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Movimenti di Lotta per la Salute, l"Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
Al punto 22 del programma del governo si leggeva: “L’acqua è un bene comune: bisogna approvare subito una legge sull’acqua pubblica, completando l’iter legislativo in corso”. L’appello si rivolgeva soprattutto al M5S che aveva posto l’acqua pubblica come prima stella affinchè “si abbandoni la politica di privatizzazioni e si imbocchi la strada della ripubblicizzazione di questo bene che Papa Francesco nella Laudato Si definisce diritto umano essenziale, fondamentale e universale.” Impensabile che sarà una stella di Draghi. Allora ci chiediamo: a cosa serve un ministero della transizione ecologica se non rispetta il volere degli italiani nel Referendum?
Ci chiediamo a cosa serve un ministero della transizione ecologica se la mega-discarica dei veleni tossici di Bussi sul Tirino continua ad inquinare. Se si conferma, come a Spinetta Marengo, che non sono bonifica nè gli interventi di copertura e impermeabilizzazione dei terreni, nè il sistema di emungimento delle acque sotterranee, vale a dire il procedimento che permette di prelevare l’acqua di falda, depurarla e rimetterla in circolo pulita.
non ci sei riuscito con la lettera della BCE nel 2011, non te lo permetteremo neanche a questo giro.
Avevamo avanzato formale richiesta (via PEC) della Relazione 2020 dell’Arpa riferita alla Solvay di Spinetta Marengo (clicca qui). Gli episodi di inquinamento nell’anno trascorso non hanno fatto che accrescere le forti preoccupazioni sui sistemi di controllo che avevamo espresso a Magistratura ed Enti locali, nonchè all’opinione pubblica. Ancora nulla ci è stato consegnato. Per quanto riguarda le attività di (presunta) bonifica, ovvero messa in sicurezza, non conosciamo più di quanto risultava a metà 2020, ad esempio: “In Area 1, le acque di falda, non oggetto di bonifica in nessuna delle aree sorgenti di Cromo VI, sono ancora contaminate per via di sorgenti di contaminazione non ancora bonificate. Area 2b, non avviata bonifica vista la presenza contestuale di contaminazione da Cromo VI, Piombo ed Arsenico negli stessi terreni. Area 3, l’inquinamento è ancora da caratterizzare. Per quanto concerne le acque di falda interne ed esterne allo stabilimento, compromesse per la presenza di numerosi inquinanti come evidenziato in più studi e procedure, dal 2010 è stata messa in funzione una barriera idraulica che non può garantire in tutte le condizioni meteoclimatiche, sulla base delle analisi già compiute da Arpa e da Solvay, il contenimento delle acque inquinanti.
E’ la conferma, come a Spinetta Marengo, che non sono bonifica gli interventi di copertura e impermeabilizzazione dei terreni, ed il sistema di emungimento delle acque sotterranee, vale a dire il procedimento che permette di prelevare l’acqua di falda, depurarla e rimetterla in circolo pulita. Clicca qui.
L’acqua, come una qualsiasi altra merce, verrebbe scambiata nel mercato dei “futures” della Borsa di Wall Street. Chiediamo al Governo di contrastare un processo che apre alla speculazione dei grandi capitali e alla emarginazione di territori, popolazioni, piccoli agricoltori e piccole imprese ed è una grave minaccia ai diritti umani fondamentali. Clicca qui.
Ripubblicizzazione del servizio idrico e un grande piano investimenti su reti idriche-fognatura-depurazione e contro il dissesto idrogeologico. Proposte in netto contrasto alla cosiddetta “riforma” del settore idrico contenuta nel Recovery Plan. Clicca qui il documento integrale.
Lo discute il Coordinamento nazionale del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua. Clicca qui l’o.d.g. della riunione.
Ben sette governi si sono succeduti in questo Paese senza che nessuno abbia voluto trasformare la decisione referendaria del popolo italiano in legge. Clicca qui Alex Zanotelli.
