L’ONU accusa Biden: “Guantanamo deve chiudere”

“Il trattamento è crudele, disumano e degradante”. Dopo richieste cadute nel vuoto per decenni da parte di esperti indipendenti dei diritti umani dell’Onu, la commissaria speciale per i diritti dell’uomo e la lotta al terrorismo delle Nazioni Unite, Fionnuala Ni Aolain, è stata autorizzata a visitare la struttura sull’isola di Cuba. “La chiusura” di Guantanamo “resta una priorità”, si afferma nel suo  rapporto sul centro di detenzione statunitense di Guantánamo Bay.

Pochissime delle persone entrate a Guantánamo sono state incriminate e nessuna ha affrontato un processo equo. Il tempo è abbondantemente scaduto: si chiuda quella prigione, si chiamino a rispondere le autorità statunitense e si forniscano riparazioni ai detenuti che hanno subito maltrattamenti e torture”, ha aggiunto Callamard.

“Persiste una sconvolgente impossibilità di accedere alla giustizia per chi è stato a Guantánamo e chi vi si trova ancora. Molti di loro hanno necessità di cure mediche a causa dei trattamenti subiti”, ha proseguito Callamard.

“Le commissioni militari create per processare i detenuti di Guantánamo, compresi i presunti organizzatori e collaboratori degli attacchi dell’11 settembre, sono state un fallimento completo anche dal punto di vista del diritto alla giustizia dei sopravvissuti e dei parenti delle vittime di quegli attentati”, ha sottolineato Callamard.

“Amnesty International rivolge il suo plauso alla relatrice speciale per aver condotto la sua visita tecnica, la prima di questo genere di un relatore delle Nazioni Unite”, ha concluso Callamard.

  Fima qui l’appello di Amnesty International per chiudere Guantanamo

Con Putin la Corte Penale Internazionale ha lanciato il suo canto del cigno.

Quando nel 1998 applaudimmo alla creazione di una Corte Penale Internazionale (CPI) capace di perseguire e punire i crimini più orrendi commessi dagli Stati, non riuscivamo a intuire la deriva in cui sarebbe caduto, di lì a qualche decennio, quell’ambizioso progetto. Quell’ideale di giustizia a cui dedichiamo tanto impegno e tanto affetto è diventato uno strumento di guerra, di propaganda e di dominio. Fin dall’inizio nessuno dei Paesi più grandi ha ratificato il trattato costitutivo: Stati Uniti, Russia, Cina. Ben presto Tribunale si è incentrato, quasi esclusivamente, su quei conflitti che hanno scosso il Terzo Mondo, che gli hanno conferito l’aspetto di un Tribunale Coloniale. I timidi tentativi di incorporare questioni come la guerra in Iraq o il conflitto palestinese, per non parlare del “buco nero” di Guantánamo, o sono falliti fin dai primi tentativi o non sono stati nemmeno tentati. E, in questo, è arrivato Putin. Per i funzionari del tribunale, compresi il pubblico ministero e i giudici, la proposta di impeachment contro Putin era enormemente allettante:  attraente nella sua efficacia mediatica perché, finalmente, avevano un imputato che avrebbe attirato donazioni a fronte di finanziamenti sempre più scarsi. Tuttavia, i rischi erano immensi. Clicca qui Di Fernando Oliván Dottore in Scienze Politiche (Diritto ed Economia), professore ordinario nell’area di Diritto Costituzionale e avvocato. Direttore dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per lo Spazio Pubblico e la Democrazia.

Amnesty International rilancia la campagna per la chiusura di Guantanamo.

Trasferimenti segreti, interrogatori in regime di isolamento, torture, alimentazione forzata durante gli scioperi della fame, sparizioni forzate. Questo è quello che perpetuano da 20 anni le autorità degli Stati Uniti. Dal 2002 sono state 780 le persone imprigionate come sospetti terroristi, con totale diniego del diritto a un giusto processo, al punto che le stesse commissioni militari hanno prodotto appena 8 condanne, per le altre 772 è stata mera tortura.    

Un atto di vigliaccheria nei confronti della libertà di informazione.

