Salute a pagamento (se i soldi li hai).

La spesa sanitaria privata è in costante aumento: nel 2020 è stata di 43 miliardi, nel 2019 era di 39,5 miliardi, nel 2005 era di 25 miliardi. In media nel 2019 ogni italiano (bambini compresi) ha speso di tasca propria 640 euro per curarsi. Di queste, almeno 400 euro (1.600 per una famiglia) sono servite per cure necessarie che avrebbero dovuto essere fornite dal sistema sanitario nazionale: prestazioni diagnostiche, curative, riabilitative o preventive, tra le quali si segnalano soprattutto le cure odontoiatriche, la fisioterapia, le visite specialistiche. 400 euro sono una media, perché in realtà la tassa non è stata pagata da tutti gli italiani ma solo da chi ha problemi di salute, che quindi ha pagato molto di più di 400 euro, soprattutto dalle persone di classe medio-bassa e bassa perché sono loro che si ammalano di più, infatti il 7,9% degli italiani (circa 4 milioni) ha rinunciato ad almeno una prestazione prescritta (in maggioranza cure odontoiatriche). Per il ricorso alla sanità privata, la principale causa  delle lunghe attese e dei ticket è la scarsità di fondi di cui dispone il  sistema sanitario pubblico: la spesa sanitaria pubblica nel 2019 è stata pari al 6,4% del PIL, una delle spese più basse della UE . In questi decenni, lo slogan “meno tasse” in realtà ha significato  “meno tasse a ricchi e benestanti, perciò se lo Stato ha meno entrate e inevitabilmente taglia la spesa e la prima a essere tagliata è quella per i servizi sociali (sanità, politiche sociali, istruzione, trasporti pubblici ecc.). Clicca qui.

I programmi elettorali secondo gli ecopacifisti e il volontariato.

Quelli che avrebbero più motivo di andare alle urne, i più fragili, i più poveri, i più emarginati, sono proprio quelli che non votano. E, al contrario, il nucleo costante dell’elettorato è costituito dalle categorie superiori, dai ceti più ricchi e più istruiti, dai maschi delle regioni del centro-nord. La crescita dell’astensione obbedisce a una logica implacabile: accentua le disuguaglianze economiche, sociali, demografiche. Se gli uni finiscono per essere estromessi, allontanati, dimenticati, gli altri sono sovrarappresentati. Il Parlamento eletto rischia di dare come non mai un’immagine falsata del Paese. Finora i partiti hanno fatto poco o nulla per arginare l’astensione. Le liste dei candidati, i soliti nomi, noti e arcinoti, avranno semmai contribuito allo sconforto e alla frustrazione. Soprattutto sono sottovalutati i programmi. Su questo insistono ecopacifisti e volontariato.

 “s o s t e n i b i l i t a e q u i t a s o l i d a r i e t a . i t” : Con l’auspicio che si possa formare un’aggregazione comprendente buona parte del variegato mondo ambientalista intorno a pochi punti essenziali, elenchiamo di seguito alcuni punti  (La transizione ecologica. Conversione economica dell’ecologia. La leva fiscale. Riforme sociali per ridurre le disuguaglianze)

su cui riteniamo necessario avviare un confronto per provare a costruire un’alleanza sul fronte ecologista: (clicca qui).

Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera”: Occorre una coalizione contro la guerra. Fermare la guerra, cessare la produzione e l’invio di armi assassine, revocare le folli e scellerate “sanzioni” che stanno devastando l’economia europea e gettando nell’abisso della miseria le classi lavoratrici e popolari. (clicca qui).

“OMAR (Osservatorio Malattie Rare) con lAMR (Alleanza Malattie Rare)”: Incontro-confronto con i  responsabili Sanità delle varie forze politiche, per sottoporre le proprie istanze, con l’auspicio che esse possano essere da subito considerate dal nuovo Parlamento e dal nuovo Governo. (continua…)

Fish (Federazione italiana per il superamento dell’handicap): Servirebbe in un vero e proprio contratto da sottoscrivere con l’intero movimento associativo delle persone con disabilità e delle loro famiglie, che obblighi chi andrà al governo a dare concretezza alle pari opportunità e all’inclusione sociale delle stesse persone con disabilità. (continua…)

Ecoitaliasolidale:  Non si intravedono validi programmi elettorali sull’ambiente, siamo aperti al confronto per valutare se può esistere ancora in Italia una rappresentanza politica competente. (clicca qui).

Unione Popolare: L’unione che raccoglie senza simboli o bandiere di singoli partiti un insieme di realtà politiche di sinistra e associative ha esplicitamente messo tra le sue priorità la transizione ambientale nel suo programma allegato in sintesi (clicca qui).

“Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera”: Ed ancora una volta saranno esclusi dal voto milioni di persone che in Italia vivono, lavorano, crescono i loro figli, fanno un gran bene al nostro paese. Milioni di persone che continuano a subire nel nostro paese un regime di apartheid, una violenza razzista istituzionale che è strettamente connessa ed complice della violenza razzista e schiavista e assassina dei poteri criminali e del regime dei predatori e della corruzione. Cosa si attende ancora a riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che in Italia vivono? Cosa si attende ancora a far cessare il regime della segregazione razzista nel nostro paese?

“CSVnet”, la rete che riunisce 48 Centri di Servizio per il Volontariato: Mancano nel dibattito elettorale idee e proposte strategiche per potenziare il Terzo Settore e valorizzare l’impegno del volontariato per un Paese più inclusivo, solidale e sostenibile.  Lettera ai leader delle principali forze politiche chiedendo impegni precisi per sostenere il Terzo Settore e i volontari che in questi anni hanno tenuto unito un Paese indebolito dalla crisi economica e sociale e dalla pandemia (continua…)

“Federazione FISH Liguria”:  Quante persone sorde o ipoudenti escluse dal dibattito pre-elettorale!
Richiedere, ricevere e comunicare informazioni e idee su base di uguaglianza con gli altri: lo prescrive la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che dal 2009 è una Legge Italiana, e tuttavia, come denunciano due Associazioni aderenti alla Federazione FISH Liguria, chiedendo in tal senso un intervento dell’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni), «le persone sorde o ipoudenti stanno incontrando molte difficoltà, in ogni sede, ad ascoltare e comprendere bene quanto viene detto dai candidati alle prossime elezioni politiche nazionali» (continua…)

AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla):  Dare continuità alle azioni sulla sclerosi multipla e le patologie correlate; e per le persone con disabilità in generale. Documento con le priorità di azione urgenti
(continua…)

Fridays for Future Italia:  Volete il nostro voto ma ignorate la nostra voce. La politica dei partiti si è presa tutto il palcoscenico e la facoltà di scegliere cosa è meglio per il paese, ma è lontana dalle istanze e dalle preoccupazioni delle persone che dicono di rappresentare. Non potete rappresentarci se non ci ascoltate. Clicca qui https://fridaysforfutureitalia.it/lagenda-climatica/

 APRI Associazione Cimadori per la ricerca italiana sulla sindrome di Down, l’autismo e il danno cerebrale: Quanto mai necessari alcuni provvedimenti  aumentando la qualità di vita delle persone con autismo e del loro contesto familiare e sociale nel presente e nel futuro, oltre a ridurre la grande spesa pubblica che oggi costituisce un eclatante esempio di spreco di risorse. (continua…)

Centro Studi Erickson: Il tema del riconoscimento nella scuola delle differenze e di un approccio educativo attento alle diversità è praticamente assente dai programmi elettorali delle principali forze politiche. E invece facilitare inclusione, equità e pari opportunità è esplicitamente previsto dall’“Obiettivo 4” (“Istruzione di qualità”) dell’Agenda ONU 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. (continua…)

Lo scandalo irrisolto dei dispositivi respiratori della Philips.

