Giustizia a due velocità per il TAP.

Mentre il procedimento contro i manifestanti (reati di resistenza ed oltraggio a pubblico ufficiale, danneggiamento e violenza privata), va avanti spedito, quello (reati di carattere urbanistico e ambientale) viene continuamente rinviato (perché cambiano in continuazione i giudici) a beneficio di 19 imputati, tra cui la società Trans Adriatic Pipeline (Tap), i vertici del consorzio internazionale, Saipem e altre aziende che hanno partecipato ai lavori di costruzione fino a Melendugno (Lecce) del mega-gasdotto proveniente dall’Azerbaigian.

TAP, una sconfitta dei Movimenti, una sconfitta dell’Ambiente.

Il Gasdotto Trans-Adriatico ( TAP, Trans-Adriatic Pipeline) è un gasdotto che dalla frontiera greco-turca attraversa Grecia e Albania per approdare in Italia,  sulla costa adriatica della provincia di Lecce. Il progetto ha incontrato dal 2011 forti manifestazioni e proteste del  “Comitato No TAP” con associazioni, sindaci e comitati locali del Salento. I lavori sono già a buon punto e poi conclusi. Le manifestazioni si sono diradate. La partecipazione è diminuitaLa volontà popolare è stata messa a tacere, tradita dalla politica e dimenticata dallo Stato. Nel presentare “La grande opera”, il docu-film del regista e sociologo salentino Corrado Punziclicca qui, Maria Cristina Fraddosio  pone delle domande. <<Quando entrerà davvero nel vivo il processo a carico del consorzio Tap e di 18 imputati, tra cui i vertici delle multinazionali SNAM BP ecc, accusati di inquinamento ambientale, contaminazione della falda acquifera con metalli pesanti anche cancerogeni, espianto degli ulivi fuori dal periodo autorizzato e realizzazione dell’opera “su aree sottoposte a vincolo paesaggistico, idrogeologico e dichiarate zone agricole di notevole interesse pubblico in assenza di autorizzazioni”? Quando verrà dato seguito alle denunce sulle presunte violenze subite dagli attivisti? Quando verranno identificati gli agenti, tra gli 800 che hanno presidiato per mesi Melendugno, che sarebbero responsabili di tali condotte? Quando verrà chiarito come sia possibile che – ancora una volta – sia stata annunciata la conclusione di lavori relativi al gasdotto, come i recenti dissuasori volti a inibire la pesca a strascico a ridosso del microtunnel, che da autorizzazioni ambientali – considerate peraltro illegittime dalla Procura – avrebbero dovuto svolgersi prima dell’entrata in esercizio dell’opera e non dopo?>> 

Da Ostuni Climate Camp 2022 alla COP27 Sharm el-Sheikh.

Clicca qui l’organizzazione e il programma dal 30/7 al 8/8 del Camp di Ostuni. E’ organizzato dalla Campagna Nazionale Per il Clima Fuori dal Fossile, dalla Confederazione COBAS, dal Movimento No TAP/SNAM di Brindisi e dagli studenti di EmergenzaClimatica.it. E’ una chiamata per tutte le associazioni e movimenti italiani ed europei sull’Emergenza Climatica, contro l’estrattivismo e l’”economia di guerra”. Sappiamo bene in che direzione ci stanno portando i Governi col loro capitalismo verde, megaprogetti, transizione col gas fossile, guerre e promesse non mantenute. Vogliamo organizzare la lotta per la prossima Cop27 di Sharm el Sheik: la 27a Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2022.

Dopo il Climate Camp Ostuni 2021 e la Cop26 di Glasgow molte cose sono cambiate: la speculazione post covid sui prezzi del gas, la guerra in Ucraina, l’indipendenza dal gas russo e le nuove politiche energetiche dei governi europei e della UE. Le solite compagnie Oil&Gas hanno fatto extraprofitti enormi (ENI ultimo quadrimestre + 4700%) e tutti i Governi hanno peggiorato la loro politica climatica promessa per il 2030: ritorno al carbone, potenziamento dei gasdotti esistenti (TAP, Algeria, Libia) e nuovi gasdotti (Poseidon); nuovi rigassificatori (Brindisi e Taranto) e tanto GNL, carissimo, da paesi democratici “amici”: USA, Quatar, EAU, Mozambico, Congo, poi nuovi inceneritori, impianti a biomasse e nuove trivelle del Pniec. Paghiamo tutto noi con le bollette dal benzinaio. Un passo indietro di 10 anni. E intanto le emissioni di gas climalteranti come il metano sono stati ai massimi storici nel 2021.

