Il “Premio Attila” “ad imperitura memoria dei nostri figli peggiori”, è nel suo genere la più alta onorificenza italiana… dopo il Festival di Sanremo. Vincitori i nostri figli peggiori: industriali, politici, amministratori che nel corso dell’anno si sono particolarmente distinti a danno dell’ambiente, della salute e della pace (la raccolta dei Premi Attila, dal 2004, è disponibile a chi ne fa richiesta).
Fabrizio Palenzona è stato (2005) uno dei prestigiosi vincitori. Nel corso degli anni ha fatto sempre meno notizia la sua accumulazione “seriale” di cariche: è arrivato a posare l’abbondante deretano contemporaneamente su 18 poltrone (a riguardo si consulti il curriculum da sé medesimo entusiasmato) tra cui: Vice Presidente di Confcommercio, Vice Presidente di UniCredit, membro del Comitato Esecutivo di Mediobanca, Presidente di AISCAT (Associazione Italiana Società Concessionarie Autostrade e Trafori), Presidente di Assaeroporti, Presidente di Conftrasporto, Presidente di ADR – Aeroporti di Roma, Presidente di Impregilo, Presidente di Gemina, eccetera.
Ebbene, a parte gli intervalli delle vicende giudiziarie, che abbiamo cercato di aggiornare, oggi fa notizia, fragorosa e improvvisa, il suo addio alla presidenza della Fondazione Crt (Cassa di Risparmio di Torino, la terza fondazione italiana per patrimonio dopo Cariplo e Compagnia di Sanpaolo) il cui vertice aveva conquistato sgomitando non poco nell’aprile 2023.
Anzi, vi diremo di più: ancora in vetta a Prelios, lascia di colpo anche le cariche di Bcube Cargo e delle due controllate nel settore della logistica aeroportuale: Malpensa Logistica Europa e Fiumicino Logistica Europa (la potente famiglia Bonzano).
Disinteressati come siamo a questa “defenestrazione” che nella “faida” sarebbe, a detta degli ambienti finanziari, “la punta dell’iceberg di uno scontro oceanico che sta mettendo in movimento l’intero assetto bancario e finanziario italiano”, noi avremmo accolto con irrefrenabile gioia un tonfo di questo storico nemico egli ambientalisti (definiti “asini raglianti”), invece ci angosciano dubbi perché Palenzona giustifica le “dimissioni” per “motivi personali” e per “sopraggiunti impegni professionali che impedirebbero lo svolgimento degli incarichi”. Temiamo cioè, rinunciando anche a fare il “re fatoccio” che si arrampichi su altre poltrone: non ci convince, purtroppo, che sia caduto improvvisamente quando sembrava un uomo imbattibile.
Certo, Palenzona era diventato troppo ingombrante e disinvolto fra i corridoi della fondazione torinese, accusato di utilizzarne le risorse e il prestigio in troppe partite giocate e soprattutto tentate (es. un centro di ricerca enologico nella provincia di Alessandria, l’acquisizione di Prelios: immobili + crediti deteriorati) A questo si aggiunge la posizione di rendita da “grande capo” dei camionisti costruita nei decenni insieme ai Benetton e ai Gavioe divenuta centrale nel sistema autostradale (la Fondazione CRT detiene il 5,2% di Mundys/ex Atlantia/Benetton). Tutto ciò in aggiunta alle ancora più grandi manovre – sempre per tramite delle partecipazioni della Fondazione CRT – sui futuri equilibri di Generali e Mediobanca (bordeggiando fra Unicredit e Banca Intesa, fra Caltagirone, Orcel e Benetton): queste sarebbero, appunto senza la copertura di CRT, le sue più grosse sconfitte.
Insomma il “millepiedi” ha esagerato, sentendosi protetto dalla Meloni. Invece i rapporti di forza dell’uomo per tutte le stagioni si sono stravolti e il ministro dell’economia Giorgetti non lo ha soccorso. Anche perché Francesco Gaetano Caltagirone, con una giravolta, dimenticando la sua antica amicizia con il capo dei camionisti, l’ha infilzato sui suoi giornali temendo le sue mosse troppo “indipendenti” per controllare il colosso sulle Assicurazioni Generali. Infine la Banca d’Italia ha messo in stand by il dossier Preliosper la sensibilità dei suoi contenuti e dei suoi potenziali acquirenti.
