Il Forum dei movimenti per l’acqua pubblica ricorrerà alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che ha sede a Strasburgo, affinché l’Italia sia condannata per violazione dell’esito referendario del 2011 (quello che sancì la volontà degli italiani che l’acqua fosse gestita dal pubblico) per l’aumento delle tariffe che tale violazione ha determinato e per il conseguente peggioramento della qualità della vita personale e familiare. Tutelata, quest’ultima, dall’articolo 8 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. (continua)
I Programmi di “Verso il Kurdistan”.
Clicca qui l’intervista.
Pfas: i delinquenti conoscevano da decenni la sua tossicità.
Su Tera e Aqua di aprile – maggio: clicca qui.
Antifascismo: parola sconosciuta al governo.
“…In questa nostra falsa primavera, però, non si commemora soltanto l’omicidio politico di Matteotti; si commemorano anche le stragi nazifasciste perpetrate dalle SS tedesche, con la complicità e la collaborazione dei fascisti italiani, nel 1944…”
Come ha commemorato queste ricorrenze il governo Meloni alla vigilia del 25 aprile?
Censurando il monologo del giornalista Antonio Scurati su Rai3: clicca qui.
Non ci sono i soldi. Per sanità e scuola. Ci sono per le armi.
Non ci sono soldi. E’ il caso dell’istruzione, per la quale il nostro Paese -ultimo in Europa- destina l’8% della spesa pubblica contro una media Ue27 pari al 10%. È il caso della sanità con un rapporto spesa/Pil del 6,8%, contro il 10,9% della Germania. E’ il caso del massimo storico delle famiglie in povertà assoluta, che oggi sono l’8,5% delle famiglie residenti; si tratta di 5,7 milioni di persone, tra le quali 1,3 milioni sono minorenni. Anzi, l’ulteriore aumento per le spese militari peggiorerà il debito pubblico e l’impatto sociale (continua)
Mille persone in piazza a Milano per i diritti delle persone con disabilità.
Le ingerenze umanitarie di Nato e Mattarella.
Noi restiamo sempre dell’idea che il Patto Nato vada sciolto, come fece il Patto di Varsavia nel 1991. Sergio Mattarella, lecitamente, è di diverso avviso. Però non è lecito che vada affermando che la Nato è un’alleanza difensiva che attacca solo chi aggredisce un suo membro. Proprio lui non può dimenticare che nel 1999, senz’alcun mandato Onu, la Nato attaccò la Serbia di Milosevic che non aveva attaccato nessun membro Nato: oltre 2 mila morti, quasi tutti civili. Proprio lui che era ministro della difesa e vicepremier di D’Alema quando fece partecipare l’Italia a 78 giorni di bombardamenti su Belgrado e il Kosovo, con 1.200-2.500 morti (quasi tutti civili) e fiumane di profughi, proprio lui che chiamò la prima guerra in Europa dal 1945 “ingerenza umanitaria”.
Definisce “ingerenza umanitaria della Nato” che nel 2001, senza mandati specifici dell’Onu, la Nato invase l’Afghanistan dei talebani, che non avevano attaccato nessun membro Nato: oltre 200 mila morti, più 80 mila in Pakistan? Oppure che, nel 2003, sempre senza avallo preventivo dell’Onu, Usa, Inghilterra, Italia e Spagna invasero l’Iraq di Saddam Hussein, che non aveva attaccato nessun membro Nato: dagli 800 mila al milione di morti? Oppure che, nel 2011, aggirando ancora l’Onu, la Nato bombardò la Libia di Gheddafi, che non aveva attaccato nessun membro Nato, ma fu messo in fuga dalle bombe e brutalmente trucidato, a tacere i morti e i migranti? Oppure che, sempre senza mandato Onu, la Nato stia partecipando alla guerra contro la Russia che non aveva attaccato nessun membro Nato?
Il convoglio di aiuti di Music for Peace partito da Genova è entrato a Gaza…
… e quest’estate torneremo con centinaia di tonnellate di materiali. Clicca qui.
Ricatto occupazionale per mascherare una serrata programmata.
2024. Solvay: o vi tenete i Pfas oppure licenzio.: Ilham Kadri, la presidentessa di Solvay (SyensQo), minaccia di chiudere lo stabilimento di Spinetta Marengo se la si disturba troppo per il disastro eco sanitario di Alessandria, di cui i Pfas sono la punta dell’iceberg.
In realtà, sta solo prendendo tempo almeno fino al 2026, perché ha già programmato da tempo il trasferimento delle produzioni Solexis: Solvay di Spinetta Marengo trasferita in Cina.
Per ora, dunque non molla. Salvo incidenti. Quelli dell’ultima ora…
Solvay costretta a fermare un reattore dell’impianto PFAS, ma non molla.
…Incidenti dell’ultima ora. Schiume in Bormida. Un film già visto. Anche le immagini sono quelle che ho girato in una intervista venti anni fa dello scarico della Solvay nel fiume. Anche questa volta i titoli giornalistici si rincorrono dopo lo scarno comunicato dell’Arpa: “Attivati dal numero unico per le emergenze a causa della presenza di schiume sulla Bormida in corrispondenza dello scarico del Polo chimico di Spinetta Marengo (AL), tecnici Arpa si sono recati nel pomeriggio di oggi, 13 aprile 2024, al punto indicato per le verifiche del caso riscontrando in due campionamenti la presenza delle schiume segnalate in uscita dallo stabilimento. Contemporaneamente altri tecnici dell’Agenzia si sono recati all’interno dello stabilimento riscontrando in cinque campionamenti schiuma nella Vasca 101b che raccoglie le acque tecnologiche e le acque provenienti dal trattamento chimico-fisico-biologico e sono stati prelevati altri campioni”.
