“L’Occidente in Ucraina ha sabotato i negoziati”.

Il professore dell’Università di Chicago John Mearsheimer ha notoriamente messo in guardia nel 2014 rispetto alle provocazioni della NATO contro la Russia in Ucraina, avvertendo che la politica della NATO in Ucraina stava portando al disastro. In questa intervista John Mearsheimer: “L’Occidente in Ucraina ha sabotato i negoziati” risponde alle domande del giornalista freelance Aaron Maté sullo stato della guerra per procura in Ucraina e sui pericoli futuri. 

Con Putin la Corte Penale Internazionale ha lanciato il suo canto del cigno.

Quando nel 1998 applaudimmo alla creazione di una Corte Penale Internazionale (CPI) capace di perseguire e punire i crimini più orrendi commessi dagli Stati, non riuscivamo a intuire la deriva in cui sarebbe caduto, di lì a qualche decennio, quell’ambizioso progetto. Quell’ideale di giustizia a cui dedichiamo tanto impegno e tanto affetto è diventato uno strumento di guerra, di propaganda e di dominio. Fin dall’inizio nessuno dei Paesi più grandi ha ratificato il trattato costitutivo: Stati Uniti, Russia, Cina. Ben presto Tribunale si è incentrato, quasi esclusivamente, su quei conflitti che hanno scosso il Terzo Mondo, che gli hanno conferito l’aspetto di un Tribunale Coloniale. I timidi tentativi di incorporare questioni come la guerra in Iraq o il conflitto palestinese, per non parlare del “buco nero” di Guantánamo, o sono falliti fin dai primi tentativi o non sono stati nemmeno tentati. E, in questo, è arrivato Putin. Per i funzionari del tribunale, compresi il pubblico ministero e i giudici, la proposta di impeachment contro Putin era enormemente allettante:  attraente nella sua efficacia mediatica perché, finalmente, avevano un imputato che avrebbe attirato donazioni a fronte di finanziamenti sempre più scarsi. Tuttavia, i rischi erano immensi. Clicca qui Di Fernando Oliván Dottore in Scienze Politiche (Diritto ed Economia), professore ordinario nell’area di Diritto Costituzionale e avvocato. Direttore dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per lo Spazio Pubblico e la Democrazia.

Premio Attila al ballottaggio.

Da alcune settimane si sta votando per il Premio Attila 2022, la più alta onorificenza italiana a incoronare vincitori i nostri figli peggiori: industriali, politici, amministratori che nel corso dell’anno si sono particolarmente distinti a danno dell’ambiente, della salute e della pace.

Avevamo già fornito un primo elenco di candidati votati (in ordine alfabetico): AmadeusCalderoli Roberto, Cingolani Roberto, Crosetto Guido, Denaro Messina Matteo, Draghi Mario, Meloni Giorgia, Moratti Letizia, MSC Crociere, Comitato Nobel Pace, Nordio Carlo, Renzi Matteo, Salvini Matteo, Veronesi Giampiero, Zelensky Volodymyr.

Sono stati aggiunti (tra parentesi la sintesi delle motivazioni di merito):

Biden Jr. Joseph Robinette (Per Joe stomaco-duro, morti e distruzioni sono un fatto normale).

Capezzone Daniele (Il più ex degli ex figli di Pannella).

Mattarella Sergio (Parla di “negoziati di pace” e firma gli aumenti delle armi).

Balza Lino (mancano le motivazioni, il proponente è pregato di uscire dall’anonimato e di fornirle).

Come è evidente, vi è una forte dispersione di voti, perciò dovremo proporre il ballottaggio tra i due più votati per Ambiente e i due più votati per Pace.

Ricordiamo ancora che sono ammessi max due voti. Uno per l’ambiente, l’altro per la pace. Entro e non oltre il 14 febbraio 2023 le espressioni di voto dovranno pervenire a  movimentodilottaperlasalute@reteambientalista.it; movimentolotta.maccacaro@gmail.com; o con SMS a 3470182679. Si possono indicare le motivazioni di merito, possibilmente nei limiti di un foglio di word, saranno pubblicate.

Ipnotizzati dalla propaganda fabbricata dalla Nato stiamo andando verso il baratro.

