Cani guida, ci risiamo: a quando il rispetto di Leggi ormai annose?

Quante volte abbiamo dovuto ricordare sulle nostre pagine che già da quasi cinquant’anni vi è una Legge dello Stato Italiano, integrata e modificata da norme successive, secondo la quale la persona cieca ha il diritto di farsi accompagnare dal proprio cane guida nei suoi viaggi sui mezzi di trasporto pubblico e in tutti gli esercizi aperti al pubblico? Possibile che Leggi ormai consolidate da decenni non trovino ancora cittadinanza nel nostro Paese? Pare proprio di sì, purtroppo, a giudicare da quanto racconta una Lettrice, rispetto alle risposte ricevute da alcune note località campane (continua…)

Il diritto alla diserzione.

Sostituisci americani con russi: le nostre parole d’ordine sono sempre le stesse.

I partigiani italiani erano tutti i disertori dell’esercito italiano-tedesco.  I partigiani ucraini e russi sono tutti  i disertori dei loro rispettivi eserciti. Clicca qui per il 25 aprile il comizio a Sarzana e la poesia “Ninna nanna, nanna ninna” di Trilussa.

Ninna nanna, nanna ninna,

er pupetto vò la zinna:

dormi, dormi, cocco bello,

sennò chiamo Farfarello

Farfarello e Gujermone

che se mette a pecorone,

Gujermone e Ceccopeppe

che se regge co le zeppe,

co le zeppe d’un impero

mezzo giallo e mezzo nero.

Ninna nanna, pija sonno

ché se dormi nun vedrai

tante infamie e tanti guai

che succedeno ner monno

fra le spade e li fucili

de li popoli civili

Ninna nanna, tu nun senti

li sospiri e li lamenti

de la gente che se scanna

per un matto che commanna;

che se scanna e che s’ammazza

a vantaggio de la razza

o a vantaggio d’una fede

per un Dio che nun se vede,

ma che serve da riparo

ar Sovrano macellaro.

Chè quer covo d’assassini

che c’insanguina la terra

sa benone che la guerra

è un gran giro de quatrini

che prepara le risorse

pe li ladri de le Borse.

Fa la ninna, cocco bello,

finchè dura sto macello:

fa la ninna, chè domani

rivedremo li sovrani

che se scambieno la stima

boni amichi come prima.

So cuggini e fra parenti

nun se fanno comprimenti:

torneranno più cordiali

li rapporti personali.

E riuniti fra de loro

senza l’ombra d’un rimorso,

ce faranno un ber discorso

su la Pace e sul Lavoro

pe quer popolo cojone

risparmiato dar cannone!

Il disegno di legge Crucioli mette al bando i Pfas. E avvia le bonifiche.

La differenza sostanziale fra i due stabilimenti produttori di PFAS è che, mentre quello della Miteni di Trissino  è chiuso dal 2018, quello della Solvay di Spinetta Marengo è in piena attività: si chiede di fermarla perchè incrementa l’inquinamento di aria, acqua e suolo nel cocktail con altri 20 tossici e cancerogeni.  In comune i due territori hanno il problema della bonifica dei Pfas, ingigantito per Alessandria dalla “sporca ventina” tra cui cromo esavalente e cloroformio.

La bonifica del territorio veneto (almeno 180 kmq), per quanto più facile perché circoscritta ai Pfas, è comunque ben lontana dall’essere affrontata. Infatti si è ancora nella fase di impacchettare, svuotare e vendere lo stabilimento: l’acquirente indiano non ha alcuna fretta al di là di aver acquisito i brevetti. Le barriere idrauliche, di messa in sicurezza, a loro volta restano dei colabrodi. Infine la bonifica vera e propria sarebbe a carico dei soggetti responsabili dell’inquinamento, contro i quali il processo è appena iniziato a Vicenza: durerà anni (Alessandria docet) con i difensori a sostenere che non vi erano leggi che stabilissero limiti pfas di inquinamento. Nel frattempo, senza risarcimenti, i carotaggi vengono effettuati all’1% e l’investimento infrastrutturale per le reti idriche (con sistemi di filtrazione che a loro volta, inceneriti, creeranno problemi di bonifica, es. Chemviron di Legnago) subirà prevedibili ritardi.

Al riguardo, a parte l’intento di attaccare  le giunte regionali di centrodestra, non  procurerà benefici pratici il disegno di legge, relatore il pidiessino Andrea Ferrazzi, permissivo a concedere limiti di dosi e di tempo agli scarichi dei Pfas nell’ambiente, e utile ad essere usato dagli imputati come un boomerang nei due processi di Vicenza e Alessandria. Tant’è che Solvay si è subito dichiarata pronta ad abbracciarlo promettendo alle calende greche -in cambio della “temporanea” tolleranza di legge alla produzione- un mitico futuro di “zero tecnico” delle emissioni di Pfas (C6O4, ADV) negli scarichi… trasformati in “acqua distillata” (sic) tramite “osmosi inversa” (metodo di filtrazione meccanica spacciato da premio Nobel mentre impiegato fin dagli anni ’50). La bufala Solvay, ad uso giornalistico (e perché no parlamentare e giudiziario?), ovviamente tace sull’inquinamento atmosferico e omette di aggiungere che i filtri dell’osmosi, una volta inceneriti, creano Pfas.

Viceversa, il secondo disegno di legge, del senatore Mattia Crucioli, è osteggiato dalla Confindustria perchè  detta “Norme per cessazione della produzione e dell’impiego dei Pfas”. Insomma li mette al bando in Italia, superando l’insufficiente regolamentazione europea. Vieta la produzione (dunque li chiude a Spinetta), la commercializzazione (della monopolista Solvay dunque),  l’uso (alle concerie dunque) di PFAS o di prodotti contenenti PFAS, ne disciplina la riconversione produttiva e le misure di bonifica e di controllo. Insomma assume le istanze di tutti i Movimenti, Associazioni e Comitati, che da anni si battono per eliminare questi cancerogeni bioaccumulabili  e persistenti, praticamente indistruttibili, dalle acque, dall’aria, dagli alimenti, insomma dal sangue dei lavoratori e dei cittadini altrimenti ammalati e uccisi.

Col permesso del sindaco aumentiamo la produzione di Pfas con un nuovo impianto Tecnoflon.

Per essere minimamente spendibili sul mercato dell’informazione le bufale, modernamente fake news, devono contenere una minima percentuale di credibilità, altrimenti anche i più disponibili giornali faticano a piazzare gli scoop Solvay di scarichi Pfas trasformati in acqua distillata. Credibilità vera o attribuita da testimonianze ritenute autorevoli. Ad esempio delle intere giunte (leghiste) piemontesi. Per tutte e tre, il sindaco aristocratico Gianfranco Cuttica infatti si presta volentieri ad autografare sulla newslettera “NOI” della multinazionale belga il benvenuto al nuovo impianto Tecnoflon: “Sono orgoglioso di far parte di una comunità che ospita un’azienda in grado di lavorare a soluzioni tecnologiche così interessanti non solo per Spinetta ma per il paese in generale e credo che tutti dovrebbero esserlo”.