Il sindaco di Alessandria, Giorgio Abonante, il 13 aprile finge allarmata sorpresa. Invece, era già stato messo a conoscenza da parte di Solvay di “concentrazioni estremamente elevate del parametro cC6O4 in area interna allo stabilimento, rilevate nel corso della sessione di monitoraggio delle acque sotterranee di marzo”. Non solo, il 10 aprile aveva conosciuto dalla Provincia un documento con oggetto “anomalie concentrazioni cC6O4”, ovvero “le criticità riscontrate in merito alle concentrazioni di cC6O4 negli scarichi P1 e P4 e nei pozzi PzIN96 e PzIN 115”, anomalie che dovrebbero ri-mettere in discussione la contestata (da noi) valutazione di impatto ambientale VIA. Tant’è che la Solvay è stata costretta a fermare il reattore e la linea E dell’impianto Tecnoflon, il più importante dello stabilimento, limitrofa ai due pozzi implicati.
Abonante, anche questa volta, e malgrado tutte le contestazioni, non ha alcuna intenzione di emanare, come gli competerebbe quale massima autorità sanitaria locale, ordinanza di fermata delle produzioni: decisione che vorrebbe rifilare alla complicità di altri. Infatti, con comodo ha convocato un “Tavolo Tecnico Permanente sulle Sostanze Pfas” con Regione e Provincia, mollando appunto a quest’ultima “ente competente in materia di AIA (Autorizzazione integrata ambientale), di valutare l’attuale rispetto delle prescrizioni autorizzative per un eventuale necessario intervento sospensivo”.
Aprile 2024. Schiume nel Bormida. Un film già visto trenta anni fa.
Denuncio ripetutamente sui giornali, anche nazionali, la schiuma sul Bormida finchè il 18 febbraio 1990 centinaia di persone, assiepate sul ponte che va a Spinetta Marengo, il traffico bloccato, assistono allo spettacolo: sotto le cellule fotoelettriche le pompe di aspirazione dei vigili del fuoco sui mezzi anfibi e i “salami” di pezza che non trattengono il Pfoa che sta andando verso il Tanaro e il Po.
Finito lo spettacolo, la macchina dell’informazione spegne le luci del palcoscenico. Cerco di riaccenderle il 16 maggio ’90 al ripetersi più spettacolare degli eventi, ma questa volta la luce è fioca. Non si ripetono i caratteri cubitali sui giornali. Men che meno a febbraio ’92 quando riesco ancora a far intervenire i vigili del fuoco all’altezza del “platano di Napoleone”, in prossimità dello scarico del polo chimico. Alessandria è notoriamente città nebbiosa, arriverà solo nel maggio ‘92 il rinvio a giudizio del direttore, Leonardo Capogrosso, e mai una sua condanna. Celebre la dichiarazione ai giornali di Carlo Carlesi procuratore capo: “Sulla vicenda è stato sollevato molto polverone probabilmente in base ad un disegno politico”. A tutt’oggi, 2024, nessuno dei tanti direttori è stato condannato per i Pfas. E quel “disegno politico”, senz’altro “mio” perché riferibile a chi ha impegnato oltre trenta anni di voluminose denunce, è miseramente fallito. Finora.
Lino Balza
Il nostro “disegno politico”.
Chi ha inquinato deve pagare: Clicca qui le ripetute accuse di dolo del Movimento di lotta per la salute Maccacaro nei confronti di Solvay.
In Usa, per i Pfas la soglia consentita nell’acqua potabile è zero.
Chi inquina deve pagare. La norma costerà circa 1,5 miliardi di dollari ogni anno, ma così facendo di ridurrà l’esposizione di 100 milioni di persone a possibili malattie e si eviteranno quasi 10.000 decessi nel corso di decenni.
L’Epa, Environmental Protection Agency degli Usa, ha deciso di fissare dei limiti legali applicabili all’acqua potabile relativi ai composti Pfas, per tenere sotto controllo la qualità di un’acqua che per 200 milioni di americani potrebbe risultare già in parte contaminata, tanto sono diffusi ovunque nell’ambiente e impossibili da eliminare.
Ora i nuovi limiti applicabili per Pfoa e Pfos saranno di “4ppt” (parti per trilione) ciascuno, vicini allo zero: in pratica il livello più basso al quale la tecnologia di analisi dell’acqua può ottenere delle letture affidabili, nella consapevolezza che non esiste un livello di esposizione a questi contaminanti forever chemicals senza rischio di impatti sulla salute, da quelli al fegato sino alla tiroide, dalle malattie renali ai tumori.
Insomma, la soglia Usa consentita nell’acqua potabile è zero. Per avere un termine di paragone, la nuova direttiva europea impone il limite di 100 nanogrammi per litro per la presenza complessiva di 24 di queste sostanze e di 500 per la somma di Pfas, e in Italia entrerà in vigore nel 2026. I nostri limiti nazionali arrivano fino a ben 500 ng/l per la somma totale dei PFAS (massimo 100ng/l per la somma di 24 di essi) e limiti regionali di 90 ng/l per PFOA E PFOS più 300 ng/l per la somma degli altri Pfas.
Negli Stati Uniti non tira aria buona per Solvay (e neppure in Italia). In Cina, invece…
Cina, un paradiso per i Pfas.
Negli Stati Uniti non tira aria buona per Solvay (e neppure in Italia). In Cina, invece, gli ambientalisti sono senz’altro totalmente assenti tra i 25 membri nel Politburo del PCC (L’ufficio politico del Partito Comunista Cinese, del comitato centrale del Partito Comunista Cinese, (中国共产党中央政治局, Zhōngguó Gòngchǎndǎng Zhōngyāng Zhèngzhìjú). Infatti, secondo lo studio, pubblicato su Scienze ambientali Europa, di un team di ricercatori della Tsinghua University di Pechino, le concentrazioni di PFAS nell’acqua potabile sono 122,4 ng/l a Changshu, per il polo chimico di Solvay. Non è che vada meglio a Zigong, Lianyungang, Wuxi, Hangzhou.