Siamo stati inondati da fake news fabbricate negli incubatori della Nato. Mentre qualcuno in Italia indaga sui putiniani, o presunti tali, per via della “disinformazione”, nessuno fra i guardiani governativi delle fake news sembra voler indagare su come è stata drogata l’informazione italiana mainstream, in primis le TV pubbliche che ci hanno raccontato le magnifiche sorti e progressive della guerra giusta, l’imminente crollo di Putin, la disfatta dell’economia russa dietro l’angolo, il tonfo del rublo e altre stupidaggini del genere. Mentre si parlava di una vittoria di Zelensky, in realtà in queste settimane accadevano tre cose terribili: boom di export per la Russia, carneficina dei soldati ucraini e avanzata delle truppe di Mosca. Un +90% di export di gas e petrolio con cui Putin può pagarsi la guerra per tutto il 2023. Gli ucraini stanno accusando perdite elevatissime, mille al giorno fuori combattimento fra morti, mutilati e feriti. Per la prima volta le forze armate ucraine chiedono gambe e braccia per i mutilati. In un mese quelli fuori combattimento saranno in trentamila di questo ritmo: addio esercito ucraino.

 Zelensky passerà alla storia come il Cadorna dell’Ucraina. 

Replica le gesta del nostro generale Cadorna, prima di Caporetto. Chiede l’impossibile alle sue truppe per obbedire a una narrazione propagandistica Nato (Biden)  che promette una vittoria mentre ottiene un massacro. Poveretti, i soldati ucraini si fanno ammazzare e dilaniare fino all’ultimo uomo. I loro comandanti per ragioni di “onore militare” non condividono con l’intelligence americana gli esiti delle proprie azioni per mascherare la debolezza in cui versa un’armata decimata, a rischio di ammutinamenti e diserzioni, un’armata piena di feriti, devastata dalle morti e da paurose mutilazioni.

Prima ci renderemo conto che gli Usa sono guidati da un vecchio inetto e l’UE da una signora non all’altezza e da propagandisti  (es. Draghi) che non hanno raggiunto gli obiettivi militari ed economici sbandierati, e meglio sarà per noi. Purtroppo questa guerra la sta vincendo Putin con una lucidità che fa spavento.  L’uomo del KGB doveva finire nella polvere, ma nella polvere ci stiamo finendo noi, che ci siamo cibati della narrazione tossica della Nato, una narrazione che ci ha promesso una vittoria dell’Ucraina che non è arrivata. I soldati ucraini sono le prime vittime di questa narrazione tossica, dopo veniamo noi. Prima o poi questi incapaci, questi ignoranti, questi falliti della storia, dovranno ammettere i loro errori, i loro abbagli e i loro fallimenti. E convenire, con noi pacifisti, che la guerra, da sempre, non è la soluzione ma solo il problema. 

L’articolo completo è su https://www.peacelink.it/mediawatch/a/49163.html

Boom di spese belliche dopo l’Ucraina.

Il governo di  Mario Draghi ha annunciato che il budget militare verrà portato al 2% del Pil entro il 2028. Secondo le stime dell’Osservatorio Milex sulla spesa militare (che differiscono parzialmente da quelle del ministero della Difesa), si passerà dai 25,8 miliardi di euro spesi attualmente a 38 miliardi di euro, con un aumento di oltre 2 miliardi all’anno. Vedi questa e le altre tabelle all’interno della Mappa della spesa militare nel mondo pubblicata da Il Fatto Quotidiano: clicca qui.

La mediazione del governo italiano: “Putin peggio di un animale feroce. Va picchiato”.

Per la serie “Se mia nonna avesse avuto le ruote  sarebbe stata una carriola”, Enrico Letta, segretario del PD: “Quello che è successo dimostra che la Nato doveva fare entrare l’Ucraina prima. L’invasione non ci sarebbe stata, insomma, se l’Ucraina fosse stata ammessa e integrata nella Nato già una trentina d’anni fa. (Col permesso di Gorbacev, però. N.d.r.). 

Carlo Rovelli, fisico nucleare e accademico internazionale: “Sfiorata la guerra nucleare, la soluzione trovata da Kennedy e Kruscev fu che l’Unione Sovietica rinunciava a mettere missili a Cuba in cambio del ritiro dei missili americani dalla Turchia. Un passo indietro ciascuno. Così si va verso la pace. Perché non possiamo fare lo stesso?”