L’amministratore delegato della Philips, Frans van Houten, è stato costretto alle dimissioni in quanto gli ultimi due anni del suo mandato sono stati segnati dallo scandalo dei dispositivi per l’apnea notturna, che potrebbero aver causato  problemi di salute, e che Philips non ha ancora risolto di riparare e sostituire.

Tant’è che il Ministero della salute ha lanciato l’allarme che riguarda i pazienti che sono in trattamento con i dispositivi a pressione continua delle vie aeree (CPAP), i dispositivi a pressione positiva delle vie aeree bilivello (PAP) e i ventilatori meccanici, utilizzati nella terapia del sonno e per il trattamento di alcune patologie delle vie respiratorie. Questi  trattamenti avvengono sia presso il proprio domicilio che presso le strutture sanitarie ospedaliere.  La schiuma fonoassorbente in poliuretano su base poliestere (PE-PUR), usata nei citati dispositivi come attenuatore acustico durante il funzionamento di routine, potrebbe degradarsi liberando particelle e composti organici volatili, che potrebbero essere inalati e/o ingeriti. La degradazione della schiuma può rappresentare un potenziale rischio a medio e lungo termine per la salute degli utilizzatori. L’allarme è condiviso con l’Associazione italiana degli pneumologi ospedalieri (AIPO), con la Società italiana delle malattie respiratorie infantili (SIMRI) e con la Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (SIAARTI).

Accuso Solvay in tribunale per il mio cancro. Ma anche per gli operai.

Il Dossier in 500 pagine è disponibile a chi ne fa richiesta.

Il 28 agosto, nell’esposto (clicca qui) che  ho depositato presso il Tribunale di Alessandria,  ho allegato (clicca qui) il report ufficiale del  Centre Hospitalier Universitaire de Liège SERVICE DE TOXICOLOGIE Professeure Dr Corinne CHARLIER – C.Charlier@chuliege.be Cheffe de Service, Professeure ordinaire – Experte judiciaire.

Infatti, con la nostra collaborazione, l’emittente televisiva belga Investigation  (RTBF) ha affidato al laboratorio di tossicologia dell’Ospedale Universitario di Liegi la determinazione di diversi PFAS, tra cui PFOA e PFOS, in campioni di sangue: da un lato  prelevati da abitanti di Spinetta Marengo  nelle vicinanze del sito industriale Solvay (sito produttivo di fluoropolimeri), e dall’altro a qualche chilometro più lontano da abitanti di Alessandria. L’obiettivo era quello di oggettivare il sospetto di un’esposizione particolarmente elevata ai PFAS nelle vicinanze di Solvay, legata alle attività e alle emissioni dell’azienda, e quindi di una maggiore contaminazione da PFAS di questa popolazione.

I risultati di queste ricerche scientifiche permettono di affermare che la popolazione di Spinetta Marengo è significativamente contaminata sia dai cosi detti “vecchi” che dai “nuovi “ PFAS : PfOA – C6O4, –  ADV, tutti tossici e cancerogeni. 

In particolare, rilevo nell’esposto, i risultati delle analisi dei  composti perfluorurati (Pfas) nel mio  sangue, consegnatimi dall’Università di LiegiMisurano le seguenti concentrazioni in µg/l (microgrammi per litro): PFOA: µg/l 11,48 e PFOS: µg/l  9,65. Invito il Procuratore capo Enrico Cieri, tralasciando per il momento  la riflessione sul PFOS che ufficialmente non sarebbe stato lavorato dalla Solvay, e in attesa dei risultati delle analisi su ADV e C6O4, invito a soffermarsi  sul PFOA.

Dunque la mia misurazione nel 2022 è µg/l 11,48 : sono  considerati dall’Università un livello di rischio attuale (sotto i 2 µg/l. non ci sarebbero rischi per la salute, beninteso secondo le attuali conoscenze). Dunque, se è vero che ottimisticamente il PFOA dimezza la sua presenza nel sangue ogni 3,7 anni,  nel 2002 , 20 anni fa,  quando mi sono allontanato dallo stabilimento, il livello di PFOA nel mio sangue era di 598,80  µg/l. Se l’ASL mi avesse sottoposto a prelievo di sangue, come richiesi per me e per tutta la popolazione, l’ASL avrebbe misurato 598,80 µg/l. Enorme. Nel frattempo infatti ho subìto l’asportazione totale della tiroide per cancro maligno (limitandoci alla malattia, finora più importante, tra quelle attribuite dagli scienziati ai PFAS).

Al Procuratore capo ho inoltre sottolineato che nel 2013,  anno in cui Solvay dice di aver concluso la produzione di PFOA (sostituendolo con C6O4 e ADV), il mio livello sarebbe stato 100 µg/l. Tra i trenta spinettesi analizzati dall’Università di Liegi, i dati più alti riguardano ex operai Solvay che adesso hanno 39 µg/l, un valore che se fosse stato estrapolato (con il sistema del dimezzamento ogni 3,7 anni) nel 2013 avrebbe superato quota 300  µg/l. Tre volte il mio, considerando che io non ero addetto alle produzioni ma impiegato amministrativo. Per tutti sono valori stratosferici.

Nell’esposto ho di nuovo sottolineato che da sempre Solvay effettuava privatamente i prelievi del sangue agli operai e li secretava (come denunciato in Procura già nel 2009), dunque Solvay sapeva. Non è questa una condotta dolosa? In tutti i 15 esposti abbiamo sostenuto senza reticenze questa condotta della Solvay, sia per la sua lunga conoscenza internazionale dei rischi derivanti dai PFAS, sia localmente per la consapevolezza altrettanto prolungata dei danni provocati all’ambiente addirittura verificati nel sangue dei propri dipendenti, reati a nostro giudizio senza soluzione di continuità quanto meno dalla data di acquisizione della proprietà in Italia.

Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro

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Pfas anche in Toscana: fiumi e mari. Vanno fermati in tutta Italia con il Pfas nel sangue fino a 10 volte in più.

Disegno di legge Crucioli.

Avvelenamento da Pfas. I Comitati accusano. La Solvay è “stupita”. Il sindaco fa lo slalom.

Rete Ambientalista: “La popolazione di Spinetta Marengo è contaminata da Pfas”.

Solvay: tutte le istituzioni sapevano del sangue contaminato dei lavoratori.

I vaccinati si ammalano più degli altri: cosa cambia con la “scoperta” dell’ISS.

Variante Omicron 5, reiterazione dei vaccini, efficacia di quelli a mRna, eventi avversi: gli ultimi studi sul Covid stanno smontando molte tesi ideologiche .Nessuno in Italia – né enti istituzionali, né l’Accademia e tantomeno i politici – avvertono l’esigenza di promuovere un momento di riflessione pubblica su quanto è successo in Italia con la comparsa del Covid dai primi del 2020 in poi. Eppure, tanti sono gli interrogativi sospesi – da come è iniziata l’epidemia alla tempestività e appropriatezza delle misure predisposte – e che oggi tornano ad incombere a fronte dell’incertezza delle prospettive che si profilano al nostro orizzonte. Ci sarà una recrudescenza della pandemia? Quali vaccini dovremo utilizzare? Non dovremmo sviluppare una strategia diversificata? È pronto il nostro sistema sanitario a farvi fronte?

