Italia Nostra e Coldiretti contro il fotovoltaico selvaggio: piuttosto che sui terreni fertili, nei tetti di stalle, cascine, magazzini, fienili, laboratori di trasformazione e strutture agricole, si individua una superficie di 155 milioni di metri quadri utili per la produzione di 28.400Gwh di energia solare. (continua)
Il corso promuove un cambiamento culturale ponendo al centro l’importanza dei semi, la cura del suolo, dei modelli di allevamento, della biodiversità, del legame che unisce le coltivazioni alla promozione del valore della terra in termini di universalità.
A Roma torna il Festival delle Terre, la rassegna del documentario indipendente su agroecologia, diritti e migrazioni organizzato da Crocevia. Clicca qui Festival delle Terre!
Continuiamo a divulgare qualche seme di speranza e di auspicio per un agricoltura sana e libera di ritrovare lo scambio di semi i principi di buona pratica e di reimpiego.
Un futuro per una agricoltura diversa, e quindi uno stile di vita e di alimentazione sana c’è, basta cambiare direzione.
Si terrà il 21 giugno la seconda udienza dell’azione legale intentata da 203 ricorrenti (24 associazioni, 193 individui e 17 minori)contro lo Stato italiano per inazione climatica. La causa è stata depositata esattamente un anno fa, nel giugno del 2021. L’udienza arriva proprio nei giorni in cui si fa sentire la morsa del caldo torrido, con temperature anomale e ben al di sopra delle medie stagionali e un’emergenza idrica che sta mettendo in ginocchio il comparto agricolo, soprattutto in nord Italia, tanto da paventare per l’estate alle porte il rischio di razionamento idrico anche per l’uso domestico. Continua…
L’Agrivoltaico è un sistema per produrre energia elettrica occupando la stessa superficie delle coltivazioni. Producendo nel contempo anche energia, servirebbe a sfruttare al meglio lo spazio delle campagne, senza impattare il corretto sviluppo delle colture. Clicca qui. I contrari sostengono che è preferibile l’installazione di impianti fotovoltaici sugli edifici perché le colture potrebbero risentire di una diminuzione della produzione.
Manca il grano nel mondo o in UE? Manca il mais? Mancano le materie prime? E l’Italia? La speculazione finanziaria sulle materie prime agricole.
A che serve o, meglio, a chi serve sostenere la paura della penuria? A che serve sostenere che bisogna rinunciare alla transizione agroecologica – quel poco che resta nella PAC riformata – per rilanciare una nuova “battaglia del grano”? E che c’entra deregolare l’applicazione delle disposizioni legislative attuali sugli OGM, vecchi e nuovi, per far fronte “alla mancanza di pane”?
L’Associazione Rurale Italiana fa chiarezza rispetto agli allarmi lanciati dal mondo agroindustriale sull’attuale crisi bellica in Europa dell’Est. Clicca qui.
I contadini prelevano le irrigazioni dalle falde inquinate sotto la Solvay.
“Esprimiamo grande soddisfazione per un traguardo raggiunto dalla nostra associazione grazie alla fattiva collaborazione della amministrazione comunale che ha recepito l’importanza di dare la possibilità ai nostri concittadini di acquistare prodotti alimentari senza perfluorati», ossia i temibili derivati del fluoro, meglio noti come Pfas, al centro dello scandalo del maxi scandalo ambientale che da anni è assurto alle cronache nazionali. Sarà finalmente possibile a tutti -ma soprattutto ai soggetti a rischio come donne gravide, bambini, giovani adolescenti- effettuare una prevenzione primaria su base alimentare”.
Non esultinoi cittadini di Alessandria per questa dichiarazione. L’elogio non è rivolto da Mauro Bianco presidente Coldiretti al sindaco Gianfranco Cuttica. Riguarda, invece, la delibera del consiglio comunale di Arzignano (Vicenza) approvata all’unanimità che istituisce un mercato contadino “Zero Pfas”.