Tap inutile e dannoso scaricato sulle bollette degli italiani.

Tap (Trans Adriatic Pipeline) trasporta in Europa il gas estratto dal giacimento Shah Deniz, nella sezione azera del Mar Caspio. Da lì, via Adriatico, il gasdotto attracca in Puglia e pian piano risale lungo tutta la penisola, costeggiando gli Appennini. 

Da Monti in avanti tutti i governi l’hanno approvato. Tutto il percorso TAP attraversa zone di alto pregio naturalistico, nonché a più elevato rischio di terremoti, con condotte  del diametro di ben 120 cm. :  un’infrastruttura di quasi 700 km di lunghezza.  Il gas del metanodotto non serve al fabbisogno del Paese ma alle operazioni commerciali private della Snam sul mercato internazionale degli idrocarburi. Insomma  si scaricano i costi di un’infrastruttura inutile e dannosa sulle bollette di tutti gli italiani e tutti i rischi sulle comunità locali, che dovranno pagarne i pesanti effetti sul turismo, sull’agricoltura, su un’economia locale già messa gravemente in ginocchio. Clicca qui.

Due incontri su Zoom su temi energetici

– 9 ottobre, h.10 Energie Rinnovabili: a che punto siamo in Italia e nel mondo? con Massimo Mazzer CNR-Parma sul Fotovoltaico e Claudio Lugni CNR-Roma sull’Eolico

–  22 ottobre, h.21 L’Italia ad un bivio: il futuro non è nel fossile con Maria Rita D’Orsogna docente di geologia in California e Francesco Stoppa docente di geologia a Pescara, su Petrolio, metano e ambiente (Trivellazioni, “seppellimento” CO2, Rigassificatori; TAP, …).

Iscriviti a micheleboato4@gmail.com

TAV. Le bugie hanno le gambe corte e il naso lungo.

In più la lunghezza delle  orecchie di Alessandro Morelli, viceministro alle Infrastrutture per il governo italiano dei “migliori” nonchè leghista già direttore di Radio Padania,  negli incontri internazionali ha raggiunto dimensioni  già viste ai suoi partner: clicca qui.

Hanno blaterato per anni che in Valsusa i lavori procedevano, hanno militarizzato un’intera Valle costruendo  cantieri tra cemento, reti di ferro e filo spinato e questo non gli è bastato per proseguire con l’opera devastatrice. Che a lor signori piaccia di più intascarsi i denari che procedere con i lavori? La nostra lotta infatti si fonda sulla convinzione che questa “grande opera” devastatrice non serve che ad arricchire i soliti panzuti, che da troppo tempo mangiano sulle teste di tutte e tutti, a discapito proprio dei bisogni di primaria necessità come la salvaguardia dell’ambiente e dei territori per una vita in salute, che sicuramente in tempi di pandemia andrebbe messa al primo posto.

TAP a rischio di incidente rilevante.

Riparte l’indagine sulla mancata applicazione della direttiva europea Seveso sugli impianti a rischio di incidente rilevante in merito a Tap, il mega-gasdotto proveniente dall’Azerbaigian costruito, nonostante il dissenso della popolazione, a Melendugno (Lecce). Il tribunale di Taranto  ha annullato il decreto di archiviazione del Gip e ha disposto la restituzione degli atti al giudice per le indagini preliminari. A carico della società, dei dirigenti e dei proprietari di alcune aziende locali (19 imputati in tutto) è in corso un processo per reati di inquinamento ambientale, contaminazione della falda acquifera, espianto degli ulivi fuori dal periodo autorizzato in assenza di autorizzazioni.

Una devastazione appenninica per un gas che non ci serve.

