
I valori del benzo(a)pirene più che triplicati. nonostante le tanto decantate prescrizioni del piano ambientale. La Procura di Taranto non può concedere il dissequestro degli impianti dell’area a caldo. Clicca qui il primo commento di Peacelink.
Movimenti di Lotta per la Salute, l"Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
I valori del benzo(a)pirene più che triplicati. nonostante le tanto decantate prescrizioni del piano ambientale. La Procura di Taranto non può concedere il dissequestro degli impianti dell’area a caldo. Clicca qui il primo commento di Peacelink.
“Vi è una sostanziale analogia con quanto è successo con l’amianto: le aziende, pur consapevoli della nocività della sostanza, hanno continuato a produrla con conseguenze drammatiche, vedi Eternit a Casale.” commenta Claudio Lombardi, ex assessore comunale all’Ambiente. “Solvay, all’acquisizione dello stabilimento di Spinetta, non poteva non essere al corrente della nocività dei Pfas, e dal 2002 dei vari tipi prodotti: sicuramente PFOA, ADV, cC6O4 (e forse altri a noi non noti data l’opacità e scarsità di informazione) senza alcun dispositivo di abbattimento delle emissioni nelle acque di scarico ed in atmosfera.”
“Ora annuncia di adottare tecnologie, peraltro note da tempo, per raggiungere efficienze assai elevate nell’abbattimento dei PFAS che scarica in Bormida. Non già lo “zero emissioni” che si raggiunge solo cessando la produzione di tali composti.” Inoltre incalza Lombardi “Solvay nulla dice su cosa intende fare per le emissioni inquinanti in atmosfera -e non solo di PFAS- che sono probabilmente la vera causa delle rilevanti eccedenze di patologie anche tumorali dei residenti della Fraschetta messe in luce dalle indagini epidemiologiche.”
Lombardi tira le somme: “ L’esistenza di uno stabilimento chimico, oltretutto a rischio di incidente rilevante quasi nel cuore di un centro abitato è del tutto ‘antistorica’. Accettato per buona parte del ‘900, per mancanza di conoscenza sull’impatto delle sostanze inquinanti emesse e per il prevalere delle opportunità economiche e di lavoro, non lo può essere ora. La convivenza fra industria e popolazione di Spinetta resta possibile unicamente se l’impatto sulla salute degli abitanti sarà reso nullo come recita l’art.41 della Costituzione italiana: ‘L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana…’.”.
Ignorano le indagini sanitarie e ne impediscono lo sviluppo -perfino negando le analisi del sangue per i Pfas!- perché non vogliono mettere in discussione l’esistenza stessa dello stabilimento belga e preferiscono nascondersi al riparo della compiacente campagna di controinformazione dell’azienda. L’accusa di Claudio Lombardi è inesorabile: “Le istituzioni stanno ripetendo la ‘strage degli innocenti’ perpetrata a Casale Monferrato per l’amianto dell’Eternit”. Clicca qui.
A tre settimane dalla Sentenza con cui il Consiglio di Stato si è pronunciato contro il TAR del Lazio, che aveva bocciato i nuovi Piani Educativi Individualizzati introdotti dal Decreto Interministeriale 182/20, il Ministero stesso non solo non ha convocato l’Osservatorio sull’Inclusione, come avevamo richiesto, ma non ha nemmeno fornito indicazioni alle scuole su come procedere». (continua…)
I paradossi nella narrazione della guerra in Ucraina tra propaganda patriottica, militarismo e la messa in scena di uno scontro di civiltà tra est e ovest: questo dibattito lo trovate sulla newslettera di Doriella&Renato (clicca qui).
Un altro dei dibattiti organizzati in Valsusa questa settimana è titolato “Guerra, nonviolenza, decrescita”: Il portato di morte e distruzione di questa guerra è destinato a sconvolgere l’assetto del mondo. Sotto le macerie sono finiti i fragili equilibri geopolitici stabilitisi dopo l’89, le gerarchie di potere tra istituzioni politiche e il complesso industriale-militare, gli scambi economici transnazionali, i pur modesti impegni fin qui assunti in campo ambientale, fino alle stesse relazioni pacifiche di convivenza tra i popoli che vengono ora sospinti dalla propaganda bellicista dei governi su campi opposti. Come fermare la catastrofe? Come riuscire a far emergere dal fallimento di questo mondo un’altra idea di società? Su quali valori potrà basarsi il riscatto delle ragioni della vita? Il percorso del dibattito ci porterà all’incontro di Venezia del 7-8-9-10 settembre sulla decrescita (www.venezia2022.it).
22 maggio ore 15 mobilitazione alla centrale nucleare di Caorso. Stacchiamo la spina a questo sistema. Fermiamo il rilancio del nucleare civile e militare. Smascheriamo la truffa della tassonomia verde.