Gli autori della ricerca hanno associato l’esposizione ai Pfas agli esiti avversi per la salute, inclusa una maggiore incidenza di cancro ai testicoli e ai reni, ridotta fertilità e fecondità, soppressione immunitaria e disturbi della tiroide. L’assunzione di PFOA per la popolazione cinese supera i 3 ng/kg per singolo giorno a Changshu, Zigong, Jiujiang, Lianyungang, Foshan, Suzhou, Wuxi, Haining, Shijiazhuang, Zibo e Shanghai. Gli autori hanno anche scoperto che il rischio di assunzione di PFAS è maggiore per i bambini, a causa del loro consumo di acqua relativamente più elevato. E si prevede che sia la produzione che le emissioni continueranno almeno fino al 2030 .
L’inquinamento atmosferico, ha raggiunto livelli pericolosi in almeno 83 città e sta contribuendo all’impennata dei tassi di cancro ai polmoni. La crisi idrica della nazione è altrettanto terribile. Secondo un rapporto governativo pubblicato all’inizio di quest’anno, oltre l’80% delle riserve idriche sotterranee della Cina non sono adatte al consumo umano e quasi due terzi non sono adatte a qualsiasi contatto umano. Circa 300 milioni di persone – quasi l’equivalente dell’intera popolazione degli Stati Uniti – non hanno accesso all’acqua potabile e circa 190 milioni si sono ammalati a causa dell’acqua potabile contaminata.
La produzione di PFC in Cina è stata seguita da un aumento delle sostanze chimiche nell’ambiente e nelle persone. Mentre gli scienziati tracciavano la crescente presenza di queste sostanze chimiche nell’acqua e nei pesci , sono stati anche in grado di documentare livelli crescenti nel sangue umano osservando diversi studenti e docenti di un’università nella città settentrionale di Shenyang. Il livello di PFOA è aumentato di 54 volte, mentre i livelli ematici di PFOS sono aumentati di un fattore pari a 747. Da allora, sono aumentati ulteriormente, soprattutto tra gli operai e i pescatori commerciali .
Antidoti per eliminare i Pfas nel corpo umano?
Non esistono medicinali certificati che elimino i Pfas nel corpo umano. Secondo uno studio pubblicato su Environment International, alcuni farmaci – colestiramina e colesevelam – normalmente impiegati per abbassare i livelli di colesterolo nel sangue -il loro effetto dannoso sui lipidi del sangue e quindi sul sistema cardiovascolare- sarebbero in grado di abbassare anche i livelli di Pfas. Il meccanismo potrebbe funzionare perché i PFAS si legano allo stesso grasso che i medicinali per abbassare il colesterolo cercano di eliminare. Andandosene il colesterolo, con esso se ne andrebbero anche i PFAS.
Per Philippe Grandjean, responsabile dell’Unità di ricerca di medicina ambientale presso l’Università della Danimarca meridionale e professore di salute ambientale alla Harvard School of Public Health, sottolinea che “Non sappiamo se a questa diminuzione di PFAS nel sangue corrisponde una diminuzione nel fegato e nei reni, dove si accumula”, e soprattutto che “Sarebbe criminale rispondere all’inquinamento industriale somministrando un farmaco alla popolazione”.
Insomma, un circolo vizioso: i Pfas aumentano il colesterolo e in farmaci anticolesterolo diminuiscono i Pfas. Un circolo virtuoso per le industrie chimiche e farmaceutiche.
Maggioranza delle giacche per bambini tossiche per Pfas.
Uno studio, condotto dall’Associazione tedesca per la protezione dell’ambiente e della natura (BUND), insieme ad altre 14 organizzazioni di protezione ambientale, rivela che il 63% delle giacche outdoor per bambini testate, provenienti da diversi Paesi del mondo, è contaminato da Pfas, con il 29% che supera i limiti consentiti dall’Unione Europea.
Il fatto che il 37% delle giacche testate fossero prive di cancerogeni Pfas dimostra che già esistono alternative sicure sul mercato: prodotti che offrono protezione dagli agenti atmosferici senza compromettere la salute dei più piccoli.
Test domestici per individuare i Pfas nelle bevande?
Uno stick di uso comune, da tenere in casa per controllare l’acqua del rubinetto? In epoca futuribile sì, sarebbe tecnicamente possibile se la strada ecosanitaria non fosse quella di eliminarli i Pfas, metterli al bando.
Infatti le sostanze perfluoroalchiliche o PFAS, considerate “perenni” contaminanti per la loro straordinaria resistenza agli insulti chimici e fisici, sono ormai virtualmente presenti nell’organismo di tutti gli esseri umani. Introdotti negli anni cinquanta, per rendere resistenti ai grassi e all’acqua diversi tipi di materiali, questi oltre 10.000 composti sono talmente diffusi da essere penetrati in ogni interstizio della catena alimentare, a cominciare dalle falde acquifere e dai terreni, dai quali rientrano nelle piante negli animali, arrivando così all’uomo.
Nel frattempo al Massachusetts Institute of Technology di Boston hanno messo a punto un sistema estremamente sensibile per il rilevamento di alcuni PFAS nell’acqua potabile, che potrebbe diventare uno stick di uso comune, da tenere in casa per controllare l’acqua del rubinetto. A parte il costo, un sistema demenziale, come costruirsi rifugi antiatomici piuttosto che eliminare le armi, un espediente del capitalismo lobbista a coprire una catastrofe ambientale e sanitaria.
Allarme dei Forum ambientalisti toscani per i Pfas.
Una serie di Associazioni (clicca qui) scrivono una lettera aperta a Presidente della Regione Toscana, Assessore all’Ambiente e Gruppi Consiliari: “Siamo inquietati e sorpresi in quanto, a 10 giorni di distanza dall’uscita del report di Greenpeace sulla presenza di Pfas nelle acque superficiali, in cui scaricano i reflui depurati dei distretti conciari, della carta, del tessile, come pure l’area interessata dalle attività florovivaistiche fra Pistoia e Prato, l’Amministrazione Regionale Toscana si nasconda in un silenzio sconcertante”. Siamo coscienti che non sarà possibile risolvere il problema senza mettere fuori legge la produzione e l’uso di questi composti chimici non degradabili, e riteniamo perciò opportuna una autonoma decisione della Toscana per la messa al bando.
Legambiente: identificare le aziende responsabili dell’inquinamento da PFAS.