Ad maiora!” commenta entusiasta l’acculturato Carmelo Lo Faro (presidente materials segment solvay) insieme al top management: Marco Colatarci (country manager), Andrea Diotto e Enrico Repetto (direttore e vice dello stabilimento di Spinetta Marengo), e Luisa Baila (capo progetto tecnoflon). “Ad meliora semper” aggiungono, plaudenti alla cerimonia di inaugurazione del Tecnoflon, i bei nomi tecnocratici del Gotha alessandrino alla presenza del vice-prefetto Paolo Ponta: Maurizio Sciaudone (vice presidente Provincia), Vittoria Poggio (assessore cultura Regione), Mattia Roggero (assessore sviluppo economico Comune), Davide Buzzi Langhi (assessore ambiente Comune), Marco Gay  e Laura Coppo (presidenti confindustria Piemonte e Alessandria), Emanuele Locci (presidente del consiglio comunale), e niente meno i senatori Riccardo Molinari (Lega) e  Massimo Berutti (Misto).

Chi mascherato chi imbavagliato ma  tutti Ad meliora et maiora semper

Gli obiettivi della propaganda Solvay.

Dunque la propaganda Solvay da un lato tende a paralizzare Leggi parlamentari di bando totale dei Pfas e monitoraggi ambientali e sanitari della Regione Piemonte, nonché a perpetuare autorizzazioni provinciali di produzioni (C6O4 ADV) e anche di nuove e più vaste (Tecnoflon). Dall’altro lato si presta a condizionare ad Alessandria il secondo processo penale, avendo reiterato anzi aggravato i reati -disastro ambientale e omessa bonifica- condannati nel primo e quindi chiaramente configurabili come dolosi. Soprattutto come effetti di catastrofe sanitaria.

Nel contempo a Vicenza è già in corso il procedimento penale per i Pfas della  Miteni di Trissino.  Insomma leggi e sentenze influiranno sulle vicende dei territori italiani inquinati da Pfas, a cominciare da quelli veneti: la lavorazione delle concerie è una bomba ad orologeria (che già grava sul fiume Fratta-Gorzone, a tal punto che ne è vietata la pesca e il prelievo).

Si comprende quanto, per il territorio alessandrino, Solvay di Spinetta Marengo spinga le storiche complicità istituzionali a omettere le analisi del sangue e a stemperare le indagini epidemiologiche che dimostrano la “correlazione stretta”, non solo la diffusione, delle patologie  legate all’avvelenamento dei Pfas nel sangue e nei tessuti biologici. Le malattie riscontrate dagli studi scientifici partono dall’infecondità e dai disturbi neotali per arrivare a diabete, malattie degenerative, tumori eccetera. Peraltro queste complicità criminose già emergono al processo di Vicenza. Nel complesso si tratta di reati di “strage sociale” continuata e senziente, scientifica, ad opera di chi, azienda e istituzione, era consapevole e cosciente del proprio operato.

Un capitolo merita la bonifica. Per Solvay (in piena attività) non è bastata la condanna della Cassazione. Per Miteni (chiusa) non saranno gli acquirenti indiani a provvedere. In entrambi, stante la (complice) latitanza della politica, la bonifica si trasforma in   un grande affare di denari e appalti, gestiti e pilotati dagli stessi che ostacolano la “bonifica profonda” dei territori perché tale operazione vorrebbe dire spesa senza rientro, mentre i profitti di tipo parassitario/mafioso arrivano da quei meccanismi clientelari nei quali, cosa ancor più grave nei casi emergenziali e di salute pubblica, si continua a muso duro a macinare denaro pubblico nel modo più banditesco possibile. Fa riflettere questa foto

del deposito clandestino di Pfas C6O4 di Tortona, tratta dal nostro Sito https://www.rete-ambientalista.it/2020/11/12/tonnellate-di-pfas-c6o4-in-un-deposito-clandestino/ .

Pfas belgi prodotti in Italia ma vietati in Belgio.

Memori dei Pfas rinvenuti in Canada e Usa nel latte materno, analogamente ai divieti alimentari già presi negli Stati Uniti, a tutela della salute le autorità regionali delle Fiandre hanno deciso di vietare drasticamente il consumo di uova da allevamenti rurali per le contaminazioni di PFAS. La misura si applica a tutti gli allevamenti, e non solo a quelli impattati dalla presenza dello storico impianto della multinazionale americana 3M. In particolare le Autorità sanitarie del Belgio stimano che il consumo di un solo uovo fiammingo “rurale” a settimana contribuisca al 98% dell’esposizione.

Non solo. Analogamente alle azioni legali negli Stati Uniti contro l’azienda, in Belgio, a causa di scarichi contaminanti di Pfas, le competenti autorità puntano ancor più decisamente l’indice contro la 3M, dopo gli assai preoccupanti risultati di uno studio sull’esposizione dei residenti alle emissioni inquinanti dell’impianto chimico di Zwijndrecht, cittadina di circa 18mila abitanti non lontano da Anversa.

In Italia, in aggiunta alle indagini epidemiologiche disastrose, i Pfas ADV e C6O4 sono stati trovati nelle uova e nel latte negli allevamenti circostanti la multinazionale belga Solvay di Spinetta Marengo, anzi, gli scienziati del CNR Centro Nazionale Ricerche hanno rinvenuto i Pfas addirittura nelle uova dei volatili (storni e cince) lontano dal polo chimico, eppure questi fatti non hanno indotto le autorità ad assumere analoghi provvedimenti, anzi esse hanno concesso l’ampliamento delle produzioni.

Fermiamo la deregolamentazione dei nuovi OGM.

Chiediamo al nostro Governo, e in particolare al Presidente del Consiglio e ai ministri dell’Agricoltura, della Transizione ecologica e della Sanità di prendere una posizione forte contro qualsiasi tentativo di escludere i nuovi OGM dalla normativa europea in vigore sugli OGM e a sostenere i controlli di sicurezza obbligatori, la trasparenza e l’etichettatura per tutti gli OGM, per garantire la sicurezza del nostro cibo, così come per proteggere la natura, l’ambiente e la nostra libertà di scelta. Firma la petizione ora!

A Roma il diritto a manifestare è sospeso da mesi.

A partire da ottobre scorso, e fino al 31 dicembre 2022, il Ministro dell’Interno, il Prefetto e il Sindaco, riuniti nel Comitato per l’Ordine e la Sicurezza, hanno disposto il divieto allo svolgimento di manifestazioni (anche statiche) in alcune piazze nei pressi del Parlamento e di Palazzo Chigi. Tale divieto è indegno per un paese democratico, lede il diritto a manifestare garantito dalla Costituzione (articolo 21). Lo ribadisce (clicca qui) il Forum italiano per l’Acquabenecomune  in occasione del

28 Aprile 2022, ore 16.00

Roma – Piazza delle Cinque Lune

Presidio

Per l’acqua, i beni comuni e i servizi pubblici e contro il DDL Concorrenza

I fondi del PNRR per basi militari nei parchi naturali.