Senza neppure  attendere l’esito della campagna di monitoraggio dell’aria richiesta dalle prescrizioni della VIAè stata rilasciata l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per l’esercizio della centrale di compressione gas della società Snam Rete Gas  sita nel Comune di Sulmona (AQ)zona ad alto rischio sismico e nei pressi della faglia attiva del Monte Morrone. L’impianto dovrebbe essere utilizzato per il futuro gasdotto “Linea Adriatica”, che a dispetto del suo nome attraverserebbe da sud a nord le aree appenniniche più altamente sismiche del nostro Paesenonchè di eccezionale valenza ambientale e paesaggistica, dunque  con la sottrazione di centinaia di ettari di terreni agricoli e l’abbattimento e l’eradicazione di almeno cinque milioni di alberi. Prosegue la mobilitazione popolare: già nel 2018 a Sulmona una manifestazione popolare contro la centrale ha visto la partecipazione di 12.000 persone e l’adesione di quasi 400 istituzioni ed organizzazioni, sostenute dalle amministrazioni locali.

Scatenata la repressione contro i Movimenti dal nord al sud dell’Italia.

La repressione del dissenso è il comune filo rosso che si snoda tra lotte e territori, travolgendo specificità e motivi del conflitto, non appena si supera la soglia minima di allarme del consenso popolare; non appena si accendono i riflettori mediatici su aspetti e vicende pubbliche da custodire gelosamente come affari privati. Gli esempi sono tanti, come tanti sono i modi con cui si articola il ricatto sui territori per ridurre al silenzio e tutto ricomporre alla logica unitaria del dogma degli affari privati e del profitto. E’ il caso delle lotte No Tav e No Tap, dei No Muos a Niscemi, dei 45 ragazzi antimilitaristi No basi Nato del processo “Lince” in Sardegna, dei No Grandi Navi a Venezia, dei No Pfas di Alessandria e Vicenza, dei No Carbone a Brindisi, Civitavecchia, Imperia, di chi da decenni si oppone No Ilva a Taranto, della Rete campana No Rifiuti contro le discariche della morte, di chi lotta No nucleare contro il traffico di rifiuti, di chi, infine, No espulsioni, per aver compiuto il solo gesto di lavare i piedi dei migranti che giungono in Italia dalla rotta balcanica, si ritrova imputato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Clicca qui l’Appello per sostenere le spese legali dopo la recente sentenza di primo grado emessa dal GUP di Lecce, che condanna oltre un terzo dei 92 imputati per reati connessi alle proteste messe in campo dal 2017 al 2018 contro l’approdo a Melendugno (Lecce) del megagasdotto TAP (Trans Adriatic Pipeline), proveniente dall’Azerbaigian, ed in prosecuzione lungo la dorsale adriatica per congiungersi con quelli del nord Italia.

Festa di Liberazione dal fascismo e di Resistenza al nuovo fascismo.

76 anni dopo, cosa  sono fascismo e antifascismo oggi?  Antifascismo sono stati  lo Statuto dei Lavoratori, il Sistema Sanitario Nazionale, la legge Basaglia, le leggi sul divorzio, sull’interruzione volontaria di gravidanza, ecc. Chi sono i fascisti di questo millennio?  Coloro che si oppongono all’attuazione della Costituzione e che negano l’esercizio dei diritti civili, politici e sociali affermati nella carta costituzionale: il diritto alla salute, all’istruzione, al lavoro, all’ambiente salubre, alla partecipazione alla vita politica, la parità di genere, il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, ecc..

Dunque gli antifascisti sono gli avversari di  coloro che hanno fiaccato il Sistema Sanitario Nazionale a tal punto da farlo crollare sotto Covid; che hanno smontato pezzo per pezzo la Scuola Pubblica; che hanno reso precario il lavoro; che hanno finanziato e continuano a finanziare le fabbriche di armi e a sostenerne le esportazioni in tutto il mondo; che impongono restrizioni alle libertà ed ai diritti costituzionali (vedi Decreti Sicurezza e situazione carceri in Italia); che consentono che il 10% della popolazione residente nelle aree SIN continui ad ammalarsi e a morire di tumore; che finanziano i paesi in cui è consentito detenere e torturare impunemente uomini, donne e bambini in veri e propri lager (vedi caso Libia); che trattano e fanno affari con regimi incuranti del rispetto dei diritti civili e politici (vedi casi Turchia ed Egitto); che reprimono il dissenso processando, carcerando (vedi fatti del G8 di Genova e torture nella Caserma di Bolzaneto, arresti degli attivisti No Tav e No Tap, ecc.) e sopprimendo spazi di utilità sociale (vedi Labas a Bologna, Casa Internazionale delle Donne e Cinema Palazzo a Roma, ecc.). Clicca qui.

