A Roma contro la guerra e l’invasione turca del Kurdistan.

Mobilitazione per il 4 giugno. Parallelamente all’invasione turca nel Kurdistan del Sud (Nord Iraq) e gli attacchi continui della Turchia al Rojava, l’esercito iracheno ha aumentato massicciamente la sua presenza militare nell’area di insediamento degli yazidi e sta attaccando gli yazidi sopravvissuti nel 2014 al genocidio dello Stato Islamico per smantellare la loro amministrazione autonoma e le proprie strutture di autodifesa. Clicca qui.

Campagna “AGLIO SOLIDALE E NON SOLO…” per aiutare i Curdi.

Kurdistan nazione che non esiste.

“Verso il Kurdistan”, con altre associazioni, sta lavorando ad un ambizioso progetto per dotare Shengal di un ospedale attrezzato ed ha già inviato un contributo di 30 mila euro. C’è ancora molta strada da fare col tuo aiuto. Shengal si trova in una zona montagnosa, molto arida. Mentre continua l’invasione turca del Sud Kurdistan (nord Iraq) e sono incessanti i bombardamenti turchi sui villaggi e sulle città del Rojava, l’esercito iracheno ha aumentato la presenza militare nella regione di Shengal contro i kurdi yazidi, sopravvissuti al tentativo di genocidio dell’Isis nel 2014, con l’obiettivo di smantellare la loro amministrazione autonoma e le forze di autodifesa. Clicca qui.

Il caso Assange per capire la libertà di informazione in Italia.

La manifestazione a Genova

Torniamo in piazza per Julian Assange mentre osserviamo   che anche in Italia la libertà di stampa  e d’informazione sta vivendo un grave momento. Ce lo dimostrano i gravi  colpi inferti  ai giornalisti che lavorano per la  trasmissione REPORT (e perfino nel nostro piccolo siamo stati oggetto di minacce). Chi cerca di dare una informazione veritiera su questioni fondamentali  che possono  responsabilizzare e rendere più consapevoli cittadine e cittadini viene intimorito, ostacolato, infangato. Stiamo assistendo  a una situazione che ci porta a Julian Assange. Julian ha vissuto e sta vivendo tutto questo. Il carcere si aggiunge, con la promessa che se verrà estradato negli Stati Uniti  di anni di carcere ce ne saranno per lui, 175 da scontare. Non ha commesso crimini. Li ha denunciati. Come giornalista d’inchiesta  ha svelato verità  ritenute molto scomode dagli Stati Uniti. Queste Verità contengono crimini, delitti commessi da un esercito in ‘missione di pace. Julian per aver fatto bene il suo lavoro, sta pagando duramente dal 2010. E ora l’estradizione  con quest’ultima firma del ministro  dell’interno inglese, può essere imminente

Ora che sta succedendo  qui da noi, in Italia, capiremo  meglio il meccanismo infernale per cui la libertà di stampa  disturba chi ce la vuole togliere, chi vuol punire coloro che fanno un giornalismo autentico, professionale? Vogliamo provare ad immaginarci una stampa soggiogata totalmente dai  poteri forti? La nostra Rete dei Movimenti Ecopacifisti fa argine.

Via il nucleare USA dall’Italia.

Dopo il disastroso incidente avvenuto nella centrale di Chernobyl nel 1986, abbiamo votato a larghissima maggioranza contro la presenza del nucleare civile in Italia, distogliendo lo sguardo dall’evidenza che fin dal 1957 il nostro Paese era utilizzato dagli Stati Uniti per lo schieramento di missili rivolti contro l’Urss e i Paesi dell’Est europeo riuniti nel Patto di Varsavia, con  il compito di rispondere a un eventuale attacco contro i Paesi Nato sganciando testate nucleari americane su Praga e Budapest. Ancora oggi, a 85 chilometri da Milano nel caso della base Usa di  Ghedi, a 95 chilometri da Venezia nel caso di Aviano,  ospitiamo un arsenale atomico  con una forza di distruzione superiore a tre bombe di Hiroshima che ci può anche scoppiare sotto il culo. Clicca qui in quotidiano cattolico  “Avvenire” in merito all’iniziativa di ventidue associazioni pacifiste  che hanno commissionato un Parere giuridico sulla presenza delle armi nucleari in Italia alla sezione italiana di Ialana, l’Associazione internazionale degli avvocati contro le armi nucleari, con status consultivo presso le Nazioni Unite. Lo studio che ne è risultato è una chiara denuncia dell’illegalità della presenza degli ordigni nucleari sul suolo italiano, in violazione del Trattato di pace del 1947 e del Trattato di Non Proliferazione del 1968, ratificato dal nostro Paese nel 1975, oltre che di varie norme nazionali e internazionali.