Prosegue la mobilitazione contro il progetto della base militare  a Coltano nel Parco regionale di San Rossore:  73 ettari recintati per costruirci 440 mila metri cubi di edifici tra cui una pista per elicotteri, due poligoni di tiro, caserme, centri di addestramento, laboratori e altre strutture di servizio per i militari. Il progetto non sarebbe  sottoposto ai vincoli ambientali della zona in quanto “opera destinata alla difesa nazionale”. L’area ambientale  protetta è già caratterizzata da una forte militarizzazione, tra cui la base di Camp Darby, il più importante deposito di armi statunitensi nella penisola e hub strategico fondamentale nel controllo del Mediterraneo, oggi oggetto di lavori per oltre 40 milioni di euro e della costruzione di una ferrovia per il collegamento diretto col porto di Livorno. I fondi per Contano  provengono dal PNRR, cioè dalla finta transizione ecologica. Clicca qui.

Draghi eroe di guerra col sangue degli altri.

LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI  di Peppe Sini, responsabile del “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera”.

“Quel poco di buono che sta facendo in materia di aiuto umanitario è di gran lunga sopraffatto da quel tanto di folle e scellerato che sta facendo in favore della prosecuzione e dell’estensione della guerra”. “La folle e criminale decisione di inviare armi in Ucraina, in flagrante violazione dell’articolo 11 della nostra Costituzione, fa entrare l’Italia sia de jure che de facto nella guerra in corso, così accrescendola ed estendendola, così contribuendo a nuove uccisioni e nuove devastazioni, così cooperando a provocare nuove stragi , nuovi orrori e nuove indicibili sofferenze alla popolazione ucraina già così crudelmente martoriata”. “L’irragionevole e sciagurata decisione delle cosiddette ‘sanzioni’ non solo non ha fermato la guerra, non solo non ha inceppato la macchina delle stragi, non solo non ha dissuaso il governo russo dal perseverare nella sua furia onnicida, ma ha invece imposto nuove sofferenze e ulteriore povertà alle classi popolari, alle persone e alle famiglie già più sfruttate, rapinate, emarginate ed oppresse del nostro stesso Paese.” “Sembra che il governo non si renda conto della sofferenza e della povertà di milioni e milioni di italiane ed italiani che queste decisioni stanno precipitando in ulteriori sofferenze, ulteriore impoverimento, ulteriore paura, umiliazione ed angoscia.” “Nulla aggiungo sull’insensatezza del riarmo; sulla delittuosità dell’aumento delle spese militari quando invece il nostro paese ha estremo bisogno di incrementare le spese sociali; sull’abissale stoltezza di scelte energetiche che contribuiscono all’avvelenamento e alla desertificazione della biosfera”. Esiste l’alternativa nonviolenta alla guerra… (continua)

Obiezione di coscienza alla guerra.

Una Campagna coordinata dal Movimento Nonviolento. Tutti possono firmare: clicca qui. Tutte le guerre hanno lo stesso volto di morte, in Ucraina come in Afghanistan, nello Yemen come in Siria. Torti e ragioni, aggressori e aggrediti, si mescolano e precipitano insieme nel baratro. Per fermare la guerra bisogna non farla. Per cessare il fuoco bisogna non sparare. È questo il senso profondo dell’obiezione di coscienza: difendere la vita, la libertà, la giustizia, con la nonviolenza che è vita, libertà, giustizia. Da oggi c’è la possibilità di dichiararsi obiettori alla guerra firmando la  Dichiarazione che sarà poi consegnata al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, allo Stato Maggiore dell’Esercito: non contate su di me se volete coinvolgervi nella guerra con più armi, più spese militari, più violenza.

Zelensky vieta ai media ucraini di trasmetter la Via Crucis di Papa Francesco.

media nazionali ucraini non l’hanno trasmessa per protestare contro la decisione di affidare la XIII stazione a una giovane russa e a una sua coetanea ucraina, in segno di riconciliazione tra i due popoli. Irina e Albina, le due giovani, hanno puntualmente svolto la loro parte della funzione. “Ciascuno, nel proprio cuore, preghi per la pace nel mondo” è stato detto immediatamente dopo, in un momento di particolare commozione. 

Posso aggiungere che al  popolo ucraino è capitata la più tragica sventura: avere  Putin come nemico e Zelensky come “amico”?

Lino Balza.

Sesso fra disabili fisici ma non fra disabili psichici.

Un recente studio promosso dalla Fondazione Santa Lucia ha indagato la disponibilità degli italiani al riconoscimento dei diritti sessuali e riproduttivi delle persone con disabilità, evidenziando che mentre una maggioranza significativa è d’accordo nel riconoscere tali diritti alle persone con disabilità fisica, non vi è affatto un’uguale apertura riguardo alle persone con disabilità psichica. (continua…)

Fermiamo la corsa alle armi.

Da un giorno all’altro il governo Draghi ha stanziato 13 miliardi per le spese militari, dopo due anni di pandemia in cui non un centesimo in più fu dato alla sanità pubblica, impiega i nostri militari in operazioni al confine con la Russia e l’Ucraina e invia armi spacciandole per aiuti umanitari.

Il nostro Paese si trova pienamente coinvolto in questo scenario: membro della Nato, con oltre 160 basi militari Nato al proprio interno e con un centinaio di testate nucleari presenti ed un governo completamente asservito agli interessi di chi cerca lo scontro ad ogni costo…. Dibattito a Bussoleno. Clicca qui sulla newslettera di Doriella&Renato le altre iniziative in Valsusa.

La Pace in Marcia alla vigilia della Festa della Liberazione e sul palco del Primo Maggio.

Domenica 24 aprile 2022, vigilia della Festa della Liberazione,  Marcia PerugiAssisi della pace e della fraternità. FERMATEVI! La guerra è una follia. E’ urgente l’apertura di un negoziato multilaterale serio, strutturato, concreto, onesto e coraggioso, sotto l’autorità delle Nazioni Unite. Per salvare la povera gente che è rimasta sotto le bombe. Per scongiurare la catastrofe atomica. Per impedire l’esplosione di una nuova devastante crisi sociale e ambientale. Basta con la propaganda di guerra! Fermiamo la circolazione dell’odio e dell’inimicizia. Siamo solidali con gli ucraini e con tutte le vittime di tutte le guerre dimenticate che continuano a insanguinare il mondo. Chi ama la pace, come recita la Costituzione Italiana, « L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali».

Si svolgerà quest’anno ad Assisi, in piazza San Francesco, la manifestazione nazionale di CGIL, CISL e UIL in occasione del Primo Maggio. Al centro dell’iniziativa i temi della pace, del lavoro e della crescita del Paese.

Lottiamo contro le devastazioni e le guerre per il nostro futuro.

