Una festa doppia per la nostra Rete.

Un Primo Maggio festeggiato due volte dalla “Rete dei Movimenti di lotta per la Salute, l’Ambiente, la Pace e la Nonviolenza” perché il 30 aprile era il termine ultimo per rinnovare l’abbonamento del dominio e della mailing list, cioè per sopravvivere. La sottoscrizione si è conclusa faticosamente ma garantisce l’invio con cadenza almeno settimanale della mailing list a oltre 39mila destinatari (prossimo traguardo 40mila!). Il merito va attribuito alla solidarietà di un numero di sottoscrittori non alto, se raffrontato al potenziale di 39mila utenti.  Ebbene, diciamo 38mila (perché un migliaio in effetti sono nostri nemici), utopicamente: 38mila moltiplicati per… 10 centesimi ciascuno farebbero una cifra astronomica per la nostra Rete. Coi piedi per terra, in concreto fossero i sostenitori più di alcune centinaia: rappresenterebbero soprattutto un risultato di partecipazione militante di maggiore prestigio. Questa coscienza non è generalizzata nel popolo ecopacifista, generoso in parole di elogio e ringraziamento ma che non riflette che il servizio reso ai Movimenti dalla Rete Ecopacifista  è mera attività di volontariato che abbisogna però di un minimo di mezzi tecnici (né i volontari della Croce Rossa possono fare a meno delle ambulanze).

A proposito di mezzi, molti lamentano che i “clicca qui” a volte non si leggono più perché il link risulta vuoto, infatti siccome facciamo uso di una piattaforma free questi restano attivi solo poche settimane dopodiché vengono disattivati automaticamente. Si tratta di una grossa perdita di informazioni utili. Quindi per ovviare a questo “disservizio” faremmo un abbonamento se non troppo costoso. Consigliateci.

Anche i Bisfenoli e non solo i Pfas uccidono.

Il Bisfenolo è ingrediente chiave per plastiche e resine.  Come è noto, dopo i nostri esposti a Procura-Prefetto-Arpa, l’Arpa aveva confermato quanto avevamo denunciato: alla Solvay di Spinetta Marengo nel cocktail con i PFAS (PFOA, C6O4, ADV) tra gli interferenti endocrini c’è anche il Bisfenolo nelle sostanze in uso. In un quarto esposto, clicca qui, avevamo segnalato la risposta della sorpresa Arpa: la Solvay ammetteva l’uso del Bisfenolo AF (non si sa se autorizzato e tanto meno monitorato n.d.r) ma non del Bisfenolo A. A nostra volta, ribadivamo che “Dal punto di vista di danni alla salute, non vi è alcuna differenza tra Bisfenolo A e Bisfenolo AF [tra 2,2-Bis(4-idrossifenil) propano e 2,2-Bis(4-idrossifenil) esafluoropropano, secondo la Nomeclatura IUPAC International Union for Pure and Applied Chemistry]”.

Ebbene, dopo un accurato esame delle evidenze scientifiche e alla luce dei contributi ricevuti da una  pubblica consultazione,  le conclusioni della nuova valutazione dell’ Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) hanno confermato l’allarme tossico e cancerogeno del Bisfenolo A e hanno abbassato la Dose giornaliera di tollerabilità (Dgt ovvero la quantità che può essere ingerita quotidianamente per tutta la vita senza rischi sensibili per la salute) di circa 20mila volte. Dai 4 microgrammi (4 milionesimi di grammo) per chilogrammo di peso corporeo al giorno stabiliti nel 2015 a 0,2 nanogrammi (2 miliardesimi di grammo).

La UE aveva già vietato la produzione di  biberon in policarbonato. Alcuni stati europei avevano già introdotto ulteriori restrizioni nazionali: la Francia ha bandito il Bisfenolo in tutti gli imballaggi e i materiali a contatto con gli alimenti, Danimarca e Belgio hanno bandito il bisfenolo A in materiali a contatto con alimenti per lattanti e bambini piccoli, la Svezia lo ha vietato in rivestimenti e vernici di articoli e imballaggi per alimenti destinati a lattanti e bambini piccoli.  