Joseph Robinette Biden Jr, detto Joe, 78 anni, senatore dal 1972, vice presidente di Obama, presidente degli Stati Uniti d’America: “Putin è un criminale di guerra. Va processato”.

Vladimir Vladimirovič Putin, 69 anni, ex KGB, presidente della Russia: “Senti chi parla”. In effetti la Corte Penale Internazionale dell’Aia, deve ancora pronunciarsi sui presidenti (e vice) americani per Corea,Vietnam, Grenada, Panama, Jugoslavia, Afghanistan, Irak, Somalia, Libia eccetera.

La presidenza ucraina: L’Ucraina respinge l’idea di un modello di ‘neutralità svedese o austriaca’ avanzata da Mosca. L’Ucraina è ora in uno stato di guerra diretta con la Russia. Pertanto, il modello può essere solo ‘ucraino’ “.

Volodymyr Oleksandrovyč Zelens’kyj, politico, attore, sceneggiatore e comico, presidente dell’Ucraina: “A coloro che all’estero hanno paura di essere trascinati nella terza guerra mondiale. L’Ucraina combatte con successo. Abbiamo bisogno di voi per aiutarci a combattere e vincere. Forniteci tutte le armi necessarie. Applicate più sanzioni alla Russia e isolatela completamente. Applicate la fly zone. Aiutate l’Ucraina a costringere Putin al fallimento”.

Il 78% degli intervistati ritiene che dovremmo evitare ad ogni costo l’entrata in guerra dell’Italia, infatti, soltanto il 9% sostiene che dovremmo intervenire militarmente a fianco dell’Ucraina e della NATO.

La maggioranza degli intervistati, pari al 55% del campione, è contrario all’invio di armi all’Ucraina, contro un 33% di favorevoli.

Alex Zanotelli, missionario, ispiratore e il fondatore di diversi movimenti pacifisti: “L’Italia ha già annunciato che aumenterà le spese militari, si parla di 38 miliardi. Sono soldi che saranno sottratti alle scuole, alla sanità. Lo stesso faranno gli altri singoli Paesi e l’Europa unita, che andrà verso un proprio esercito. Ovviamente senza per questo smantellare l’esercito della Nato. Ne usciremo, se va bene, con un mondo più armato e più povero.

In questo momento il nostro governo dovrebbe invece spendersi in ambito internazionale per forzare i contendenti a sedersi attorno a un tavolo e arrivare a una soluzione pacifica, portare Russia e Ucraina al tavolo dell’Onu. Una cosa che si sarebbe dovuta fare nel 2014, dopo il protocollo di Minsk (un accordo per porre fine alla guerra nell’Ucraina orientale, ndr) che è chiaro ma non è mai stato attuato. Se Mosca chiede la neutralità di Kiev, per esempio, bisogna trovare gli spazi per accordarla. Oggi l’Ucraina è una polveriera, è un Paese spaccato profondamente, con un nazionalismo che fa paura. Un negoziato è sempre possibile, ci si può mettere d’accordo. Ma i combattimenti devono cessare. La posta in gioco è altissima, rischiamo grosso, una guerra nucleare, l’inverno nucleare.

La mediazione del nostro ministro degli esteri, Luigi di Maio: “Putin peggio di un animale. Più feroce di un animale feroce. Sono animalista, non voglio offendere nessun animale. Penso che tra Putin e qualsiasi animale ci sia un abisso e sicuramente quello atroce è lui.” Giovanni Floris, conduttore televisivo: “Quando picchi il cane devi lasciarti la porta della stalla aperta, perché devi dargli la possibilità di scappare, quale possibilità lei offrirebbe a Putin?” Di Maio: “Tra Putin e qualsiasi animale c’è un abisso”. Va picchiato e basta. Non voglio neppure incontrare l’omologo russo. (che sarà disperato, n.d.r).