Legambiente Toscana reclama l’identificazione delle aziende responsabili dell’inquinamento da PFAS, presenti in corsi d’acqua in diverse zone della regione, in particolare quelle vicine ai distretti produttivi come il cartario Lucchese, il conciario nel Lucchese, il florovivaistico nel pistoiese e il tessile del Pratese.
Infatti, stando ai dati raccolti nel 2022 da Arpat, gli PFAS erano presenti nel 76% delle acque superficiali, nel 36% delle acque sotterranee e nel 56% dei campioni di biota (animali) monitorati. Tra i fiumi interessati dalla contaminazione ci sono l’Arno, Ombrone e Serchio. Legambiente denuncia l’urgenza dell’intervento: gli PFAS, tossici e cancerogeni, non vengono mai degradati nell’ambiente e per la loro scarsa o nulla biodegradabilità si bioaccumulano nella flora, nella fauna selvatica e negli esseri umani.
Pfas nei delfini del Mediterraneo.
Nei delfini, nelle tartarughe e negli squali spiaggiati sulle coste della Toscana. Alte concentrazioni nel fegato e nel cervello, soprattutto degli esemplari più giovani.
Arpa Toscana, Università di Pisa e Centro Nazionale Ricerche, tra il 2020 e il 2022, hanno analizzato 26 stenelle (delfino comune), due tartarughe e nove squali. Principali organi bersaglio: cervello e fegato. Nel cervello dei delfini fino a 87 nanogrammi per grammo, 501 nanogrammi per grammo di peso nel fegato: i più contaminati sono gli esemplari al di sotto dei due anni di età, perché, come noi sono mammiferi e quindi allattati, e proprio nel latte si concentrano i Pfas.
Pfas in Svizzera.
Presenza di PFAS riconducibile ai materiali utilizzati nella realizzazione della Galleria di base ferroviaria del Ceneri.
L’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) ha ricercato i PFAS nelle acque di falda, mentre l’Associazione dei chimici cantonali svizzeri (ACCS) ha investigato la qualità delle acque potabili nella rete di distribuzione. In Ticino è confermata la presenza di PFAS nella falda che alimenta il Pozzo Pra Tiro a Chiasso. La Sezione protezione aria, acqua e suolo (SPAAS) del Dipartimento del territorio e il Laboratorio cantonale del Dipartimento della sanità e della socialità, congiuntamente al Comune di Sant’Antonino e al Comune di Capriasca, informano inoltre che l’analisi condotta dall’ACCS ha evidenziato la presenza di PFAS in due campioni di acqua potabile ticinesi, segnatamente dei Comuni di Capriasca e di Sant’Antonino.
La tossicità dei PFAS, i cosiddetti inquinanti eterni, è stata fino a ora sottovalutata. A lanciare l’allarme è un nuovo studio pubblicato dalla rivista Nature Geoscience, che traccia una nuova mappa mondiale, che comprende anche la Svizzera.
Timori crescenti in Giappone per i Pfas.
In una nuova indagine, i residenti della città di Settsu, nella prefettura di Osaka, presentano alti livelli di Pfas nel sangue, correlati all’eccessivo livello dei forever chemicals nei fiumi locali e nelle acque sotterranee. I PFAS nel sangue rilevati in molte località del Giappone superano i limiti legali, la maggior parte in aree vicine alle basi militari statunitensi e alle basi delle forze di autodifesa.
Nel 2018 il Giappone ha vietato in linea di principio la produzione e l’importazione di sostanze PFOS, comunemente utilizzate negli estintori a schiuma, per tutte le applicazioni, nonché di quelle classificate come PFOA nel 2021. Ma, come sappiamo, i Pfas sono indegradabili accumulabili, indistruttibili.
TAV = Mafie.
All’ingresso della Valsusa, sul monte Musinè svetta la scritta TAV = Mafie. Non avevamo atteso queste indagini per avere consapevolezza delle infiltrazioni della criminalità organizzata: i ciclici tentativi di dare fuoco ai presidi NO TAV sono chiare intimidazioni mafiose. Clicca qui Notavinfo.
Ennesimo premio Nobel per la Pace fasullo.
La vendetta israeliana.
La qualità dell’aria nel 2023.
Assemblea nazionale Salviamo il Paesaggio.
Il popolo ebreo della Diaspora è in pericolo.
Salvare la Laguna.
Le associazioni Italia Nostra, Lipu, WWF, Venezia Cambia, CAAL, Ecoistituto del Veneto Alex Langer, e ISDE Medici per l’Ambiente, sono state audite dalla Commissione per le Petizioni del Parlamento europeo sulla tutela della Laguna di Venezia dai possibili danni che verrebbero causati dallo scavo per allargare il Canale Petroli e il Canale Montiron.
Ecco Tera e Aqua di aprile-maggio.
Assemblea nazionale Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua.
ASSEMBLEA NAZIONALE
RILANCIAMO, NON CI RASSEGNAMO!
Napoli, 20-21 Aprile 2024
Centro Missionario (Ex Fuci – Via Mezzocannone, 101)
Clicca qui PROGRAMMA
Signornò, presidente Mattarella.
Sindaci contro Italcementi.
I sindaci dei Comuni di Cornate d’Adda, Imbersago, Merate, Paderno d’Adda, Robbiate, Solza, Verderio e gli amministratori della Provincia di Lecco e del Parco Adda Nord contestano l’autorizzazione concessa dalla Provincia di Bergamo a Italcementi per portare da 30 a 110 tonnellate all’anno i rifiuti da bruciare al cementificio di Calusco d’Adda.
Dove esiste coercizione, segregazione, isolamento ed emarginazione, là è manicomio.