Che deve passare attraverso una trasparente e ‘reale’ gestione pubblica. Invece, nonostante l’esito del Referendum abrogativo del 2011 che decretò la vittoria del sì per una gestione dell’acqua pubblica, siamo ancora costretti a rivendicare istanze che mettano in luce il fatto che l’acqua non può, e non deve, essere considerata una merce sulla quale privati possono lucrare. Per fare il punto della situazione è stato promosso un Convegno nazionale: clicca qui.
100 litri al secondo della captazione sotto i laboratori di fisica vengono mandati a scarico. In due anni 6 miliardi di litri di preziosa acqua sottratti ai cittadini. Clicca qui.
Quindici anni prima che scoppiasse lo scandalo Pfas in Italia, ad essere colpiti furono gli USA. Sono ancora nelle acque i forever chemicals (composti persistenti) soggetti ad accumulo nell’organismo. Clicca qui.
Licenziate dal Coordinamento Nazionale: clicca qui il Report della riunione. Sinteticamente:
Il primo obiettivo era fare l’inceneritore, con il quale poi convertire lo stabilimento e cambiare il fine ultimo della fabbrica. Dopo il no della conferenza di servizi provinciale, l’affare è saltato e le tonnellate di cadmio e arsenico e solventi e piombo sono rimaste lì”. Clicca qui Pietro Mecarozzi.
Come avevamo avvertito, la caporetto dei Cinquestelle è già evidente nei territori dove il tradimento degli impegni ecopacifisti (Tav Valsusa, Tav Terzo Valico, TAP, ILVA, PFAS, Acqua pubblica, F35 ecc.) ha direttamente gelato la pelle delle popolazioni, e si estenderà a tutto il territorio nazionale. Il M5S dalla “alleanza con nessuno”, disinvolto e repentino è passato tra il lusco e il brusco alla “alleanza con chiunque”, a prescindere dai temi identitari ossia dall’alleanza con chi l’aveva votato. Non guardando più in faccia l’interlocutore ecopacifista, ha dato di sé una immagine non sincera e non sicura, inaffidabile anzi traditrice. Appunto: tra il lusco e il brusco. Ora la questione grillina sembra diventare: “sì o no ad una intesa stabile con il PD?”. Assieme al PD, resuscitato l’anno scorso dal miracolo di quel genio di Salvini, arroccarsi al governo infatti garantirebbe il più a lungo possibile i posti in parlamento che le prossime elezioni taglieranno per effetto del referendum ma soprattutto del consenso. “La questione grillina” è invece un problema di contenuti, di alleanze, sì, ma di alleanza con quel mondo dei Beni Comuni che credette di aver finalmente identificato i propri temi con quelli del movimento di Grillo. Insomma la sopravvivenza è la questione del recupero di una identità.
Clicca qui Coordinamento regionale di No Triv Basilicata, Coordinamento regionale di Acqua Pubblica Basilicata e Mediterraneo No Triv in merito alle modalità di smaltimento delle acque di produzione del nuovo Centro Olio della Total. Il ministro Costa risponda!
I sindaci: “Ministro Costa, ci sentiamo presi in giro”. Le “Mamme del Garda” contestano: “ Il progetto sarà un danno per il fiume Chiese e le bollette subiranno un aumento del 50 per cento”. Clicca qui Andrea Tornago.
I Comitati organizzeranno iniziative (gazebi in piazza, flash mob, assemblee etc ), a settembre in occasione delle campagne elettorali per le regionali, che provino a rimettere al centro del dibattito il tema della gestione pubblica e partecipativa dell’acqua. Clicca qui.