Sergej Viktorovič Lavrov, ministro degli esteri della Russia :“Una strana idea di diplomazia. La diplomazia è  stata inventata solo per risolvere situazioni di conflitto e alleviare la tensione, e non per viaggi vuoti in giro per i Paesi ad assaggiare piatti esotici ai ricevimenti di gala”. Se Di Maio non è in grado di reggere un ruolo, dovrebbe dimettersi. Niente di grave, il governo Draghi in diplomazia conta zero. In più, da grande banchiere,è sicuro che “Noi stiamo facendo collassare l’economia russa”. Infatti nel primo trimestre 2022 il PIL italiano è già calato del 2,4%. Chi sta pagando? quali classi sociali? gli oligarchi russi e italiani? il matrimonio di Berlusconi? i soliti italiani?

Alexei Paramonov, direttore del Dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo: “La guerra finanziaria ed economica contro la  Russia può provocare una serie di corrispondenti conseguenze irreversibili. Finora l’Italia ha avuto la possibilità di acquistare il gas a prezzi molto inferiori rispetto a quelli del mercato Mosca non ha mai usato le esportazioni di energia come strumento di pressione politica, le quali,  tenuto conto della significativa dipendenza di Roma dagli idrocarburi russi che raggiungono il 40-45%, avrebbero conseguenze estremamente negative per l’economia italiana e per tutti gli italiani.” Ma non basta. Nel 2021 l’Italia era ottava tra i principali partner commerciali di Mosca (15mila imprese italiane piccole e medie ma anche Eni Snam Pirelli Marcegaglia Barilla).   la Russia rimane il principale esportatore di cereali a livello mondiale. Ma anche fertilizzanti,  nichel, alluminio e carbone. Quanto alla finanza, le banche italiane sono le più esposte al mondo, con 25 miliardi di euro, nei confronti della Russia. “Roma ha molto da perdere (e molto sta perdendo e continuerà a farlo) nella guerra economica con Mosca”.

Lorenzo Guerini, ministro della Difesa definito da Paramonov ‘uno dei principali falchi e ispiratori della campagna antirussa nel governo italiano’: “Non arretriamo di un passo. L’Italia, continuerà a esercitare ogni pressione, comprese le forniture di armi”. Guerini  ha raccolto messaggi di solidarietà da tutte le forze politiche. 

Domenico Gallo, magistrato e presidente di sezione della Corte di Cassazione: (Malgrado Draghi e Di Maio) “Se alla fine si arriverà alla pace attraverso la neutralità dell’Ucraina, allora dovremmo constatare con mano il fallimento delle classi dirigenti dei principali paesi europei che incoscientemente (consciamente N.d.r.) hanno seguito il pifferaio magico americano anche a costo di provocare il ritorno della guerra in Europa. Bisognerebbe chiedere al nostro astuto ministro degli esteri che ancora l’8 febbraio dichiarava essere ‘un principio irrinunciabile’ la libertà dell’Ucraina di aderire alla NATO, se c’era bisogno di avere migliaia di morti, distruzioni incommensurabili e milioni di profughi per rendersi conto che a questo presunto ‘principio’ si poteva rinunciare anche prima, per scongiurare la catastrofe.

Programma Usa per affrontate l’inquinamento da Pfas.

Segnalo che al seguente link della pubblicazione Rete Ambientalista (I Pfas nel mirino di Joe Biden.) si può leggere dell’annuncio della nuova amministrazione USA di un programma per affrontate l’inquinamento da Pfas, includendolo tra le sostanze pericolose e fissandone in particolare i limiti in apposita legge sulle acque destinate al consumo umano (Safe Drinking Water Act), in una strategia di eliminazione per sempre di queste sostanze. (continua da hyperlink)

I Pfas nel mirino di Joe Biden.

Biden affronterà l’inquinamento designando i PFAS come sostanza pericolosa, fissando limiti applicabili nel Safe Drinking Water Act, dando priorità ai sostituti attraverso l’approvvigionamento e accelerando gli studi di tossicità e  ricerca. I democratici di Capitol Hill hanno  identificato i PFAS come una priorità. Edward J. Markey, D-Mass, membro del Comitato per l’ambiente e i lavori pubblici, ha dichiarato: “Dobbiamo allontanarci dall’uso di queste ‘sostanze chimiche per sempre’ ovunque vengano utilizzate: Biden farà azioni concrete per farle uscire dalle nostre acque, aria, suolo e prodotti”.