Non è stata realizzata la legge Basaglia del 1978 che avrebbe voluto abrogare i manicomi. Il sistema manicomiale che essa avrebbe voluto abrogare, rimane infatti ancora funzionante e operativo. Le logiche manicomiali sopravvivono, potenti e quasi intonse, nelle istituzioni psichiatriche del dopo-Basaglia. Per i poteri della psichiatria e per le ditte farmaceutiche, si tratta di un mercato potenziale vastissimo, ghiotto. Una volta entrato in cura psichiatrica, il paziente riceve quale trattamento principale una “terapia” di farmaci attivi sul sistema nervoso centrale: gli psicofarmaci. Come tutte le sostanze psicoattive, gli psicofarmaci causano dipendenza. A sua volta, il dispositivo del TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) di fatto impedisce a chiunque sia in cura da uno psichiatra liberarsi dal giogo farmaceutico, una volta che gli è aperta a carico una cartella clinica e gli si sono iniziati a somministrare gli psicofarmaci. Il TSO è un atto violento, a cui concorrono le forze dell’ordine e nel corso del quale si sono segnalati numerosi morti. La Sezione Psichiatrica di Diagnosi e Cura, o SPDC, è un reparto ospedaliero, chiuso da porte blindate. e protetto da vetri antisfondamento In esso è attuato il TSO. Negli SPDC i pazienti sono frequentemente legati ai letti con le fascette. L’SPDC è l’unico luogo dove la legge prevede possano essere somministrati a forza gli psicofarmaci. Continua.
La strage dell’Enel di Suviana.
Basta leggere questo comunicato dell’8 marzo 2024 della Cgil di Bologna, riferito proprio all’Enel, per capire che non si tratta di fatalità ma che gli infortuni sono messi in conto e pianificati dalla logica del profitto dei padroni, quella logica di un altro mercato (del capitale) possibile, o che “serve un altro modo di fare impresa”. Clicca qui.
Solvay di Spinetta Marengo trasferita in Cina.
Ilham Kadri, la presidentessa di Solvay (SyensQo), minaccia di chiudere lo stabilimento di Spinetta Marengo se la si disturba troppo per il disastro ecosanitario (che lei stessa definisce “insoutenable”, insostenibile) di cui i Pfas sono la punta dell’iceberg https://www.rete-
Un punto di attrazione è Tavaux in Francia, scelto nel 2022, scartando appunto Spinetta, ad essere il principale polo a livello europeo per la produzione di fluoruro di polivinilidene (PVDF), a marchio Solef, destinato ad alte prestazioni nella mobilità sostenibile, cioè nella fabbricazione delle batterie agli ioni di litio per veicoli elettrici e ibridi. Ma soprattutto, nello stesso anno, Kadri completa il progetto annunciato tre anni prima per raddoppiare le capacità produttive di fluoropolimeri PVDF a marchio Solef presso il complesso cinese di Changshu, dove sono già in espansione i fluoroelastomeri FKM Tecnoflon – e relativi monomeri (VF2), i tecnopolimeri Amodel, Ixef e Kalix.
E non è stato un caso, perché nel delta del fiume Yangtze il parco industriale dei materiali avanzati di Changshu era nato nel 2001, proprio mentre veniva intentata la prima causa sulla contaminazione da PFOA nel West Virginia e anche i PFC di Solvay venivano sottoposti al controllo dell’EPA. Infatti, mentre la maggior parte del mondo stava eliminando gradualmente i Pfas (PFOA e PFOS) e iniziando ad affrontare i problemi che avevano causato, nonché i cosiddetti sostituti (tipo ADV, C6O4, GenX), è in Cina che l’attività ha registrato un vero e proprio boom, mantenendo stabile la produzione globale di PFOA e PFOS anche se il settore si è praticamente fermato ovunque nel resto del mondo.
La Cina, per il basso costo del lavoro e la mancanza di regolamentazione ambientale, è ora la principale fonte internazionale sia di PFOA che di PFOS, che vengono rilasciati direttamente nell’acqua e nell’aria. La Cina ora produce la massima parte della fornitura mondiale di Teflon, che ben conosciamo… nel filo interdentale, nelle fibre tessili, nell’isolamento di fili e cavi e in centinaia di altri prodotti, comprese le pentole antiaderenti. Questo è quel che conta per Kadri, non che nel fiume Yangtze del parco industriale, dove gli scienziati hanno misurato alcune delle più alte percentuali di Pfas mai segnalate in Cina, i pesci maschi sviluppano cellule riproduttive femminili e le ovaie delle femmine si degradano, e le persone coltivano e pescano, non che i livelli di PFOA nel sangue dei lavoratori hanno raggiunto una media di 2.250 ppb nel primo periodo di attività dello stabilimento di Changshu.
Inesorabilmente, dunque, i Pfas sono destinati in Cina: altrettanto cinicamente Kadri a Spinetta Marengo punta solo che restino il più a lungo possibile grazie alle complicità istituzionali, 2026 e anche oltre.
Il core business di Solvay in Cina si sviluppa in diversi rami: Solvay Changshu; Solvay Pechino; Solvay Shanghai; Solvay Chengdu; Solvay Dong Ying; Solvay Guangzhou; Solvay Liyang; Solvay Qingdao; Solvay Quzhou; Solvay Zhenjiang. L’impronunciabile SyensQo si scrive in Cina più facilmente di Solvay. D’altronde in Cina la presidentessa sui social si fa ritrarre con l’aureola.
Cina, un paradiso per i Pfas.
In Cina gli ambientalisti sono senz’altro totalmente assenti tra i 25 membri nel Politburo del PCC (L’ufficio politico del Partito Comunista Cinese, del comitato centrale del Partito Comunista Cinese, (中国共产党中央政治局, Zhōngguó Gòngchǎndǎng Zhōngyāng Zhèngzhìjú). Infatti, secondo lo studio, pubblicato su Scienze ambientali Europa, di un team di ricercatori della Tsinghua University di Pechino, le concentrazioni di PFAS nell’acqua potabile sono 122,4 ng/l a Changshu, per il polo chimico di Solvay. Non è che vada meglio a Zigong, Lianyungang, Wuxi, Hangzhou.