Marcia popolare NO TAV Bussoleno-San Didero sabato 16 aprile partenza ore 14 Piazza del mercato. Clicca qui.

In oltre trent’anni di lotta No Tav abbiamo osservato il mondo trasformarsi, ricevendo molte conferme delle ragioni della nostra lotta, e molte altre se ne sono aggiunte lungo il cammino. Oggi ci troviamo di fronte ad un punto critico della storia:  crisi ecologica, pandemia, crisi economica e sociale di proporzioni solo ipotizzabili e il timore di una guerra totale. Una combinazione in grado di sconvolgere l’umanità per come la conosciamo.

Ci troviamo di fronte ad un’economia di guerra, ma anche ad una guerra che ha dei presupposti economici: l’estrazione di risorse, il controllo dei mercati, la finanza, la globalizzazione. La vita di migliaia di persone è considerata come una merce sacrificabile per tutelare gli interessi di pochi. I corridoi logistici, come quello che dovrebbe collegare Torino a Lione,  vengono venduti come opere strategiche non solo per speculare e fare cassa, ma anche per trasportare armamenti.In un’economia di guerra si possono sacrificare servizi essenziali e costringere le famiglie a fare enormi sacrifici, però  non si può rimettere in discussione un’opera inutile ed ecocida come il Tav.  Quanti soldi che potrebbero essere destinati a scuola, sanità, servizi, sostenibilità e reddito dobbiamo ancora sprecare?

Mentre i prezzi alle colonnine crescono a fronte della speculazione finanziaria, più che per una reale scarsità, si intravede tutta la miopia dei nostri governanti che per decenni hanno perseguito le politiche delle lobbies del fossile, invece di intavolare un serio progetto di transizione ecologica e di rilancio del trasporto pubblico locale. In Valsusa da anni stiamo assistendo al progredire di cantieri altamente dannosi per l’ambiente, con conseguenze allarmanti anche per la salute dei cittadini. La deforestazione messa in atto dai promotori dell’opera ha raggiunto livelli preoccupanti: circa di 5000 piante abbattute. Un solo albero può soddisfare il fabbisogno di ossigeno di 10 persone e che è in grado di assorbire dai 20 ai 50 Kg di CO2 presenti nell’aria: in futuro in Valsusa, a causa dei lavori legati alla costruzione del tunnel di Chiomonte, potrebbero essere emesse nell’atmosfera ben 12 mln di tonnellate di CO2. Mentre affrontavamo la pandemia, tentando di prenderci cura della nostra comunità chiedendo risorse per la salute di tutti/e, ci venivano inviate nuove truppe di occupazione per costruire un recinzione vuota a San Didero.

Mega infrastruttura militare nel cuore del Parco regionale di Migliarino San Rossore Massacciuccoli.

440 mila metri cubi di nuove edificazioni su una area complessiva di 730 mila metri quadrativillette a schiera, poligoni di tiro, edifici, infrastrutture di addestramento, magazzini, uffici, autolavaggi: una vera e propria cittadella per la guerra. I soldi si prenderanno dal PNRR: ecco insomma la transizione ecologica di Draghi su  indicazione del Ministro della Difesa Guerini.

Qui trovate una petizione on line da sottoscrivere con urgenza.

Rivolta del mondo accademico contro i governi.

E’  la più grande mobilitazione di accademici sul tema del cambiamento climatico mai verificatasi. In occasione della pubblicazione della terza parte del sesto rapporto del Gruppo internazionale di studio sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite (International Panel on Climate Change), il gruppo di Scientist Rebellion (Ribellione degli scienziati) ha indetto una settimana internazionale di disobbedienza civile: più di mille tra ricercatori, professori universitari e cittadini coinvolti in proteste ed eventi pubblici di informazione scientifica in 25 Paesi.  In Italia significative azioni di protesta a Venezia, Torino e Roma aventi nel mirino in particolare Eni e Leonardo. Le manifestazioni disobbedienza civile non-violenta sono state represse dalla polizia. Clicca qui.

Si scrive concorrenza si legge privatizzazioni.

Su il Granello di sabbia, il periodico per un nuovo modello sociale di Attac Italia, trovi uno speciale sul Disegno di Legge sulla concorrenza: l’articolo 6 del DDL (A.S. 2469, Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021), recante “Delega in materia di servizi pubblici locali”, si propone, come si legge nella Relazione che accompagna il disegno, di «armonizzare la normativa nazionale con i principi dell’ordinamento UE, di un’abrogazione referendaria, nonché di una consistente attività ermeneutica da parte della giurisprudenza, anche costituzionale», riordinando un quadro normativo definito «disaggregato e complesso». Sempre nella Relazione si afferma che il disegno di legge «intende ribadire, in primo luogo, il doppio fine della tutela e della promozione della concorrenza menzionato nel PNRR: quello dell’efficienza economica e quello della giustizia sociale». Nulla di più fuorviante: si scrive concorrenza si legge privatizzazione. Clicca qui per scaricare l’intera rivista in pdf, articoli di Algostino, Bersani, Carsetti, Oddi, Becheri, Cosentino, Bernardo, Turi, Cacchione, Bertorello.

Le sanzioni alla Russia? Un’arma spuntata secondo l’ISPI.

Intanto la guerra rischia di portare l’Italia in recessione economica. L’ISPI è un prestigioso istituto di ricerca sulla politica internazionale. Ha rilasciato un dossier sull’efficacia delle sanzioni sulla Russia. Il quadro è sconfortante: sono un’arma “spuntata”. La Russia ha facilmente aggirato molte sanzioni con triangolazioni verso i tanti paesi che non hanno aderito alle sanzioni lanciate dalla Russia e dall’Unione Europea. L’81% delle nazioni nel mondo non hanno seguito la NATO nel sanzionare la Russia. Non solo: le entrate per il gas sono aumentate e la Russia oggi ha più risorse economiche di prima grazie al gas diventato merce ricercata e pertanto pregiata. Proprio perché la guerra ha ridotto il flusso del gas, ecco che i prezzi sono schizzati alle stelle.

Zelensky, inoltre, pur chiedendo all’Europa di non comprare il gas russo, di fatto acquista il gas russo. Lo fa non direttamente da Putin ma dall’Europa che lo compra dalla Russia e lo rivende all’Ucraina. Quindi anche l’Ucraina finanzia la guerra del suo nemico. E le banche? Le banche russe tagliate fuori dal circuito mondiale sono solo una parte. Clicca qui.

E mentre ci viene presentata in televisione una Russia economicamente in ginocchio, la realtà è diversa. Il rublo ha riacquistato quota dopo una flessione dovuta ai primi giorni di guerra e ora è ai livelli pre-guerra. In conclusione: la teoria secondo cui sarebbe in corso – grazie alle sanzioni dell’Occidente – un tracollo dell’economia russa non ha riscontro nelle analisi dell’ISPI. Viceversa l’Italia sta per avvicinarsi alla recessione. Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi ha delineato vari scenari: «Nel secondo scenario, la crescita 2022 scenderebbe ulteriormente all’1,6%, e all’1% nel 2023. Nello scenario più severo, nel 2023 saremmo in recessione conclamata. Numeri che spaventano, spaventano in maniera molto forte». 