Non sono questioni di scarsa irrilevanza ed è scandaloso che l’informazione debba limitarsi a riportare le esternazioni – spesso strampalate, quando non addirittura ispirate ad una visione catastrofista priva di qualunque fondamento – di un manipolo di esperti, invero conosciuti ormai più per le loro intemerate televisive che per le ricerche che realmente conducono in laboratorio o nei reparti. Proviamo noi a formulare – quantomeno – le domande fondamentali. Leggi tutto

Il Servizio Sanitario Nazionale è stato smantellato dalla destra o dalla sinistra?

Una risposta sarebbe: a due mani. Invece non è  proprio così. Il 23 dicembre 1978 nasceva il Servizio Sanitario Nazionale e la creazione delle Unità Sanitarie Locali: la legge, la 833, fu varata dal governo Andreotti e fu il successo storico del primo Ministro della Salute donna, Tina Anselmi. I principi fondanti erano i seguenti: universalità, uguaglianza, gratuità, globalità dei servizi offerti, solidarietà, democraticità, controllo pubblico e unicità (niente privati).  

Poi il processo di progressiva disapplicazione dell’art 32 della Costituzione è avvenuto in tre fasi. 1992, il governo Amato avvia la regionalizzazione della Sanità e istituisce le Aziende Sanitarie Locali e Ospedaliere: ha inizio il processo di aziendalizzazione della sanità. 1999, il governo D’Alema, ministre Rosy Bindi alla sanità  e Livia Turco alla solidarietà, conferma e rafforza l’evoluzione in senso aziendale e regionalizzato e istituisce con lo zampino dei sindacati i fondi integrativi sanitari per le prestazioni che superano i livelli di assistenza garantiti dal SSN. 2001, approvato dal governo Amato2 e confermato col 64% dal referendum sostenuto dal centro-sinistra mentre governa Berlusconi, alle Regioni viene riconosciuta autonomia legislativa anche per la sanità: è l’avvio della famigerata autonomia differenziata, con la regionalizzazione della sanità e la nascita di 21 Sistemi Sanitari Regionali differenti.

Insomma la risposta è: il centrosinistra ha fatto e disfatto il Servizio Sanitario Nazionale. La destra ovviamente… continua a leggere l’analisi storica  di Pierpaolo Brovedani. Clicca qui.

Studio tedesco: il bisfenolo contamina i cibi in scatola.

Dopo uno studio nel 2015 della EWG, associazione di consumatori americani  sulla responsabilità del Bisfenolo A  per l’insorgenza di tumori, disturbi del sistema endocrino e riproduttivo, diabete e malattie cardiache, il  BPA è scomparso dagli imballaggi esterni e dai biberon per bambini, mentre è ancora usato per il rivestimento interno delle lattine per alimenti. Ora una  ricerca,  portata avanti per otto anni dagli uffici investigativi per il controllo alimentare e la salute degli animali di Baden-Wuerttemberg in Germania, ha analizzato più di 400 cibi in scatola e rilevato quantità preoccupanti di BPA, utilizzato per rivestimento delle lattine onde  evitare che gli alimenti entrino in contatto direttamente con il metallo, rendendolo resistente alle elevate temperature in fase di sterilizzazione dei cibi. Poi però il Bisfenolo viene rilasciato negli alimenti stessi, per poi essere ingerito.

ILVA “Una macchia sulla coscienza collettiva dell’umanità”.

Nella Giornata mondiale contro il cancro infantile, l’Organizzazione delle Nazioni Unite, la più alta istituzione a livello mondiale, rende pubblico un documento che colpisce per l’inaccettabile comportamento posto in essere dai Governi di alcuni Stati. Non usa mezzi termini, l’ONU, per spiegare quanto in là si siano spinti questi Governi, quanto abbiano anteposto gli interessi economici a scapito della salute e della dignità umana, come si siano prodigati per favorire produzioni inquinanti portatrici di malattie, morte e danni spesso irreversibili all’ambiente. L’ONU chiama questi territori “zone di sacrificio”, definendone la perdurante esistenza “una macchia sulla coscienza collettiva dell’umanità”.
Anche sull’Italia viene puntato il dito dell’ONU, indicando, a mo’ d’esempio, quale “zona di sacrificio” proprio Taranto, tenuta sotto scacco dalla grande acciaieria che da decenni ne ferma il progresso ecocompatibile, sparge i propri veleni sul territorio e gli abitanti, collezionando un incredibile ed insopportabile numero di morti e malati, in particolare tra neonati, bambini e adolescenti. L’ONU scrive testualmente (continua)

Italcementi fa disastri ambientali in Sardegna. Molotov contro chi la denuncia.

E’ un colosso  dai fatturati gonfi di guadagni, con la coscienza carica di licenziamenti e cassa integrazione e ricatti occupazionali. La tedesca Italcementi Heidelberg, una delle più importanti cementerie d’Italia, usa la Sardegna come una colonia e a ridosso del centro abitato di Samatzai sotterra oltre 200 mila metri cubi di arsenico, cadmio, piombo, selenio e tallio, coprendo di rifiuti i pascoli e persino le sorgenti e i corsi d’acqua. C’è forte timore di rappresaglie. Eppure c’è chi denuncia la multinazionale ai carabinieri fornendo testimonianza, prove e campioni, fotografie e video. Prove inconfutabili per uomini del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri che arrivano con gli escavatori della Procura di Cagliari. All’udienza del prossimo 22 febbraio compaiono imputati eccellenti: Salvatore Grimaldi Capitello, Ignazio La Barbera, Lorenzo Metullio, Giuseppe Cataldo , Basilio Putzolu. Clicca qui.

Per il direttore Capitello sono stati disposti gli arresti domiciliari. Chi ha avuto il coraggio di denunciare?  Chi subisce minacce di morte? Chi è il solo che osa presentarsi in tribunale come parte civile? Omar Cabua. A ridosso del processo ha subìto un’aggressione (“Sono stato bloccato con la mia auto da degli sconosciuti che sono scesi dalla loro macchina e mi hanno picchiato, dicendomi di farmi gli affari miei”): è l’ultimo pesante avvertimento di una serie iniziata tre anni fa, quando si è trovato una molotov sul portoncino di casa. Come vive da allora? “Vivo con uno stato d’ansia pesante. Ogni rumore è un incubo, non c’è più serenità. Io ho deciso di denunciare lo stato delle cose qui a Samatzai perché non tollero che per un pugno di posti di lavoro abbiano devastato il territorio. Per fortuna la Giustizia sta facendo il suo corso. Hanno svenduto il territorio e a noi restano solo macerie, malattie, inquinamento e devastazione. Andrò avanti nella mia battaglia. Non mi fermo”Clicca qui.

Omar ha sempre  al suo fianco Giulia Moi, ex europarlamentare nella Commissone Ambiente e Salute, con la sua associazione Progresso Sostenibile.

Omar ha fiducia nella Giustizia. Ci auguriamo di non aggiungere un capitolo al nostro libro “Ambiente Delitto Perfetto” (di Barbara Tartaglione e Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia)

Screening neonatale esteso: non si può più aspettare!