A fine maggio il Parlamento Europeo sarà chiamato a ratificare la decisione della commissione europea d’inserire il gas e l’energia da fissione nucleare nella tassonomia verde, ossia la lista di fonti considerate sostenibili e finanziabili sul mercato, propedeutiche alla cosiddetta “transizione ecologica”….. L’intensificazione della competizione multipolare – sfociata nell’escalation bellica in Ucraina – viene colta dall’Unione Europea come occasione per accelerare il proprio processo di rafforzamento e indipendenza. La guerra in Ucraina sta provocando conseguenze pesantissime che peggiorano ulteriormente la vita nei paesi europei e che mostrano le problematiche e le responsabilità dei paesi occidentali. Il nostro governo, come i governi dei paesi UE, con una retorica guerrafondaia fortissima, continuano ad inviare armi, soffiando sul fuoco di una guerra potenzialmente mondiale e aumentando il carovita. Sappiamo bene che una della cause di questo conflitto è proprio la crisi energetica e delle materie prime che mostra quanto la questione ecologica sia centrale e non rimandabile….. Il 20 maggio si riuniscono a Venaria i Ministri Esteri del consiglio d’Europa: alcuni dei responsabili diretti di questa crisi che discutono su politica estera e guerra, alla faccia di “Torino città della pace, Torino città del bello” e della retorica di queste ultime settimane propinateci dall’ennesimo grande evento. Costruiremo una piazza in risposta! Contro il tentativo di scaricare i costi di questa crisi militare e energetica verso false soluzioni, rubandoci presente e futuro, è compito di noi giovani ragionare collettivamente per opporci fermamente al riarmo e alla falsa soluzione del nucleare.
Domenica 22 maggio 2022 ore 17:00 (Durata: 4 ore) piazza Garibaldi. Manifestazione apartitica a sostegno della salute, dell’ambiente, delle secolari attività ecocompatibili e del terziario del nostro territorio. Per riconquistare la dignità che i Governi di questi ultimi anni, in collusione con l’acciaieria, hanno calpestato, come ricordato anche dall’ONU che ha definito Taranto “zona di sacrificio” i cui cittadini vengono trattati come “usa e getta”. Per tornare a parlare di bellezza e di lavoro che non avvelena. Per un futuro da consegnare alle prossime generazioni in una confezione regalo di sublime bellezza: Taranto.
Per maggiori informazioni clicca qui.
7 nazioni della Nato, 4000 soldati, 65 navi e decine tra sottomarini, elicotteri, mezzi aerei e di terra hanno dato il via all’esercitazione internazionale Mare Aperto che imperversa sui mari e le coste sarde ma anche sul Tirreno centro meridionale. Dicono che chi è contro la NATO sta con Putin: questa guerra è diversa dalle altre perché è vicina, ma è l’ennesima guerra tra predatori, tra due blocchi imperialisti che mostrano i muscoli per guadagnare una posizione più forte, mentre a morire sono, come sempre, soprattutto i civili. Noi sardi lo sappiamo bene: l’occupazione militare della Sardegna è una delle dimostrazioni più esplicite del dominio coloniale che martoria la nostra terra. Devasta l’ambiente, sottrae enormi porzioni di territorio a terra e a mare che potrebbero avere ben altro utilizzo, produce una monocultura economica che si riverbera come ricatto occupazionale: impedisce forme altre di sussistenza, provoca la miseria, sfruttamento per un tozzo di pane, inquinamento e malattie. Per questo vi invitiamo a condividere e partecipare alla prossime mobilitazioni in preparazione e alla manifestazione contro l’occupazione militare promossa dall’assemblea contro la presenza militare in Sardegna di Cagliari che si terrà a Sant’Anna Arresi il 22 maggio. Clicca qui.
Il giornalista lo fa per attitudine prostituente ma anche per mestiere ad attaccare i buoi dove vuole il padrone. Il pretesto è che la maggior parte delle testate è in perdita: il posto di lavoro del direttore e dei redattori dipende tutto dalla benevolenza di chi, l’editore, continua a ripianare il rosso: la testata deve continuare a esistere solo perché gli serve per altro: ad esempio influenzare la classe politica locale e nazionale per ottenere leggi o provvedimenti favorevoli (spesso i nostri editori sono industriali, finanzieri, proprietari di cliniche, costruttori); per attaccare concorrenti o amministratori pubblici; per blandire chi potrebbe fare dei favori. Così, capita l’antifona, il giornalista o il direttore che teme di ridurre il proprio stipendio si mette al vento e vince l’autocensura. A maggior ragione quando tutto il quadro politico è compreso dentro la maggioranza di governo: i giornali e i telegiornali diventano l’uno la fotocopia dell’altro. Aggiungi la propaganda di guerra.
Proprio in questi giorni è uscita la versione 2022 del rapporto – redatto dall’organizzazione Réporters Sans Frontières – sulla libertà di stampa nel mondo; l’Italia figura, complessivamente, al cinquantottesimo posto, dietro a Paesi quali il Bhutan (trentatreesimo), la Moldova (quarantesimo), ed il Burkina Faso (quarantunesimo). Sarà interessante il prossimo anno esaminare il posto in classifica conseguito dalla dis-informazione per la guerra in Ucraina.
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Voci dirette dai movimenti pacifisti di Ucraina e Russia. Le campagne e le iniziative del Movimento Nonviolento, dall’obiezione alla guerra all’incontro con il Papa. La situazione degli obiettori di coscienza in Europa. Come sostenere la resistenza civile in Ucraina. Come sostenere i disertori in Russia.
