il ricatto all’opinione pubblica dei posti di lavoro in pericolo. Finora la minaccia aveva pagato grazie alla complicità di politici e giornali e all’inerzia della magistratura, e soprattutto nascondendo gli scheletri nell’armadio (cartelle cliniche e dati epidemiologici). Finalmente la Procura di Alessandria è intervenuta, dopo oltre dieci anni di esposti che avevano posto fine al pfas PFOA ma non ai sostituti C6O4 e ADV. L’accusa è disastro ambientale e mancata bonifica in barba alla precedente sentenza della Cassazione. Di conseguenza Solvay ammette la chiusura. Però Bruxelles pensa: chiusura ma non subito, prima spremiamo fino in fondo la fabbrica, basta che gli avvocati menino per le lunghe il processo. A sua volta il ministro della transizione ecologica (continua il lungo articolo).
L’ importo è stanziato dallo Stato per la bonifica dell’area industriale nella zona occidentale di Napoli, dove sorgevano gli stabilimenti Italsider ed Eternit. Lì dove oggi giacciono contaminanti pericolosi per la salute e per l’ambiente, come l’amianto, vari metalli pesanti cancerogeni e idrocarburi policiclici aromatici, il Piano di risanamento ambientale e di rigenerazione urbana (Praru) avrebbe dovuto creare un vasto parco pubblico, un porto turistico, strutture turistiche e commerciali e infrastrutture per la viabilità, oltre al recupero dell’archeologia industriale e degli edifici edificati con i finanziamenti europei. Clicca quiMaria Cristina Fraddosio.
Nel 13° anniversario della strage operaia alla Thyssenkrupp. 17.000 morti sul lavoro in 10 anni, 6.000 morti di amianto ogni anno, stragi da profitto di lavoratori e fra la popolazione, oltre 50.000 morti per Coronavirus fra cui circa 300 operatori sanitari, inquinamento e devastazione ambientale. Clicca qui.
Smisurata la famiglia delle fibre di Amianto come delle migliaia (4mila?) di Pfas. Non esiste un limite minimo di sicurezza. Esistono gli studi sulla cancerogenicità e sui danni al sistema immunitario dei Pfas. Esistono i negazionisti (al servizio dei profitti) della calamità dei Pfas, come esistevano i negazionisti per l’Amianto. La contaminazione da Pfas è ubiquitaria, la prevenzione è un problema mondiale, i Pfas vanno eliminati in tutto il mondo, come per l’Amianto (purtroppo ancora non messo al bando in tutto il mondo). Da Alessandria capitale del mesotelioma, ne tratta in video (clicca qui) il professor Daniele Mandrioli, Associate Director Cesare Maltoni Cancer Research Center Ramazzini Institute.
Per i morti amianto alle ex officine Casaralta di Bologna, la Corte d’Appello ha annullato le pene dei dirigenti condannati in primo grado. Clicca qui il commento del Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio.
Apprendiamo inoltre che il Tribunale di Matera ha condannato a tre mesi di reclusione (praticamente assolti) tre ex dirigenti della Italcementi per lesioni colpose ai danni di un lavoratore esposto all’amianto per l’asbestosi polmonare a lui riscontrata, e al risarcimento del danno (quale danno?) in favore delle associazioni costituite parti civili (AIEA, Medicina democratica). Alla vittima niente?
Vito Totire commenta la sentenza d’Appello con assoluzioni “per non aver commesso il fatto». Clicca qui. AEA – l’Associazione esposti amianto e rischi per la salute- ricorre in Cassazione, grazie al patrocinio gratuito dell’avvocato. Con qualche aspettativa favorevole? Lo fa per dovere, “per amore di verità e giustizia”. La comprendiamo, il nostro pessimo giudizio sulla giustizia in campo ambientale resta quello documentato in “Ambiente Delitto Perfetto” di Barbara Tartaglione e Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia.
La LILT, Lega Italiana Per La Lotta Contro I Tumori, ringrazia anche questa volta per la donazione ricavata dai nostri libri. Nella lettera, Roberta Libener, presidente provinciale, ricorda che la donazione consentirà di proseguire anche quest’anno le attività di prevenzione, diagnosi precoce e ricerca oncologica sul mesotelioma. Nel 2019 sono state effettuate 5.995 visite di diagnosi precoce, è stata finanziata la borsa di studio post dottorato per la ricerca sul mesotelioma pleurico maligno del valore di 12.500 euro, sono stati attivati il servizio di psiconcologia presso la LILT di Alessandria e presso l’Ospedale Santo Spirito di Casale Monferrato per un costo totale di 40.000 euro.
Già dal 1986 la Asl aveva segnalato la necessità di dismettere tutto ciò che conteneva la fibra killer, contenuta persino nelle lampadine dei lampadari e nella scuola di ballo per ragazzi. Dopo lunghe battaglie giudiziarie si approda in aula. Clicca quiMaria Cristina Fraddosio “Morti d’amianto alla Scala di Milano, dopo anni si apre il sipario sul processo”.