Che sia davvero una Caporetto, il segno evidente della fine del grande gioco di un uomo più grosso che grande? Grosso come conto in banca, indubbiamente. Tutto grasso che cola.
Aggiorniamo per l’ennesima volta il curriculum (clicca qui) di Fabrizio Palenzona, uno dei nostri più “prestigiosi” vincitori del Premio Attila come nemico dell’ambiente. Si farebbe prima a elencare le poltrone che Palenzona non ha collezionato, perciò ricordiamo solo brevemente i precedenti della sua carriera (dal termine latino “carrus”, che significa veicolo a ruote, da distinguersi da “professione” che deriva dal termine latino “profiteri”):
Nato a Novi Ligure, in provincia di Alessandria, il 1 settembre 1953, Palenzona, soprannominato il camionista di Tortona, figlioccio di Marcellino Gavio e da sempre vicino al Gruppo e alla famiglia, con cui i rapporti negli ultimi anni si sono un po’ raffreddati. Grazie a loro è stato banchiere, per diversi anni vicepresidente di Unicredit e consigliere di Mediobanca, poltrona lasciata nel 2012. E’ stato presidente dell’Aiscat e dell’Asecap, le associazioni italiana ed europea delle concessionarie di autostrade, e degli Aeroporti di Roma, oltre che di Conftrasporto. Il tutto grazie anche alla politica che è stata centrale nella sua invidiata vita. Ha fatto parte dell’Acli, della Dc, apparteneva alla corrente di Carlo Donat-Cattin, suo maestro, poi ha aderito alla Margherita e a Renzi. Viene considerato di area centrosinistra, corrente camaleonte. Dal 1985 al 1995 è stato sindaco di Tortona. Dal 1995 al 2004 presidente della provincia di Alessandria. Diverse le inchieste giudiziarie che l’hanno toccato con la famiglia in questi anni, ma non hanno mai scalfito le sue dimensioni.
Sotto c’è una poltrona. C’è chi mette in dubbio che il “Premio Attila” premi i figli peggiori? Gli basti proprio l’esempio di Fabrizio Palenzona, che ha conseguito l’alta onorificenza nel 2005. A riprova aggiorniamo nel 2023 l’interminabile curriculum dell’uomo dalle mille poltrone: clicca qui.
Per gli altri aggiornamenti è a disposizione, su richiesta, la “Rassegna dei Premi Attila dal 2004”.
Non ci dimentichiamo dei nostri PREMI ATTILA supervotati: i Benetton che dal crollo del ponte Morandi ci hanno ulteriormente guadagnato, Salvini che ha dimezzato i sondaggi, Renzi che ha ridotto il risultato elettorale a meno di un decimo, Draghi che da cardinale si aggira al Quirinale. E Fabrizio Palenzona, che merita un aggiornamento ( a cura di Gianni Barbacetto) del suo diploma (clicca qui):
Se Giorgia Meloni vincerà le elezioni del 25 settembre – come prevedono i sondaggi – salirà per prima al Colle e indicherà al presidente della Repubblica il nome a cui affidare l’incarico di formare il nuovo governo: il suo. A rassicurare i mercati, i poteri italiani e i circoli internazionali ci stanno pensando da tempo i tre tutori che le stanno preparando la strada, i tre tenori che le insegnano a stare a tavola, a dimenticare i toni da borgatara, a trasformarsi in statista. Sono tre democristiani doc con radici nella Prima Repubblica: Guido Crosetto, Fabrizio Palenzona, Luigi Bisignani. Ovvero politica, affari e grembiulini, ben dosati e shakerati… Gemello diversodi Crosetto è Fabrizio Palenzona, l’Obelix di Tortona. Stessa militanza nella Dc in Piemonte, ha poi un percorso politico più tortuoso (passa anche per la Margherita e Matteo Renzi), ma una lineare e purissima vocazione per il potere. Diventò socio, nel consorzio di camionisti Unitra, di Marcellino Gavio, potentissimo costruttore e padrone delle autostrade [altro Pemio Attila, N.d.R.], poi da Camionista si fece Banchiere (nominando se stesso, allora presidente della Provincia di Alessandria, nella Fondazione Crt), fino a diventare vicepresidente di Unicredit e consigliere di Mediobanca. Uomo di peso, re dei lobbisti, Obelix si fece pure insediare dai Benetton al vertice di Aiscat, l’associazione dei concessionari di autostrade, ma anche degli aeroporti di Roma e di Impregilo, allora colosso delle costruzioni. Politico, Camionista, Uomo-autostrada, Banchiere, “Credente peccatore” (autodefinizione) e cattolico tradizionalista, ma anche fraterno amico del super-massone Giancarlo Elia Valori, Palenzona ha avuto rapporti altalenanti con Luigi Bisignani (tangente Enimont, P2, P4 eccetera)… Mentre il centrosinistra litiga, i tre tenori lavorano.