«Basta riunioni, interlocuzioni, audizioni: i neonati italiani non possono più aspettare!»: è il senso dell’appello lanciato da ben venticinque organizzazioni di Malati Rari, tramite una lettera inviata al presidente del Consiglio Draghi, al ministro della Salute Speranza e ai sottosegretari Sileri e Costa, per sollecitarli a prendere i provvedimenti necessari ad inserire nello screening neonatale esteso una serie di patologie gravissime che, se identificate precocemente, possono essere trattate con efficacia, evitando così gravi disabilità, quando non anche il decesso della persona (continua…)

E’ giusto, è necessario vaccinare i bambini? No.

Ed eccoci alla vaccinazione a tappeto dei bambini fra i 5 e i 12 anni. La Food and Drug Administration (Fda) – l’agenzia del farmaco statunitense – ha già dato la sua approvazione e, seguita da quella italiana (Aifa). La decisione appare scontata, una semplice formalità. Ma si tratta di una scelta necessaria? Utile? Direi di no. Le ragioni per cui tale opzione appare equivoca e priva di senso sono sostanzialmente tre. 1. il vaccino che abbiamo assunto non pretende di eliminare la circolazione del virus, ma di ridurre i danni sanitari più significativi (e l’eventuale morte) e, aspetto ancor più importante, tale risultato, per i piccoli, è già in atto naturalmente. I bambini, sotto i 12 anni, non si ammalano in modo grave di Covid né muoiono direttamente a causa del virus. La natura li ha dotati di quella protezione che gli adulti sono costretti a trovare nella vaccinazione. 2. La seconda ragione attiene alla nota argomentazione per cui i bambini vanno vaccinati per proteggere le persone, specialmente gli anziani, ossia i nonni, che li frequentano, creando una barriera igienico-immunitaria a prescindere dalla reale necessità di protezione vaccinale dei bambini stessi. Tale ragionamento appare fuorviante per due motivi: il primo è riguarda i diritti dei bambini perché non si può utilizzarli per proteggere altri soggetti. È un’operazione illegittima che va contro quanto stabilito dalla Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia che nel 1989 mise nero su bianco –a livello internazionale– i diritti inalienabili dei più piccoli. C’è anche un motivo più contingente: se in Italia il 90% della popolazione è vaccinata, da quale contagio infantile dovrebbe proteggersi? In altre parole, possono i bambini contagiare adulti già vaccinati mettendo in pericolo la loro vita? I dati e le conoscenze in possesso, ovviamente, respingono questa ipotesi. Sta nella natura stessa della vaccinazione impedire, come sappiamo, i decessi da Covid. Chi minaccerebbero i bambini non vaccinati? Resta un mistero. 3. Infine, nessuna ricerca in corso può escludere del tutto eventuali complicazioni nell’uso dei vaccini sulla popolazione adulta e tanto meno sui bambini. Un margine di rischio rimane presente. È corretto eticamente sacrificare i bambini facendoli correre questo rischio, benché minimo? Si tratta di un prezzo davvero necessario? Dalle ragioni offerte precedentemente direi proprio di no. La scelta più legittima e opportuna appare piuttosto quella di vaccinare, su segnalazione pediatrica, i bambini più a rischio, quelli a cui il vaccino risulta effettivamente utile. Ancora una volta, verrà chiesta ai genitori una decisione che pesa quasi unicamente sulle loro spalle e sulla loro responsabilità. Quegli stessi papà e mamme che durante la pandemia sono stati i soggetti sociali più trascurati e più lasciati da soli a reggere il peso che si è andato a creare sui loro figli, sia durante i vari lockdown con bambini e ragazzi chiusi in casa, sia con le restrizioni scolastiche più accentuate di tutta Europa, senza alcuna attenuazione nel periodo post-vaccinazione. Pertanto, in merito alla vaccinazione ai bambini, mi sento di chiedere alle istituzioni pubbliche una riflessione più approfondita e più organica, che tenga in dovuto conto la complessità del loro diritto alla salute senza gravarne l’esistenza con decisioni che, allo stato attuale, appaiono del tutto inutili.

Michele Novara, pedagogista.

Sui vaccini le aziende di Big Pharma, stanno guadagnando miliardi a palate, oltre mille dollari al secondo.

Mentre si è arrivati a cinque milioni e settecentomila decessi e a quattrocento milioni di persone infettate al mondo. I Paesi ricchi stanno distribuendo la terza o quarta dose, in Africa è vaccinato meno del 5% della popolazione. Perciò il virus continuerà a diffondersi e moltiplicandosi potrà dare origine ad altre varianti. Pfizer, Moderna, AstraZeneca, Janssen Pharmaceutical, per guadagnare mille dollari al secondo, hanno rigettato  la proposta di moratoria temporanea dei brevetti sui vaccini. Ebbene ora c’è un vaccino semplice da produrre, richiede metodiche conosciute e utilizzate da anni per altri vaccini di uso comune, non necessita della catena del freddo, costa meno di due euro a dose e non è coperto da brevetto. Perché il governo italiano non interviene per produrlo, che farebbe risparmiare molti soldi a noi e milioni di vite in tutto il mondo? Clicca qui.

Pfas in Veneto, la denuncia dell’Onu: violati i diritti alla salute e all’informazione.

L’Alto Commissariato Onu in Italia, ha stimato la contaminazione da Pfas in Veneto come “il più grande inquinamento ambientale d’Europa” (in attesa che si completi quello in Piemonte  della Solvay) . “Più di 300 mila persone nella regione sono state colpite dalla contaminazione dell’acqua da Pfas, compresa l’acqua potabile. I residenti della zona hanno sofferto gravi problemi di salute, come infertilità, aborti e diverse forme di tumori, tra gli altri”

Nella relazione finale, Marcos Orellana – Special Rapporteur delle Nazioni Unite sulla violazione dei diritti umani in relazione alle sostanze tossiche – ha sottolineato “l’omissione di informazioni cruciali per la salute da parte delle autorità regionali del Veneto”. Nel 2013, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr),  della presenza degli inquinanti Pfas ha informato (con un certo ritardo rispetto all’arme lanciato da Alessandria) le autorità della regione Veneto, le quali però  non hanno informato i residenti delle aree contaminate e sui rischi per la salute: fino al 2017  nessuno ha avvertito che l’acqua dei rubinetti conteneva Pfas.

Anzi, sia la provincia di Vicenza che l’Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione Ambientale del Veneto (Arpav) avrebbero potuto far emergere informazioni sull’inquinamento già molti anni prima, ma “sapevano e tacevano” e omettevano i controlli delle cosiddette “barriere al PFOA”. Addirittura la Regione Veneto nel 2014 aveva rilasciato a Miteni di Trissino autorizzazione AIA per il nuovo pfas GenX. La Regione di Luca Zaia non ha avviato nessuna seria indagine epidemiologica, le stesse analisi sul rischio di contaminazione alimentare  sono state parziali, datate e tenute nascoste alla popolazione fino al pronunciamento 2021 del Tar.

SOS Salute Pubblica Liguria.

La Regione Liguria e il suo Servizio Sanitario (trasformato, non a caso, in “sistema”) hanno dato un chiaro esempio di questo processo di riduzione di risorse al Servizio Sanitario pubblico (a partire dal personale), privatizzazioni di funzioni e addirittura di interi plessi ospedalieri, decisionismo tecnico, affidato a c.d. manager, che taglia in radice la partecipazione e il confronto politico sulle scelte. Clicca qui il programma di lotta della neonata Rete ligure SOS Salute Pubblica Liguria.  

Amnesty International denuncia sei aziende farmaceutiche produttrici del vaccino contro il Covid.