Un ritorno all’inciviltà. Era il 13 maggio 1978 quando il Parlamento italiano approvava la legge 180, Legge Basaglia, rendendo il nostro Paese l’unica nazione al mondo senza manicomi. 40 anni dopo la salute mentale non è nemmeno menzionata nel Pnrr, nonostante la pandemia prima e la guerra adesso abbiano portato a un aumento esponenziale del numero di persone in cerca di assistenza e moltiplicato i minori con disagio. La riduzione costante di risorse umane ed economiche sposta come sempre la richiesta di assistenza verso la sanità privata, visto che esistono soltanto 3 psicologi pubblici ogni centomila abitanti. La spesa in cure sanitarie psichiatriche incide soltanto per il 3,5% sulla spesa sanitaria totale.
I palestinesi sono vissuti per quattro secoli sotto il dominio ottomano, ma con la 1° Guerra Mondiale, il forzato sostegno ai turchi è precipitato e, ormai sicuri del promesso appoggio britannico, le aspirazioni arabe sembravano raggiungibili come non mai. La realtà scopre una situazione affatto diversa. Tre anni dopo la Prima Guerra mondiale, nel 2017 Arthur Balfour, Segretario agli affari esteri della Gran Bretagna, dichiara l’impegno “di favorire l’insediamento di ebrei in Palestina, luogo sicuro, dove nessuno potrà pregiudicarne le necessità civili e religiosi né il loro status meglio di qualunque altro Paese”. Le tensioni iniziano a montare in Palestina quando arrivano ondate di ebrei provenienti dall’Europa e comprano terre, costruiscono insediamenti, uno dei quali è Tel Aviv, e utilizzano solo la lingua ebraica. Nel 1947 le neonate Nazioni Unite si accordano per la spartizione della Palestina in un territorio arabo e uno ebreo e questo genera ulteriore ostilità tra i vicini arabi di Israele. Quando Israele dichiara l’indipendenza nel 1948, la guerra scoppia. Israele ne esce vincitore ma la Palestina vivrà da quel momento la costante condizione di conflitto. Tramite le guerre (1956, 1967, 1973) il territorio dello Stato di Israele si espande e i palestinesi sono ridotti a profughi (da 711.000 nel 1950 a oltre cinque milioni di registrati nel 2015 in Giordania, Striscia di Gaza, Cisgiordania Siria e Libano) oppure (2 milioni contro 6 di ebrei) a vivere in regime di apartheid come denuncia Amnesty International: “ Che vivano a Gaza, a Gerusalemme Est, a Hebron o in Israele, i palestinesi sono trattati come un gruppo razziale inferiore e sono sistematicamente privati dei loro diritti. Abbiamo riscontrato che le crudeli politiche delle autorità israeliane di segregazione, spossessamento ed esclusione in tutti i territori sotto il loro controllo costituiscono chiaramente apartheid. La comunità internazionale ha l’obbligo di agire”.
Clicca qui il Report della “Società della Cura” che si prepara per il 2 giugno con le manifestazioni nazionali e locali contro la base di Coltano che dovranno diventare una giornata di mobilitazione generalizzata contro la guerra. Altri appuntamenti. 2- 5 giugno un Festival su pacifismo e azione non violenta nel quartiere San Lorenzo a Roma. Cascina Cuccagna a Milano: “Terra e pace. Agroecologia e sovranità alimentare per la giustizia climatica e sociale: per un mondo senza guerre. Il gruppo Migrazioni Società della Cura ha aderito e partecipa a “Sulla stessa rotta”, carovana virtuale per i diritti dei migranti, la cui tappa romana sarà il 21 maggio. 18 maggio: riunione del Gruppo Femm della Società della Cura – il pensiero del femminismo antibellicista e antimilitarista su pace e guerra. Il 28-29 maggio a Roma, presso lo spazio Metropoliz in via Prenestina 913, il 3′ Congresso sulla salute. A fine giugno seminario su vertenze operaie, decrescita e economia solidale. Appello dei movimenti kurdi contro la ripresa degli attacchi turchi nel Nord Iraq e Nord della Siria. – Campagna di raccolta firme per una ICE europea per la fine del commercio illegale dei prodotti delle colonie. Campagna contro l’assedio di Gaza, che dura da 15 anni nella indifferenza generale. Il Collettivo di Fabbrica Gkn ha elaborato un documento con diversi punti e con alcune proposte specifiche per nuovo quadro di mobilitazioni a partire da fine giugno.
La polizia israeliana ha caricato migliaia di palestinesi che hanno partecipato ai funerali di Shireen Abu Akleh, la giornalista di Al Jazeera uccisa in Cisgiordania durante una ennesima incursione dell’esercito nel campo profughi di Jenin. La polizia israeliana ha caricato il corteo funebre a Sheikh Jarrah e ha arrestato sei persone. La bara ad un certo punto ha rischiato di cadere. Clicca qui da Zeitun altre notizie dalla Palestina.
Biden ha firmato un ordine che autorizza i militari a schierare ancora una volta centinaia di forze per le “operazioni speciali “all’interno della Somalia, in gran parte annullando la decisione di Trump di ritirare quasi tutte le 700 truppe di terra che erano state di stanza lì. I contrasti tra i diversi imperialismi creano ogni giorno pretesti per alimentare venti di guerra: vedi l’Ucraina. L’Africa è un continente dove la rapina delle risorse energetiche spinge alla spartizione delle aree direttamente controllate/occupate dalle potenze imperialiste, Italia compresa (il suo interesse strategico, che coincide con i profitti dell’ENI, è nel Mediterraneo Allargato, nel Sahel fino al Corno d’Africa, con la base militare di Gibuti). La Somalia è un paese sempre più impoverito mentre la siccità sta causando una pesante carestia per le masse già afflitte dal carovita, vittime dell’oppressione straniera e del terrorismo di matrice islamista.