L’Italia comanderà la Nato in Iraq. Chiediamo invece che esca da quel pantano.

La NATO  (North Atlantic Treaty Organization, Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord)  fu istituita nel 1949 in funzione difensiva: garantire la sicurezza del mondo occidentale dalla minaccia comunista (vera o presunta che fosse), ovvero reagire ad un attacco dell’Unione Sovietica  in Europa o in America settentrionale (art. 5 del Trattato). L’URSS e gli Stati  satelliti  risponderanno nel 1955 con il Patto di Varsavia.

Quale funzione collettiva contro la Russia ha  giustificato l’intervento della Nato  in Bosnia, Erzegonia (1995-2004), Kosovo (1999), Afghanistan (2001-2021), Libia (2011)?  In realtà la Nato è uno strumento militare e politico degli USA nel mondo. 

Quando il 20 marzo 2003 gli Usa invasero (la seconda guerra del petrolio) l’Iraq, migliaia di manifestazioni e proteste si tennero in tutto il mondo, al punto che il New York Times definì l’opinione pubblica mondiale l’unica “superpotenza” in grado di contrastare gli Stati Uniti.  Gli effetti pratici furono irrilevanti. L’Italia all’invasione fornì appoggio politico e logistico, e poi partecipò con un contingente “di pace” di 3.200 uomini e 33 morti (governi Berlusconi, Prodi).

L’Italia  è presente sul territorio iracheno da quasi vent’anni: tra il 2003 e il 2006 le truppe italiane furono impegnate nella missione Antica Babilonia, segnata dalla strage di Nassiriya. Fu poi parte attiva della prima Nato Training Mission Iraq, tra il 2004 e il 2011, ed entrò nuovamente in forze in Iraq nel 2014 con l’operazione Prima Parthica, nell’ambito della missione internazionale Inherent Resolve, avviata dalla coalizione globale contro Isis.

L’ormai prossima assunzione italiana del comando della Nato in Iraq, senza una minima discussione pubblica, amplierebbe la nostra missione da 500 a 4.000 uomini trasformandola di fatto in missione di combattimento.  L’Iraq infatti è un paese nel quale si combatte da tempo una parte del conflitto che oppone Stati Uniti e Iran. Un conflitto combattuto tramite terze parti e giocato con cinismo sulla pelle di donne e uomini iracheni e che tiene in ostaggio il Paese da anni. In questo pantano di un rinvigorito terrorismo, il rischio concreto è che l’Italia, sostituendo gli Stati Uniti, rimanga invischiata nella lotta per il controllo dell’Iraq, e con la conseguenza, tra l’altro, di nuovi gravi rischi anche per la sicurezza delle organizzazioni umanitarie italiane che operano in Iraq

War on terror: 900mila morti in venti anni.

Come in Ucraina , sul piano formale e sostanziale l’Afghanistan fu un’invasione. Con l’obiettivo di difendere la sicurezza nazionale e di cambiare un regime. La ammantammo degli stessi principi con cui un’invasione precedente, quella sovietica del 1979, aveva ammantato la sua: diritti delle donne, distribuzione della ricchezza, istruzione, sviluppo. I sovietici se ne andarono dopo dieci anni con oltre 14mila soldati e circa 800mila mujahedin uccisi e con un bilancio di vittime civili tra gli 800mila e i 2 milioni. Noi ce ne andammo il 15 agosto scorso con un bilancio di oltre 200mila morti: 4mila soldati Usa e alleati, 70mila soldati afghani, 52mila guerriglieri e – tra Afghanistan e Pakistan – almeno 70mila vittime civili, una cifra probabilmente per difetto. Lasciammo inoltre un Paese, è bene ricordarlo, dove sette afghani su dieci vivevano ancora sotto la soglia di povertà proprio a causa del conflitto. Il costo totale di vent’anni di War on terror (Afghanistan, Iraq, Siria) è stato valutato in 900mila morti e 8 trilioni di dollari. Logica (e risultati) della guerra. Clicca qui Il Manifesto.

Tregua pasquale proposta da papa Francesco.

L’umanità intera sostenga la tregua pasquale proposta da papa Francesco e persuada ad accoglierla il governo russo aggressore, il governo ucraino e gli altri governi coinvolti nella guerra.

L’umanità intera faccia proprio questo appello a “una tregua pasquale”; ma non per ricaricare le armi e riprendere a combattere, no!, una tregua per arrivare alla pace, attraverso un vero negoziato, disposti anche a qualche sacrificio per il bene della gente. Infatti, che vittoria sarà quella che pianterà una bandiera su un cumulo di macerie?”.
L’umanità intera faccia sentire la sua voce e persuada il governo russo aggressore, il governo ucraino e gli altri governi coinvolti nella guerra ad accogliere questo appello in nome del bene comune dell’umanità. Ogni giorno in piu’ di guerra altri esseri umani vengono uccisi, ogni giorno in più di guerra nuovi massacri e nuovi abomini vengono commessi, ogni giorno in più di guerra avvicina il rischio della guerra nucleare che può sterminare l’intera famiglia umana.
Cessino immediatamente tutte le uccisioni, le atrocità, le devastazioni.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite è il primo dovere.

Il paradosso del gas e l’invio di armi.

IL PARADOSSO DEL GAS. Zelensky invoca l’embargo energetico contro la Russia mentre Kiev continua a rifornirsi da Putin. Nemmeno la guerra ha interrotto il flusso di metano da Mosca all’Ucraina. Ufficialmente gli acquisti da Gazprom si sono interrotti nel 2015, dopo l’invasione della Crimea. Da allora, infatti, Kiev acquista gas da Slovacchia, Ungheria e Polonia. Peccato che il metano fornito da quegli Stati arrivi sempre dalla Russia, ma l’Ucraina lo compra a un prezzo scontato grazie alla mediazione dei vicini europei.

“ARMI A KIEV? RISCHIO DI GUERRA TRA USA E RUSSIA”. L’ambasciatore russo negli Stati Uniti, Anatoly Antonov, in un’intervista a Newsweek, lancia l’allarme sulla possibile terza guerra mondiale. Un conflitto con gli americani, infatti, coinvolgerebbe anche i Paesi dell’Alleanza atlantica. Secondo il diplomatico del Cremlino, le forniture di armi e munizioni all’Ucraina sono “pericolose e provocatorie”, al punto da portare “gli Stati Uniti e la Federazione Russa sulla via del confronto militare diretto”.

Sanità pubblica, una lenta agonia.