Essendo molto stabili, questi cancerogeni bioaccumulabili possono percorrere lunghe distanze trasportati dall’aria e raggiungere aree poste anche chilometri dagli impianti di produzione, come avviene nell’alessandrino per l’acquedotto del Comune di Montecastello ad opera della Solvay di Spinetta Marengo. L’inquinamento dell’acqua è la principale causa di contaminazione da PFAS negli alimenti, che a loro volta costituiscono la principale via di esposizione dell’uomo. Benchè ad Alessandria gli scienziati del CNR Centro Nazionale abbiano rinvenuto i Pfas Solvay nelle uova dei volatili (storni e cince), dunque tramite le coltivazioni, dunque anche negli allevamenti, il sindaco Cuttica è ben lungi dal promuovere un mercato contadino zero pfas, anzi non ha nemmeno realizzato la Raccomandazione UE di raccogliere dati sulla presenza di PFAS negli alimenti (con metodi cromatografici, con LoQ: 1 µg/Kg).
La Commissione a guida Von der Leyen aveva tentato di mettere in campo azioni finalizzate a raggiungere concretamente gli obiettivi stabiliti dal Green Deal, ma i risultati sono stati deludenti. Adesso tutto è nelle mani dei singoli Paesi: abbiamo la possibilità di traghettare verso la transizione ecologica tutto il comparto agroalimentare. Clicca qui Legambiente.
Nel primo anniversario della storica protesta dei contadini e delle contadine indiani, La Via Campesina si unisce ad altri movimenti sociali per esprimere solidarietà e sostegno. Tutti i movimenti uniti nella lotta verso la sovranità alimentare a livello globale traggono ispirazione da questo anno di lotta che ha dimostrato cosa si può ottenere con l’unità della classe lavoratrice, anche di fronte alle avversità. Leggi il testo completo sul nostro sito.
Come dimostrano le immagini, con motopompe e pozzi, senza nessun controllo e intervento amministrativo e giudiziario, i contadini della Fraschetta per irrigare le coltivazioni stanno prelevando l’acqua contaminata in falda superficiale e profonda dalla Solvay di Spinetta Marengo. L’ordinanza del Comune di Alessandria lo vieterebbe fin dal 26 giugno 2009: da allora la zona off limits si è sempre più estesa all’esterno del polo chimico. Il divieto, di prelievi per qualunque uso domestico e irriguo, è ancor più inderogabile dopo la sentenza della Cassazione per disastro ambientale e omessa bonifica. Il paradosso (doloso) è che molti campi sono di proprietà di Solvay che li dà in affitto. Interverrà qualcuno dopo la presente denuncia?
Clicca qui le immagini nel servizio de Il Piccolo.
Il Governo sta di fatto aprendo le porte alla sperimentazione e coltivazione in campo dei nuovi OGM. I quali non sono la strategia per uscire dalla crisi pandemica e climatica, ma una falsa promessa che nell’interesse di pochi affosserà ulteriormente l’Italia, andando a ledere la sua filiera agroalimentare aumentando la dipendenza del settore agricolo da input sempre più costosi, brevettati, come le sementi OGM. Porterà con se una contaminazione irreversibile della nostra biodiversità, con danni economici ed ambientali incalcolabili. Clicca qui.
Vincono l’agricoltura intensiva e la lobby dell’agrobusiness. Nessun tetto massimo alla densità di animali per ettaro negli allevamenti intensivi le cui sovvenzioni, almeno per ora, restano invariate. Nessun budget specifico per proteggere la biodiversità sui terreni delle aziende agricole con stagni, siepi e piccole zone umide e, per rimanere in tema, addio all’obbligo di almeno il 10% dei terreni agricoli dedicati alla biodiversità. E viene persino abolito il divieto di arare e convertire i prati permanenti nei siti della rete Natura 2000 (aree protette), dove gli agricoltori potranno ricevere sovvenzioni per trasformare in campi agricoli le zone umide tanto preziose per la fauna selvatica. Per il Commissario Europeo all’Agricoltura questo voto del Parlamento Europeo renderà impossibile la realizzazione del Green New Deal. Soddisfatta, invece, la nostra Ministra Bellanova, schieratissima con le grandi lobby.