La Camera ha respinto la mozione dei deputati di Alternativa (il gruppo formato in gran parte da ex M5s fuoriusciti alla nascita del governo Draghi) che impegnava il governo italiano a concedere lo status di rifugiato politico a Julian Assange, il fondatore di Wikileaks di cui gli Stati Uniti chiedono l’estradizione al Regno Unito, dov’è detenuto dal 2019. Il testo – su cui il governo aveva espresso parere contrario – è stato bocciato con 225 no, 22 sì e 137 astenuti. Ad astenersi sono stati i parlamentari di Liberi e uguali, 5 Stelle e Fratelli d’Italia, contro si sono espressi tutti gli altri gruppi. “In nome di un’inesistente fratellanza atlantica, il Parlamento ha consumato l’ennesimo atto di vigliaccheria nei confronti della libertà di informazione. La totale subalternità a Washington che detiene italiani falsamente accusati e si è sempre fatta beffe della giustizia italiana, come nel caso della strage del Cermis, ha spinto la gran parte dei deputati a disinteressarsi della persecuzione che Assange sta subendo da anni dalla democrazia di Guantanamo”. Clicca qui Amnesty International: La richiesta di estradizione da parte degli Usa si basa su accuse che derivano direttamente dalla diffusione di documenti riservati nell’ambito del lavoro giornalistico di Assange con Wikileaks. Rendere pubbliche informazioni del genere è una pietra angolare della libertà di stampa e del diritto dell’opinione pubblica ad avere accesso a informazioni di interesse pubblico. Tutto questo dovrebbe essere oggetto di protezione e non di criminalizzazione.

L’assuefazione alla guerra.

La “guerra al terrore” ha generato il carcere di Guantanamo (su cui è partita una campagna per la chiusura : aderisci), dove hanno torturato le persone senza che il movimento pacifista abbia fatto in Italia qualcosa di realmente significativo. Alcuni addirittura pensavano che Guantanamo fosse stata chiusa! La nostra responsabilità di pacifisti è grande. Perché? Semplice. Perché loro hanno addormentato le nostre coscienze. Ma noi che abbiamo fatto per svegliarle? 

Lettera personale al parlamentare.

Per la chiusura del carcere USA dove si tortura e si violano i diritti umani in nome della “lotta al terrorismo”  

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Abbiamo inviato a ciascun senatore/deputato della Repubblica Italiana la seguente lettera:

Egr. xxxxxxx   xxxxxx

ti invito, quale firmatario della “Campagna Guantanamo”, a fare pressione sul governo italiano –anche tramite iniziative parlamentari-  affinchè chieda al presidente USA Joe Biden la chiusura della prigione americana di Guantanamo, luogo di torture e di violazioni dei diritti umani oltre che delle Convenzioni di Ginevra: torturati e trattenuti a tempo indeterminato in assenza di un processo equo né come prigionieri di guerra né come imputati di reati ordinari, e senza cure mediche adeguate. Purtroppo infatti siamo costretti a denunciare di non aver ricevuto riscontro a questa lettera inviata il 31 agosto al Presidente del Consiglio Mario Draghi e già firmata da cinquanta associazioni e mille persone:

“Gentile Presidente, in questo delicato momento in cui si invoca il rispetto dei diritti umani in Afghanistan, noi crediamo che sia importante dare il buon esempio chiedendo al tempo stesso che venga posta fine alla violazione dei diritti umani nella prigione di Guantanamogestita dagli Stati Uniti a Cuba. E quindi le scriviamo affinchè lei richieda formalmente al Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, un gesto importante e altamente significativo come la chiusura della prigione di GuantanamoAmnesty International non solo ne chiede la chiusura ma chiede che vengano processati i responsabili di quella vergognosa e criminale esperienza di sospensione del diritto umanitario. Noi concordiamo con tale richiesta di Amnesty International. Non si può essere credibili nel chiedere ai talebani il rispetto dei diritti umani se poi noi quel rispetto non lo chiediamo agli Stati Uniti. Quella prigione è come la Bastiglia e non ha ragione di esistere: è il simbolo odioso delle torture e degli abusi, in aperta violazione delle Convenzioni di Ginevra, compiuti in nome della lotta al terrorismo. Quell’orribile prigione, quella vergogna della storia non ha più alcun appiglio per restare in piedi. Le chiediamo pertanto di rispondere a questa nostra richiesta di giustizia internazionale. Oggi – in questo contesto di grandi cambiamenti – la chiusura del carcere di Guantanamo ha molta più possibilità che in passato di avvenire. Farebbe onore all’Italia, a cui tra l’altro era stato affidato il compito di riformare il sistema giudiziario in Afghanistan, farsi promotrice, anche in seno all’Unione Europea, di un passo verso la giustizia e il rispetto dei diritti umani. Per essere credibili in Afghanistan bisogna dare il buon esempio a casa propria. Distinti saluti.”.

Egr. xxxxxxx   xxxxxx

Per maggiori informazioni clicca qui dove puoi anche firmare, ovvero rispondi a movimentolotta.maccacaro@gmail.com

Distinti saluti.

Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro

Libertà per Assange, libertà per la verità.

Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks che ha reso possibile la conoscenza di centinaia di migliaia di documenti, di fatti e misfatti altrimenti nascosti, (basti pensare alle immagini del trattamento inumano dei prigionieri trattenuti nella base americana a Guantanamo), si trova ancora in un carcere di massima sicurezza in Inghilterra e potrebbe essere consegnato agli USA. Clicca qui la mobilitazione internazionale e la petizione.  Il premio Nobel per la Pace Mairead Maguire ha nominato, Julian Assange, Chelsea Manning ed Edward Snowden per il Premio Nobel per la Pace 2021: “Se Assange viene estradato negli USA per essere processato e incarcerato per aver detto la verità, nessun reporter, giornale o editore sarà al sicuro dallo stesso trattamento da parte degli USA o altri governi repressivi contrari alla responsabilità e allo scrutinio pubblici”. Clicca qui.

«Abbiamo ucciso persone che non c’entravano nulla con l’11 settembre».

Daniel Hale era analista dell’intelligence USA e conosceva bene la guerra dei droni: il 90% delle persone uccise  sono astanti, non gli obiettivi “terroristici” previsti, bensì sono civili innocenti. Così ha denunciato “i danni collaterali”. La sua è stata un’obiezione di coscienza professionale: il rifiuto di continuare a fare il killer per il governo americano. E’ stato condannato a quattro anni di reclusione. Cosa puoi fare per lui? Firma la petizione, clicca qui.  

Papa Francesco condanna i venti anni di guerra in Afghanistan.

Autorevole presa di posizione pacifista del Pontefice: “Basta guerre in nome della democrazia”. Parole che avremmo voluto sentire da Fassino, D’Alema e Napolitano ecc. alla fine di una guerra disastrosa e fallimentare che hanno appoggiato. Anche il regista Michael Moore sostiene il ritiro delle truppe americane deciso da Biden. Clicca qui.

Dieci anni a Guantanamo, torturato per qualcosa che non ha mai fatto. Ne è nato il film “The Mauritanian”.

Mohamedou Ould Slahi ha passato oltre 10 anni nella prigione di Guantánamo, dopo essere stato arrestato sulla base di un sospetto: senza nessuna prova e accusa ufficiale da parte degli Stati Uniti, è stato detenuto per presunta collaborazione agli attentati terroristici dell’11 settembre. Il film The Mauritanian di Kevin Macdonald, disponibile su Prime video, narra in modo crudo e senza veli la storia di un innocente che passa più di 10 anni in una prigione subendo torture fisiche e psicologiche per qualcosa che non ha mai fatto.

Link https://www.fortementein.com/2021/08/04/il-film-the-mauritanian-racconta-di-un-innocente-nel-carcere-di-guantanamo

Questo messaggio rientra nella Campagna Guantanamo. Firma anche tu su www.peacelink.it/guantanamo

Parte la Campagna Guantanamo, da oggi puoi firmare anche tu.

Al Presidente del Consiglio Mario Draghi

Gentile Presidente,

in questo delicato momento in cui si invoca il rispetto dei diritti umani in Afghanistan, noi crediamo che sia importante dare il buon esempio chiedendo al tempo stesso che venga posta fine alla violazione dei diritti umani nella prigione di Guantanamogestita dagli Stati Uniti a Cuba.

E quindi le scriviamo affinché lei richieda formalmente al Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, un gesto importante e altamente significativo come la chiusura della prigione di Guantanamo.

Amnesty International non solo ne chiede la chiusura ma chiede che vengano processati i responsabili di quella vergognosa e criminale esperienza di sospensione del diritto umanitario. Noi concordiamo con tale richiesta di Amnesty International.

Non si può essere credibili nel chiedere ai talebani il rispetto dei diritti umani se poi noi quel rispetto non lo chiediamo agli Stati Uniti.

Quella prigione è come la Bastiglia e non ha più ragione di esistere. È il simbolo odioso delle torture e degli abusi, in aperta violazione delle Convenzioni di Ginevra, compiuti in nome della lotta al terrorismo. Quell’orribile prigione, quella vergogna della storia non ha più alcun appiglio per restare in piedi.

Le chiediamo pertanto di rispondere a questa nostra richiesta di giustizia internazionale. Oggi – in questo contesto di grandi cambiamenti – la chiusura del carcere di Guantanamo ha molta più possibilità che in passato di avvenire. Farebbe onore all’Italia, a cui tra l’altro era stato affidato il compito di riformare il sistema giudiziario in Afghanistan, farsi promotrice, anche in seno all’Unione Europea, di un passo verso la giustizia e il rispetto dei diritti umani.

Per essere credibili in Afghanistan bisogna dare il buon esempio a casa propria.

Distinti saluti

Parte da oggi, 31 agosto 2021, la Campagna Guantanamo e chiunque può firmare la lettera che invieremo al Presidente del Consiglio Mario Draghi. L’obiettivo è fare pressione sul governo italiano perché richieda al presidente USA Joe Biden la chiusura della prigione americana di Guantanamo, luogo di torture e di violazioni dei diritti umani, oltre che delle Convenzioni di Ginevra. Guantanamo si trova geograficamente nella base USA dell’isola di Cuba.

Per firmare il link è https://www.peacelink.it/guantanamo

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