L’Italia, fra i Paesi avanzati e con sistemi sanitari universalistici, è uno di quelli con i più bassi livelli di spesa sanitaria, pubblica e privata, pro-capite, sia in termini assoluti che in relazione al Pil. Tra il 2008 e il 2018 ci sono stati 3 milioni e mezzo di ricoveri in meno, segno del calo dell’offerta pubblica in posti letto e figure sanitarie. In un decennio sono stati cancellati 40.000 (18%) letti di degenza nel pubblico, chiusi 200 ospedali e 1.000 presidi di specialistica ambulatoriale e sono venuti a mancare circa 70.000 sanitari tra medici, infermieri e altri addetti alla sanità. C’è stato uno slittamento tra l’assistenza ospedaliera verso altre strutture assistenziali e anche verso l’assistenza domiciliare, tutte private. La componente privata ha raggiunto il 23-25% con un’offerta di degenza fino al 48% del totale. Continua la fuga di figure sanitarie dal pubblico a causa di trattamenti economici non adeguati e il conseguente allungamento delle liste d’attesa delle prestazioni sanitarie, che spingono i pazienti a rivolgersi sempre più frequentemente al privato. Clicca qui.

Le posizioni dei pacifisti ucraini.

Continuare i colloqui di pace con la Russia nonostante le pressioni militari all’interno e all’estero.

Non esiste alternativa ragionevole alla de-escalation e alla soluzione non violenta del conflitto tra Russia e Ucraina e del conflitto tra Occidente e Oriente.

Fare un’indagine internazionale oggettiva sulle morti di massa.

Indagare i crimini di guerra e assicurare alla giustizia  i colpevoli, non importa da che parte abbiano combattuto.

Condanniamo la politica statale di obbligo di persone maschi al servizio militare in Ucraina e Russia. Ogni persona pacifica ha il diritto di non combattere.

Clicca qui il documento completo.

Bagnoli, prescritte 6 morti di amianto su 7.

Stephan Schmydheiny se la cava di nuovo , già in primo grado, con una condanna a 3 anni  e 6 mesi.  Il processo Eternit di Napoli è nato da uno dei rivoli della maxi-inchiesta della Procura di Torino, avviata nel 2009 dopo l’azione legale collettiva di circa 6.000 persone che chiedevano giustizia e risarcimenti per le 3.000 persone morte dopo aver lavorato o vissuto nei pressi degli stabilimenti Eternit in Italia. Già nel 2014 la prescrizione in Cassazione aveva salvato Schmydheiny da una condanna a 18 anni per disastro ambientale doloso e per omissione volontaria di cautele antinfortunistiche. Ora la storia si ripete.

Si ripete la storia descritta su “Ambiente Delitto Perfetto, di Barbara Tartaglione e Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia.

Inchiesta giornalistica internazionale su Solvay di Spinetta Marengo. Previste clamorose rivelazioni.

Morimont, Dupont e Balza con la troupe.

“Andrà in onda a settembre il lungo reportage della RTBF, la Radio Televisione Belga, sulla Solvay. La troupe della trasmissione “#Investigation” a marzo è stata a Spinetta per raccontare il rapporto e la convivenza tra i residenti della frazione alessandrina e il colosso della chimica.

Durante i 75 minuti dello speciale realizzato dal giornalista Emmanuel Morimont si parlerà anche del processo del polo chimico, dei risultati degli studi epidemiologici condotti sulla popolazione della Fraschetta e si potranno ascoltare le voci di alcuni cittadini intervistati dalla troupe. L’inchiesta giornalistica è ancora in corso e sul contenuto del lungo servizio di approfondimento c’è il “massimo riserbo”, ha spiegato la giornalista Valerie Dupont, corrispondente per la TV belga che si è occupata anche di organizzare e coordinare le interviste a Spinetta.

Lo speciale sulla Solvay, ha comunque anticipato, si muoverà anche negli Stati Uniti perché l’obiettivo è raccontare “come si comporta” il colosso della chimica “all’estero. In Belgio, ha spiegato Valerie Dupont, il nome Solvay è legato a una lunga storia, a una pregiosa Università e anche a numerose iniziative culturali.  In patria resta il “quartier generale” ma la produzione del colosso della chimica è stata “notevolmente ridotta” e spostata all’estero, in particolare in Italia e America. Quando il giornalista belga Morimont ha letto il nome di Spinetta Marengo in un elenco dei siti industriali europei “più inquinati” ha così deciso di approfondire. “Quando siamo stati a Spinetta abbiamo trovato una certa resistenza in alcuni a parlare di certi temi. Solvay è una  realtà industriale che in quella zona crea lavoro. Nel sobborgo non abbiamo visto orti e questo, a nostri occhi, è apparso come un effetto dell’esito del processo. La preoccupazione, comunque, c’è, anche rispetto ai Pfas”. “Tante” le domande poste dai giornalisti e tra, queste, la “più importante” che guida l’inchiesta è se i grandi colossi industriali davvero “riparino” ai danni ambientali legati alle loro produzioni. Per la risposta, però, bisognerà attendere la messa in onda dello speciale sulla tv belga.

Tatiana Gagliano  Radiogold. 

Le promesse Solvay non ingannano: i Pfas devono essere messi al bando a Spinetta Marengo.

Fake news Solvay ai giornali.

Offensiva giornalistica  di Solvay contro il Disegno di Legge Crucioli. La multinazionale promette “zero tecnico” delle emissioni di Pfas (C6O4, ADV) negli scarichi di acqua che, dopo trattamento di “osmosi inversa” (metodo di filtrazione meccanica in uso dagli anni ’50 del secolo scorso) diventerebbe “acqua distillata” e addirittura riutilizzata e non scaricata in Bormida, insomma “ciclo chiuso”. Premio Nobel per la chimica alle giovanissime ricercatrici? insegniamo agli americani?  Tutto risolto? Niente affatto. Ammesso e non concesso la presunta acqua distillata, i Pfas fanno parte del cocktail di tossici cancerogeni presenti a Spinetta Marengo in atmosfera e nelle falde, i filtri dell’osmosi inceneriti mandano Pfas in atmosfera e falde. Inoltre -attenzione- i Pfas sono utilizzati per produrre altri materiali (continua). 

A chi se la prende con i pacifisti colpevoli di non tifare per la guerra.

Su  Tera e Aqua clicca qui alcune risposte

A chi la definisce “novecentesca” per rassicurarsi che rimarrà nei confini di una guerra territoriale.

A chi dice che i pacifisti se ne fregano delle vittime.

A chi ci dice che bisogna sostenere l’esercito ucraino con nuove armi sempre più letali.

A chi ci dice che il nostro è un pacifismo da divano.

A chi chiede a noi “e adesso cosa fareste se foste in Ucraina?”.  

Tera e Aqua è  un bimestrale dell’Ecoistituto del Veneto Alex Langer, aderente al Forum Veneto Ambiente, Salute e Solidarietà

Profumi e yogurt al pfoa e al cromo esavalente.