E rivendichiamo il programma: censimento capillare dell’amianto in tutti i territori comunali; incentivi alle bonifiche e strategia per la deamiantizzazione completa del territorio; attivismo dei sindaci che devono finalmente attuare i censimenti facilitare le bonifiche, rivendicare finanziamenti. Clicca quiVito Totire.
I politici non vogliono comprendere che l’amianto è un crimine di pace enorme, tragico, planetario: va affrontato come fossero i danni di una guerra. Le risorse per i risarcimenti ci sarebbero. L’Inail deve essere esautorato. Clicca quiVito Totire.
Dalla Cassazione per l’ex Italsider Ilva di Taranto. Risarciti solo gli avvocati di parte civile. Fra prescrizioni e assoluzioni, dei 27 imputati per la morte di 31 lavoratori nessuno è condannato: il fatto non sussiste.
Ci stiamo avvicinando sempre più al processo kafkiano”: clicca qui Vito Totire, presidente nazionale AEA, l’Associazione esposti amianto e rischi per la salute.
Clicca qui il commento di un giovane lavoratore precario.
“Non ho intenzione di vedere una prigione italiana dall’interno”. Intanto non è riuscito a schivare la prescrizione ma sarà chiamato in udienza a Novara il 27 novembre nel filone piemontese Eternit bis per omicidio doloso di 392 lavoratori e cittadini di Casale Monferrato. E dovrà vedersela, per le morti da amianto di Bagnoli e Rubiera, nei tribunali di Napoli e Reggio Emilia. Clicca qui la “Rete nazionale per la sicurezza e salute sui posti di lavoro e sul territorio”.
A Casale ci dovrebbe essere una terza lapide: oltre a quelle della prima e seconda guerra mondiale, anche per i morti di amianto.
Riguarda 392 morti d’amianto (62 lavoratori e 330 residenti) su 2.500 vittime casalesi (e la strage continua!). Il “filantropo” sapeva quanto meno dal 1976 e pilotò la disinformazione. Dopo la vergognosa assoluzione della Cassazione (vedi Ambiente Delitto Perfetto di Barbara Tartaglione e Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia), il processo Eternit Bis è stato frazionato in 4 filoni, di cui uno a Vercelli.
Clicca quiSilvana Mossano “Sull’amianto a Casale Monferrato Schmidheiny ha pilotato false informazioni”.
Presentazione del libro di Pietro Barbieri, 23 gennaio a Genova Biblioteca Centrale Berio – Via del Seminario, 16 – Sala Lignea, ore 16,30. Sarà presente Claudio Calabresi, medico del lavoro. La sala contiene posti limitati, perciò prenotarsi a palidda@unige.it
L’ultimo rapporto Sentieri (Studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio inquinamento) conferma per l’Acna l’eccesso di tumori allo stomaco (ammine e idrocarburi policiclici aromatici), evidenzia l’eccesso di mesoteliomi tra gli uomini, attribuiti a esposizioni ad amianto, e allarma gli eccessi di malattie respiratorie acute nei giovani adulti: dunque segnala esposizioni recenti che andrebbero approfondite, così come gli eccessi di linfomi (in particolare linfomi non Hodgkin) vista la documentata presenza di Pcb nel sito.
Prima di una galleria e di un ponte anche gli atei si fanno il segno della croce. Benetton si dichiara “parte lesa” e chiede -lui- i risarcimenti dallo Stato. I Riva si sono ingozzati con l’Ilva. La mafia si rimbocca le maniche per il Tav. E in galera chi ci va? Nicoletta Dosio che impugna uno striscione in una manifestazione pacifica: sblocco per 40 minuti di un casello che ha inferto alle autostrade (proprio ai miliardari!) un danno di… ben 700 euro per mancato introito dei pedaggi. Ma 49 milioni di euro truffati dalla Lega saranno restituiti (?) in… 80 anni. Garzia presidenziale a Bossi. Ai pacifisti un anno di galera, neppure un minuto per bancarottieri e grandi evasori e per gli avvelenatori di Eternit, Solvay, Ilva eccetera. Vergogna. Manifestazioni in tutta Italia.
Clicca quiPaolo Frosina e Sarah Buono “A26. Crolla il soffitto di una galleria: nuovo caso per i PM”. “La prof No Tav finisce in cella a 73 anni”.
Clicca quiSandra Amurri: “Taranto, mancano i pediatri per i bambini malati di tumore”
Clicca quiNicoletta Dosio “Contro l’ingiustizia la resistenza è un dovere”.
Clicca quiPennatagliente: Fanno i danni e pretendono di essere risarciti.
Clicca qui le manifestazioni contro l’arresto di Nicoletta Dosio e altre iniziative NoTav in Valsusa.
Ennesima assoluzione. Senza colpevoli e senza risarcimenti in Cassazione per la morte di 12 lavoratori dell’Olivetti di Ivrea. Prosciolti i 13 imputati, da Carlo e Franco De Benedetti all’ex ministro Corrado Passera. Una storia già scritta in “Ambiente Delitto Perfetto” di Barbara Tartaglione e Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia.