Dopo le falde sotto lo stabilimento Solvay Spinetta Marengo e la chiusura (con otto mesi di ritardo) dell’acquedotto di Montecastello, dall’Asl/Arpa (che hanno aperto gli occhi, di poi averci volutamente ignorato per decenni) sono stati analizzati pozzi usati per il prelievo delle acque degli acquedotti della bassa valle Tanaro e dello Scrivia in provincia di Alessandria: si confermano già contaminati di Pfoa / C6O4 quelli dei Comuni di Pietra Marazzi, Bassignana, Tortona, Castelnuovo Scrivia, Isola Sant’Antonio, Sale, Guazzora e Villarvernia.
Solvay si dichiara innocente per non aver commesso il fatto oppure perché il fatto non costituisce reato. La prima difesa – “Escludiamo in modo categorico ogni nostra responsabilità” – è risibile considerando dal secolo scorso che il polo chimico è l’unica azienda in Piemonte a utilizzare (e scaricare in aria e acqua fino al Po) Pfoa e che , addirittura, per il C6O4 detiene un brevetto mondiale. La seconda – “Giuridicamente consideriamo le tracce di contaminazione a norma dei limiti”– suona addirittura come cinica irrisione. Tracce? Non sono tracce: 0,23 microgrammi/litro (usano questa unità di misura per trattare con numeri falsamente bassi) equivale a 230 nanogrammi/litro contro un limite fissato dal Veneto di 90, un limite proposto da UE di 50, mentre l’ obiettivo che proporrà Il ministro italiano dell’ ambiente è 0,000.
Comitato Stop Solvay, Movimento Maccacaro, Legambiente, all’attacco contro il pfas C6O4? Massiccia la controffensiva della Solvay. Parte da Bruxelles, dalla amministratore delegato Ilham Kadri. Si dia da fare con quello che guadagna, è il primo che rischia di saltare, il direttore di Spinetta Marengo, Andrea Diotto, il quale infatti si sta sbracciando sui mass media. Presso i quali le compiacenze sono sempre enormi, ma ormai deboli di credibilità. Dunque butti nella mischia i sindacati. Agli ordini: Cisl e Uil chiedono un incontro urgente con Regione Piemonte e Comune di Alessandria affinchè “convincano” la Provincia a rilasciare nuova autorizzazione AIA di uso e vendita del tossico e cancerogeno C6O4, malgrado stia già dilagando nel sangue, nelle falde, negli acquedotti. Di norma, con i politici, sarebbe come sfondare una porta aperta, però nel frangente storico ci sono di traverso i Movimenti in piazza. La complicità di Cisl e Uil è assicurata: già nel 2002 stopparono la Cgil che denunciava, addirittura con un pubblico volantino, il tossico e cancerogeno Pfoa fratello gemello del C6O4. La Cgil, tirata per le orecchie dal direttore Stefano Bigini, annodò la coda in mezzo alle gambe e per altri anni il Pfoa avvelenò finchè bloccato dagli esposti di Lino Balza. Il messaggio ricattatorio che Cisl e Uil oggi trasmettono tramite i giornali compiacenti è un eufemismo sonoro: senza AIA, senza C6O4, la fabbrica di Spinetta Marengo chiude, anzi… la multinazionale belga se ne va dall’Italia, ovvero “ll No Aia rischia di modificare le scelte industriali che il gruppo Solvay può assumere nei confronti del sito e del gruppo stesso a livello nazionale”. Il messaggio terroristico è ridicolo dal punto di vista imprenditoriale, infatti ad Solvay affida la barzelletta a Diotto e Diotto ai sindacati: senza C6O4 l’ azienda è costretta a cessare le produzioni di fluoro-polimeri. Il cC6O4, il “pfas buono” come lo definisce Diotto, in realtà rappresenta solo un business Solvay (e l’AIA una sorta di assicurazione penale contro i risarcimenti per danni alla salute) mentre a livello internazionale si praticano le alternative (più costose), come in Italia indicate dall’Istituto Negri. “Noi non barattiamo la salute con l’ambiente, non mettiamo il nostro profitto prima di tutto il resto”:Diotto, nella sua “lettera aperta” rassicura lavoratori e cittadini che vivono in un “mondo migliore” (sic)… intanto che tiene lontano da Spinetta la propria famiglia da quello che egli stesso definisce“un disastro”, il disastro Solvay del Pfoa tossico e cancerogeno e del C6O4, e ADV, fra gli altri. Invece i Movimenti gli hanno già risposto: EMISSIONI ZERO. Dunque la Provincia respinga la nuova AIA e revochi la vecchia AIA, la Procura della Repubblica requisisca (corpo del reato) alla Solvay le occultate cartelle cliniche dei lavoratori contenenti le abnormi analisi del sangue dei lavoratori e blocchi l’utilizzo del C6O4, il Comune e la Regione eseguano il monitoraggio ematico a tutti i lavoratori e cittadini, insieme alle indagini epidemiologiche. Queste Istituzioni non rilascino a Solvay la “patente di avvelenamento” che noi definiamo “licenza di uccidere”.
Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro.
Una riflessione del Movimento per l’acqua: clicca qui.
Intervento dei Comitati acqua bene comune e del Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua. Clicca qui.
Incontro con Alex Zanotelli e Giuseppe Grauso. Clicca qui.
Il pfas era già stato analizzato nella falde attorno allo stabilimento di Spinetta Marengo. Il Comune di Montecastello è addirittura ad una decina di chilometri dal sobborgo di Alessandria: il sindaco, invece di provvedere alle analisi ai rubinetti, ha chiuso l’acquedotto con un ritardo di nove mesi. L’omertà dell’Arpa: il sindaco è addirittura ispettore Spresal. La giornalista embedded. Solvay replica che ha licenza legale di inquinare.
Clicca qui Antonella Mariotti.
Esempio di giornalismo embedded: “L’acqua è sempre stata potabile”. Ma se non è mai stata controllata ai rubinetti: se la sono bevuta gli abitanti per almeno un anno.
Clicca qui Monica Gasparini.
La domanda scaturisce prepotente nel corso del dibattito sulle rispettive responsabilità e iniziative. L’intervento del Movimento di lotta per la salute Maccacaro, “Le responsabilità del Forum dei Movimenti dell’Acqua non sono, nei confronti del popolo italiano, minori di quelle attribuite ai Cinquestelle”, è infatti oggetto di contestazione, e chiama in causa protagonisti eccellenti nella battaglia per l’acqua e i beni comuni: Riccardo Petrella, Beppe Grillo, Marco Bersani, Alberto Asor Rosa, Ugo Mattei, Paolo Carsetti, Corrado Oddi. Luigi Meconi… (continua).
Di aver abbandonato la “stella dell’acqua”: esibendo viceversa il proprio impegno contro i PFAS in Veneto, clicca qui. Impegno recente rispetto alle nostre denunce nazionali del 2008. I Cinquestelle piemontesi, ancora più in ritardo, non possono neppure mostrare pari enfasi. Hanno però l’occasione di sfoderare gli artigli contro l’autorizzazione per il Pfoa C6O4 chiesta dalla Solvay alla Provincia di Alessandria, dopo l’interrogazione parlamentare che hanno presentato, clicca qui. Complessivamente, non dimentichiamo che Cinquestelle ha responsabilità di governo, anzi di governi, dunque si attendono provvedimenti concreti a livello romano. Mettiamo le mani avanti dopo Tav Valsusa, Tav Terzo Valico, Tap, Ilva ecc.
“Sulla gestione dei beni comuni il Forum acqua ha scelto non la politica con la ‘P’ maiuscola. Ma quella di ‘tutte e tutti’. È partita dall’acqua per poi salire a tutti i servizi di interesse generale. Non merce. Un oceano.” Clicca qui l’intervento.