Gli autori della ricerca hanno associato l’esposizione ai Pfas agli esiti avversi per la salute, inclusa una maggiore incidenza di cancro ai testicoli e ai reni, ridotta fertilità e fecondità, soppressione immunitaria e disturbi della tiroide. L’assunzione di PFOA per la popolazione cinese supera i 3 ng/kg per singolo giorno a Changshu, Zigong, Jiujiang, Lianyungang, Foshan, Suzhou, Wuxi, Haining, Shijiazhuang, Zibo e Shanghai. Gli autori hanno anche scoperto che il rischio di assunzione di PFAS è maggiore per i bambini, a causa del loro consumo di acqua relativamente più elevato. E si prevede che sia la produzione che le emissioni continueranno almeno fino al 2030.
L’inquinamento atmosferico, ha raggiunto livelli pericolosi in almeno 83 città e sta contribuendo all’impennata dei tassi di cancro ai polmoni. La crisi idrica della nazione è altrettanto terribile. Secondo un rapporto governativo pubblicato all’inizio di quest’anno, oltre l’80% delle riserve idriche sotterranee della Cina non sono adatte al consumo umano e quasi due terzi non sono adatte a qualsiasi contatto umano. Circa 300 milioni di persone – quasi l’equivalente dell’intera popolazione degli Stati Uniti – non hanno accesso all’acqua potabile e circa 190 milioni si sono ammalati a causa dell’acqua potabile contaminata.
La produzione di PFC in Cina è stata seguita da un aumento delle sostanze chimiche nell’ambiente e nelle persone. Mentre gli scienziati tracciavano la crescente presenza di queste sostanze chimiche nell’acqua e nei pesci , sono stati anche in grado di documentare livelli crescenti nel sangue umano osservando diversi studenti e docenti di un’università nella città settentrionale di Shenyang. Il livello di PFOA è aumentato di 54 volte, mentre i livelli ematici di PFOS sono aumentati di un fattore pari a 747. Da allora, sono aumentati ulteriormente, soprattutto tra gli operai e i pescatori commerciali.
Nucleare sì, ma non ad Alessandria.
Grande manifestazione dei sindaci della provincia, in gran parte nuclearisti dichiarati.
Glifosato, spunta un rapporto nascosto.
“I test utilizzati per valutare la tossicità sono insufficienti”: lo sapevano da almeno 8 anni. Si tratta di un documento richiesto, e successivamente nascosto, dall’Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare, ambientale e sanitaria sul lavoro (ANSES) in Francia. l rapporto si concentrava sulla genotossicità dei prodotti contenenti glifosato, ovvero sulla loro capacità di danneggiare il DNA e potenzialmente causare mutazioni cancerogene. Solo dopo una battaglia legale intrapresa da Le Monde, il quotidiano francese, l’ANSES ha deciso di rendere pubblico il rapporto. Générations Futures, un’organizzazione ambientalista francese, ha condannato questa pubblicazione tardiva e ha richiesto la sospensione dell’autorizzazione europea al glifosato in attesa dei risultati dei nuovi test. Basterà questo nuovo documento a far cambiare le sorti del glifosato in Europa? Temiamo proprio di no.
3M paga 10 miliardi di dollari per l’inquinamento da PFAS.
ST. PAUL, Minnesota – La 3M Company ha raggiunto un accordo definitivo con i fornitori di acqua pubblica (PWS) degli Stati Uniti per affrontare la contaminazione da PFAS nell’acqua potabile, con l’approvazione finale da parte del Tribunale distrettuale degli Stati Uniti di Charleston, Carolina del Sud. L’accordo impegna 3M a versare un valore attuale al lordo delle imposte fino a 10,3 miliardi di dollari in 13 anni, con inizio dei pagamenti nel terzo trimestre del 2024, nell’ipotesi che non siano pendenti ricorsi.
Questo accordo sostiene i sistemi idrici pubblici di tutti gli Stati Uniti nei loro sforzi di bonifica dei PFAS. Il denaro dovrà essere utilizzato per finanziare le tecnologie di trattamento delle acque laddove siano risultate positive ai Pfas, soprannominati “inquinanti perenni”, e per pagare future analisi di controllo.
Il presidente e amministratore delegato di 3M, Mike Roman, ha dichiarato che l’approvazione rappresenta un passo significativo per l’azienda nella riduzione del rischio e dell’incertezza. Ha inoltre sottolineato l’impegno di 3M a cessare la produzione di tutti i PFAS entro la fine del 2025. A seguito della notizia, le azioni di 3M sono aumentate di circa il 3% 3M nel 2000 aveva dichiarato che avrebbe gradualmente eliminato la produzione di due tipi di Pfas: l’acido perfluorottanoico (Pfoa) e l’acido perfluorottansulfonico (Pfos).
Si chiude quindi anche la questione della schiuma antincendio che aveva coinvolto il Pentagono:causa multidistrettuale Aqueous Film Forming Foam (Afff) con sede a Charleston, nella Carolina del Sud. Sostanza presente nella schiuma a film acquoso utilizzata dai vigili del fuoco per spegnere gli incendi.
Si avvia verso la risoluzione anche la questione dei tappi auricolari difettosi, forniti all’esercito statunitense e prodotti da Aearo Technologies, acquisita da 3M nel 2008 e dal luglio 2022 in procedura fallimentare.
Pfas e Cisl al processo.
A differenza delle omologhe piemontesi, Cisl Veneto, Cisl Vicenza e Femca Cisl Vicenza si sono costituite parte civile nel processo sull’inquinamento da Pfas provocato dal sito chimico della Miteni, nella zona industriale di Trissino nel Vicentino, che però ha interessato anche le reti idriche delle province di Verona e Padova. Clicca qui.
Pfas e pompieri.
I sindacati dei vigili del fuoco Cisl e Uil pongono, anche nell’Osservatorio Bilaterale per le politiche sulla sicurezza sul lavoro e sanitarie del CNVVF, un quesito formale diretto ad accertare la presenza dei PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) nei Dpi e negli schiumogeni usati dal personale del CNVVF. I PFAS sono presenti in alcuni schiumogeni in uso al CNVVF, e negli Stati Uniti e in altri Paesi UE, fondati studi scientifici hanno riscontrato la presenza del PFAS nei Dpi e nelle attrezzature dei vigili del fuoco, scoprendo, addirittura, che tali sostanze sono state rinvenute non solo all’esterno degli indumenti protettivi, ma anche nel rivestimento interno degli stessi, ponendosi così alche la questione della reale composizione dei materiali di fabbricazione dei DPI del personale del CNVVF.