TAP, magistratura a senso unico in Salento.

Velocissimo il processo contro i manifestanti NoTap: violazione della zona rossa (con filo spinato e con dentro anche le case), dei fogli di via, imbrattamento, accensione di cose pericolose, violenza privata, danneggiamento, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, con pene che raggiungono anche 3 anni di reclusione. Nessun processo finora contro i poliziotti: violenze sui cittadini, gas lacrimogeni ad altezza d’uomo, inseguimenti, pestaggi, manganellate, ferite, trauma cranico. Men che mai ancora affrontati i reati dei costruttori di inquinamento ambientale, contaminazione della falda acquifera con metalli pesanti anche cancerogeni ed espianto degli ulivi fuori dal periodo autorizzato, realizzazione su aree sottoposte a vincolo paesaggistico, idrogeologico e dichiarate zone agricole di notevole interesse pubblico in assenza di autorizzazioni, illegittime la Valutazione di impatto ambientale e l’Autorizzazione unica ambientale, mancato rilascio della Concessione demaniale marittima. Il Tap, che condanna l’Italia per 50 anni a un combustibile fossile, è  l’ultimo tratto (878 chilometri) di un’opera di circa 4 mila chilometri dall’Azerbaigian, già finito in un enorme scandalo per riciclaggio internazionale, che ha travolto anche alcuni parlamentari del Consiglio d’Europa. Clicca qui

Sì TAP? No Draghi!

TAP (Trans Adriatic Pipeline): uliveti espiantati, fondali marini distrutti, pozzi avvelenati, inquinamento delle falde con nichel, arsenico, manganese, bromo e soprattutto cromo esavalente.  Il governo uscente se n’è lavato le mani. Allora ci chiediamo: a cosa serve un ministero della transizione ecologica se non si riesce nemmeno a fermare il TAP? Clicca qui.  

Processi TAP: reati di serie A per gli inquinati e di serie B per gli inquinatori.

Solenne annuncio del lancio del combustibile fossile con l’accensione degli impianti del Trans Adriatic Pipeline (Tap), il tratto finale del mega gasdotto lungo circa 4mila chilometri che si snoda a partire dal giacimento azero di Shah Deniz lungo sei paesi; l’ultimo è il nostro, con approdo a Melendugno (Lecce), dove da anni la popolazione contesta, carte alla mano, la legittimità dell’opera. Marciano spediti i processi a carico degli attivisti (violazione della zona rossa, dei fogli di via, imbrattamento, getto di cose pericolose, violenza privata, resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento). A rilento invece i processi ai manager del TAP per reati di inquinamento ambientale, contaminazione della falda acquifera con metalli pesanti anche cancerogeni ed espianto degli ulivi fuori dal periodo autorizzato,  realizzazione del gasdotto su aree sottoposte a vincolo paesaggistico, idrogeologico e dichiarate zone agricole di notevole interesse pubblico in assenza di autorizzazioni ambientali, idrogeologiche, paesaggistiche ed edilizie. Nonché illegittime la Valutazione di impatto ambientale, l’Autorizzazione unica ambientale e l’Autorizzazione ministeriale alla costruzione in assenza di autorizzazione paesaggistica. Clicca qui

La caporetto dei Cinquestelle. Marco Travaglio vs Beppe Grillo e la Democrazia diretta.

Avevo identificato la caporetto dei Cinquestelle come una conseguenza del  “tradimento” dell’alleanza programmatica con i Movimenti ecopacifisti, ovvero dell’immolazione della “Democrazia diretta”  sull’altare della “Democrazia rappresentativa”. In loro difesa, Travaglio non convince: “Caro Lino, capisco tutto. Ma forse ti è sfuggito che i 5Stelle nell’estate del 2019 hanno votato in Parlamento il Tav, ovviamente da soli, anche al costo di far saltare il governo con la Lega. E purtroppo hanno perso”. Con questa debole posizione Travaglio dimostra di non conoscere o riconoscere il fondamentale pezzo di Storia patria scritto dai Movimenti tramite la prassi della Democrazia diretta, dimostra il limite di un (ottimo) notista della Politica rappresentata esclusivamente dai Partiti, come se la Politica si esaurisse nell’intermittente rapporto fra eletti ed elettori, come se tanta costante sostanza della Politica non la facessimo noi dei Movimenti fuori dai Partiti, anche influenzando le stesse votazioni. Va da sé che Travaglio, all’autocritica di Beppe Grillo“Non credo più nella rappresentanza parlamentare, preferisco la democrazia diretta che è la sua evoluzione”, rischia di fare la caricatura. Travaglio dunque merita una replica: clicca qui.  