Nelle cronache di questi giorni si legge che il sindaco di Alessandria ha dovuto emettere una ordinanza per fare accedere nella gigantesca Tenuta agricola e zootecnica  Pederbona (impresa S.G.A)  i tecnici a cui era stato vietato il campionamento dei terreni e la realizzazione di un piezometro (pozzo per analisi di falda) sebbene in ottemperanza ad un piano di caratterizzazione predisposto dalle società di consulenza ambientale per conto della stessa Solvay di Spinetta Marengo. Il tentativo di ostacolare le indagini ambientali è comune a molti agricoltori della zona -si pensa- messi lautamente a tacere dalla multinazionale al di fuori dei procedimenti penali nei quali appunto non si presentano quali parti civili per i risarcimenti di legge.  E’ quanto avvenne nel processo del 2009 clamorosamente  da parte di Pederbona e Paglieri, e descritto in  “Ambiente Delitto Perfetto” di Barbara Tartaglione e Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia. (clicca qui).

A pagina 123 del libro, nella sua monumentale testimonianza  al processo (J’accuse), Balza evidenzia che tra i pozzi chiusi d’urgenza dal sindaco per inquinamento ci sono quelli di Paglieri e Pederbona. A pagina 137 e a pagina 183 si stigmatizza Che la Paglieri producesse borotalchi e profumi con l’acqua al cromo esavalente e altri 21 veleni tossici e cancerogeni. Che la Pederbona conferisse latte al cromo e altri 21 inquinanti alla Centrale del latte di Alessandria e Asti.

Per evidenti ragioni di marchio e bottega, entrambe le aziende si defilarono dall’opinione pubblica e dal processo. Non stupisce più di tanto che ancora oggi la Pederbona tenti di eclissarsi sull’avvelenamento dei pozzi (che addirittura ancora oggi utilizzi per abbeverare il bestiame e irrigare i foraggi?).

L’Arpa ha appena pubblicato i valori della campagna di monitoraggio 2021

La direttrice Marta Scrivanti descrive: “Nelle acque di falda interne alla Solvay ci sono ancora dei punti in cui si registrano per i parametri Cloroformio e Tetracloruro di carbonio concentrazioni superiori agli obiettivi di bonifica specifici. In altri piezometri interni è stata confermata la presenza di composti  organo clorurati nonché di inquinanti inorganici, tra cui il cromo esavalente, in concentrazioni superiori alla soglia di contaminazione. All’esterno del polo chimico abbiamo la presenza di inquinanti in concentrazioni superiori ai limiti. Ad esempio cC6O4 e ADV”. L’Arpa d’altronde ha fatto prelievi presso allevamenti nell’area circostante Solvay ritrovando campioni di pfas C6O4 e ADV nel latte e nelle uova. E’ ufficiale: l’acqua del pozzo dell’acquedotto di Montecastello, distante decine di chilometri, non verrà mai più utilizzata.

La Provincia di Alessandria, che per il C6O4 ha addirittura concesso l’estensione dell’ autorizzazione AIA, per bocca di Enrico Bussalino, subentrato nella presidenza all’altro leghista Gianfranco Baldi, ha respinto le censure della  Commissione Ecomafie. A Bussalino, da sindaco di un lontano paesino dell’Appennino che nulla conosce di Solvay e di Spinetta, interessa solo che “l’azienda abbia tutela del segreto industriale” piuttosto che i cittadini abbiano il diritto di conoscere l’impatto ambientale. 

Un nuovo sito web per la Federazione FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).

«Uscire dalla segregazione, superare la marginalità, riappropriarsi della libertà. Questa è la nostra storia, la nostra identità»: si apre con queste parole il nuovo sito web della Federazione FISH, che si avvale di una veste grafica rinnovata, di una tecnologia in linea con i tempi attuali e anche di una diversa organizzazione dei contenuti, mantenendo per altro quale base della comunicazione l’identità della Federazione stessa, cui si collegano le notizie ufficiali, le attività progettuali, gli eventi e le varie pubblicazioni (continua…)

Per ricercare i Pfas basterebbero anche le mascherine Covid, quelle Solvay poi sono speciali.

Per la Solvay di Spinetta Marengo le amministrazioni piemontesi (Regione Provincia Comune) i PFAS neppure li cercano in falda, suolo e atmosfera, tantomeno nel sangue dei lavoratori e dei cittadini,  figuriamoci se fanno ricerche tramite analisi delle mascherine Covid. Dagli americani, che sono più responsabili, è arrivato  uno studio dei ricercatori della Oregon State University  pubblicato su Environmental Science & Technlogy Letters. Con la tecnica della spettrometria di massa,  i ricercatori hanno analizzato nove tipi differenti di mascherine rinvenendo in tutte livelli di Pfas.

In Italia, proprio in Piemonte, avremmo potuto fare di meglio e di più perché Solvay, come pubblicizza (Clicca qui) su tutti i giornali in particolare alessandrini, produce proprio  nello stabilimento di Spinetta Marengo  “un materiale innovativo e alternativo rispetto alle soluzioni attuali per la realizzazione dello strato filtrante delle mascherine riutilizzabili. La nuova membrana filtrante è realizzata con PTFE (politetrafluoroetilene) espanso (e-PTFE). Solvay è l’unica società in Italia in grado di produrre il polimero necessario per la realizzazione di queste membrane di e-PTFE. Si tratta di un polimero ad altissima prestazione (Algoflon ® DF) che pochissime altre aziende al mondo sono in grado di realizzare”. Queste mascherine sono speciali per trattenere Covid (Ma… rilascerebbero Pfas?).  Solvay non si è offerta di fornirle per la popolazione spinettese. 

A proposito di Pfas, nella stessa pubblicità, Solvay mette in risalto “Oltre  la produzione di polimeri speciali per gli elementi filtranti delle mascherine, il sito Solvay di Spinetta Marengo produce anche materiali innovativi direttamente utilizzati in sistemi di erogazione di ossigeno sanitario e nella produzione di componenti per ventilatori nei reparti di terapia intensiva  (Fomblin ®)”In aggiunta ai già citati Algoflon ® DF e Fomblin ®, Solvay produce in Italia altri polimeri speciali come: Fomblin ® Z DEAL, utilizzato per i sistemi di somministrazione dei farmaci come ad esempio cerotti a rilascio lento; Fomblin ® Y, impiegato in cuscinetti per applicazioni ad alta temperatura soprattutto nell’industria alimentare grazie all’approvazione NSF (la National Sanitation Foundation è considerata la più grande organizzazione mondiale nel settore della verifica e della certificazione dei prodotti in ambienti alimentare); Galden ® , utilizzato come fluido di servizio nei sistemi di liofilizzazione con numerose applicazioni nell’ambito di prodotti farmaceutici critici; Tecnoflon ® FKM e FFKM utilizzati nella sigillatura dei macchinari per la lavorazione degli alimenti, così come nei dispositivi farmaceutici e medici.”.

Cingolani in conflitto di interessi autorizza l’inquinamento Solvay di Rosignano.

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A completare l’operazione, come avevamo anticipato, il gruppo chimico Solvay ha in progetto di separare le attività in due società indipendenti quotate in Borsa: SpecialtyCo nelle specialità, EssentialCo nella chimica di base; nomi che sono per ora solo indicativi e che saranno cambiati una volta completata la scissione, prevista nella seconda metà del 2023, una volta approvata dagli azionisti e ricevute le necessarie autorizzazioni.