In Italia il bisfenolo è utilizzabile nella fabbricazione industriale di prodotti in policarbonato per beni di consumo comuni, quali stoviglie di plastica riutilizzabili, bottiglie per bevande, attrezzature sportive, CD e DVD, ovvero in resine epossidiche per il rivestimento interno dei tubi dell’acqua e dei contenitori in latta di alimenti e bevande, e anche nel rivestimento degli scontrini di vendita.

I legami della plastica col cancro e i difetti alla nascita.

Il ciclo di vita della plastica è insostenibile per gli impatti ecologici: riscaldamento globale e cambiamenti climatici, e sappiamo con certezza che danneggia direttamente la nostra salute.

Lo studio, condotto dall’Osservatorio Globale sulla Salute Planetaria del Boston College, in collaborazione con la Fondazione australiana Minderoo e il Centro Scientifico di Monaco ha evidenziato quanto la produzione e l’uso e lo smaltimento della plastica sarebbero responsabili di impatti sanitari di ampia portata, tra cui tumori, malattie polmonari e difetti alla nascita. Le fasce di popolazione più a rischio sono i lavoratori impiegati nelle fasi iniziali di estrazione dei combustibili fossili e di produzione dei polimeri, così come chi vive in zone adiacenti a siti di produzione e di smaltimento della plastica.

Più nel dettaglio, chi lavora nelle industrie di produzione di plastica è a maggior rischio di leucemia, linfoma, cancro al cervello, cancro al seno, mesotelioma e diminuzione della fertilità. I lavoratori addetti al riciclaggio della plastica presentano invece i tassi più elevati di malattie cardiovascolari, avvelenamento da metalli tossici, neuropatia e cancro ai polmoni. I residenti delle comunità adiacenti ai siti di produzione della plastica e di smaltimento dei rifiuti sono poi esposti a maggiori rischi legati al nascituro, come parto prematuro, basso peso alla nascita, asma e leucemia infantile.

Pfas e Bisfenoli indeboliscono le ossa dei ragazzi.

L’esposizione agli interferenti endocrini, le sostanze chimiche capaci di alterare gli ormoni, riduce la densità   minerale e rende più fragili le ossa dei ragazzi, proprio nel momento importante in cui i nostri corpi costruiscono le ossa, con conseguenze che si potrebbero protrarre per tutta la vita: l’osteoporosi. È il risultato di uno studio del Maine Medical Center Research Institute di Portland, in Usa, pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism.

La ricerca ha mostrato che nei ragazzi che avevano più alti livelli di interferenti endocrini nel sangue si riscontrava una minore densità minerale ossea: a ogni raddoppio dei livelli di PFOA riscontrati nel sangue corrispondeva una riduzione del 24% del punteggio alla densitometria ossea, il cosiddetto z-score.

Perché il nucleare pulito è una chimera.

Lo spiega il “Gruppo di ricerca Energia per l’Italia”: clicca quiPerché allora l’Italia si aggancia al treno del cosiddetto nucleare pulito e sicuro, seguendo il miraggio della produzione di energia elettrica da fusione nucleare? Semplicemente perché questa è una ulteriore mossa di Eni per sottrarre risorse alle già mature ed efficienti tecnologie del fotovoltaico e dell’eolico. L’Eni (il governo) sa infatti benissimo che la storia della fusione nucleare, dagli anni Cinquanta a oggi, dimostra che questa tecnologia non riuscirà a produrre elettricità a bassi costi e in modo attendibile in un futuro ragionevolmente vicino. Nonostante ciò, l’Italia si sta impegnando  in un quadro industriale e finanziario favorevole per progetti nucleari: piccoli reattori modulari  insieme alle grandi centrali nucleari. Esattamente il contrario della Germania, che  ha appena spento i suoi ultimi tre reattori nucleari ancora in funzione mentre ha privilegiato la produzione elettrica da fonti rinnovabili: nel primo trimestre del 2023, queste hanno infatti coperto il 51% del fabbisogno di energia elettrica, con  l’obiettivo al 2030 ancora più ambizioso: ottenere un mix energetico composto per l’80% da rinnovabili.