Il rapporto di Amnesty International ha denunciato che AstraZeneca plc, BioNTech SE, Johnson & Johnson, Moderna Inc., Novavax Inc. e Pfizer Inc., stanno alimentando una crisi dei diritti umani senza precedenti, in quanto si rifiutano di cedere i diritti di proprietà intellettuale e di condividere la tecnologia necessaria e, nella maggior parte dei casi, non dando priorità alla distribuzione dei vaccini negli stati più poveri. Clicca qui.

I tumori testicolari più che raddoppiati.

A Vicenza si susseguono in tribunale le udienze per la tragica storia in Veneto della Miteni di Trissino, avviatasi il 4 giugno 2013, della contaminazione da Pfas trovati a valori stellari nell’acqua dei fiumi e delle falde, nei prodotti alimentari e di conseguenza nel sangue di migliaia di cittadini di tre province15 manager di MiteniIcig e Mitrubishi Corporation sono accusati a vario titolo di avvelenamento acque, disastro ambientale innominato, gestione di rifiuti non autorizzata, inquinamento ambientale e reati fallimentari.

In Veneto i tumori testicolari sono più che raddoppiati in vent’anni. Determinante l’inquinamento, in particolare dei Pfas. È quanto emerge da uno studio (clicca qui) condotto dalla Fondazione del professor Carlo Foresta, Ordinario di Endocrinologia all’Università di Padova e direttore dell’Uoc di Andrologia e Medicina della Riproduzione. L’incidenza dei tumori testicolari negli under 50 è maggiore alla media nazionale e a quella del nord Italia. Un altro cambiamento a causa degli inquinanti  risulta la riduzione della distanza ano-genitale nei maschi, che rappresenta un tipico marcatore clinico di impregnazione androgenica in età fetale: in presenza di testosterone si allunga, in assenza, come nella donna, questa misura è più corta.

Ed intanto ad Alessandria anche Legambiente chiede la chiusura della Solvay, clicca qui.

Danni da Pfas sottovalutati. L’EPA americana abbassa i limiti di sicurezza per l’acqua potabile.

Sulla base dei sempre più allarmati studi epidemiologici, l’Agenzia per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti (EPA) chiede di abbassare drasticamente i limiti di queste sostanze cancerogene e anti vaccini Covid,  attualmente fissati in 70 parti per trilione (ppt). L’Environmental Working Group chiede di andare molto al di sotto di 1-ppt. Meglio rifarsi a parti per quadrilione (ppq) piuttosto che a parti per trilione a parti per quadrilione (ppq: per il PFOA la dose di riferimento si traduce in 0,006-ppt. Meglio LIMITI ZERO come da noi sostenuto (e impegno  non mantenuto dall’ex ministro Costa). Clicca qui.

I Pfas provocano anche Parkinson e cancro alla prostata.

Affermano  gli scienziati. Ma Solvay di Spinetta Marengo sostiene che le popolazioni di Alessandria sono immuni anche da queste patologie.

Oltre agli arcinoti danni attribuiti ai Pfas (disfunzioni del sistema immunitario, cancro a rene, fegato,  testicoli,  pancreas e tiroide,  sviluppo cognitivo e neurocomportamentale dei bambini,  disturbi endocrini, obesità e diabete di tipo 2,  infertilità eccetera) recenti studi scientifici hanno dimostrato due ulteriori calamità di queste micidiali sostanze che hanno colpito Veneto e Piemonte. 

I ricercatori dell’Università dell’Illinois Urbana-Champaign e dell’Università di Chicago  hanno confermato che questi inquinanti organici persistenti nell’ambiente,  alterano il metabolismo cellulare e provocano il cancro alla prostata, clicca qui.

I Ricercatori di  diversi Dipartimenti dell’Università di Padova e del Veneto Institute of Molecular Medicine (Vimm), di Endocrinologia e dell’Unità Parkinson e malattie rare neurologiche della Clinica Neurologica, hanno dimostrato che queste  sostanze perfluoroalchiliche  provocano anomalie congenite del sistema nervoso o disturbi comportamentali e neurologici come Alzheimer, autismo, disturbi dell’attenzione e iperattività, e addirittura indicano un coinvolgimento delle cellule implicate nel processo degenerativo del Parkinson già nelle  le fasi più sensibili dello sviluppo del sistema nervoso come nell’embrione. Clicca qui.

La riforma delle Cure Primarie in Italia.

 clicca qui per scaricare la locandina del convegno. La pandemia ha messo a nudo gli elementi di maggiore fragilità e inefficienza del nostro sistema sanitario e assistenziale, tra questi in particolare il complesso dei servizi territoriali, dalla prevenzione e igiene pubblica alle cure primarie alla medicina di famiglia. Il Servizio Sanitario pubblico, gratuito e universalistico, va difeso contro privatizzazioni, dismissioni e impoverimento. In questa fase di drammatiche transizioni occorre un cambio di paradigma culturale e politico, con la partecipazione di tutti i cittadini.

Cresce la povertà e il governo aumenta le spese militari.

Il governo italiano fa la sua di parte nella spartizione del mondo, nel rafforzare l’economia di guerra, nella difesa di un sistema economico che è letale per lo sviluppo e il progresso sociale. In Italia oggi, secondo i dati ISTAT, vivono in condizioni di povertà assoluta “poco più di due milioni di famiglie (7,7% del totale da 6,4% del 2019) e oltre 5,6 milioni di individui (9,4% da 7,7%)”. Ciò significa che quasi il 10% della popolazione italiana non ha le risorse sufficienti per condurre una vita che possa definirsi accettabile. Per non parlare poi del Meridione in cui il tasso di povertà supera il 42 %. Eppure Draghi programma l’aumento delle spese militari, secondo il Recovery Fund… continua

Nati avvelenati?

Contaminazione ambientale e danni alla salute. Al Convegno, contributi scientifici di rilievo: Prof. Amerigo Zona (Dip. Ambiente e Salute, Istituto Superiore di Sanità), Dot.ssa Vitalia Murgia, (pediatra ISDE Italia), Prof. Gianni Tamino (Comitato Scientifico, ISDE Italia), Dott.ssa Lucia Magagnato (pediatra, Venezia), Dott. Paolo Regini (pediatra, Venezia), Dott. Siro Valmassoni (anestesista, ISDE Italia).

Incuria e cura. Il mondo alla prova della pandemia e oltre. Pensieri e pratiche femministe.

Incontro internazionale di riflessioni ed esperienze femministe e di rafforzamento di legami, occasione per esprimere valutazioni critiche  e prospettive per consolidare le relazioni internazionali. Il seminario, una settimana prima del vertice del G20, è proposto da FemmSdc Group (gruppo femminista attivo nella Società della Cura, rete italiana di oltre 400 associazioni) con la collaborazione di Global Dialogue, Transform! Europe. Relatrici internazionali online, italiane in presenza. Clicca qui il programma.  

Lo Stato vìola il diritto alla vita dei tarantini.

La  recente ricerca pubblicata sulla rivista scientifica internazionale Environmental Research clicca qui con significatività statistica conferma un eccesso di mortalità sulla regione (1020 decessi in eccesso dal 2011 al 2019) nei tre quartieri più vicini all’area industriale di Taranto. E ci spinge a chiedere azioni risolutive perché è evidente, dai dati pubblicati, che ogni anno che passa muoiono troppe persone che hanno la sola colpa di vivere troppo vicine alla ciminiere dell’Ilva.  Una palese violazione del diritto alla vita che lo Stato avrebbe il dovere di proteggere.

Oggi più che mai un altro mondo è necessario e possibile.