La replica si riferisce al “Post” pubblicato dalla Rete Ambientalista: clicca https://www.rete-ambientalista.it/2020/02/22/le-responsabilita-del-forum-dei-movimenti-dellacqua-non-sono-nei-confronti-del-popolo-italiano-minori-di-quelle-attribuite-ai-cinquestelle/ .
Le riflessioni di Lino Balza, a margine dell’iniziativa di contestazione del Movimento 5 Stelle, attuata dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua con la riconsegna della stella dell’acqua pubblica a Beppe Grillo, merita una risposta mirata alla duplice critica che viene portata avanti.
Partiamo dalla prima, ovvero, all’aver determinato la sconfitta epocale dei movimenti ecopacifisti all’indomani della vittoria referendaria per non aver intrapreso la strada dell’unificazione dei movimenti (curiosamente spiegata da Lino Balza come trasferimento del movimento dell’acqua in Val di Susa e suo scioglimento dentro il Movimento No Tav) che, a suo dire, era nelle cose, ma fu impedito da un gruppo di burocrati romani del movimento.
In realtà, va detto che le fughe in avanti proposte a suo tempo al movimento per l’acqua furono duplici: da una parte chi, come Lino Balza, spingeva per un’unificazione dei movimenti; dall’altra chi, come Ugo Mattei, aveva addirittura proposto la costituzione del partito dell’acqua.
Entrambe, ad avviso dell’insieme del movimento per l’acqua (vorremmo a tal proposito ricordare che le decisioni politiche sono sempre state appannaggio del Coordinamento Nazionale a cui tutti i territori hanno assiduamente partecipato e contribuito, altrimenti non si capirebbe il successo avuto), non tenevano conto della natura del movimento per l’acqua, né della natura degli altri movimenti sui beni comuni esistenti, per i quali la progressiva alleanza poteva nascere solo dall’esperienza concreta e non da decisioni prese a tavolino da fantomatici “gruppi dirigenti”.
Non sempre “i desiderata” corrispondono alla realtà e soprattutto mai la seconda può essere piegata ai primi: se “il Soggetto politico di governo nazionale dei beni comuni” fosse stato logico e consequenziale all’esperienza del movimento per l’acqua e a quelle degli altri movimenti, sarebbe avvenuto e nessun “burocrate romano” avrebbe potuto ostacolarla. Il resto sono fantasie e, come si dice, stanno a zero.
Ma veniamo alla seconda critica mossa al movimento per l’acqua: quella di pensare all’acqua solo in termini di “pubblico, privato, comune” e non all’insieme della problematica di tutela del bene comune. Qui l’accusa sembra veramente gratuita, sia perché, fin dalla proposta di legge, scritta collettivamente e presentata nel 2007 con oltre 400.000 firme, il tema dell’acqua era stato affrontato nel suo complesso, sia perché dentro tutte le vertenze territoriali legate alla tutela della risorsa idrica e alla lotta all’inquinamento della stessa sono proprio gli attivisti e i comitati per l’acqua ad essere in prima fila.
Certo, non con la diffusione reticolare e la potenza espresse negli anni che hanno portato alla vittoria referendaria, ma con tutta l’energia e l’intelligenza collettiva di cui quella straordinaria esperienza li ha resi capaci.
Nello specifico della questione PFAS la gratuità è manifesta perchè non tiene in considerazione che i comitati locali, a partire da quelli direttamente coinvolti in Veneto (quello vicentino, quello veronese e quello padovano), sono da sempre tra i promotori della mobilitazione e anche a livello nazionale nel 2018 abbiamo prodotto una video-inchiesta e un dossier “In Italia, l’acqua è un diritto?” che si occupa del tema, oltre al fatto che nell’attuale processo penale ci siamo costituiti come parte civile.
Servirebbe molto di più? Sicuramente. Ma questo è un problema che riguarda tutt@ quell@ che non hanno rinunciato a voler cambiare il mondo, non il solo movimento per l’acqua.