Qual è, di chi è la spinta che ha portato avanti un’opera come il Tav Terzo Valico bocciata infine anche dall’analisi costi-benefici? Coloro che non l’hanno ancora capita si divertano, tra il serio e il faceto, a seguire la conversazione intercorsa nel 2006 nel residence più “in” a cavallo tra Piemonte e Liguria durante la cena, a dream, offerta da Marcellino Gavio a Romano Prodi. Quando Prodi disse: Il Terzo Valico non si può fare. Scorrano l’elenco degli invitati e avranno chiarito ogni dubbio residuo. (continua)
Molla la vicepresidenza di Unicredit, dove, uomo forte dei Gavio, aveva fatto per vent’anni il bello e soprattutto il cattivo tempo. Assumerà la presidenza di Prelios (fondi immobiliari e finanziari) che si assommerà alle varie presidenze associative come Aiscat (le concessionarie di autostrade) e Assaeroporti, e che gli assicurerà il peso dentro il PD a sostegno di Renzi.
Alla personalità che si è particolarmente distinta a danno dell’ambiente e della salute, una giuria sul serio popolare, composta da 429 votanti in 9 assemblee in provincia,
ha attribuito a
Maria Rita Rossa
la più alta onorificenza ambientalista della provincia di Alessandria.
Rita Rossa, nella duplice veste di sindaco di Alessandria e presidente della Provincia, vince con 213 voti. Al secondo posto con 96 preferenze: Ettore Pagani direttore generale Consorzio COCIV TavTerzo Valico. Al terzo, con 69, Stephan Schmidheiny amministratore delegato Eternit. Quarto con 36 voti: Angelo Riccoboni amministratore delegato Riccoboni. Seguono a pari merito (3 preferenze): Luca Amoroso direttore raffineria Eni Sannazzaro de’ Burgondi che scoppia con frequenza allucinante, Gianluca Bordone sindaco di Tortona, Rocchino Muliere sindaco di Novi Ligure, e altri con 1 voto.
La classifica del Sole24Ore l’ha relegata all’ultimo posto fra i sindaci italiani. Una giuria di 429 votanti le ha conferito quest’anno la più bassa onorificenza ambientale, sulla scia di Marcellino Gavio e Fabrizio Palenzona, e battendo concorrenti del calibro di Stephan Schmidheiny. I Comitati hanno chiamato migliaia di cittadini in piazza per contestarle la rielezione. Eppure i sondaggi danno Rita Rossa vincitrice.
Clicca qui la pergamena: perché ha vinto il Premio e perché sarebbe rieletta.
Champagne per brindare alla vittoria.
Clicca quiAnsa “Danni all’ambiente, premio ‘Attila’ a sindaca di Alessandria” Clicca quiQuotidiano Piemontese “Rita Rossa, sindaco di Alessandria, vince il Premio Attila: ha fatto più danni all’ambiente di tutti” Clicca quiLibero Gossip “Danni all’ambiente, premio ‘Attila’ a sindaca di Alessandria” Clicca quiAbbiategrasso “Danni all’ambiente, premio ‘Attila’ a sindaca di Alessandria” Clicca quiCorriereal “Danni all’ambiente, premio ‘Attila’ a sindaca di Alessandria” Clicca quiPennatagliente “vince il premio attila il sindaco più sgradito d’italia, ma rita rossa è favorita alla rielezione”
Dalla vicepresidenza di Unicredit (ma non dal consiglio di amministrazione). Al poverino restano appena: presidenza di Aiscat, Assaeroporti e Faiservice, consiglio amministrazione ABI, comitato esecutivo della Giunta degli industriali di Roma, cda della Università del Piemonte orientale, con in passato ruoli di primo piano in Gemina, ADR, Impregilo. E’ stato infatti un po’ azzoppato dalle indagini della magistratura di Firenze per lo scandalo Bulgarella (imprenditore sospettato di rapporti con la mafia).
