“Sarà gettato in una fossa. E non lo vedrò mai più”.

Julian Assange è l’attivista e fondatore di Wikileaks in detenzione da 13 anni per aver pubblicato documenti classificati dall’intelligence statunitense e aver rivoluzionato il giornalismo investigativo. Un morto che cammina. Da 5 anni è detenuto in isolamento per 22 ore al giorno nel carcere di sicurezza inglese  di Belmarsh e la prossima settimana si terrà a Londra un’udienza per determinare se possa fare ricorso alla Corte Suprema per opporsi alla richiesta di estradizione negli Usa, già firmata dal ministro degli Interni britannico. Se questa richiesta dovesse essere rigettata, è possibile, secondo la moglie Stella, che venga estradato direttamente, senza altri passaggi procedurali, e che negli Usa sia condannato a 175 anni di carcere. “Sarà gettato in una fossa. E non lo vedrò mai più” ha detto Stella. Con lui  Stella, ha avuto due figli ancora piccoli. “Ma loro non sanno”. Qui una ricostruzione un po’ sommaria della vicenda. Qui invece gli ultimi passaggi legali, in un thread a cura di Stella. Le novità: il Comune di Roma ha finalmente concesso ad Assange la cittadinanza onoraria. Non cambia niente e arriva troppo tardi, ma almeno è un segnale di solidarietà. Più rilevante è la mobilitazione del governo australiano, che si è unito al parlamento per chiedere il rilascio del loro concittadino.