Abbandonato il “Corridoio 5” Lisbona-Kiev, di cui doveva far parte, il progetto Torino-Lione, già passato da linea ad alta velocità (passeggeri) a linea ad alta capacità (merci), viaggia da dieci anni a velocità bassissima. Ora rischia di tramontare. A parte il super-tunnel sotto le Alpi di cui finora sono stati scavati solo 10 chilometri dei 115 totali e tutti in territorio francese, la Francia infatti sembra aver abbandonato l’idea di costruire la sua tratta nazionale, per mancanza di benefici economici, ripiegando sull’ammodernamento della linea esistente. Se questo sarà confermato, salteranno i finanziamenti europei. E’ la conferma della sostanziale inutilità del Tav, privo di benefici economici visto che sulla tratta Torino-Lione i passeggeri scarseggiano e le merci trasportate, tanto su treno quanto su strada, negli anni diminuiscono. L’Italia fa finta di niente e cerca di rilanciare i lavori della sua tratta nazionale. Clicca qui.
Basato sulla traduzione di “‘Us’ not ‘Them’. Disability and Catholic Theology and Social Teaching” (“‘Noi’, non ‘loro’. Disabilità, teologia e dottrina sociale cattolica”), il libro “A Sua immagine? Figli di Dio con disabilità”, è curato da Alberto Fontana e Giovanni Merlo e arricchito da numerosi contributi di autorevoli esperti (continua…)
Clicca qui lo studio ecologico in cinque regioni italiane per indagare sui collegamenti tra mortalità SARS-CoV-2 e gli inquinanti atmosferici provenienti da agricoltura/allevamenti intensivi. I risultati evidenziano un incremento di mortalità del 6.9% per ogni tonnellata/km2 di aumento delle emissioni di ammoniaca. In Italia l’agricoltura è la principale fonte di emissioni di NH3, con una stima di 362,18 kiloton/anno, pari al 94,3% del totale. L’ indice di esposizione NH3 varia da 0,12 (Verbano-Cusio-Ossola, Piemonte) a 10,3 t/km2/anno (Cremona, Lombardia). La pandemia in Italia è iniziata nella Pianura Padana del nord Italia, una delle aree più inquinate al mondo, dove l’allevamento intensivo e l’uso massiccio di fertilizzanti contribuiscono in modo determinante all’inquinamento atmosferico.
Sulla saudita Bahri Hofuf anche elicotteri da guerra per il trasporto di truppe. Dopo segnalazioni e richieste di accesso agli atti, gli attivisti di Calp, Usb e The Weapon Watch si sono rivolti alla magistratura con un esposto. E così tornano a fare sentire la loro voce i portuali che da anni si battono per fermarle. “Abbiamo visto passare di tutto, mitragliatrici, container pieni di esplosivo, carri armati”.
Ieri in Palestina è stata uccisa una donna, una giornalista. Si chiamava Shireen Abu Akleh. In quella terra abbandonata ad una occupazione militare che continua da 55 anni (per alcuni da 74) succede molto spesso. Ieri anche i nostri TG sono stati costretti a darne conto perché questa donna palestinese aveva anche un passaporto americano, aveva una fama internazionale ed era molto stimata. Non voglio commentare. Verrà un giorno in cui i riflettori si spegneranno anche sulla tragedia dell’Ucraina come li hanno spenti sulla tragedia del popolo palestinese e di tanti altri popoli martoriati. E allora altri capiranno cosa vuol dire Papa Francesco quando parla della globalizzazione dell’indifferenza, di cuori induriti e della nostra inerzia complice di fronte alla violenza che impazza nel mondo. Ieri, io mi sono vergognato per come è stata “trattata” l’uccisione di questa donna della Terra Santa che faceva, con il coraggio della gentilezza, da “scorta mediatica” al suo popolo. 78 giorni di “full immersion” nelle atrocità dell’Ucraina non hanno scalfito la coscienza impietrita dei manipolatori dell’informazione. Nessuna sorpresa. Solo vergogna. Flavio Lotti
Se vuoi cercare di capire quanto grande sia la tragedia palestinese e la nostra vergogna occidentale, clicca qui questo articolo scritto ieri da Gideon Levy, editorialista del quotidiano israeliano Haaretz.
La messa al bando dei Pfas, nel Disegno di Legge del senatore Mattia Crucioli, riecheggia dopo anni la messa al bando di Amianto, CFC clorofluorocarburi, DDT, Arsenico, Solfato di rame, Canfora, Cromati e Bicromati, Pigmenti: sostanze cancerogene tutte prodotte -tragica fatalità- nell’alessandrino, in particolare nel polo chimico di Spinetta Marengo.