Secondo l’UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente) il litorale di Rosignano eÌ tra i 15 tratti costieri piuÌ inquinati del Mediterraneo a causa degli “sversamenti di gesso e calcare, metalli pesanti bioaccumulabili quali mercurio, arsenico, cadmio, cromo e piombo. Si calcola che negli ultimi 80 anni l’azienda ne abbia sversati in mare circa 13 milioni di tonnellate. Qualche mese fa anticipando di cinque anni la sua scadenza naturale prevista per il 2027, il Ministero della Transizione Ecologica ha rinnovato l’autorizzazione integrata ambientale (AIA) alla multinazionale, permettendole di continuare cosi a realizzare prodotti chimici nello stabilimento e a sversare i residui della produzione in mare per altri 12 anni, con un limite di 250.000 tonnellate l’anno. Insieme a WWF e ai cittadini, il fondo Bluebell Capital Partners (gruppo finanziario londinese guidato dagli italiani Giuseppe Bivona e Marco Taricco)  ha presentato ricorso al Tar della Toscana per l’annullamento del decreto.

Clamorosa l’AIA di Cingolani in conflitto di interesse per aver firmato un decreto che avvantaggia la Solvay   con cui, da dirigente di Leonardo, aveva concluso una joint-venture.

A chi giova che la guerra continui e la pace ritardi.

E così con la guerra si è alla resa dei conti. L’Europa dovrà pagare di più la quota Nato, comprando ovviamente più armi e aerei da caccia Usa, e anche più gas americano. Tutto a beneficio delle corporation e del complesso militar-industriale. E’ la ricetta di Biden, tentato di prolungare un conflitto che logora Putin e riempie le casse americane. Un mondo perfetto per “esportare” ancora una volta la democrazia”. Una analisi economica di Alberto Negri su Il Manifesto: clicca qui 

Promuovere una altrettanto “grande manifestazione di solidarietà e impegno per la pace” pure a Donetsk o Lugansk.

Leopoli

Non per polemica ma per esporre un punto di vista: Non mi risulta che dopo la marcia di Sarajevo sotto assedio nel ’92 ci sia stata una marcia sotto le bombe a Belgrado nel ’99, pur se sui ponti di Belgrado qualche distintivo con il “Target” si sia all’epoca visto.

Eppure, la popolazione di Belgrado, Pancevo, Kragujevac non aveva allora colpe maggiori di quella di Sarajevo o Bihac.

Per non ripetere sempre gli stessi errori, e proprio nel nome della “diplomazia dei popoli”, dopo Leopoli non sarebbe giusto e perfino politicamente corretto promuovere una altrettanto “grande manifestazione di solidarietà e impegno per la pace” pure a Donetsk o Lugansk, in sostegno delle popolazioni aggredite e bombardate dal 2014 da bande paramilitari e mercenarie organizzate, armate ed addestrate da Nato, UE e Israele? Oppure si ritiene strabicamente che nel Donbass ci stiano i cattivi e a Leopoli i buoni, come allora a Belgrado e Sarajevo, supportando così di nuovo la stessa Italia guerrafondaia (Mattarella era allora vice-Presidente del Consiglio di D’Alema, che oggi traffica armi con la Colombia per conto di Leonardo-Fincantieri), stavolta con conseguenze ancora più tragiche di quelle che già abbiamo subito da allora, con una crisi balcanica mai risolta e che oggi si inasprisce in tandem con la questione ukraina, con una Bosnia ridotta a fucina jihadista e un Kosovo trasformato in immensa base Nato con l’oppio intorno a minacciare di nuovo la Serbia?

Jure Eler

“Non vogliono la guerra ma la fanno”.

Noi pacifisti nonviolenti, ignorati e giudicati con sufficienza anche da tanta parte dei media, non siamo passivi e non siamo equidistanti tra aggrediti e aggressori, ma non ci limitiamo a ripetere luoghi comuni: sosteniamo per esempio i nonviolenti russi e ucraini, che si oppongono con coraggio al pensiero dominante nei loro paesi e non chiedono sostegni militari per le loro patrie. Il movimento pacifista ucraino, per bocca del suo portavoce Yurii Sheliazhenko, docente alla KROK University a Kiev, ha scritto: « Per risolvere l’attuale conflitto militare a due binari, Ovest vs Est e Russia vs Ucraina, nonché per fermare qualsiasi guerra ed evitare guerre in futuro, dovremmo usare tecniche di politica nonviolenta, sviluppare una cultura di pace e educare alla pace le prossime generazioni. Dovremmo smettere di sparare e iniziare a parlare […]Sarebbe meglio resistere ai comportamenti sbagliati senza violenza e aiutare le persone fuorviate e militanti a comprendere i benefici della nonviolenza organizzata.» In verità il metodo nonviolento non è conosciuto, studiato e sviluppato, mentre quello violento militarista è di istintiva immediatezza ed ha alle spalle strutture collaudate e foraggiate con i soldi dei contribuenti.

Arrendendosi all’aggressore? Certo che no. Ma, pur comprendendo le giuste ragioni di sovranità e autodeterminazione dell’Ucraina, ritengo sconveniente combattere militarmente contro il prepotente nemico russo che bombarda l’Ucraina. Oggi mezza Ucraina è distrutta. E allora chiedo: non sarebbe stato meglio (e ancora oggi sarebbe meglio) concedere qualcosa dell’integrità territoriale, rinunciare all’ingresso nella Nato, accettare di essere uno stato neutrale, magari smilitarizzato?

Clicca qui l’intervento  del presidente del Movimento Internazionale della Riconciliazione branca italiana dell’IFOR (International Fellowship of Reconciliation)

Un problema complesso come l’autismo chiede risposte altrettanto complesse.

«La Giornata Mondiale di Consapevolezza dell’Autismo è un’occasione per bilanci e proposte, confidando in un cambiamento, non più procrastinabile, sia nella presa in carico che nella cura – nel corretto significato di “prendersi cura” – delle persone autistiche durante tutto il corso della vita. È un problema molto complesso che ha bisogno di risposte altrettanto complesse, altrimenti non potremo mai parlare di Qualità della Vita. Noi famiglie siamo consapevoli, lo sono le Istituzioni, a partire da quelle della nostra Regione?»
(continua…)

L’importanza dell’educazione inclusiva sottolineata nella Giornata dell’Autismo «Ribadiamo la necessità di realizzare una rete integrata di servizi realmente in grado di garantire una presa in carico tempestiva, globale e continuativa della persona con disturbo dello spettro autistico e dei suoi familiari,  in tale contesto, particolare rilievo, unitamente agli aspetti legati alla salute, al sociale, al lavoro e al tempo libero, assume il percorso dell’educazione inclusiva, tema indicato quest’anno dall’ONU quale focus della Giornata»
(continua…)