Festa per avvicinare il pubblico alla follia.

Prima edizione de “La Collegno Fòl Fest” interamente dedicata alla salute delle menti nel nome dell’inclusione e della cittadinanza per avvicinare il pubblico alla ”follia”, per imparare a non averne paura e considerare il disagio psichico come una condizione della natura umana. Clicca qui tutte le informazioni.

Se Draghi non interviene, Cingolani ci lascia in mezzo al guano.

Cingolani  ha parlato chiaro ed evidenziato che tutti i suoi detti e non detti del passato sono riconducibili ad un Ministro che sta alle politiche per l’ambiente come la volpe nel pollaio. E’ chiaro perché da quando è in carica ha parlato molto, spesso a sproposito e in modo ondivago, ma ha combinato ben poco, basta pensare che le semplificazioni proposte dopo ben due decreti legge hanno lasciato la situazione praticamente immutata. Insistiamo. Draghi deve intervenire per superare la confusione e l’inazione  del Ministro, altrimenti diventerebbero privi di effetti gli appelli in sede internazionale – anche recentissimi – affinché le crisi incombenti (energia/grano) causate dall’invasione dell’Ucraina non facciano passare in secondo piano la gravissima crisi climatica. Draghi convochi al più presto una conferenza nazionale per presentare al paese le proposte del Governo italiano per un nuovo piano energia/clima all’altezza delle sfide attuali e degli obiettivi UE, da costruire in un confronto con tutti i soggetti interessati. Clicca qui.

Le accuse in tribunale al medico PFAS di Miteni e Solvay.

Il sottoscritto Lino Balza può testimoniare al processo, documenti alla mano, le responsabilità del professor Giovanni Costa, confermando la  testimonianza fiume del maresciallo maggiore del Noe di Treviso Manuel Tagliaferri, avvenuta il 9 giugno durante il processo Pfas in corso presso la Corte d’Assise del Tribunale di Vicenza, che vede imputati 15 manager di Miteni, Icig e Mitsubishi Corporation, accusati a vario titolo di avvelenamento delle acque, disastro ambientale innominato, gestione di rifiuti non autorizzata, inquinamento ambientale e reati fallimentari. Tagliaferri ha ricostruito il ruolo di Costa quale medico responsabile della Miteni e garante delle problematiche di rischio sanitario e ambientale collegato ai Pfas, e delle correlate azioni di prevenzione e limitazione del loro uso. Costa rappresentava l’azienda anche nei  meeting internazionali che si occupavano di queste problematiche. Dalla ricostruzione di Tagliaferri, è  emerso come il medico relazionasse sistematicamente i vertici della società sulle novità scientifiche relative al rischio Pfas e sulle sue interazioni con la fisiologia umana. Quindi Costa intratteneva rapporti diretti con Du Pont e i più grandi produttori mondiali, consentendo a Miteni di avere una conoscenza aggiornata e tempestiva su tutte le novità emerse dalla comunità scientifica sui gravissimi rischi connessi ai Pfas. Dunque questo circolo di produttori da decenni conosceva le tecnologie necessarie per rilevare e analizzare la presenza ambientale e biologica dei Pfas. E nasconderla!

Non può emergere nulla di diverso  nelle carte sequestrate dai carabinieri nell’abitazione e nell’ufficio del professor Giovanni Costa.

L’accusa a Miteni è valida anche per la Solvay di Spinetta Marengo perché Giovanni Costa era nel contempo responsabile sanitario per lo stabilimento di Alessandria.

Il sottoscritto può testimoniare di aver denunciato pubblicamente le responsabilità del Costa già dal 2009 con l’accusa di occultare la gravità della condizione sanitaria dei lavoratori e dei cittadini ingannando l’ignavia dell’Arpa. Costa, pur conoscendo tutti gli studi (quarantennali) e i divieti e risarcimenti internazionali nonchè i livelli ematici di avvelenamento riscontrati fra i lavoratori, invece di chiedere per primo il bando della sostanza inesistente in natura, vende la sua autorità per reiterare rassicurazioni  – mentendo anche in scandalose assemblee con i lavoratori- che essa non provoca malattie, tumori/malformazioni/ alterazioni sessuali… ma sarebbe pressoché innocua o benefica all’uomo. L’abbiamo invano sfidato ad un confronto pubblico tramite un fondamentale documento (depositato in Procura) articolato in 24 dettagliatissimi punti, capi di imputazione quanto meno morali”.

A riguardo, clicca qui alcuni stralci tratti dal libro “L’avventurosa storia del giornalismo di Lino Balza”, ripresi nel dossier ”Pfas. Basta!” (disponibile a chi ne fa richiesta). 

“Il PFOA deve essere finalmente, oggi, senza rinvii, eliminato dalle lavorazioni dello stabilimento di Spinetta Marengo che contaminano il sangue di lavoratori e cittadini, e avvelenano le falde e i fiumi Bormida, Tanaro e Po fino alla foce, e che debbono essere indennizzati i danni alle persone e all’ambiente”: è quanto scrivemmo allora, e resta di sconcertante attualità anche grazie a medici come Costa.

Un gesto semplicissimo abbatte l’esposizione ai campi elettromagnetici.

Tanti cittadini, forse anche avvertiti da segnali fisici (stanchezza, mal di testa, minore capacità di concentrazione, minore qualità del sonno, difficoltà nell’articolazione delle parole), provano a minimizzare la propria esposizione ai campi elettromagnetici. Numerosissimi sono quelli che non tengono più lo smartphone vicino alla testa durante le telefonate, pochissimi però sanno che è più efficace disattivare le connessioni Internet per abbassare drasticamente le emissioni dello smartphoneClicca qui A.P.P.L.E- elettrosmog, AIE -elettrosensibili e ISDE-medici per l’ambiente.

Protezione per tutti gli obiettori e i disertori ucraini, russi e bielorussi.

Gli organizzatori e i relatori intervenuti ai lavori del Convegno su Obiezione di Coscienza e Servizio Civile, svoltosi a Roma sabato 4 giugno per celebrare il 50° anniversario dell’approvazione della legge 772/72, nell’ambito di EireneFest – Festival del Libro per la Pace e la Nonviolenza
1) esprimono la propria solidarietà agli obiettori di coscienza e ai pacifisti ucraini, russi e bielorussi; 2) accolgono e sostengono l’appello promosso da IFOR, WRI, EBCO e Connection e.V. il 9 giugno, per chiedere al Parlamento europeo e all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa di assicurare protezione per tutti gli obiettori e i disertori ucraini, russi e bielorussi che cercano rifugio in Europa; 3) riaffermano che la guerra non può portare alla pace, che le armi sono strumenti di morte e perciò condannano gli otto anni di guerra civile nel Donbass e l’aggressione della Russia all’Ucraina; 4) chiedono pertanto alla comunità internazionale di adoperarsi fattivamente per un immediato cessate il fuoco, per un intervento di interposizione e protezione dei civili nelle aree di guerra e l’avvio di trattative di pace con la piena partecipazione di tutti gli attori coinvolti; 5) chiedono la ratifica del Trattato ONU per il disarmo nucleare TPAN e che il governo italiano mandi un osservatore alla Prima Conferenza di Vienna del 21-23 giugno 2022, alla quale parteciperanno 60 stati che hanno già ratificato il TPAN.”