Il surriscaldamento globale e i relativi cambiamenti climatici rappresentano una crisi ambientale collettiva e globale, e minacciano il godimento dei diritti fondamentali dell’individuo quali il diritto alla vita, alla vita familiare, all’ambiente salubre, alla salute ed altri. Tra di essi, va ricompreso anche il diritto (di ultima generazione) ad un clima sicuro, oltre al diritto all’accesso all’acqua. L’emergenza idrica è oramai un’evidenza conclamata, con effetti nefasti sulla disponibilità per uso umano, sull’agricoltura e più in generale sull’ambiente.
E’ evidente come tale crisi sia il risultato del matrimonio tra il ciclo dell’acqua e il ciclo economico. Parlamento e governi bloccano la legge per la gestione pubblica del servizio idrico italiano. Clicca qui il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua.
Teresa Bellanova: “Sugli Ogm e sul CETA voglio aprire un confronto rapidamente con le parti imprenditoriali…”. Come mai un ministro del governo Conte 2, malgrado la lunga contrarietà agli Ogm ed al CETA del M5S, si esprime a favore di questi progetti globalisti e distruttori dell’habitat? La risposta arriva su Facebook dalla stessa ministra: “Ho sempre detto che al momento opportuno avrei detto da che parte sto. Sto con Matteo Renzi. Quello di Renzi, è un progetto politico ambizioso…”
Utilizzare pesticidi per il controllo della xylella è ingiustificato, pericoloso e fonte di discriminazione per il Salento. Giuseppe L’Abbate, neo-sottosegretario alle politiche agricole, invece sostiene l’utilità dei pesticidi , senza rendersi conto dell’effetto biocida sugli insetti utili, dell’alterazione dell’ecosistema capace di generare pericolosi effetti biologici (immunosoppressione, alterazioni istologiche epatiche e spleniche, alterazioni riproduttive e dello sviluppo embrionale, alterazioni neurologiche) anche a concentrazioni basse. Clicca quiAssociazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia.
Un viaggio in tappe tematiche da Alessandria a Savona, Benevento, Castelsantangelo sul Nera e nei luoghi colpiti dal sisma in Abruzzo, per richiamare l’attenzione sulle azioni non più rinviabili: interventi di manutenzione delle infrastrutture, politiche di governo del territorio, sviluppo di filiere, nuovi sistemi di gestione della faunaselvatica, coesione istituzioni-enti locali per il rilancio delle aree interne in Europa.Tra gli obiettivi: favorire la nascita di reti d’impresa territoriali e accelerare il piano di intervento sulla questione fauna selvatica.
Il 75% della distruzione planetaria del suolo, dell’acqua, della biodiversità, e il 50% delle emissioni di gas serra proviene dall’agricoltura industriale, che contribuisce anche al 75% delle malattie croniche legate al cibo. Contribuisce per il 50% dei gas serra che inducono i cambiamenti climatici. L’agricoltura chimica non restituisce materia organica e fertilità al suolo; sta, al contrario, contribuendo alla sua desertificazione. Richiede anche più acqua, poiché distrugge la naturale capacità del suolo di trattenerla. I sistemi alimentari industriali hanno distrutto la biodiversità del pianeta sia attraverso la diffusione delle monocolture, sia attraverso l’uso di tossine e veleni che stanno uccidendo api, farfalle, insetti, uccelli, portando alla sesta estinzione di massa. L’agricoltura industriale basata su monoculture ad alta intensità di combustibili fossili usa il 75% della terra, ma produce solo il 30% del cibo che mangiamo; e allo stesso tempo piccole fattorie che promuovono la biodiversità utilizzano il 25% della terra fornendo il 70% del cibo. Clicca quiVandana Shiva.
E imporre per decreto il pagamento delle cure agroeco-biologiche attraverso i fondi europei disponibili da 25 anni: è il parere dell’agroecologo Giuseppe Altieri: clicca qui.
La Cia di Alessandria e l’IstitutoPenitenziario “Cantiello G. e Gaeta S.” di Alessandria presentano il progetto “Agricoltura sociale, leva per il futuro”. Clicca qui.
