Pfas belgi prodotti in Italia ma vietati in Belgio.

Memori dei Pfas rinvenuti in Canada e Usa nel latte materno, analogamente ai divieti alimentari già presi negli Stati Uniti, a tutela della salute le autorità regionali delle Fiandre hanno deciso di vietare drasticamente il consumo di uova da allevamenti rurali per le contaminazioni di PFAS. La misura si applica a tutti gli allevamenti, e non solo a quelli impattati dalla presenza dello storico impianto della multinazionale americana 3M. In particolare le Autorità sanitarie del Belgio stimano che il consumo di un solo uovo fiammingo “rurale” a settimana contribuisca al 98% dell’esposizione.

Non solo. Analogamente alle azioni legali negli Stati Uniti contro l’azienda, in Belgio, a causa di scarichi contaminanti di Pfas, le competenti autorità puntano ancor più decisamente l’indice contro la 3M, dopo gli assai preoccupanti risultati di uno studio sull’esposizione dei residenti alle emissioni inquinanti dell’impianto chimico di Zwijndrecht, cittadina di circa 18mila abitanti non lontano da Anversa.

In Italia, in aggiunta alle indagini epidemiologiche disastrose, i Pfas ADV e C6O4 sono stati trovati nelle uova e nel latte negli allevamenti circostanti la multinazionale belga Solvay di Spinetta Marengo, anzi, gli scienziati del CNR Centro Nazionale Ricerche hanno rinvenuto i Pfas addirittura nelle uova dei volatili (storni e cince) lontano dal polo chimico, eppure questi fatti non hanno indotto le autorità ad assumere analoghi provvedimenti, anzi esse hanno concesso l’ampliamento delle produzioni.