Andando indietro nel tempo, in questo maledetto territorio detto Fraschetta, a Spinetta si produceva DDT, il cui utilizzo fu vietato nel 1969 (ma già dal 1962 negli USA era il bersaglio dei movimenti ambientalisti): oggi dilaga ancora nelle falde di Alessandria! Insieme all’Arsenico! Nella foto del 1944: l’impianto di macinazione e miscelazione del reparto arseniati. Per inciso, era una fabbrica da sempre utilizzata per scopi
bellici: già nella prima guerra mondiale produceva gas di acido cloridrico, chiamato “mostarda” che dava il tempo di assaporare il profumo prima di restare stecchiti. Nella seconda, con le ossa degli ebrei fabbricava fosfati e azotati. Ancora nel 1993, dai giornali era stato attribuito l’attentato nello stabilimento come monito dei servizi segreti israeliani su impianti produttori di armi chimiche usate da Saddam Hussein nella guerra in Irak. D’altronde avevo più volte allarmato l’opinione pubblica sul rischio di catastrofe industriale: “i gas di algoflon inodore incolore insapore sono in grado di annullare la vita di Alessandria senza scalfire un muro”; basta la caduta di un aereo civile o di un missile incivile. La contaminazione di composti organici clorurati, ancora prima delle battaglie del ’68, era già famosa per il sistema di allarme adottato: quando i canarini in gabbia al suolo cominciavano a reclinare il capo era il momento per gli operai di darsela a gambe.
Il cromo esavalente ancora oggi sguazza non bonificato con altri venti tossico cancerogeni nella falde pur dopo la messa al bando da più di 50 anni degli impianti Montecatini Edison di solfato di rame, canfora, cromati e bicromati. Per questi ultimi era famosa la “tribù dei nasi forati”: i lavoratori colpiti dalla perforazione del setto nasale destinati tutti ad una precoce ecatombe di tumori. Piombo e cromo erano prerogative dei reparti del ciclo pigmenti inorganici (biossido di titanio, solferro, acido solforico, latte di calce, acido fluoridrico, solfonazione-rol, agoflon 27, biossido di cromo, pigmenti colorati), la cui chiusura negli anni ‘80 era stata dal sindacato addirittura ritardata malgrado la furiosa polemica della nostra Cellula del PCI. D’altronde ci fu l’episodio dell’operaio buonanima che per contestare i comunisti addentò il panino dopo averlo imbottito di pigmento, ed erano i tempi in cui Montedison risarciva le grondaie e le auto bucate da solforico e fluoridrico, anticipando Solvay che risarcirà regalando l’acqua… al cromo esavalente, mentre le spighe sono vuote di grano e nevica a cielo sereno.
La messa al bando dei CFC Clorofluorocarburi della Montefluos, che stavano procurando il buco dell’ozono nella stratosfera e i conseguenti tumori della pelle, fu merito delle clamorose manifestazioni di Greenpeace con cui organizzai la scalata delle ciminiere del 1992. Questo salvataggio del pianeta Terra neppure limitò il mercato degli spray e dei frigoriferi, per i quali l’industria fu costretta a sostituire i CFC con altri gas propellenti e refrigeranti.
Analogamente, la messa al bando (1992) dell’Amianto non fece crollare l’edilizia bensì l’Eternit e la strage per mesotelioma a Casale Monferrato. Piuttosto, senza un piano nazionale di bonifica, a decenni di distanza in tutta Italia le morti (impunite) viaggiano ancora alla velocità di duemila l’anno.
In conclusione, anche per i PFAS, già come la Storia ha dimostrato per AMIANTO, DDT, CFC eccetera, le alternative produttive ci sono ma sono rifiutate dall’avidità criminale delle multinazionali. Dunque vanno imposte con la loro messa al bando tramite il Disegno di Legge del senatore Mattia Crucioli, che implica la chiusura delle produzioni a Spinetta Marengo, il divieto dell’utilizzo su tutto il territorio nazionale in particolare nelle concerie e la bonifica dei territori in particolare piemontesi e veneti.
Nel processo in corso a Vicenza, l’interrogativo è stato posto a Francesca Russo, direttore del dipartimento prevenzione della Regione Veneto. La risposta della teste è stata sostanzialmente affermativa: già a partire dal 2000 la Miteni (al pari della Solvay di Spinetta Marengo n.d.r) eseguiva le analisi del sangue dei lavoratori appoggiandosi a laboratori americani e tedeschi. (Clicca qui il TG.) Nei risultati, la pericolosità dei Pfas era talmente evidente che l’azienda provvide alla rotazione del personale per limitarne l’accumulo. Non è stato ancora ascoltato il professor Giovanni Costa che per trenta anni ha rabbonito le maestranze di entrambi gli stabilimenti: “A parte un po’ di colesterolo, grossi problemi non ce ne sono». Costa meriterebbe di comparire come imputato anche al processo di Alessandria.
Invece ha testimoniato il dottor Manuel Tagliaferri, ovvero il maresciallo dei Carabinieri del Noe di Treviso sulle cui spalle è gravato gran parte del peso operativo delle indagini preliminari. Tagliaferri ha confermato che dalla notevolissima mole di carte sequestrate è emerso come la società oggi imputata fosse a conoscenza del proprio stato di decozione ambientale già a partire dai primi anni ’90, incurante degli scarichi e perfino dell’impianto colabrodo, in entrambi i casi nulla facendo per le bonifiche.
Compromettente la testimonianza di Domenico Mantoan, già direttore generale della sanità della Regione Veneto, su cui grava il sospetto di aver favorito l’azienda per non aver dato seguito allo studio epidemiologico in accordo con l’Iss, sollevandola così dal reato di disastro sanitario (oltre che di disastro ambientale).