Regionali Puglia, a Taranto c’è clima di disincanto.

Forse c’è solo una parola che può riassumere efficacemente la situazione attuale. E quella parola è disincanto. Siamo ormai oltre la protesta, oltre la rabbia, oltre la delusione. Siamo al disincanto verso un M5S che non ha mantenuto le promesse. Siamo al disincanto politico, ossia a quello stato dell’animo di chi si sente ormai vaccinato dal virus dell’illusione. Un amaro disincanto. Dall’Ilva, alla Tap, alla Tav, agli F-35, il Movimento aveva promesso due anni fa cose che oggi ha accantonato. Ma se questa è la situazione nell’area del M5S, non va meglio la situazione per il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano (continua Peacelink).

Avevamo annunciato la caporetto dei Cinquestelle.

Come avevamo avvertito, la caporetto dei Cinquestelle è già evidente nei territori dove il tradimento degli impegni ecopacifisti (Tav Valsusa, Tav Terzo Valico, TAP, ILVA, PFAS, Acqua pubblica, F35 ecc.) ha direttamente gelato la pelle delle popolazioni, e si estenderà a tutto il territorio nazionale. Il M5S  dalla “alleanza con nessuno”, disinvolto e repentino è passato tra il lusco e il brusco alla “alleanza con chiunque”, a prescindere dai temi identitari ossia dall’alleanza con chi l’aveva votato. Non guardando più in faccia l’interlocutore ecopacifista, ha dato di sé una immagine non sincera e non sicura, inaffidabile anzi traditrice. Appunto: tra il lusco e il brusco. Ora la questione grillina sembra diventare: “sì o no ad una intesa stabile con il PD?”. Assieme al  PD,  resuscitato l’anno scorso dal miracolo di quel genio di Salvini, arroccarsi al governo infatti garantirebbe il più a lungo possibile i posti in parlamento che le prossime elezioni taglieranno per effetto del referendum ma soprattutto del consenso. “La questione grillina” è invece un problema di contenuti, di alleanze, sì, ma di alleanza con quel mondo dei Beni Comuni che  credette di aver finalmente identificato i propri temi con quelli del movimento di Grillo. Insomma la sopravvivenza è la questione del recupero di una identità.

Dove Dante collocherebbe i Cinquestelle? E Beppe Grillo?

Abbiamo chiesto un incontro, urgente, al ministro all’ambiente Andrea Costa. Per sapere la verità. Vale il suo impegno solenne di fissare LIMITI ZERO alle emissioni dei PFAS? Oppure valgono i limiti cancerogeni che Solvay/Miteni hanno dettato al suo ministero? Ebbene, Costa non ha convocato né i piemontesi né i veneti. Brutto segnale. Procrastinare il volta gabbana a dopo le elezioni pare una furbizia che non salva i voti ai Cinquestelle. I grillini sono già accusati di tradimento ad ambiente e ambientalisti: Tav Valsusa, Tav Terzo Valico, TAP, Ilva, Acqua Pubblica, nonché alla pace e ai pacifisti.  Non ci voleva anche il tradimento PFAS. Dante colloca i traditori nella zona più bassa dell’Inferno, i più lontani da Dio. Infatti hanno violato il patto “di che la fede spezïal si cria”: rappresentano il peggio  della degradazione umana e nel gelido contrappasso sono retrocessi nella loro immobilità a “pietre umane”. Dante non perdona: “Mei foste state qui pecore o zebre!”. Lo faranno gli elettori Cinquestelle? perdoneranno la violazione del patto? in quale misura i grillini subiranno la legge del contrappasso? Il loro ex voto andrà all’astensione piuttosto che all’ancòra più immeritevole concorrenza. Magra consolazione. Ma a Beppe Grillo piacerà il Purgatorio, tra i pigri e gli accidiosi? 

Il governo se ne lava le mani del TAP ma non la magistratura.