Pfas e cancro ai testicoli.
Lo studio scientifico firmato dall’ex dirigente regionale del Veneto, Mario Saugo, e da altri membri della commissione ambiente dell’Ordine dei medici di Vicenza, dimostra una maggiore presenza di cancro ai testicoli negli uomini più esposti alla contaminazione da Pfas.
Lo studio, pubblicato su una rivista scientifica inglese, si basa sui dati raccolti nell’area a cavallo tra le province di Verona, Vicenza e Padova dove è avvenuta una vasta contaminazione di acqua con Pfoa ed altre sostanze Pfas. Per anni, gli uomini di questa zona hanno bevuto acqua inquinata ed i numeri mostrano che in questi uomini c’è una maggior presenza di tumori al testicolo. Una correlazione che non stupisce, visto che in passato era stata scoperta anche la correlazione tra l’esposizione ai Pfas e una maggior presenza di tumori al rene.
2024. Solvay: o vi tenete i Pfas oppure licenzio.
Solvay ha dettato a Cisl e Uil un comunicato stampa che traduciamo dal sindacalese. Solvay (Cisl Uil) è “sempre più preoccupata a fronte delle notizie che circolano in merito al futuro dello stabilimento”. C’è, infatti, un vasto fronte che va dal comitato che sic et simpliciter chiede la chiusura dell’intera fabbrica di Spinetta Marengo, all’associazione che chiede al sindaco di fermare determinate produzioni inquinanti, alle associazioni che in particolare chiedono la messa al bando dei PFAS e il monitoraggio di massa del sangue di lavoratori e cittadini. Sullo sfondo preoccupano un nuovo processo penale e azioni di risarcimento collettive. Se questo fronte non viene frenato: Solvay minaccia “possibili ricadute occupazionali”.
Il ricatto occupazionale fa sempre effetto sull’opinione pubblica, ma deve servire ad armare e consolidare le complicità delle istituzioni pubbliche. Di questo sono preposte ad occuparsi Cisl e Uil nei confronti della politica di centrosinistra: il sindaco di Alessandria, e di centrodestra: il presidente della Provincia. Nei due incontri, Solvay non ha dubbi che troveranno una posizione all’unisono: “Siamo certi che sia possibile ottenere questo risultato con un impegno corale e armonico da parte delle istanze territoriali”. Non ha dubbi che sindacati e politici coram populi apprezzeranno che “l’azienda stia gradualmente eliminando l’utilizzo di tali sostanze” e che dunque disprezzeranno lo stop accelerato di comitati e associazioni “che rischia di impedire gli investimenti necessari per la salvaguardia produttiva e occupazionale”. O mangi la minestra della salute o salti dalla finestra dei licenziamenti. Occupazione oggi, salute domani. Profitti sempre.
Nel comunicato dettato a Cisl Uil, Solvay sciorina 1.900 lavoratori a rischio tra le unità di produzione di Spinetta e di ricerca a Bollate, presentando così i Pfas come la molecola costitutiva dell’intera catena degli impianti: mai definitivamente eliminabili ma sostituibili periodicamente con Pfas sempre più “innocui”, ovvero “meno nocivi”: dall’innocuo Pfoa… infine sicuramente cancerogeno , fino all’odierno innocuo C6O4 cancerogeno… ma meno. E chi meglio di Cisl e Uil garantiscono? Rileggiamoci nel 2020: “Solvay manda all’attacco Cisl e Uil per l’autorizzazione del pfas C6O4” https://www.rete-ambientalista.it/2020/07/07/solvay-manda-allattacco-cisl-e-uil-per-lautorizzazione-del-pfas-c6o4/.
2020. Solvay manda all’attacco Cisl e Uil per l’autorizzazione del pfas C6O4.
Comitato Stop Solvay, Movimento Maccacaro, Legambiente, all’attacco contro il pfas C6O4? Massiccia la controffensiva della Solvay. Parte da Bruxelles, dalla amministratore delegato Ilham Kadri. Si dia da fare con quello che guadagna, è il primo che rischia di saltare, il direttore di Spinetta Marengo, Andrea Diotto, il quale infatti si sta sbracciando sui mass media. Presso i quali le compiacenze sono sempre enormi, ma ormai deboli di credibilità. Dunque butti nella mischia i sindacati. Agli ordini: Cisl e Uil chiedono un incontro urgente con Regione Piemonte e Comune di Alessandria affinchè “convincano” la Provincia a rilasciare nuova autorizzazione AIA di uso e vendita del tossico e cancerogeno C6O4, malgrado stia già dilagando nel sangue, nelle falde, negli acquedotti. Di norma, con i politici, sarebbe come sfondare una porta aperta, però nel frangente storico ci sono di traverso i Movimenti in piazza. La complicità di Cisl e Uil è assicurata: già nel 2002 stopparono la Cgil che denunciava, addirittura con un pubblico volantino, il tossico e cancerogeno Pfoa fratello gemello del C6O4. La Cgil, tirata per le orecchie dal direttore Stefano Bigini, annodò la coda in mezzo alle gambe e per altri anni il Pfoa avvelenò finchè bloccato dagli esposti di Lino Balza. Il messaggio ricattatorio che Cisl e Uil oggi trasmettono tramite i giornali compiacenti è un eufemismo sonoro: senza AIA, senza C6O4, la fabbrica di Spinetta Marengo chiude, anzi… la multinazionale belga se ne va dall’Italia, ovvero “ll No Aia rischia di modificare le scelte industriali che il gruppo Solvay può assumere nei confronti del sito e del gruppo stesso a livello nazionale”. Il messaggio terroristico è ridicolo dal punto di vista imprenditoriale, infatti ad Solvay affida la barzelletta a Diotto e Diotto ai sindacati: senza C6O4 l’ azienda è costretta a cessare le produzioni di fluoro-polimeri. Il cC6O4, il “pfas buono” come lo definisce Diotto, in realtà rappresenta solo un business Solvay (e l’AIA una sorta di assicurazione penale contro i risarcimenti per danni alla salute) mentre a livello internazionale si praticano le alternative (più costose), come in Italia indicate dall’Istituto Negri. “Noi non barattiamo la salute con l’ambiente, non mettiamo il nostro profitto prima di tutto il resto”:Diotto, nella sua “lettera aperta” rassicura lavoratori e cittadini che vivono in un “mondo migliore” (sic)… intanto che tiene lontano da Spinetta la propria famiglia da quello che egli stesso definisce“un disastro”, il disastro Solvay del Pfoa tossico e cancerogeno e del C6O4, e ADV, fra gli altri. Invece i Movimenti gli hanno già risposto: EMISSIONI ZERO. Dunque la Provincia respinga la nuova AIA e revochi la vecchia AIA, la Procura della Repubblica requisisca (corpo del reato) alla Solvay le occultate cartelle cliniche dei lavoratori contenenti le abnormi analisi del sangue dei lavoratori e blocchi l’utilizzo del C6O4, il Comune e la Regione eseguano il monitoraggio ematico a tutti i lavoratori e cittadini, insieme alle indagini epidemiologiche. Queste Istituzioni non rilascino a Solvay la “patente di avvelenamento” che noi definiamo “licenza di uccidere”.
Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro. 2020
Speciale PFAS. I “Forever chemicals” tra salute pubblica, lobbies e industria bellica.
Speciale PFAS 1. I forever chemicals.
Cancerogeni bioaccumulabili e persistenti, praticamente indistruttibili. I PFAS sono denominati “forever chemicals”, inquinanti eterni, perché non si degradano nel tempo ma restano indistruttibili. Si disperdono in natura e hanno invaso ogni angolo del globo: dalle vette remote più incontaminate fino ai poli, dagli animali marini come i cetacei a ecosistemi lontani dalle attività dell’uomo, dalla pioggia fino all’acqua di rubinetto delle nostre case.
Milioni di persone sono esposte ai Pfas attraverso gli alimenti, l’acqua potabile, l’aria, una infinità di prodotti di consumo, materiali presenti nelle nostre case e nei luoghi di lavoro, che, grazie ai Pfas, diventano stabili, resistenti alle alte temperature, idrorepellenti, ignifughi. Nei decenni, hanno trovato impiego in una vasta gamma di applicazioni industriali e prodotti di largo consumo: imballaggi alimentari, padelle antiaderenti, filo interdentale, carta da forno, farmaci, dispositivi medici, cosmetici; capi di abbigliamento, prodotti tessili e di arredamento, capi in pelle; nell’industria galvanica (in particolare cromatura), scioline, cosmetici, gas refrigeranti, nell’industria elettronica e dei semiconduttori, nell’attività estrattiva dei combustibili fossili, in alcune applicazioni dell’industria della gomma e della plastica, nelle cartiere, nei lubrificanti, nei trattamenti anticorrosione, nelle vernici, in prodotti per l’igiene e la pulizia e nelle schiume antincendio.
Nel corpo umano queste sostanze sono state trovate nel sangue, nelle urine, nella placenta, nel cordone ombelicale e persino nel latte materno. L’esposizione ai Pfas è stata associata a una serie di effetti tossici e cancerogeni sulla salute. Problemi alla tiroide, danni al fegato e al sistema immunitario, riduzione del peso alla nascita dei neonati, obesità, diabete, elevati livelli di colesterolo e riduzione della risposta immunitaria ai vaccini, diabete gestazionale, impatto negativo sulla fertilità, oltre che alcune forme tumorali come il cancro al rene e ai testicoli. Di recente, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha completato le valutazioni circa la cancerogenicità di due molecole appartenenti al gruppo dei Pfas, classificando il Pfoa come “cancerogeno per l’uomo” (Gruppo 1) e il Pfos come “possibile cancerogeno per l’uomo” (Gruppo 2B). Le altre molecole restano “sospette”.
Speciale Pfas 2. Una legge per la messa al bando in Italia.
Manca una legge per la messa al bando dei Pfas in Italia. Benchè nella passata legislatura fosse stato presentato, con la nostra collaborazione, un Disegno di Legge dall’ex senatore Mattia Crucioli, che detta “Norme relative alla cessazione della produzione e dell’impiego delle sostanze poli e perfluoroalchiliche (PFAS)”.
Insomma li mette al bando in Italia. Vieta la lavorazione, l’uso, la commercializzazione, il trattamento e lo smaltimento, nel territorio nazionale, delle sostanze poli e perfluoroalchiliche (PFAS) e dei prodotti che le contengono, e detta norme per la loro dismissione dalla produzione e dal commercio, per la cessazione dell’importazione, dell’esportazione e dell’utilizzazione dei PFAS e dei prodotti che li contengono, per la realizzazione di misure di decontaminazione e di bonifica delle aree interessate dall’inquinamento da PFAS, per la ricerca finalizzata alla individuazione di materiali sostitutivi, alla riconversione produttiva e per il controllo sull’inquinamento da PFAS.
Insomma assume le istanze di tutti i Movimenti, Associazioni e Comitati, che da anni si battono per eliminare questi cancerogeni bioaccumulabili e persistenti, praticamente indistruttibili, dalle acque, dall’aria, dagli alimenti, insomma dal sangue dei lavoratori e dei cittadini altrimenti ammalati e uccisi.
Il Disegno di Legge giace sepolto dalla complicità della politica con la lobby industriale.
Speciale Pfas 3. Il manifesto per la messa al bando dei Pfas.
Stante il vuoto legislativo, clicca qui il Manifesto per l’urgente messa al bando dei PFAS, “sostanze chimiche per sempre” sottoscritto da 122 gruppi della società civile europea e non solo.
Speciale Pfas 4. Veneto: risoluzione per la messa al bando dei Pfas.
Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato all’unanimità la risoluzione con la quale l’assemblea legislativa esprime adesione al “Manifesto BanPFAS”per l’urgente messa al bando dei Pfas.