L’inquinamento da Pfas in Toscana è legato principalmente ai distretti tessile, vivaistico e conciario: nelle acque superficiali è presente una contaminazione bassa ma diffusa mentre nelle acque sotterranee si inizia a evidenziare la loro presenza. Anche in Toscana dunque, dopo Veneto Piemonte Lombardia (Miteni di Trissino e concerie, Solvay di Spinetta Marengo e Bollate), i Pfas sono ritrovati da ARPAT nel Serchio, nel Versilia, nell’Usciana, nell’Elsa, nel Bisenzio e nell’Ombrone.
Inoltre, dalla Versilia a Capalbio, dal 2020 al 2022, da Arpat sono stati ritrovati a varie concentrazioni di Pfas in tutti i delfini piaggiati lungo il litorale toscano, che tra l’altro attestano una capacità di questi inquinanti di attraversare la membrana encefalica, come dalle analisi dell’università di Siena insieme ai veterinari dell’Izslt che compiono la necroscopia, acquisendo anche i parametri morfometrici di base (lunghezza totale, peso, sesso, età) e codificando lo stato di conservazione.
Nessuna sorpresa, perché questi tossico cancerogeni -indistruttibili e accumulabili negli organismi viventi- imperversano soprattutto acqua-aria-suolo delle aree circostanti i siti di produzione e lavorazione. Ma non solo. Sono ovunque nell’ambiente perché i Pfas vengono impiegati dagli anni cinquanta nelle lavorazioni di numerosi prodotti di largo consumo giornaliero: pentole antiaderenti teflon, impermeabilizzanti per tessuti goretex; tappeti; pelli; insetticidi; schiume antincendio; vernici; rivestimento dei contenitori per il cibo; cera per pavimenti e detersivi eccetera.
Contro questa calamità mondiale (neppure l’acqua piovana è più potabile) Vi è una unica soluzione definitiva in Italia: l’approvazione (ormai per la prossima legislatura, ammesso che qualche forza politica lo riproponga) del Disegno di Legge del senatore Mattia Crucioli (clicca qui) che detta “Norme per cessazione della produzione e dell’impiego dei Pfas”. Insomma li mette al bando in Italia. Vieta la produzione, l’uso e la commercializzazione di PFAS o di prodotti contenenti PFAS, ne disciplina la riconversione produttiva e le misure di bonifica e di controllo. Insomma assume le istanze di tutti i Movimenti, Associazioni e Comitati, che da anni si battono per eliminare questi cancerogeni bioaccumulabili e persistenti, praticamente indistruttibili, dalle acque, dall’aria, dagli alimenti, insomma dal sangue dei lavoratori e dei cittadini altrimenti ammalati e uccisi.