La trasformazione ecologica sarà terreno di forte conflitto sociale, soprattutto grazie a un ministro che non fa velo di voler considerare l’ecologia una semplice possibilità di innovazione e stabilizzazione del modello capitalistico. Si apre una partita impegnativa in autunnoNelle prossime settimane si terranno in Italia grandi mobilitazioni nazionali e internazionali: clicca qui.

Nubi grigie in un cielo rossastro è lo scenario tarantino consegnato ai Ministri.

Oltre 60 foto che ritraggono Taranto in ogni angolazione. In ogni scatto ci sono i fumi dell’ex Ilva. Ora quelle fotografie dell’inquinamento sono sul tavolo dei Ministri. Sono state inviate dall’Associazione dei genitori tarantini che da sempre chiedono la chiusura dello stabilimento. Si tratta di immagini raccolte da semplici cittadini negli ultimi 3 mesi che evidenziano la colorazione rossastra del cielo o nubi grigie che sovrastano l’area degli impianti siderurgici. Con riferimento alla chiusura delle aree di produzione a caldo di Genova e Trieste, si legge nella lettera, si chiede come il Governo intenda giustificare la continuazione della produzione di acciaio, per mezzo del carbone, a Taranto. Quando si potrà tornare a credere nelle istituzioni che dovrebbero prendere seriamente in considerazione come tutto l’acciaio del mondo non vale la vita di un bambino? E chi pagherà i danni? – Scrivono i genitori tarantini. Clicca qui.

Per Cingolani gli affari vengono prima della salute dei cittadini.

Per Salvini basta il commento di Vauro. Per Cingolani (che insulta gli ecopacifisti) serve qualche parola in più, indirizzata a Draghi: clicca qui l’Osservatorio sulla transizione ecologica-PNRR. Il presidente del Consiglio Draghi condivide le dichiarazioni del suo ministro per la Transizione ecologica? Il quale anziché dedicarsi anzitutto ai compiti per arrivare a mettere sotto controllo le emissioni climalteranti non trova di meglio che contraddire il risultato del referendum popolare del 2011 che ha bocciato con il 60% dei voti la proposta del governo Berlusconi di reintrodurre il nucleare civile. Per di più era il secondo referendum vinto dal No al nucleare civile, visto che il primo nel 1987 aveva portato alla chiusura di tutte le centrali esistenti in Italia. Se non lo fa Draghi,  spieghi  Grillo a Cingolani che non si va contro un doppio pronunciamento popolare ma che il suo compito  non è tenere bordone alla lobby degli interessi del nucleare e della conservazione nel campo delle politiche innovative nell’ambiente e nell’energia, bensì è dedicarsi seriamente alla transizione ecologica e all’attuazione del PNRR, cercando di seguire le linee della Commissione europea anziché scegliere il ruolo di frenatore e sabotatore.

Cingolani vende fumo. Il ministro e la lobby sono  fuori tempo.

Sostenere il nuovo nucleare – fissione e SMRs – Cingolani non tiene  ben chiaro in mente che servirà ancora qualche decennio perché possa contribuire alla decarbonizzazione. Nel frattempo le rinnovabili continuano la loro corsa e costituiscono una soluzione economica e di rapida implementazione per abbattere le emissioni: senza considerare il contributo dell’idroelettrico, nel 2019 hanno superato il nucleare per elettricità prodotta, raggiungendo in meno di 15 anni – il loro sviluppo su larga scala è iniziato verso il 2007 – quello che il nucleare ha ottenuto in 50. A Cingolani non risulta  quindi chiaro che  è necessario accelerare gli investimenti nelle rinnovabili: la decarbonizzazione non può aspettare. Clicca qui.

Il gioco dell’oca dei vaccini.

La pandemia richiede i vaccini; data l’enorme domanda e il possesso esclusivo dei brevetti il prezzo dei vaccini sale alle stelle; i paesi ricchi pagheranno fino all’ultimo centesimo, i paesi poveri non potranno far nulla; ma se i paesi poveri non potranno accedere ai vaccini, allora il virus continuerà a circolare, producendo varianti, che richiederanno nuove dosi se non addirittura nuovi vaccini, in un infinito gioco dell’oca che produrrà milioni di morti nei paesi poveri e una “convivenza” perenne col virus nei paesi ricchi, con enormi spese per ogni ciclo vaccinale, che diventano lauti profitti per le multinazionali. Continua qui.

Convegno “sicurezza, salute, obbligo di fedeltà”.

Che ha come protagonisti familiari di stragi e morti sul lavoro, lavoratori e lavoratrici, Rsu e Rls, attivisti/e che lottano e proprio per questo sono colpiti dalla repressione, esperti che mettono a disposizione conoscenze e competenze a sostegno di chi subisce rappresaglie fino al licenziamento e di chi, dovunque, conduce la lotta per l’unità della classe.

Il modello di transizione ecologica di Cingolani – Draghi (e Grillo?).

Il problema, per il ministro (grillino?), è che “il mondo è pieno di ambientalisti radical chic e di ambientalisti oltranzisti, ideologici: sono peggio della catastrofe climatica verso la quale andiamo sparati”. Altrimenti il suo modello è il Piano di ripresa scritto dal suo Ministero al quale spetta circa il 40% dei fondi del Recovery Fund. Tale piano, commenta Marco Palombi, non è altro che un copia-incolla, una non libera rielaborazione di progetti già presentati da grandi imprese a cui  viene assegnata una corsia velocissima per le autorizzazioni: la riconversione delle raffinerie per produrre carburanti (waste to fuel dell’Eni); lo stoccaggio di CO2 (sempre Eni a Ravenna); mega-impianti per rinnovabili in aree industriali (Enel); gasdotti ovunque  compresi i due per la Sardegna bocciati dall’Autorità per l’energia; i poteri sull’end of waste, cioè quali rifiuti smaltire e come, attribuiti alle Regioni (Confindustria Ambiente).

Cingolani e Draghi (e Grillo?) ritengono che la transizione energetica consista nel far pagare allo Stato gli investimenti in gas – che resta un fossile, anche travestito da idrogeno – di grandi aziende e affidarsi al laissez-faire paesaggistico e industriale, altrettanto sussidiato, quanto alle rinnovabili. Dunque gli inceneritori di rifiuti diventano opere strategiche per la transizione, si possono autorizzare un po’ di trivellazioni in mare o buttare lì che sul nucleare bisogna essere pragmatici, guardare ai numeri e alle tecnologie di quarta generazione, senza uranio arricchito e acqua pesante (mature fra 40 anni).

Siamo un branco di ambientalisti radical chic, oltranzisti, ideologici.

Caro Cingolani, oltranzista è il modello di sviluppo che ci uccide: il tuo modello.

Raccomandato da Beppe Grillo, il cosiddetto  ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, mette in guardia contro un mondo “pieno di ambientalisti radical chic, oltranzisti, ideologici”. Ci definisce “peggio della catastrofe climatica verso la quale andiamo sparati […] Spero che rimaniate aperti a un confronto non ideologico, che guardiate i numeri”. Il commento di Luca Mercalli clicca qui

Il quadrilatero della morte siciliano, il prete verde e l’arcivescovo industrialista.