28 Febbraio 2020.
Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua
A proposito delle contestazioni del Forum contro Grillo a Genova, non intervengo a difesa di Beppe Grillo (eppure al quale sono personalmente legato) o del movimento Cinquestelle (eppure al quale fui esternamente partecipe e resto simpatizzante), ma per evidenziare che le responsabilità del Forum dei Movimenti dell’Acqua (eppure dei quali fui tra i primi attivisti) non sono, nei confronti del popolo italiano, minori di quelle attribuite ai grillini, giustamente attribuite: l’appannamento della stella dell’acqua pubblica. Due sono infatti le imputazioni al gruppo dirigente romano dei Movimenti dell’acqua. Ieri, il un ruolo determinante nella sconfitta epocale del Movimenti ecopacifisti italiani. Oggi, la latitanza sull’inquinamento delle falde acquifere e dei fiumi, in particolare rispetto all’emergenza ecosanitaria dei PFOA/PFAS in Piemonte (Solvay di Spinetta Marengo) e Veneto (Miteni di Trissino). [continua]
Fa spendere 50 milioni di denaro pubblico rischiando l’obiettivo prioritario di risparmio della risorsa idrica e di fare un pessimo servizio all’agricoltura. Obbligatoria la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale. Clicca qui.
Il sindaco prevede ulteriori inquinamenti sugli altri pozzi: clicca qui.
Cinquestelle chiedono azioni ed opere di risanamento e messa in sicurezza delle aree adiacenti lo stabilimento: clicca qui.
100 flash mob su fiumi e torrenti per fermare i progetti idroelettrici che mettono a rischio i corsi d’acqua naturali e la loro biodiversità. La mobilitazione indetta da 18 associazioni ambientaliste per chiedere al ministro Costa lo stop. Clicca qui.
Assenza di autorizzazioni ambientali, idrogeologiche, paesaggistiche ed edilizie. Accorpati i due filoni relativi all’espianto degli ulivi e all’inquinamento della falda acquifera con metalli pesanti.
E’ vietato l’uso a scopi alimentari dell’acqua prelevata da sotto lo stabilimento. Ma l’Arpa dichiara di non essere in grado di dare risposte a Report sulle verifiche, a causa di queste omertà. Anche per quanto riguarda le analisi di C6O4 l’Arpa fa lo gnorri. Clicca qui.
Presenze: Comitato Provinciale Acqua Pubblica Varese, Coordinamento Romano Acqua Pubblica, Comitato Provinciale Acqua Pubblica Torino, Comitato Acqua Pubblica Salerno, Comitato Acqua Pubblica Ferrara, Coordinamento Regionale dei Comitati Acqua Bene Comune Emilia Romagna, Comitato Lecchese Acqua Pubblica, Comitato Savonese Acqua Bene Comune, Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua, Abruzzo Social Forum, Confederazione Cobas, Segreteria Operativa Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua. Clicca qui.
Soprattutto nei confronti del M5S che aveva posto l’acqua pubblica come prima stella. Appello di Alex Zanotelli al PD “perché abbandoni la sua politica di privatizzazioni e imbocchi la strada della ripubblicizzazione di questo bene che Papa Francesco nella Laudato Si definisce “diritto umano essenziale, fondamentale e universale.” Clicca qui.
4 milioni di abitanti a rischio idraulico. Sono anni che la proposta di legge contro il consumo di suolo giace dimenticata tra le tante inevase dal Parlamento, senza che si trovi una maggioranza pronta a votarla, e chi lancia più tweet sulle sventure degli alluvionati si scopre poi essere tra coloro che si oppongono. Clicca qui Italia Nostra.
Clicca qui il video di Rete Quattro.
Una lotta iniziata più di 7 anni fa è che è ben lontana dalla scrittura della parola fine, nonostante le manovre del ministro Raffaele Costa (a destra nella foto) e del presidente provincia Gianfranco Baldi (a sinistra). Clicca qui il Comitato Sezzadio per l’Ambiente.