TAP (Trans Adriatic Pipeline): uliveti espiantati, fondali marini distrutti, pozzi avvelenati, inquinamento delle falde con nichel, arsenico, manganese, bromo e soprattutto cromo esavalente.  Il governo se n’è lavato le mani. Ma non la magistratura di Lecce, almeno per quanto riguarda la repressione del dissenso piuttosto che il perseguire i reati ambientali. Infatti 92 salentini che in questi anni si sono opposti alla devastazione del loro territorio vengono processati mentre i 19 imputati di TAP e appaltatori se ne stanno tranquillamente protetti da uno stuolo di avvocatoni. Portare i Movimenti alla sbarra nelle aule bunker è una prassi inaugurata per i NoTav in Valsusa, a esibizione che il diritto penale ambientale è strutturato per tutelare il profitto e l’impunità degli inquinatori. Tesi ampiamente dimostrata nelle 518 pagine di  “Ambiente Delitto Perfetto” di Barbara Tartaglione e Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia. Anzi, il diritto penale diventa strumento per esercitare violenza piuttosto che combatterla. Avviene nel militarizzare il territorio e manganellare, trasformare le legittime azioni di nonviolenza in reati perseguibili, equiparare i movimenti per la difesa ambientale e sociale alla lotta armata di quasi mezzo secolo fa e alla criminalità organizzata di ieri e di oggi, e infine nel mettere i cittadini sul banco degli imputati e non su quello delle parti lese. Clicca qui “La bottega del Barbieri” 

La resistenza locale al mega-gasdotto TAP, un imponente progetto energetico europeo, sta subendo una dura repressione e criminalizzazione: studenti, madri, agricoltori, imprenditori locali sono sotto processo, con multe e spese legali sbalorditive:  240.000 euro di multe e 70.000 euro di spese legali. Alcuni rischiano addirittura il carcere e altre restrizioni alla loro libertà personale.  Sostieni la Cassa di resistenza No TAP ! La comunità salentina sta combattendo non solo contro il TAP, ma contro il disegno che l’Italia e il Mediterraneo diventino l’hub del gas europeo. Infatti, l’UE sta spingendo per la realizzazione di un nuovo mega gasdotto: l’Eastmed. Il tacco d’Italia non può essere una zona da sacrificare per l’importazione di gas fossile europeo; aiutaci a difendere la resistenza locale dalle ingenti multe e persecuzioni che vorrebbero fermarla.

Andrà tutto bene… se non pagheremo la crisi.

Se si fermano le “grandi opere”  inutili e dannose: Treni Alta Velocità, inceneritori, TAP, autostrade ecc. sono un cavallo di Troia per il trasferimento massiccio di soldi dal settore pubblico a quello privato. Non pagheremo la crisi se si risparmiano i soldi che lo Sato dà agli inquinatori. Non pagheremo se si aboliscono le spese militari. Clicca qui l’assemblea NoTav su la newslettera di Doriella@Renato.

Italia sventrata – Il gasdotto TAP transadriatico attracca entro il 2020 a Melendugno.

La Puglia è già devastata. Ma quello che preoccupa maggiormente è il proseguimento del gasdotto lungo la Penisola: vedi mappe. Il gas che attraverserà il metanodotto non serve al fabbisogno del Paese ma alle operazioni commerciali private della Snam sul mercato internazionale degli idrocarburi. Cioè si scaricano i costi di un’infrastruttura inutile e dannosa sulle bollette di tutti gli italiani e tutti i rischi e i danni sulle comunità locali. Ma c’è di peggio: il successivo gasdotto israeliano. Clicca qui Paolo D’Arpini.

Cambiare sistema e non il clima: non è per Fridays For Future uno slogan.

L’assemblea nazionale, rappresentata  a Napoli da oltre 80 assemblee locali, ha condiviso le posizioni per rilanciare le lotte per la giustizia climatica. Tra queste: TAV  Val di Susa, No-Grandi navi  Venezia, no Muos  Catania e Siracusa, no TAP  Lecce,  terra dei fuochi Napoli, Bagnoli, Enel Civitavecchia, Snam Abruzzo, Terzo Valico Alessandria, metanodotto sardo, ecc. Clicca qui. L’assemblea, mentre chiede al governo di dichiarare l’emergenza climatica ed ecologica nazionale, lancia il quarto sciopero globale per il 29 novembre, proponendolo a livello internazionale sotto lo slogan “block the planet”.