“Non hanno colore, non hanno sapore e neppure odore. Non segnano l’acqua di scie schiumose o nere. Si chiamano Pfas” scrivono allarmati i giornali lombardi “ e sono trovati dall’Arpa nelle acque di fiumi, laghi e bacini irrigui, Po, Olona, Lambro, Serio e Adda”. Non è una sorpresa, in una regione che alla Solvay di Bollate ospita il Centro ricerche per la produzione dei PFAS tossici e cancerogeni.
Un nuovo studio americano pubblicato sulla rivista Environmental Science & Technology, dal team di esperti di Silent Spring Institute , riaccende i riflettori sul problema delle certificazioni “green” che non sempre tra i loro criteri comprendono l’assenza di Pfas. Provenienti dalla Cina, troppi prodotti per bambini, come vestiti e biancheria da letto, sono pieni di queste sostanze cancerogene dichiarate esenti da Pfas. “Gli organismi dei bambini sono ancora in via di sviluppo e sono particolarmente sensibili alle esposizioni chimiche. Ci sono le prove che i PFAS riescano ad alterare il sistema immunitario, indebolendo potenzialmente l’efficacia dei vaccini infantili e la capacità dell’organismo di combattere le infezioni” sottolinea il team del Silent Spring Institute.
Lo dimostrano i risultati dello studio condotto dal Maine Medical Center Research Institute di Portland e pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism. Infatti, i Pfas sono anche interferenti endocrini e possono quindi alterare gli ormoni, portando a una riduzione della densità minerale. Lo studio ha coinvolto circa 800 adolescenti tra i 12 e i 19 anni: nei ragazzi che avevano una maggiore concentrazione di interferenti endocrini nel sangue si riscontava una minore densità minerale ossea; a ogni raddoppio dei livelli di PFOA riscontrati nel sangue corrispondeva una riduzione del 24% del punteggio di densitometria ossea. Gli scienziati hanno sottolineato che “l’adolescenza è un momento importante in cui i nostri corpi costruiscono le ossa e potrà avere implicazioni per la salute delle ossa per tutta la vita”.
I dati dell’ultimo Living Planet Report certificano che il pianeta è in bilico: il 75% della superficie terrestre non coperta da ghiaccio è già stata significativamente alterata, la maggior parte degli oceani è inquinata e più dell’85% delle zone umide è andata perduta. Le specie attualmente minacciate di estinzione sul pianeta sono 1 milione. Il tasso di estinzione di specie animali e vegetali è 1.000 volte superiore a quello naturale. 68% il calo medio delle popolazioni di vertebrati negli ultimi 50 anni. Il 25% delle 93.579 specie è attualmente minacciato di estinzione. Clicca qui.
…“I neonazisti che combattono a fianco delle truppe regolari ucraine, e in particolare quelli asserragliati nell’acciaieria Azovstal, sono chiamati con nomi più benevoli: vengono presentati come eroici partigiani, difensori ultimi dell’indipendenza ucraina. Zelensky che inizialmente voleva liberarsi dei neonazisti oggi dipende dalla loro resistenza e li elogia. La loro genealogia viene sistematicamente occultata e anche i giornalisti inviati tendono a sorvolare, ricordando raramente che nel Donbass questa maledetta guerra non è nata nel 2022 ma nel 2014, seminando in otto anni 14.000 morti. Oppure si dice che il battaglione Azov è una scheggia impazzita, certo pericolosa ma non diversa da roba tipo Forza Nuova in Italia. Invece il battaglione Azov è tutt’altra cosa: è un reggimento inserito strutturalmente nella Guardia Nazionale ricostituita nel 2014 dopo i tumulti di Euromaidan e ha legami organici con i servizi (Sbu, succedaneo ucraino del sovietico Kgb). Così come sono tutt’altro che schegge le formazioni neonaziste o i partiti vicini al battaglione: su cui Washington e la Nato puntarono durante la rivoluzione colorata di Euromaidan, perché Kiev rompesse con Mosca. Sono strategicamente cruciali perché la guerra per procura Usa-Nato-Mosca continui senza scadenza”.
Clicca qui Barbara Spinelli, che prosegue documentando: “Lo Stato li lasciò impuniti di torture e trattamenti inumani, proibiti dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo” e commenta : “Queste violenze andrebbero rievocate, nel giorno che commemora la vittoria sovietica del ’45 e quella che Mosca chiama ‘grande guerra patriottica’. La chiamano così anche i commentatori occidentali, per dissimulare il fatto che fu una vittoria che liberò dal nazismo l’Europa intera, con gli alleati occidentali, e che costò alla Russia almeno 30 milioni di morti”. Spinelli conclude: “Il riarmo e l’allargamento a Est della Nato, uniti all’impudenza delle dimenticanze storiche, hanno creato tra Russia ed Europa un fossato quasi incolmabile, politico e anche culturale. A questo servono l ‘abbaiare occidentale alle porte della Russia’ denunciato dal Papa, l’oblio dello ‘spirito di Helsinki’, la russofobia in aumento. Sono misfatti che non giustificano la brutale aggressione russa del 24 febbraio, ma che certo l’hanno facilitata. Che spingeranno la Russia, per molto tempo, a prender congedo da un’Europa che sempre più crede di progredire confondendo i propri interessi con quelli statunitensi”.
