L’antifascismo non può essere reato.

La notte del 28 aprile, il compagno ed amico Cecco Bellosi ha tolto i fiori dalla lapide di Benito Mussolini, posti poco prima da una squadra di fascisti. L’11 maggio ha subito una perquisizione durata più ore, gli è stato sequestrato telefonino personale e notes degli appunti. Sempre in quella data, Cecco ha scoperto di essere indagato dalla Procura di Como per “danneggiamento aggravato della lapide di Mussolini”! Per questo, non intende avvalersi né dell’avvocato d’ufficio, né di un avvocato di fiducia, ma intende difendersi da solo, ma contestando al magistrato di non aver agito contro l’apologia di fascismo che quella lapide rappresenta. E’ come se ci fosse la lapide di Hitler sul bunker di Berlino. Cecco Bellosi, amico del popolo kurdo e nostro amico, è presidente della comunità Il Gabbiano, autore di un progetto sui bambini down del campo rifugiati di Makhmour in nord Iraq e di un bel libro sulla Resistenza nel comasco che consiglio a tutti di leggere che si intitola “Sotto l’ombra di un bel fiore”.  Esprimiamo tutta la nostra solidarietà a Cecco. Questo è un Paese che invece di perseguire i fascisti e loro epigoni, dà la caccia agli antifascisti. Il rovesciamento della storia o l’adeguamento ai tempi presenti.  Siamo vicini a Cecco e a tutti gli antifascisti di ieri e di oggi. Ora e sempre Resistenza!  Berxwedan Jiyan
Associazione Verso il Kurdistan Odv