Il TAP è un servizio reso alla Germania.

Dall’Azerbaijan alla Puglia, poi il gas viene preso in carico da SNAM, che a zig zag lungo la penisola lo porta  in Romagna, da qui prosegue fino alla Germania che sarà il vero utilizzatore. L’Italia insomma “paga banchetto e viaggio di nozze ma non riceverà un solo confetto”, ovvero un metro cubo di gas. Clicca qui Emanuela Leo.

Via libera del governo al TAP in Salento.

In continuità con l’esecutivo precedente, con l’allungamento della scadenza della illegittima Valutazione ambientale, fila liscia la costruzione del mega gasdotto (600 Km), sulla base di presunte penali poi smentite dagli stessi uffici ministeriali, nonostante le innumerevoli criticità nell’area marina protetta  e le due indagini penali in corso che convergono sulla mancata valutazione degli effetti cumulativi dell’intera opera: assenza di autorizzazioni ambientali, idrogeologiche, paesaggistiche  ed edilizie.

Campeggio No Tap – No Snam.

30 agosto-2 settembre a Campo di Giove (AQ), Parco nazionale della Majella. Il punto sui diversi progetti in corso in centro Italia, dalla centrale Snam di Sulmona al gasdotto Sulmona-Foligno passando per gli stoccaggi e il gasdotto Larino-Chieti, in collegamento con no-Tap per continuare la lotta di contrasto al ‘Hub del Gas.’, piattaforma logistica per il Nord Europa. Clicca qui il programma.

Coordinamento Nazionale Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua.

Il report della riunione (clicca qui): campagna a sostegno della legge per l’acqua e iniziativa nazionale del 23 febbraio a Roma “Marcia per il clima, contro le grandi opere inutili”; valutazione su campagna di raccolta firme su legge d’iniziativa popolare sui beni comuni; risorse e autofinanziamento del Forum Acqua.

15 indagati Tap.

La Procura di Lecce ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini a 15 persone e all’azienda Tap, relativamente a reati ambientali che sarebbero stati commessi nella parte del cantiere in località “Le Paesane” di Melendugno e sul presunto inquinamento della falda e del sottosuolo nel del cantiere del microtunnel in località San Basilio di San Foca, marina di Melendugno , per la possibile perdita di sostanze pericolose , tra cui il cromo esavalente con l’ipotesi che l’area potesse essere stata contaminata con il cemento utilizzato da Tap durante i lavori, per via di una inidonea impermeabilizzazione del cantiere.

Le resistenze nei territori difendono e rilanciano il bel Paese.

Si è conclusa a Firenze la Conferenza dei Territori contro le Grandi opere inutili .Per l’8 dicembre, Giornata Internazionale contro le Grandi Opere Inutili e Imposte, è stata decisa una manifestazione nazionale come prima tappa per la costruzione di un cammino comune. Sui siti http://notavfirenze.blogspot.com/ e www.PresidioEuropa.net/blog saranno disponibili i video degli interventi.

Ma gli ambientalisti sanno dire solo no?

Giuseppe Teti, sindaco di Vignole Borbera (AL), chiede
“Cosa sono tutti sti no no no parliamo di inquinamento o di chiudere delle aziende ?”

Il sindaco si riferisce alla mailinglist dal titolo: “PER LA PREVENZIONE PRIMARIA I MOVIMENTI NO No solvay, No pfoa, No benetton, No tav, No ilva, No muos, No tap, No carbone, No nucleare, No dal molin, No glifosato, No amianto, No acqua privata, No razzismo, No guerra, No violenza…….”.

Domanda retorica, altrimenti strana da parte di un sindaco coraggioso ed encomiabile, come ha dimostrato in alcune occasioni: clicca qui Giornale7 e clicca qui La Stampa.

Tutti quei NO dei rispettivi Movimenti di lotta intendono affermare la PREVENZIONE PRIMARIA, cioè impedire a monte il realizzarsi di gravi attentati all’ambiente e alla salute, ciascuno dei quali era trattato sul Blog della Rete ambientalista. Il NO difficilmente si riferisce alla chiusura di un’azienda, semmai intende prevenire l’apertura di nuove fonti di rischio.