Si distinguono da altre categorie di super ricchi per il controllo che esercitano sull’economia e per il rapporto privilegiato con le istituzioni statali. Compongono, insomma, l’élite finanziaria e imprenditoriale del capitalismo. Usare il termine per indicare, in tono spregiativo, soltanto i miliardari russi è mistificante. La peculiarità russa, se vogliamo cercarla, consiste nell’anarchia economica e nella rapidità con cui, dopo il crollo dell’Urss, è avvenuta la privatizzazione dell’economia. Che si è tradotta, com’è noto, in un gigantesco furto di risorse e di beni comuni da parte di uomini senza particolari meriti e, spesso, provenienti dall’apparato. I governi americani ed europei hanno salutato come una vittoria del «mondo libero» la caduta dell’Unione sovietica e sono stati ben contenti di stringere accordi con i nuovi padroni.
In Ucraina le cose sono andate, più o meno, allo stesso modo. Gli oligarchi (circa cento) controllano l’80% delle ricchezze di un paese che, ancora nel 2019, era tra i più arretrati dell’ex Urss. In un report del Parlamento europeo dell’11 febbraio 2021, sono documentati i motivi che rendono difficile, in tempi brevi, l’ingresso dell’Ucraina nell’Ue. Si parla di illegalità, dell’influenza degli oligarchi sulla politica, di corruzione, di mal funzionamento della giustizia, di mancanza di libertà di stampa, di campagne d’odio e fenomeni d’intolleranza verso femministe, Lgbt, rom. Non siamo proprio davanti a un modello di democrazia, senza nulla togliere naturalmente alla solidarietà nei confronti del popolo ucraino, vittima dell’aggressione della Russia di Putin.
Gaetano Lamanna
Si chiama NAC (Natural Asset Company). Con essa la Borsa di New York ha svelato il piano più radicale e potenzialmente più distruttivo per finanziarizzare tutta la natura e la vita nella stessa. Che la relazione fra il capitalismo e la natura sia basata sulla mercificazione di quest’ultima per estrarre profitti non è sicuramente una novità, ma questa volta siamo ad un ulteriore drammatico salto di qualità. La creazione di questa nuova classe di attivi finanziari metterà infatti in vendita non solo le risorse naturali, ma gli stessi processi alla base della vita… Si tratta della definitiva privatizzazione dei beni comuni che, da beni accessibili a tutti, diventeranno asset finanziari per i profitti di pochi, mentre sarà il mercato a decidere cosa nella natura ha valore e cosa non ne ha. Clicca qui.
Mobilitazione per il 14 maggio contro il disegno di legge sulla concorrenza e il mercato, che si prefigge una nuova ondata di privatizzazioni di beni comuni fondamentali, dall’acqua all’energia, dai rifiuti al trasporto pubblico locale, dalla sanità ai servizi sociali e culturali, fino ai porti e alle telecomunicazioni. Fa il paio con il disegno di legge sull’autonomia regionale differenziata. Clicca qui.
Se poi lo costruisci a Roma puoi sempre sperare in un miracolo. Ma il Papa è contrario, al pari della maggioranza dei romani che non si fideranno del sindaco Gualtieri di “assolute garanzie per ambiente e salute”. Infatti l’inceneritore non ‘distrugge’ i rifiuti ma semplicemente li trasforma in fumi, anidride carbonica (una tonnellata di rifiuti ne produce circa una tonnellata), diossine, ossidi di azoto, infine ceneri e residui di combustione che devono essere smaltiti in discariche speciali, anche queste ubicate a Roma.
A parte la salute, l’addio alla raccolta differenziata e al riciclo graverebbe sulle tariffe dei romani perchè per costruire un inceneritore da 600mila tonnellate occorrerebbero almeno 700milioni di euro in costanti lievitazioni di costi e senza fondi comunitari.
L’amianto, pur messo al bando da decine di anni, provoca in Italia ogni anno più di 1.600 mortali mesotelioma pleurici per responsabilità dei governi che non approntano un piano nazionale di bonifica (e neppure finanziano la Ricerca per diagnosi precoci e cure).
Guarda il video Sopravvivere sotto l’ex Ilva, Tamburi di morte a Taranto
Lo Stato Italiano continua a non tutelare la salute e i diritti dei tarantini. La nuova condanna della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo è una sorta di conferma a quanto già contenuto nella prima sentenza che sulla gestione della vicenda dell’ex Ilva, inchiodò il governo di Roma. A quasi quattro dalla condanna della Cedu e a quasi dieci dal sequestro degli impianti, insomma, la salute dei tarantini è ancora a rischio. Siamo di fronte a una vergogna nazionale. Clicca qui Peacelink. Domenica 22 maggio a Taranto saremo di nuovo in piazza Garibaldi alle ore 17 per riaffermare il diritto alla vita e alla dignità dei cittadini esposti a rischi sanitari inaccettabili.
Prima bisogna inviare forze di interposizione nonarmata e nonviolenta sotto la guida dell’Onu per fermare subito le stragi e le devastazioni; per l’immediato cessate il fuoco e l’immediato inizio di negoziati di pace che facciano cessare tutte le uccisioni. Ancora prima bisogna soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone in fuga dalla guerra; inviare aiuti umanitari per sostentare l’esistenza di chi non può o non vuole fuggire, e per ricostruire prima possibile e meglio possibile le strutture e i servizi necessari alla vita quotidiana. Subito dopo bisogna scogliere la Nato braccio armato dell’azione militare statunitense. Sciogliere la Nato è la cosa di gran lunga più efficace che i paesi europei possano fare oggi per la pace e per salvare innumerevoli vite. Clicca qui la posizione del “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera”: struttura nonviolenta attiva dagli anni ’70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali; struttura nonviolenta che oltre trent’anni fa ha coordinato per l’Italia la più ampia campagna di solidarietà con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano “La nonviolenza e’ in cammino”. Da alcuni mesi è particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l’illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell’intero mon! do vivente, da 46 anni prigioniero innocente, ecc.