4 raffinerie, una fabbrica di cloro a celle di mercurio e un’altra di magnesio, un inceneritore, un cementificio, 3 centrali termoelettriche e un depuratore: il “quadrilatero della morte” che si estende tra i comuni di Augusta, Priolo Gargallo e Melilli fino alle porte di Siracusa, è famoso per il numero impressionante di tumori maligni che colpiscono soprattutto gli uomini al colon retto e le donne ai polmoni.. Fin dagli anni 90 è dunque famoso padre Palmiro  Prisutto per aver fatto battaglie per la tutela della salute, del lavoro e dell’ambiente. Più volte ha chiesto l’intervento delle istituzioni, con lettere indirizzate ai diversi capi di Stato, premier e politici perché intervenissero sulle mancate bonifiche e sull’inquinamento.

Ebbene, l’arcivescovo di Siracusa, Francesco Lomanto, gli contesta gli articoli canonici 1740 e 1741, perché avrebbe “arrecato grave danno o turbamento alla comunione ecclesiale”, “la perdita della buona considerazione da parte di parrocchiani”, “grave negligenza o violazione dei doveri parrocchiali”, e la “cattiva amministrazione delle cose temporali con grave danno della Chiesa”. Durante la messa padre Palmiro infatti ha il vizio di leggere i nomi dei morti di tumore, la lista ormai supera gli 800 nomi. Per questo il prete verde  dovrà lasciare la guida della chiesa madre, malgrado che in poco meno di una settimana sono state raccolte più di 3 mila firme contro l’arcivescovo. Irremovibile. Che ci sia una pressione dell’area industriale per la sua rimozione? Ma daiii!

Ilva, prima fonte di CO2 in Italia.

Il nuovo rapporto ONU sul clima è il più dettagliato  allarme mai presentato fino ad ora. Afferma che i cambiamenti climatici sono “inequivocabilmente” causati dalle attività umane e stanno provocando disastrosi effetti “senza precedenti”.

In Italia il simbolo dell’emergenza climatica sono gli altoforni a carbone e le cokerie dell’ILVA di Taranto, gli unici impianti di questo genere ancora rimasti nella nostra nazione. Siamo di fronte, oltre al disastro ecosanitario, anche al disastro climatico. Siamo di fronte a due disastri ecologici, uno locale e uno globale. Quello di Taranto è un ciclo siderurgico insostenibile per gli uomini e per il clima. Va fermato. Clicca qui il cronoprogramma chiesto da Peacelink al Governo.

Ecoreati: non fermate i processi!

Il governo non è riuscito a far diventare legge la riforma Cartabia. La maggioranza alla Camera dei Deputati si è spaccata sugli ecoreati. Il testo è stato approvato alla Camera ma non al Senato. E i tempi si sono allungati: la riforma slitta a settembre. A settembre ritorniamo alla carica con i senatori che si vorranno battere sugli ecoreati. Nel frattempo continuiamo la raccolta di firme, dobbiamo coinvolgere anche le associazioni e i sindaci. Clicca qui per firmare.

“Ambiente Delitto Perfetto” di Barbara Tartaglione e Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia, in 518 pagine contiene una antologia dei maggiori disastri ecosanitari italiani rimasti impuniti nelle aule giudiziarie soprattutto per effetto  del colpo di spugna della prescrizione. Il libro è stato stampato in un migliaio di copie totalmente a spese degli autori e il ricavato interamente devoluto alla Ricerca per la cura del mesotelioma. Purtroppo è esaurito e non abbiamo le risorse personali per ristamparlo. Se vi è chi, soprattutto editore, vuole impegnarsi nell’impresa: contatti movimentolotta.maccacaro@gmail.com.

Lo Stato Sociale come voleva Franco Basaglia.

E’ impietoso il quadro di come è strutturato lo Stato Sociale: non tutela né gli utenti, né gli operatori e nell’ultimo anno la pandemia ha messo letteralmente a nudo tutte le gravi carenze presenti nel settore sanitario, socioassistenziale ed educativo. E’ il momento di ripensarlo e che sia pubblico, come voleva Franco Basaglia negli Anni Settanta. (continua…)

Alessandro Marescotti, il professore per la pace e l’ambiente.

Professore di lettere in una scuola superiore a Taranto, fondatore di PeaceLink e autore di vari libri, dal 2005 Marescotti si è occupato tenacemente dell’inquinamento causato dell’acciaieria ex Ilva, contribuendo al maxi processo Ambiente Svenduto. Insignito del “Premio Honoris Causa” per Giornalismo d’Inchiesta, Marescotti è anche referente del progetto Ecodidattica.

Marescotti, qual è il suo stato d’animo dopo la sentenza?  La sensazione è quella di partecipare ad una lotta di Resistenza, con la forza nonviolenta della ragione, insieme a tanti altri concittadini. Una lotta dal basso, per la salute e l’ambiente. Purtroppo il Consiglio di Stato ha negato lo spegnimento dell’area a caldo (richiesta dall’ordinanza del sindaco di Taranto). Una sentenza favorevole alle ragioni aziendali. Ma noi andiamo avanti, ancora più determinati. Clicca qui l’intervista.

Il governo continua a non tutelare i diritti umani della popolazione esposta all’inquinamento dell’Ilva di Taranto.

Dopo tutte le riprovevoli violazioni, addirittura a fronte di tre importanti gravi novità:

la nuova valutazione di danno sanitario (VDS);

la persistenza di eccessi di mortalità anche recenti;

i gravi effetti neurotossici di piombo e arsenico sui bambini.

Clicca qui il Comitato Cittadino per la salute e l’ambiente di Taranto.

Ilva, prima di tutto va fermata l’attuale produzione inquinante e insicura per i lavoratori.

Da sempre per l’Ilva Alessandro Marescotti è il punto di riferimento del Movimento di lotta per la salute Maccacaro. Clicca qui l’intervista al fondatore di Peacelink: l’ambientalista che per primo si è battuto contro l’Ilva e i suoi 210 chili di veleni l’anno (diossina ecc.) per ogni cittadino di Taranto. Fu denunciato per procurato allarme. In questi anni, dalla sinistra non ha mai avuto la solidarietà di nessuno. La sinistra è rappresentata da Nichi Vendola, nella sentenza condannato per  concussione  a 3 anni e 6 mesi di reclusione per le pressioni sull’Arpa Puglia  affinché ammorbidisse la sua linea dura contro l’Ilva Clicca qui il commento della sua ex portavoce. Marescotti conferma: “I pm ci ascoltavano, la politica ci considerava allarmisti”. Poi annuncia: “Presenteremo un  nuovo esposto sul periodo 2013-oggi, non considerato dalla sentenza”.“ Finora sono esistiti due stati paralleli: i governi e i magistrati”. Nonché i  sindacati e altre associazioni ambientaliste che vorrebbero continuare a produrre acciaio per garantire i livelli occupazionali. “La sentenza può portare a un movimento unitario, cioè la riconversione  senza acciaio». Taranto è incompatibile con la produzione di acciaio? Neanche con la decarbonizzazione o i forni elettrici? “Genova ha rifiutato i forni elettrici per le scorie radio: si tratta di una tecnologia sorpassata. Per quanto riguarda la decarbonizzazione noi non siamo mai stati contrari ma mettiamo due condizioni: che sia sostitutiva e non aggiuntiva con la produzione tradizionale e che sia anticipata da una Valutazione integrata di impatto ambientale e sanitario (Viias). Non c’è un pregiudizio ma penso anche che la produzione di acciaio verde non abbia più mercato. E comunque prima di tutto va fermata l’attuale produzione inquinante e insicura per i lavoratori”.

Dopo la sentenza il governo ancora non decide la chiusura dell’aerea a caldo dell’Ilva.