Come invece si affronta l’emergenza amianto fuori dalle aule giudiziarie: clicca qui il report di Vito Totire portavoce Aea-associazione esposti amianto e rischi per la salute.
Nel 2019 Hera continua a vendere amianto (nell’acqua “potabile”); cioè vende acqua inquinata , l’amianto è gratis… Clicca quiAssociazione Esposti Amianto.
Tenute basse le statistiche sui decessi, sottovalutati i costi sociali, irrilevanti gli effetti penali, negati i risarcimenti, tagliati i premi Inail, bonifiche assenti. Le responsabilità del governo. Clicca quiAlberto Gaino.
Industriali e politici si stanno allarmando: stiamo riorganizzando un movimento di rinascita della Valbormida, da Cengio a Spinetta Marengo passando per Sezzadio. Temono che non resteranno un ricordo le migliaia di partecipanti alle manifestazioni anti Acna, le migliaia ad Alessandria anti Montedison, le migliaia a Bosco Marengo contro l’impianto nucleare, le migliaia a San Michele anti inceneritori (2), le migliaia contro il Tav Terzo Valico, le migliaia anti discarica di Sezzadio, le migliaia a Rivalta S. contro inceneritore e ancora contro impianto ‘bioetanolo’, eccetera. Temono che il sistema di comunicazione nazionale assicurato dalla Rete Ambientalista (Sito + mailinglist a 25mila contatti) amplierà il successo dei gloriosi “Valle Bormida Pulita” e “La Fraschetta”.
Per quanto riguarda Solvay di Spinetta Marengo (ex Montedison), il processo penale ha lasciato irrisolta la bonifica della gigantesca falda acquifera alessandrina alimentata da enormi montagne di rifiuti tossico cancerogeni
mentre l’emergenza PFOA, partita da Alessandria su nostra denuncia, ha ormai assunto dimensioni nazionali con centinaia di migliaia di inquinati piemontesi e veneti
Per quanto riguarda la multinazionale delle discariche Riccoboni di Sezzadio, peri Comitati di Base della Valle Bormida da anni i trattori fanno da apripista ai cortei
Per quanto riguarda l’ex Acna di Cengio, a 137 anni dall’avvio delle lotte contadine e a 20 anni dalla vittoria della chiusura della fabbrica, la bonifica non è stata realizzata e il pericolo è sempre incombente sulla valle, con tanto di diga di Osiglia che, in caso di rottura o smottamenti, riverserebbe (a pieno carico) 12 milioni di metri cubi di acqua che a Millesimo avrebbe un’altezza di 18-19 m (in 13 minuti) e raggiungerebbe Acqui ancora a 5 m. (dopo 6 ore e mezza). Altro che Rinascita della Valle Bormida.
Infine, su proposta del “Movimento di lotta per la salute Maccacaro”, sono state poste le basi, nell’ambito del prestigioso Premio Acqui Storia/Ambiente per una giornata dedicata alla storia e alla attualità delle lotte per la Rinascita della Valle Bormida tramite la partecipazione degli autori, nazionali e stranieri, delle numerose pubblicazioni editoriali che si sono succedute. C’è già l’impegno dell’assessore all’ambiente Maurizio Giannetto: “ Mi sono confrontato con il sindaco Lorenzo Lucchini e l’assessore alla cultura Alessandra Terzolo: come Amministrazione comunale di Acqui Terme siamo molto interessati alla vostra proposta di organizzare una giornata dedicata alla storia della Valle Bormida, che si possa svolgere nel periodo autunnale. C’è tutta la nostra disponibilità e la nostra sensibilità”.
Le concentrazioni di PM10 e PM2,5 misurate in continuo (ogni 5 minuti, sul cellulare) da 4 centraline sui balconi, saranno visibili in tempo reale sul sito http://www.cheariatira.it/genova/ .
E’ iniziativa della rete indipendente “Che aria tira” composta da 130 centraline in 46 Comuni, 16 Province, 7 Regioni. Dopo l’evento spettacolare del 28 giugno. La rete “popolare” sarà modificata per continuare a monitorare i cantieri, contemporaneamente impegnati a frantumare le macerie del vecchio ponte, stimate in diverse migliaia di tonnellate. Clicca qui.
Nessuna condanna per ex vertici ed ex manager di Fiat, Alfa Romeo e Lancia, imputati per una quindicina di casi di operai morti per forme tumoraliprovocate dall’esposizione all’amianto negli stabilimenti dell’Alfa Romeo di Arese. L’assoluzione è in linea con tutti gli altri verdetti di giudici e corti milanesi, da Pirelli a Falck, dalla Breda alla Franco Tosi all’Enel di Turbigo ecc.
A Torino 4 anni di reclusione e 15mila euro di risarcimento per i due lavoratori morti d’amianto: sono una condanna “mite“. Sperando che addirittura non faccia la fine delle precedenti negli appelli. Dopo la scandalosa assoluzione per prescrizione in Cassazione, e lo spezzettamento in filoni, restano aperti altri tre processi a Vercelli per omicidio volontario, Reggio Emilia e Napoli. Clicca quiIl Fatto Quotidiano.