Clicca quiFrancesco Spini “Unicredit, passo indietro di Palenzona”.
Proseguono le votazioni per il Premio Attila 2016. Oltre che nelle assemblee in corso, potete esprimere Il voto con mail a b.tartaglione@tiscali.it o su Pagina Facebook (clicca qui) o su Gruppo Facebook (clicca qui) o via telefono al 3470182679.
La pubblichiamo noi, impenitenti colpevolisti del Premio Attila, tratta da il Fatto quotidiano: “Unicredit. Caso Palenzona, il tribunale conferma i sequestri di carte”. Continua
Clicca quiIl Fatto Quotidiano “Caso Palenzona. Unicredit perde un pezzo” Clicca quiGuido Ruotolo “Unicredit annullati i sequestri. Il Tribunale del riesame smonta le accuse della Procura su Palenzona e Bulgarella.” Clicca quiDavide Vecchi “Caso Palenzona né illeciti né legami con Cosa Nostra” Clicca quiAntonio Massari “L’intervista. Andrea Bulgarella. Parla l’imprenditore accusato di aver favorito la mafia” Clicca quiAntonio Massari e Davide Vecchi “Palenzona, il ‘grande tutor’ per salvare l’impresentabile. Si prodigava nell’aiuto delle disastrate finanze di Bulgarella, vicino a Messina Denaro”. Clicca quiLa Stampa “L’inchiesta Palenzona coinvolge Unicredit. Prestiti sospetti segnalati già a fine 2014”. Clicca quiIl Fatto “L’ex mafioso racconta: ‘D’Alì ci fece avere i soldi’ “ Clicca quiGanluca Paolucci “Unicredit, la riunione che inguaia Palenzona”. Clicca qui il post precendente.
Anche questa volta noi siamo pregiudizialmente colpevolisti con il Premio Attila, nemico dell’ambiente (clicca qui). Anche questa volta temiamo che se la cavi. Anzi, questa volta capiamo meglio perchè le altre volte l’ha sempre scampata Clicca quiIl Manifesto “Mafia e riciclaggio. Indagati Palenzona e manager del gruppo Unicredit”. Clicca quiGuido Ruotolo “Finanziamenti sospetti, Palenzona sotto inchiesta. Tra le accuse aver favorito Cosa nostra”. Clicca quiLa Stampa “Quel banchiere-camionista crocevia fra finanza e politica”. Clicca quiIl Fatto “Palenzona, tutti i contatti con l’uomo di Cosa Nostra”. Clicca quiIl Fatto “Scandalo Unicredit. Palenzona, i 16 milioni e gli amici di zu Binu”. Clicca quiAntonio Massari “Palenzona, l’operazione da 16 milioni e gli amici che portano a Provenzano. Il capo dei capi. Il factotum del banchiere e le relazioni con Randazzo e Barbato, collegati con l’uomo che fornì i falsi documenti al superboss”. Clicca quiAntonio Massari “Il suo sodale Mercuri, la mafia e le trame”. Clicca qui Guido Ruotolo “Così Mercuri, il braccio destro di Palenzona, influenzava i comitati di Unicredit per i prestiti al costruttore vicino alla mafia”. Clicca qui Davide Vecchi “Parola dei Ros. I vertici della seconda banca italiana sapevano che stavano aiutando un imprenditore fiancheggiatore del boss Messina Denaro”. Clicca quiMarco Lillo “I pm: favori al padrone del covo di Riina e titolare dell’hotel dove si riunivano i boss di Cosa Nostra”. Clicca quiGianni Barbacetto “Attorno al banchiere ruotano uomini di governo, faccendieri e costruttori. Bersani lo considerava Maradona”.
Tafuri a Lupi: “Se invece di Incalza mi fossi rivolta a Fornaro e Borioli? Avrebbero smesso di ridere?”
Tangenti, corruzione, favoritismi, nepotismi, mafia attorno anche a questa inutile (utile ai ladri) grande (grande magna magna) opera di alta (alte mazzette) velocità dell’Appennino ligure piemontese.