Momenti di festa e di riflessione che hanno come obiettivi di avvicinare in maniera conviviale le persone al mondo dell’agricoltura contadina. Clicca qui il Piemonte. Clicca qui l’EmiliaRomagna.
Clicca quiGiuseppe Altieri. Cure agroecologiche e non campi di sterminio chimico della biodiversità o distruzione degli Ulivi secolari. Fondi europei a disposizione per tutti gli agricoltori, obbligatori e prioritari per l’agricoltura biologica. Siano i Sindaci a imporre il divieto dei Pesticidi chimici dichiarando i territori biologici con ordinanze sanitarie:
Mentre il Gip di Udine sequestra i campi trattati con neonicotinoidi (clicca qui) il Ministro Martina con un decreto vorrebbe imporre l’uso degli stessi pesticidi in tutta l’area degli Ulivi in Puglia (clicca qui).
Imidacloprid, thiamenthoxam, clothianidin. Si tratta di pesticidi neonicotinoidi impiegati abitualmente dagli agricoltori, in quanto più forti di qualsiasi altro antiparassitario. Il loro utilizzo, però, ha una gravissima conseguenza: mettere a serio rischio la permanenza delle api sul nostro pianeta. Salvarle non significa solo preoccuparsi dell’estinzione di una specie. Significa, anche, allarmarsi per la mancanza di un tassello fondamentale nella catena alimentare. Il loro lavoro ha un apporto sulla produzione agricola totale del 75% e le conseguenze per la nostra alimentazione sarebbero drastiche. Salvare le api dunque significa salvare noi stessi. Dunque è vitale l’eliminazione dei neonicotinoidi. E’ quanto ha deciso l’Unione Europea (http://journal.cittadellarte.it/arte-societa/arrivato-lo-stop-ai-pesticidi-dannosi-le-api). Invece il governo italiano fa l’opposto (http://www.labottegadelbarbieri.org/il-regalo-di-martina-alla-bayer/).
Domenica 8 aprile 2018 nel Parco Palatucci di Nettuno (Roma), via Firenze, dalle ore 10 alle ore 18. Scambio semi e piante, mercato contadino, dibattiti e convegni, laboratori e giochi per i bimbi, ristoro a km 0.
Si tratta di uno studio inedito: probabilmente è il primo caso in Italia di un Comune che effettua 400 carotaggi su tutto il suo territorio per caratterizzarlo. Clicca qui
L’accordo commerciale tra Unione Europea e Canada causerebbe danni sostanziali all’agricoltura italiana, alle produzioni di qualità, ridurrebbe i diritti del lavoro e aprirebbe all’importazione di sostanze chimiche vietate e combustibili inquinanti, minando conquiste sociali e standard ambientali. (continua)
Esperienze dai progetti Agrocambio, Soilveg e Agrocycle: giornata divulgativa organizzata dal Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’economia agraria – Centro Agricoltura e Ambiente (CREA), in collaborazione con l’Agenzia Lucana di Sviluppo e di Innovazione in Agricoltura (ALSIA).
E’ necessario tornare ad un’agricoltura naturale, che favorisca la biodiversità, che prescinda dalle sostanze chimiche che fanno ammalare, che hanno esaurito i terreni e reso i parassiti e le infestanti immuni agli insetticidi ed erbicidi.
Smentiamo l’idea diffusa ma non più dominante che prevedeva la soppressione dell’agricoltura, riducendola ad un reparto dell’industria, senza più un legame organico con la terra. divenuta un semplice sostegno spaziale. Per capire quel che è successo e gli scenari futuri bisogna allargare lo sguardo ad un paesaggio ricco e multiforme in cui coesistono una grande pluralità di forme di agricoltura e di sistemi agro-alimentari, senza dimenticare che la spinta verso un’agricoltura libera dai vincoli naturali si è tutt’altro che esaurita, anzi in termini di potenza e forza economica e finanziaria surclassa le agricolture tradizionali e le agricolture alternative, accomunate da una opzione che per brevità diciamo ecologica. Clicca qui.