Nel 2022. Fu arrestata nel 2020. La manifestazione per la quale è stata incarcerata avvenne nel 2012. Otto anni prima. Complessivamente sono 10 anni. Nessuna prescrizione intercorsa, in questa Italia delle prescrizioni. Evidentemente si è trattato di un reato gravissimo. Così descritto dai giornali: “La manifestazione è avvenuta il 3 marzo 2012 a un casello dell’A32, giorno in cui alcuni manifestanti No Tav distrussero l’impianto di videosorveglianza e bloccarono con del nastro adesivo le sbarre, per consentire a tutti i viaggiatori di passare senza pagare il pedaggio”. Sarebbe bastata una condanna di risarcimento danni. Invece l’aggravante fu che Dana Labriola… “impugnava un megafono” e soprattutto era “portavoce del movimento No Tav” rendendosi in precedenza verbalmente “protagonista di manifestazioni di protesta contro la costruzione della linea ferroviaria in Val Susa”. Scopo della detenzione è stata di farle “percepire la funzione rieducativa di espiazione della pena”. E’ stata “rieducata”? Clicca qui come commenta Dana.
Riceviamo una analisi “proletaria e rivoluzionaria” tratta dal giornale Scintilla: clicca qui.
“Lei guida la Commissione che prende cruciali decisioni per l’intera Unione Europea, ed essendo io un cittadino di uno dei paesi dell’Unione, lei di fatto prende decisioni anche per me, che non l’ho delegata. E poiché alcune decisioni prese recentemente dall’Unione Europea mi sembrano semplicemente sciagurate e fin catastrofiche, le scrivo per chiederle di revocarle e di promuovere invece una diversa politica, che sia rispettosa delle vite umane, protesa a salvare le vite umane, e coerente con le carte dei diritti dell’Onu, della stessa Unione Europea, dei singoli paesi che l’Unione compongono”. Clicca qui la lettera aperta del “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” alla Presidente della Commissione Europea.
L’attuale rapporto in Italia tra vigili del fuoco e popolazione è 1 vigile ogni 15.000 abitanti! Una cifra totalmente inadeguata e lontana dagli standard europei che mette a rischio le attività di soccorso nel nostro Paese. Guarda il video e ascolta le parole dei vigili del fuoco!
Non si può pensare di promuovere le eolico e fotovoltaico senza un piano di dove e come installare gli impianti, altrimenti rischiamo di devastare il paesaggio, impattare negativamente sul turismo, consumare suolo e ridurre la nostra autonomia alimentare. Continua.
«È stato davvero impossibile resistere alla tentazione di accoppiare lo stile aulico del latino a certe situazioni terra terra in cui ci imbattiamo noi, umili disabili…», scrive Gianni Minasso, e quindi scorre tra tante celebri citazioni latine, riviste a modo suo, la nuova incursione dello stesso Minasso per la sua rubrica “A 32 denti (Sorridere è lecito, approvare è cortesia)”, fatta di pungente ironia, di grottesco e talora della comicità più o meno involontaria che, come ogni altra faccenda umana, può riguardare anche il mondo della disabilità (continua…)
Ben cinquanta relatori, provenienti da Italia, Francia, Svizzera, Malta, Marocco, Cile, Brasile, Messico, e Canada, daranno vita dal 5 all’8 maggio, al secondo convegno internazionale su bioetica e disabilità, intitolato La bioetica ed il paradosso delle apparenze: Fragilità, dipendenza, disabilità nelle varie stagioni della vita, che potrà essere seguito in forma di videoconferenza (
Clicca qui una ricostruzione dei fatti diversa da quella prodotta dalle principali testate giornalistiche.
In tre tappe da lunedì 9 a mercoledì 11 maggio. L’iniziativa, voluta dalla Fondazione degli Archi e dalla Fondazione Gesualdo Bufalino, è denominata MARCIA DEL SOLE ed intende protestare contro le guerre per proporre una alternativa nonviolenta…. Clicca il programma sulla newslettera di Doriella&Renato, dove anche tutte le altre iniziative No Tav dalla Valsusa.
“Le basi militari in Sardegna sono sempre state una presenza invasiva e una dimostrazione oggettiva di come le guerre comincino anche da questa terra. Attualmente, oltre 30.000 ettari del territorio sono occupati dallo Stato, dai suoi militari e dai suoi poligoni. Contro questa imposizione c’è, tuttavia, una lotta che ancora oggi resiste e che accomuna tutte le persone che rifiutano e che vogliono sabotare l’esistenza delle basi. Di ciò è emblematico il taglio delle reti, che trova la sua efficacia nel permettere l’invasione dei poligoni interrompendo le esercitazioni”. Il 22 maggio manifestazione contro la base militare di Teulada, corteo antimilitarista a Sant’Anna Arresi (SU).