Clicca quiGiampiero Carbone “Emergono ulteriori particolari sul ruolo del dirigente arrestato. Incalza e il Terzo valico. Anche il gruppo Gavio nelle carte dell’inchiesta. L’accusa: aver favorito l’iter della Grande opera. A suo genero versate consulenze per 700 mila euro”
Clicca quiLa Stampa “Nei cantieri del Terzo Valico aggirate le leggi dell’Antimafia. Il prefetto di Alessandria chiese di rimuovere un condannato, il ministero non prese provvedimenti. “
Clicca qui Il Fatto “Le grandi opere da bloccare. Infinite, costose, inutili” Clicca quiLa Stampa “L’amianto delle gallerie Terzo Valico controllato da geologi del Cociv. La Regione: costa troppo” Clicca qui dal convegno di Arquata Scrivia 5 proposte al governo per voltare pagina. Clicca quiGrasso e Indice “L’inchiesta su tangenti e malaffare tocca il terzo valico. Costi alti? rincarino i biglietti ai pendolari”. Fornaro ora capisce? Clicca quiGiampiero Carbone “Dopo l’alluvione. Fondi negati al territorio”. Borioli in buona fede? Borioli e Fornaro. “Beffa agli alluvionati” clicca quiIl Fatto. Clicca quiPiero Bottino “Opera grande e infinita”. Clicca quiDavide Milosa “Il manager cercava l’appoggio di Fabrizio Palenzona” detto ‘Ciccio’. Clicca quiNoterzovalico “Più l’opera è inutile e più è alta la corruzione”. Borioli e Fornaro senza pudore: “L’allarme di Incalza non ci scoraggia”. Clicca qui. Antonello Brunetti commenta la nostra rassegna stampa: clicca qui.
Quest’anno il voto si è distribuito fra i quattro candidati. La spunta Bruno Binasco. Il suo voto è stato favorito spesso dall’abbinamento con quello di Rita Rossa. La motivazione alla base della sua candidatura era: “Braccio destro di Marcellino Gavio, (Premio Attila 2004) ha fatto avanti e indietro da San Vittore durante Mani Pulite, è uscito da Tangentopoli con la fedina penale pulita grazie ad assoluzioni e prescrizioni; ed oggi è in mezzo al caso delle mazzette delle autostrade per lo scandalo di bustarelle e appalti che ha travolto il leader lombardo del Pd Filippo Penati. Ma ad Alessandria rappresentanti di enti locali (Rita Rossa sindaco di Alessandria e presidente della Provincia, Rocchino Muliere sindaco di Novi Ligure), di camere del commercio (Paolo Coscia) e della fondazione della Cassa di risparmio cittadina (Pierangelo Taverna) lo hanno scelto per il vertice della moribonda Slala, organismo moribondo che si occupa della logistica e dei trasporti in quelle che sono le zone doc… dei Gavio e di Fabrizio Palenzona (Premio Attila 2005)..”
Clicca qui per leggere il profilo completo di Bruno Binasco, nonchè di Rita Rossa, Michele Ratti e Luigi Grillo.
L’alta onorificenza “alla personalità che a livello locale si è particolarmente distinta a danno dell’ambiente e della salute”, che l’altro anno ha premiato Carlo Cogliati (ora è candidato a 18 anni di reclusione al processo Solvay, clicca qui), fu conferita la prima volta nel 2004 a Marcellino Gavio (clicca qui) subitamente nel 2005 bissata dal suo sodale, Fabrizio Palenzona (clicca qui). Degno erede di entrambi, la prima candidatura già sollecitata per il 2014 è proprio quella di Bruno Binasco. Fate pervenire le altre candidature entro e non oltre il 28 febbraio 2015 tramite e-mail alessandriamd@gmail.com, oppure al telefono 3470182679, oppure sulla pagina facebook https://www.facebook.com/MedicinaDemocraticaAlessandria. Indicate nome&cognome del candidato al premio unitamente alle motivazioni/azioni di merito con le quali si particolarmente distinto a danno dell’ambiente e della salute.
Sarà la prescrizione a salvare il vincitore Premio Attila Clicca qui , l’arcinemico degli ambientalisti, Fabrizio Palenzona, vicepresidente Unicredit, presidente di Gemina, eccetera eccetera, indagato per ricettazione (800 mila euro in contanti) dalla procura di Lodi nell’ambito di una inchiesta troncone delle scalate bancarie del 2005, quando fu inchiodato dalle confessioni dei banchieri Fiorani e Boni per aver trasferito miliardi di fondi neri in 11 conti correnti all’estero intestati a moglie e famigliari Clicca qui
…se il prodotto della politica è Fabrizio Palenzona, l’interfaccia di Gavio ora al vertice di Impregilo dopo Unicredit, Gemina, aeroporto Roma, Ascat. Clicca qui: l’ingombrante profilo del nostro plurindagato conterraneo, premio Attila della Rete ambientalista.