La sentenza è la  grande vittoria della cittadinanza attiva che con le sue lotte e le sue denunce ha saputo raccogliere le prove del disastro ambientale. E ancora una volta la domanda al governo è: per la chiusura servono ulteriori certezze sull’impatto che questa industria ha avuto e avrebbe in futuro sulla salute della popolazione tarantina? Clicca qui.

No al trattamento coatto e all’istituzionalizzazione delle persone con disabilità.

Qualsiasi autorizzazione costituisce una violazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità, in particolare degli articoli 14 (Libertà e sicurezza della persona), 15 (Diritto di non essere sottoposto a tortura, a pene o a trattamenti crudeli, inumani o degradanti), 17 (Protezione dell’integrità della persona) e 25 (Salute). continua…)

C’è giustizia a Brindisi. Adesso tocca a Genova (ponte Morandi), Vicenza e Alessandria (Pfas)?

Fabio Riva è la persona che nel corso di una conversazione intercettata disse: ‘Due tumori in più al mese? cosa vuoi che siano? una merda.  Ora possiamo dirgli: 22 anni di reclusione cosa vuoi che siano? una merda.

Questa sentenza rappresenta una svolta storica sul piano giudiziario per la città di Taranto.  E non solo, speriamo. Questa sentenza è un macigno  sulle azioni del Governo: non saremmo un Paese credibile e giusto se all’interno del PNRR, a partire dall’ex Ilva, non si avviasse  una vera transizione ecologica che parta dalla chiusura immediata dell’area a caldo dell’acciaieria (confiscata dalla sentenza e in attesa della pronuncia del Consiglio di Stato).

Per l’Ilva di Taranto, al processo “Ambiente svenduto” durato cinque anni, per associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale, omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro, avvelenamento di sostanze alimentari, corruzioni in atti giudiziari, omicidio colposo e altre imputazioni, la Corte di Assise di Brindisi condanna a vario titolo: 22 anni di reclusione a Fabio Riva e 20 al fratello Nicola21 anni e 6 mesi a Girolamo Archinà responsabile delle relazioni istituzionali e definito dall’accusa come la “longa manus” dei Riva verso istituzioni e politica; 21 anni a Luigi Capogrosso direttore dello stabilimento; 18 anni e 6 mesi a Lanfranco Legnani, Alfredo Ceriani, Giovanni Rebaioli e Agostino Pastorino considerati una sorta di “governo ombra” dei Riva; 3 anni e 6 mesi a Niki Vendola ex governatore della Puglia accusato di concussione aggravata in concorso; 3 anni a Gianni Florido ex presidente della Provincia e a Michele Conserva ex assessore provinciale all’ambiente per concussione,  15 anni e 6 mesi a Lorenzo Liberti ex consulente della procura;   2 anni per favoreggiamento a Giorgio Assennato ex direttore di Arpa Puglia; 5 anni e 6 mesi a Francesco Perli avvocato dei Riva; eccetera per un totale di 47 imputati (44 persone fisiche e 3 società); trasmissione degli atti alla procura per l’ipotesi di falsa testimonianza per l’ex arcivescovo della diocesi di Taranto Benigno Papa. Insomma una bella associazione a delinquere industriale, politica, amministrativa, legale, ecclesiale.

 

Clicca qui Alessandro Marescotti, presidente di Peacelink.

Clicca qui i giornali:

La gazzetta del mezzogiorno

Il corriere della sera

La Stampa

Il Fatto quotidiano

G20 SALUTE: ipocrisia, cinismo e indecenza.

Nella Dichiarazione finale di Roma  il divenire della concretizzazione del diritto universale alla salute non è  messo sui binari giusti nell’interesse di tutti gli abitanti della Terra e in sintonia con il rispetto dei diritti della natura. Anche nel campo della salute la Dichiarazione è arroccata alla regolazione “mondiale” fissata nelle logiche del commercio inter-nazionale dominata dai mercanti e dai finanziari dei paesi più potenti al mondo, i quali non dissociano e liberano la politica pubblica della salute dallo stato attuale di sudditanza dei poteri pubblici nei confronti delle loro grandi imprese farmaceutiche e chimiche multinazionali.  La scelta operata è un atto di cinismo:  assume come postulato di base il mantenimento delle ineguaglianze e del fossato tra i paesi ricchi e “sviluppati” del Nord, in particolare “occidentali”, e i paesi poveri, sotto o poco sviluppati La sospensione provvisoria dei brevetti è stata rimandata. L’abolizione dei brevetti è il primo lucchetto di bloccaggio da far saltare. Clicca qui.

Ponte, industria e meno ospedali.

Man mano che si scorrono le 2.500 pagine del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), si vede qual è l’indirizzo del governo Draghi. Per esempio sulla sanità: mentre il piano di Conte puntava sul rafforzamento dei piccoli ospedali e dei poliambulatori, la nuova versione inverte i pesi dei finanziamenti. Ci saranno più soldi per i medici di base, quindi per le cure domiciliari e la telemedicina (risposte ai quesiti dei malati via telefono), mentre briciole per i piccoli nosocomi territoriali e per gli ambulatori. Ma la parte del leone le faranno le infrastrutture, addirittura il Ponte di Messina, che dopo 50 anni e palate di milioni buttati, ritorna sul tavolo. L’opera non è contenuta nel Pnrr, ma sembra essere la naturale prosecuzione dell’Alta velocità Salerno-Reggio Calabria. Il governo dei Migliori  vuole fare  quello che Berlusconi aveva sempre tentato: un’opera che è già costata solo per fantasiosi studi e progetti quasi 1 miliardo di euro. Insomma il governo, dopo aver costruito un Recovery Plan che non affronta la transizione ecologica perché sottrae risorse al trasporto pubblico, alla depurazione, alla dispersione delle reti idriche e alle energie rinnovabili,  lavora per realizzare un’opera dall’impatto ambientale devastante continuando ad ignorare le emergenze del Sud del paese.

Con il Pnrr la politica dei trasporti si concentra sull’Alta Velocità.

Meglio se anche adatta alle merci e diretta verso le regioni del Sud . Interventi infrastrutturali inutili, e disastrosi per l’ambiente:  le notevoli emissioni di CO2 non possono essere compensate nel tempo ipotizzando di trasferire alla ferrovia flussi di merci inesistenti. Esempio, per la linea Salerno-Reggio Calabria si opta per un  inutile costosissimo corridoio interno, caratterizzato da oltre 160 km di gallerie e da 30 miliardi di costo previsto. Esempio , per il traforo ferroviario di base del Brennero (lungo 55 km), le emissioni in fase di costruzione vengono stimate in circa 3,1 milioni di tonnellate di CO2, compensabili in circa 20 anni di esercizio a fronte di un traffico compreso fra i 20 ed i 30 milioni di t/anno. Il risultato sarà di emettere, nel prossimo decennio, una enorme quantità di CO2 recuperabile forse soltanto dal XXII secolo. Con buona pace della transizione ecologica. Clicca qui.

Sanità, meno spesa pubblica più spesa privata.

L’analisi incrociata della missione “Salute” del Piano di ripresa (Pnrr) e del Documento di economia e finanza (Def) per il triennio 2022-2024 dimostrano che l’attuale esecutivo, ancor più del precedente, intende tornare al pre covid. L’Italia tornerà dunque a essere tra i Paesi europei che spendono meno in salute. Se la spesa pubblica è bassa, tende ovviamente a salire quella privata diretta. Clicca qui.