Il surriscaldamento globale e i relativi cambiamenti climatici rappresentano una crisi ambientale collettiva e globale, e minacciano il godimento dei diritti fondamentali dell’individuo quali il diritto alla vita, alla vita familiare, all’ambiente salubre, alla salute ed altri. Tra di essi, va ricompreso anche il diritto (di ultima generazione) ad un clima sicuro, oltre al diritto all’accesso all’acqua. L’emergenza idrica è oramai un’evidenza conclamata, con effetti nefasti sulla disponibilità per uso umano, sull’agricoltura e più in generale sull’ambiente.
E’ evidente come tale crisi sia il risultato del matrimonio tra il ciclo dell’acqua e il ciclo economico. Parlamento e governi bloccano la legge per la gestione pubblica del servizio idrico italiano. Clicca qui il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua.
Ad Agrigento un risultato straordinario frutto dell’intensa e continua mobilitazione dei comitati siciliani. Clicca qui.
Pfoa nelle acque e nel sangue. Il pericolo delle batterie al litio. Lettera aperta al presidente della Regione Piemonte che si appresta a visitare lo stabilimento di Spinetta Marengo (Alessandria). Clicca qui.
I costi della ripubblicizzazione. La nuova fase politica , la nostra legge sull’acqua: quale destino? Clicca qui il programma.
La preoccupazione della presenza nelle fonti idriche è ai massimi livelli. Come in Italia, dove però i governi nicchiano. Invece, il più grande rivenditore statunitense di articoli per la casa, Home Depot, cessa addirittura la vendita di tappeti con Pfoa. Clicca qui.
I Pfas, già prodotti dalla Miteni di Trissino e utilizzati dalla Solvay di Spinetta Marengo, scaricati in falde e fiumi, sono sostanze chimiche di sintesi utilizzate principalmente per rendere resistenti ai grassi e all’acqua vari materiali come tessuti, tappeti, carta, rivestimenti per contenitori di alimenti. E ancora per rivestire padelle antiaderenti e nella produzione di abbigliamento tecnico. L’Onu ne chiede la messa bando entro il 2020. Clicca qui: Il corpo dei bambini è pieno di sostanze plastiche e PFOA, il nuovo studio
Nel 2019 Hera continua a vendere amianto (nell’acqua “potabile”); cioè vende acqua inquinata , l’amianto è gratis… Clicca qui Associazione Esposti Amianto.
Rappresentante sindacale licenziata per le sue critiche al gestore dell’acqua pubblica. Clicca qui.
Clicca qui il video.
Al punto 22 del programma si legge: “L’acqua è un bene comune: bisogna approvare subito una legge sull’acqua pubblica, completando l’iter legislativo in corso”. Basta mettere “una” invece che “la” e si può dire ai Movimenti che le loro istanze sono state accolte, mentre si fa l’occhiolino alle multiutility, facendo capire loro che sarà una legge ma non quella dei Movimenti.
Secondo la denuncia alla Procura dell’associazione “Fare Verde”, la consistente diffusione di neoplasie nella zona, potrebbe essere ricondotta alle emissioni nocive in acqua, aria e suolo. Dallo studio dei medici dell’ospedale Regina Elena di Roma, risulterebbe, tra la popolazione che vive nell’area, un alto indice di incidenza tumorale alle vie respiratorie e al sistema digerente. Una relazione dell’Ispra (l’Istituto superiore per la ricerca ambientale) sul biennio 2014/2015 anni in cui tale inceneritore, non ha bruciato soltanto rifiuti solidi urbani, ma anche materiali “altri”, che hanno prodotto ceneri pericolose finite anche su Ferentino e Patrica, a oltre 70 km di distanza. Il tutto si accompagnerebbe a numerose e gravi irregolarità inerenti l’ iter autorizzativo.