Non perdiamo occasione per parlare male di Fabrizio Palenzona in quanto nemico giurato dell’ambiente e della salute (Tav Terzo Valico, inceneritore, nucleare di Bosco Marengo ecc.). Per un pelo non è diventato presidente dell’Unicredit, invece di essere processato nell’inchiesta passata dal tribunale di Milano ad evaporarsi in quello di Alessandria, per i miliardi trasferiti all’estero di fondi neri in 11 conti correnti intestati a moglie, madre e altri famigliari, dopo che è stato inchiodato dalle confessioni dei banchieri Fiorani e Boni ecc. La sua candidatura a Unicredit è stata bocciata dalle Fondazioni, ma lui ha detto di aver rinunciato… come quel tale che, caduto da cavallo, ha commentato: tanto volevo scendere. Per consolarsi resta in un’altra dozzina di incarichi milionari. Vai nella rubrica Argomenti, per sapere tutto sull’inchiesta, la biografia del vincitore del Premio Attila ecc.
A dimostrazione del discredito di questo premio, al Cavaliere del lavoro (altrui) Fabrizio Palenzona è stato assegnato il Gran Gagliaudo d’oro. Il premio è stato ritirato dalla moglie ma, dato il suo insignificante valore, non sarà trasferito all’estero. Dove invece, secondo l’inchiesta passata dal tribunale di Milano ad evaporarsi in quello di Alessandria, sono stati trasferiti i miliardi di fondi neri in 11 conti correnti intestati a moglie (appunto), madre e altri famigliari, dopo che è stato inchiodato dalle confessioni dei banchieri Fiorani e Boni ecc.
Palenzona ricopre talmente tante cariche milionarie che è impossibile ricordarle tutte, e malgrado i guai giudiziari le ha addirittura ampliate, con tanta solidarietà bipartisan centro dx sx, a cominciare dal suo delfino Filippi, successore alla massima poltrona della Provincia. Berlusconi lo baciò addirittura: sembra sull’ombelico, considerate le dimensioni dei due. Clicca qui.
Palenzona è nemico giurato dell’ambiente e della salute (Tav Terzo Valico, inceneritore, nucleare di Bosco Marengo ecc.). Gli è stato perciò, meritatamente, conferito il Premio Attila, premio previsto “ad imperitura memoria dei nostri figli peggiori” e conseguito prima di lui solo da Marcellino Gavio.
Clicca qui per leggere le motivazioni e la biografia del nostro illustre concittadino.
Fabrizio Palenzona è nemico giurato dell’ambiente e della salute (Tav Terzo Valico, inceneritore, nucleare di Bosco Marengo ecc.). Gli ambientalisti sono diventati nemici giurati di Palenzona, fin da quando era presidente della Provincia di Alessandria. Dunque essi sono pregiudizialmente… per la “presunzione di colpevolezza” nei suoi confronti. Lo sono ancor più ora che lui è a portata di mano: il processo è passato per competenza dal tribunale di Milano a quello di Alessandria. Palenzona non si è lamentato del trasferimento, segno che pensa di giocare in casa. Tiferemo contro. L’inchiesta si riferisce ai miliardi di fondi neri in 11 conti correnti nascosti all’estero, intestati a moglie, madre e altri famigliari, dopo che è stato inchiodato dalle confessioni dei banchieri Fiorani e Boni ecc. Clicca qui per conoscere la vicenda giudiziaria. Palenzona ricopre talmente tante cariche milionarie che è impossibile ricordarle tutte, e malgrado i guai giudiziari le ha addirittura ampliate, con tanta solidarietà bipartisan centro dx sx, a cominciare dal suo delfino Filippi, successore alla massima poltrona della Provincia. A Verona (La Stampa, 23/6/07) Berlusconi lo baciò addirittura: sembra sull’ombelico, considerate le dimensioni dei due. A Palenzona è stato, meritatamente, conferito il Premio Attila, premio previsto “ad imperitura memoria dei nostri figli peggiori” e conseguito prima di lui solo da Marcellino Gavio. Clicca qui per leggere le motivazioni e la biografia del nostro illustre concittadino.