Torniamo in piazza per Julian Assange mentre osserviamo che anche in Italia la libertà di stampa e d’informazione sta vivendo un grave momento. Ce lo dimostrano i gravi colpi inferti ai giornalisti che lavorano per la trasmissione REPORT (e perfino nel nostro piccolo siamo stati oggetto di minacce). Chi cerca di dare una informazione veritiera su questioni fondamentali che possono responsabilizzare e rendere più consapevoli cittadine e cittadini viene intimorito, ostacolato, infangato. Stiamo assistendo a una situazione che ci porta a Julian Assange. Julian ha vissuto e sta vivendo tutto questo. Il carcere si aggiunge, con la promessa che se verrà estradato negli Stati Uniti di anni di carcere ce ne saranno per lui, 175 da scontare. Non ha commesso crimini. Li ha denunciati. Come giornalista d’inchiesta ha svelato verità ritenute molto scomode dagli Stati Uniti. Queste Verità contengono crimini, delitti commessi da un esercito in ‘missione di pace. Julian per aver fatto bene il suo lavoro, sta pagando duramente dal 2010. E ora l’estradizione con quest’ultima firma del ministro dell’interno inglese, può essere imminente
Ora che sta succedendo qui da noi, in Italia, capiremo meglio il meccanismo infernale per cui la libertà di stampa disturba chi ce la vuole togliere, chi vuol punire coloro che fanno un giornalismo autentico, professionale? Vogliamo provare ad immaginarci una stampa soggiogata totalmente dai poteri forti? La nostra Rete dei Movimenti Ecopacifisti fa argine.